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Mafia e Stato – ”Faccia da Mostro” e la ”Guerrigliera” …

La “guerrigliera” che accompagnava agli incontri, con uomini della ’ndrangheta, l’ex poliziotto Giovanni Aiello, meglio conosciuto come “Faccia da mostro”, è una napoletana che ha fatto parte di Gladio. Seguendo la storia di quest’uomo dal volto sfregiato e dal passato inesplicabile si è arrivati a svelare l’identità di una donna misteriosa che oggi ha 64 anni e si chiama Virginia Gargano.
Il boss calabrese Nino Lo Giudice ha detto ai magistrati che “Faccia da mostro” andava ai suoi incontri a bordo di un fuoristrada: «E veniva sempre con una donna, una sua… lui diceva che era una sua amica, ma comunque faceva parte pure dei servizi segreti e la chiamava Antonella […]. Antonella parlava che era un’azionista, era una guerrigliera, che avevano fatto addestramento in Sardegna ad Alghero, nei pressi di Alghero, che era dei servizi segreti». Sulla base delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, la procura antimafia di Catania ha avviato un’indagine su di lei, nell’ambito della stessa inchiesta per concorso esterno alla mafia che ha visto indagato Giovanni Aiello. La donna è stata intercettata dai carabinieri fra il 2013 e il 2014. La sua foto era stata inserita dagli investigatori in un fascicolo nell’ambito di un’attività di analisi compiuta dal Servizio centrale antiterrorismo della polizia di Stato e mostrata ai collaboratori di giustizia. E così è emerso, incrociando i dati, che Virginia Gargano rientrava in un elenco di probabili elementi appartenenti alla struttura Stay Behind. In poche parole, Gladio.

Libro di Lirio Abbate assolutamente da leggere.

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Una delle poche donne a far parte della struttura di gladiatori. Finora il suo ruolo è rimasto segreto. La sua identità coperta. Una vita parallela ancora tutta da scoprire, come quella di “Faccia da mostro”, la cui storia è intrecciata con delitti e stragi che hanno modificato il percorso politico e sociale del nostro Paese. Ci sono voluti quasi trent’anni per arrivare a scoprire la sua identità. E scavando nel suo passato emerge come gli inquirenti della Procura nazionale antimafia abbiano dovuto lottare contro «le cose indicibili» che hanno protetto quest’uomo che ha fatto da cerniera fra Cosa nostra, ’ndrangheta e ambienti istituzionali deviati. La stessa cosa vale per le donne. È bene usare il plurale. Perché in più casi le indagini accertano il coinvolgimento di figure femminili nei delitti e nelle stragi, da quella di Capaci (tracce di Dna femminile sono state rilevate su reperti trovati vicino al cratere dell’autostrada) alle bombe di Roma, Milano e Firenze.

Virginia Gargano è bionda, fisico statuario, viso allungato, labbra sottili. L’accento napoletano. Affiliata a Gladio. Ufficialmente disoccupata, possiede un paio di immobili nei quartieri spagnoli a Napoli, che ha dato in affitto e da cui ricava reddito. Ha vissuto a Caserta per trasferirsi a Reggio Calabria. Nel capoluogo calabrese è stata legata ad un uomo che nel 2018 è stato coinvolto in un’inchiesta su ’ndrangheta, riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Lui è il cognato di un imprenditore reggino ritenuto collegato al clan Tegano. Nell’estate del 2013 i carabinieri registrano una conversazione tra la coppia, da cui traspare il carattere forte e deciso di Gargano. Una donna determinata. Una madre di famiglia devota ai figli, ma con un passato ingombrante come quello dell’appartenenza a Gladio, e quindi del suo reclutamento nell’organizzazione, che la cerchia delle nuove amicizie create nella città in cui si è trasferita probabilmente non conosce. Apparentemente si mostra come una casalinga, ma di fatto è un personaggio misterioso e carico di sorprese. Come, del resto, il suo ex marito. Nel 1981 si era sposata con un ex campione di nuoto, nonché ex gladiatore, anche lui della lista di Stay Behind e nipote – a suo dire – dell’ex capo della polizia Vincenzo Parisi.

Gli investigatori catanesi hanno cercato le connessioni fra Virginia Gargano e Giovanni Aiello e a parte le dichiarazioni di ex mafiosi, non sembrano esserci stati fra il 2013 e il 2014 punti di contatto fra i due. Su questa “guerriera” è puntata adesso l’attenzione degli investigatori fiorentini che continuano ad indagare sulle stragi del 1993.

La vicenda di questa donna scorre parallelamente a quella di “Faccia da mostro”: un uomo sfigurato, il volto deturpato dalla cicatrice, il look sdrucito, mai appariscente, l’aria un po’ dimessa, trasandata e disincantata di chi sa che vita e morte alla fine sono solo un grosso gioco. Uno stile alla Charles Bronson, protagonista de “Il giustiziere della notte”. Per trent’anni “Faccia da mostro” è sempre stato un passo avanti agli altri, sospettoso e sfuggente. Molti ne parlano, ma nessuno lo afferra. Si è lasciato dietro una scia di sangue: dal 1985 al 1989 è associato all’omicidio dei poliziotti Ninni Cassarà e Roberto Antiochia; quello dell’undicenne Claudio Domino; dell’agente Natale Mondo; del fallito attentato a Giovanni Falcone all’Addaura; dell’agguato all’agente Nino Agostino e a sua moglie Ida Castelluccio. E nel nuovo millennio ai collegamenti con uomini della ’ndrangheta. Fatti scioccanti che hanno segnato la Storia d’Italia. Ad accomunare questi delitti non c’è solo l’uomo dal volto sfregiato, c’è pure una lingua di asfalto crepato stretta tra le case del quartiere dell’Acquasanta, ai piedi di Monte Pellegrino e il mare del golfo di Palermo: è vicolo Pipitone. È il regno dei boss Galatolo e Madonia dove i mafiosi, anche quelli latitanti, si riunivano per i loro summit, dove uccidevano i loro nemici o traditori, da dove sono partiti i gruppi di fuoco, compresi quelli che hanno colpito il prefetto Dalla Chiesa, il giudice Chinnici, il commissario Cassarà e quelli che hanno piazzato la bomba all’Addaura davanti alla casa di Falcone e dove si incontravano uomini delle forze dell’ordine corrotti con i Galatolo e i Madonia. Una terra di mezzo.

I collaboratori di giustizia sostengono che “Faccia da mostro” era di casa in vicolo Pipitone. Ma può essere solo e soltanto “associato” a queste tragedie perché a noi è giunta appena l’eco della sua presenza, qualche riscontro nei verbali della polizia e negli interrogatori dei pentiti. Fugaci apparizioni, avvistamenti, tracce del suo passaggio. Ci sono però mafiosi e testimoni che collocano l’uomo dal volto sfregiato in ognuno di questi delitti. E così dopo tre decenni il suo nome salta fuori: Giovanni Aiello Pantaleone, classe 1946. Arruolato in polizia quando aveva diciotto anni, congedato il 12 maggio 1977, a 31 anni, perché dichiarato non idoneo al servizio militare, per gli esiti di una ferita da arma da fuoco alla mandibola destra, sfociati in “turbe nevrotiche post-traumatiche”. Sposato e separato con un’ex giudice di pace. Ha simpatie politiche di estrema destra; è amico del terrorista Pierluigi Concutelli, di cui condivide l’ideologia. E il suo tenore di vita è stato al di sopra delle proprie possibilità economiche, rispetto alla pensione che percepiva.

Faccia da Mostro - trovato morto nel 2017 su una piaggia di Catanzaro.

Faccia da Mostro – trovato morto nel 2017 su una piaggia di Catanzaro.


Negli anni Ottanta, almeno in Cosa nostra, lo cercavano tutti. Negli anni Novanta scompare e non lo cerca più nessuno. Negli anni Duemila si fa fatica a riannodare i fili dei decenni precedenti. Verrebbe da dire che è stato aiutato in passato da chi ha condotto male le indagini o da chi le ha volute condurre in malo modo, depistando.

Per tutti gli anni Novanta, praticamente di lui non si hanno più notizie. È come se il suo compito fosse concluso, come se fosse stato messo “a riposo”. E così è scomparso dai radar, vive solo nei ricordi di chi ha sofferto per causa sua. Vive di sicuro nel cuore e nei pensieri di Vincenzo Agostino, l’uomo dalla lunga barba bianca, il padre di Nino, assassinato perché aveva scoperto il collegamento tra “Faccia da mostro”, il poliziotto Bruno Contrada e i mafiosi Nino Madonia e Gaetano Scotto. Indagando sull’omicidio del poliziotto, il magistrato della Procura nazionale antimafia Gianfranco Donadio arriva a scoprire l’identità dello “sfregiato”. Per il resto l’Italia l’ha ormai dimenticato. Sembra un relitto del passato. Una scoria radioattiva di un’altra era. Nessuno lo cerca più. Non tutti danno credito all’esistenza stessa di questo uomo misterioso. E invece è proprio allora che lo trovano. «Aiello non sarebbe stato mai individuato come quel personaggio estremamente pericoloso appartenente ai servizi segreti [capace] di rapporti criminali con le organizzazioni mafiose, come poi sarà descritto da alcuni collaboratori, se avesse avuto un aspetto fisico direi ordinario, più comune ed anonimo, invece le sue sembianze non sono proprio ordinarie, potremmo dire così, in quanto sia per la struttura del viso, tutt’altro che aggraziata potremmo dire, sia per una cicatrice su una guancia, una evidente deformazione della pelle, la sua immagine si presta ad essere notata e ricordata, ed è un’immagine che poi è associata a quanto si dice sul suo conto, la sua pericolosità, finisce per essere descritta in termini piuttosto impressionanti, è noto il soprannome Faccia di Mostro», dicono i pm Umberto De Giglio e Domenico Gozzo nella requisitoria per l’omicidio di Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio che ha portato nelle scorse settimane alla condanna all’ergastolo di Nino Madonia.

Il 21 agosto 2017 il misterioso ex poliziotto muore sulla spiaggia di Montauro in provincia di Catanzaro. Il suo decesso viene attribuito a cause naturali.
La morte si è portata via Giovanni Aiello prima che lo Stato potesse chiarire al di là di ogni dubbio le sue eventuali responsabilità e il suo coinvolgimento in molti, troppi fatti di sangue. Ma non è mai troppo tardi per cercare la verità. Molti dei protagonisti di questa lunga storia possono ancora parlare. E molti personaggi che sono rimasti nell’ombra possono essere adesso illuminati. Chi è stato “coperto” venga adesso svelato.
Lirio Abbate – 3 maggio 2021
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Interessante non trovate?

Alla prossima Elena

Italia II Maxiprocesso alla ‘Ndrangheta! 329 imputati, 400 capi di imputazione …

eppure nessuno ne parla …

Mentre cade il Governo in Italia, in questi giorni si sta svolgendo il secondo, importantisso, maxi processo italiano in sordina … nessuno ne parla …

”Basso profilo”, è l’ultima operazione eseguita dalle Forze dell’Ordine contro alcune delle principali ‘ndrine calabresi, con decine e decine di arresti e sequestri milionari. È di questi giorni la notizia delle recenti dimissioni del leader dell’Udc Lorenzo Cesa, (quello che avrebbe dovuto stampelle il Governo Conte) il cui nome compare tra gli indagati. L’operazione viaggia parallelamente a “Rinascita-Scott”, il maxi processo, contro la ‘Ndrangheta, che si sta celebrando in questi giorni, a Lamezia Terme, nel silenzio più “assordante”.
Ma, “di basso profilo” – nel senso del poco clamore che gli è stato attribuito – potremmo anche definire il maxi processo appena iniziato, che tiene fuori dall’aula bunker di Lamezia Terme, telecamere e giornalisti.
Una scelta quasi obbligata e legata alla sicurezza dello stesso processo, ma non approvata dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana che precisa, “Impedire le riprese giornalistiche audiovisive del maxiprocesso “Rinascita- Scott “, significa privare la storia di una testimonianza formidabile, necessaria e insostituibile.
Ciò che come giornalisti siamo riusciti a documentare in relazione al maxiprocesso di Palermo a Cosa Nostra, dal 10 febbraio 1986 in avanti, non lo potremo documentare nel nuovo millennio, nell’era di internet e della informazione cross-mediale, con riguardo alla ‘ndrangheta”.
Il processo – il secondo maxi evento giudiziario della storia italiana dopo quello di Palermo – vede alla sbarra ben 329 imputati, con 400 capi di imputazione, e l’impegno di circa 600 difensori. Un evento giudiziario maestoso, tuttavia passato in sordina, sicuramente per l’esclusione dei mass media, ma anche per la recentissima – e forse non ancora risolta – crisi politica – parliamo delle imminenti dimissioni di Conte.
Eppure, udienza su udienza, il processo, continua il suo percorso. L’intento è di evitare la scadenza dei termini di carcerazione, dice Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, “Sei giorni alla settimana su 7 e un Tribunale collegiale che sia esonerato dal trattare altri procedimenti penali. Solo così – spiega – si potrà evitare la scadenza dei termini massimi di custodia cautelare degli imputati ed una loro scarcerazione”.
La stessa Brigida Cavasino, presidente del Tribunale collegiale di Vibo, facendo eco a Grattieri, ribadisce, “Come Collegio faremo di tutto per evitare la scadenza dei termini di custodia cautelare per gli imputati detenuti, ma tenere udienze tutti i giorni è impensabile perché il lavoro dei giudici non avviene SOLO in udienza ma è rappresentato anche dallo studio delle carte, delle deposizioni e delle trascrizioni delle intercettazioni”.
Intanto, le prime date sono state fissate a tambur battente, più in là, molto probabilmente, si cercherà di allentare il ritmo delle udienze, è ciò che fanno intendere dal Tribunale collegiale. Si sa che tre sono i tronconi processuali conferiti (poi) nell’unico grande dibattimento ora in corso: il primo, e numericamente più significativo, riguarda 322 imputati, a cui si è aggiunto il troncone riguardante Francesco Cracolici, Giuseppe Camillo’ e Franco Barba, ad entrambi i filoni, è stato ultimamente annesso, anche il processo – per direttissima – a carico dell’avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, l’avvocato Giulio Calabretta, l’imprenditore di Vibo, Mario Lo Riggio e Salvatore Rizzo, ex sindaco di Nicotera.
Sarebbero i magistrati i fannulloni? Su … per favore …
Alla prossima

Elena
I

La Sanità in Calabria … la gestisce la ”Ndrangheta

Nel commissariamento più lungo e inutile della storia, nessuno è innocente. Non i commissariati che hanno causato il disastro. Non i commissari che l’hanno aggravato. Il presidente reggente che urla ‘’la Calabria ai calabresi’’! Tace però il fatto che furono i calabresi a provocare il commissariamento.
Con le 11 aziende sanitarie, i 20 mini-ospedali con meno di cento posti letto, la dozzina di presìdi sanitari a rischio crollo, i reparti con rapporti medici/pazienti 20/1 (nemmeno nelle terapie intensive tedesche). E con gli oltre 2 miliardi di debiti, peraltro senza contabilità scritta. ‘’Ci hanno detto che la contabilità la fanno per tradizione omerica’’!
Questo quanto raccontò Tremonti dopo un consiglio dei ministri.
Prima con il rampante governatore destrorso Scopelliti (finito in carcere) e poi con militari, prefetti e manager mandati da Roma, il commissariamento avrebbe dovuto riportare i conti a posto. Tagliando ospedali (diciotto chiusi), posti letto (-60%) e personale (3800 dipendenti in meno). Operazioni per le quali non servono premi Nobel. Più difficile è farla funzionare, la sanità.
Dei tre nuovi ospedali promessi da Scopelliti con un tafazziano project financing, in cui i privati mettevano 134 milioni e ne incassavano 382, non restano che i rendiconti.
Se tutto va bene, se ne riparla nel 2023. Nel frattempo, mancano 1100 posti letto. Il 12% delle famiglie calabresi denuncia problemi economici per ragioni sanitarie, il doppio della media nazionale. L’aspettativa di vita in salute è 15 anni più bassa che in Trentino. Il punteggio dei livelli essenziali di assistenza, che misurano posti letto e liste di attesa, è 139. La sufficienza è 160, raggiunta solo un anno negli ultimi dieci.
Un calabrese su cinque si cura in altre regioni. ‘’Anche per un’unghia incarnita andiamo a Milano’’, sospirava un assessore in una riunione al ministero. Un esodo che costa 300 milioni l’anno, 148 euro pro capite. Il che spiega perché, a dispetto dei tagli, i conti non tornano. Il deficit del 2019 è 221 milioni, superiore a quello che determinò il commissariamento.
È il paradosso della sanità calabrese: taglia i servizi, non gli sprechi. «Approccio clientelare patologico», scrive l’ex commissario Massimo Scura nel libro Sanità malata (Pellegrini). La sanità in Calabria sposta 150mila voti su 1 milione (il primo partito, il Pd, ne prende 118mila), muove tre quarti della spesa pubblica e rappresenta il 10% del Pil. Dai tempi del leggendario Francesco Macrì, ras dell’ospedale di Taurianova soprannominato Ciccio Mazzetta perché si vantava di aver «sistemato» più gente di tutti nella regione, trasversalismo politico, interessi privati, lobbismo sindacale e criminalità si confondono.
Altrimenti non si spiegherebbero le fatture pagate anche cinque volte, perché non registrate. I bilanci dell’azienda sanitaria di Reggio Calabria mai presentati dal 2013. I pagamenti ritardati dieci anni e gonfiati per venti volte da sanzioni, interessi, spese legali. I documenti notificati a indirizzi di posta elettronica certificata di cui nessuno ha le password. Gli uffici legali delle aziende sanitarie che non si oppongono al 90% delle cause civili. I decreti ingiuntivi protocollati da uffici privi di personale da cinque anni. I contratti per acquistare i macchinari delle Tac chiusi quattro anni in cassaforte. Le cliniche e i laboratori privati convenzionati che lavorano il quadruplo degli ospedali pubblici. Il 53% del personale dell’azienda sanitaria di Reggio con diritto di limitazione o esclusione dai turni. I 136 milioni di danni erariali segnalati solo negli ultimi tre anni dalla Finanza. Le due aziende sanitarie sciolte per infiltrazioni mafiose. I medici stipendiati in carcere dopo la condanna all’ergastolo per ‘ndrangheta.
Il resto è cronaca, dal valzer di commissari all’ostilità, ‘’perché non abbiamo bisogno di missionari africani’’, a Gino Strada. Che dieci anni fa aprì un ambulatorio di Emergency dove si curano italiani e immigrati. Medicina di territorio, con un bus per chi non ha l’auto.

(Articolo di Giuseppe Salvaggiulo- La Stampa)

Che dire? Grazie ’Ndrangheta! D’altronde … perchè quindi stupirsi se chi studia e diventa ‘’valore aggiunto’’ emigra!

Alla prossima

Elena

Veterinari italiani in Costa Azzurra …

Oggi sono andata a far fare il richiamo del vaccino di Luke, il nostro cane.
Tra l’altro, nei fogli pre-stampati per giustificare le uscite, non è previsto il veterinario.
Il fatto è che la vaccinazione scade e, se non fatta nei termini previsti, non garantisce la copertura. Quindi, sotto la casella visite mediche per ‘’umani’’, ho aggiunto una casella ‘’visita medica veterinaria’’, l’ho spuntata e l’ho portato, sperando comunque che nessuno mi fermasse, dal veterinario.
Eravamo in auto solo io e il cane, una volta arrivati, tutto il personale indossava la mascherina e non c’era nessun altro ‘’paziente’’ , visto che le visite sono tutte su appuntamento.
Andati, vaccinato, tornati a casa nel giro di un’ora. Nessuno mi ha fermato. Tutto bene.
Ma non è questo il succo del discorso di oggi. La cosa che mi fa ‘’fremere’’ è il fatto che Il Group Veterinarie de l’Argens a Roquebrune sia pieno di medici italiani.

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Ragazzi, per me quelli di 35/40 anni sono ‘’ragazzi’’, simpaticissimi e preparati che hanno studiato e si sono preparati in Italia ma che in Italia non hanno trovato lavoro.
Eppure, sono i quattrini italiani, le nostre tasse tanto per intenderci, che li hanno fatti studiare ma, per trovare un lavoro sicuro e retribuito decentemente, sono dovuti espatriare.
Vi sembra normale? Ma soprattutto vi sembra ‘’giusto’’?
Ricapitolando, l’Italia investe nelle università, prepara una nuova classe di lavoratori altamente qualificati ma poi è incapace di dar uno sbocco lavorativo ai laureati da lei stessa preparati.
Non voglio sembrar monotona ma l’Italia, grazie alla conformazione geografica che si ritrova, avrebbe potuto e dovuto esser una sorta di Florida d’Europa! Il che significa che pensionati, con mezzi economici medio/alti di tutta Europa, avrebbero potuto riversarsi qui in massa e godersi l’agognato riposo. Portando ovviamente un sacco di quattrini!
Siamo o no un ‘’dito nel Mediterraneo’’?
Ma… guarda un pò, invece, questa occasione ce la siamo fatta fregare dai francesi con la Costa Azzurra!
Io vivo in Costa Azzurra, ed è bellissima per carità, ma … non vorrete mica dirmi che il mare della Sicilia è meno bello di questo no? Per favore!
Eppure … eppure … persino i prezzi delle case vicino al mare, qui in Costa Azzurra, a parità di offerta, sono più bassi che in Italia, ma come mai? Come mai?
Senza contare che le fognature qui non si sognerebbero mai di scaricarle in mare, cosa che da noi invece. Ricordo di certe nuotate in Calabria che, dopo una certa ora era meglio non fare, visto quel che ‘’galleggiava’’ in superficie! … bè lasciamo perdere.
Continuiamo a stendere ‘’veli pietosi’’ e a raccontarci delle bugie.
Più che un ‘’velo’’ sul nostro paese bisognerebbe metterci sopra un macigno!
Che cosa abbiamo di sbagliato noialtri? Siamo pieni di risorse, ci inventiamo di tutto, ci togliamo dai pasticci, siamo buoni e collaborativi, ci sciogliamo per un cane ferito o un gattino abbandonato ma … vigliacco se siamo capaci di far funzionare le cose, qualsiasi cosa!
Continuiamo a dire frasi fatto come: ‘’Dove non arriva lo Stato arriva la malavita organizzata’’, oppure: ‘’Le cose non cambieranno mai’’.
Ma che cosa caspita impedisce allo Stato di arrivare ‘’prima’’? Lo abbiamo capito il motivo? Lo abbiamo capito di che si tratta si o no?
No evidentemente! Perché dopo anni e anni che ripetiamo le stesse cose, dovremmo esser pur riusciti a capire che cosa c’è che non va, o no? Continuiamo a rivangare cose fritte e rifritte. Mi si accappona la pelle quando nel Sud si parla ancora di una Unità d’Italia che non è stata ‘’equa’’! Che il Re non è passato da Via Caracciolo, come ci ricorda il libro della Matilda Serao: ‘’Il ventre di Napoli’’!
Sentire che ‘’loro’’ prima erano in gambissima ma che, dalla nascita del Regno d’Italia ahimè, gli son capitate tutte le disgrazie del mondo! Ma che caspita! Non sarebbe ora di superarle ‘ste menate?
Le nostre palle al piede si chiamano Mafia, ’Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita che pare arrivino ovunque e moooolto prima del Governo.
Queste associazioni malavitose infatti NON sono appesantite dalla burocrazia! Ma … vogliamo eliminare ‘ste palle al piede si o no? Vogliamo eliminarle ‘ste pastoie si o no?
Allora tiriamo fuori la rettitudine e l’impegno che è in ognuno di noi. Alleggeriamo la burocrazia, rendiamole snella e corretta. Smettiamo di pretendere che sia il cittadino a dimostrare sempre l’onere della prova ma pretendiamo iinvece che sia la burocrazia a funzionare per aiutare il cittadino e non per metterlo in croce!
Da da pensare al fatto che, nei paesi anglosassoni, il funzionario pubblico si chiami: ”Civil servant” (servitore) mente da noi si chiama ”Pubblico Ufficiale”!
‘’Seghiamo le gambe’’, metaforicamente parlando ovviamente, a quelli che invece la burocrazia pretendono di gestirla a ‘’modo loro’’. Una burocrazia che si inginocchia al ‘’potente’’ e che tartassa il ‘’piccolo’’!

Morale … quelli bravi e intelligenti, studiano e poi espatriano, mentre da noi rimangono, non me ne vogliate, i meno ”titolati” che poi diventano, figuratevi, i Ministri che dovrebbero risolvere problemi atavici che ci attanagliano.

Mah …

Alla prossima

Elena

Blocco prescrizione si … blocco prescrizione no … che ‘’OO’’! 

Noi ‘’popolo’’ non è che sappiamo tutto e,  anche andando ad informarci, non è tutto così semplice e chiaro da capire.

Ma … noi ‘’popolo’’ non possiamo certo dimenticare che Giulio Andreotti, per esempio, un personaggio che è stato Presidente del Consiglio per ben sette volte, capo di vari Ministeri per almeno una trentina di volte, era stato condannato per aver COMMESSO  ‘’il reato di associazione per delinquere’’ fino agli anni 1980! Ma … guarda caso non se ne fece nulla in quanto il reato fu prescritto! 

Eppure, è stato dimostrato che Andreotti aveva incontrato, assieme alla sua scorta,  gente come Stefano Bontate e Riina (la Bestia)! Per fare cosa si erano incontrati costoro? Ora .. il fatto che Andreotti sia morto e sepolto non significa che tutto si sia risolto, anzi! La malavita organizzata è più forte di prima viste le quantità industriali di denaro che muove grazie ai suoi affari in crescita esponenziale! Solo con la cocaina costoro si fanno palate di quattrini che devono poi ‘’reinvestire’’ e, tutti sappiamo, che la politica ha bisogno, per fare andare avanti tutto l’amba ra dam dello Stato – scuole, sanità, welfare, etc …  di danaro. 

Capite adesso perché il ‘’bloccare’’ la prescrizione in ambito penale trova molti che, almeno a livello ‘’viscerale’’,  sono d’accordo?

Esisteva già la possibilità di sospendere, interrompere o bloccare la prescrizione sia in ambito civile che penale. Già nel 2017 infatti con la riforma Orlando, era stato previsto il blocco della prescrizione di un anno e mezzo a seguito di condanna non definitiva in primo e secondo grado. 

I legislatori al Governo oggi  (Alfonso Bonafede) hanno inserito, nel decreto anti corruzione, un nuovo blocco, questa volta PERMANENTE, che andrebbe applicato dopo ogni sentenza di primo grado, sia essa di assoluzione o di condanna.

Questo è Alfonso Bonafede, il Guardiasigilli della Giustizia! Lo so la foto è cattiva ma sono arrabbiata! La giustizia italiana fa acqua da tutte le parti! E non certo per colpa di chi ci lavora … ma per chi ”legifera”!

Il blocco della prescrizione penale è da intendersi alla lettera, in quanto, a differenza della sospensione che comportava un “fermo” momentaneo, la prescrizione scomparirà del tutto dopo il primo grado di giudizio. L’intento è quello di togliere all’imputato la scappatoia della prescrizione, anche se ciò comporterà delle conseguenze negative su altri fronti. Il blocco della prescrizione, infatti, significherà un aumento notevole delle cause pendenti in appello e in cassazione, con un’inevitabile dilatazione dei tempi processuali per le cause ancora da decidere. Quale giudice si metterà a lavorare come un matto per accelerare le sentenze? Nessuno! Tanto … i processi non finiranno più! Chi glielo farà fare di lavorare come uno stacanovista?

Noi ‘’popollo’’ che capiamo poco vorremmo che i processi fossero più veloci e bisognerebbe fare in maniera che lo diventassero … ma, considerati i precedenti – vedi Andreotti per esempio – non possiamo più mettere a disposizione l’arma della prescrizione. In fondo, fino a ieri, per far saltare un processo non serviva nemmeno un buon avvocato,  bastava trovarne uno che sapesse perdere del tempo. Ma oggi? Bè … oggi … visto che tanto il processo, grazie al blocco della prescrizione, non finirà mai … come andrà a finire la faccenda? mah …

Se da una parte non possiamo usare lo spauracchio del blocco della prescrizione per dire: ‘’In questo modo uccideremo tutti i processi’’ dall’altra è necessario  trovare una ‘’quadra’’ decente che garantisca tempi giusti alle sentenze! Si diano da fare i legislatori! Venga assunto del personale! Si usi l’informatica! Fate qualche cosa! Non è certo compito di noi ‘’popolo’’ risolvere problemi di tale portata! Ma che cosa vi paghiamo a fare? Possibile che non sappiate uniformarvi a quello che succede nel resto del mondo? Ci sarà pure un motivo per cui negli altri paesi la giustizia è più veloce no?  E allora … cosa cavolo aspettate? Se non siete capaci di legiferare ‘’COPIATE’’ quello che fanno gli altri invece di passare la vita a ‘’pettinare le bambole’’! Grrrr … 

Se abbiamo sconfitto le Brigate Rosse … come mai non riusciamo a sconfiggere: ‘’Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta e Sacra Corona Unita?

Facciamoci una domanda e diamoci una risposta. Tenendo anche conto che noialtri siamo molto più vicini come mentalità al Maghreb … piuttosto che alla Svezia! 

Resta il fatto che Stato e Malavita organizzata si contendano lo stesso territorio … o si mettono d’accordo o si fanno la guerra! Accelerare i tempi della giustizia a ”loro” non interessa un fico secco! 

Alla prossima

Elena 

‘Ndrangheta … altra ”pastoia” italica!

Ci lamentiamo di non essere capaci, a livello mondiale, di mettere ‘’regole’’ comuni per gestire la tassazione delle Multinazionali che, forti del fatto della inesistenza appunto di tali regole, eludono serenamente, privando la collettività tutta di ingenti somme di danaro che finiscono in una sorta di ‘’buco nero’’, inutilizzabile per popolo e Stati, ma che arricchiscono sempre i soliti ‘’quattro gatti’’. 

Tra le ‘’Multinazionali classiche’’ ne opera una che non rispetta niente e nessuno e di cui siamo, anche se non certo volontariamente, i detentori/esportatori. La ‘’Multinazionale’’ in oggetto si chiama ’Ndrangheta!

Recenti calcoli la mettono tra le ‘’Aziende’’ che hanno più disponibilità economica. Risulta infatti essere più ricca della tedesca Deutsche Bank e dotata di un fatturato superiore a quello di Mc Donald’s!

La ‘Ndrangheta è al di sopra di tutte le leggi esistenti.  Ha le ”sue” regole e le ”sue” punizioni e i mercati da lei gestiti sono in crescita esponenziale. 

Tra questi il mercato della cocaina che, a differenza dell’eroina, ha non solo fidelizzato il cliente, ma ampliato enormemente la platea utilizzatrice,  abbassando il prezzo del consumo al dettaglio in maniera costante.  

Cocaina = danaro a palate! Visto la Bossi Fini e il ”decreto sicurezza” che non vengono annullati, la manovalanza di disperati non manca di certo in questo paese. Se tu sei un immigrato senza un permesso, che non ti viene dato manco se piangi, e quindi non puoi nemmeno fare il lavapiatti in un ristorante … che cosa ti rimane per campare? Chi è che ti offre lauti guadagni facendo nel contempo, attirare su di te, povero disgraziato, l’ira di ”italiani” che non si fanno tante domande ma che si limitano a fare uno più uno?

Costoro hanno quantità industriali di denaro che reinvestono, per ripulirlo, ovunque possano farlo. Ovvio che gente simile non investe certo a ‘’lungo termine’’ con una visione al futuro e per il bene della collettività ma, ovviamente, per un ben più misero obiettivo, che si può condensare nella definizione di economia ‘’mordi e fuggi’’.  In un periodo di ‘’transizione’’ come quello odierno, caratterizzato dalla ‘’mondialità’’ appunto delle Multinazionali, dalla loro possibilità di ‘’delocalizzare’’ produzioni e/o sedi fiscali,  ove più fa ‘’comodo loro’’, dalla crescita di alcuni Paesi a scapito dell’Europa, detentrice fino a pochi anni fa di un notevole potere economico/produttivo e dal tentativo di affrancamento dai combustibili fossili per passare a fonti eco-sostenibili, l’enorme disponibilità di danaro, da parte della malavita organizzata, frena ulteriormente una corretta ripresa a favore della collettività.  

Come ne usciremo? Io di certo non lo so … visto che sono solo una ‘’mamma casalinga’’, ma qualche domanda me la farei, e qualche soluzione la cercherei fossi il Presidente e/o Primo Ministro di un Paese civile. 

Nel nostro ‘’piccolo’’ abbiamo combattuto le ‘’Brigate Rosse’’ e … fatto strano, anche ‘’vinte! 

Abbiamo fatto finta di combattere il ‘’Terrorismo Nero’’ …

Ma … la ‘’malavita organizzata’’ invece? Com’è che non riusciamo nemmeno a ‘’scalfirla’’? Eppure Polizia, Carabinieri, Finanza, sono costantemente sulle loro tracce e direi che il loro mestiere lo sappiano fare eccome … ma, per qualche ‘’strano motivo’’ la soluzione al problema si perde in ‘’meandri’’ che somigliano sempre più ai ‘’Panama Papers’’ … 

Mah …

Alla prossima

Elena 

Finalmente l’Europa parla di noi … porta avanti le nostre istanze … 

Ma quando? Ma dove? Ma che film hanno visto ‘sti due?

Il duo Salvini/Di Maio, tramite quel ‘’festival di competente autonomia’’ di nome Conte,  si dice è felicissimo di aver portato a casa un accordo che altro non si potrebbe definire se non ‘’ridicolo’’ .

Il duo della ”meritocrazia”. Uno mantenuto 12 anni a giurisprudenza dai genitori senza laurearsi, l’altro iscritto a Scienze Storiche senza laurearsi. Più che di ”meritocrazia” per i due in oggetto si dovrebbe parlare di ”miracolati”!

Infatti è un accordo che vede l’accoglienza degli immigrati su base ‘’volontaria’’! ‘’VOLONTARIA’’ … ma avran capito cosa significhi il termine ‘’volontario’’ si o no? Secondo me lo hanno capito eccome, il fatto è che quando si rivolgono a noialtri credono di rivolgersi sempre ad una massa di beoti ignoranti , quindi girano la frittata per farci ‘’digerire’’ qualsiasi cosa.  Sono peggio dello ‘’gnomolaccatodibiaccamarroneintesta’’,  quello che quando parlava del ‘’popolo italiano’’ faceva sempre riferimento alla ‘’casalinga di Voghera’’, tanto per chiarire in maniera dispregiativa, l’inutilità/incapacità/ignoranza dell’elettorato. 

La tanto decantata ‘’Vittoria’’ per ora altro non è se non quello dell’accoglienza basata sulla ‘’volontarietà’’ e che i centri di smistamento restino nei Paesi di primo sbarco. Quindi? Di che cosa dovremmo esser contenti? E’ peggio di prima … Mah … 

Ma veramente Lega e M5S pensano che in Europa noialtri ci si possa permettere di andare a ‘’fare la voce grossa’’? Ma poveri illusi … persino la Merkel è educata e diplomatica, e dire che i tedeschi hanno una voce in capitolo che noialtri ce la sogniamo!

Noialtri abbiamo eletto due individui che ci rappresentano benissimo, due ’’bambini capricciosi’’ che pestando i piedi e facendo i cafoni credono di ottenere chissà che cosa dagli altri Stati membri della Comunità.

I due ‘’monelli’’ passano la ‘vita’’ ad aggredire l’Europa … l’ultimo intervento in ordine di tempo è quello del Ministro degli  Interni Salvini, che giovedì, di fronte alla condanna dell’Italia da parte della corte europea dei diritti umani per la confisca di terreni dove, secondo le autorità, si era costruito abusivamente, ha attaccato: ‘’La Corte di Strasburgo condanna l’Italia e difende gli eco-mostri?  Ennesima prova del fatto che certe istituzioni dovrebbero essere chiuse’’. (°)

Il fatto che noialtri non si sia capaci di gestire problemi legati al nostro territorio in maniera autonoma e che si sia costretti a far ricorso alla Corte dei Diritti dell’Uomo la dice lunga sulla nostra efficienza. 

Salvini e Di Maio comunque non fanno altro che ‘’calcare la mano’’ sull’Europa …aggredirla buttando ‘’sassi’’ a destra e a manca e poi nascondere la mano. Tra l’altro questo atteggiamento non si direbbe tanto mirante a risolvere questioni politiche ma sia solo una strategia mediatica per aumentare la propria personale visibilità,  la ‘’supremazia’’ tra i due. E quindi vai con ‘’annunci’’ che se fossero fatti da bambini meriterebbero, come reazione, solo dei ceffoni! 

Ecco che Salvini dice che la Tunisia è un Paese libero e democratico che non sta esportando ‘’gentiluomini’’ ma spesso e volentieri solo galeotti! Il che ovviamente è risultato in una ‘’mezza crisi diplomatica’’.  

Poi ecco il ”genio” Salvini uscire con un’altra ‘’chicca’’, stavolta sul limite del denaro ’’contante’’ voluta da tutti in Europa, per contrastare sia il ’’nero’’ che la ‘’malavita organizzata’’: ‘’Fosse per me non ci sarebbero limiti di spesa al contante’’!  Ma ‘ste uscite le fa per attirarsi le simpatie di ‘’chi’’ esattamente? Non certo degli altri Paesi europei che sanno benissimo che noi abbiamo dato i ‘’natali’’ ad associazioni come:  ‘’Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta e Sacra Corona Unita’’! 

Poi fa la ‘’guerra dei censimenti’’ chiedendo il monitoraggio dell’etnia ROM. 

Ecco quindi che Di Maio (sembra di essere a scuola tra liceali)  fa la ‘’controproposta’’. Dato che devono avergli spiegato che la Costituzione italiana non prevede il censimento per ‘’etnie’’, chiede allora il ‘’censimento dei ‘’raccomandati’’ della Pubblica Amministrazione compresi quelli della Rai’’ e poi, sempre Di Maio, ha il coraggio di dire che il governo del cambiamento deve ristabilire un po’ di meritocrazia! Mamma mia da che pulpito! Era un disoccupato senza né arte né parte, mantenuto 12 anni a giurisprudenza dai genitori, senza peraltro dare esami e laurearsi … e mò è nell’ordine:  Ministro del lavoro, Ministro dello Sviluppo Economico nonché Vice Primo Ministro!  Alla faccia della ‘’meritocrazia’’! Lui più che ‘’raccomandato’’ è proprio un ‘’miracolato’’! 

Ma torniamo al Salvini che butta un’altra pietra, quella sulla ‘’sanatoria fiscale’’. E dice: ‘’Bisogna chiudere da subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse». Un’ipotesi che interesserebbe il 94% dei crediti fiscali,  in pratica l’86,4% dei ricorsi incardinati nei vari gradi della giustizia tributaria alla fine del 2017. Ovviamente queste ‘’boutade’’ attirano le simpatie in patria ma non sono certo ben viste in Europa. 

Poi eccolo che ‘’rompe di nuovo le scatole’’ sul tema dei vaccini e,  dall’alto della sua laurea MAI conseguita (come l’amico Di Maio) in Scienze Storiche,  dice che dieci vaccini obbligatori sono inutili, dannosi e pericolosi’’!  

Di Maio non sapendo come farsi notare esce con: ‘’Lo Stato deve intervenire  e fornire gratuitamente una connessione ad Internet di almeno mezz’ora al giorno a chi non può ancora permettersela’’.  E, come se non bastasse, attacca la riforma del copyright che, secondo lui, invece di mettere regole ai guadagni assurdi a scapito di altri nel far-west della rete, rappresenterebbe invece un grave pericolo che arriva direttamente dall’Ue e che potrebbe mettere il bavaglio alla rete. D’altronde da gente che vive del ‘’blog di Grillo’’ e di una Agenzia di Strategie Digitali che cosa ci si può aspettare? Una regolamentazione della ‘’rete’’? Macché! Quindi avanti con il ‘’far-west’’ e i guadagni esentasse dei pionieri. 

Poi ‘’ciliegina sulla torta’’ ecco che paventa di sovvenzionare il cavallo di battaglia del ‘’Reddito di cittadinanza’’ con fondi europei!  

Infatti il 21 giugno il giovane leader del M5S, al termine del Consiglio dei ministri degli Affari sociali a Lussemburgo ha chiesto una accelerazione sul reddito di cittadinanza attraverso l’utilizzo dei fondi Europei per i centri per l’impiego. 

Immaginatevi come possono aver reagito gli altri paesi. Tutti sanno che siamo pieni di debiti ma che in campagna elettorale i due hanno promesso mari e monti e mò i soldi per finanziare le promesse le vogliono dall’Europa? Ecco infatti che dall’Unione Europea arriva la frenata della ‘’Commissaria al welfare’’  che ribadisce che il Fse (Fondo sociale europeo) NON può essere utilizzato per sostituire la spesa nazionale, né per misure ordinarie o per politiche ‘’passive’’.

D’altronde,  né Lega né M5S hanno mai voluto né vogliono l’Europa, quindi che cosa stanno facendo? Stanno facendo la ‘’voce grossa’’, chiedendo tutto quello che passa loro per la testa,  tanto … male che vada ci butteranno fuori, quindi potranno dare la colpa all’Europa dicendo: ‘’Vedete? Noi avremmo voluto un’Europa diversa ma loro non vogliono … ’’. 

Il ‘’nemico’’ da combattere è diventato l’Europa. Costoro non hanno un piano per il futuro … costoro combattono ‘’nemici’’ … come i bambini sono solo in grado di giocare a fare la ‘’guerra’’. 

Intanto … Trump prova a spaccare l’Europa in tutte le maniere, mò inizia a proporre alla Francia accordi ‘’separati’’ …

Alla prossima

Elena 

-.-.-.-.-.-.-

(°) La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che le autorità italiane non avrebbero dovuto procedere con la confisca di numerosi terreni per costruzione abusiva senza una precedente condanna dei responsabili (assenti nei casi esaminati per varie ragioni, tra cui la prescrizione): la sentenza riguarda Punta Perotti (Bari), Golfo Aranci (Olbia), Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro (Reggio Calabria).

Naturalmente Salvini ha colto la ‘’palla al balzo’’ ed ha attaccato la Corte Europea dicendo che ‘’difende gli ‘’eco-mostri’’. Ovviamente lo ha fatto per farsi ‘’bello’’ insultando l’Istituzione Europea.  Quello che mi lascia perplessa non è la sentenza in se ma il fatto che il Ministro degli Interni,  non si chieda nemmeno per un attimo come mai noialtri non si sia capaci né di costruire case in maniera decente da soli né di distruggerle in caso di errori,  ma di aver bisogno di ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo! Tutti sappiamo che la giustizia non può fare altro che applicare la legge. Cerchiamo di applicarla noi e non rompiamo le palle al resto del mondo per poi lamentarci delle decisioni altrui!  Noi costruiamo dove non dobbiamo, non siamo capaci di gestire il territorio se non con delle ‘’mazzette’’ a destra e a manca, poi passiamo la patata bollente, dopo anni ad anni di contenziosi alla Corte Europea e poi ne critichiamo la sentenza? Ma che pena … 

Migranti: il tandem: ”Salvini/DiMaio” ha colpito ancora …

‘’Sequestreremo la nave’’, annuncia su Fb il ministro delle Infrastrutture Toninelli: ‘’Ci assumiamo noi la responsabilità di portarli sulle navi della nostra Guardia costiera, ma la Lifeline (Nave olandese di una ONG)  la porteremo in Italia dove dovrà fermarsi perchè la sequestreremo: è una nave apolide che non può navigare in acque internazionali’’. Come al solito facciamo i ”duri”. Chi abbiamo preso di mira stavolta? Ma le navi delle ONG naturalmente! Imbarcazioni dove giovani o meno giovani, volontariamente,  prestano soccorso ad altri esseri umani.  Il modo migliore per instaurare delle trattative pacate e ragionate vero? Abbiamo al governo gente che,  invece di discutere nelle sedi preposte,  batte le testate contro le saracinesche! Cribbio come stiamo migliorando!

Intanto scoppia la polemica tra il presidente francese Macron e il tandem Di Maio-Salvini. A cui Di Maio, da buon populista qual’è dà dell’ipocrita. Se Macron considera il populismo dei due geni come la ‘’lebbra’’ dovremmo farci delle domande.  A parte il fatto che quel he noi sappiamo son solo le cose che vogliono farci sapere … in Francia, nonostante tutto il  ‘’can can’’ che viene fatto alla frontiera di Ventimiglia e/o Bardonecchia, gli immigrati continuano ad entrare tranquillamente. Ci sono persino i cartelli lungo l’autostrada al confine in cui si dice di fare attenzione ai ‘pedoni lungo la banchina’’ .  Non dimentichiamo che il VAR è ‘’il regno di Marine Le Pen’’ e quindi il braccio di ferro è, per forza di cose, locale e mediatico. Ma entrare entrano eccome. Per 10 fermati, soprattutto sui ‘’media’’ 100 entrano in realtà.  Questo è un esodo che sarà difficile da contenere perchè, come tutti sappiamo,  il problema è a ‘’monte’’. 

Fuggono da guerre? Fuggono dalla carestia? Fuggono dalla povertà? Cambia qualche cosa?

Se questi nostri fratelli provengono da dove ci sono guerre, bisognerebbe farle finire. Più facile a dirsi che a farsi no? Se invece emigrano perché hanno ‘’fame’’? Che si fa? Li si butta a mare? Nel ‘’sentir comune’’ quelli che hanno ‘’fame’’ è perchè hanno governi di ‘’M’’ … già forse è vero … e allora? I nostri governi come sono? Quanto li abbiamo ”cambiati/migliorati”? Pensate per un attimo se noi italiani vivessimo in Africa, con la malavita organizzata che siamo capaci di produrre … quanto riusciremmo a migliorare la situazione? 

Quanto fanno comodo a ‘’noialtri benpensanti occidentali’’ il fatto che questi Paesi abbiano governi di ‘’M’’? Tanto mi verrebbe da pensare,  visto che in questo modo sono molto facili da corrompere per farci i comodi nostri. Quindi? Non crediamoci assolti perché non lo siamo. 

Torniamo al ‘’duo’’ Salvini/Di Maio … costoro hanno fatto campagna elettorale, mirando entrambi ad un’ Europa dalla quale era più che necessario allontanarsi.   Abbiamo forse dimenticato il famoso referendum sull’uscita dall’euro proposto dal M5S? Abbiamo forse dimenticato le ‘’sparate’’ di Salvini, pappa e ciccia di Marine Le Pen,  contro l’Europa che ci attanaglia? Ebbene i due, per essere eletti, hanno dovuto ”tirare un pò i remi in barca” e promettere, ipocritamente pur di arrivare agli agognati scranni,  di non esser affatto contro l’Europa. Hanno persino dovuto cambiare il Ministro dell’Economia, mettendone uno che tranquillizzasse nell’ordine:  Mattarella, i mercati e gli altri Paesi. 

Ma … una volta arrivati al Governo che cosa hanno iniziato a fare? Hanno iniziato a fare i ‘’duri’’, hanno iniziato a mostrare i ‘’muscoli’’ … hanno iniziato ad essere ‘’cafoni’’. Purtroppo con il nostro ‘’metro bacato’’  noi italiani siamo convinti che l’essere ‘’cafoni’’ sia un pregio e quindi l’ammirazione per Salvini sta crescendo in modo esponenziale ma … non sono tutti ‘’primitivi’’ come noialtri. 

Non dimentichiamo che il resto dell’Europa e del mondo ci vede anche come un paese che ha dato i natali ad organizzazioni come: Mafia, ‘Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita! Ci vede come un Paese che, cito letteralmente ‘’Le Point’’ del 24 maggio 218 n. 2386: ‘’Senza il soccorso dell’Unione Europea l’Italia sarebbe già a terra. L’Europa l’ha salvata dalla bancarotta già nel 2012, quando il Presidente dell’Unione Europea Mario Draghi ha impedito il contagio della crisi greca. Da anni gli acquisti massicci di debito pubblico tengono a bada l’economia della penisola. Gli xenofobi della lega e gli anti-capitalisti del M5S hanno studiato un programma comune che, se attuato, condurrà al disastro! Gli apprendisti stregoni attualmente al governo pensano di far pagare l’incuria dello Stato italiano ai partner europei.  L’incuria italiana è il prodotto di decenni di negligenza e di corruzione, di cui i dirigenti della penisola sono i primi responsabili. L’economia italiana, la cui crescita è anemica paga il prezzo delle insufficienti riforme. In aggiunta, le banche italiane sono fragili, Da sole detengono un quarto di crediti insolvibili. Basterà una scintilla per accendere la miccia’’!

E comunque tornando ai due geni della lampada … quello che riusciranno ad ottenere con la loro aggressione non sarà altro che altra aggressione. Finirà che si coalizzeranno tutti contro questo paese di populisti ignoranti e gli immigrati ce li rimanderanno tutti in Italia, visto che è sulle nostre coste che sbarcano.  Allora si che saranno cavoli amari.  I due volevano uscire dall’Europa? Ci riusciranno benissimo! Nel senso che verremmo sbattuti alla porta!

Abbiamo un debito di 2.300 miliardi di euro … manco riusciamo a pagarne gli interessi. Torniamo alla lira e annulliamo il debito? Bell’idea? Siamo sicuri? Il debito minimo raddoppierebbe … e noialtri senza il ‘’paracadute europeo’’ dove andremmo a finire? Non possediamo ‘’materie prime’’ e se dovessero mai farci un embargo, visto che il debito non potremmo certo pagarlo, torneremmo al Medio Evo! Pensiamo forse di vivere ancora nell’epoca del: ’’Abbiam tre mari … abbiamo tanto pesce che a chi lo vuole lo possiamo regalar’’? 

La politica di Salvini e Di Maio è quella del ‘’ricatto’’? Ma … siamo sicuri di potercelo permettere? Non è che ‘sti due giovani populisti ed incoscienti stanno sopravalutando un pò troppo la realtà?  A chi abbiamo dato le redini del Paese? Mah … 

Poveri noi …

Alla prossima

Elena 

 

Malavita organizzata … la ‘’palla al piede’’ del Paese Italia

Con l’avvicinarsi della ricorrenza della strage di Capaci, viene da fare un pò il ‘’punto della situazione’’. Come siamo messi?

Bè … non è che, nonostante tutto il tam tam e l’informazione fatta si sia risolto il problema.
Nel nostro Paese la malavita organizzata ha molti nomi: ‘’Mafia, ’Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita’’ .  Sotto questi ‘’ombrelli associativi’’ molti personaggi agiscono e fanno ‘’economia’’!

parlare e condannare … il sistema clientelare-mafioso deve essere ghettizzato! Se personaggi in ”odor di mafia” vengono considerati in maniera ”positiva” non ne usciremo mai!

Non si limitano all’economia tipica della malavita: prostituzione, droga, pizzo … ma cercano ‘’denaro’’ dove lo trovano, quindi,  entrano nel tessuto economico del paese.
Il fatto è che il concetto di economia declinato dalla filosofia ‘’malavitosa’’ è marcio!
Il loro è un sistema che ‘’funziona male’’ … perché in brevissimo tempo con il tipo di selezione utilizzato dalla malavita vengono premiati gli imprenditori ”marci”  e non quelli  ‘’capaci’’! Che è esattamente il contrario di quello che invece servirebbe!
Le contabilità di queste ‘’azienducole’’ messe su dagli ‘’amici degli amici’’ sono taroccate!
Le attività economiche sono in generale di copertura … e, bene che vada, hanno miseri contenuti.
Prevalgono inoltre gli elementi finanziari sugli elementi imprenditoriali.
Se costoro dispongono di denaro lo investono in finanza.  Non sono all’altezza di fare imprenditoria seria, in quanto anche se le loro nuove generazioni sono ‘’scolarizzate’’ … sempre ‘’marci dentro’’ restano!
Insomma la mafia non è abbastanza lungimirante per guardare al ‘’futuro’’ ma quello che a Lei interessa è ‘’prendi i soldi e scappa’’!
Ovvio che questo sistema mette in ginocchio il Paese ed arricchisce solo i quattro gatti in combutta assieme.
Possiamo noi cittadini onesti continuare a permettere che costoro la facciano da padroni?
Pensiamo alla fatica che devono fare le industrie italiane visto che devono costantemente combattere con una ‘’economia che non tira’’ … con una burocrazia che uccide … con delle tassazioni gravose e su questo aggiungiamoci anche la concorrenza sleale da parte della malavita organizzata!

Se le nostre industrie cessano l’attività e/o delocalizzano … non sarà che qui è un ”tantino complicato” fare industria?
La mafia oggi non uccide come un tempo … ha semplicemente cambiato aspetto!
Non ci sono più i morti ammazzati per le strade … oggi a Palermo ci sono meno omicidi che a Milano … ma la mafia è ancora più pericolosa perché è diventata altro!
E’ diventata finanza … accaparramento degli appalti a scapito di imprese sane … traffico dei rifiuti pericolosi.
Ma la malavita da sola non potrebbe funzionare. Ha bisogno di ‘’qualcuno’’ nei centri di potere. Quali sono i centri di potere del Paese? Facciamoci una domanda e diamoci una risposta. E con questo non bisogna semplificare tutto facendo di tutte le erbe un fascio … bisogna cercare attraverso quelle ”erbe” … tenere le buone ed estirpare la gramigna!
Ci sarà una ragione se i giovani di oggi percepiscono le associazioni antimafia come ‘’positive’’ mentre burocrazia e politica sono percepite come qualche cosa di, bene che vada, impotente, male che vada ‘’collusa’’?
Se è vero che l’aumentare della scolarizzazione ha fatto ‘’evolvere’’ la mafia,  dandole  una capacità di trasformazione grandissima diversificando le proprie attività e permettendole si infiltrarsi ovunque …  resta valido il fatto che la ‘’sua filosofia’’ sia sempre quella del ‘’prendi i soldi e scappa’’!
L’Italia NON ha bisogno di una economia simile, noi abbiamo bisogno di una  economia ‘’sana’’ che guardi al futuro! Siamo stufi di far vincere gli appalti a società che usano cemento depotenziato e facciano di conseguenza cadere i viadotti sulla autostrade.
Nessuno viene ad investire volentieri nel nostro Paese perché siamo poco ‘’affidabili’’ … se non adottiamo una cura drastica per questo ‘’cancro’’ che ci sta uccidendo … non andremo da nessuna parte.
La mafia non è stata vinta … la mafia ha semplicemente cambiato aspetto … si è ripulita ‘’fuori’’ ma ‘’dentro’’ continua ad essere una ‘’montagna di m ….’’ !

Alla prossima
Elena

21 marzo primo giorno di primavera … liberiamoci dalla malavita organizzata!

21 marzo 2017 – XXII GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME INNOCENTI DELLE MAFIE .
Che cosè il 21 marzo?

Ogni 21 marzo, primo giorno di primavera, LIBERA celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, perché in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale.
Dal 1996, ogni anno in una città diversa, viene letto un elenco di circa novecento nomi di vittime innocenti. Ci sono vedove, figli senza padri, madri e fratelli. Ci sono i parenti delle vittime conosciute, quelle il cui nome richiama subito un’emozione forte. E ci sono i familiari delle vittime il cui nome dice poco o nulla. Per questo motivo è un dovere civile ricordarli tutti. Per ricordarci sempre che a quei nomi e alle loro famiglie dobbiamo la dignità dell’Italia intera.
1893 – 
EMANUELE NOTARBARTOLO.
1896
 – EMANUELA SANSONE.
1905
 – LUCIANO NICOLETTI.
1906
 – ANDREA ORLANDO.
1909
 – JOE PETROSÌNO.
1911
 – LORENZO PANEPINTO.
1914 – 
MARIANO BARBATO. GIORGIO PECORARO.
1915
 – BERNARDINO VERRO.
1916
 – GIORGIO GENNARO.
1919
 – GIOVANNI ZANGÀRA. COSTANTINO STELLA. GIUSEPPE RUMORE. GIUSEPPE MONTICCIOLO. ALFONSO CÀNZIO.
1920 – 
NICOLÒ ALONGI. PAOLO LI PUMA. CROCE DI GANGI. PAOLO MIRMINA. GIOVANNI ORCEL. STEFANO CARONÌA.
CALOGERO FALDETTA. CARMELO MINARDI. SALVATORE VARSALONA. GIUSEPPE ZAFFUTO.
1921
 – GAETANO CIRCO. PIETRO PONZO. VITO STASSI. GIUSEPPE CASSARÀ. VITO CASSARÀ. GIUSEPPE COMPAGNA.
1922 – 
DOMENICO SPATOLA. MARIO SPATOLA. PIETRO PAOLO SPATOLA. SEBASTIANO BONFIGLIO. ANTONINO SCUDERI.
1924
 – ANTONINO CIOLÌNO.
1943
 – ANTONIO MANCINO.
1944 – 
SANTI MILISENNA. ANDREA RAIA.
1945
 – CALOGERO COMAIANNI. NUNZIO PASSAFIUME. FILIPPO SCIMONE. CALCEDONIO CATALANO. AGOSTINO D’ALESSANDRO. CALOGERO CICERO. FEDELE DE FRANCISCA. MICHELE DI MICELI. MARIO PAOLETTI. ROSARIO PAGANO. GIUSEPPE SCALÌA. GIUSEPPE PUNTARELLO. GIORGIO COMPARETTO. ANGELA TALLUTO.
1946 – 
ANGELO LOMBARDI. VITTORIO EPIFANI. VITANGELO CINQUEPALMI. IMERIO PICCINI.
MASINA PERRICONE SPINELLI.
GAETANO GUARINO. PINO CAMILLERI. GIOVANNI CASTIGLIONE. GIROLAMO SCACCIA. GIUSEPPE BIONDO. GIOVANNI SANTANGELO. GIUSEPPE SANTANGELO. VINCENZO SANTANGELO. GIOVANNI SEVERINO. FILIPPO FORNO. GIUSEPPE PULLARA. NICOLÒ AZOTI. FIORENTINO BONFIGLIO. MARIO BOSCONE. PIETRO LORIA. FRANCESCO SASSANO. EMANUELE GRECO. MARIO SPAMPINATO. GIOVANNI LA BROCCA. VINCENZO AMENDUNI. VITTORIO LEVICO.
1947
 – ACCURSIO MIRAGLIA. PIETRO MACCHIARELLA. NUNZIO SANSONE. EMANUELE BUSELLINI. MARGHERITA CLESCERI. GIOVANNI GRIFÒ. GIORGIO CUSENZA. CASTRENSE INTRAVÀIA. VINCENZA LA FATA. SERAFINO LASCÀRI. GIOVANNI MEGNA. FRANCESCO VICARI. VITO ALLOTTA. GIUSEPPE DI MAGGIO. FILIPPO DI SALVO. VINCENZO LA ROCCA. VINCENZA SPINA. MICHELANGELO SALVIA. GIUSEPPE CASÀRRUBEA. VINCENZO LO IACONO. GIUSEPPE MANÌACI. CALOGERO CAIOLA. VITO PIPITONE.
LUIGI GERONAZZO.
1948
 – EPIFANIO LI PUMA. PLACIDO RIZZOTTO. GIUSEPPE LETIZIA.
CALOGERO CANGELOSI. MARCANTONIO GIACALONE. ANTONIO GIACALONE. ANTONIO DI SALVO.
NICOLA MESSINA. CELESTINO ZAPPONI. GIOVANNI TASQUIER. VITA DORANGRICCHIA.
1949
 – CARLO GUARINO.
VITO GUARINO. FRANCESCO GULINO. CANDELORO CATANESE. MICHELE MARINARO. CARMELO AGNONE. QUINTO REDA.
CARMELO LENTINI. PASQUALE MARCONE. ARMANDO LODDO. SERGIO MANCINI.
CARLO ANTONIO PABUSA. GABRIELE PALANDRANI. GIOVAN BATTISTA ALOE. ILARIO RUSSO.
GIOVANNI CALABRESE. GIUSEPPE FIORENZA. SALVATORE MESSINA. FRANCESCO BUTIFAR.
1951
 – ANTONIO SANGINITI. PROVVIDENZA GRECO. DOMENICA ZUCCO.
1952 – 
FILIPPO INTILI.
1955
 – SALVATORE CARNEVALE. GIUSEPPE SPAGNUOLO.
1957 – 
PASQUALE ALMERICO. ANTONINO POLLARI.
1958 – 
VINCENZO DI SALVO. VINCENZO SAVOCA.
1959
 – ANNA PRESTIGIACOMO.
GIUSEPPINA SAVOCA. VINCENZO PECORARO. ANTONINO PECORARO.
1960 – 
ANTONINO DAMANTI. COSIMO CRISTINA. PAOLO BONGIORNO. ANTONINO GIANNOLA.
1961 – 
PAOLINO RICCOBONO.
1962 – 
ENRICO MATTEI. GIACINTO PULEO.
1963 – 
GIUSEPPE TESAURO. PIETRO CANNIZZARO. MARIO MALAUSA. SILVIO CORRAO. CALOGERO VACCARO. PASQUALE NUCCIO. EUGENIO ALTOMARE. GIORGIO CIACCI. MARINO FARDELLI.
1965
 – COSIMO GIOFFRÈ.
1966
 – CARMELO BATTAGLIA. GIUSEPPE BURGIO.
1967
 – GIUSEPPE PIANI.
1968
 – SALVATORE SUROLO.
1969
 – ORAZIO COSTANTINO. GIOVANNI DOMÉ. SALVATORE BEVILACQUA.
1970
 – MAURO DE MAURO. RITA CACICIA. ROSA FAZZARI. ANDREA GANGEMI. NICOLINA MAZZOCCHIO.
LETIZIA PALUMBO. ADRIANA VASSALLA.
1971 – 
PIETRO SCAGLIONE. ANTONIO LORUSSO. VINCENZO RICCARDELLI.
1972
 – GIOVANNI SPAMPINATO. GIOVANNI VENTRA. DOMENICO CANNATA. PAOLO DI MAIO.
1973
 – ALBERTO CALASCIONE. MARIA GIOVANNA ELIA. SALVATORE FEUDALE.
1974 – 
ANGELO SORINO. EMANUELE RIBOLI. NICOLA RUFFO. GIUSEPPE BRUNO.
1975
 – CALOGERO MORREALE. GAETANO CAPPIELLO. FRANCESCO FERLAINO. DOMENICO FACCHINERI. MICHELE FACCHINERI. TULLIO DE MICHELI. MARIO CERETTO. GIUSEPPINA UTANO. CRISTINA MAZZOTTI. ANGELO CALABRÒ. GIUSEPPINA PANGALLO.
1976
 – GERARDO D’ARMINIO. GIUSEPPE MOSCARELLI. CATERINA LIBERTI. SALVATORE FALCETTA. CARMINE APUZZO.
SALVATORE LONGO. SALVATORE BUSCEMI. FRANCESCO VINCI. ALBERTO CAPUA. VINCENZO RANIERI. VINCENZO MACRÌ.
FRANCESCO PAOLO CHIARAMONTE. MARIO CESCHINA. ROCCO CORICA.
1977
 – ROCCO GATTO. STEFANO CONDELLO. VINCENZO CARUSO. PASQUALE POLVERINO. GIUSEPPE RUSSO.
FILIPPO COSTA. ATTILIO BONINCONTRO. DONALD MACKAY. MARIANGELA PASSIATORE. ADRIANO RUSCALLA.
1978
 – UGO TRIOLO. PEPPINO IMPASTATO. ANTONIO ESPOSITO FERRAIOLI. SALVATORE CASTELBUONO. GAETANO LONGO.
PAOLO GIORGETTI. PASQUALE CAPPUCCIO. FORTUNATO FURORE. AUGUSTO RANCILIO. PASQUALINO PERRI.
1979
 – ALFONSO SGROI. FILADELFIO APARO. MARIO FRANCESE. MICHELE REINA.
GIORGIO AMBROSOLI. GIORGIO BORIS GIULIANO. CALOGERO DI BONA. CESARE TERRANOVA. LENIN MANCUSO. GIOVANNI BELLISSIMA. SALVATORE BOLOGNA. DOMENICO MARRARA. VINCENZO RUSSO. ANTONINO TRIPODO. ROCCO GIUSEPPE BARILLÀ. CARMELO DI GIORGIO. PRIMO PERDONCINI. BALDASSARRE NASTASI.
1980
 – PIERSANTI MATTARELLA. GIUSEPPE VALARIOTI. EMANUELE BASILE. GIANNINO LOSARDO. PIETRO CERULLI. GAETANO COSTA. CARMELO JANNÌ. DOMENICO BENEVENTANO. MARCELLO TORRE. VINCENZO ABATE. GIUSEPPE GIOVINAZZO. CIRO ROSSETTI. FILOMENA MORLANDO. BRUNO VINCI. GRAZIELLA DE PALO. ITALO TONI. ANTONIO COLISTRA. ADELMO FOSSATI. SILVIO DE FRANCESCO. GIUSEPPE GULLÌ.
1981 – 
VITO IEVOLELLA. SEBASTIANO BOSIO. LEOPOLDO GASSANI. GIUSEPPE GRIMALDI. VINCENZO MULÈ. DOMENICO FRANCAVILLA. MARIANO VIRONE. GIUSEPPE SALVIA. MARIANO MELLONE. ROSSELLA CASINI. GIUSEPPE CUTTITTA. MICHELE BORRIELLO. FRANCESCA MOCCIA. LORENZO CROSETTO. PIERRE MICHEL.
ONOFRIO VALVOLA.
1982 – 
LUIGI D’ALESSIO. ROSA VISONE. NICOLÒ PIOMBINO. ANTONIO SALZANO. PIO LA TORRE. ROSARIO DI SALVO. GENNARO MUSELLA. GIUSEPPE LALA. DOMENICO VECCHIO. ANTONIO VALENTI. RODOLFO BUSCEMI. MATTEO RIZZUTO. SILVANO FRANZOLIN. LUIGI DI BARCA. SALVATORE RAITI. GIUSEPPE DI LAVORE. ANTONINO BURRAFATO. SALVATORE NUVOLETTA. ANTONIO AMMATURO. PASQUALE PAOLA. PAOLO GIACCONE. VINCENZO SPINELLI. CARLO ALBERTO DALLA CHIESA. EMANUELA SETTI CARRARO. DOMENICO RUSSO. CALOGERO ZUCCHETTO. CARMELO CERRUTO. SIMONETTA LAMBERTI. GIULIANO PENNACCHIO. ANDREA MORMILE. LUIGI CAFIERO. ANTIMO GRAZIANO. GENNARO DE ANGELIS. ANNAMARIA ESPOSITO. ANTONIO DE ROSA. ELIO DI MELLA. SALVATORE DRAGONE. MARIO LATTUCA. GIOVANNI GAMBINO. FRANCESCO BORRELLI. ALFREDO AGOSTA. FRANCESCO PANZERA. VINCENZO ENEA. GIOVANNI CANTURI. RAFFAELE DELCOGLIANO. ALDO IERMANO. PALMINA GIGLIOTTI. GRAZIELLA MAESANO. MARIA MAESANO. POMPEO PANARO. BORTOLO PESCE. ANTONIO PESCE. FILIPPO SCOTTI.
1983 – 
GIANGIACOMO CIACCIO MONTALTO. PASQUALE MANDATO. SALVATORE POLLARA. MARIO D’ALEO.
GIUSEPPE BOMMARITO. PIETRO MORICI. BRUNO CACCIA. ROCCO CHINNICI. SALVATORE BARTOLOTTA.
MARIO TRAPASSI. STEFANO LI SACCHI. SEBASTIANO ALONGI. FRANCESCO IMPOSIMATO. DOMENICO CELIENTO. ANTONIO CRISTIANO. NICANDRO IZZO. GIOACCHINO CRISAFULLI. FRANCESCO BRUNITTO. SALVATORE ZANGARA. PATRIZIA SCIFO. VITTORIO SCIFO. LUIGI CANGIANO. LIA PIPITONE. SIMONE DI TRAPANI. GIUSEPPE BERTOLAMI. DOMENICO CANNATÀ. SERAFINO TRIFARÒ. FRANCESCO PUGLIESE.
1984
 – PIPPO FAVA. RENATA FONTE. CRESCENZO CASILLO. GIOVANNI CALABRÒ.
COSIMO QUATTROCCHI. FRANCESCO QUATTROCCHI. COSIMO QUATTROCCHI. MARCELLO ANGELINI. SALVATORE SCHIMMENTI. GIOVANNI CATALANOTTI. ANTONIO FEDERICO. PAOLO CANALE. GIOVANBATTISTA ALTOBELLI. LUCIA CERRATO. ANNA MARIA BRANDI. ANNA DE SIMONE. GIOVANNI DE SIMONE. NICOLA DE SIMONE. LUISELLA MATARAZZO. MARIA LUIGIA MORINI. FEDERICA TAGLIALATELA. ABRAMO VASTARELLA. PIER FRANCESCO LEONI. SUSANNA CAVALLI.
ANGELA CALVANESE. CARMINE MOCCIA. VALERIA MORATELLO. MICHELE BRESCIA.
SANTO CALABRESE. ANTIOCO COCCO. VINCENZO VENTO. PIETRO BUSETTA. SALVATORE SQUILLACE. FRANCESCO FABBRIZZI. SALVATORE MELE. BRUNO ADAMI. GIUSEPPE AGATINO CANNAVÒ.
1985
 – PIETRO PATTI. GIUSEPPE MANGANO. GIOACCHINO TAGLIALATELA. SERGIO COSMAI. GIOVANNI CARBONE.
BARBARA RIZZO ASTA. GIUSEPPE ASTA. SALVATORE ASTA. BEPPE MONTANA. ANTONINO CASSARÀ.
ROBERTO ANTIOCHIA. GIUSEPPE SPADA. ANTONIO ENRICO MONTELEONE. GIANCARLO SIANI. BIAGIO SICILIANO.
GIUDITTA MILELLA. CARMINE TRIPODI. GRAZIELLA CAMPAGNA. GIUSEPPE MACHEDA. MARIO DIANA.
MARCO PADOVANI. GIANLUCA CANONICO. DOMENICO DEMAIO.
1986
 – PAOLO BOTTONE. GIUSEPPE PILLARI. FILIPPO GEBBIA.
ANTONIO MORREALE. FRANCESCO ALFANO. VITTORIO ESPOSITO. SALVATORE BENIGNO. CLAUDIO DOMINO. FILIPPO SALSONE. ANTONIO SABIA. GIOVANNI GIORDANO. NUNZIATA SPINA. ANTONIO BERTUCCIO. FRANCESCO PRESTIA. DOMENICA DE GIROLAMO. LUIGI STAIÀNO.
MARIO FERRILLO. SALVATORE LEDDA. GIOVANNI GARCEA. SEBASTIANO MORABITO. NINO D’UVA.
LUIGI AIAVOLASIT.
1987
 – GIUSEPPE RECHICHI. ROSARIO IOZIA. GIUSEPPE CUTRUNEO. ROSARIO MONTALTO. ANTONIO CIVININI. CARMELO GANCI. LUCIANO PIGNATELLI. GIOVANNI DI BENEDETTO. COSIMO ALEO.
ANIELLO GIORDANO. GIOVANNI MILETO. ANTONINO SCIRTÒ. PAOLO SVEZIA.
1988
 – GIUSEPPE INSALACO. GIUSEPPE MONTALBANO. NATALE MONDO. DONATO BOSCIA. GRAZIA SCIMÈ. FRANCESCO MEGNA.
ESTER ADA. BERTA CACERES. NYDIA ÉRIKA BAUTISTA DE ARELLANA. AMPARO DEL CARMEN TORDECILLA TRUJILLO. EZEQUIEL FERREYRA. JUAN GERARDI CONEDERA. NAHAMÁN CARMONA. ANGEL DE JESUS RODRIGUEZ HERNANDEZ. BEN MOHAMED NEBIL. ALBERTO GIACOMELLI. ANTONINO SAETTA. STEFANO SAETTA. MAURO ROSTAGNO. LUIGI RANIERI. CARMELO ZACCARELLO. GIROLAMO MARINO. ANIELLO CORDASCO. GIULIO CAPILLI. PIETRO RAGNO.
ABED MANYAMI. RAFFAELE ANTONIO TALARICO. MICHELE VIRGA. GIUSEPPE MASCOLO. FRANCESCO SALZANO. GIANFRANCO TREZZI. DOMENICO CARABETTA.
1989
 – FRANCESCO CRISOPULLI. GIUSEPPE CARUSO. FRANCESCO PEPI. MARCELLA TASSONE. NICOLA D’ANTRASSI. VINCENZO GRASSO. PAOLO VINCI. SALVATORE INCARDONA. ANTONINO AGOSTINO. IDA CASTELLUCCIO. DOMENICO CALVIELLO. ANNA MARIA CAMBRIA. CARMELA PANNONE. PIETRO GIRO. DONATO CAPPETTA. CALOGERO LORIA. FRANCESCO LONGO. GIOVANBATTISTA TEDESCO. COLIN WINCHESTER. GIACOMO CATALANO. PIETRO POLARA. NICOLINA BISCOZZI. PASQUALE PRIMERANO. PASQUALE MIELE. GIUSEPPE TIZIAN.
JERRY ESSAN MASSLO. GAETANO DE CICCO. DOMENICO GUARRACINO. SALVATORE BENAGLIA. GAETANO DI NOCERA. MICHELE PIROMALLI. CLAUDIO VOLPICELLI. ANDREA CORTELLEZZI. ANTONIO D’ONUFRIO. VINCENZO MEDICI.
1990
 – GIUSEPPE TALLARITA. NICOLA GIOITTA IACHINO. EMANUELE PIAZZA. GIUSEPPE TRAGNA. GIOVANNI BONSIGNORE. ANTONINO MARINO. ROSARIO LIVATINO. ALESSANDRO ROVETTA. FRANCESCO VECCHIO. ANDREA BONFORTE. GIOVANNI TRECROCI. SAVERIO PURITA.
ANGELO CARBOTTI. DOMENICO CATALANO. MARIA MARCELLA. VINCENZO MICELI. ELISABETTA GAGLIARDI. GIUSEPPE ORLANDO. MICHELE ARCANGELO TRIPODI. PIETRO CARUSO. NUNZIO PANDOLFI. ARTURO CAPUTO. ROBERTO TICLI.
MARIO GRECO. ROSARIO SCIACCA. GIUSEPPE MARNALO. STEFANO VOLPE. FRANCESCO OLIVIERO. COSIMO DURANTE.
ANGELO RAFFAELE LONGO. RAFFAELA SCORDO. CALOGERO LA PIANA. ANTONIO NUGNES. PASQUALE FELICIELLO.
MARCO TEDESCHI. FERDINANDO BARBALACE. MARCELLA DI LEVRANO. SERGIO ESPOSITO. ANDREA ESPOSITO. TOBIA ANDREOZZI. ANTONINO PONTARI. PIERO CARPITA. LUIGI RECALCATI. GIUSEPPE SOTTILE. ANTONIO DI BARTOLO.
LUIGI VOLPE.
1991
 – VALENTINA GUARINO. ANGELICA PIRTOLI. GIUSEPPE SCEUSA. SALVATORE SCEUSA. VINCENZO LEONARDI. ANTONIO CARLO CORDOPATRI. ANGELO RICCARDO. DEMETRIO QUATTRONE. NICOLA SOVERINO. ANDREA SAVOCA. DOMENICO RANDÒ. GIOVANNA SANDRA STRANIERI. ANTONIO SCOPELLITI. LIBERO GRASSI. FABIO DE PANDI. GIUSEPPE ALIOTTO.
ANTONIO RAMPINO. SILVANA FOGLIETTA. SALVATORE D’ADDARIO. RENATO LIO. FRANCESCO TRAMONTE. PASQUALE CRISTIANO. STEFANO SIRAGUSA. ALBERTO VARONE. FELICE DARA. VINCENZO SALVATORI. SERAFINO OGLIASTRO. GIUSEPPE GRIMALDI. SALVATORA TIENI. NICOLA GUERRIERO. GIUSEPPE SORRENTI. ANTONIO VALENTI. NUNZIANTE SCIBELLI. VINCENZO GIORDANO. SALVATORE VINCENZO SURDO. GASPARE PALMERI. IGNAZIO ALOISI.
ONOFRIO ADDESI. FRANCESCO AUGURUSA. GIUSEPPE PICCOLO. PASQUALE MALGERI. ANTONINO LODOVICO BRUNO. CIRINO CATALANO. MICHELE CIANCI.
1992
 – SALVATORE AVERSA. LUCIA PRECENZANO. ANTONIO RUSSO. FORTUNATO ARENA. CLAUDIO PEZZUTO. SALVATORE MINEO. GIULIANO GUAZZELLI. GIOVANNI FALCONE. FRANCESCA MORVILLO. ROCCO DICILLO. ANTONIO MONTINARO. VITO SCHIFANI. PAOLO BORSELLINO. AGOSTINO CATALANO. EDDIE WALTER COSINA. EMANUELA LOI. VINCENZO LI MULI. CLAUDIO TRAÌNA. RITA ÀTRIA. PAOLO FICALÒRA. LUIGI SÀPIO. EGIDIO CAMPANIELLO. GIORGIO VILLÀN. PASQUALE DI LORENZO. GIOVANNI PANUNZIO. GAETANO GIORDANO. GIUSEPPE BORSELLINO. ANTONIO TAMBORINO. MAURO MANIGLIO. RAFFAELE VITIELLO. EMANUELE SAÙNA. GIOVANNI LIZZIO. ANTONIO DI BONA. GIOVANNI CARNICELLA. ANTONIO MUTO. PASQUALE AURIEMMA.
1993 – 
BEPPE ALFANO. LOLLÒ CARTISANO. PASQUALE CAMPANELLO. VINCENZO D’ANNA. VINCENZO VITALE.
GENNARO FALCO. NICOLA REMONDINO. DOMENICO NICOLÒ PANDOLFO. MAURIZIO ESTATE. FABRIZIO NENCIONI. ANGELA FIUME. NADIA NENCIONI. CATERINA NENCIONI. DARIO CAPOLICCHIO. DOMENICO NICITRA. CARLO LA CATENA.
STEFANO PICERNO. SERGIO PASOTTO. ALESSANDRO FERRARI. MOUSSAFIR DRISS. PINO PUGLISI.
RAFFAELE DI MERCURIO. ANDREA CASTELLI. ANGELO CARLISI. CALOGERO ZAFFUTO. RICCARDO VOLPE.
ANTONINO VASSALLO. FRANCESCO NAZZARO. GIORGIO VANOLI. LUIGI IANNOTTA. ANTONINO SPARTÀ. SALVATORE SPARTÀ. PIETRO VINCENZO SPARTÀ. GIUSEPPE MARINO. ANTONIO MAZZA. FABIO GAROFALO.
1994
 – VINCENZO GAROFALO. ANTONINO FAVA. PEPPE DIANA. ILARIA ALPI. MIRAN HROVATIN. LUIGI BODENZA.
IGNAZIO PANEPINTO. MARIA TERESA PUGLIESE. GIOVANNI SIMONETTI. SALVATORE BENNICI. CALOGERO PANEPINTO. FRANCESCO MANISCALCO. NICHOLAS GREEN. MELCHIORRE GALLO. GIUSEPPE RUSSO. COSIMO FABIO MAZZOLA. LILIANA CARUSO. AGATA ZUCCHERO. LEONARDO SANTORO. PALMINA SCAMARDELLA. ANTONIO NOVELLA. FRANCESCO ALOI. FRANCESCO BRUNO. SAVERIO LIARDO. ANTONIO D’AGOSTINO.
1995 – 
FRANCESCO MARCONE. SERAFINO FAMÀ. GIOACCHINO COSTANZO. PETER IWULE ONJEDEKE. FORTUNATO CORREALE. ANTONINO BUSCEMI. GIUSEPPE MONTALTO. GIUSEPPE CILIA. CLAUDIO MANCO. ANTONIO BRANDI. GIAMMATTEO SOLE . GENOVESE PAGLIUCA. PIETRO SANUA. PIERANTONIO SANDRI. GIUSEPPE GIAMMONA. GIOVANNA GIAMMONA. FRANCESCO SAPORITO. NATALE DE GRAZIA. CESARE BOSCHIN. MICHELE CIARLO. GIOVANNI CARBONE. MARCELLO PALMISANO.
1996
 – GIUSEPPE DI MATTEO. FRANCESCO TAMMONE. GIUSEPPE PUGLISI.
ANNAMARIA TORNO. GIOVANNI ATTARDO. DAVIDE SANNINO. SANTA PUGLISI.
SALVATORE BOTTA. SALVATORE FRAZZETTO. GIACOMO FRAZZETTO. MARIA ANTONIETTA SAVONA. RICCARDO SALERNO. GIOACCHINO BISCEGLIA. ROSARIO MINISTERI. CALOGERO TRAMÙTA. CELESTINO FAVA. ANTONINO MOIO. RAFFAELE PASTORE. ANTONINO POLIFRONI. SALVATORE MANZI. CONCETTA MATARAZZO. MICHELE CAVALIERE. FRANCESCO GIORGINO. NICOLA MELFI.
1997
 – GIUSEPPE LA FRANCA. CIRO ZIRPOLI.
GIULIO CASTELLINO. AGATA AZZOLINA. RAFFAELLA LUPOLI. SILVIA RUOTOLO. ANGELO BRUNO. FRANCESCO MARZANO. ANDREA DI MARCO. AMBROGIO MAURI. VITTORIO REGA.
1998 – 
INCORONATA SOLLAZZO. MARIA INCORONATA RAMELLA. ERILDA ZTAUSCI.
SALVATORE DE FALCO. ROSARIO FLAMINIO.
ALBERTO VALLEFUOCO. GIUSEPPINA GUERRIERO.
LUIGI IOCULANO.
DOMENICO GERACI.
ANTONIO CONDELLO.
MARIA ANGELA ANSALONE. GIUSEPPE MARIA BICCHERI. GIUSEPPE MESSINA.
GRAZIANO MUNTONI. GIOVANNI GARGIULO. GIOVANNI VOLPE.
ORAZIO SCIASCIO. GIUSEPPE IACONA. DAVIDE LADINI. SAVERIO IERACE. ANTONIO FERRARA.
1999
 – SALVATORE OTTONE. ROSARIO SALERNO. STEFANO POMPEO. FILIPPO BASILE.
HISO TELARAY. MATTEO DI CANDIA. VINCENZO VACCARO NOTTE. LUIGI PULLI.
RAFFAELE ARNESANO. RODOLFO PATERA. ENNIO PETROSINO. ROSA ZAZA. ANNA PACE.
MARCO DE FRANCHIS. FRANCESCO SALVO.
2000 – 
ANTONIO LIPPIELLO. SALVATORE VACCARO NOTTE. ANTONIO SOTTILE.
ALBERTO DE FALCO. FERDINANDO CHIAROTTI. FRANCESCO SCERBO. GIUSEPPE GRANDOLFO. DOMENICO GULLACI.
MARIA COLANGIULI. HAMDI LALA. GAETANO DE ROSA. SAVERIO CATALDO. DANIELE ZOCCOLA. SALVATORE DE ROSA. GIUSEPPE FALANGA. LUIGI SEQUINO.
PAOLO CASTALDI. GIANFRANCO MADIA. VALENTINA TERRACCIANO. RAFFAELE IORIO. FERDINANDO LIGUORI.
2001 – 
TINA MOTOC. MICHELE FAZIO. CARMELO BENVEGNA. STEFANO CIARAMELLA. ANTONIO DELLA BONA.
2002 – 
FEDERICO DEL PRETE. TORQUATO CIRIACO. HUSAN BALIKÇI. ANTONIO PETITO. GIUSEPPE FRANCESE. FRANCESCO SANTANIELLO.
2003 – 
DOMENICO PACILIO. GAETANO MARCHITELLI. CLAUDIO TAGLIALATELA. PAOLINO AVELLA. MICHELE AMICO. GIUSEPPE ROVESCIO. ANTONIO VAIRO. PAOLO BAGNATO.
2004 – 
BONIFACIO TILOCCA. ANNALISA DURANTE. STEFANO BIONDI.
PAOLO RODÀ. GELSOMINA VERDE. DARIO SCHERILLO. MATILDE SORRENTINO. FRANCESCO ESTATICO. FABIO NUNNERI. MASSIMILIANO CARBONE. ANTONIO LANDIERI. FRANCESCO GRAZIANO. ANTONIO GRAZIANO. ANTONIO MAIORANO. ATTILIO MANCA.
2005
 – FRANCESCO ROSSI. ATTILIO ROMANÒ. FRANCESCO FORTUGNO. GIUSEPPE RICCIO. DANIELE POLIMENI. GIANLUCA CONGIUSTA. PEPE TUNEVIC.
EMILIO ALBANESE. FORTUNATO LA ROSA.
2006 – 
SALVATORE BUGLIONE. DANIELE DEL CORE. LORIS DI ROBERTO. RODOLFO PACILIO.
MICHELE LANDA. ANTONIO PALUMBO. ANNA POLITIKOVSKAJA. GIUSEPPE D’ANGELO. LUCA COTTARELLI.
2007
 – LUIGI SICA.
FRANCESCO GAITO. UMBERTO IMPROTA. GIUSEPPE VEROPALUMBO. LUIGI RENDE.
CARMELA FASANELLA. ROMANO FASANELLA. DOMENICO DE NITTIS. FILIPPO SALVI.
2008
 – MARIO COSTABILE. DOMENICO NOVIELLO. MARCO PITTONI. RAFFAELE GARGIULO. RAFFAELE GRANATA. GIUSEPPE MINOPOLI.
LORENZO RICCIO. RAFFAELE MANNA. SAMUEL KWAKU. CRISTOPHER ADAMS. ERIC AFFUM YEBOAH.
KWAME ANTWI JULIUS FRANCIS. EL HADJI ABABA. ALEX GEEMES. FRANCESCO ALIGHIERI. GABRIELE ROSSI.
ANTONIO CIARDULLO. ERNESTO FABOZZI.
2009
 – DOMENICO (DODÒ) GABRIELE. PETRU BIRLANDEANU. GAETANO MONTANINO. NICOLA NAPPO. LEA GAROFALO.
ANTONIO CANGIANO.
2010 – 
TERESA BUONOCORE. ANGELO VASSALLO. GIANLUCA CIMMINIELLO. CARMINE CANNILLO.
2011 – 
VINCENZO LIGUORI. GIUSEPPE MIZZI. CARLO CANNAVACCIUOLO. MARIA CONCETTA CACCIOLA.
2012
 – ANDREA NOLLINO. PASQUALE ROMANO. FILIPPO CERAVOLO.
2014
 – NICOLA (COCÒ) CAMPOLONGO. DOMENICO PETRUZZELLI. VINCENZO FERRANTE. ROBERTO MANCINI.
FLORI MESUTI.
2015
 – DOMENICO MARTIMUCCI. GENNARO CESARANO. MAIKOL GIUSEPPE RUSSO.
2016
 – SILVIO MIRARCHI. CIRO COLONNA.
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A loro e a tutte le vittime innocenti delle quali non abbiamo ancora notizia, la  nostra memoria ed il nostro impegno.  (Libera)

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La malavita organizzata: Mafia, ‘Ndrangheta, Camorra, Sacra Corona Unita tengono il nostro Paese nel Medio Evo. Liberarcene è un nostro preciso dovere. Questa è una guerra crudele e i cittadini per bene non possono esser  lasciati a combattere ”demoni simili” a mani nude …

Alla prossima

Elena