Archivi del mese: luglio 2015

Coppie che arrivano tranquillamente alla fine del mese …

Per perdere un po’ di tempo, senza usar troppo le meningi affaticate dal caldo, facciamo un po’ di ”gossip” ! Vogliamo sapere chi sono le 10 coppie più ricche al mondo? Eccole qua, secondo la statistica di Wealth-X:

Bill e Melinda Gates: 85,7 miliardi di dollaribill-melinda-gates-049-k6DF--672x351@IlSole24Ore-WebQuest’anno celebreranno il loro ventunesimo anniversario di matrimonio. Correva infatti l’anno 1994 quando, in una cerimonia privata sulle isole Hawaii, Bill sposò in una cerimonia privata la sua ex impiegata texana Melinda, che aveva studiato all’Accademia delle Orsoline di Dallas. Nel 2000 la coppia dà vita alla più grande fondazione privata del mondo, la “Bill & Melinda Gates Foundation”, con una dotazione di fondi che a fine 2014 superava i 42 miliardi di dollari. La coppia più ricca del mondo ha tre figli: Jennifer Katharine (19 anni), Rory John (16 anni) e Phoebe Adele (13 anni). La ricchezza di Jennifer, la primogenita, è valutata in 20 milioni di dollari.

Amancio Ortega Gaona e Flora Pérez: 70,7 miliardi di dollariAmancio-Ortega-Gaona-e-Flora-Pérez-corbis-672Il 79enne sarto spagnolo di umili origini che nel 1975 fondò Zara conquista a sorpresa l’argento della classifica. Assieme alla seconda moglie, Flora Perez Marcote, anche lei sua ex impiegata, sposata nel 2001 dopo una lunghissima relazione. Ortega, che iniziò a lavorare a 14 anni come fattorino in una sartoria, nell’ultimo anno ha visto la sua ricchezza personale aumentare di oltre 10 miliardi di dollari, secondo l’altra classifica sulla ricchezza, quella di Bloomberg.

Warren Buffett e Astrid Menks: 65 miliardi di dollariWarren Buffett  Astrid Menks-olycom-01-00220616000025h-kEHD--672x351@IlSole24Ore-WebTerza piazza all’84enne oracolo di Omaha, probabilmente il più grande investitore “value” di tutti i tempi e anche un generoso filantropo. Nel 2006, due anni dopo la scomparsa della prima moglie Susan Thompson, Warren ha sposato Astrid Menks. Al momento delle nozze la figlia di lui, Susan Alice, oggi 62enne, espresse al New York Times tutta la sua soddisfazione per il nuovo matrimonio del padre. «Astrid lo ama e si prende cura di lui – spiegò Susie – e anche se Warren non avesse un centesimo sarebbe al suo fianco».

David e Julia Koch: 47,5 miliardi di dollariDavid e Julia Koch-olycom-01-00258282000079h-kpD--672x351@IlSole24Ore-WebAssieme al fratello maggiore Charles, il 75enne David Koch è uno degli uomini più ricchi del mondo grazie alle Koch Industries fondate dal padre Fred nel 1940. Il multiforme gruppo è attivo nel campo dell’energia e della raffinazione del petrolio, ma anche della chimica, minerario, della carta, del trading di materie prime, e dell’allevamento di bestiame. David ha sposato Julia nel 1996. L’aveva conosciuta a un appuntamento al buio.

Charles ed Elizabeth Koch: 47,4 miliardi di dollariCharles Koch

A una spanna di distanza c’è il fratello maggiore Charles, 80 anni, sposato con la moglie Liz dal 1972, dalla quale ha avuto tre figli. I due fratelli sono noti per essere ultra reazionari: acerrimi nemici prima di Clinton e poi di Obama, figurano tra i finanziatori del Tea Party e dell’ala più estrema del partito repubblicano.

Wang Jianlin e Lin Ning: 40,7 miliardi di dollariWang Jianlin -olycom-01-00124872000027h-kENG--672x351@IlSole24Ore-WebDopo i fratelli Koch c’è il 60enne Wang Jianlin, re del mattone cinese e secondo uomo più ricco del suo Paese. Da noi è conosciuto dall’inizio di quest’anno per aver acquistato Infront, il gruppo che detiene i diritti tv per il campionato italiano e per altri grandi eventi sportivi. Jianlin possiede anche il 20% dell’Atletico Madrid, oltre ad AMC Entertainment Holdings, il maggior gruppo mondiale di sale cinematografiche .

Jeff e Mackenzie Bezos: 39,8 miliardi di dollariJeff e Mackenzie BezosAP-982347233218-kE2C--672x351@IlSole24Ore-WebEd ecco una celebrità della new economy: Jeff Bezos, l’uomo che nel 1994 lasciò la poltrona di vicepresidente di un hedge fund a Wall Street per traslocare a Seattle e fondare, nel garage di casa, Amazon. Due anni prima, a New York, Jeff conobbe quella che sarebbe diventata sua moglie: la californiana Mackenzie Tuttle, di sei anni più giovane. Si sposarono nel 1993, un anno prima di cambiare vita. Hanno quattro figli, uno dei quali adottivo.

Bernard Arnault e Hélène Mercier: 38,7 miliardi di dollariHélène-Mercier-olycom-672Il 66enne fondatore del gruppo del lusso LVMH (che possiede tra gli altri i marchi Fendi, Givenchy, Louis Vuitton, TAG Heuer and Benefit Cosmetics) è al secondo matrimonio. L’attuale moglie, Hélène Mercier, è una pianista canadese di levatura internazionale che Bernard ha sposato nel 1991. Hélène, che è di 13 anni più giovane del marito, ha lavorato con musicisti del calibro di Rostropovitch e Accardo. La coppia ha tre figli maschi.

Mark Zuckerberg e Priscilla Chan: 38,5 miliardi di dollariZuckerberg-chan-AFP-kBxC--672x351@IlSole24Ore-WebAd un passo dagli Arnault troviamo la più giovane coppia della top ten: il 31enne Mark e la 30enne Priscilla Chan, che il fondatore di Facebook iniziò a frequentare nel 2003. Priscilla, allora studentessa di medicina, è figlia di una coppia di rifugiati cino-vietnamiti, che fuggirono negli Stati Uniti nel 1975, dopo la caduta di Saigon alla fine della guerra del Vietnam. Mark e Priscilla sono sposati il 19 maggio 2012 nel cortile di casa Zuckerberg.

James e Lynne Walton: 36,2 miliardi di dollari10-james-and-lynne-walton-ktzD--672x351@IlSole24Ore-WebChiudiamo con una coppia poco conosciuta, rivelando però subito che il 67enne James è l’ultimogenito di Sam Walton, il fondatore del colosso retail Wal-Mart, scomparso nel 1992. James è sposato da tempo con Lynne McNabb, che gli ha dato quattro figli.

Secondo me costoro, litigano e discutono esattamente come tutti gli altri! Diciamo che magari  l’argomento della discussione non sarà su: ”Oggi tocca a te lavare i piatti perché ieri l’ho fatto io”!  Oppure: ”spendi un sacco di soldi dal parrucchiere”!

Piuttosto le discussioni saranno:  ”Lo Yackt di quel colore me lo potevi proprio evitare” ! Oppure: ”la guardarobiera, che hai tanto insistito per assumere,  ha di nuovo dimenticato di farmi stirare l’abito da sera lilla che volevo mettere questa sera! E adesso come faccio”?

Di sicuro le dinamiche della coppia … sono sempre le stesse … quindi … consoliamoci!

 

Alla prossima

 

Elena

 

 

http://www.wealthx.com/about/introduction/

 

Sicilia, Crocetta, Borsellino e … le bacchette magiche!

La Sicilia ha un sacco di guai … e modificare realmente l’andazzo non è un’impresa facile. Abbiamo tutti presenti la frase del Principe di Salina nel Gattopardo: ”Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”!

In base a questa affermazione ogni volta in Sicilia si cerca l’uomo della provvidenza che, con una bacchetta magica, possa risolvere i problemi atavici di questa bellissima regione.

Lucia Borsellino, Il medico Tutino,  Crocetta

Lucia Borsellino, Il medico Tutino, Crocetta

Ma da quando Crocetta è presidente della regione non molto è stato fatto per ridurre ad esempio l’enorme numero di addetti alla Regione.  I dipendenti a tempo indeterminato della Regione sono 14.950! Sommandoli a quelli a tempo determinato sono  17.325 unità.  Poi ci sono anche i cosiddetti esternalizzati … con questi si arriva a circa 20 mila persone.

Tutti costoro pesano sulle casse della Regione e quindi dei contribuenti per quasi un miliardo di euro!   A questi vanno aggiunti i dipendenti pubblici-pensionati, un esercito vero e proprio che percepisce – secondo il sole24ore –   pensioni per 608 milioni.  Insomma tra dipendenti ed ex dipendenti in pensione la spesa annua supera il miliardo e mezzo. Un fardello non da poco su un’economia traballante.

Nessuna Regione italiana, anche più grande o a maggiore densità di popolazione ha così tanti dipendenti pubblici. È un record assoluto quello della Sicilia!

Tanto per dare un’idea i dipendenti di ruolo dell’isola sono il 23% di tutti i dipendenti pubblici di tutte le Regioni italiane. I dirigenti sono uno ogni otto dipendenti, il doppio della media delle Regioni italiane a statuto ordinario e contano per il 36% di tutti i dirigenti regionali sparsi nell’intera penisola. Situazione unica in Italia e che, ovviamente, non si attira le simpatie delle altre regioni, peggiorando in questo modo la percezione che si ha nel resto del paese nei confronti dell’isola. Un po’ come la Germania con la Grecia …

L’unica situazione simile, relativa al numero di dipendenti ,  è quella,  udite … udite … del Governo inglese dove ci sono 198 dirigenti, mentre la Sicilia ne ha (solo) 192! Quanto ai dipendenti il Cabinet Office, equivalente della nostra presidenza del Consiglio, ne ha 1.337: quarantotto meno dei 1.385 che la presidenza della Regione siciliana contava alla fine del 2011.

Come mai? Ma semplice, in Sicilia i dipendenti sono ”anche” bacino elettorale,  poi la gente dovrà pur lavorare no? Ecco quindi che si continuano ad assumere persone, e magari non tutte con concorso regolare,  d’altronde,  se non ci sono altre fonti di lavoro, uno stipendio in casa dovrà pur entrare o no? E cosa c’è di meglio per creare posti di lavoro se non duplicando, ingrandendo, affardellando, ingigantendo, appesantendo la struttura regionale? Dando così l’impressione al dipendente, tutto sommato ignaro, di vivere in un contesto normale, contesto che NON deve cambiare, pena la perdita del lavoro?  Le resistenze al cambiamento non sono quindi solo da parte di chi lucra o trae benefici personali su queste assunzioni, ma anche da parte dei poveri cristi che effettivamente ci lavorano. Una sorta di botte di ferro a 360° per far si che il cambiamento sia visto come il ”male assoluto”!

In questo sistema incancrenito si è sperato o creduto che Crocetta, con una bacchetta magica, potesse risolvere il tutto. Ma quanto siamo ingenui … proprio in Sicilia pretendiamo la bacchetta magica?

Morale visto che i risultati non arrivano allora che si fa? Si cerca di eliminare il presidente della regione che non ha risolto i guai per cui è stato eletto! Guai incancreniti dalla ”notte dei tempi”,   ma che si pretende, delegando all’uomo al comando, di risolvere  tutto in quattro e quattr’otto! Inoltre non lo si fa con un atteggiamento ”politicamente corretto” ma bensì inventandosi/strumentalizzando le intercettazioni sull’Espresso, con l’errata convinzione che il ”metodo Boffo” possa toglier le castagne dal fuoco.

Ma … non trovate che a furia di giocare virtualmente sui pc si stia perdendo il senso della realtà? Ma veramente si pensa che le cose in Sicilia possano cambiare dall’oggi al domani? Che siano sufficiente un uomo o una donna con buoni principi inseriti  in un contesto marcio, colluso, drogato e malato per risolvere tutti i problemi? Ammesso e non concesso che entrambi lottino in sintonia totale, e senza screzi,  per risolvere i problemi … questi due ”eroi” non son certo sufficienti a scardinare il sistema.

Sempre citando Tomasi di Lampedusa: ”Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalli, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”!

Ho l’impressione che ce ne sia ancora tanta di strada da fare per cambiare davvero le cose …

 

Alla prossima

 

 

Elena

 

 

fonte: http://www.corriere.it/economia/12_luglio_05/sicilia-piu-dipendenti-governo-inglese-rizzo_dfbf11cc-c660-11e1-8ab7-67e552429064.shtml

LA PAURA E GLI INVESTIMENTI IN BORSA …

In sei giorni di contrattazioni, il famoso ”indice della Paura” è sceso del 40%. Non era mai accaduto, dicono gli esperti. Ma potrebbe essere solo l’inizio in un mondo finanziario ”drogato” e sempre più ”isterico”!

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Che cos’è l’ ”indice della paura”? Dal 1992, il VIX  – come viene chiamato dagli addetti ai lavori – misura la volatilità dell’indice S&P 500 di Wall Street attraverso le opzioni (che sono strumenti derivati).  In parole semplici ‘sto indice avverte qual è la violenza dello spostamento dei prezzi che i mercati si attendono per il prossimo futuro. Più l’indice è alto, maggiore è la paura di un  improvviso sbalzo della Borsa. Dato che gli spostamenti più violenti e improvvisi sono quelli verso il basso che fanno perdere denaro  (come dicono gli operatori, in Borsa “si sale sulle scale e si scende in ascensore”) normalmente se il VIX  sale i mercati scendono! Ecco perché si chiama “indice della paura”. Ma … come è stato possibile che sia precipitato del 40% in meno di una settimana? Le spiegazioni pare siano due: Cina e Grecia!

Sui picchi del VIX infatti l’indice di Borsa di Shanghai era arrivato a perdere il 30% in un mese, mentre l’Europa era in fibrillazione per la situazione greca.

Le crisi sono state superate, anche se non proprio ”risolte”. Da una parte le drastiche misure di Pechino hanno fermato il crollo della Borsa cinese, dall’altra Tsipras ha accettato un piano europeo ancora peggio di quello rifiutato col referendum. Non possiamo certo dire che sia ora tutto ”rose e fiori”! Queste ”pezze” messe sui guai veri non risolvono affatto né i problemi della Cina né quelli della Grecia, ma è bastato questo per far si che  il ”nervosismo” dei mercati sia calato facendo appunto precipitare l’indice VIX !

Quindi tutto bene? Ma nemmeno per sogno, spiega Cristopher Cole di Artemis Capital Management. E c’è poco da stare allegri. Vediamo per quale motivo. Cristopher Cole di Artemis Capital Management, che da anni da Santa Monica, in California, assieme al suo team crea trading system proprio basati sulla volatilità. Algoritmi a parte, Cole studia anche i modelli di finanza comportamentale applicati all’indice VIX, legati al fatto che quando tra gli investitori dilaga il terrore di un crollo il risultato è che tutti vendono, in modo completamente irrazionale, accentuando così il ritmo della caduta dei listini. Dati alla mano, il fondatore di Artemis Capital Management spiega che negli ultimi tempi si stanno moltiplicando picchi e cadute dell’indice VIX come mai era accaduto.

Analizzando i dati degli ultimi 25 anni (dal 1990 al luglio 2015), Cole mostra come si siano moltiplicate le variazioni di volatilità anormali rispetto alla normale distribuzione statistica prezzo/tempo.  A parte quello di qualche giorno fa, i più recenti si sono verificati nel dicembre 2014, nell’ottobre 2014 e nel gennaio 2013 (con scivoloni del VIX dal 36% al 39%). Un caso? Assolutamente no non nel mondo dominato dalle banche centrali. Grandi rischi sono nascosti in quelle che potrebbero essere le conseguenze indesiderate del più grande esperimento monetario globale.  In questo scenario, come cercare di proteggere i propri investimenti?

Oggi la ”volatilità” si compra e si vende in Borsa come se fosse una ”materia prima fisica” tipo grano e petrolio, o una valuta come dollari e yen giapponesi. Ci si guadagnano o perdono soldi, proprio come quando si investe su Apple o su Nokia.  Oggi siamo arrivati ad investire sulla ”PAURA” !

La finanza rispecchia sempre di meno la realtà del mondo e diventa sempre di più una sorta di ”gioco virtuale” …  in cui tutti si agitano per far quattrini … senza preoccuparsi minimamente della realtà!

Ha un senso tutto ciò? Mah …

 

Alla prossima

 

 

Elena

 

 

fonte: Sole24ore

 

Alwaleed bin Talal il … ”San Francesco” saudita !

Il principe saudita Alwaleed bin Talal ha deciso, come San Francesco,  di donare il suo intero patrimonio in beneficenza! Nei prossimi anni il membro della famiglia reale saudita nonché nipote del re Abdullah, recentemente deceduto, donerà una fortuna stimata in 32 miliardi di dollari.

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Il 60enne, secondo Forbes 34esimo uomo più ricco del mondo, secondo il Bloomberg Billionaires Index il 20esimo, destinerà il suo patrimonio personale alla Alwaleed Philanthropies, l’organizzazione di beneficenza a cui ha già donato 3,5 miliardi di dollari. Il principe, che non ricopre nessun incarico governativo a Riad, ha precisato che la mossa non ha nulla a che fare con la sua Kingdom Holding Company, il veicolo di investimento di cui è presidente e che ha partecipazioni in gruppi come Twitter, Apple, News Corp e – tra gli altri – negli alberghi Four Seasons.

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il principe in versione ”occidentale”  

Sostiene che la filantropia sia una responsabilità personale e che sia parte integrante della fede islamica.   I fondi donati dal principe saudita verranno usati per:

  1. fornire aiuti vitali in casi di disastri,
  2. alimentare una cultura centrata sulla comprensione,
  3. dare più potere alle donne e ai giovani e creare un mondo più tollerante,
  4. portare l’energia elettrica in aree remote,
  5. la costruzione di scuole e orfanotrofi,
  6. l’emancipazione femminile.

Alwaleed ha confessato di essersi ispirato alla Gates Foundation, creata nel 1994 dal fondatore di Microsoft Bill Gates insieme alla moglie Melinda. Lo stesso Gates, che nel 2009 ha lanciato con Warren Buffett l’iniziativa ”The giving Pledge”  la ”campagna” per incoraggiare le persone più ricche del mondo a impegnarsi in operazioni filantropiche,  ha brindato alla decisione del principe saudita dicendo che il suo impegno promette di estendere significativamente il lavoro che la sua fondazione sta già facendo.

È dagli anni ’80 che il miliardario saudita si dedica alla beneficenza ed è un donatore rilevante nelle università che prevedono anche studi dedicati a Islam e Medio Oriente. Ha fornito infatti fondi alle università di Harvard e Georgetown in Usa e di Cambridge ed Edimburgo nel Regno Unito. La sezione islamica del musei del Louvre a Parigi in Francia è stata finanziata dai suoi   assegni.

Dato che gran parte della sua ricchezza deriva dal petrolio arabo ha deciso che la sua priorità è aiutare il popolo dell’Arabia Saudita … poi verranno estesi gli sforzi filantropici ad altre nazioni nel mondo.

Per determinare come la sua ricchezza verrà distribuita, anche dopo la sua morte, il principe Alwaleed guiderà un board of trustees dedicato. La scelta odierna non è dovuta ad alcun problema di salute ed è appoggiata dai suoi figli: il principe Khaled diventerà presidente della fondazione successivamente alla scomparsa del padre mentre la princissa Reem ne sarà vicepresidente.

Considerato il fatto che la politica si è dimostrata incapace di legiferare in modo da garantire una ridistribuzione del reddito decente, siamo arrivati a dipendere dai  ”miliardari” illuminati per avere un ”barlume” di giustizia sociale.

L’aiuto offerto dal principe sarà concentrato in Arabia Saudita e in Occidente arriverà ”ben poco” di questo ”ben di Dio” … direi comunque che è sempre meglio che finanziare l’ISIS.

Vogliamo fare ”santi” pure questi due signori? Cribbio … ma il principe è ”musulmano” … come fare ?

Alla prossima

 

Elena