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Libia e Italia … un pò ci somigliamo …

La Libia, indipendente dal 1951, è un Paese ricchissimo, o meglio, lo sarebbe se non continuassero a combattere tra loro come i beduini del deserto! 

Noi italiani abbiamo bazzicato in quella zona già dal 1911, ed abbiamo ottenuto il controllo della Tripolitania e della Cirenaica. Nel 1931 il 13% della popolazione libica era italiana. Nel 1934 Italo Balbo fu il primo Governatore della Libia e, durante il fascismo, i cittadini libici autoctoni erano italiani a tutti gli effetti. Siamo onesti, che differenze ci sono tra noi e i libici? Dal punto di vista ‘’somatico’’ nessuna … e da quello ‘’organizzativo mentale’’ forse nemmeno! 

Nel 1943 la Libia fu occupata dagli ‘’alleati’’ (Inglesi e Frances). A noialtri non spettava più visto che la guerra l’avevamo persa in quanto alleati dei tedeschi. Gli alleati vi rimasero fino al 1951 quando venne proclamata la Monarchia ereditaria del Regno Unito di Libia.

L’Africa spinge …

I giacimenti di petrolio, durante la monarchia,  venivano gestiti però dalle grandi compagnie petrolifere ed il Regno libico usufruiva solo il 50% degli introiti, che tra l’altro, finivano quasi tutti nelle mani della famiglia regnante. Quindi per i libici ‘’ciccia’’! Nel 1960, un colpo di stato militare metteva al potere Muammar Gheddafi. 

Gheddafi nazionalizzò le grandi imprese e confiscò i beni degli italiani che furono costretti a lasciare il territorio. Poi però Gheddafi iniziò a dare ‘’fastidio’’ – visto che tendeva a sponsorizzare terroristi e quindi nel 2011 venne ucciso. Da allora in Libia non hanno ancora trovato un ‘’capo’’ in grado di sostituirlo. Perchè quello cercano! Un ‘’capo’’, mica una democrazia. Pure noi cerchiamo l’uomo forte’’ no? D’altronde noialtri siamo più ‘’vicini al Maghreb’’ che alla Norvegia e non solo in termini ‘’geografici’’ ma anche in quelli ‘’mentali’’. 

Eppure … basterebbe un Governo democratico ‘’decente’’ e tutto sarebbe risolto.

Forti del fatto che sul loro terreno e sul mare adiacente abbondano sia il  gas che petrolio, dovrebbero esser dei ‘’Signori’’ in grado di  ‘’dettar legge’’ nella zona … E invece? Invece continuano le ‘’lotte tribali’’ per il potere. Quanta idiozia c’è a ‘sto mondo? Mah …

Ormai da quelle parti mettono il ‘becco’’ tutti e sicuramente favoriranno il ‘’meno democratico’’ dei due. Perché si sa … più sono ‘’primitivi’’ più sono facilmente ‘’manovrabili’’. 

La Libia attualmente è contesa tra il militare Khalifa Haftar,  l’uomo forte della Cirenaica e  che è appoggiato da: Egitto, Emirati Arabi Uniti, Russia e Francia, dall’altra parte c’è Fayez al-Sarraj, Capo del Governo di Accordo Nazionale (GNA) sostenuto dall’ONU ma il cui unico amico pare essere Erdogan. 

Come se ne uscirà da ‘sto caos? Va a sapere …

Alla prossima

Elena 

Il caos attuale in Libia! Proviamo a fare il …

punto della situazione …

In Libia non c’è sicurezza! E la sensazione di ”sicurezza” è quella che fa marciare il mondo intero! Se ci si sente ”sicuri e tutelati” tutto funziona!  Si ha voglia di fare, di organizzare, di pianificare e si guarda al futuro con ottimismo. Se invece ci si sente ”insicuri” ci si chiude nei propri giardini e si attendono gli ”eventi”, che di solito in queste condizioni sono ”violenti” ed esagerati! Ma vediamo un pò che cosa sta succedendo adesso in Libia …

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Dalla scomparsa di Gheddafi, nel 2011, centinaia di ‘’milizie’’ sparse chiedono il potere. In questa situazione ‘’stabilizzare’’ il Paese non è certo un’impresa facile. La Libia avrebbe bisogno di un esercito ben addestrato serio e capace di ostacolare ‘ste milizia che, ad ogni piè sospinto cercano di andare, a loro volta, al potere. 

Come fare ad andare ad elezioni ‘’libere’’’ come spinge Macron in una situazione simile? Fayez Serraj, il premier del Governo di accordo nazionale, uscito dagli accordi di Shikrat  nel dicembre del 2015,  e sostenuto dalla Comunità internazionale, è ora alle prese contro una nuova rivolta a Tripoli. Non è certo la prima ma si direbbe la più grave, visto che sono già morte 200 persone. 

Le varie milizie non danno certo retta a Serraj ma bensì ai capi tribù a cui appartengono. Non dimentichiamo poi che in Cirenaica il business delle armi e della tratta di schiavi sono gestiti assieme da gang criminali e da milizie.

Senza un esercito nazionale ben armato, che risponda solo al Governo, che sia compatto e capace di bloccare costoro,  chiunque abbia a disposizione una milizia può reclamare potere. E, nel caso al ‘’potere’’ non ci arrivi,  farà di tutto, compreso ricorrere alle armi per far andare a ramengo il processo di stabilizzazione di ‘sto disgraziato paese. Cosa che sta accadendo in questi giorni a Tripoli, grazie a quella che chiamano: Settima Milizia!

Il caos creato da ‘sta Settima Milizia è il più grave dall’estate del 2014. Serraj  è andato al potere nel 2015,  quando una coalizione di milizie islamiche  chiamata ”alba Libica”  conquistò Tripoli insediandoci  un Governo ombra di tendenze islamiste, spaccando  di fatto il Paese in due. 

Se finora Serraj è riuscito più o meno a domare le rivolte (le armi molto probabilmente gliele forniamo un pò tutti per tenere a bada ‘ste milizia)  è innegabile che la sua autorità non è che sia poi chissà che. Tra l’altro Serraj non è che dispone poi di un esercito compatto ma bensì di gruppuscoli di milizie che fanno alleanze oggi e le disfano domani. Quindi sono ”affidabili” una cippa!  E che comunque rispondono agli interessi dei loro capi tribù più che a quelli del Governo. Non è un caso che in diverse città della Cirenaica i redditizi business del contrabbando di armi e della tratta di esseri umani siano gestiti congiuntamente da gang criminali e da milizie.

A lanciare l’ultima offensiva contro Serraj è stata la ‘’Settima Brigata’’, una milizia di stanza nelle città di Tarhuna, a sud della capitale. La ragione ufficiale della sua rivolta contro le formazioni fedeli a Serraj sarebbe quella di porre fine al potere delle “milizie corrotte”  (slogan per far digerire interessi propri al popollo che tanto non capisce una cippa) e riportare l’ordine nella capitale”. Ovviamente ogni milizia vuole portare il ‘’suo’’ di ordine. 

Per cercare di evitare uno scontro ancora più aperto  Serraj si è appellato alla potente milizia di Misurata, il cui appoggio al Governo di accordo nazionale non è che sia poi così solido.

La milizia di Misurata infatti respinge le interferenze straniere contro la sovranità della Libia e non aveva partecipato all’incontro tanto voluto da Macron per portare la ‘’pace’’ in Libia.

Macron era riuscito si a far sedere allo stesso tavolo: Serraj, il generale Kalifa Haftar, suo rivale e signore incontrastato della Cirenaica, il presidente del Consiglio di Stato, Khaled al-Mishri, esponente di punta dei Fratelli musulmani, anche lui nemico di Haftar, e il presidente del Parlamento di Tobruk, Aguilah Salah Issa. Questo però non significava far sedere allo stesso tavolo ”tutte” le diverse ‘’anime’’ della Libia. L’intesa che si voleva raggiungere era ambiziosa. Si trattava di unificare le istituzioni, tra cui la Banca Centrale, indire elezioni già in dicembre, formare un esercito nazionale. Ma il fatto che non fosse stata nemmeno firmata dai presenti  la diceva lunga su ‘sto “successo” . Diciamo che si era trattato di una ‘’pia dichiarazione di intenti’’ in attesa di vedere poi come sarebbero finite le cose … e le cose sono quelle di oggi! (200 morti) 

Costoro sono seduti sui più grandi giacimenti di petrolio al mondo … potrebbero innescare il più grande processo di riconversione di affrancamento dalle energie fossili e invece? Invece litigano come cani e gatti …

Macron, dal canto suo,  insiste per elezioni a dicembre!  Ma … in ‘sto casino che cosa potrebbe succedere?  In Libia al momento non c’è un capo riconosciuto … non c’è un esercito … la giustizia non funziona … le Istituzioni sono andata e ‘’pallino’’ … chi assicura ‘’libere’’ elezioni? E ammesso e non concesso che ci sia un ‘’vincitore’’ … la prossima ‘’milizia’’ di un altra tribù o clan lo farebbe ‘’saltare’’ nel giro di pochissimo tempo!

Ovviamente l’Italia in Libia ha moltissimi interessi, vedi ENI, e molto probabilmente l’ENI stessa paga, sottobanco, qualche milizia per tenere la situazione sotto controllo e non farsi rubare tutto.  Ora la domanda è: ”Ma … il Governo attuale, quello ”giallo verde” tanto per intenderci,  ha sevizi segreti e militari sufficienti per controllare la situazione? Oppure la parte del ”leone” la lasciamo fare ai francesi? Secondo me il duo Salvini/Di Maio non sa nemmeno da che parte girarsi. L’unico che ha esternato qualche cosa è il Ministro degli Interni Salvini – anche perché Conte è come non averlo noialtri – e come ministro degli Interni, roba che non c’entra nulla con la situazione estera, ha detto che non manderà l’esercito, che tanto non serve a niente.  Mah … Noi non è che siamo poi tanto meglio dei libici in quanto ad ”anarchia” istituzionale …

Eppure … bisogna assolutamente aiutare ‘sta gente a mettersi a posto. Viceversa gli abitanti cercheranno un futuro ‘’altrove’’ … indovinate dove?

Alla prossima

Elena 

 

 

Strage di Ustica, dopo 38 anni …

… 38 anni fa,  il 27 giugno 1980 il volo di linea da Bologna Borgo Panigale a Palermo Punta Rasi perse il contatto radio con l’aeroporto di Roma-Ciampino e cadde nel Mar Tirreno. Tutti gli occupanti dell’aeromobile, 81 persone, morirono.

Perché? Mah …

L’aereo era un DC-9 della compagnia Itavia ed era sotto il controllo di Ciampino e sotto la sorveglianza dei radar militari di Licola (Napoli) e di Marsala (Sicilia). Tra queste tracce radar è stata accertata la presenza di numerosi tracciati radar civili e militari, nazionali e internazionali. 

Durante le indagini venne fuori che il registro di controllo del sito radar di Marsala, aveva una pagina strappata nel giorno dell’incidente. Il pubblico ministero giunse quindi alla conclusione che fosse stata fatta sparire la pagina originale del 27 giugno e se ne fosse riscritta poi, nel foglio successivo, una versione diversa. Interrogato a questo proposito, il sergente Muti, del centro controllo in servizio quella sera a Marsala rispose: ‘’Non so cosa dirle’’.

L’’ammiraglio James Flatley al comando della portaerei americana Saratoga, ancorata il 27 giugno 1980 nel golfo di Napoli dopo aver inizialmente dichiarato che dalla Saratoga non fu possibile vedere nulla perché tutti i radar erano in manutenzione, successivamente cambiò versione (ma dai?) e disse che, nonostante fossero in corso lavori di manutenzione dei radar, uno di essi era comunque in funzione ed aveva registrato un traffico aereo molto sostenuto nell’area Sud di Napoli. Purtroppo i registri radar della Saratoga, nonostante l’organizzazione americana,  sono andati ‘’persi’’. 

Secondo Brian Sandlin però,  ex militare della US Navy in forza sulla Saratoga nel 1980, durante una intervista rilasciata al giornalista Andrea Purgatori e trasmessa durante la trasmissione televisiva Atlantide nel 2017 ha detto che quella sera il comandante della Saratoga informava l’equipaggio che aerei F4 della Saratoga avevano dovuto abbattere due Mig libici che apparentemente si apprestavano ad attaccarli smentendo le dichiarazioni ufficiali a suo tempo rilasciate dal governo americano al giudice Rosario Priore che si occupava del caso, stando alle quali la nave Saratoga quella notte era ancorata in rada a Napoli. Sandlin dichiara inoltre che quella sera la portaerei era al largo e che oltre metà dei caccia erano decollati per ‘’una prova di forza’’ con la Libia e che due di questi erano rientrati senza armamenti perché avevano sostenuto uno scontro con ‘’DUE’’  Mig libici e li avevano abbattuti. In zona era presente anche la portaerei francese Clemenceau per lo stesso motivo.

E ci stupiamo perché non si sa nulla sulla morte di Ilaria Alpi o Giulio Regeni? 🙁

Il 18 luglio 1980 in effetti la carcassa di un MiG-23MS dell’Aeronautica militare libica venne ritrovato sui monti della Sila in zona Timpa delle Magare, in Calabria da contadini del luogo.

Il Giudice Istruttore ipotizzò una correlazione del fatto con la caduta del DC-9 Itavia, in quanto furono depositate agli atti delle testimonianze di diversi militari in servizio in quel periodo, che affermavano di aver effettuato servizi di sorveglianza al MiG-23 non a luglio, bensì a fine giugno 1980, periodo che concordava con la caduta del DC-9. Si teorizzò quindi che il caccia libico non fosse caduto il giorno in cui fu dichiarato il ritrovamento dalle forze dell’ordine (il 18 luglio), ma molto prima, probabilmente la stessa sera della strage, e che quindi il velivolo fosse stato coinvolto, attivamente o passivamente, nelle circostanze che condussero alla caduta dell’aereo Itavia.

Molti testimoni dell’epoca sono morti … alcuni anche in maniera sospetta … 

A 38 anni dall’accaduto, noi oggi sappiamo che, al 99% fu un missile ad abbattere l’aereo causando la morte di 81 persone tra i quali numerosi bambini … la domanda che rimane senza risposta è: ‘’Di chi era ‘sto missile’’? 

Mah …

Alla prossima

Elena  

I migranti disperati … il nostro vergognoso egoismo …

Decine di migranti sono morti nel naufragio di due barconi sul quale viaggiavano al largo della costa occidentale della Libia verso le coste europee.

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noi ”occidentali” stipata così ci mettiamo l’immondizia …

I migranti sono stati individuati, ha spiegato il portavoce guardia costiera libica Ayub Kasem, tra giovedì e venerdì scorso ad una ventina di km da Al Hamza e Bulali, nell’est del Paese. Intercettate al mattino, portavano a bordo migranti provenienti dall’Africa subsahariana”. Tra loro vi erano 63 donne e 61 minori. Tra i 31 cadaveri ripescati ci sono tre bambini e 18 donne.
Il naufragio è avvenuto al largo di Garabulli, a est di Tripoli. Al momento sono 31 i corpi recuperati, mentre gli oltre 200 sopravvissuti sono stati trasportati presso il porto di Tripoli. All’arrivo dei soccorsi uno dei due barconi era già completamente affondato.
La guardia costiera libica ha pubblicato un particolare raccapricciante spiegando che i cadaveri sono stati divorati dagli squali durante le operazioni di salvataggio.  I dispersi però, sono più di quaranta,  il che probabilmente significa che gli squali non hanno mangiato solo cadaveri …

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Nella fotografia che ho messo e che ho pescato in rete è come viaggiano i migranti se sono ‘’fortunati’’. Stipati nello stesso modo in cui noi, ‘’civili occidentali’’, stipiamo l’immondizia che poi smaltiamo ”aumma … aumma …’’ sulle loro coste, e per la quale persone come Ilaria Alpi e Miran Hrovatin sono stati uccisi!

Cosa faranno i 200 sopravvissuti nel porto di Tripoli? Non voglio nemmeno immaginarlo!

A volte mi domando: ‘’Ma come facciamo a continuare serenamente la nostra vita’’?

Questa triste e vergognosa migrazione, gente che affronta la morte in mare cercando di sopravvivere ad una realtà ben peggiore, ed il nostro ambiguo comportamento, mi spiegano il silenzio connivente nei confronti dei campi di concentramento nazisti. Tutti sapevano … ma …
Tra l’altro, spesso è proprio tra i credenti praticanti che sento frasi del tipo: ‘’Ma che stiano a casa loro’’!
Come siamo buoni … ci stiamo preparando per un altro Santo Natale …

Alla prossima
Elena