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Il giardinaggio è pericoloso …

Dovrei portare Luke a fare una passeggiata, ma prima voglio ancora togliere questa erbaccia, ormai l’ho quasi completamente sradicata … uno strattone e … alè!

Mi sono ritrovata in volo, i miei occhiali volteggiavano sopra di me mentre cadevo, di schiena, sulla terra indurita dell’orto.
Inconsciamente devo essermi girata per proteggere la schiena, visto che sono il ‘’festival delle ernie discali’’ ed ho il terrore di farne uscire altre.
Quindi, per farla breve, la mia mano sinistra purtroppo chiusa, ha toccato per prima il duro terreno con tutto il mio peso sopra!
Un male folgorante, per un attimo ho visto tutto ‘’nero’’ e ho pensato di svenire.
La mia attenzione però è stata attratta dalla mano sinistra che aveva, nonostante il guanto da giardinaggio che indossavo, una posizione ‘’anormale’’.
Il braccio e la mano non sono in assetto. La mano è spostata a sinistra rispetto al braccio. Ohh … mamma mia che orrore.

Chiamo disperatamente mio marito, attendo un pò, ma non succede niente.
Riprovo a chiamare, niente.
Cerco di respirare profondamente e con metodo per non svenire e intanto ascolto i rumori circostanti e realizzo che Antonio, mio marito, che in pratica non fa mai niente, proprio in quel momento stava tagliando l’erba del prato,  facendo quindi un chiasso incredibile ed ovviamente non sentendo i miei richiami.
Mi alzo dolorante e, reggendomi il polso con la mano destra vado nella direzione del rumore continuando a chiamare. Manco una piega.
Finalmente gli arrivo davanti e cado in ginocchio.
Ringraziando il Signore invece di passarmi addosso o di fianco, mio marito come quasi tutti gli uomini ha una visione a ‘’canna di fucile’’, mi vede per fortuna,  spegne il tosaerba e mi chiede: ‘’Cosa hai combinato’’?
Piangendo dal male gli spiego. Tenendomi, mi accompagna in casa dove mi butto sul divano. Luke viene vicino e mi lecca, alla faccia del CoVid19, per consolarmi.
Antonio mi toglie lo spesso guanto da giardino e, quando vede la situazione, senza parlare inizia a chiudere casa.
Ci mettiamo in auto e partiamo in direzione Ospedale Le Bonnet di Frejus.
Visto la situazione pandemia posso entrare solo io, faccio le pratiche all’accettazione dopo di che mi mettono in sala d’attesa, dove rimango per circa due ore.
Finalmente mi fanno i raggi, come vedono le lastre mi prendono e mi coricano su una lettiga, mi fanno una flebo di morfina e mi ricoverano!
Sempre così a Le Bonnet, non mi prendono mai sul serio. Anche quando mi sono rotta il piede non avevano fatto una piega fino a quando non avevan visto le lastre. Vabbè.
Giovedì mattina, giorno dell’Ascensione, mi sveglio di soprassalto alle 5,15 a causa di urla belluine femminili! Aiuto, soccorso, nooooooo, pietà, noooooooo … soccorso, nooooo.
Resto in silenzio con le orecchie tese, sento altre voci, ma non capisco cosa stiano dicendo.
Immagino stiano facendo le medicazioni, guardo il cellulare e vedo che a quell’ora non è possibile. Dopo un pò la porta di camera mia si apre ed un infermiere, in punta di piedi, entra chiedendomi se va tutto bene, al che gli rispondo che io si sto bene ma che non credo stia bene la persona che è nella camera accanto alla mia.
Mi spiega che è una Signora con dei problemi psicologici, che di notte si gira nel letto talmente tanto da rimanere incastrata tra le sbarre alzate. Dato che è stata operata ad una spalla le manovre per rimetterla in sesto non devono esser piacevoli, ecco il motivo delle urla. Poverina.

Cerco di riposare ancora un pò. Verso le 9,30 mi portano nel blocco operatorio per una pre anestesia.

Ora dovete sapere che io sono una ‘’fifona’’ e che l’idea di farmi affettare da qualcuno non è che mi riempia di gioia. Quindi ecco che inizio, dopo alcuni convenevoli di rito,  a far domande a chirurgo ed anestesista.

Io: ‘’Buongiorno dottore, lei ha visto le mie lastre’’?
D.: ‘’Certo che le ho viste’’!
Io: ‘’E una frattura scomposta e fuori asse come procederete per l’intervento’’?
D: ‘’Non si preoccupi quando aprirò mi renderò conto ed agirò di conseguenza, metterò comunque dei chiodi e delle viti, oppure degli anelli, vedremo …’’
Io: ‘’Quanti interventi al polso fate durante l’anno’’?
D.: ‘’Circa 365! Di solito uno al giorno’’!
Io: ‘’ Ah.., bene! Ma … adesso le mie lastre dove sono’’?
D.:’’ Adesso non le ho qui’’.
Io: ‘’Ma come non le ha? E come fa ad operarmi’’?
D.: ‘’Forza con l’anestesia! Altrimenti non la smette più di parlare’’!
Io: ‘’Ma come fa ad operarmi se non ha le mie last …

E poi più niente.

Mi sono risvegliata più tardi con un’infermiera che mi chiedeva: ‘’Allora? Come va? Tutto bene”?
Devo averle blaterato una risposta perché dopo un pò è tornata sorridendo.
Tornata in camera mi sono vista portare un vassoio con dentro di tutto di più!
Un contenitore con della pasta non ben identificata alla besciamella, una rolatina di pollo farcita con una accompagnamento di crocchette di patate. Formaggio e dolce.
Mamma mia! Alla faccia dell’intervento. Comunque ho mangiato il pollo e anche qualche crocchetta! Lo stomaco non mi crea nessun problema.

Stare in ospedale in tempo di CoVid19 ha dei vantaggi e degli svantaggi.
Il vantaggio è che sei solo in camera. Il che non è male. Gli svantaggi sono che, non vedi nessuno, nessuno può venire a trovarti e non puoi leggere. Nell’ospedale ,sono scomparsi giornali e riviste, in quanto veicoli di contagio.
Arrivando d’urgenza da casa non avevo certo preso un libro, già tanto che avessi in borsa lo spazzolino da denti. Quindi che fare? Cantare!
Ho passato due giorni dormendo, mangiando e cantando.
Il venerdì pomeriggio per fortuna già tornavo a casa.
I primi giorni il polso mi faceva un male terribile, oggi, martedì 26 sono riuscita a scrivere tutto questo, quindi, va molto meglio.
Il 22 mi faranno una visita di controllo, il 29 mi rivedrà l’anestesista e il 7 luglio mi riopereranno nuovamente per togliere i ferri.
Che ‘’OO’’! Mi sa che fino a fine agosto non potrò guidare. Basta giardinaggio! Mio figlio per prendermi in giro mi ha detto che il ‘’giardinaggio’’ è incluso nei corsi di sopravvivenza.

Alla prossima

Elena

Salvini e la ”macchina della disperazione” …

L’avere annullati i permessi umanitari, fa si che gli immigrati che li possedevano e che magari andavano a scuola e stavano imparando l’italiano per inserirsi nel mondo del lavoro, ora non sappiano più né dove andare né cosa fare.

Il chiudere dall’oggi al domani centri di soggiorno per smistare ‘sti disperati in posti peggiori sparsi sulla penisola dove non hanno più nessun riferimento, non aiuta certo l’integrazione.

Senza un permesso di soggiorno regolare NON possono lavorare né essere assunti, anche a breve termine, da nessuno. Visto che Salvini ha annullato i ‘’permessi umanitari’’ se qualcuno li assume e non sono ‘’regolari’’ paga multe salate e/o va in galera. 

Ora …dal momento che li sbattono fuori dalle strutture in cui vivevano fino ad oggi … non sapendo dove andare a posare le loro ossa, andranno ad aumentare il numero dei disperati che dormono alle stazioni o sotto i ponti.

Ovviamente costoro saranno prede perfette per, se va bene, il caporalato, se va male, della malavita organizzata che li userà come galoppini per la droga.

Ovviamente aumenteranno la paura e l’insicurezza nel cittadino medio che, non si fa domande, in quanto già troppo impegnato a sopravvivere.

Il risultato sarà comunque che Salvini potrà continuare a dire: ‘’Vedete che razza di delinquenti che sono? Non vogliono lavorare’’? E noi ‘’popollo’’ gli daremo ragione. Siamo troppo impegnati a sopravvivere  per occuparci anche dei ”guai” altrui. 

Matteo Salvini … inquietante individuo.

Salvini … che squallido meccanismo perfetto per aumentare la ‘’disperazione’’ che hai messo a punto … complimenti! 

Alla prossima

Elena

 

Esercitazioni aerei anti incendio …

Stamattina sono andata a ritirare un paio di pantaloni di mio marito in tintoria, ma era chiuso!
Il lunedì apre il pomeriggio, vigliacco se me lo ricordo!
A quel punto ho pensato di proseguire la passeggiata sino alla spiaggia della Galiote.
Una volta arrivata, il rombare di potenti motori mi ha fatto alzare gli occhi al cielo ed ecco tre bombardieri antincendio in esercitazione!
Cribbio che lavoro pericoloso fanno questi piloti.

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Li vedo anche troppo spesso d’estate questi aerei, riconoscibili dal colore gialloarancione, far la spola tra la baia di Frejus ed un qualche incendio da qualche parte.
Quando li vedo arrivare, ho la stessa sensazione di malessere che provo quando passano le autoambulanze.
Questi aerei si abbassano sull’acqua fino a sfiorarne la superficie,  in tal modo caricano i serbatoi e poi su di nuovo in cielo a raggiungere il fuoco e scaricare l’acqua a sull’incendio. Noi, sulla spiaggia, li si guarda con apprensione e si fa il tifo per loro.

Gli incendi sono sempre pericolosi, ma lo sono ancora di più se c’è vento, e purtroppo se c’è vento, anche il mare è più agitato.
I piloti quindi devono decidere, in frazioni di secondi, se è il caso o meno di abbassarsi e riempire i serbatoi, rischiando di non riuscire più ad alzarsi a causa del mare agitato.
Se il mare è troppo agitato ripiegano sui laghi dove l’acqua più tranquilla, ma i laghi hanno il grande difetto di esser più piccoli, quindi il decollo è ancora più difficile.

Non ho idea di quanto guadagnino questi piloti, ma sono sicura che guadagnino molto ma molto meno di certi amministratori delegati di banche, che tutto sommato, non rischiano proprio nulla.
Anzi, spesso questi AD, nonostante lavorino in banche con perdite incredibili, continuano a portarsi a casa stipendi da un milione di euro l’anno, e la cosa più pericolosa che fanno è quella di non inciamparsi mentre scendono dalle auto blu!

Alla prossima
Elena
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L’aereo Bombardiere 415 è l’aereo usato in tutto il mondo contro la lotta agli incendi. La sua ala alta è espressamente studiata per permettergli di caricare acqua direttamente da laghi, mare e fiumi.
Gli sono sufficienti 12 secondi per caricare, volando a tutta velocità sulla superficie dell’acqua, più di 6.000 litri, il che gli permette di scaricare più volte l’acqua caricata sull’incendio senza dover tornare alla base.