Archivi tag: cultura

Sergio Battelli M5S Presidente Commissione Politiche dell’Unione Europea …

Questo Signore è Sergio Battelli, ha 38 anni ed è un deputato del Movimento 5 Stelle. Questo Signore è stato riconfermato alla presidenza della commissione per le politiche dell’Unione Europea alla Camera.

ser1-1024x576
Sergio Battelli 38 anni Terza Media commesso negozio animali

Niente di strano direte voi, ma guardiamo un pò il ‘’valore aggiunto’’ che costui porta al nostro paese in Europa.
Il suo percorso di studi, nonostante il Battelli sia nato nel 1982 a Genova e non negli anni ’50 nell’entroterra della Locride, termina con la terza media. Spicca inoltre la totale assenza di esperienze nel settore della Politica in generale figuriamoci poi di quella Europea.
Candidato alle Comunali di Varazze, in Liguria, nel 2009 (senza peraltro essere eletto), Battelli si era alternato tra la passione per il rock, suonando in una band, e 10 anni di lavoro come commesso in un negozio di animali.
Eletto deputato nel 2013, grazie ai voti che gli italiani hanno dato a suo tempo al M5S, eccolo entrare nel 2014 nella Commissione Cultura Scienza e Istruzione. Proprio il ‘’posto adatto no’’? Hanno fatto tanto can can per la Fedeli e poi? Mah …
Dal 2015, invece entra, nientedimeno, nella Commissione Politiche Europee e dal 2018 è presidente della Commissione Affari Europei alla Camera!
Il regolamento della Commissione Affari Europei, tra l’altro, prevede che a farne parte siano persone con ferree conoscenze delle dinamiche europee, vista la delicatezza dell’incarico, invece noi chi ci mettiamo, dimostrando l’assoluto menefreghismo nei confronti dell’Europa? Ci mettiamo uno che ha la terza media e che, come esperienza di lavoro, faceva il commesso in un negozio di animali. Ora mi volete dire che razza di indirizzo darà costui agli affari europei? Ma soprattutto sarà in grado di parlare allo stesso livello con i rappresentanti degli altri Paesi o se lo mangeranno in insalata appena apre bocca?
E’ fondamentale essere ”onesti” ma … bisogna anche saper fare qualche cosa.
Insisto … il suffragio deve essere ‘’universale’’ le ‘’candidature NO!

Alla prossima

Elena

Rai Radio Televisione italiana, dov’è finito il teatro?

Pensierino del mattino …

Dicono che sarà la ‘’cultura’’ a salvare il mondo. Come dar torto ad un’affermazione simile? Tutti ci rendiamo conto che la ‘’cultura’’ è la ‘’chiave di volta’’ che sorregge una società civile. Una società degna di tale nome. 

Una società giusta, che dia le stesse possibilità a tutti e che aiuti quelli che, per una ragione o per l’altra, rimangano indietro. 

Ora,  tutti sappiamo che la ‘’cultura’’ viene trasmessa in vari modi: dalla famiglia, dalla scuola, dall’informazione. 

Ultimamente secondo voi questi passaggi di informazione, tra una generazione e l’altra, sono migliorati? 

Nella famiglia, non saprei, visto che la vita sempre più frenetica richiede da parte dei genitori moderni dei tempi di comunicazione veloci e concentrati. Si parla con i figli in auto mentre li si porta a scuola o a fare sport. I bambini oggi non sono liberi in spazi loro, non riescono a stabilire regole comportamentali di gruppo da soli, ma tali regole sono sempre ‘’mediate’’ da adulti spesso sotto pressione per qualche motivo. 

La scuola ha perso molto del suo carisma e del suo rispetto.

Un tempo, parlo di quando ero piccola io, e cioè negli anni sessanta, se prendevo un brutto voto a scuola, come arrivavo a casa, prendevo anche un ceffone, se mi andava bene, se mi andava male mi mettevano in castigo per una settimana. Il che significava star chiusa in casa,  cosa drammatica per me, che ero un vulcano di energia.

Ma a nessuno, della mia famiglia sarebbe mai venuto in mente di andare a parlare alla mia maestra, santa donna che ancora ricordo con stima e affetto, per chiedere il motivo del ‘’brutto voto’’. Il suo giudizio era insindacabile! 

Oggi invece? Oggi, lo sappiamo, se i nostri pargoli prendono un brutto voto, genitori infuriati vanno dall’insegnante e lo prendono, bene che vada a male parole, male che vada arrivano a mettergli le ‘’mani addosso’’! 

Quindi che cosa fa l’insegnante per sopravvivere? Dà il 6 politico a tutti. In questo modo mantiene il suo posto da ‘’precario’’ e ‘’tira avanti’’. Notoriamente i direttori scolastici più che pretendere alti  livelli di istruzione preferiscono bassi livelli di ‘’scontro’’ con i genitori.

Detto questo che cosa rimane per passare ‘’cultura’’ alle nuove generazioni? Semplice, l’informazione. Ma non quella dei quotidiani che, per poterne fruire, bisognerebbe leggerli, ma la tv! Facile, immediata e che richiede poco ‘’sforzo mentale’’. 

Ma … e qui ‘’casca l’asino’’! Che cosa c’è alla tv oggi di facilmente fruibile per i giovani? A parte i cartoni animati per i piccolissimi,  per i più grandi e anche per gli adulti ci sono:  il Grande Fratello, una miriade di trasmissioni di cucina, serie televisive che trovano il tempo che trovano, film spezzati da infinite pubblicità. 

Ora mi domando, ma sarebbe tanto difficile alzare un pò il livello culturale delle trasmissioni? 

Perché mai il teatro è scomparso completamente dai palinsesti della RAI? 

Eppure … la mia generazione è cresciuta con le commedie di Govi, come dimenticare i ‘’maneggi per maritare una figlia, Pignaverde e Pignasecca, Sotto a chi tocca’’?   Come dimenticare il grande Pirandello o le commedie di Eduardo de Filippo? Ma Santa Polenta Svizzera, quella era cultura fruibile per tutti. 

Quanti possono permettersi di andare a Teatro? Mica tutti … Eppure noialtri ormai quando si va anche solo al cinema, preferiamo il film panettone piuttosto che, ad esempio,  Martin Eden di Pietro Marcello!  Perchè?

Facciamoci una domanda  e diamoci una risposta …

Da parte mia, penso che un popolo di deficienti sia più propenso a convincersi della necessità di acquistare cose inutili, di continuare a ‘’consumare’’ di comprarsi mille paia di scarpe quando di piedi ne ha sempre e solo due. 

Ma la cosa più grave è che un ‘’popolo di deficienti’’ nemmeno si accorge quando sta per perdere la democrazia e quando slitta paurosamente verso la dittatura. 

Alla prossima

Elena   

Mamma, papà, mi spiegate che cos’è il Coronavirus?

Questa spiegazione è per i miei nipoti.  L’ho trovata in rete ed è semplice e chiara, l’ho ulteriormente semplificata un pochino nei termini perché sia più fruibile per i piccoli.

Mi spieghi che cosa sono i Virus?  Ma che domanda che mi fai… Se ti spiego i virus!?! Ma certo ce te li spiego … ti porto con me in un mondo meraviglioso, che neanche ti immagini. Un mondo fatto di creature microscopiche — che però combinano un sacco di guai. Partiamo allora dalla radice della parola: virus significa veleno in latino. Sai, tanti, tanti anni fa, le cose si descrivevano in maniera un po’ approssimativa, perché molte cose non si sapevano. I virus sono velenosi? Non direi, in compenso agiscono molto spesso facendo un sacco di guai. Però essere velenosi è un’altra cosa. Intanto i virus sono piccolissimi. Ma piccoli, piccoli, piccoli. Su una punta di spillo ce ne staranno migliaia e migliaia. Non li vedi né a occhio nudo né con gli occhiali. Neanche con il microscopio. Ci vuole il microscopio elettronico, che è un affare grande come mezza camera da letto e che ingrandisce le cose migliaia di volte. Diciamo che una lenticchia, quelle che si mangiano a capodanno con il cotechino, riesci ad ingrandirla come se fosse la piscina di nonna.

Ecco i virus – hanno le forme più strane … sembrano dei minuscoli marziani.

Un mondo magico e sempre diverso – Ma cosa si vede? Come sono fatti? Partiamo da fuori. Ecco, intanto, non c’è una struttura generale sempre uguale, come ad esempio negli esseri umani. Tutte le persone, infatti, hanno testa, corpo, gambe, tronco, orecchie, occhi, bocca… a prescindere dal colore della pelle. I virus, invece, sono una collezione straordinaria di forme e di sistemi operativi completamente diversi. È un po’ come aprire una dispensa magica. Il mondo dei virus è così: magico. Dentro c’è di tutto: spaghetti, fusilli, biscotti, ciambelle, bignè, scatolette di tonno, ceci, acciughe, capperi olive, chicchi di caffè, noci, riso, e poi dentro questa dispensa c’è anche la frutta. Ci sono mele e pere sì, le conosciamo e le riconosciamo, ma anche ciliegie ed angurie, pesche e lamponi, banane e fragole. (queste un pò ci assomigliano ai virus). Poi ci sono i frutti esotici: papaya, mango, noce di cocco, dattero. Per non dimenticare l’uva, i mirtilli, le arance, gli ananas. Ecco i virus sono una collezione incredibile di forme diverse, e nella loro dimensione fatta di nanometri, ce n’è di grandissimi e di piccolissimi. Pensa che ce ne sono pure anche a forma di uovo fritto. Una collezione straordinaria.

Questo è il ”coronavirus” che sta facendo disastri proprio in questo periodo.

Lampone e spaghetto insieme – Tu mi chiederai: ma cosa ci stanno a fare questi microscopici microorganismi tutti insieme? Come è possibile accomunare un lampone ad uno spaghetto? I virus sono tantissimi e di forme molto diverse, ma hanno una caratteristica che li rende unici e anche molto simili. Sono parassiti obbligati, ovvero non sopravvivono per molto tempo al di fuori di una cellula e per riprodursi usano le strutture della cellula. Infatti usano il loro genoma, Dna o Rna per dare istruzioni al “motore” della cellula, che in maniera più o meno consapevole produce, a secondo di com’è fatto il virus,  tante bananine, piccole piccole, o spaghetti lunghi lunghi, che sono la progenie virale, ovvero i figli di quel virus. Insomma …  usano la cellula come se fosse una fabbrica!  Il problema è che quando la cellula si mette a disposizione del virus, ed esegue i suoi ordini, in generale ne soffre. La cellula può morire mentre libera le centinaia di migliaia di particelle virali, e nel contempo questo esercito di pallottole infetta a sua volta altre cellule e cosi via. E se si infettano e soffrono più e più cellule, ecco che l’organismo che le ospita si ammala. Ho detto organismo, perché i virus infettano praticamente tutti gli esseri viventi. Ovviamente anche le persone.

Attaccano animali, umani e piante – Il vaiolo (a forma di biscotto rettangolare) ha devastato l’umanità per secoli, uccidendo e mutilando milioni di esseri umani; la poliomielite (fatti come i ceci), la rabbia (a forma di pallottola) fino ad Ebola (lo spaghetto) rappresentano una minaccia costante. Stanno lì nella loro dispensa, ad aspettare l’occasione per venire fuori e fare un po’ di danni. Colpiscono anche gli animali e non solo quelli che conosciamo meglio, come i cani ed i gatti, ma anche le rane, i pipistrelli, le farfalle e le creature marine. I pesci, ad esempio, o i gamberetti, persino le balene. Ma anche le piante. Ci sono infezioni virali che devastano le piantagioni di agrumi, di pomodori o di cetrioli. Per non parlare dei funghi, i virus infettano pure quelli. I virus non disdegnano nessun essere vivente, neanche i batteri. I batteri sono microorganismi molto più grandi dei virus, ma sempre microscopici, invisibili ad occhio nudo. Anche loro provocano malattie molto gravi nelle persone, negli animali e nelle piante. Ed i nostri fantastici virus, infettano anche loro, riescono a diventare i parassiti di un parassita!

Sconfitti dai vaccini – I virus di cui ti sto parlando sono temibili, sì. Pericolosi, molto. Sorprendenti, di sicuro. Ma per fortuna siamo stati in grado di mettere a punto alcuni vaccini che proteggono gli esseri umani e gli animali dalla malattia e dalle sue conseguenze.

Ma attenzione esistono anche altri ”virus” a questi sono altrettanto invisibili ma sono fatti, non di materia, ma di comportamenti ed idee, come, ad esempio,  il “virus” dell’invidia o del gioco d’azzardo, anche loro molto pericolosi, ma ben diversi dai nostri. E poi ci sono i virus dei computer, fatti di numeri e simboletti, stringhe e comandi, pericolosissimi, sempre di più. Anche questi sono contagiosi e funzionano un po’ come quelli veri e bisogna conoscerli per riconoscerli e combatterli. Ma ce n’è uno contro il quale non c’è nulla da fare. È il virus dell’ignoranza. E non te ne voglio parlare, tesoro, perché ancora un vaccino non c’è.

Alla prossima

Elena

Fonte: Ilaria Capua, virologa e deputata della Repubblica Italiana in Scelta Civica per l’Italia di Monti. 

Pensionati italiani all’estero … come mai?

Si stupiscono del fatto che molti pensionati italiani  scelgano di vivere all’estero piuttosto che in Italia? 

Ma dai? Adesso se ne accorgono? A noi, per esempio, sarebbe piaciuto vivere in Italia, magari in un posto di mare, e, visto che siamo un ‘’dito nel Mediterraneo’’ la cosa in teoria non avrebbe dovuto essere poi così difficile no?

Invece l’Italia, a parte quattro gatti miliardari che si comprano tenute in Toscana, ma che ci vivono solo saltuariamente, non è che proprio ‘’brilli’’ per attrarre un turismo di ‘’residenti’’. Eppure pensionati stranieri, con denaro a disposizione, darebbero un grande aiuto alla nostra economia no?

Dovremmo farci delle domande a questo proposito e meditare sul fatto che ad esempio, le nostre coste sono praticamente tutte private, quindi se ci vuoi andare, devi pagare,  cosa questa che a degli stranieri risulta assolutamente ridicola!  Che un’ edilizia mal fatta non attira molti! Che la burocrazia napoleonica allontana lo straniero più che avvicinarlo!  Che la sanità è quella che è e la cultura anche. 

I pensionati hanno bisogno di far passare il tempo in modo piacevole e quindi hanno bisogno di associazioni che li aiutino a tal scopo. Ebbene le associazioni culturali  e/o ludiche da noi spesso sono per le ‘’élite’’ e  somigliano più ad associazioni massoniche piuttosto che a semplici circoli per passare il tempo. Inoltre spesso è difficile inserirsi per gli italiani  stessi … figuriamoci per degli stranieri. A noialtri il ”diverso” fa impressione e lo allontaniamo invece che cercare di farlo sentire a ”proprio agio”!

Cribbio sono vissuta tanti anni in Inghilterra e in un attimo mi sono trovata in mezzo a loro come se fossi vissuta lì da sempre, nonostante il mio inglese zoppicante!

Ma torniamo all’Italia,  l’associazionismo si riduce quindi o a qualche cosa per le ”élite” oppure ai circoli delle bocce. Vie di mezzo ce ne sono un pò poche ed il concetto ‘’associazione’’ rimane maggiormente, ancora oggi, nelle mani delle Parrocchie. 

Per gente straniera che è abituata a vivere in contesti sociali più, chiamiamoli ‘’funzionali’’, ebbene tutto questo piace poco. 

Invece di insultare quelli che scelgono di allontanarsi dall’Italia … non sarebbe meglio farsi delle ‘’domande’’? E chiedersi perché, nonostante la nostra posizione geografica, un dito nel Mediterraneo, che avrebbe dovuto  farci diventare la Florida d’Europa … questa posizioni ce la siamo fatta  fregare  dai  francesi con la ‘’Costa Azzurra’’? Meditiamo gente … meditiamo … 

Alla prossima

Elena 

 

Bisogna fare l’Europa …è indispensabile. 

Sono convinta che indietro non si possa e non si debba tornare …

l’Italia è stata unificata nel 1861 dai piemontesi,  ma purtroppo ancora oggi  sulle piattaforme social, mi ritrovo a leggere di ‘’italiani’’ che non si considerano tali e che accusano i piemontesi di esser stati terribili.

In effetti , la convivenza, specie inizialmente fu molto ma molto difficile. Forse non tutti sanno che, per esempio, la Bela Rosin, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, fu terrorizzata quando assieme al Re andò a Napoli in un viaggio pseudo-ufficiale.  Per una torinese, tranquilla e silenziosa tutto il rumore e le grida dei napoletani, che accoglievano con gioia ma a modo loro il re,  era motivo di panico. Lo Stesso re si ritrovò a malmenare alcuni cittadini urlanti che si avvicinavano al suo cavallo con troppo entusiasmo, scambiando i saluti gridati per aggressioni! 

Vittorio Emanuele II e La ”Bela Rosin” – contessa di Mirafiori (moglie morganatica)

Uno dei motivi per cui sorgevano spessissimo malintesi era semplicemente dovuto al fatto che non si capivano! Parlavano lingue diverse. I Piemontesi parlavano solo dialetto piemontese o francese,  (Cavour fu mandato a Firenze per imparare l’italiano) quindi il dialetto napoletano per loro era ostrogoto. Ovviamente le classi abbienti parlavano francese e latino, ma il popolo si limitava al dialetto locale.  

Quindi, nonostante l’Italia fosse unita, lingua e cultura erano diversissimi e stare assieme non era facile.

Gli italiani hanno iniziato a capirsi durante la grande guerra, quella del ’15/’18. I soldati infatti, provenienti da ogni parte d’Italia furono costretti a vivere assieme nelle trincee e quindi a parlare tra loro. Ovvio che la lingua veicolare fosse,  per forza di cose, l’italiano. Un siracusano ed un padovano ad esempio non avevano speranza di capirsi, se non a segni, in quanto all’epoca il dialetto la faceva da padrone in ogni regione.

Ma… piano, piano, frequentandoci e conoscendoci abbiamo smesso di vivere esclusivamente nei nostri ‘’giardinetti’’ e abbiamo imparato a considerarci italiani. Almeno la maggior parte di noi. 

Quindi per farla breve, possiamo affermare che l’Italia vera sia stata fatta quando abbiamo iniziato a conoscerci e muoverci liberamente sul suo territorio.

Eccomi al punto. La stessa cosa bisogna farla con l’Europa. 

Ovviamente non con una guerra, ci mancherebbe, ma all’ottimo Erasmus bisognerebbe aggiungere qualche cosa di più.

L’Ersamus è un’ottima idea, ma si limita alla scuola,  alle classi più abbienti e ad un tempo relativamente breve. Questo non basta, sarebbe bene per esempio, ritornare al servizio obbligatorio militare e/o civile e fare in modo che i giovani, tutti indistintamente, uomini e donne, abbiano la possibilità di vivere in un altro paese e conoscere abitudini diverse. 

Se per esempio un tedesco o una tedesca fossero costretti a fare il servizio Militare/civile a Palermo ed una messinese o un napoletano fossero costretti a farlo a Bonn o a Deuville … ecco che questo sarebbe un ulteriore passo avanti per fare ‘sta benedetta Europa.

Facciamo viaggiare in tutta Europa senza problemi denaro e merci … e le persone no? Perchè?

Solo frequentandoci e mescolandoci  avremmo la possibilità di formarci una cultura omogenea che non ci renderà più l’ ‘’altro’’ cosi ‘’alieno’’ e  ‘’diverso’’ …smetteremo anche di covare ‘’sospetti’’ nei confronti altrui …  cosa ne dite? 

Alla prossima

Elena 

Malavita organizzata … la ‘’palla al piede’’ del Paese Italia

Con l’avvicinarsi della ricorrenza della strage di Capaci, viene da fare un pò il ‘’punto della situazione’’. Come siamo messi?

Bè … non è che, nonostante tutto il tam tam e l’informazione fatta si sia risolto il problema.
Nel nostro Paese la malavita organizzata ha molti nomi: ‘’Mafia, ’Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita’’ .  Sotto questi ‘’ombrelli associativi’’ molti personaggi agiscono e fanno ‘’economia’’!

parlare e condannare … il sistema clientelare-mafioso deve essere ghettizzato! Se personaggi in ”odor di mafia” vengono considerati in maniera ”positiva” non ne usciremo mai!

Non si limitano all’economia tipica della malavita: prostituzione, droga, pizzo … ma cercano ‘’denaro’’ dove lo trovano, quindi,  entrano nel tessuto economico del paese.
Il fatto è che il concetto di economia declinato dalla filosofia ‘’malavitosa’’ è marcio!
Il loro è un sistema che ‘’funziona male’’ … perché in brevissimo tempo con il tipo di selezione utilizzato dalla malavita vengono premiati gli imprenditori ”marci”  e non quelli  ‘’capaci’’! Che è esattamente il contrario di quello che invece servirebbe!
Le contabilità di queste ‘’azienducole’’ messe su dagli ‘’amici degli amici’’ sono taroccate!
Le attività economiche sono in generale di copertura … e, bene che vada, hanno miseri contenuti.
Prevalgono inoltre gli elementi finanziari sugli elementi imprenditoriali.
Se costoro dispongono di denaro lo investono in finanza.  Non sono all’altezza di fare imprenditoria seria, in quanto anche se le loro nuove generazioni sono ‘’scolarizzate’’ … sempre ‘’marci dentro’’ restano!
Insomma la mafia non è abbastanza lungimirante per guardare al ‘’futuro’’ ma quello che a Lei interessa è ‘’prendi i soldi e scappa’’!
Ovvio che questo sistema mette in ginocchio il Paese ed arricchisce solo i quattro gatti in combutta assieme.
Possiamo noi cittadini onesti continuare a permettere che costoro la facciano da padroni?
Pensiamo alla fatica che devono fare le industrie italiane visto che devono costantemente combattere con una ‘’economia che non tira’’ … con una burocrazia che uccide … con delle tassazioni gravose e su questo aggiungiamoci anche la concorrenza sleale da parte della malavita organizzata!

Se le nostre industrie cessano l’attività e/o delocalizzano … non sarà che qui è un ”tantino complicato” fare industria?
La mafia oggi non uccide come un tempo … ha semplicemente cambiato aspetto!
Non ci sono più i morti ammazzati per le strade … oggi a Palermo ci sono meno omicidi che a Milano … ma la mafia è ancora più pericolosa perché è diventata altro!
E’ diventata finanza … accaparramento degli appalti a scapito di imprese sane … traffico dei rifiuti pericolosi.
Ma la malavita da sola non potrebbe funzionare. Ha bisogno di ‘’qualcuno’’ nei centri di potere. Quali sono i centri di potere del Paese? Facciamoci una domanda e diamoci una risposta. E con questo non bisogna semplificare tutto facendo di tutte le erbe un fascio … bisogna cercare attraverso quelle ”erbe” … tenere le buone ed estirpare la gramigna!
Ci sarà una ragione se i giovani di oggi percepiscono le associazioni antimafia come ‘’positive’’ mentre burocrazia e politica sono percepite come qualche cosa di, bene che vada, impotente, male che vada ‘’collusa’’?
Se è vero che l’aumentare della scolarizzazione ha fatto ‘’evolvere’’ la mafia,  dandole  una capacità di trasformazione grandissima diversificando le proprie attività e permettendole si infiltrarsi ovunque …  resta valido il fatto che la ‘’sua filosofia’’ sia sempre quella del ‘’prendi i soldi e scappa’’!
L’Italia NON ha bisogno di una economia simile, noi abbiamo bisogno di una  economia ‘’sana’’ che guardi al futuro! Siamo stufi di far vincere gli appalti a società che usano cemento depotenziato e facciano di conseguenza cadere i viadotti sulla autostrade.
Nessuno viene ad investire volentieri nel nostro Paese perché siamo poco ‘’affidabili’’ … se non adottiamo una cura drastica per questo ‘’cancro’’ che ci sta uccidendo … non andremo da nessuna parte.
La mafia non è stata vinta … la mafia ha semplicemente cambiato aspetto … si è ripulita ‘’fuori’’ ma ‘’dentro’’ continua ad essere una ‘’montagna di m ….’’ !

Alla prossima
Elena

Con la cultura si può mangiare!

Non solo si ”può” ma forse  è anche l’unico modo per sopravvivere in un mondo complicato.

In un mondo che cambia alla ”velocità della luce” saranno sempre più importanti l’esercizio del pensiero critico, l’attitudine a risolvere i problemi, la creatività, la disponibilità positiva nei confronti dell’innovazione, la capacità di comunicare in modo efficace, l’apertura alla collaborazione.
Tutto ciò si traduce in: cultura … conoscenza … competenze …
Significa quindi aumento del senso civico, della comprensione dell’importanza del rispetto delle regole e del nostro prossimo, dell’affermazione del diritto contro l’accettazione passiva di livelli di corruzione inaccettabili e dannosi per non parlare poi di intollerabili abusi e di pericolosi atteggiamenti nei confronti della criminalità organizzata.
Bisogna essere consapevoli che non si tratta solo di chiedere allo Stato di fare la sua parte ma si tratta di maturare noi tutti questa ”consapevolezza a livello collettivo”, individui ed imprese, giovani ed anziani, dipendenti e non.
Investire in ”cultura”, in “conoscenza”, è la risposta migliore che possiamo dare alle difficoltà di oggi e all’incertezza del futuro, consapevoli che finirà per ripagarci, con gli interessi.
Come scriveva Benjamin Franklin: ”il rendimento dell’investimento in conoscenza è più alto di quello di qualunque altro investimento”.

15085523_10207914278671075_1899055120691651778_n
Ora … noialtri ”italiani” fatichiamo a metter in pratica quanto sopra … pensiamo ora all’Africa! Mamma mia quanta strada abbiamo da fare a ‘sto mondo! Quanta!
.-.-.-.-
fonte: ”Il pregiudizio universale – Un catalogo d’autore di pregiudizi e luoghi comuni.