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”STEPCHILD ADOPTION” … OMOSESSUALITA’ … E LA CHIESA CATTOLICA ROMANA …

Sempre più spesso ci chiediamo del perché la Chiesa abbia così tanta ”voce in capitolo” sulle faccende che, in teoria, dovrebbero riguardare solo il Parlamento Italiano.

Sulla questione della ”stepchild adoption” (adozione del figlio del partner) esistono opinioni diverse e trasversali, ed è bene lasciare libertà di coscienza ai parlamentari! Abbiamo detto ai ”Parlamentari”! Non alla CEI! Che potrebbe anche smetterla di ”ficcare il becco” e fare pressioni in faccende che riguardano lo Stato e NON la Chiesa! O no?

iuLa senatrice del PD: Cirinnà autore del DDL omonimo

Ma … il famoso: ”Libera Chiesa in Libero Stato” se lo sono dimenticato tutti?

Per chi non ricordasse nulla a proposito di questa frase, mi permetto di ”rinfrescare la memoria” a chi legge.

La frase ”Libera Chiesa in libero Stato” fu coniata da Charles Forbes Montalembert,  uomo politico e giornalista francese nato a Londra nel 1810 – e morto a Parigi nel 1870.  Entrato nella redazione de L’ Avenir,  fu paladino nel sostenere la necessità da parte della Chiesa di evolversi in senso liberale e di evitare pressioni sulle decisioni prese dalla politica.

Questa frase fu ripresa e pronunciata più volte dal Conte Camillo Benso di Cavour,  fra l’altro anche nel discorso al Parlamento con cui appoggiò l’ordine del giorno che acclamava Roma capitale d’Italia (27 marzo 1861). Il motto rimase nell’uso giornalistico e storiografico, come aforisma efficace del pensiero di Cavour sul come risolvere la ”questione romana” , questione sorta in seguito alla nascita del Regno d’Italia, e cioè che la Chiesa NON possedeva più un regno temporale.

È ispirata a quel pensiero la visione del liberalismo italiano nei confronti del problema dei rapporti fra Stato e Chiesa. Bene diremo noialtri e allora perché la Chiesa mette sempre e costantemente in ”naso” in faccende che dovrebbero essere prerogativa del Parlamento?

A chi dobbiamo questa costante ingerenza della Chiesa?

Ma a chi se non al ”caro” Benito Mussolini! Che cosa ci ha combinato costui? Costui, pur di prendere consensi e voti ci ha combinato i ”Patti Lateranensi!

Che cosa sono? Sono un accordo di ”mutuo riconoscimento” tra il Regno d’Italia e la Santa Sede concordati l’ 11 febbraio del 1929.  Un trattato che riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede, fondava lo Stato della Città del Vaticano e definiva le relazioni civili e religiose tra la Chiesa e il Governo. Fu anche stipulata una ”Convenzione Finanziaria” che regolava le questioni sorte dopo la perdita del ”potere temporale” a causa della nascita del Regno Italico. Venne prevista l’esenzione alla Città del Vaticano, dalle tasse e dai dazi sulle merci importate e il risarcimento di 750 milioni di lire e di ulteriori titoli di Stato, per un valore di un miliardo di lire per i ”danni finanziari” subiti dallo Stato pontificio in seguito alla perdita del potere temporale. (Non avevano più territori)

Mussolini, negli accordi,  acconsentì di rendere le leggi sul matrimonio (annessi e connessi) conformi a quelli della Chiesa cattolica di Roma e di rendere, tra le altre cose,  il clero esente dal servizio militare. I Patti garantirono alla Chiesa il riconoscimento di religione di Stato in Italia, con importanti conseguenze sul sistema scolastico pubblico, come l’istituzione dell’insegnamento della religione cattolica.

Va da se che il risultati dei ”Patti lateranensi” consentirono un aumento esponenziale dell’ingerenza della Chiesa nelle faccende dello Stato, specialmente per quanto riguarda  le leggi che regolamentano la ”famiglia”.

Precedentemente ai Patti lateranensi, l’ingerenza non avveniva, in quanto la regolamentazione  tra Chiesa e Stato, derivava dalla sana  filosofia Cavouriana:  ”Libera Chiesa in Libero Stato”.

La cosa che più mi consola,  essendo io di Torino, è che il torinese Cavour fosse decisamente e di gran lunga più ”evoluto”, nonostante fosse vissuto prima di Mussolini!

 

Alla prossima

Elena 

Per memoria allego i punti salienti del ddl Cirinnà

Il testo del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, ora sotto i riflettori, è composto da 19 articoli, riuniti in due titoli: il primo si occupa dei legami tra due soggetti dello stesso sesso, il secondo disciplina la convivenza. Ecco i punti salienti del ddl.All’articolo 1 si stabilisce che due persone dello stesso sesso possono costituire un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni (formazione specifica sociale). I matrimoni contratti all’estero e i matrimoni nei quali un coniuge abbia cambiato sesso, potranno essere riconosciuti come unioni civili. Dal disegno di legge rimangono escluse le adozioni: una coppia omosessuale non può adottare un bambino senza legame con uno dei due partner, come possono fare le coppie eterosessuali, ma si prevede l’estensione per le unioni civili tra persone dello stesso sesso della cosiddetta Stepchild Adoption, cioè l’adozione del bambino che è già riconosciuto come figlio di uno solo dei due.  Per quanto riguarda il regime giuridico nelle unioni civili tra persone dello stesso sesso, e cioè i rispettivi diritti e doveri, residenza, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell’unione, il testo finale giunto in Aula, il cosiddetto Cirinnà bis, prevede che per le unioni civili siano validi gli articoli del codice civile relativi al matrimonio: stessi diritti e stessi doveri. Nel disegno di legge sono tra l’altro riconosciuti alla coppia i diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate. Il ddl Cirinnà bis, elimina inoltre qualsiasi riferimento formale agli articoli del codice civile sulla parità dei diritti tra matrimoni e diritti civili.