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Benzina … Francia e Italia ..

In Francia si lamentano del prezzo del carburante. Gli ormai famosi Gilet Gialli, sono ovunque e sono molto arrabbiati!

Noi invece zitti … ed in più paghiamo persino l’Iva sulle tasse … 🙁

Bè … se non altro, il Governo Francese,  ha giustificato l’aumento dicendo che intendono investire, in maniera maggiore, su fonti alternative ed affrancarsi così dai combustibili fossili.
A noi invece costa una fortuna solo a causa delle accise, che, per la cronaca sono queste:

0,000981 euro: finanziamento per la guerra d’Etiopia (1935-1936)
0,00723 euro: finanziamento della crisi di Suez (1956)
0,00516 euro: ricostruzione dopo il disastro del Vajont (1963)
0,00516 euro: ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze (1966)
0,00516 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Belice (1968)
0,0511 euro: ricostruzione dopo il terremoto del Friuli (1976)
0,0387 euro: ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia (1980)
0,106 euro: finanziamento per la guerra del Libano (1983)
0,0114 euro: finanziamento per la missione in Bosnia (1996)
0,02 euro: rinnovo del contratto degli auto-ferrotranvieri (2004)
0,005 euro: acquisto di autobus ecologici (2005)
0,0051 euro: terremoto dell’Aquila (2009)
da 0,0071 a 0,0055 euro: finanziamento alla cultura (2011)
0,04 euro: emergenza immigrati dopo la crisi libica (2011)
0,0089 euro: alluvione in Liguria e Toscana (2011)
0,082 euro (0,113 sul diesel): decreto “Salva Italia” (2011)
0,02 euro: terremoto in Emilia (2012)

A parte la ”presa per i fondelli” di roba successa ai tempi dei nostri nonni … vedete forse qualche cosa mirante all’affrancamento dai combustibili fossili? Macché!
A questo elenco di accise non dimentichiamo inoltre che va aggiunta l’Iva al 22%. Eh si … noi paghiamo l’Iva sulle tasse … e nessuno scende in piazza per una cosa simile. Non ci pensano nemmeno.

Il prezzo medio per un litro di carburante in Francia negli ultimi 3 mesi, da agosto a novembre 2018, è stato di 1,55 euro, mentre il prezzo minimo di 1,49 euro.
Il prezzo è certamente più alto della media mondiale, che si attesta a 1,41 euro, nello stesso periodo, ma più basso che in Italia. Il prezzo medio del carburante nel nostro paese è stato di 1,65 euro, con un picco di 1,67 euro registrato il 22 ottobre.
L’Italia, secondo una ricerca di Global Petrol Prices, è uno dei paesi con il prezzo dei carburanti più alto al mondo: dopo Hong Kong, Barbados, Norvegia, Wallis e Futina e Monaco ci siamo noi.

Alla prossima

Elena

22 marzo giornata mondiale dell’acqua …

Oggi è la giornata mondiale dell’acqua. Istituita nel 1992, dalle Nazioni Unite. Ogni anno il 22 marzo,  tutti gli stati membri dell’Onu sono invitati alla promozione/ottimizzazione dell’acqua. Si trovano, discutono e cercano di incentivare lo sviluppo di attività concrete nei loro rispettivi paesi. (Speriamo che non ci mandino il senatore Razzi i nostri! Sigh …)

L’acqua … l’oro bianco del futuro … di sicuro potremmo imparare a prendercene cura meglio.

L’ esempio migliore in assoluto,  è quello che, per ovvi motivi, avviene nella stazione spaziale internazionale.  La mattina, l’acqua è usata per fare il the, nel pomeriggio si trasforma  in urina e il giorno dopo, una volta riciclata,  viene usata per lavarsi e per fare di nuovo colazione.  Si tratta della stessa acqua da anni!

Questo sulla stazione spaziale, invece sulla terra le acque usate sono per l’80% rimesse in circolazione SENZA nessun trattamento di sorta.

Possiamo davvero continuare a permetterci un simile spreco?

Acque non trattate e perse nei fiumi  raggiungono il mare.  Ma … queste acque contengono inquinanti chimici e batteriologici che sono pericolosi per la salute nostra, per quella della fauna, e della flora.
Queste acque non ”ripulite” hanno un impatto nocivo sia per la pesca che la sicurezza alimentare.
Solventi … idrocarburi … azoto … fosforo … potassio derivanti dall’agricoltura intensiva accelerano l’atrofizzazione delle zone costiere, il degrado della flora marina e generano il proliferare di alghe nocive.
Di conseguenza l’ossigeno diminuisce, e le zone ”senza vita” aumentano sempre di più.

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Possiamo davvero permetterci di continuare in questo modo?

Ne va della salute di tutta l’umanità.
In Africa la situazione è disperata, ci sono posti in cui non piove da anni, e questo a causa delle variazioni climatiche, alla faccia del negazionista Trump!
Variazioni provocate, tra l’altro, da una industrializzazione che NON è certo africana! Quindi loro pagano le nostre colpe in prima persona!

Esistono nel pianeta zone in cui uomini, donne, bambini, vecchi, animali muoiono come mosche perché non cresce più un solo filo d’erba e manca l’acqua per bere!
Non possiamo continuare a ”girarci dall’altra parte” e fare finta di NON vedere!
Nel Sudan e in Etiopia, paesi in cui la siccità semina vittime da anni, l’emigrazione è altissima!

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Quando questi poveri disperati, cercando di sopravvivere, arrivano su barconi fatiscenti, dopo averne passate di tutti i colori, NON possiamo nasconderci dietro frasi come: ”stiano a casa loro”! ”Sono tutti terroristi”! ”Mica c’è la guerra da loro no? Cosa vengono a fare qui”?

Dobbiamo spendere tempo e parole per sensibilizzare tutti quanti al fatto che accesso all’acqua pulita significa, semplicemente:  ”VITA”!

Per quale strano motivo, noi dobbiamo usare acqua ”potabile” per gli sciacquoni dei nostri bagni mentre loro non hanno l’acqua per sciogliere la farina nei biberon dei loro neonati?

Possiamo davvero continuare a permettercelo?

Mamma mia quanto lavoro ci sarebbe da fare a ‘sto mondo … invece di continuare a fare acquisizioni di multinazionali con conseguente ”ottimizzazione”’ del personale. Che altro non è se non togliere il lavoro alla gente!

Le multinazionali sono come gli Highlanders! Una volta rimasta sola la multinazionale detterà legge ovunque. Stabilirà i prezzi …
Ma … quando ne rimarrà solo una, a ”chi” venderà i propri prodotti, se il mondo sarà composto da disperati disoccupati affamati e assetati! Che genere di ”economia” si potrà mai fare su una massa di disperati? Mah …

Bisogna assolutamente ”cambiare registro” prima che sia troppo tardi!

Alla prossima
Elena