AFRICA … IL PAESE DOVE LA REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO E’ TRA LE PIU’ INUMANE …

Auto di grossa cilindrata nuove fiammanti, scorrono su viali a tre corsie … lussuosi yacht ondeggiano nel porto, mentre eleganti personaggi, seduti nei ristoranti in riva al mare, fanno tintinnare le coppe di champagne brindando alla ‘vita” e godendosi la brezza dell’oceano! Ma … questa NON è la Florida,  bensì Luanda, la capitale dell’Angola!

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Ma come? Diranno in molti … ma gli africani non sono poveri? Non emigrano, lasciando spesso la vita nel Mediterraneo, cercando una speranza di vita? Ebbene non proprio tutti sono poveri, o meglio,  la maggioranza della popolazione è poverissima, mentre una piccolissima parte,  grazie al boom economico che alcune nazioni Africane godono sin dai primi anni 2000, è diventata ”straricca”!

Luanda non è l’unico paradiso … se si considerano le case da milioni di dollari che punteggiano la costa del Mozambico, per non parlare poi degli eleganti centri commerciali della Nigeria. L’Africa possiede 7 delle 10 economie che stanno crescendo maggiormente in questi anni. Il numero dei multimilionari in Africa sta crescendo a ritmo vertiginoso.

La Nigeria, e chi lo avrebbe mai detto,  è uno dei più grandi importatori di champagne, e mentre l’economia ristagna in Europa e rallenta in Cina, gli esportatori di beni di lusso guardano all’Africa come loro migliore mercato.

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Ma dopo queste rutilanti informazioni, si scopre che l’esagerato benessere è per pochissimi, mentre la maggior parte degli africani vive con meno di 1,25$ al giorno. Il continente possiede 6 dei 10 più ineguali stati al mondo.  Nonostante la ricchezza e l’espansione della Nigeria la maggioranza della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno.

Le ragioni per queste così eclatanti differenze sono evidentemente complesse e difficili da analizzare. Quello che si sa e che la loro crescita è dovuta alle industrie minerarie, al  petrolio, al gas e al turismo. Queste attività non impiegano un gran numero di persone e, anche se costoro crescono del 7 o 8% annui, non sono sufficienti per garantire lavoro e salario su larga scala,  quindi sono pochissimi a beneficiare di questa crescita. Inoltre le attività estrattive, anche quando legali cosa che non avviene spesso, sono esenti da tassazione, per cui il paese che le possiede non ottiene vantaggi economici dal loro sfruttamento.

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Un rendiconto fatto dal ”Tax Justice Network-Africa and Action Aid International stima che Kenya, Uganda, Tanzania e Rwanda perdano qualche cosa come 2,8 bilioni di dollari all’anno per mancati introiti derivanti dalle tasse. Uno studio del ”Charity Christian Aid” mette in evidenza che la perdita per la Sierra Leone, derivante da mancati introiti dalle tasse, equivale a 8 volte il budget sulla salute e sette volte il budget sull’educazione!

Immaginiamoci ora se costoro avessero dei governi stabili e decenti che pretendessero le tasse dovute e che poi le utilizzassero  per la collettività.  Ma … di ”governi stabili” … da quelle parti non ce ne sono molti purtroppo.

E’ evidente che gli strascichi lasciati dal colonialismo continuano a mantenere pesanti ombre su tutto il continente. La mentalità forgiata dai colonizzatori permea ormai gli africani alla radice. Un sistema educazionale forzato su ”legge ed ordine” (non certo sulla democrazia) messo in piedi per soddisfare il regime coloniale, oggi si applica perfettamente al ”dittatore” locale.  L’Africa deve reinventarsi di punto in bianco un sistema educativo da paese ”moderno”. Purtroppo per fare questo ci vuole tempo … un tempo che gli africani affamati e disperati  non possono più permettersi. A proposito del colonialismo mi viene in mente la canzone di De Andrè: ”Anche se voi vi credete assolti … Siete lo stesso coinvolti”.

Come possiamo aiutarli? Mah … forse una buona cosa sarebbe quella da parte del cosiddetto mondo ”civile” di insistere, affinché ci sia più trasparenza sia sulle decisioni dei Governi sia sulle compagnie investitrici, obbligandole a pubblicare contratti online in modo che almeno i giornalisti stranieri possano analizzarli, ed eventualmente fare delle pressioni.

Se l’Africa come previsto dagli studi sulla popolazione, presto rappresenterà il 40% della popolazione mondiale è inevitabile che la pressione per la ricerca di lavoro e sussistenza sarà sempre più alta … e dove andranno queste persone per cercare un modo per sopravvivere?

Facciamoci una domanda e diamoci una risposta … 

Bisogna aiutarli a trovare delle soluzioni … potrebbero diventare un mercato importante per tutti e potrebbero vivere bene a casa loro … oppure, se non si trovano delle soluzioni adeguate, l’Africa diventerà la casa di folli come Boko Haram … con tutte le conseguenze che possiamo immaginare.

Alla prossima

 

Elena

 

 

http://edition.cnn.com/2015/05/12/africa/africa-inequality/index.html

 

AFRICA … IL PAESE DOVE LA REDISTRIBUZIONE DEL REDDITO E’ TRA LE PIU’ INUMANE …ultima modifica: 2015-05-15T07:25:10+02:00da elenasaita
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