Archivi del mese: dicembre 2014

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Ed eccoci arrivati al 31 dicembre … che dire?

E’ stato un anno difficile, come lo sono stati d’altronde quelli che lo hanno preceduto.

Per i giovani, grazie a Dio,  un anno in più non significa molto … ne hanno tanti davanti … La percezione del tempo che trascorre per loro è mitigata dalla ”forza vitale” che li alimenta.

Questo è l’immenso bene che la gioventù porta dentro di sé. Un bene che li porta a guardare ”avanti” …

Per gli altri, un anno in più, scandisce l’inesorabile passare del tempo … quella clessidra che non si ferma mai e che va in una sola direzione.

Un tempo che si vorrebbe fosse, nel limite del possibile, sereno … ma che invece ha dentro di se il ”germe” dell’angoscia e dell’insicurezza.

Spero tanto e con tutto il cuore, per me e per tutti i miei amici e conoscenti, che il 2015 sia l’anno in cui  la luce si faccia vedere al fondo di questo tunnel maledetto, in cui ci siamo infilati nel 2007 e da dove non siamo ancora riusciti ad uscire!

Lo spero per tutti noi, per i nostri figli e per i nostri nipoti!

Un abbraccio con affetto a tutti quanti.

Alla prossima

Elena

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TORINO – SHIT END DIE …

Tornati a Torino in occasione delle festività, come non visitare un’esposizione artistica alla vigilia di Natale? Tanto per rasserenarci gli animi?

Mia figlia ci teneva tanto a vederla … ed eccoci quindi tutti e tre, la mattina del 24 dicembre, in un traffico natalizio non indifferente,  a cercare un parcheggio sotterraneo.  Dopo vari giri, finalmente salta fuori un buco per l’auto nel parcheggio di Piazza Carlo Felice. Bene!

Emergiamo in piazza CLN , dove un coro di boy scouts canta un improbabile ”when the saints go marchin in”, e ci incamminiamo per raggiungere Palazzo Cavour dove ha sede la mostra il cui titolo per la cronaca è: Shit and die! Carino vero?

Shit and die è uno degli slogan di Bruce Nauman un artista americano, e proprio questo è il ”felice” titolo scelto da Maurizio Cattelan per il progetto di Artissima di quest’anno!

Io che sono curiosa per natura … mi impongo di essere assolutamente priva di preconcetti di sorta …

La mostra è curata appunto da Maurizio Cattelan, artista milanese, che, insieme alle due giovani curatrici Myriam Ben Salah e Marta Papini, ha ideato un percorso diviso in sette sezioni, ognuna delle quali dedicata a un aspetto particolare di Torino.

Entrando siamo subito attratti/affascinati dallo scalone di Palazzo Cavour che è letteralmente coperto da biglietti da un dollaro … per l’esattezza 40 mila dollari veri che, tutti assieme,  formano l’opera ”The Hug” di Eric Doeringer!

La cosa è impressionante … che sia un messaggio mirante alla mercificazione dell’arte? Mah … va a sapere … in ogni caso mi ”mette a disagio” …

Proseguiamo nella visita …e qui …  una ”sorpresa” dietro l’altra.

Non voglio descrivere quello che ho visto, perché secondo me, quanto esposto manda messaggi differenti ad ogni persona che osserva.

Mi limiterò a dire che l’ allestimento presenta lavori di artisti affermati accanto a quelli di giovani emergenti.

una delle opere più ”divertenti” esposte … 

Dopo aver visitato tutta la mostra … la sensazione che mi permea è quella di ”decadenza” … d’altronde quello in cui viviamo è un periodo ”decadente” quindi gli ”artisti”, animi sensibili per natura, non possono fare a meno di travasare nell’arte quello che ”sentono”.

Pur non volendo assolutamente fare nessuna polemica, non posso fare a meno di pensare che, una mostra del genere, geniale quanto volete, sia destinata ad un pubblico veramente ristretto e  ”addetto ai lavori”.

Mia figlia infatti si aggirava affascinata e piena di entusiasmo continuando a citare gli artisti ed i loro messaggi  … io mi guardavo attorno, deprimendomi sempre di più … mio marito, con un’espressione ”ermetica” vagava tra le sale.

Ognuno ”legge” l’opera o il messaggio dell’artista prima con il proprio cuore, poi se ne possiede,  attinge alle proprie informazioni …  e solo alla fine va a leggere che cosa ne dicono i ”critici”.  Critici che troppo spesso sono costretti a ”voli pindarici”, condendo le loro informazioni con frasi ad effetto che, quasi sempre, dicono poco o nulla!

Personalmente le opere esposte mi hanno trasmesso un decadentismo negativo a 360°  … non esattamente ”spirito natalizio”.

Come non deprimersi guardando delle lingue di bue al posto degli strofinacci da pavimento … o dei catafalchi per impiccagione … oppure donne discinte che sedute sul pavimento a gambe larghe raccolgono denaro accartocciato avidamente? Mah …

L’ultima sala poi …  quella dell’auto che si distrugge è l’apoteosi della disgrazia della nostra città.

Rappresenta la Fiat che, lentamente e sempre facendoci promesse ”’bugiarde” e ”vigliacche” se ne è andata, mettendo in ”ginocchio” tutto l’am ba ra dam economico di Torino.

Questo concetto è sintetizzata alla perfezione nell’auto esposta che, lentamente ed inesorabilmente,  si accartoccia di un centimetro al giorno … fino a distruggersi del tutto!   Brrrr !

Gli artisti non hanno fatto altro se non sintetizzare l’abbandono e la morte di questa città! E ci sono riusciti benissimo!

Ma … se noi dobbiamo riciclarci dal punto di vista turistico, e quindi, tanto per rimanere con i ”piedi per terra” ,  ”monetizzare” l’arte,  credo si debbano fare mostre un tantino più vicine ai ”comuni mortali”.

Se vogliamo che il turismo sia fonte di introiti economici per la nostra bella città … pur senza essere vergognosamente ”mercificato” … deve assolutamente essere meno di ”nicchia” e più alla ”portata” di tutti.  Sopratutto il messaggio non può e NON deve continuare ad essere così negativo, perché di masochisti a questo mondo non ce ne sono poi così tanti.

Se siete curiosi … andate a vederla … male NON fa … anzi … fa molto molto pensare …

Alla prossima

Elena

a questo link trovate alcune fotografie dell’allestimento della mostra:

http://www.vanityfair.it/lifestyle/tempo-libero/14/11/04/shit-and-die-mostra-a-torino-foto-in-esclusiva-maurizio-cattelan#gallery=22439-4

 

MATRIMONIO ALL’ITALIANA – film

Ieri al Vox di Frejus, per la serie ”CICLO FILM IN LINGUA ITALIANA” organizzato dal CIP (Club Italianiste De Provence) siamo andati a vedere il film: Matrimonio all’Italiana, film di Vittorio De Sica, con Sophia Loren e Marcello Mastronianni. Del corso di italiano della SASEL erano presenti, oltre alla sottoscritta, Eleonor, Simone, Yvette, Jaqueline, Barnard

La trama in breve:

Filumena Marturano (Sophia Loren) ex prostituta e madre di tre figli, da venti anni si ritrova ad esser serva e concubina di Domenico Soriano (Marcello Mastroianni)  ricco e pigro rampollo napoletano, amante del ”gentil sesso”.

Stanca della sua condizione, stufa di dover sempre far finta di nulla, compreso chiudere gli occhi di fronte alle sfacciate avventure galanti di Domenico, detto ”Dummì” , decide di fingersi malata, prossima alla morte di farsi sposare!

Domenico impaurito e disorientato accetta … ma lo stratagemma funziona solo a metà perché, accortosi dell’inganno, Domenico fa annullare le nozze.

La donna allora gli rivela di avere tre figli, uno dei quali proprio di Don Domenico … preso dal rimorso a dalla voglia di avere finalmente una famiglia, Domenico sposerà Filomena ed adotterà i tre figli.

Il film è tratto dall’opera teatrale scritta nel 1946 da Eduardo De Filippo. La prima interprete di Filumena fu Titina De Filippo, sorella dell’autore. Nel 1951 lo stesso Eduardo De Filippo portò l’opera sul grande schermo.

Nel 1964 Carlo Ponti (marito di Sophia Loren) ne fece una ”rivisitazione” cinematografica e produsse grazie alla regia di Vittorio De Sica il film che abbiamo visto ieri.

Un film che rispecchia il clima dell’Italia negli anni dopo la seconda guerra mondiale.

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Perché Sophia Loren era l’attrice perfetta per interpretare Filomena? Vediamo un po’ le sue origini …

Sofia Loren il cui vero nome è Sofia Villani Scicolone,  nacque a Roma il 20 settembre del 1934,  figlia di Romilda Villani, un’insegnante di pianoforte napoletana, e di Riccardo Scicolone, affarista nel settore immobiliare. La madre aveva vinto nel 1932 un concorso per andare ad Hollywood come sosia di  Greta Garbo, ma rimase incinta e rinunciò. Il padre di Sofia, era figlio del marchese di Agrigento Scicolone Murillo, riconobbe la paternità della bambina ma si rifiutò di sposare Romilda, che si trovò ben presto in gravi ristrettezze economiche.

A causa di queste difficoltà economiche Romilda portò la piccola Sofia da Roma a Pozzuoli, un paese in provincia di Napoli, presso la sua famiglia. Qui Sofia trascorse l’infanzia e i primi anni dell’adolescenza. Un’adolescenza non facile se pensiamo alla guerra … alla povertà … alla fame …

Napoli e la cultura napoletana saranno presenti costantemente nella vita e nella carriera della Loren, che in molti film recita in napoletano.

A 15 anni tornò a Roma in cerca di successo, accompagnata dalla madre, e partecipò a vari concorsi di bellezza, fra cui Miss Italia del 1950.

Ecco il motivo per cui Sofia era ”perfetta” nel ruolo di Filumena … non doveva recitare, era sufficiente che fosse ”se stessa”.

Il film inoltre mette in evidenza lo stereotipo del ”maschio italiano” dell’epoca. Specie se appartenente a famiglia ”agiata” il figlio, ormai avanti negli anni,  continuava ad essere il bambino viziato. E le donne, la madre prima, la moglie poi, dovevano continuare ad occuparsi di lui, mentre continuava a ”giocare”.

Oggi le cose sono cambiate moltissimo, ma agli uomini italiani, il fatto di non poter fare più quel che vogliono a 360° , non pare piacer molto.

Alla prossima

 

Elena

 

 

 

IL PICCO DI DANTE film

Serie cinema in lingua Italiana …

Giovedì 11 dicembre assieme a Leonor, Yvette, Jaquelin, Jean Pierre e Philippe, alla sala ”Agricola” abbiamo assistito al film: Il Picco di Dante, un film americano di Roger Donaldson del 1997. Genere: ”catastrofe”!

2933-dantes-peak-fullEcco il riassunto …

Harry Dalton (Pierce Brosnan) è uno dei più bravi geologi –  specializzato in attività vulcaniche – del team ”United States Geological Survey  (USGS). Quattro anni prima ha perso la fidanzata mentre cercavano di fuggire durante una eruzione vulcanica in Colombia. Spezzato dal dolore, Harry non vuole impegnarsi affettivamente.

Riceve una telefonata dal suo boss, Paul Dryfus (Charles Allahan) che gli chiede di andare a controllare un vulcano spento a tutti gli effetti, ma che recentemente ha fatto registrare ai sismometri delle strane attività  … il vulcano si chiama il ”Picco di Dante”.

Harry arriva nella cittadina situata ai piedi del vulcano mentre ci sono i festeggiamenti per la nomina a secondo miglior posto negli USA per tenore di vita.

A Dante’s Peak conosce la giovane Rachel Wando (linda Hamilton) proprietaria di un caffè nonché sindaco della cittadina e madre ”sola” di due figli, un maschio ed una femmina di circa 9 e 10 anni.

Mentre Harry controlla la zona si accorge della strana moria alberi ed animali … Il giorno dopo con orrore realizza che una coppia di due giovani turisti  ha trovato la morte in una delle sorgenti termali a causa dell’improvviso rialzo della temperatura.

Harry realizza a questo punto che ci sono seri rischi che il vulcano possa eruttare e cerca di far mettere il salvo la cittadinanza.

Ma gli interessi economici sono messi prima della sicurezza della popolazione.

Persino il datore di lavoro di Harry non dà l’autorizzazione all’evacuazione e cerca ulteriori prove scientifiche che accertino la prossima eruzione.

Una settimana passa … intanto i segni di un’eruzione sono sempre più evidenti … alla fine quando finalmente i cittadini sono finalmente pronti per lasciare il paese … è troppo tardi … ed il vulcano erutta in modo catastrofico!

I figli di Rachel, all’insaputa della madre, vanno in auto da soli a cercar di mettere in salvo la loro nonna che si rifiuta di lasciare la casa sulle pendici del monte … Raquel e Harry, dopo molte peripezie,  li raggiungono e tutti e cinque, cane compreso, cercano di mettersi in salvo a brodo del fuoristrada di Harry.

Le strade sono tutte interrotte dalla lava e i ponti sono crollati … l’auto è inservibile … utilizzano quindi una barca per raggiungere l’altra sponda … ma l’acidità dell’acqua, a causa della fuoriuscita di sostanze chimiche, è diventata talmente alta che corrode prima l’elica del motore e poi l’imbarcazione stessa … riescono per il miracolo a raggiungere la riva, ma la nonna non ce la fa.

Dopo drammatiche vicende si salveranno infilandosi dentro la galleria di una miniera abbandonata, dove verranno recuperati da soldati dell’esercito a tre giorni dall’eruzione.

Nonostante la drammatica situazione,  tutti e quattro si salvano e … Harry sposerà Rachel ed i bambini avranno finalmente un papà!

Come tutti i film americani … il buono vince sempre … e tutto finisce per il meglio!

Non male gli effetti speciali … film che non annoia di certo … e l’italiano è  buono.

Il prossimo film è ”matrimonio all’Italiana” di Vittorio de Sica, con Sophia Loren e Marcello Mastroianni …

Alla prossima

 

Elena

 

IL POLITICO VIVE DI CONSENSO …

Renzi … Renzino … Renzuccio … facci vedere che ”non è vero” e che non temi la perdita di ”consenso” …

Da sempre noi italiani addebitiamo le nostre difficoltà, la nostra diversità rispetto ai cittadini dei Paesi più avanzati che continuamente invidiamo e rincorriamo, a fattori esterni.  Questi ”fattori”, semplificati al massimo, si traducono o nella “perfida Albione” … oppure nel ”malefico” euro.

In realtà buona parte dei nostri problemi deriva da noi stessi. Noialtri, anziché investire in produttività, visto che spesso dobbiamo ”pagare il pizzo” ecco che ci difendiamo dalle tasse/costi come possiamo,  l’evasione fiscale viene considerata alla stregua di una ”difesa”, come anche ”difesa economica” è il disprezzo delle norme. Sia le norme ambientali che quelle della sicurezza sul posto di lavoro costano ”fior di quattrini”, quindi meglio competere economizzando al massimo sulle maestranze. Questo andrà sicuramente bene per chi fa magliette sintetiche o pentole … di sicuro NON ha funzionato per l’ILVA!

Se la piccola-media industria è campata per un sacco di tempo senza reinvestire gli utili in azienda, ma usandoli, quanto andava bene,  per cambiare lo Yackt ,  e quando andava male” per pagare il ”pizzo” …  è anche vero che  la ”politica”, quella che per antonomasia , vive di consenso, cioè di voti, deve fare i conti con i sentimenti ”italici” più diffusi.

Per questo con il ”Troll” (berlusconi) si è arrivati alla modifica del falso in bilancio e alla prescrizione breve che, in pratica, si traduce nella certezza di libertà per i ”colletti bianchi” disonesti.

Il mio mondo vive di sogni e sta morendo di realtà

Rispetto alle poche decine di detenuti per reati finanziari in Italia, la Germania ne conta invece parecchie centinaia. E non certamente perché in Germania ci siano più disonesti che da noi.

Va da se che anche chi ha come ”core business” la cocaina voti in questo paese!

Adesso facciamo uno più uno e ringraziamo i magistrati che, NON mettono affatto come qualcuno pensa, i ”bastoni tra le ruote”, ma  stanno solo cercando di farci uscire dal Medio Evo!

Non posso fare a meno di pensare, che una fantastica opportunità il nostro paese l’avesse avuta con Bersani e con l’arrivo in massa al Governo dei ”cittadini” del M5S !  Con questi signori il falso in bilancio sarebbe stato reintrodotto … ma sappiamo tutti come andarono le cose purtroppo! E oggi chiediamo tutti a gran voce (M5S in primis)  a Renzi di farlo con gente come Alfano e Berlusconi … ma quanto siamo ”pirla” da 1 a 10? Mah …

Alla prossima

 

Elena