Archivi del mese: ottobre 2014

SCIALLA …

E’ un film del 2011 scritto e diretto da Francesco Bruni, con Fabrizio Bentivoglio, Barbara Bulova e Filippo Scicchitano nella sua prima apparizione cinematografica.

locandina

Scialla è stato presentato alla 68ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha vinto il premio ”Controcampo italiano” la sezione che la Mostra dedica al cinema italiano e il premio “Vittorio Veneto Film Festival” . Ai David di Donatello 2012 ha vinto 1 David  e uno dei Nastri d’Argento  in palio.

Il film è uscito in Francia nel 2013 con il sottotitolo Joue-la cool  e in Giappone con il titolo Bruno (dal nome del protagonista Bruno Beltrame), mentre negli  USA è conosciuto come ”Easy”.

Prima di tutto vediamo che cosa significa il termine ”scialla” e soprattutto vediamo se si tratta di un termine italiano o gergale.

Ecco che cosa ho trovato in rete in proposito:

SCIALLA è una espressione ”tribale neofolk” in uso tra personaggi con tendenze ”tamarre” (rozzi) e vagamente neo-hippie. Chi usa questa espressione si auto-qualifica come appartenente ad una sottocultura metropolitana, in stile coatto. (°)  In genere questi individui hanno ascoltato i Doors intorno ai 13 –14 anni, sono andati almeno ad un raduno afro nella loro vita e, di quando in quando,  fumano ”spinelli”.  Non si tratta quindi di ”lingua italiana” ma bensì del gergo utilizzato da costoro.

Trama del film

Bruno Beltrame è un apatico ex-professore ed ex-scrittore cinquantenne padovano che ha abbandonato l’insegnamento e vive da solo a Roma mantenendosi con lezioni private e facendo il ”gosthwriter” .  Attualmente lavora alla biografia di Tina, una ex pornostar  slovacca  divenuta nel frattempo una ricca produttrice di film hard e madre di un ragazzo quindicenne, studente modello. Tra gli allievi di Bruno c’è Luca, un quindicenne pieno di vitalità ma irriverente e irrequieto che frequenta malvolentieri la scuola superiore e che è affascinato dal mito del malvivente di successo. Luca non ha mai conosciuto il padre e vive con la madre che ama e rispetta. Questa, dovendo partire per un lavoro di sei mesi nel Mali, ben sapendo di non poter portare il figlio con sé e rendendosi conto allo stesso tempo di non poterlo lasciare da solo a Roma, decide di affidarlo proprio a Bruno, rivelandogli che è lui il padre di Luca.

Scialla_(stai_sereno)Bruno e Luca

L’uomo è scosso dalla notizia ma accetta di ospitare Luca nella propria casa. Bruno non ha nemmeno idea di che cosa significhi essere genitore di quel ragazzo che ancora non sa di avere un padre e gestisce i primi giorni di convivenza seguendo gli stessi schemi di sempre, finché un giorno, dal liceo, non lo avvisano del disastroso andamento scolastico di Luca e delle sue numerose assenze. Il colloquio con la professoressa Di Biagio, che preannuncia la probabile bocciatura di Luca, segna il punto di svolta nel comportamento dell’ex-professore che, da quel momento, con uno scatto d’orgoglio, prova a prendere in mano la situazione scolastica del ragazzo, obbligandolo a studiare il pomeriggio ed accompagnandolo a scuola ogni mattina per evitare che salti le prime ore di lezione. Luca mal sopporta il nuovo “regime” e Bruno fatica molto nella sua difficile opera di recupero. Nel frattempo Luca che frequenta loschi personaggi, si mette nei guai con Il ”Poeta”, un improbabile pusher innamorato di cinema e di arte. Proprio mentre la situazione sembra precipitare il malvivente riconosce in Bruno il professore di scuola che, anni prima, lo aveva fatto appassionare alla letteratura e alla poesia.  Padre e figlio usciranno migliorati da quest’incontro tra generazioni e stili di vita così lontani. Nel finale, Bruno vedrà il suo Luca finalmente pronto ad affrontare la vita.

Si direbbe che l’intenzione del regista sia di riabilitare a tutti i costi questo ”padre” per troppo tempo assente.  Un ”padre” che è vissuto tranquillamente, facendo le sue personali scelte,  ignaro di avere un figlio, libero da tutte le responsabilità e da tutti gli impegni che un figlio richiede. Eppure, secondo il regista il ”giovane scapestrato” trova finalmente, grazie al ”positivo” uomo adulto che lo aiuta,  la retta via.

Si direbbe che i meriti siano tutti del ”padre”.  Nessuno stress è stato messo su quando di positivo è stato fatto dalla madre. Il ragazzo, per quanto sbandato, ha molti valori. Trasmessi da chi? Facciamoci una domanda e diamoci una risposta.  Pur avendone la possibilità  NON assume droga … e non spaccia. Ruba il denaro e la roba al ”pusher” … ma se ne pente immediatamente e ha paura delle conseguenze.

Inoltre il buon professore non doveva esser poi tanto ”positivo” al tempo in cui la mamma di Luca rimase incinta,  dal momento che lei si guardò bene dal dirglielo. Evidentemente lo considerava assolutamente immaturo e ”inutile”.

Direi che il film metta in evidenza la ”vulnerabilità” del maschio odierno. Molti sono gli uomini che preferiscono ”gettare la spugna” .

Il professore in questione, ad esempio, non avendo più la forza di confrontarsi con studenti sempre più aggressivi e sempre più ”intoccabili” … studenti protetti da un sistema che li mette al centro della società e che, se il loro rendimento scolastico non è buono, la colpa è sempre e solo dell’insegnante,  preferisce dar ripetizioni a casa propria.

Sceglie inoltre, come lavoro aggiuntivo, di scrivere  ”biografie” altrui. Un sistema ”poco impegnativo” per sopravvivere.

La vita odierna è talmente complicata e competitiva che sempre più spesso gli uomini non hanno più la forza per combatterla.

Le donne, affacciatesi in tempi più recenti nel mondo del lavoro, hanno ancora le risorse e la determinazione per affrontare, da sole,  tutte le sfide della vita, compresa la maternità. Una maternità che, considerati i tempi odierni non è certo facile da gestire, eppure ci provano e, come in questo caso,  ricorrono all’aiuto del ”padre biologico” solo in casi estremi.

Certo che era più facile vivere la propria esistenza in un mondo dove i ruoli nella coppia erano prestabiliti.  La ”donna” era il cosiddetto ”angelo del focolare” … quella che si occupava della casa e  dei figli … l’uomo era quello che lavorava  e portava a casa il denaro per vivere.  Un mondo in cui gli insegnanti erano persone rispettate e gli alunni si alzavano sull’attenti quando essi entravano in classe …

Oggi i tempi sono tanto,  tanto cambiati,  ma … indietro non si torna, neppure per prendere la rincorsa.

Alla prossima

Elena 

 

 

(°) Coatto è un termine gergale regionale dal dialetto romanesco, con uso scherzoso e talvolta spregiativo, per indicare un individuo rozzo, arrogante, dalla parlata volgare e dall’abbigliamento privo di gusto, che vive nelle zone periferiche, suburbane, nelle borgate. Ha perso l’originaria connotazione malavitosa, pur esibendo il coatto comportamenti trasgressivi e conducendo uno stile di vita al limite della legalità. Sinonimo: bullo.

LE PALME … IL PUNTERUOLO ROSSO … COLPA DI CHI?

Nel quartiere di St. Aygulf  a Frejus  esiste un giardino in cui le ”padrone” sono le palme. Ve ne sono di tutti i tipi … e di tutte le misure …  E’ un giardino incantato dove una bella piscina è circondata da palme amorevolmente curate da un signore che si chiama Jacques Brion.

Questo signore sa tutto sulle palme e,  soprattutto, questo signore SA che cosa si deve fare per salvarle dai due flagelli che le stanno decimando in tutto il mediterraneo. Il maledetto punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus)  e la mostruosa farfalla infestante delle palme (Paysandisia Archon) .

Questi due terribili insetti li abbiamo incoscientemente importati assieme a giovani palme. Li abbiamo importati da paesi in cui esistono insetti antagonisti che li tengono sotto controllo.

Come al solito NON abbiamo pensato che ”noi” NON abbiamo gli insetti antagonisti ma solo i due killer! Ovviamente queste due creature, senza nemici naturali che le tengono a bada,  si stanno riproducendo alla velocità della luce e stanno decimando tutte le palme esistenti nel Mediterraneo.

Ma quanto siamo ”pirla” da 1 a 10? Facciamoci la solita domanda e diamoci la solita risposta! Grrrrr …

Possibile che sia tanto difficile capire che la tanto decantata ”globalizzazione biologica”, quella che fa comodo solo a qualcuno … quella che esalta la capacità di dispersione delle specie viventi perché ne moltiplica le occasioni … non crei affatto  ulteriore diversità, ma ne costituisca invece una gravissima minaccia?

Come mai vi chiederete? Ma è semplicissimo!

La risposta sta nei tempi e nelle frequenze con cui la dispersione biologica opera!

Una cosa è la costante ma lenta dispersione “naturale”, spesso casuale o accidentale, dovuta a venti, correnti marine, eventi di piena, movimenti tettonici, vettori animali. In pratica cioè,  quando una specie si divide in più popolazioni che si separano geograficamente per un tempo sufficientemente lungo in modo da evolversi in risposta alle locali condizioni ambientali.

In questo modo, dopo un certo numero di generazioni (quindi un sacco di tempo) le popolazioni “figlie” saranno diventate specie a sé, ormai incapaci di ibridarsi con il genitore di orgine, e questo anche nel caso  dovessero tornare in contatto.

La dispersione a livello individuale e di popolazione, da sempre genera diversità, moltiplica la variabilità genetica perché impedisce il rimescolamento, crea nuove specie a partire da una sola,  ma per farlo ha bisogno di …  SECOLI !

Un’altra cosa è l’ improvvisa … massiccia …  quasi “industriale” contaminazione biologica che da secoli a questa parte interessa ogni angolo della terra, e che anziché arrestarsi non conosce limiti. Quella insomma che provochiamo noialtri spostandoci in continuazione per il pianeta e portandoci dietro tutto quello che ci serve o ci piace.

A questo aggiungiamo la velocità dei mezzi di trasporto odierno … navi … aerei … insomma un disastro.

Il millantato  ”homo sapiens sapiens”, tanto per fare esempi recenti,   ha importato dalla Cina animali come il Cinipide Galligeno quello che uccide i castagni …  poi questi due mostri dal Nord Africa e dal Sud America.

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Torniamo indietro … abbiamo sbagliato TUTTO ! 

Prima che la natura riesca a porre rimedi ai guai da noi combinati …  si vendicherà per forza di cose.

Comunque, se avete delle palme … se sono malate … se le amate … se siete nella zona …. rivolgetevi al Signor Jacques Brion, che è un ”mago in proposito”!

Lo potrete contattare al sito: www.palmeraie-saint-aygulf.com.

Ecco un video con fotografie prese nel suo giardino: http://www.youtube.com/watch?v=NlBHpE_UzBU

Gli ultimi due fotogrammi  sono stati aggiunti per mostrare gli insetti che stanno mettendo in crisi le palme dei nostri giardini.

Alla prossima

Elena

LE GRANDI AZIENDE … ED I CALL CENTER …

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… o Call Centre dipende se si vuol utilizzare il vocabolo inglese o quello americano … ma non è questo il problema.

Siamo ormai condannati, quando qualche cosa non funziona, a parlare con dei dischi registrati, che oltre a frustrarti enormemente, non fanno altro che metterti nella possibilità di rispondere a domande pre-registrate. Essendo pre-registrate il ”tuo” problema non è quasi mai contemplato e quindi … ‘ciccia”! Telefonata inutile.

Per esempio, se il cavo telefonico che porta in casa tua pende per la strada, questo nel disco ”pre-registrato” non è previsto. Quindi il problema che ha il tuo telefono, dipende, secondo loro,  da ”altro”.

Per riuscire a parlare con un operatore in carne ed ossa, cosa indispensabile al cittadino anche dal punto di vista psicologico, è necessario ricorrere a dei trucchi meschini.

Ad esempio ho dato la risposta sbagliata ad una delle loro domande. Il disco prevedeva che dicessi: ”assistenza tecnica” mentre invece ho vigliaccamente detto: ”servizio commerciale”!

Alla parola magica ”servizio commerciale”, che ovviamente per loro significa denaro in entrata, ecco che, per incanto, un operatore era in linea a mia completa disposizione!

Devo dire che è stato molto gentile e che invece di nascondersi dietro il fatto che ”loro” del commerciale NON sanno nulla di problemi tecnici, mi ha passato una sua collega del ”servizio tecnico”  che mi ha detto, pur se in modo molto gentile:  ”inutile che lei telefoni tutti i momenti …  La linea NON sarà ripresa prima del 20 ottobre! Sigh …

La conversazione però non si è rivelata del tutto sterile. La signora oltre a dirmi che fino al 20 non avrei avuto linea mi ha dettato un numero e mi ha detto di andare, con quel numero,  al negozio Orange di Carrefour dove mi avrebbero consegnato una chiave per connettermi ad Internet, chiave che sto attualmente usando.

Ora … voglio dire … ma se i guai di trasmissione/ricezione sono, come sostiene Orange, dovuti ad un lavoro di ammodernamento in corso.  Pare infatti stiano sostituendo i vecchi cavi con le fibre ottiche.  Non sarebbe stato meglio avvisare i propri clienti, anche con un disco pre-registrato che dicesse loro: ”stiamo lavorando per voi  … scusate i disagi”, vi consigliamo di  recarvi ai punti vendita Orange e ritirare la chiave per connettersi”?

Macchè! Troppa fatica avvertire i propri clienti!  La ”box” orange, per chi non lo sapesse,  gestisce la TV, la linea internet ed il telefono, se non funziona … bè si è  ”tagliati fuori dal mondo”! Grrrrr …

In tutto questo, la faccenda ”comica” è che, essendo impossibile comunicare via mail con Orange, in quanto non si trova un indirizzo nemmeno a morire … l’unico indirizzo mail che ho trovato è stato quello del PDG di Orange, Stephane Richard, al quale ho ovviamente scritto e spiegato tutta la faccenda.

La sua segreteria si è attivata  e …  immediatamente la responsabile del Servizio Clienti mi ha risposto prima via mail, dicendosi dispiaciuta del servizio e che si sarebbe informata.

Ieri la linea ha iniziato, se pur male, a funzionare … e hanno già telefonato in tre per sapere se va tutto bene …

Secondo me, questo è l’unico vantaggio di INTERNET! Mette il cittadino nelle condizioni di lamentarsi direttamente con il BOSS!

Nelle aziende purtroppo … il BOSS è l’ultimo a sapere come stanno effettivamente le cose.

Se un dirigente segnala al proprio BOSS dei problemi, significa che non sa fare bene il proprio lavoro … ergo … fanno vivere  i PDG su una ”nuvoletta rosa”.

Che dire? In questo caso … ”viva internet”! Li avvisiamo NOI  i PDG di come stanno effettivamente le cose!

Alla prossima

Elena

 

 

 

CHI E’ LA BIONDA SEMPRE CON ALFANO?

Vi siete mai chiesti chi sia quella bella bionda scarmigliata? Quella sorta di ”segugio” che cammina all’unisono con Alfano e che non lo perde di vista neppure per un attimo? ”schiva” nei confronti delle telecamere, segue con passo marziale e cipiglio aggrottato il ridanciano Angelino.

Si chiama Danila Subranni e … guarda un po’ è la figlia del generale dei carabinieri Antonio Subranni, capo dei Ros dal 1990 al 1993.

danila-subranni

Quell’investigatore della benemerita che non ha certo brillato né per ”capire qualche cosa” … né per esser ”trasparente”…

– nel 1978, allora giovane maggiore a Palermo, Subranni svolse le indagini per l’omicidio di Peppino Impastato, il giovane militante di sinistra di Cinisi che si ribellò allo strapotere mafioso di Tano Badalamenti e che per tale motivo fu ucciso. Vi ricordate tutti vero del film ”100 Passi di Tullio Giordana? Ebbene fu proprio Subranni, insieme con tutto lo staff investigativo, a propendere per la tesi, che poi si rivelerà totalmente infondata, secondo la quale Impastato fosse vittima di un attentato terroristico da lui stesso organizzato;

– nel 1993, secondo i giudici della Corte d’assise di Firenze, Subranni, nella qualità di comandante dei Ros, fu informato dal colonnello Mario Mori, suo sottoposto, della trattativa instaurata tra lo Stato italiano e l’organizzazione mafiosa Cosa Nostra per il tramite di Vito Ciancimino. Naturalmente lo ”sveglio” Subranni non ritenne la cosa importante …  Sigh …

– Subranni fu sottoposto poi ad un’indagine di favoreggiamento per la latitanza del boss Bernardo Provenzano, da cui è stato in parte scagionato  ed il Pm ha chiesto l’archiviazione.

Sempre in ”nostro” generale Subranni … nel corso di un’audizione della Commissione antimafia disse:  ”Vedo tanti nomi: Mancino, Rognoni, Martelli. Non li ho mai conosciuti. Sia chiaro: sono ”difettoso”, sono ”deficiente” per quanto riguarda le relazioni con gli uomini politici”.

Certa gente preferisce passare per ”deficiente” piuttosto di compromettersi … d’altronde in Sicilia, specie in quel periodo, quando ci si ”esponeva troppo” si rischiava troppo. Vedi …  Dalla Chiesa … Falcone …  Borsellino …

I ROS (Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri) sono in ”odor” di  trame … intrighi  e trattative inconfessabili. ”Quasi” come un partito della Seconda repubblica.

Comunque le ”amicizie”  tra carabinieri e politica non mancano di certo, figuriamoci poi in Sicilia! Infatti, guarda caso, l’assessore siciliano di Forza Italia Dorè Misuraca, una volta fedelissimo di Alfano e poi passato con Micciché, recluta Danila Subranni come addetta stampa. E sarà proprio lì che i due, Angelino Alfano e Danila Subranni,  si incontreranno … e diventeranno inseparabili.

Guarda tu … come è ”piccolo il mondo” …

Alla prossima

Elena

 

 

 

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-06/danila-angelo-custode-angelino-064322.shtml?uuid=AaUbjdlD

ORANGE-TELECOM E I ”MURI DI GOMMA” DEI CALL CENTRE!

Da venerdì scorso, cioè dal 3 di settembre siamo tagliati fuori dal mondo! Il nostro telefono, la nostra televisione e la nostra linea internet NON funzionano. La livebox di Orange, una scatoletta bianca che controlla tutte queste cose, pur funzionando correttamente, NON riceve il segnale dalla centrale. Perché? NON SI SA !!!

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Il numero gratuito a cui rivolgersi è il 3900, dove un disco registrato ti indirizza ad un sito internet per avere maggiori informazioni.

????? Che risposta intelligente! Dal momento che NON abbiamo linea internet sarà impossibile avere informazioni, a meno di andare a casa di qualcun altro!

Sanno che la nostra linea non funziona, tant’è che il disco pre-registrato venerdì assicurava che il sabato – entro le 13.00 – la linea sarebbe stata ripristinata.

Sabato 4 settembre …  NON era cambiato NULLA, li abbiamo richiamati ed il disco ha detto che entro lunedì alle 18.00 la linea sarebbe stata ripristinata.

Lunedì eravamo sempre senza telefono, internet e tv.  Abbiamo, con il ”mobile” ritelefonato al numero 3900 … il disco confermava il ripristino della linea per mercoledì in serata. Oggi (giovedì 9 settembre) il disco NON dice più nulla …  secondo me si vergogna pure lui … e noi siamo sempre senza telefono, senza linea internet e senza tv!

Come fare per dire a questi ”geni della comunicazione”  che il problema, molto probabilmente,  è dovuto ad un cavo che si è scollegato a causa del vento? Oppure far notare loro che la cassetta di derivazione è arrugginita, mezza aperta e piena d’acqua?

Non c’è nessuna possibilità, visto che il disco registrato NON permette al disgraziato utente di spiegare qualche cosa ma solo di rispondere alle loro domande standard!

Grrrrrr

Incredibile come queste grandi aziende se ne freghino dei loro clienti. Vigliacco se ti fanno parlare con un ”essere umano” in grado di spiegarti  o almeno di capire come stanno le cose. Costoro si nascondono dietro ”dischi registrati” e danno l’impressione, impressione più che giustificata, di essere solo ed esclusivamente interessati al nostro denaro!

Credevo che problemi simili potessero accadere solo in Italia … ma devo dire che la Francia NON è affatto meglio, anzi … forse è peggio, perché da noi, alla fine dei fini con ”qualcuno” riesci sempre a parlare, qui NO !!

Alla prossima

 

Elena

 

 

ORANGE-TELECOM ET LES ” MURS DE CAOUTCHOUC ”!

Depuis vendredi 3 Septembre, nous sommes coupés du monde! Notre téléphone, notre télévision et de notre ligne internet ne fonctionne plus. La livebox Orange, une boîte blanche qui contrôle toutes ces choses, semble s’allumer et fonctionner normalement mais ne reçoit pas le signal du distributeur extérieur de la ligne téléphonique. Pourquoi? Le service client orange est inaccessible pour ce problème !!!

Le numéro sans frais le 3900, nous envoie sur un disque enregistré qui vous dirige vers un site Web pour plus d’informations.

????? Quelle réponse intelligente! Puisque vous n’avez PAS de ligne internet cela est impossible d’obtenir des informations, sauf si vous allez à la maison de quelqu’un d’autre!

Ils savent que notre ligne ne fonctionne pas, si bien que le disque pré-enregistré vendredi assuré que le samedi – au plus tard à 13h00 – la ligne serait rétablie.

Samedi , 4th Septembre …  RIEN N’EST FAIT rien n’a changé, nous les avons rappelés, et le disque a dit que le lundi (6) à 18h00 la ligne serait rétablie.

Lundi nous étions encore sans téléphone, internet et télévision. Nous avons avec le ‘telephone mobile ‘«appelé au numéro 3900 … le disque a confirmé le rétablissement de la ligne pour mercredi (8) soir. Aujourd’hui (Jeudi 9 Septembre) le disque ne dis plus rien … Je pense qu’il a honte le pauvre disque lui aussi de raconter des bêtises  … et nous sommes toujours sans téléphone, pas d’internet et pas de télévision en ligne!

Comment puis-je dire a ces  génies de la communication chez orange que le problème est probablement dû à un câble qui est déconnecté à cause du vent? Ou leur faire voir que la boîte de jonction est rouillé, à moitié ouverte et pleine d’eau?

Il n’est pas possible, étant donné que le disque enregistré ne permet pas à l’utilisateur malheureux d’expliquer quoi que ce soit mais juste pour répondre à leurs questions standards!

grrrrrr

Incroyable de voir comment ces grandes entreprises si elles s’intéresse un minimum à leur client ne trouve pas un moyen concret pour communiquer directement avec eux. si vous ne parlez pas à un ‘«être humain»’ vous n’ êtes pas en mesure d’expliquer ou du moins de comprendre comment les choses. Ils se cachent derrière ” un disque pré-enregistré ” et donnent l’impression, impression plus que justifiée, d’être exclusivement intéressés par notre argent!

Je pensais que des problèmes similaires pourraient se produire seulement en Italie … mais je dois dire que la France n’est pas mieux, … c’est peut-être pire, parce que en Italie nous avons a la fin la possibilité de parler avec un technicien qui se débrouille  … ici NON !

VIVE LA FRANCE!!

CUNEO … PERCHE’ SI CHIAMA COSI?

Cuneo, come mai ha questo strano nome? Cuneo significa triangolo …

Il fiume ”Stura di Demonte” ed il torrente ”Gesso” , con il loro scorrere millenario, hanno scavato/eroso la valle fino a creare un altipiano alluvionale simile ad un ”cuneo”… su questo cuneo sorse appunto la città.

 cuneo dall'alto

Vista aerea della città di  Cuneo

E quale posto migliore? Situata su un altopiano, circondata da due fiumi era il luogo ideale per difendersi da eventuali attacchi nemici. Questa sua naturale posizione strategica, ed il fatto che è situata allo sbocco di valli comunicanti con Liguria e Francia, la rendevano inespugnabile dal punto di vista militare e molto interessante dal punto di vista commerciale.

Le prime informazioni risalgono al 1198 quando nasce come ”libero Comune”.  La nascita avviene per la spinta di forze nuove, popolari e borghesi, contro l’oppressivo sistema feudale. Il Signore padrone del Feudo, aveva tutti i diritti sugli abitanti, compresa la ”prima notte di nozze” delle giovani spose!

Il ”libero comune” durò solo  fino a metà del 1200, quando si arrese al francese Carlo d’Angiò.  Nel 1300 Cuneo passa poi sotto i Savoia. Nei secoli successivi la città è impegnata in ben 7 assedi (di cui 4 contro i francesi), di questi sette assedi solo due finirono con la sua capitolazione. Uno dei due fu l’assedio fatto da Napoleone.

Sotto il savoia Carlo Alberto sarà il cittadino cuneese, Giuseppe Barbaroux, giurista ed uomo politico moderato, ad approntare il famoso ”Statuto Albertino”. Uno tra i primi strumenti democratici a favore della popolazione.

Nel 1859 la città è eletta capoluogo dell’attuale provincia e nel 1882 fa il suo ingresso in parlamento un cittadino di Dronero, Giovanni Giolitti. (Importante uomo politico italiano)

Con il passare degli anni, Cuneo si espande sul piano edilizio, fino al punto da non avere più possibilità di ingrandirsi perché essendo una cittadella con fortificazioni, tutta l’edilizia è concentrata nell’interno delle mura.

Fino l’anno 1500 la strada principale era denominata Platea, poi contrada Maestra, nel 1874 diventa Via Nizza, infine Via Roma intorno al 1900. Questa strada era tanto diversa da come la vediamo adesso; per immaginarci com’era bisogna togliere da Via Roma, sia a destra sia a sinistra, gli attuali portici, senza i quali la Via era larga ben 37 metri.

Per consentire quindi di avere più alloggi, nuovi negozi e migliorarne la funzionalità in occasioni dei mercati, e considerando che a Cuneo gli inverni erano molto freddi,  con nevicate che raggiungevano sovente l’altezza di un metro, si arrivò alla decisione di costruire sia a destra sia a sinistra della Via Maestra dei portici in muratura e sopra di loro nuovi alloggi, in questo modo, uomini, bestie e mercanzia erano finalmente al coperto.

Per sfruttare ogni spazio, furono costruiti, sotto i portici, scantinati, con scala in uscita ai bordi degli stessi portici con le classiche “Trappe”, vale a dire botole con scala, esistono tuttora; in tempo di pace erano adibite dai bottegai come magazzini, il mattino allestivano il banco sotto i portici e portavano su la mercanzia dalla cantina.

Con la costruzione dei portici, i frontali delle vecchie case furono coperti, il risultato è che la maggior parte delle case dell’attuale Via Roma ha una stanza ”cieca”, in quanto le finestre o i balconi sono stati spostati sopra i portici.

Soltanto nel 1853 si iniziarono i lavori per la sostituzione del selciato a ciottoli con le lastre di pietra. I lavori iniziarono sul lato Gesso, la pavimentazione del lato Stura fu effettuata invece in un secondo tempo causa mancanza di fondi. I Cuneesi con ironia battezzarono i portici a lato del fiume Gesso i “Portici degli aristocratici” e quelli  dal lato del fiume Stura i “Portici dei poveri”.

Altre curiosità: 

Nell’ultimo conflitto mondiale, dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini del 10 giugno 1940, i portici hanno fatto da ”letto” alle migliaia di reclute e riservisti chiamati da tutta Italia per combattere contro la Francia.

Negli anni della seconda guerra mondiale Cuneo e il cuneese furono teatro delle lotte antifasciste e partigiane, tra cui spicca l’eroe partigiano cuneese Duccio Galimberti, fucilato dai fascisti nel 1944, a cui la città ha dedicato la sua piazza più importante.

Cuneo è la capitale italiana del ”marrone”, nome dato alle grosse castagne utilizzate per la produzione dei ”marron glacee”. Ma il dolce principale è il Cuneese al Rhum nato nel 1923 da un’idea di Andrea Arione. Questo dolce è formato da due cialde di meringa che racchiudono una crema pasticciera al cioccolato fondente con dentro del rhum,  il tutto rivestito da uno strato di cioccolato fondente.

La provincia di Cuneo è la terza più estesa d’Italia, ed ecco perché quando si parla del cuneese, si sente spesso parlare di ”Granda”, che nel dialetto piemontese significa appunto: ”grande”.

Come dimenticare  poi la famosa frase dell’attore italiano Totò: ”Sono un uomo di mondo … ho fatto il militare a Cuneo”! Questa ironica frase ha un riscontro nella realtà. Nei tempi in cui il servizio militare in Italia era obbligatorio,  il CAR (Centro Addestramento Reclute) fu, per molti anni, a Cuneo. Si incontravano quindi ragazzi provenienti da tutta Italia, e per molti di loro, quella era l’unica possibilità di ”uscire” dai loro paesini sparsi lungo lo penisola.

La zona del cuneese è una terra di colline, come quelle stupende delle Langhe e del Monferrato, e di montagne come le Alpi Cozie e Marittime, meta di numerosi appassionati della neve che si ritrovano nelle stazioni sciistiche di Limone Piemonte e Frabosa. Tanta natura e tanta attenzione ai suoi prodotti: vino, formaggi, carne, funghi e salumi, hanno reso questo territorio un autentico paradiso per gli enogastronomi.

Ma voi, cari amici del CIP, questa città già un po’ la conoscete … ci siete appena andati a fare un bel viaggio.

 

Alla prossima

 

Elena

 

DRAGHI … LE BANCHE … IL LAVORO …

I guru della finanza inizieranno a capire che per ”giocare in borsa” , arricchendosi come dei nababbi, è necessario comunque ”qualcuno” che lavori e che produca reddito reale?

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Pur ringraziando Draghi e tutte le ”gabole” che inventa per farci ”respirare” alla fin dei fini è inutile investire attaccandosi ai ”vetri” e creando BOLLE sempre più grandi.

Per funzionare la faccenda … le banche a cui Draghi ”regala” i dindi dovrebbero prestare i soldi a ”qualcuno” … e a CHI Se NON allo Stato per fare degli investimenti pubblici che facciano ripartire il ”volano”?

Ma lo Stato NON può fare investimenti pubblici perché DEVE rispettare il patto europeo e non aumentare i debito.

Quindi, a questo punto, i soldi dovrebbero esser prestati ai privati! Ma quali privati? E per fare cosa?

Se le aziende non hanno commesse … sono ”al palo” e non assumono, figuriamoci se investono!

Insomma è un cane che si morde la coda!

Se la gente NON lavora, NON guadagna … ergo NON consuma … quindi quelli che ”giocano in borsa” e/o investono alla ”cavolo” sono destinati alla DISTRUZIONE.

Siamo tutti legati a ”filo doppio” … come le tessere del domino.

Date lavoro … fate scavare buche e fatele riempire di nuovo MA DATECI DEL LAVORO e freghiamocene di ‘sto debito! Lo pagheremo quando potremo.

Solo con il lavoro la gente riacquista fiducia … e pensa al futuro! Senza lavoro le persone hanno paura e si ”chiudono a riccio”! Creando ulteriore stagnazione e alla fine … DEFLAZIONE!

GRRRRRR …

Alla prossima

 

Elena

IL BELL’ANTONIO … di Mauro Bolognini …

Lunedì 29 settembre, assieme ad Leonor ed Yvette,  siamo andate al cinema Vox di Frejus, dove era in programma il film:  ”Il Bell’Antonio”.

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Il film fa parte del ”ciclo del cinema italiano” curato dal CIP (Club Italianiste de Provence).

Non conoscevo un gran che del film …  ma ero al corrente del ”problema” del bell’Antonio. D’altronde,  si sa … che le malelingue fanno sempre passare la cosa più ”pruriginosa” .

Non avendo neppure letto il romanzo di Vitaliano Brancati (1949) a cui il film si ispira, mi ero fatta un’idea erronea della pellicola in questione. Credevo si trattasse di una commedia italiana,  diciamo sulla falsariga di ”Divorzio all’Italiana”, in cui,  pur nella tragedia, sarebbe comunque prevalsa l’ironia.

Non potevo sbagliarmi di più! Il film è un dramma vero e proprio.

Il bellissimo Antonio (Marcello Mastroianni)  mandato a Roma a ”cercar fortuna” in politica … ormai quasi trentenne,viene richiamato in Sicilia dal padre che, dissanguatosi finanziariamente per acquistare un immenso terreno coltivato ad arance,  non è più in grado di mantenere il figlio a far la ”bella vita” a Roma. Vuole quindi che Antonio sposi una ricca e bella ragazza Catanese, Barbara Puglisi (Claudia Cardinale)

Antonio dapprima tergiversa poi vedendo una foto della fanciulla in questione, se ne innamora perdutamente ed accetta il matrimonio!

Qui iniziano le sue disgrazie!  Essendo ”impotente” … non consuma il matrimonio.  La giovane Barbara, pur essendo estremamente ingenua, capisce alla fine dei fini che ”qualche cosa non funziona”. Si rivolge quindi alla propria famiglia per cercare ”aiuto” ed il matrimonio viene annullato. Lei si risposerà con un ricco conte …

Alla famiglia di Antonio non rimane che il ”disonore”. Alfio, il padre  di Antonio (Pierre Brasseur) pur di dimostrare il ”valore virile” della famiglia, nonostante l’età, si accompagna con una prostituta e muore d’infarto ”sul campo di battaglia”.

A pochi giorni dalla morte del marito, Rosaria (Rina Morelli) la mamma di Antonio,  scopre che la giovane ”servetta” di casa aspetta un bambino. Dopo aver interrogato la ragazza su ”chi” ha commesso il fattaccio,  la ragazza confessa trattarsi di Antonio.

A questo punto Rosaria giubila … l’impotenza dell’adorato figlio è annullata … i due si sposano … la famiglia riacquista la propria dignità!

Questo a brevi linee il sunto del film …

La pellicola, essendo del 1960,  è in bianco e nero. La mancanza di colore sullo schermo, ai nostri occhi ”sofisticati”  suggerisce un’atmosfera ”dimessa” … una sorta di passato ”chiuso in un recinto”.

Pier Paolo Pasolini ha curato la sceneggiatura del film … e pare che lui stesso lo abbia ritenuto un po’ ‘ambiguo”. Non si capisce infatti quale sia il ”vero” problema del giovane Antonio. Le ipotesi che si possono fare sono diverse.

Potrebbe essere un omosessuale latente … amante del ”bello” , per cui anche una bella donna è da ”amare”, ma non sessualmente stimolato da questa bellezza …

Potrebbe trattarsi la sua di una semplice disfunzione erettile – peggiorata dallo stress di un grande coinvolgimento emotivo. Antonio stesso, confessandosi con il cugino Edoardo (Tomas Milian) sostiene di aver avuto, anche se pochi, normali rapporti sessuali, ma solo con prostitute. Quando si tratta di donne da lui veramente ”amate” non riesce ad avere erezione …

In ogni caso un problema tanto ”delicato” ancora al giorno d’oggi … nella Sicilia di allora, infarcita di pregiudizi, maschilismo, onore mescolato  alla virilità … era veramente una ”bomba” da tenere nascosta!

Comunque la soluzione dello ”spinoso” problema per Antonio,  l’ha trovata la ”servetta’ di famiglia. Trovandosi ”ingravidata” da ”qualcuno” ha risolto il problema, dicendo trattarsi di Antonio. In questo modo ha salvato capra e cavoli.

Secondo me il ”fattaccio” nei confronti della ”servetta”  è stato invece combinato dal cugino Edoardo …

Comunque, come sempre, le scelte dei film fatte dal CIP … sono sempre di ”gran classe”! Grazie mille!

Alla prossima

 

Elena