Archivi del mese: febbraio 2017

Esercitazioni aerei anti incendio …

Stamattina sono andata a ritirare un paio di pantaloni di mio marito in tintoria, ma era chiuso!
Il lunedì apre il pomeriggio, vigliacco se me lo ricordo!
A quel punto ho pensato di proseguire la passeggiata sino alla spiaggia della Galiote.
Una volta arrivata, il rombare di potenti motori mi ha fatto alzare gli occhi al cielo ed ecco tre bombardieri antincendio in esercitazione!
Cribbio che lavoro pericoloso fanno questi piloti.

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Li vedo anche troppo spesso d’estate questi aerei, riconoscibili dal colore gialloarancione, far la spola tra la baia di Frejus ed un qualche incendio da qualche parte.
Quando li vedo arrivare, ho la stessa sensazione di malessere che provo quando passano le autoambulanze.
Questi aerei si abbassano sull’acqua fino a sfiorarne la superficie,  in tal modo caricano i serbatoi e poi su di nuovo in cielo a raggiungere il fuoco e scaricare l’acqua a sull’incendio. Noi, sulla spiaggia, li si guarda con apprensione e si fa il tifo per loro.

Gli incendi sono sempre pericolosi, ma lo sono ancora di più se c’è vento, e purtroppo se c’è vento, anche il mare è più agitato.
I piloti quindi devono decidere, in frazioni di secondi, se è il caso o meno di abbassarsi e riempire i serbatoi, rischiando di non riuscire più ad alzarsi a causa del mare agitato.
Se il mare è troppo agitato ripiegano sui laghi dove l’acqua più tranquilla, ma i laghi hanno il grande difetto di esser più piccoli, quindi il decollo è ancora più difficile.

Non ho idea di quanto guadagnino questi piloti, ma sono sicura che guadagnino molto ma molto meno di certi amministratori delegati di banche, che tutto sommato, non rischiano proprio nulla.
Anzi, spesso questi AD, nonostante lavorino in banche con perdite incredibili, continuano a portarsi a casa stipendi da un milione di euro l’anno, e la cosa più pericolosa che fanno è quella di non inciamparsi mentre scendono dalle auto blu!

Alla prossima
Elena
.-.-.-.

L’aereo Bombardiere 415 è l’aereo usato in tutto il mondo contro la lotta agli incendi. La sua ala alta è espressamente studiata per permettergli di caricare acqua direttamente da laghi, mare e fiumi.
Gli sono sufficienti 12 secondi per caricare, volando a tutta velocità sulla superficie dell’acqua, più di 6.000 litri, il che gli permette di scaricare più volte l’acqua caricata sull’incendio senza dover tornare alla base.

Mò l’insalata la produrremo noi in casa …

E’ l’idea della startup tedesca di Hannover, neoFarms, che vuole introdurre l’idroponica nelle cucine domestiche e professionali, grazie a un apparecchio che cresce automaticamente le verdure preferite.

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Gli ideatori sono Maximilian Richter e Henrik Jobczyk, studenti rispettivamente di design industriale e biotecnologia. Iue ragazzi prendendo la verdura dal frigo, si sono domandati:  “Perché non combinare l’ idroponica, rendendola più efficiente, l’ agricoltura verticale e gli orti urbani in un’unica soluzione completamente automatica?” Ed ecco una  serra completamente automatica per la cucina.
Sfruttando la tecnologia dell’aeroponica, uno speciale metodo di coltivazione di piante senza terreno e senza uso di acqua (viene estratta l’umidità dall’aria), utilizzato dalla Nasa, hanno costruito un apparecchio, a forma di frigorifero, completamente automatizzato, per ottenere una mini coltura verticale. Il vantaggio sta nelle dimensioni, nella modularità e nel risparmio idrico: l’apparecchio non necessita di serbatoi di acqua, ma solo di vapore acqueo nel quale vengono disciolti i nutrienti che servono alle piante per crescere; non è pesante e quindi può essere spostato con facilità; e può essere ampliato a piacimento – da 80 cm a 2 m -, poiché la struttura è composta da tanti vassoi quante sono le piante che vi si vuole impiantare.
E’ così possibile crescere colture diverse contemporaneamente. “Grazie ai vassoi removibili – spiegano – il consumatore può prendere il prodotto che gli interessa, aromi o verdure, e riporre poi il vassoio. Come si fa quando si prendono i cibi dal frigo, solo che qui le verdure sono più che fresche, sono vive”. Secondo i loro calcoli, una struttura media riesce a produrre in un anno circa 30-40 kg di insalata, il fabbisogno di una famiglia. “Inoltre – proseguono –, le piante crescono in modo ottimale, senza subire gli stress del clima. Ma soprattutto non perdono nutrienti durante le fasi di trasporto e stoccaggio come avviene oggi”. Semplicità di utilizzo, pareti trasparenti e design accattivante fanno il resto.
La startup è nata nel 2016 ed è stata presentata a gennaio all’acceleratore StartupBootCamp FoodTech di Roma, dove da novembre sono entrati a far parte del programma di accelerazione. Prossimo step sarà partecipare al Demo Day di Startupbootcamp FoodTech il 10 marzo.
Al momento l’apparecchiatura di neoFarms è solo un prototipo, anche se i due studenti hanno già formato un team aziendale e preso contatti con i maggiori produttori di cucine professionali italiani ed europei, con l’obiettivo di aggredire questi due mercati entro un anno. “Per quest’anno – spiegano – vogliamo implementare maggiormente la nostra tecnologia in modo che possa essere pronta per il mercato. Il nostro obiettivo è arrivare in primis alle cucine dei grandi chef, che potranno avere ingredienti freschissimi e di qualità ogni giorno. Saranno anche i nostri testimonial per raggiungere in seguito le case dei consumatori. Il nostro sogno è che questa tecnologia diventi diffusa e comune come oggi sono i frigoriferi. Cibo più locale di questo non si può”. Il lancio sul mercato è previsto per il 2018.
(sole24ore)
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Bene! Questo significa che ognuno potrà crescere in casa propria il fabbisogno personale di insalate ed ”erbe” varie. Quindi addio coltivatori di insalata. Addio anche il concetto di ”km zero” in quanto più ”zero” di così cosa possiamo pretendere?
Quindi ora resta da vedere quanta gente servirà per produrre frigoriferi simili … quanti per pubblicizzarlo … quanti per commercializzarlo … quanti per consegnarlo. Se, e dico se, saranno in numero maggiore di chi coltiva in maniera tradizionale avremo posti di lavoro in più, anche se resta da vedere ”dove” saranno ‘sti posti di lavoro.
Secondo me avrà un gran successo … se non altro perché coltivare insalata in terra è veramente faticoso! Togliere erbacce, difendere le piantine dalle lumache … e poi siamo onesti, la terra ha il difetto di essere ”bassa” e noialtri abbiamo avuto la cattiva idea di evolverci diventando bipedi eretti!
Unico neo in tutto ciò è che … e se mancasse l’energia elettrica?

Alla prossima

Elena

GIORDANO BRUNO – chi era costui?

Giordano Bruno … come mai lo ricordiamo ancora oggi?

Giordano Bruno

Il 17 febbraio del 1600, dopo lunghi anni di carcere, di tortura,   a piedi scalzi e con la lingua stretta in una museruola affinché non potesse parlare, un uomo veniva condotto dal carcere del Sant’Uffizio a Piazza Campo dei Fiori per essere bruciato vivo. Quell’uomo si chiamava Giordano Bruno. Ma … come mai la Chiesa cattolica aveva voluto per quest’uomo una morte così atroce?

Vediamo un po’ di capirci qualche cosa.

Il Santo tribunale dell’Inquisizione Romana, presieduto personalmente dal papa, lo aveva condannato al rogo in quanto “eretico, impenitente, pertinace”. Non solo lui doveva esser bruciato sul rogo, ma soprattutto quello che aveva scritto. I suoi libri dovevano essere distrutti! All’epoca erano ”quattro gatti” quelli che sapevano leggere, quindi come mai accanirsi così tanto con quanto scriveva? Che genere di ”malvagi” pensieri aveva ‘sto Giordano Bruno?

Aveva forse, come Galileo Galilei, sostenuto ”assurde teorie” di corpi celesti che ruotavano attorno al sole? Che poi manco erano di Galileo ‘sti pensiero ma di Copernico!
Comunque il povero Galileo, visto che gli scienziati gesuiti e domenicani, insistevano nel fatto che era il sole che ruotava attorno alla Terra e non viceversa, alla fin dei fini, per non esser bruciato vivo, aveva ”abiurato”.  Cioè per farla breve, aveva detto di essersi ”sbagliato”, di esser un ”pirla” e,  soprattutto, di essersi ”pentito” di aver pensato con la ”propria testa” e quindi, invece di bruciare vivo, fu messo in galera.

Questi erano gli anni in cui la Chiesa, attraverso la ”macchina dell’Inquisizione”, una sistema che si alimentava della denuncia e del sospetto, del terrore del rogo e di torture, spesso molto più crudeli della morte, sferrava pesanti attacchi repressivi contro tutti quelli che si permettevano di pensare con la ”propria testa” e pretendessero di scegliere visioni del mondo e comportamenti di vita non omogenei e funzionali alle opinioni della potentissima Chiesa.

Giordano Bruno, ‘sto incosciente, si permetteva in un clima simile, di scrivere cose come: ”Il servilismo è corruzione contraria alla libertà e dignità umana”! Facile capire che non fosse proprio ”ben visto”!

Uno come lui era una minaccia per il potere. Istigare le persone a ragionare con la propria testa e non assorbire quanto dall’alto veniva loro propinato, era impensabile.

Il popolo gregge andava benissimo al ”potere della Chiesa del tempo” perché era ”facile” da gestire. Un popolo incapace di pensare con la propria testa”, un popolo incapace di ”esigere diritti” ha sempre bisogno di padrini … di padri protettori … di ”amici degli amici” … di uomini forti che lo proteggano e che intercedano per lui!

Giordano Bruno denunciava che La Chiesa, utilizzando la lanterna della fede, tendeva a trasformare gli uomini in asini obbedienti che si facevano guidare senza porsi domande”.

Questo scomodo domenicano ridicolizzava i pedanti pseudo-pensatori, asserviti al potere e scriveva di loro: ”meno sanno, più sono impregnati di false informazioni, provenienti tutte dalle stesse fonti, e più pontificano e pensano di sapere”.

Giordano Bruno era veramente ”mal visto”, oltre a contestare il ”potere”, paragonava la ”promessa della vita eterna in paradiso”, promessa che valeva ovviamente solo per chi ubbidiva ciecamente alle regole imposte dalla Chiesa, come una sorta di ”narcotico” per tenere a bada la massa.

Aveva già capito allora che la Religione, se strumentalizzata,  era l’oppio dei popoli.  Così scriveva:  ”guidano all’al di là e sanciscono il mio e il tuo nell’al di qua”!

Insomma Giordano Bruno invitava la gente a liberarsi da questa fede asinina attraverso una radicale rinnovazione del pensiero.

E’ chiaro che costui, con il ”potere dell’epoca” non andasse proprio d’accordo. Si permetteva di metter in dubbio il ”sistema” e cercava disperatamente una via di uscita affinché fosse l’uomo al ”centro” e non il ”potere” per pochi.

Bè … dopo tanti anni … si direbbe che le cose non siano poi cambiate tantissimo no?

Alla prossima

Elena

La statua nella Piazza di Campo De Fiori

Curiosità:

La statua venne eretta già nel 1849 ma venne successivamente fatta distruggere da Papa Pio IX !
In seguito due comitati universitari internazionali, sorti rispettivamente nel 1876 e nel 1884 con l’adesione di uomini di cultura di tutta Europa, raccolsero la somma necessaria per la realizzazione del monumento.
Nel 1877 il Comune di Roma non fece grandi obiezioni sulla scelta di Campo de’ Fiori, concedendo anche un modesto contributo; nel 1887, tuttavia, quando in Campidoglio la maggioranza era clericale, la collocazione del monumento assunse il significato di una battaglia politica per i rappresentanti degli ideali liberali e anticlericali ed il partito liberale se ne servì anche per mobilitare l’elettorato in vista delle elezioni comunali del 1888.
L’ideazione del monumento venne affidata allo scultore Ettore Ferrari (1845-1929) che presentò nel 1879 una prima versione della statua, raffigurante Giordano Bruno in atteggiamento di sfida davanti al tribunale dell’Inquisizione. Il bozzetto non venne accettato e pertanto nel 1887 fu presentata la proposta poi realizzata con Giordano Bruno raffigurato in atteggiamento di filosofo, raccolto in se stesso, con le mani incrociate sul suo libro chiuso e con lo sguardo dritto davanti a sé. Sul basamento in granito sono otto medaglioni in bronzo con i ritratti di liberi pensatori e tre riquadri con gli episodi più importanti della vita di Bruno. La statua, realizzata in bronzo, fu fusa presso la fonderia Crescenzi di Roma.
Finalmente l’8 giugno del 1889, ignorando l’opposizione di Papa Leone XIII , cha aveva addirittura minacciato di lasciare Roma se la statua fosse stata eretta, la statua trovò il suo posto in Campo de Fiori. L’unica piazza di Roma senza chiese.
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Autore: Ettore Ferrari (1845-1929)
Datazione: 1889
Materiali: bronzo, piedistallo di granito
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Fonti:

In primis: Internet
De immenso et innumerabilibus.
Cabala del Cavallo Pegaseo

Blocco immigrazione: Obama e Trump uguali?

Ma … siamo proprio ”sicuri”?

Mò, in rete, è ”ricicciata” alla grande l’ipocrisia della sinistra islamista e immigrazionista …
Per ridimensionare l’escalation mediatica negativa, che la decisione di Trump, di bloccare per quattro mesi l’ingresso a sette Paesi islamici, cercano di convincerci che Obama avesse fatto molto di peggio!
Aveva infatti proibito l’ingresso agli immigrati islamici iracheni per sei mesi.
I ”fautori” di Trump sostengono che nessuno allora era ”sceso in piazza” per protestare che e non c’era stata nessuna campagna mediatica di Tv e giornali, contro la decisione. Quindi fanno le ”vittime” e sostengono che è ingiusto colpevolizzare Trump, se solo per 4 mesi, fa la stessa cosa!

Sembra di essere all’asilo infantile! Donald Trump infatti, per giustificare il blocco dei cittadini provenienti da sette Paesi islamici ha affermato: “La mia politica è simile a quella di Barack Obama del 2011, quando proibì per sei mesi l’ingresso di cittadini iracheni in America”!

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Stessa cosa che sostiene a proposito del ”muro con il Messico” !  Dimenticandosi vigliaccamente però di dire che la fortificazione fatta costruire da Bill Clinton e che divide Stati Uniti e Messico tra San Diego e Tijuana è lunga 325 miglia, (523 chilometri); mentre quella che vuole costruire Trump è di 1.909 miglia (3.201 chilometri) ovvero la lunghezza ”totale” del confine con il Messico! Con un costo di circa 14 miliardi di dollari in più a carico del Messico!

Ma torniamo al blocco dell’immigrazione e analizziamo un pochino cosa aveva fatto Obama e per quale motivo!

Nel 2009 due iracheni vengono arrestati a Bowling Green, in Kentucky, perché accusati di essere dei terroristi. Le forze dell’ordine cominciano ad indagare sul loro passato. Iniziano ad analizzare tutte le impronte digitali presenti sugli Ied (sorta di potentissime bombe) raccolti in Medio Oriente e scoprono che l’America ha aperto le porte a due terroristi che hanno attentato alla vita dei soldati Usa in Iraq.
Si scopre così che sarebbero dozzine gli ex insurgent (combattenti iracheni contro soldati americani) presenti negli Stati Uniti. Si apre quindi il caso politico.
Il Congresso e l’amministrazione Obama impongono maggiori controlli sui 58mila iracheni presenti sul suolo americano e ordinano, nel contempo, di chiudere per sei mesi le frontiere a coloro che hanno nazionalità irachena.
Una decisione questa che creò parecchio scalpore anche perché tra i richiedenti asilo c’erano degli interpreti e delle spie che avevano aiutato gli americani durante la guerra contro Saddam Hussein.
Ma possiamo veramente asserire che la situazione di Obama e quella di Trump sono le stesse?
Prima di tutto vediamo come mai ‘sto vecchio caso ”Kentuky” è venuto di nuovo a ”galla” ed è stato servito su un piatto d’argento al popolo ”boccalone”!
Guarda caso si scopre che il primo a tirar fuori questa storia è stato Breitbart il sito dello ”Spin doctor” di Trump, Steve Bannon! Ma guarda un po’ che strano …

Dunque per sintetizzare,  Obama ed il Congresso si sono trovati in casa dei terroristi, quindi una minaccia già presente sul territorio, di conseguenza, la soluzione di bloccare gli ingressi iracheni aveva un senso! Punto!
La decisione di Trump invece non ha nessun senso, se non quello ”populistico” di far vedere il ”braccio forte” contro le popolazioni musulmane!
Non dimentichiamo inoltre che Trump ha posto il veto di ingresso a Somalia, Libia, Iran, Iraq, Yemen, Sudan e Siria lasciando liberi di movimento i cittadini dell’Arabia Saudita! Combinazione proprio quelli dell’attentato alle Torri Gemelle!
Tra l’altro, per accentuare il ”populismo becero” di Trump, a cui sono in troppi a abboccare, guardiamo chi ha commesso gli attentati che nell’ultimo anno hanno flagellato l’America … combinazione tutti gli attentatori avevano cittadinanza americana. Per esempio il caso di Rizwan Farook e Tashfeen Malik, gli attentatori di San Bernardino. E lo stesso vale per Omar Mateen, il jihadista di Orlando che ha ucciso 49 persone! Questi signori erano ”americani” a tutti gli effetti!
Sapete che cosa mi viene da pensare? Visto che non c’è spazio a questo mondo per tutti … bisogna trovare un altro ”capro espiatorio” da ”eliminare”.
D’altronde … i coloni americani avevano realizzato che era impossibile convivere con la ”mentalità”, secondo loro, retrograda dei pellirossa no? Sappiamo che fine hanno fatto questi ultimi.

I ”musulmani” non solo ci fanno ”paura” ma ci infastidiscono molto … tutti sappiamo che non c’è spazio abbastanza a ‘sto mondo, quindi la domanda è: ”CHI farà la fine dei pellerossa americani”?

Alla prossima

Elena