Archivi del mese: dicembre 2015

Fabio è tornato a far parte del ”tutto” …

Ieri sera, 26 dicembre 2015,  mio figlio mi telefona e mi dice: ”Mamma devo darti una notizia terribile … siediti per favore”! Mentre già mi tremavano le gambe … mi sono seduta e mentre dicevo: ”No … cosa è successo? Per carità … dimmi che cosa è successo …” ,  mio figlio dice: ”Fabio è caduto in montagna … oggi pomeriggio  e … non c’è l’ha fatta”!

Noooooooooo … Mio Dio! Mentre assorbivo questo orrore gridando con un dolore che non potevo nemmeno lontanamente immaginare … pensavo a Fabio … alla sua passione per la montagna,  a quando il giorno prima, durante lo  scambio dei regali aveva aperto il rotolo del poster sul profilo delle montagne piemontesi che gli avevamo preso.  Fabio mi aveva chiesto, me lo avete fatto voi? Al che gli avevo risposto: ”Non l’ho fatto io … l’ho comprato”! e lui sorridente:  ”Elena questo l’avevo capito …  solo che nel caos dello scambio … non ero sicuro fosse il vostro di regalo”!

Il giorno di Natale quest’anno è stato più caotico del solito … anche a causa del ”via … vai …” che alcuni di noi sono stati costretti a fare a causa del carattere ”lunatico” di mio figlio.

Poco prima avevo chiesto a Fabio di mandare un messaggio a suo ”fratello”, abilissimo nello ”scomparire” nei momenti ”clou” … al che lui, serafico come sempre, mi aveva risposto: ”Elena, se gli mando un messaggio lo insulto”!  e io di rimando: ”E faresti solo benissimo”!

Insomma, alla fin dei fini, un Natale più o meno normale … ma nessuno, proprio nessuno poteva immaginarsi che il giorno dopo Fabio, il figlio della dolcissima Luisa, moglie del mio primo marito, non sarebbe più stato tra noi!

La montagna che tanto amava … lo ha ucciso …

Ecco qui alcuni stralci di articoli in proposito:

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Un alpinista di 30 anni, Fabio Salerno, residente nel torinese, è morto a seguito di un incidente in montagna, verificatosi nel primo pomeriggio di oggi, sabato 26 dicembre, nel comune di Bionaz.

L’uomo stava scalando, da “primo di cordata”, la cascata di ghiaccio “Maitresse des chamois”, nei pressi della diga di Place Moulin. All’improvviso, forse per la perdita di un appiglio, è caduto ed è precipitato per parecchi metri, procurandosi traumi gravissimi nell’urto con le rocce.

I compagni hanno dato immediatamente l’allarme. L’elisoccorso è accorso ed ha trasportato l’uomo al pronto soccorso dell’ospedale “Parini”, dove le sue condizioni sono apparse disperate da subito.

I tentativi dei medici di rianimare l’uomo sono stati vani. Salerno è morto poco dopo. Familiari e amici sono arrivati nelle ultime ore ad Aosta.

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26 Dicembre 2015, ore 19:07 – “Fabio era un ghiacciatore esperto” – testimonianza dei suoi compagni: 

“Lui stava salendo per primo in un punto molto semplice, il problema è che è volato via e ha sbattuto subito la schiena contro il roccione che aveva dietro. Noi siamo andati da lui, era già senza conoscenza, respirava a mala pena. L’abbiamo messo in una posizione accessibile all’elicottero di soccorso, poi siamo scesi giù in doppia perché lì il telefono non prendeva”. Lo ha raccontato all’agenzia ANSA uno dei due compagni di cordata di Fabio Salerno, il 30enne di Carignano (Torino), deceduto oggi pomeriggio dopo una rovinosa caduta su una cascata di ghiaccio nella Valpelline. “Tutti e tre siamo ghiacciatori esperti – ha aggiunto – e lo facciamo da 10 anni. Fabio di lavoro montava i palchi per i concerti, quindi era abituato a stare legato in sicurezza. E’ da anni che andiamo ad arrampicare in Valpelline. Oggi non c’era nessuno su quella cascata”.  

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La nostra è una famiglia ”allargata” … ed il Natale cerchiamo di passarlo sempre tutti assieme … perché in fondo … tenere un briciolo di contatti umani è quello che ci salva.  Questa è la foto del Natale del 2014 a Carignano … quest’anno invece siamo stati tutti al ”Convento” a Trino Vercellese da Sandra e Giorgio, l’unico modo per stare ”tutti” assieme, visto che per Sandra e Giorgio il giorno di Natale  non è certo una giornata di ”riposo”! 

10868004_10203523873193682_8376586149013399783_nuna delle nostre tavolate di Natale … 

l’idea che Fabio non sia più tra noi è inconcepibile … riesco a malapena ad immaginare il dolore di Luisa, sua madre, appena andata in pensione e la cui  preoccupazione più grande era legata alla salute della sua anziana mamma. Luisa,  come tutte le mamme del mondo, era lontana anni luce, dal pensare di perdere un figlio giovane ed in buona salute.

Mio Dio … ma perché il mondo è così complicato? Ingiusto? Folle?

Per quale balordo motivo Fabio è dovuto morire in questa maniera? Primo in cordata! Un onore ovviamente … esser primo significa essere il migliore, quello che ”apre” la strada per gli altri … ma ”primo in cordata” significa anche esser quello che, se qualche cosa va male, paga il prezzo più alto!

Ed in questo caso il prezzo è stata la ”vita”!

Caro … caro … carissimo Fabio ce lo ricorderemo tutti questo Natale … e ancora di più questo orribile Santo Stefano 2015!

Ancora una volta hai dato una lezione a tutti … L’hai data a tuo ”fratello”, ridimensionando problemi che un ”uomo” deve saper risolvere … senza ferire chi sta attorno … e senza aspettare la ”benedizione” di nessuno.

L’hai data anche a tua ”sorella” … che ieri sera piangeva disperata, essendo per la prima volta ”toccata” dalla morte così da vicino ed in maniera così ”innaturale”!

Abbiamo il dovere di vivere la nostra esistenza, lunga o breve che sia,  il più serenamente possibile … smussando angoli e cercando a tutti i costi i ”lati positivi”,  e ce ne sono tanti nelle nostre rispettive famiglie. Bisogna farlo … perché la vita è un ”terno al lotto” … e non si sa mai che cosa può succedere dietro l’angolo.

Ci mancherai da morire … Un abbraccio con il bene materno che nutro nei tuoi riguardi … e che la terra ti sia lieve caro ”figlio” …

Elena

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Io vado, madre. Se non torno, sarò fiore di questa montagna, frammento di terra per un mondo più grande di questo.

Io vado, madre. Se non torno, il corpo esploderà là dove si tortura e lo spirito flagellerà, come l’uragano, tutte le porte.

Io vado…madre… Se non torno, la mia anima sarà parola … per tutti i poeti.

Abdullah Goran (poeta Curdo)

immagine di:  Alessio Surpop Machianovsky

 

http://www.aostasera.it/articoli/2015/12/26/38683/cade-da-cascata-di-ghiaccio-a-bionaz-morto-scalatore-piemontese

http://www.torinocronaca.it/cronaca/35715_cade-dalla-cascata-di-ghiaccio-morto-alpinista-torinese.html?pag=1

http://www.lastampa.it/2015/12/26/edizioni/aosta/cade-da-cascata-di-ghiaccio-a-bionaz-grave-dqE1KooY7eWCOpySmL9nuK/pagina.html

 

Forum di Frejus: Do You Speak Djembè?

Ieri sera siamo andati ad ascoltare ”Do You Speak Djembe?” al Teatro Forum di Frejus.  Appena entrati la prima sorpresa è stata quella di vedere su ogni poltrona del teatro – per chi non lo sapesse i posti a sedere al Forum sono 1000 – un tamburo che aspettava solo che qualcuno iniziasse a tamburellarci sopra!

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Nel giro di pochissimi minuti il piacevole frastuono, in attesa dell’inizio dello spettacolo, contribuiva a ”farci entrare nella parte”. 

Ho scoperto che a tutti quanti, non solo alla sottoscritta, l’idea di tamburellare su uno strumento simile è proprio ”naturale”.  Il suono dello ”Djambè”, che fino a ieri sera credevo si trattasse di una lingua africana, come tutti gli strumenti a percussione si accorda benissimo al battito cardiaco, fonte su cui si basa la bellezza e semplicità  della musica africana.  Evidentemente, visto che l’umanità è nata in Africa, questo ritmo ancestrale continua a persistere nel nostro DNA e nessuno, ma proprio nessuno, trovandosi un tamburo e a portata di mano, può serenamente ignorarlo senza aver voglia di ”metterci le mani sopra”.

Altre al divertente coinvolgimento diretto del pubblico abbiamo gioito di uno spettacolo di altissimo livello. Buona organizzazione visiva e coreografia spontanea  … e poi … ascoltare e vedere i sorridenti fratelli Dembele che percuotevano lo Djambè,  appeso al loro collo tramite una cordicella e trattenuto tra le loro gambe era uno spettacolo per le orecchie e per gli occhi.

12295521_10205569598895546_2469140822709782838_nAdama Bilorou Dembele e Fatoma Dembele

Cantavano tutti i musicisti, che non si limitavano ai tre suonatori di djambè ma c’erano anche:  batteria, dundun (un tamburo diverso dallo Djambè)  tastiere, balafon (una sorta di xilofono africano), chitarra basso (suonato dall’italiano Davide Mantovani). Ma la stella solista del gruppo era Kristel Adams, bella come il ”sole” e dotata di una voce possente e melodiosa che poteva tranquillamente passare da soprano ad alto a tenore senza il minimo sforzo e nel contempo accennare passi di danza, come solo le persone di colore sanno fare.

Bravissimo Doug Manuel che dava istruzioni a ”noi pubblico” … facendoci addirittura suonare in tre modi diversi, a seconda dei nostri posti, con un risultato più che soddisfacente.

Essendo uno spettacolo per le ”famiglie” era pieno di bambini che si scatenavano tamburellando felici. Il comico è che i più piccoli, nonostante il frastuono assordante, dormivano pacificamente in braccio alle loro mamme. Ora non se se è merito delle mamme francesi o della musica … che non ricordava comunque una ”ninna nanna” … ma la cosa mi ha stupita parecchio.

Altra cosa interessante è che il gruppo è composto da: musulmani, cristiani ed ebrei che, grazie alla musica, vanno d’accordissimo e sono amici.

Naturalmente ho incontrati amici e conoscenti. Il bello di Frejus è che è grande abbastanza per vivere tranquilli, ma piccolo a sufficienza per aver dei contatti umani.

Insomma, mi è piaciuto un sacco e lo consiglio a tutti. Ovviamente per una sera che avrei potuto suonare il tamburo … sono stata penalizzata dal fatto che ho un’orrenda infezione alla mano,  causata del graffio di una gatta cieca randagia a cui do da mangiare,  ma si può ? Mah … 12346573_10205566979230056_7668175137176963414_n

Alla prossima

Elena

 

ecco un video che rende abbastanza bene …

http://doyouspeakdjembe.com/fr/