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Cinema Vox di Frejus … XXII edizione festival del corto metraggio.

Ieri sera, 23 gennaio,  al Vox di Frejus c’è stata l’inaugurazione della ventiduesima edizione del Festival del corto-metraggio e la corale ”Note Azzurre” del CIP, diretta da Giuseppe Comes, ha introdotto musicalmente la serata. 

Il ‘’corto’’ in questione era ‘’Il Ballo’’ diretto dal giovane regista Luca Zambianchi presente in sala e che ha gentilmente risposte alle domande del pubblico.  

Questo film è stato girato interamente nella città di Forlì, in Emilia Romagna, e ci immerge nella vita di un uomo di circa 35 anni di nome Enrico che ha un lavoro e sembra vivere normalmente, ma, al di là delle apparenze, Enrico vive invece un malessere costante. Non si rapporta bene con il prossimo ed è vittima di comportamenti ripetitivi e compulsivi.  Ad esempio il rito mattutino al bar del ‘’cannolo siciliano’’ per colazione, dove ogni giorno ripete le stesse cose a proposito della freschezza della ricotta. 

Decide di ‘’rompere’’ con la monotonia della sua esistenza,  prendendo lezioni di ballo, cosa alla quale ambisce da sempre,  ma che non ha mai avuto il coraggio di fare in vita sua, limitandosi a guardare gli altri.  

Trova un insegnante disposto a dargli lezioni private. Non riesce però a muoversi a tempo con la musica e la cosa lo rende ulteriormente frustrato.  Alla fine, grazie alla disponibilità dell’insegnante, trova una sua giustificazione nel ballare come gli pare … senza sentirsi ridicolo e libera se stesso muovendosi al di fuori di uno ’’schema’’ predisposto. 

Come giudicare questo film? Mah … la cosa che bisogna riconoscere a Zambianchi è il fatto di esser stato capace di realizzare un ‘’filmato’’ in economia. Non c’erano sponsor ufficiali per la produzione ed il denaro è stato raccolto on-line sulla Piattaforma Produzioni dal Basso.

Questo tipo di raccolta fondi è dettato sia dalla situazione economica non proprio ‘’allegra’’ di questo periodo sia per poter mantenere una maggiore indipendenza di idee e messaggi. 

Per quanto riguarda il contenuto di questi ultimi,  direi siano più il frutto della situazione di malessere in generale piuttosto che di vere e proprie novità culturali. Questi giovani sono chiusi in un periodo storico che li ‘’comprime’’ in tutti i modi. Anche il cinema arranca per cercare uno spazio nuovo e diverso. Per spingere verso la cultura e l’introspezione piuttosto che cedere al più facile, ma squallido e regressivo,  film ‘’panettone’’ e/o di cassetta.  Sono da premiare questi giovani cineasti che pur immersi nella dura realtà dell’esistenza  si ribellano agli schemi pre-confezionati e che, nonostante la penuria economica, si battono coraggiosamente per inseguire i loro sogni ed alimentare la cultura. 

Quindi, in generale,  direi che questo cortometraggio ha trasmesso qualche cosa di interessante e positivo a coloro che lo hanno visto. 

E adesso passiamo al film ‘’Euforia’’ diretto da Valeria Golino ed interpretato dai bravissimi Valerio Mastrandrea (Ettore) e Riccardo Scamarcio (Matteo).

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Matteo è un affermato imprenditore il cui principale cliente è il Vaticano.  E’ un omosessuale con il culto del corpo e dissipa il suo denaro per alimentare il proprio edonismo. Conduce una vita sregolata fatta di sesso, alcool e droga.  Vive con un amico che lo ama ma con il quale non ha una relazione fisica e preferisce i, meno impegnativi, rapporti occasionali.

Ha un ottimo rapporto con la madre che ha accettato senza problemi la sua omosessualità ed è circondato da una massa di amici a lui molto simili. 

In questa sua esistenza, che noialtri con i nostri ‘’retaggi mentali’’ possiamo giudicare come meglio crediamo, si inserisce la malattia del fratello Ettore (Valerio Mastrandrea).

I due fratelli sul terrazzo della casa di Matteo.

Ad Ettore è stato diagnosticato, a sua insaputa,  un tumore a piccole cellule inoperabile le cui metastasi sono ormai giunte al cervello e che provocano ovviamente i primi guai. 

Da questo momento Matteo cerca di alleviare la triste realtà offrendo al fratello, semplice professore di liceo, denaro, tempo e bugie per esorcizzare la malattia. Minimizza … mente … parla di cisti  … cerca di creare attorno al fratello una sorta di protezione a 360°.

Oggigiorno è un pò strana questa situazione vendutaci dal regista,  sappiamo infatti che i medici stessi spiegano ai pazienti di cosa sono affetti. Ma accettiamo di buon grado ai fini del racconto questa inesattezza. 

Il film direi conti molto sulla bravura dei due attori, sull’umanità, sui pregi e sui difetti degli stessi. Lo spettatore si trova immerso in un mondo crudo, vuoto, triste, superficiale i cui legami più stretti e veri sono rimasti quelli tra i due fratelli. 

Complimenti per le ottime scelte da parte di Jerome Reber, grazie al Cinema Vox e al CIP – club italianiste de Provence – per questa immersione nella lingua italiana. Ieri sera, nonostante il nevischio che scendeva su Frejus, molti dei miei allievi erano presenti alla proiezione.

Alla prossima

Elena 

.-.-.-.-.

https://www.produzionidalbasso.com/project/il-ballo/

 

 

Canta Napoli …

Il rientro dalle vacanze estive e la ripresa, a pieno regime delle attività del Club Italianiste de Provence, è stato caratterizzato quest’anno dall’evento organizzato da Giuseppe Comes, il direttore del coro ‘’Note azzurre’’ e dalla Presidentessa del Club, Josiane Connan.

Grazie a loro, noialtri abbiamo potuto godere della presenza di un duo d’eccezione. Direttamente dall’Italia sono arrivati Mariano Perrella ed Isabella Alfano e si sono esibiti nello spettacolo ‘’Canta Napoli’’ alla Sala Félix Martin di Saint Raphael.

Isabella Alfano e Mariano Perrella alla Sala Felix Martin di Saint Raphael

St. Raphael durante lo spettacolo Canta Napoli

Saint Raphael, seconda parte dello Spettacolo, qui Isabella Alfano e Mariano Perrella cantano assieme a Giuseppe Comes. (Le foto sono fatte dalla sottoscritta con il cellulare … quindi portate pazienza)

Inutile dire che, per chi ama la musica napoletana, si sia trattato di un autentico regalo! La musica è un linguaggio ‘’universale’’ che arriva a tutti quanti, indipendentemente dalla lingua materna.  La musica napoletana inoltre è talmente conosciuta che sfido chiunque a sentire le prime note di ‘’O sole mio’’ e non riconoscerla! La sera dello spettacolo alcune mie amiche, tra cui una tedesca ed un’olandese erano entusiaste! 

Ma torniamo ai nostri due artisti.

Iniziamo da Mariano Perrella, che già molti conoscono in quanto aveva partecipato, a titolo gratuito grazie all’amicizia che lo lega a Giuseppe Comes, allo spettacolo organizzato nel 2016 dal CIP e dal Municipio di Frejus, per la raccolta di fondi da destinare ai terremotati.

Perrella è un affermato musicista italiano. E’ un cantautore, un chitarrista, un pianista e, da vero napoletano, suona benissimo il mandolino. Nella sua carriera ha suonato e registrato per grandi artisti italiani come Domenico Modugno (l’interprete di Volare), Massimo Ranieri, Renato Zero, Nino Manfredi, Gabriella Ferri, Mia Martini, Rino Gaetano, Renato Rascel, Gigi Proietti e tanti altri ancora. Ha scritto musica per alcuni film e per alcune emissioni televisive.

Ed eccoci ora alla giovane promessa della musica italiana, Isabella Alfano.

Come non spendere due parole sulla bellezza di questa giovane donna? Isabella ha ventisette anni, è alta, snella, gode della carnagione ambrata delle donne del Sud e, per farla breve, somiglia fisicamente a Sophia Loren, il che la dice lunga sulla sua bellezza. Isabella gode però di un’altra dote che, considerato il mestiere scelto, la rende perfetta.  Ha una bellissima voce: potente, calda, avvolgente e, pur essendo romana di nascita, interpreta alla perfezione la musicalità della ‘’parlata napoletana’’.

Isabella è la prima vocalista del cantante italiano Edoardo Vianello, ha partecipato e vinto numerosi concorsi destinati ai giovani cantanti, è stata tra le finaliste nella categoria ‘’giovani’’ al festival della canzone italiana di Sanremo e, attualmente, studia musica e canto al Saint Louis College of Music di Roma (°)  ed è prossima alla laurea. Isabella però, prima di fare questa scelta, era iscritta a Giurisprudenza. Una scelta quasi obbligata visto che è la figlia di una mamma che lavora nella Polizia di Stato e di un papà carabiniere. Ebbene si, Isabella è figlia di due membri delle forze dell’ordine italiane e quindi diciamo che, fin da piccoli, lei e suo fratello sono stati ‘’inquadrati’’ a certi valori e a certi comportamenti.

Ora … scegliere questo tipo di ‘’carriera’’, lasciando la facoltà di legge, ha portato molto probabilmente un pò di scompiglio nella vita degli Alfano, ma, alla fin dei fini tutto si è sistemato. Quando amore, rispetto e passione convivono in maniera equilibrata, le soluzioni si trovano sempre. 

Secondo me avere delle passioni nella vita aiuta moltissimo. Ho un rispetto enorme per chi vive della propria ‘’arte’’. Inutile fare l’avvocato infelice, molto meglio fare l’artista e vivere ogni giorno con passione.

Isabella e Mariano si sono incontrati grazie all’amico comune Edoardo Vianello ed hanno iniziato il loro sodalizio musicale con successo. Recentemente hanno registrato il CD, ‘’Una chitarra e due voci’’, che ovviamente ho già comprato. 

eccolo qui …

Che dire? Grazie ancora di tutto cuore ad Isabella e Mariano per le due bellissime serate che ci hanno regalato. La prima, al Teatro di Saint Raphael e la seconda, molto più conviviale, al ristorante la ‘’Bella Trattoria’’ di Frejus, dove, come due amici, hanno suonato e cantato con noi un pò di tutto.

Isabella e Mariano gentilmente si sono prestati a suonare e cantare in una serata conviviale alla Bella Trattoria di Frejus.

Un ringraziamento particolare al CIP che, per molti di noi, è diventato ormai una sorta di ‘’famiglia’’con cui passare momenti piacevoli. Credo fosse proprio quello lo scopo del suo fondatore, lo scomparso Learco Calitri che tutti ricordiamo con affetto. 

Alla prossima

Elena 

 

 

(°) Collegio autorizzato dal MIUR,  l’Istituto di alta formazione artistica e musicale.

Ho conosciuto Mariano Perrella! Chi lo avrebbe mai detto? 🙂

Gita a Triberg – gemellaggio Frejus/Triberg

Gita a Triberg … 

Giovedì mattina ci siamo svegliati alle 05,00 e  alle 06.00  in punto, eravamo a Frejus a prendere Giuseppe Comes che, puntualissimo ci aspettava davanti al cancello di casa sua. Giuseppe è il capo coro della Corale Note Azzurre di cui faccio parte.  Tutti e tre siamo partiti alla volta di Triberg , una cittadina tedesca ai confini della Foresta Nera, gemellata con Frejus.

Triberg ha circa 5.000 abitanti ed è famosa per gli orologi a cucù, uno dei simboli della Foresta Nera, e per le omonime cascate.

Alle 16.30 entravamo nell’hotel che ci era stato riservato dall’organizzazione:  il Ketterer. Un accogliente e caratteristico hotel davanti ad una chiesetta deliziosa a fianco della quale partiva una stradina che portava direttamente alle cascate.

Dopo esserci riposati un pò, come da accordi con Giuseppe,  siamo scesi convinti di trovarlo ad attenderci nella Hall, per andare a cena da qualche parte.  Con mia grande sorpresa l’ho trovato invece tranquillamente seduto a tavola nel ristorante dell’Hotel con una pinta di birra davanti a se  in attesa di quanto già aveva ordinato.

Antonio ed io abbiamo preferito andare in città un pò per curiosità e un pò per sgranchirci le gambe dopo tante ore di auto.  

Non appena giunti nella bellissima piazzetta, mi sono incantata davanti ad un negozio che vende orologi a cucù. Un cucù immenso troneggia sull’insegna e un orso di legno, perfettamente scolpito, sale e scende sulla parete della casa che ospita il negozio. L’ho fotografato pensando a quanto sarebbe piaciuto ai miei nipotini. 

Per rendere le proporzioni ho chiesto ad Antonio di mettersi davanti all’insegna e ho scattato alcune fotografie.

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questo è il cucù piccolo, quello grande è sopra l’insegna del negozio.

Mentre ero affaccendata a far foto, ho sentito una voce che gridava: ‘’Elenaaaaa … Elenaaaaa …’’! 

Mi sono girata stupita pensando: ‘’Ma chi cavolo posso conoscere io a Triberg’’?

Dall’altra parte della strada vedo una signora che si sta sbracciando gridando contemporaneamente il mio nome! Chi era? Ma Anna Piccini-Mace naturalmente! Una sorta di vulcano in versione ‘’umana’’  a cui nessuno può sottrarsi! Anna è il festival della ‘’vitalità’’ conosce tutto e tutti, ti presenta in continuazione un mare di persone, di cui tu, tre secondi dopo non ricordi, non solo il nome, ma neppure le fattezze. Ma questo non frena affatto il vulcano Anna,  che,  detto tra noi trovo adorabile, nonostante le abbia  confessato: ‘’Anna se io e te dovessimo mai vivere assieme probabilmente diventeremmo isteriche entrambi’’! Anche lei infatti sostiene che, fortunatamente, la calma di suo marito mitiga il suo carattere, cosa che succede anche nel mio ‘’matrimonio’’, per fortuna.

Ma comunque, torniamo a noi,  mentre la raggiungevamo, un altro signore, vestito con un abito nero tipico locale, la raggiungeva sorridendo, a sua volta.

Ecco che, appena arrivati a Triberg, eravamo accolti da Anna e da Gallus Strobel, il sindaco di Triberg!

Entrambi, parlando in contemporanea, ci hanno accompagnati al Landgasthof Lilie, uno splendido Hotel/ristorante dove abbiamo ritrovato altri amici di Frejus. Abbiamo mangiato in allegria, ridendo, scherzando e cantando. Ad un certo punto sono arrivati dei camerieri con dei bicchierini su dei vassoi che hanno offerto a tutti, dopo aver bevuto il contenuto di quei bicchieri i cori sono aumentati! 

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Anna ed il sindaco davanti al Landgasthof Lilie

Al link qui sotto vedrete i brindisi cantati!

https://www.facebook.com/elena.saita/videos/10212111700083987/

Tornati in Hotel con un pò troppo alcool in corpo ci siamo addormentati come sassi.

Il giorno dopo, venerdì,  siamo andati un pò a spasso per la città, e nel pomeriggio abbiamo assistito alla cerimonia in piazza davanti al municipio. La banda musicale di Triberg è composta da bravissimi giovani che è un piacere sentir suonare.

Purtroppo un acquazzone ha colto tutti di sorpresa e abbiamo dovuto correre a ripararci. Siamo rientrati in hotel bagnati come dei pulcini. 

La sera ci siamo ritrovati tutti alla Kurhaus, una sorta di sala a disposizione delle Associazioni, dove abbiamo visto l’esposizione della storia del gemellaggio.

Mentre cenavamo l’animazione musicale era assicurata dai ‘’Bordellos’’ un gruppo musicale composto da bravissimi musicisti che, come suggerisce il nome, sono estremamente ”vitali”!

Noi della ‘’Corale Note Azzurre’’ abbiamo cantato alcune canzoni poi è stata la volta del gruppo Ofafalou 83, un gruppo di musicisti, ballerini e cantanti che si sono esibiti in musiche tradizionali della Nuova Caledonia. 

L’orchestra Azur Dance di Frejus ha animato il resto della serata.

Tornati in albergo come al solito sono ‘’svenuta’’ sul cuscino.

Sabato mattina sul bus che ci ha portati alla stazione, tutti mi hanno cantato Happy Birthday! Eh si … sabato era il mio compleanno! E tutti quanti, compreso il gruppo della Nuova Caledonia, cantava happy birthday to Elena … ! Eh bè … sono soddisfazioni! 🙂 

Comunque … il bus ci ha portati alla stazione dove siamo saliti tutti su un vecchio treno e abbiamo attraversato un tratto di Foresta Nera godendoci la vista di un paesaggio incontaminato.  Siamo scesi dal treno e ci è stato offerto un ottimo pranzo a base di prodotti locali. 

Nel pomeriggio eravamo liberi, quindi Antonio ed io siamo andati a visitare il Museo: Black Forest Museum (Schwarzwaldmuseum) della città.

Un museo interessantissimo. Si possono ammirare non solo i costumi locali, ma anche l’abilità degli artigiani del posto, nel costruire gli orologi a cucù. Splendidi oggetti sia dal punto di vista meccanico che dall’intaglio del legno. Interessanti sono i sistemi delle ‘’pianole’’ tamburi rotanti predisposi per la riproduzione della musica. In pratica strumenti che, altro non erano,  se non i precursori dell’odierno giradischi. Veramente interessante. 

Dopo aver fatto un giro per ammirare le bancarelle del mercato delle pulci siamo andati a vedere le famosissime ‘’cascate’’ di Triberg, che abbiamo raggiunto partendo dal nostro Hotel.  Dopo una scalinata, ripida, ma non troppo lunga, una stradina quasi in pianura ci ha portato direttamente alle cascate che sono tra le più alte della Germania (163 metri). Sono generate dal fiume Gutach e sono particolarmente scenografiche in quanto si sviluppano su sette livelli di roccia granitica. 

https://www.facebook.com/elena.saita/videos/10212127436717393/?hc_ref=ARQFnbUOTq285LmlTcIHtEtOrRTRkG70uwbMqLP2j1dJneMlNYtmy3NFc6WoPWN7nXE&fref=nf

Lungo il percorso moltissimi scoiattoli attraversano il sentiero, vigliacco se sono riuscita a fare un film decente con uno scoiattolo. Qui se ne intravede uno: https://www.facebook.com/elena.saita/videos/10212127432717293/

Nel primo pomeriggio, dopo aver assistito allo spettacolo di danza Turnverein Triberg,  abbiamo nuovamente cantato alcune canzoni. L’orchestra Azur Dance ha intrattenuto ancora il pubblico.

La sera abbiamo nuovamente cenato tutti assieme alla Kurhaus e poi siamo andati al Chapiteau, una sorta di immenso tendone coperto, dove il gruppo austriaco Silbertaler ha suonato fino a mezzanotte passata. 

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eccomi qui con il cappello tipico locale, regalo per il mio compleanno. Abbiamo scoperto solo in seguito che il cappello con i pon-pon rossi era destinato alle ”vergini” … vabbè … non importa! 🙂

Antonio ed io, in previsione della strada da percorrere il giorno dopo, più di 900 chilometri,  siamo tornati in hotel verso le 9,30.  Personalmente dormo come un sasso per cui la musica non mi ha disturbata affatto,  Antonio ha avuto invece qualche difficoltà.

Stamattina, domenica, siamo ripartiti tutti e tre e, alle 18,30, lasciavamo Giuseppe davanti casa sua a Frejus. Noi due siamo rientrati a St. Aygulf giusto in tempo per vedere il telegiornale delle 19.00.

Alla prossima

Elena 

.-.-.-.-.-.

Qualche notizia sul sindaco di Triberg: 

Il sindaco è conosciuto per una faccenda un pò stana, che ‘’disturba’’ le lotte per l’emancipazione femminile. Dovete sapere che a Triberg c’è  un parcheggio in un garage pubblico,  dove un paio di posti sono riservati solo ed esclusivamente agli ’’uomini’’,  con tanto di simbolo in terra per evitare di sbagliarsi! 

Il motivo dell’assurda trovata? Nei posti si entra solo in retromarcia e, secondo il primo cittadino, Gallus Strobel, le donne sono meno brave in questo tipo di manovre. Oltretutto, per rendere complicata la manovra,  bisogna evitare un pilastro di cemento con una sterzata in diagonale. Una sfida al ‘’politcally correct’’, la definisce Strobel, parlando al Süddeutsche Zeitung e spiegando che nello stesso garage ben 13 posti sono riservati alle signore. ‘’Si tratta  quindi solo di un atto di galanteria’’, si difende il sindaco e,  avendolo conosciuto, credo che proprio quello sia stato il suo motivo anche se ”condito” con una goccia di condiscendenza nei confronti del ”gentil sesso”.  Fatto sta che in Germania ne è scoppiato un caso. La Bild ha persino inviato una cronista sul posto che ha ‘’violato’’ lo spazio uomini, parcheggiando in appena 13 secondi. Uno schiaffo in faccia ai luoghi comuni duri a morire.

La vita è tutto – cortometraggio di Matteo Querci

Ieri sera, al Cinema Vox di Frejus, in occasione dell’ottava edizione del ”Ciclo del Cinema Italiano”, abbiamo avuto l’occasione di aver tra noi  il regista Matteo Querci.

Il ”ciclo cinematografico italiano” è stato creato nel 2010 ed è il frutto del lavoro congiunto tra:  il ”Cinema d’Art et d’Essai Vox” ed il Club italianiste de Provence (CIP) e permette di vedere durante tutto l’anno film in lingua italiana, cosa utilissima per chi vuole approfondirne la conoscenza.

Il film in programma ieri era: ”C’era una volta il West” di Sergio Leone nella versione originale del dicembre 1968. Attori principali: Claudia Cardinale, Henry Fonda, Jason Robards e Charles Bronson. Il tutto accompagnato dalle indimenticabili musiche di Ennio Morricone.

Ieri però era una serata ”speciale” … dedicata anche al ”Festival del cortometraggio”.  Per tale occasione Matteo Querci, il regista del corto ”La vita è tutto”, era presente in sala.

Matteo Querci

Ho la fortuna di far parte della Corale ”Note Azzurre” che si è esibita in questa occasione con alcune canzoni italiane DOC! Forse un po’ ”datate” … ma ancora molto amate sia dagli italiani di ”seconda generazione” che dai francesi. I primi hanno ormai dell’Italia un’idea ”sentimental-romantica”, i secondi amano a prescindere la musica italiana.

Più di una volta mi sono stupita di quanto gli ”stereotipi” siano radicati. Sia in Inghilterra che in Francia, dove rispettivamente ho avuto e ho occasione di vivere, mi sono trovata a discutere con ”nativi”,  convinti che tutti gli italiani siano in grado di cantare e ballare e che siano delle persone estremamente allegre! Evidentemente non conoscono molti dei miei amici italiani … se li conoscessero cambierebbero idea in pochi minuti!

Appena entrata nella hall del cinema, Anna Piccini-Mace, la ”vulcanica” segretaria del CIP, mi ha presentato Matteo Querci.
Con la testa tra le nuvole che mi caratterizza,  gli ho detto che ci eravamo ”sentiti” l’anno scorso su FB, al che lui ha risposto stupito di NON esserci proprio su quella piattaforma! Attimo di panico … Anna ha salvato la situazione dicendo che mi confondevo con Massimiliano Vergani, il regista che, l’anno scorso, aveva presentato il cortometraggio: ”il regalo di compleanno”!
Chiarito l’equivoco, ho chiesto al Querci il motivo che lo ha spinto a non esser su FB, piattaforma dove ormai ”comunicano” tutti quanti, presidenti della Repubblica compresi.
La risposta è stata simpaticissima. Dopo avermi detto che considera FB troppo invadente e che richiede un tempo ”dedicato” eccessivo, mi ha fatto questo esempio: ”Due ex compagni di scuola si incontrano ”virtualmente” su FB dopo una ventina d’anni e uno dice all’altro: ”Cribbio! Che strano avere tue notizie dopo venti anni che non ci sentivamo …” Risposta dell’altro: ”E ci sarà pure stato un motivo no”?
Questa risposta la dice lunga sull’opinione che il regista ha di FB. Concordo comunque con il fatto che sia davvero una piattaforma da ”prendere con le molle” e con le dovute ”distanze”.

Dopo una chiacchierata di pochi minuti, con questo giovane simpatico, diretto, intelligente, non aggressivo e dalla piacevole parlata toscana, siamo entrati in sala dove si è tenuta la presentazione del Ciclo del Cinema in Italiano per il 2017 fatta da Jerome Reber, dottorando in Storia del Cinema, e dall’attuale presidente del CIP, Luigi Resetta.

Sono stati ricordati, con grande affetto e simpatia: Learco Calitri – fondatore/presidente del CIP e Paul-Louis Martin – regista /sceneggiatore,  i promotori ed ideatori di questa bella manifestazione.  Purtroppo entrambi sono scomparsi l’anno scorso a breve distanza uno dall’altro, ma sempre vivi nel cuore di tutti noi.

La corale Note Azzurre, diretta da Giuseppe Comes, e rigorosamente composta da ”dilettanti”, ha cantato tre canzoni. E’ stato piacevole vedere tra il pubblico alcuni cantare assieme a noi e sorridere felici battendo le mani. Piacevoli attimi di condivisione semplice e serena, cosa della quale abbiamo tanto bisogno al giorno d’oggi.

Dopo di che abbiamo assistito alla proiezione di: ”La vita è tutto”.

Il cortometraggio è girato tra le vie di Prato, una città non lontana da Firenze. Protagonista il bravo attore Francesco Ciampi nella parte di un ”barbone”, senza fissa dimora, che si accontenta di soddisfare i bisogni basilari dell’essere umano: mangiare qualche cosa, spostarsi con una bicicletta, avere un amico con cui condividere il poco che possiede.

Il ”barbone”, dopo aver trascorso le sue giornate, seduto su qualche panchina o angolo di strada, chiedendo l’elemosina, si ritrova la sera con l’amico, che vive nelle sue stesse condizioni. Dopo aver mangiato una più che frugale cena a base di un singolo pezzo di focaccia, si apprestano entrambi a dormire in un angolo riparato. Questa è la loro routine.

Una sera prima di addormentarsi, il protagonista trova la ricevuta di una schedina del totocalcio e sogna di aver vinto il primo premio! Nel sogno si vede ricco, proprietario di ville, circondato da belle donne, con piscine, auto di lusso, elicotteri. Si vede discutere con dipendenti ossequiosi e con ”personaggi in odor di mafia” a cui deve a suo volta ”rispetto” . Insomma una vita ”dorata” ma, molto probabilmente, ”vuota e stressante”.
Nel sogno è vittima di un incidente mortale su una lussuosa vettura sportiva. (°) Quando si sveglia e realizza di aver solo ”sognato” è felicissimo di esser vivo e vegeto! Straccia quindi la ricevuta della schedina, senza nemmeno pensare di controllare se effettivamente avesse vinto oppure no.

Dopo la proiezione il pubblico presente ha avuto l’occasione di porre al regista alcune domande. Splendido modo questo per avvicinare due ”mondi” che difficilmente hanno occasione di dialogare tra loro.

Dopo una prima istintiva e positiva reazione per il condiviso ”scampato pericolo” … ho pensato alla crisi economica che ci attanaglia e a quanto questo cortometraggio, più ci penso, più mi lascia perplessa.
Pur essendo perfettamente d’accordo che la cosa più importante sia semplicemente la ”vita”, mi chiedo quale messaggio questo film possa avere per i giovani.
Ho come l’impressione che sia un inno al ”buttare la spugna”. Il fatto poi che il regista sia un ”giovane” mi mette ancor più in imbarazzo.
Hanno forse i giovani smesso di aver fiducia nel futuro?
Hanno forse deciso che non vale più la pena di combattere per ottenere qualche cosa?
L’imprenditoria che ci circonda … è vista dai giovani come talmente ”marcia” e compromessa, che non vale più nemmeno la pena di attivarsi per ”fare qualche cosa”?
La superficialità dorata di cui trasudano i ”ricchi” … serve solo a coprire una mancanza di valori veri?
E’ meglio chiudersi nel proprio minuscolo recinto, cercando di sopravvivere, smettendo di lottare contro i ”mulini a vento”?
Dove andremo a finire con questo tipo di ”visione del mondo”?

Ma … soprattutto che razza di ”futuro” abbiamo lasciato loro?

Tutte queste domande continuano a frullarmi nella testa e non alimentano certo la mia recondita e vigliacca necessità di sentirmi in ”buone mani”. Stranamente ho bisogno di pensare che i giovani siano in grado di gestire al meglio questo mondo difficile e sempre più complicato, che agli occhi della mia generazione appare sempre più ”alieno”!

Non mi sono fermata per assistere alla proiezione del film di Sergio Leone, che già avevo visto un paio di volte nel passato, ma sono certa che chi lo ha fatto non ne sia rimasto deluso.

Grazie ancora al CIP ed al VOX per la piacevolissima serata.

Alla prossima
Elena
(°) La vettura dell’incidente nel cortometraggio era la splendida Aston Martin usata in un film di James Bond

Ho conosciuto Mariano Perrella! Chi lo avrebbe mai detto? :-)

Mariano Perrella, è partito sabato 15 ottobre da Roma ed è venuto a Frejus, dove ha cantato e suonato gratuitamente presso la ”Salles des Sport de Villeneuve”.
Lo ha fatto per contribuire alla raccolta fondi organizzata dal CIP – Club italianiste de Provence, con la collaborazione del Municipio di Frejus, per le vittime del terremoto di Agosto in Italia.
Ovviamente c’erano anche altri musicisti, ma io voglio parlare di questo Signore, che ho avuto la fortuna di conoscere, andandolo a prendere all’aeroporto di Nizza assieme a Giuseppe Comes, il ”capocoro” di ”Note azzurre”, la corale del CIP.

Dunque per chi non conoscesse il personaggio, ecco qui di seguito qualche cosa a proposito della sua vita.

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”Mariano Perrella è un cantante, musicista (chitarrista, pianista, mandolinista, bassista), compositore, autore di programmi radiofonici e spettacoli teatrali.
 
E’ nato a Napoli, dove ha iniziato la sua lunga attività di “orchestrale”, suonando, per farsi le ”ossa” , in vari locali ed in seguito con famosi cantanti.
E stiamo parlando di cantanti del calibro di Massimo Ranieri,  i Vianella, Wes, Gianni Nazzaro, Mal dei Primitives , Ivan Graziani ed altri ancora. 
 
Nel 1970 Parrella si trasferisce a Roma dove inizia l’attività di “ turnista” di sala d’incisione, con i maestri come:  Piero Pintucci, Renato Serio, Toto Torquati, Toni Mims, Detto Mariano, Lally Stott, Marcello Faneschi, Vito Tommasi, Berto Pisano, e per artisti come: Domenico Modugno, Renato Zero, Mia Martini, Amedeo Minghi, Edoardo de Crescenzo, Ivan Graziani, Anna Oxa, Wilma Goich, Rino Gaetano, Edoardo Vianello, Gabriella Ferri, Renato Rascel, Gigi Proietti.
Nel 1976  entra a far parte del gruppo ”Pandemonium” come musicista e arrangiatore e dal 1980 è coautore di tutte le canzoni del gruppo.
Dal 1986 é autore delle musiche delle produzioni del  teatro “ Delle Muse” di Roma, dove collabora con Gigi Reder, Enzo Garinei, Lando Buzzanca, Vittorio Marsiglia, Giacomo Rizzo e la compagnia stabile Pirol-Santoro.
 
Dal 2000 è il musicista del teatro “ Prati ”  di Roma di Fabio Gravina.
Ha scritto le musiche di spettacoli teatrali per Nino Castelnuovo, Luigi De Filippo, Pippo Franco, Aldo Giuffré, Oreste Lionello, Nino Manfredi, Gigi Proietti, ed altri ancora.
 
Nel cinema, è autore di colonne sonore, fra le quali, insieme a Edoardo Vianello, quella del film “ Sapore di mare” diretto da Carlo Vanzina.
 
Ha lavorato per la televisione italiana dal 1990 al ‘95  ed é stato il responsabile musicale, nonché autore ed esecutore  delle musiche originali, del programma di  Rai 1  “Più sani più belli” condotto da Rosanna Lambertucci ”.
 
Ecco, ora sapete qualche cosa in più sul Signore, amico da anni di Giuseppe Comes, che ha cantato e suonato per contribuire alla raccolta fondi per Amatrice.

Mondi completamente diversi a volte si incontrano per puro caso! Ammiro le persone che, grazie alla loro musica, vivono ”libere come l’aria”! Ebbene si … esistono persone il cui ”lavoro” consiste nel coltivare il proprio hobby!
L’ho visto all’opera e devo dire che è ”impressionante”! Pur non conoscendo le artiste francesi con le quali si è esibito domenica, ha accompagnato le cantanti nei loro ”gorgheggi” in maniera talmente ”naturale” e, diciamolo pure, ”virtuosa” , che pareva quasi avessero provato assieme più volte, mentre invece le aveva appena incontrate!
Per il pubblico presente Mariano Perrella ha suonato e cantato: ”Reginella”, ”Io te vurria vasà”  e  ”Surdato ennamurato”! Un tuffo al cuore per chi ama la canzone napoletana come me.

Che dire? Grazieeeeeeee

Alla prossima

 

Elena

p.s.: qui Mariano Perrella suona per il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella – https://www.youtube.com/watchv=U61LkUOOemo&feature=youtu.be&app=desktop

2 GIUGNO 1946 … nascita della Repubblica Italiana

Che cosa si festeggia oggi? Lo so che lo sappiamo tutti quanti … ma forse alcuni giovani non conoscono bene la ”faccenda”, quindi  ecco qui di seguito il motivo per cui oggi viene celebrata la ”nascita” della nostra Repubblica.

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Pima di tutto è bene ricordare che questa ”nostra” ricorrenza trova in Francia la sua ‘gemella” nel 14 di luglio, giorno in cui la Francia ricorda la ”presa della Bastiglia” .  I francesi, come al solito,  ci hanno anticipato di parecchio!  Infatti la rivoluzione per eliminare una monarchia assolutista e creare la Repubblica hanno iniziato a farla nel 1789.

Anche gli americani hanno una festa simile, è  il 4 di luglio, giorno in cui festeggiano l’indipendenza dalla Gran Bretagna avvenuta nel 1776, tra l’altro con l’aiuto dei francesi.

La Repubblica Italiana è nata invece solo nel giugno del 1946, in seguito ai risultati del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno.

Un referendum indetto alla fine della seconda guerra mondiale, affinché il popolo scegliesse quale forma di governo dare al Paese, dopo la caduta del fascismo. Regime che aveva di fatto ridotto enormemente il potere del re.  Dopo 85 anni di regno sabaudo, con 12.718.641 voti contro 10.718.502 l’Italia diventava una repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.

Il due e tre giugno, il referendum fu a suffragio universale, quindi le donne italiane votarono per la prima volta!

Una grande conquista per noi donne. Ma sarebbe stato impossibile non concederci questa possibilità. Durante la guerra le donne avevano sostituito gli uomini, occupati a combattere nell’esercito regolare o sulle montagne, a seconda delle loro idee politiche. E le donne avevano lavorato sia nelle fabbriche che nelle campagne, dimostrando di essere più che all’altezza della situazione.

Erano inoltre state ”partigiane” anche loro sulle montagne, oppure staffette, portando messaggi e viveri.

Quindi se le donne erano ”buone” per lavorare nelle fabbriche … nei campi …  tenere un fucile tra le mani …portare di nascosto messaggi importanti rischiando di esser prese dai tedeschi … perché mai non avrebbero dovuto esser in grado anche di ”votare”?

Una pagina della Domenica del Corriere dell’estate del 1946, riporta i visi di 21 donne, elette all’Assemblea Costituente. Erano 9 della Democrazia cristiana, 9 del Partito comunista, 2 del Partito socialista e 1 del partito dell’Uomo qualunque.

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Erano una minoranza rispetto ai 535 uomini, ma comunque un grande risultato se si considera che fino ad allora alle donne italiane era persino vietato votare, figurarsi entrare in Parlamento!

Cinque di queste Signore: Nilde Iotti, Teresa Noce, Lina Merlin, Maria Federici, Ottavia Penna Buscemi, faranno anche parte della ristretta commissione, composta da 75 persone,  incaricata di elaborare il progetto di Costituzione. Una delle più belle del mondo! Anche perché è stata una delle ”ultime” ad essere stilate.

Queste Signore, nonostante sedessero in un Parlamento ”maschilista” per tradizione e vocazione culturale,  erano decise e poco malleabili ai ”desiderata” e agli ”ordini di scuderia” dei rispettivi partiti. (Nessuno parlava all’epoca di ”obbligo di mandato”)  Quindi le 5 neo deputate,  con competenza e decisione, nel corso delle lunghe sedute, diedero battaglia per difendere i diritti che le donne volevano finalmente vedersi riconosciuti.

la Signora Merlin (conosciuta più per esser la ”madre” di una legge che abolì le ”case chiuse”)  riuscì a fare inserire all’articolo 3 della Costituzione una frase fondamentale:  “senza distinzione di sesso” – che è stata, e lo è ancora oggi, alla base di ogni rivendicazione etica e giuridica per il rispetto e l’osservanza delle pari opportunità tra uomo e donna!

Eppure, quando si parla di nascita della Repubblica Italiana si parla sempre di ”Padri fondatori” , addirittura molti ignorano che ci furono donne che nell’antifascismo prima e nella Resistenza poi hanno lottato in prima persona e non solo per la libertà del Paese, ma anche per accelerare il processo di emancipazione femminile e affermare un’identità di genere. Un po’ come stanno facendo oggigiorno le coraggiose combattenti curde in Siria.

Qui sotto, per intero,  l’articolo 3 della nostra Costituzione:
Art. 3 della Costituzione italiana
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
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Questa frase è talmente bella che vengono le lacrime agli occhi nel leggerla!

Ma torniamo alla nostra festa … La città di Roma nel giugno del 1948 per la prima volta ospitò la parata militare in onore della Repubblica.  L’anno seguente, con l’ingresso dell’Italia nella NATO, se ne svolsero dieci in contemporanea in tutto il Paese mentre nel 1950 la parata fu inserita per la prima volta nel protocollo delle celebrazioni ufficiali! Alla parata militare e durante la deposizione della corona d’alloro presso il Milite Ignoto, prendono parte tutte le Forze Armate, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, la Croce Rossa Italiana e alcune delegazioni militari dell’ONU, della NATO, dell’Unione Europea e rappresentanze di reparti multinazionali che presentano una componente italiana.

Attualmente il cerimoniale prevede la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto presso l’Altare della Patria a Roma e una parata militare alla presenza delle più alte cariche dello Stato. La cerimonia prosegue nel pomeriggio con l’apertura al pubblico dei giardini del palazzo del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica Italiana, con esecuzioni musicali da parte dei complessi bandistici dell’Esercito Italiano, della Marina Militare Italiana, dell’Aeronautica Militare Italiana, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, del Corpo di Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato.

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Insomma un gran bel giorno di festa! E noi del ”CIP” … (Club Italianiste de Provence) non rinunciamo certo a festeggiarla questa giornata! Quest’anno ci ritroveremo presso il ristorante italiano di Frejus ”La Bella Trattoria” a mangiare, cantare e brindare tutti assieme.

Anche se viviamo in Francia,  a molti di noi … batte ancora il cuore per il nostro Paese!

Alla prossima

Elena