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Ricandidatura di Mattarella. Tutti contenti o … no?

Pensierino del mattino …
I nostri politicanti hanno rieletto Mattarella e han lasciato Draghi a fare quel che loro non san fare.
Lasciano a Draghi la responsabilità di mettere in piedi quelle famose riforme, che devono esser fatte da una vita in ‘sto Paese, ma che sono tanto penalizzanti in termini di consenso/voti.

Quindi, dato che i politici vivono di ‘’consenso’’ metteranno i bastoni tra le ruote a Draghi in tutti i modi o, per meglio dire, a seconda di come ‘’tira il vento’’.

Gli daranno la colpa per qualsiasi cosa a noi ‘’popolo’’ non piaccia scagionando di conseguenza se stessi. Come fanno i ragazzini del liceo tanto per capirci. Come sono ‘’maturi’’ eh?

In ogni caso al momento litigano al loro interno per garantirsi la leadership nei loro rispettivi partiti.
Se si garantiscono la leadership si garantiscono pure un ‘’posto sicuro’’ per loro e per i loro accoliti alle prossime elezioni.

Noi ‘’popollo’’ assistiamo a ‘ste tragedie con sempre meno speranza.

Inutile aggiungere che i ‘’giochi veri’’ siano altrove. Nessuno nega, che ci siano delle pressioni a livello internazionale per prediligere una situazione politica piuttosto che un’altra, ma, non possiamo negare, che se il ‘’manico’’ fosse buono, capace e determinato, le ingerenze ‘’esterne’’ sarebbero minori.

Ma quando si è dei ‘’pirla/incapaci’’ si può solo subire.

Dire che ‘’noi popolo’’, che poi siamo quelli che tutti i giorni tirano la carrette siam ‘’delusi’’ è dir poco …

Alla prossima

Elena

Come eravamo …

Se sei cresciuto negli anni ’50 – ’60 – ’70 – dovresti leggere qui e … riconoscerti

 

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  1. Da bambini andavamo in auto che non avevano né cinture di sicurezza né airbag
  2. Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo
  3. Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo
  4. Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte
  5. Quando andavamo in bicicletta non indossavamo il casco
  6. Bevevamo l’acqua dal tubo di gomma del giardino invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale
  7. Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
  8. Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari… cosicché nessuno poteva rintracciarci.
  9. La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà)
  10. Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
  11. Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare…
  12. Condividevamo una sola bibita in quattro … bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
  13. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi , televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet … Avevamo invece tanti AMICI.
  14. Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
  15. Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.
  16. Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né d’iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
  17. Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità … e imparavamo a gestirli.

La grande domanda allora è questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere  a crescere e diventare grandi?

Mah ..

Alla prossima

 

Elena