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Liberi e uguali (LU) – Mdp, il Pd e 96 anni di scissioni della sinistra italiana …

Bisogna proprio ”amarla” la sinistra per sopportare tutte le divisioni, tutte le scissioni.  Sono come i ”frattali”!

Comunque a Roma 1.500 delegati hanno partecipato all’assemblea unitaria della sinistra italiana, che ha visto incontrarsi Mdp, Si e Possibile, uniti in quella che sarà una lista unitaria alle prossime elezioni. Il nuovo soggetto politico a sinistra si chiama Liberi e Uguali (LU) e avrà come leader il Presidente del Senato Piero Grasso, da poche settimane allontanatosi da quel PD in cui ha smesso di riconoscersi.

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ecco come è nato LU – che non è una marca di biscotti … ma è il nuovo partito a sinistra del PD.

Se parliamo di dati sono ovviamente già partiti i sondaggi sul valore di questo nuovo soggetto politico e dei punti che Grasso potrà aggiungere alla lista. L’ennesima nella lunga storia della sinistra italiana, che abbiamo analizzato nella nostra InfoData, aggiornata per l’occasione. Una storia segnata dall’avvicendarsi di nuovi partiti, coalizioni elettorali, fusioni e scissioni. L’ultima aveva portato Pierluigi Bersani, Enrico Rossi e altri noti esponenti del Partito Democratico, a lasciare nel corso del 2017, fondando Movimento Democratico e Progressista, che oggi è uno dei principali promotori del nuovo fronte Liberi e Uguali.

Numeri della prima grande scissione

La sinistra italiana ha conosciuto stagioni relativamente stabili ai primi del Novecento. Una situazione che si è aggravata con la fine della grande stagione del Partito Comunista Italiano, il partito egemone della sinistra italiana per tutto il periodo che va dal dopoguerra alla caduta del muro di Berlino. Un partito nato anch’esso da una scissione storica, quella del 1921.

L’ala di sinistra del Partito Socialista Italiano, guidata da Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci, decise di separarsi dal resto del partito durante il XVII Congresso socialista. La frazione comunista, di fronte al rifiuto della maggioranza del partito di accogliere la sollecitazione del Comintern ed estromettere i riformisti dal PSI, abbandonò i lavori dando vita al Partito Comunista d’Italia.

Soffermandoci sui numeri di questa importante scissione, furono 58.783 gli iscritti che lasciarono il Partito Socialista Italiano. Il nuovo partito affrontò la prova delle urne, per la prima volta, alle politiche del 1921, ottenendo 304.719 voti, equivalenti a un 4,6% e a 15 seggi alla Camera. Il Partito Socialista raggiunse, con 1.569.559 voti, il 24,7%, guadagnandosi 123 seggi.

Gli anni successivi vedranno però, come detto, una situazione ribaltata. Il Partito Comunista Italiano diventerà il partito egemone della sinistra, in controcorrente rispetto al resto d’Europa, segnata da una prevalenza dei partiti socialdemocratici.

La frammentazione degli ultimi 30 anni

Gli ultimi 30 anni hanno fatto registrare un numero molto elevato di nuovi partiti e modificazioni del panorama politico della sinistra, soprattutto se messi in rapporto ai decenni precedenti. Come mostrato in grafica, dal 1921 fino allo scioglimento del Partito Comunista Italiano la vivace dinamica dell’area progressista è rimasta moderatamente limitata.

Sono ben 20 i soggetti politici segnati in grafica nel post PCI, contro i 2 dei 70 anni precedenti, caratterizzati dalla dialettica socialisti-comunisti. La frammentazione ha colpito particolarmente la sinistra più estrema, che ha visto nascere e morire diverse realtà nel giro di pochi anni.

Il centrosinistra ha invece seguito il percorso inverso, con la nascita del Partito Democratico dalla confluenza di Democratici di Sinistra e La Margherita. Due partiti già in coalizione sotto la bandiera comune dell’Ulivo alla politiche 1996 e 2001 (con candidati premier Romano Prodi e Francesco Rutelli) e dell’Unione nel 1996 (Romano Prodi candidato premier). Almeno fino al 2009, quando il PD registra la prima scissione. Francesco Rutelli lascia il partito e, nel novembre 2009, fonda Alleanza per l’Italia. Nel 2015 si registra invece la fuoriuscita del gruppo guidato da Filippo Civati e la nascita di Possibile. Nasce anche Sinistra Italiana, dalla fusione di Sinistra Ecologia Libertà e Futuro a Sinistra, fuoriuscito dal Partito Democratico e guidato da Stefano Fassina. Lo scorso 25 febbraio 2017 si è registrata l’ultima importante fuoriuscita dal grande progetto nato il 14 ottobre 2007, che mirava a creare il grande partito a vocazione maggioritaria della sinistra, che oggi ha già perso numerosi pezzi, soprattutto nel periodo di segreteria di Matteo Renzi.

Quali sono stati i partiti più importanti della sinistra italiana? Soprattutto, quali hanno pesato di più a livello elettorale?

Il Partito Democratico è la realtà politica che ha raggiunto il maggior numero di parlamentari nelle due camere. Nato fin da subito come partito a vocazione maggioritaria, anche a costo di discostarsi dalle posizioni più classiche della sinistra guardando all’elettorato moderato, il PD ha raccolto un massimo di 303 deputati alla Camera e 113 senatori.

Subito dopo il Partito Comunista Italiano, con i 228 deputati e 116 senatori ottenuti alle politiche del 1976, quando il partito guidato da Enrico Berlinguer raggiunse il suo massimo storico, il 34,37% dei voti. (Qui però non c’era i premio di maggioranza … viceversa sarebbe andato meglio della performance del PD)

Il PDS fece registrare 172 deputati e 102 senatori nel 1996. Un risultato solo avvicinato dalla successiva esperienza politica dei Democratici di Sinistra, che alle elezioni 2001 guadagnarono 137 deputati e 64 senatori.

Il massimo storico del Partito Socialista Italiano alla camera è da ricercarsi nel periodo pre-scissione, alle politiche del 1919, con 156 seggi conquistati. I 49 seggi al Senato del 1992 rimangono invece il miglior risultato ottenuto a Palazzo Madama.

Per quanto riguarda l’estrema sinistra post PCI, Rifondazione Comunista raggiunse 41 deputati e 27 senatori alle elezioni 2006, dove raccolse il 5,8% alla Camera e il 7,4% al Senato.

Se non altro il partito di Grasso non ha fatto studi strategici per il nome e simbolo del partito, limitandosi a chiamarlo LU, che ricorda un pò i biscotti, ma che mette in evidenza il fatto che siano tutto sommato, semplici e ruspanti, il che non è male. Gli altri partiti scelgono invece ”nomi” che ”lavino le meningi” già in partenza .

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LU – Liberi e Uguali …

Per chi non vota a destra … per chi non ‘’ama’’ il pd di Renzi … cosa rimane se non ‘’LU’’?

Alla prossima

Elena

 

Fonte:  Sole24

Passa ”delibera” sui vitalizi! Questi ”signori” NON li prenderanno più!

Ogni tanto delle buone notizie, vediamo un po’ chi sono:
Marcello dell’Utri – condannato a 6 anni per concorso esterno in associazione mafiosa
Cesare Previti – condannato a 6 anni per corruzione in atti giudiziari
Silvio Berlusconi – condannato a 4 anni di reclusione (trasformati in servizi sociali) per frode fiscale
Arnaldo Forlandi condannato a 2 anni e 4 mesi per finanziamento illecito ai partiti
Totò Cuffaro – condannato a 7 anni per favoreggiamento alla mafia
Toni Negri – condannato a 12 anni per complicità con le BR
Giuseppe Ciarrapico – condannato a 8 anni per truffa aggravata, bancarotta fraudolenta e finanziamento illecito
Marcello De Angelis – condannato a 5 anni per associazione in banda armata
Antonio Tomassini – condannato a 3 anni per falso in certificazione
Massimo Abbatangelo – condannato a 6 anni per detenzione di esplosivo
Salvatore Sciascia – condannato a 3 anni per corruzione di ufficiali della Finanza
Giulio Di Donato – condannato a 3 anni e quattro mesi per corruzione
Paolo Pillitteri – 4 anni e sei mesi per ricettazione

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Marcello dell’Utri non sarà più pagato da noi …

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Cesare Previti … basta vitalizio

E anche allo ”gnomolaccatodibiaccamarroneintesta” non pagheremo più il vitalizio! 🙂

Ebbene si, finiremo di pagar loro lo stipendio visto che la delibera, proposta dai presidenti dei due rami del Parlamento: Pietro Grasso e Laura Boldrini, per abolire i vitalizi a parlamentari condannati in via definitiva a più di due anni è stata approvata.

Ma la sorpresa è vedere ”chi” ha approvato questa delibera!

Alla Camera HANNO VOTATO A FAVORE: PD, SEL, SCELTA CIVICA, FRATELLI D’ITALIA E LEGA!

NON HANNO PARTECIPATO AL VOTO: FORZA ITALIA, M5S  e AP !

Gli esponenti di NCD e UDC pur non partecipando al voto sono rimasti in Aula, mentre azzurri e grillini sono usciti fuori al momento del voto.

La delibera entrerà in vigore tra due mesi e riguarda l’erogazione di vitalizi e pensioni agli ex parlamentari che abbiano ricevuto condanne definitive per reati di particolare gravita’, con pene superiori ai due anni.

Certo è solo una delibera e non una legge … avremmo preferito di più. Ma, non dimentichiamo che sono gli stessi parlamentari a votare, in questo caso contro il loro interesse, quindi lo stop ai vitalizi ai condannati è meglio di niente … o no?

Cari ”ortotteri” quando i provvedimenti sono nella direzione giusta si dovrebbe votare invece di uscire dall’aula con aria scocciata, facendo i capricci e battendo i piedi, perché non fanno come volete voi, oppure vi ”ruban l’idea”!

Voi cari ortotteri siete stati votati per ”migliorare le cose nel Paese” , per ”servirlo” e NON certo per fare i capricci e/o ricoprirvi di gloria!

La politica la si fa a piccoli passi e non ci sono le bacchette magiche, quando i provvedimenti sono ”buoni” li si vota!  Lo capirete un giorno o no? Mah …

Alla prossima
Elena