Archivi del mese: giugno 2017

Terrorismo nero in Italia … terrorismo islamico nel mondo …

Stamattina,  leggendo la recente condanna della Cassazione sulla Strage di Piazza della Loggia, avvenuta a Brescia il 28 maggio del 1974, facevo tra me e me delle considerazioni, ma … andiamo per ordine.
La Cassazione ha confermato l’ergastolo per Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte.

Secondo me questi nomi ai giovani non dicono assolutamente nulla, come non dice un gran che ”la Strage di Brescia”. I giornali danno per scontato che tutti sappiano tutto. Credo invece sia difficile per una persona, nata negli anni ’90, essere al corrente delle stragi di matrice fascista. Bene che vada le confondono con quelle delle ‘’Brigate Rosse’’, che nulla avevano a che vedere con situazioni simili.

Proviamo quindi a dare qualche informazione minima.

Cosa è successo in Piazza della Loggia?

Alle 10 e 02 del 28 maggio 1974 in piazza della Loggia, a Brescia, esplose una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti durante una manifestazione antifascista indetta dai sindacati. Morirono otto persone e ci furono un centinaio di feriti.

Piazza della Loggia Brescia 28 maggio 1974 8 morti e 103 feriti

Dunque nel, ’74 avvenne l’attentato e la Cassazione, nel 2017,  conferma l’ergastolo per due personaggi coinvolti! Non male come ”tempistiche” giudiziarie no? Che vuoi che siano 42 anni! Ma non mettiamo alla berlina giudici e magistrati che si limitano ad applicare la legge. Se ci sono dei ”depistaggi” ogni volta si ricomincia tutto da capo … ma questa è un’altra storia.

Andiamo avanti con i personaggi coinvolti:

Chi è Carlo Maria Maggi?
Era uno dei leader di Ordine Nuovo un’associazione extraparlamentare politica di estrema destra, nata nel dicembre 1969 dopo il rientro di Pino Rauti all’interno del MSI e diventata in seguito un gruppo terrorista.

Chi è Maurizio Tramonte?
Era un militante del Movimento sociale (MSI) che partecipava alle riunioni di Ordine nuovo. Tramonte era anche un agente del SID (l’allora Servizio informazioni difesa, che è stato il servizio segreto italiano dal 1966 e che aveva sostituito le funzioni del Servizio informazioni Forze Armate. Il SID Fu sciolto nel 1977 e al suo posto vennero create due strutture: una civile e una militare, SISDE e SISMI, che ”vigliacco” se vanno d’accordo!
Il Tramonte infiltrato in Ordine Nuovo, con nome in codice “Tritone” , passava regolarmente informazioni al SID.  In particolare, secondo testimonianze emerse nei processi, risulta fosse presente durante l’incontro in cui si decise “un grosso attentato”. Si contarono, tra gli atti dei processi, venticinque “informative” sul gruppo veneto di Ordine nuovo al suo “contatto SID”, e quindi scrisse anche dell’incontro a Abano Terme e del “grosso attentato previsto a Brescia.
Quindi il SID = Stato sapeva ma … nessuno fece nulla.

Che dire? Quel che possiamo dire è che le bombe contro ”cittadini inermi”, le bombe indiscriminate nella piazza, nel nostro paese non furono MAI di matrice ‘’rossa’’.
Le bombe per creare terrore e paura, le bombe per invocare ordine e militari, quelle, le piazzavano i ‘’NERI’’.
Questa era la strategia della tensione … Una strategia internazionale che usava mafiosi … personaggi di destra … tutto quello che poteva creare ‘’destabilizzazione’’.
La mafia c’è sempre e … pure lo Stato c’è sempre … e l’eversione nera era piena di infiltrati e di informatori.
Avere condannato definitivamente Tramonte per la strage di Brescia del 1974, quindi dopo 43 anni, significa almeno riconoscere che ci sia stata una “qualche” responsabilità tra gli apparati statali.

Mi verrebbe da pensare che ‘’qualche cosa di ‘’buono’’ finalmente si muova … oppure semplicemente che la strategia della tensione non sia più ‘’nazionale’’ ma ‘’globale’’.

14 luglio 2016 – lungomare di Nizza un autocarro si scaglia ad alta velocità sulla gente che passeggia causando ottantaquattro morti e duecento feriti.

Oggi non abbiamo più gli attentati di Ordine Nuovo … oggi però abbiamo gli attentati del terrorismo islamico …che come reazione di ‘’pancia’’, invocano ordine, controllo e militari … cosa è cambiato per noi cittadini inermi?

Mah …
Alla prossima

Elena

Il migratore per eccellenza … l’uomo!

L’uomo è un migratore per eccellenza … lo è dai tempi in cui era solo un ‘’cacciatore-raccoglitore’’ nomade, da quando cioè si spostava per seguire gli animali che cacciava.
L’essere umano è diventato ‘’stanziale’’ solo da quando ha scoperto l’agricoltura. Ovvio che per seminare e raccogliere era necessario rimanere sul ‘’posto’’.
Quando però il ‘’posto’’ iniziava ad avere dei problemi, ad esempio ‘’mancanza di acqua’’ o nemici che volevano prendergli quanto produceva le cose cambiarono e quindi ‘’l’uomo, o faceva la ‘’guerra’’ con chi voleva rubargli quanto possedeva, oppure emigrava altrove.
Oggi le cose sono cambiate a causa della complessità della società odierna, ma i motivi che spingono questi disperati ad affrontare viaggi allucinanti … a pagare cifre incredibili ai ‘’mercanti di uomini’’ … a subire di tutto di più per rincorrere un ‘’sogno’’ sono sempre gli stessi. Sono motivi economico-sociali, religiosi, ambientali.
Noi ci sentiamo ‘’minacciati’’ da disperati che non hanno nulla e che partono dai loro paesi in cerca di fortuna, noi non vogliamo che i nostri bei ‘’giardinetti’’ curati siano rovinati da gentaglia che ha altri usi e costumi. La nostra reazione è: ‘’Che restino a casa loro’’!

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Noi abbiamo popolato mezzo mondo con le nostre migrazioni …

Ma noialtri … se fossimo nelle loro condizioni? Cosa faremmo?

Alla prossima

Elena

14 giugno 1940 …

Cosa succedeva nel mondo il 14 giugno del 1940?

Purtroppo veniva inaugurato il campo di concentramento di Auschwitz.
Apriva per la prima volta il suo cancello a 740 polacchi, prime vittime del terrore nazionalsocialista.

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il lavoro rende liberi … che orrore!

In seguito ne arrivarono tantissimi altri, tutti quelli invisi o inutili al ‘’regime nazista’’ che erano nell’ordine: ebrei, zingari, omosessuali, handicappati, bambini, e poi nemici della patria, quelli che cioè combattevano contro la Germania ed i suoi alleati, noi compresi.

Queste persone arrivavano al campo stipate peggio degli animali in vagoni merci senza cibo né acqua e come ‘’animali’’ venivano ‘’usati’’.

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esseri umani privati prima, della loro dignità, e poi della vita!

Venivano sfruttati fino all’osso e poi eliminati quando erano solo più dei ‘’limoni spremuti’’. Nel 1942 il periodo di ‘’massima capacità’’ il campo ‘’ospitava’’ ventimila detenuti.
Non dimentichiamo … e … vigiliamo perché la ”follia” del Mondo è sempre ”dietro l’angolo” !

Alla prossima

 

Elena

Vogliono un’altra guerra in Medio Oriente?

Che casino che c’è in Medio Oriente … non si capisce una cippa!
Gli americani sono ‘’pappa e ciccia’’ con l’Arabia Saudita – gente che di democratico non ha proprio niente, in compenso il Donald vede l’Iran, che a confronto degli Arabi è democratico visto che fa elezioni, come il fumo negli occhi.
Mò per colpire l’Iran mettono al bando il Qatar. Iran e Qatar dividono persino i giacimenti di gas nel Golfo Persico … come fanno ad ignorarsi a vicenda?
Eppure all’asse sunnita ‘sta faccenda dà un fastidio enorme. (Sempre perché sono tanto democratici)
Per punire il Qatar di questa sua ‘’amicizia’’ con l’Iran: Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrein ed Egitto hanno rotto con Doha, che è completamente isolata ma pare non voler cedere affermando di avere alimenti per un anno, deludendo a brevissimo termine la maggiore arma di pressione dei suoi avversari, che è quella, pacifica,  di vederli morire tutti di fame.

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Posti ”caldi” sotto molti punti di vista … 🙁

Inoltre Doha non cederà tanto facilmente, visto che ha incassato il sostegno dell’Iran come anche anche quello della Turchia, alla quale il Qatar è legato a doppio fil. Tra l’altro il parlamento di Ankara ha accelerato le discussioni per la creazione di una base militare turca in Qatar!
Particolare questo che fa intravedere quanto sia grave la situazione … visto che in Qatar c’è anche la più grande base militare USA che è servita come testa di ponte per gli attacchi aerei in Iraq e Siria, e dispone ovviamente di armamenti da far paura e di circa 11.000 soldati perfettamente addestrati. Brrrr …

L’Agenzia di stampa iraniana Fars ha riportato le notizie sul duplice attentato senza soffermarsi in accuse contro Ryad. Ha però pubblicato un intervento del principe ereditario saudita Mohamed bin Salman, che è anche ”democraticamente per nascita”  ministro della Difesa, abbastanza inquietante: ‘’Non aspetteremo che la battaglia divampi in Arabia Saudita. Piuttosto faremo in modo che la battaglia abbia luogo in Iran’’.
Visto le armi che Trump gli ha appena dato … non è che ci sia da star poi tanto allegri.
Anche perché se hanno intenzione di ‘’battagliare’’ in Iran … cosa faranno Russi e Cinesi?
Quel che ”salta agli occhi” è che comunque Trump è uno che ‘’come si muove’’ fa danni!

Alla prossima

Elena

Colonialismo italiano e … terrorismo.

Vivo in Francia e spesso mi capita di sentire frasi come: ‘’voi italiani non avete il problema del terrorismo! Voi non avete ‘’terroristi’’ radicalizzati sul vostro territorio’’!

La prima risposta che mi viene in mente è che noi, in compenso abbiamo: Mafia, ’Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita! Quindi … non è che ci sia poi da star così ‘’allegri’’!

Detto questo, probabilmente la seconda ragione è che noi NON abbiamo avuto ‘’colonie’’ la cui durata nel tempo, le cui dimensioni e coinvolgimenti furono tali da giustificare quella grande emigrazione di ‘’colonizzati’’ verso il paese ‘’colonizzatore’’ in cerca di fortuna.  Cosa invece accaduta ad esempio a Francia e Inghilterra.

La colonizzazione italiana in Africa, va ricercata sia nel desiderio di non essere ‘’tagliati fuori’’ dalla spartizione africana operata dalle grandi potenze europee, sia dalle pressioni dell’industria armatoriale, cantieristica, siderurgica che non trovavano in Italia sufficienti occasioni di profitto e che non disdegnavano velleità imperialistiche. Dato che costoro contavano molto … bisognava farli contenti!

Le altre potenze avevano già iniziato da anni a formare i loro imperi coloniali, e negli ultimi tempi queste mire si stavano estendendo a dismisura.
Inghilterra, Francia, Olanda e Germania avevano iniziato a spartirsi il mondo.
Chi per procurarsi materie prime, chi per estendere i suoi commerci, chi per esportare il surplus di quanto prodotto,  chi per accaparrarsi le grandi miniere di oro o di diamanti.
E noi? Ecco che anche noi, in ritardo come sempre rispetto agli altri,  ci siamo lanciati nell’avventura colonialistica senza, come al solito, aver i mezzi logistici … il potenziale economico … insomma ‘’all’italiana’’ con tutti i guai che ci portiamo dietro da sempre.

Lo stabilirsi del protettorato francese in Tunisia aveva cancellato le nostre speranze per una pacifica ”entrata”  italiana nel Nord Africa. Quindi iniziammo a guardare con occhio interessato le sole zone dell’Africa rimaste ancora fuori della sfera d’influenza delle maggiori potenze.

Visto che non era possibile conquistare una delle ricche e vicine terre dell’Africa mediterranea, dato che francesi ed inglesi erano arrivati prima. Visto che la Libia era solo ‘’deserto’’ e quindi non serviva ad una ‘’cippa’’ – all’epoca non sapevamo che in Libia ci fosse il petrolio – ecco che quindi l’Italia nel 1882 inizia la sua ”colonizzazione” in Eritrea, una lontana regione sulle coste del Mar Rosso.

Fin dal 1869 la compagnia di navigazione genovese Rubattino aveva ‘’acquistato’’ – all’epoca in Africa bastava fare ‘’accordi’’ con i sultani/rais/capoccia locali e si poteva ottenere quasi tutto dietro pagamento – la Baia di Assab sulla costa occidentale del Mar Rosso, per crearvi un deposito di carbone e fornire uno scalo sicuro per i rifornimenti di carbone per le sue navi.
Nel 1882 il governo italiano, impossibilitato a fare una vera e propria spedizione coloniale offensiva, ‘’comprò’’la Baia di Assab dalla Compagnia Rubattino. Venne messa così in piedi una base che diventò ben presto, con l’invio di alcune migliaia di soldati, un presidio militare e di conseguenza un ”testa di ponte” per spingersi nell’interno.
Nel 1884 occupò la città di Massaua, anch’essa sul Mar Rosso, con lo scopo di farne un porto commerciale delle regioni retrostanti. Di qui poi l’Italia avanzò verso l’interno, per occupare la parte settentrionale dell’Altipiano Etiopico. L’avanzata e gli eventuali insediamenti furono però ostacolati dal Negus Giovanni II, sovrano dell’Etiopia che era militarmente meglio organizzato delle piccole tribù africane prive di capacità militare, a cui i colonizzatori erano abituati.

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Parlare di ”Impero” mi sembra un pò ”tirato per i capelli, ma Mussolini … se la ”tirava un pò” … 🙂

Nel 1887  Francesco Crispi (*)  diede una stretta alla politica interna e affiancò una ripresa della politica coloniale sperando di fare dell’Italia una grande potenza. Nel 1889 venne occupata la città di Asmara che costituirà il primo nucleo della colonia Eritrea. Crispi Favorì poi l’ascesa di Menelik al trono imperiale d’Etiopia in cambio della concessione del protettorato, ossia della sottomissione coloniale del suo paese all’Italia. Quando Menelik non rispettò gli accordi l’Italia gli mosse guerra ma andò incontro ad una sconfitta ad Adua. Siamo nel 1896 e Crispi fu costretto a dare le dimissioni. (Visto che roba? All’epoca, se  le cose andavano male,  i ”responsabili” davano le dimissioni!)

Ma continuiamo la nostra ”storia colonialista” .  L’Italia scoprì la Somalia grazie alle esplorazioni effettuate dagli italiani Robecchi Bricchetti, Cecchi e Bottego tra il 1892 ed il 1897, che scoprirono le sorgenti del fiume Omo,  immissario del Lago Rodolfo. In quella zona all’epoca vennero occupati dall’Italia piccoli territori.
Francia e Inghilterra allarmate di così tanto dinamismo, si affrettarono a occupare le regioni attorno più ricche; e anche la Germania non fu da meno.
Dal 1890, l’Italia si era interessata alle coste somale e aveva proceduto ad una serie di ‘’pacifiche penetrazioni’’, mediante trattati con i piccoli sultani locali. Una convenzione firmata con il sultano di Zanzibar nel 1892 permetteva all’Italia di avere in affitto i porti di Uarscec, Mogadiscio, Merca, Brava e territori circostanti per 25 anni. Scaduti i 25 anni l’Italia poteva rinnovare la convenzione per altri 25. Il canone annuo da corrispondere al sultano era di 160.000 rupie.

Nel 1905 poi l’intera zona fu riscattata dal governo italiano, grazie ad un accordo con la Gran Bretagna, che, guarda caso, ‘’rappresentava’’ il sultano di Zanzibar, e nacque la nuova colonia della Somalia italiana con capitale Mogadiscio.

Nei primi anni del XX secolo l’impero coloniale italiano si limitava quindi alle colonie dell’Eritrea e della Somalia, povere, tra l’altro, di risorse naturali.

Giovanni Giolitti, (°) liberale e Presidente del Consiglio, vuol far diventare l’Italia una potenza coloniale. Il suo obiettivo è la Libia, un deserto rimasto dal 1835 sotto il controllo ottomano. La guerra viene dichiarata il 29 settembre 1911 e il 3 ottobre, dopo un violento bombardamento navale, inizia l’invasione con lo sbarco dei primi marinai a Tripoli.

Nel corso della guerra, l’impero turco si trovò svantaggiato non potendo rifornire il suo piccolo contingente in Libia se non attraverso il Mediterraneo.
La flotta turca non era in grado di competere con la Regia Marina Italiana, e gli Ottomani non riuscirono a inviare rinforzi alle province africane.
Durante la guerra inoltre si registrarono numerosi progressi tecnologici tra cui, in particolare, l’impiego dei primi aerei. Ben  nove apparecchi vennero usati.  Il 23 ottobre 1911, un pilota italiano sorvolò le linee turche in missione di ricognizione, e il 1º novembre dello stesso anno l’aviatore Giulio Gavotti lanciò,  ‘’a mano’’ , la prima bomba aerea – grande come un’arancia – sulle truppe turche di stanza in Libia.  Quando gli Italiani occupano una Tripoli sfinita dai bombardamenti dovettero ancora fare i conti con la resistenza dei libici. Le popolazioni arabe della Cirenaica non si rassegnarono e proseguirono azioni di guerriglia contro gli italiani. Le guarnigioni turche in Tripolitania si arresero e furono rimpatriate in parte da Tripoli ed in parte attraverso la Tunisia. Invece le guarnigioni della Cirenaica continuarono la guerriglia anche contro i decreti del governo centrale.

A causa dello scoppio della Prima guerra mondiale che obbligò l’Italia a ridurre notevolmente la presenza militare in Africa, vennero fatte negli anni successivi alla guerra, operazioni di ripristino della sovranità italiana che si conclusero solo nel 1934, con l’unione di Cirenaica e Tripolitania.

Mussolini era interessato alla conquista dell’Africa orientale ed i motivi che lo spingevano a riprendere la politica coloniale erano, prima di tutto, per tentar di risolvere la crisi economica, poi di dare all’Italia il ruolo di grande potenza e permettere di svolgere a noialtri la nostra ’’missione civilizzatrice’’! (Ohhh Signur!)

Nonostante l’opposizione della Società delle Nazioni e delle grandi potenze, l’Italia iniziò la conquista militare in Etiopia e, nel maggio de1936, occupò Addis Abeba (grazie al gas iprite) .  Il 9 maggio Vittorio Emanuele III venne proclamato imperatore d’Etiopia e Mussolini proclamava ufficialmente l'”Impero italiano’’!
L’Italia iniziò ad inviare coloni nei nuovi possessi. In questo momento (1937-1940) l’Impero coloniale italiano contava oltre 15 milioni di abitanti autoctoni e circa 220.000 Italiani.

L’Italia, nei pochi anni che ebbe a propria disposizione un Impero, il che significa alla fin dei fini dal 1936 al 1941, vi costruì buoni porti, reti stradale, ospedali, acquedotti, scuole, e inoltre incrementò le costruzioni urbane, favorendo l’inizio dell’industrializzazione.

Ma non è che siamo degli ‘’stinchi di santi’’. Non dimentichiamo di aver usato gas nervini contro tribù nemmeno organizzate militarmente.
Non dimentichiamo ad esempio che nel 1937, durante una cerimonia per festeggiare la nascita del principe di Napoli – Vittorio Emanuele di Savoia – nel palazzo del viceré ad Addis Abeba, ci fu un attentato rivendicato da un gruppo nazionalista etiope, e che il viceré Rodolfo Graziani fece uccidere per rappresaglia più di 5.000 etiopi!

Comunque, per farla breve, gli esiti della seconda guerra mondiale fece perdere all’Italia il suo piccolo ‘’Impero coloniale’’. Un impero durato talmente poco che non ha fatto in tempo a creare degli interessi particolari da parte dei colonizzati nei confronti dei colonizzatori.

E’ una sintesi a grandissime linee … ma magari a qualcuno potrebbe anche interessare.

Alla prossima
Elena

 

 

(°) Giovanni Giolitti un Piemontese nato a Mondovì il 27 ottobre 1842 morto a Cavour il 17 luglio 1929 – presidente del Consiglio dei Ministri – laureato in Giurisprudenza all’università degli Studi di Torno a soli 19 anni, grazie a una speciale deroga del rettore che gli consentì di compiere gli ultimi tre anni in uno solo – ex magistrato entrato in politica: ecco una sua frase: ‘’ … le leggi devono tener conto anche dei difetti e delle manchevolezze di un paese… Il sarto che ha da vestire un gobbo, se non tiene conto della gobba, non riesce’’.
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(*) Francesco Crispi dopo l’Unificazione dell’Italia fu quattro volte presidente del Consiglio: dal 1887 al 1891 e dal 1893 al 1896.

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Sintesi della sintesi: Il colonialismo italiano ebbe inizio nel 1882 con l’acquisizione del porto di Assab in Eritrea e, alla sua massima espansione, i possedimenti coloniali italiani comprendevano quattro territori in Africa: Libia, Somalia, Etiopia ed Eritrea. Poi il Dodecaneso, l’Albania, e una piccola concessione cinese nella città di Tientsin.
Il 9 maggio 1936 venne proclamato da Mussolini l’Impero coloniale, destinato a cadere in seguito ai risultati della II guerra mondiale.
Nel dopoguerra solamente la Somalia rimase sotto amministrazione fiduciaria fino al 1960.