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Progetti di sviluppo ‘’italici’’ che finiscono nel ‘’nulla’’ … 

Stamattina leggevo un articolo di Jacopo Gilberto che riporto in parte.

Parla del solare termodinamico che, in Italia purtroppo, chiude definitivamente senza esser in pratica mai nemmeno nato. 

L’associazione di categoria, Anest – Associazione Nazionale Energia Solare Termodinamica, si scioglie e con lei se ne vanno in fumo ben 14 progetti avviati con investimenti privati.

Eppure … la maggioranza di noi italiani si professa ‘’ecologista’’, insiste sulle ‘’energie rinnovabili’’ , quindi dovremmo, in tutti i modi e su tutti i livelli facilitare tali innovazioni no? Macchè! Abbiamo speso e persi nel nulla investimenti privati pari a 300 milioni di euro e li abbiamo spesi per NON costruire 14 grandi centrali solari termiche a concentrazione, quelle che nel resto del mondo producono elettricità concentrando con specchi l’energia del sole.

Le Centrali Solari Termiche sono un’invenzione italiana, utilizzano una tecnologia italiana, ma, in compenso, gli impianti realizzati in Italia sono …  zero!

Il settore industriale del solare termodinamico (quindi non inquinante) in Italia è già morto senza essere riuscito nemmeno a costruire una centrale! Ucciso in fasce da politici assetati di consenso, da comitati nimby (Non in my back yard) del no-a-tutto, da funzionari pubblici miranti alla ”mazzetta”, da norme contraddittorie e tardive, da piani energetici, climatici e ambientali pieni di verbi al ”condizionale” !

All’estero: Usa, Spagna, Nordafrica, Cina, Golfo Persico le centrali termiche a concentrazione piacciono e si costruiscono.

Concentrare i raggi del sole  – Il solare termodinamico a concentrazione è diverso dai comuni pannelli fotovoltaici, nei quali il silicio che viene battuto dal sole emette un flusso di corrente elettrica. Il solare a concentrazione si basa sugli specchi che riflettono e concentrano il calore del sole per far bollire l’acqua con il cui vapore far girare la turbina del generatore. È un’invenzione antichissima nata nel 212 prima di Cristo quando la città siciliana di Siracusa era assediata dal console romano Marco Claudio Marcello; dalle mura di Ortigia lo scienziato Archimede puntò specchi contro le unità del blocco navale, concentrandovi il sole e incendiandole. Si chiamarono specchi ustori.

Un primato italiano andato all’estero  – Presa in mano dagli scienziati italiani in tempi più moderni, la tecnologia del solare a concentrazione è diventata un’esperienza di punta dell’Enea, tanto che il fisico Carlo Rubbia ne fece una bandiera dell’innovazione italiana.  Centri di ricerca si erano impegnati; aziende italiane avevano sviluppato le tecnologie per industrializzare specchi e tubi ricevitori. Risultato? Rubbia ha sbattuto la porta indignato ed è andato a realizzare le centrali termodinamiche in Spagna.

La  Cina che, come al solito, pensa in grande e intende aggiungere 5mila megawatt nei prossimi cinque anni. La Francia medita a impianti di taglia piccola. Vi lavorano il Marocco e il Sudafrica. Ma anche l’Australia, il Messico, l’India, l’Egitto che ha annunciato 1,2 GWe, e la Spagna, che è già forte (hanno almeno 40 centrali da 50 MWe e le più forti società di ingegneria!), il Dubai, ma al solare termodinamico guarda anche l’Oman, per esempio con un progetto cui sta pensando l’italiana Salini Impregilo nella dissalazione con un impianto ibrido fotovoltaico e termodinamico.

La Sardegna del no  – La stessa Italia dove gli specchi ustori furono inventati NON vuole questa fonte di energia pulita perché gli specchi — asseriscono i comitati nimby — ‘’devasteranno il nostro territorio’’ e perché ‘’non è questo il modello di sviluppo che vogliamo’’. (Ma … quale sviluppo vogliono esattamente? La decrescita felice? Chi ha convinto costoro che la decrescita sarà ”felice”?)

Ma andiamo avanti … dei 14 progetti mai completati sui quali sono stati investiti per nulla 300 milioni, la maggior parte erano stati avviati in Sardegna,  ebbene … Non uno ha raggiunto la fase costruttiva. A tutt’oggi sono riusciti ad arrivare solo all’autorizzazione due impianti in Sicilia — ad Aidone e a Gela — per un totale di 53,5 megawatt. Ma … com’è la situazione ad oggi? Vediamo …

Gela …  – l’impianto solare di Gela (Caltanissetta) è un campo ben coltivato a ortaggi fra la strada ferrata per Butera e la provinciale 83. Il progetto era stato proposto dalla Reflex, azienda veneta la cui tecnologia degli specchi per la concentrazione del calore del sole piace all’estero.

Già nel 2011, ai tempi ormai remotissimi del Governo Berlusconi, fu avviato il primo studio di impatto ambientale con un progetto dell’archistar Italo Rota. Progetto splendido, in teoria sarebbero bastati appena 2 anni per realizzarlo. Potenza prevista e produzione di energia elettrica 12,5 megawatt elettrici, ottenuti coprendo di specchi 350mila metri quadri su un’area complessiva di 500mila metri quadri con un investimento di 88 milioni di euro, dei quali opere civili, strutture e impianti sviluppati e spesi nella zona sono 44 milioni. Nei 2 anni di lavoro previsti dal progetto sarebbero stati creati almeno 150 posti di lavoro diretti e indiretti e poi la centrale per la sua operatività avrebbe impiegato 30 operai su 3 turni per i 25-30 anni di esercizio.

Era il 2011. Di nulla in nulla, sono scivolati nella memoria remota i Governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte1 e ora c’è il Governo Conte 2. Ma per il progetto di Gela gli anni sono passati nel niente sottovuoto; sono stati firmati e controfirmati alcuni ettometri di carta protocollata e di sentenze del Tar, ma sul terreno non è stato piantato nemmeno un paletto.

Qui Villasor: la sassaia incolta  – Ciò che sarebbe dovuto essere da anni l’impianto solare di Villasor (Cagliari) è ancora una sassaia incolta alle spalle dell’azienda sperimentale regionale dell’Agris. Il progetto dell’Energogreen (gruppo Fintel) è sfumato. Qui nel Medio Campidano il progetto da 50MWe era appoggiato dall’agricoltore proprietario del terreno, ma venne osteggiato da enti pubblici regionali e da aziende agricole confinanti. Il progetto non è mai arrivato a realizzazione nonostante quintali di carte e di pareri tecnici e legali profusi dalla società proponente.

A Cossoine (Sassari) un progetto simile è stato definito ‘’un’autentica bomba ecologico-ambientale’’! Un incredibile attentato in cui ogni giorno il sole si sarebbe specchiato riempiendo di soldi le tasche di chi voleva catturare i suoi raggi! 

Qui Gonnos: fra i ventilatori eolici – su un terreno ancora incolto a Gonnosfanàdiga (Cagliari) in direzione di Gùspini è dove l’Energogreen ha dilapidato milioni per tentare di realizzare una centrale da 50 megawatt. La Regione Sardegna ha detto che a Gonnosfanàdiga non si dovrà costruire una centrale di specchi perché danneggerà le pecore del famoso pecorino (il cui latte viene venduto per fare il ‘’pecorino romano’’ – perchè vigliacco se sono capaci di fare il ‘’pecorino sardo’’ ; oppure viene rovesciato per protesta sull’asfalto) e perché renderà meno biologiche le colture biologiche. 

(Una nota a margine: la Regione Sardegna che ha detto no alla centrale a specchi di Gonnosfanàdiga ha appena detto sì al gasdotto per alimentare l’isola. Che dire?)

Che cosa manca?  – Il settore muore perché manca da anni l’annunciato decreto denominato Fer2, cioè il sistema di incentivazione di queste tecnologie sperimentali. Intanto il Governo esulta per il piano integrato energia e clima (Pniec) per ridurre del 55% le emissioni di CO2 dell’Italia entro dieci anni.

Emigrazione industriale  – Vi avevano investito denaro e competenze decine di aziende come (qualche nome a titolo di esempio) l’Enel, la Techint, la Maire Tecnimont, l’Eni. Racconta Gianluigi Angelantoni, imprenditore e presidente della morta associazione Anest: ‘’Noi avevamo costituito la società Archimede Solar Energy, che oggi senza più progetti è rimasta con un solo dipendente, che è l’amministratrice delegata Federica Angelantoni, mia figlia, con l’incarico di definire un trasloco forzato in Cina’’.

Rossella Maroni – parlamentare LeU dice: ‘’Si parla molto di green deal, ma non può essere solo una dichiarazione di intenti. Così come il contrasto alla crisi climatica ha bisogno di azioni concrete, accelerazione della transizione energetica in primis. Invece nel nostro Paese si parla molto ma di azioni se ne vedono ben poche. Siamo ancora in attesa del decreto che dovrebbe incentivare le rinnovabili più innovative, mentre la versione definitiva del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima è per diversi aspetti peggiore rispetto alla bozza precedente’’.

A queste idee innovative che finiscono nel ”nulla” se ne devono aggiunger tante altre. Ad esempio si deve aggiungere il progetto fallito del ‘’fotovoltaico’’ nel territorio di Trino Vercellese.

Trino è il ‘’paese simbolo’’ del nucleare italiano.  Aveva  infatti una centrale che, al suo avvio nel ’64, era la più potente del mondo, ma che è morta a causa di un ‘’libero referendum di popolo’’. 

Trino con la Agatos Energia si voleva convertire al fotovoltaico, avviando la realizzazione di un maxi-parco da 70 megawatt. L’investimento da 250 milioni era stato annunciato dalla Agatos Energia, che aveva acquistato dall’Enel per 1,5 milioni di euro un terreno di 164 ettari nell’area di Leri Cavour, a poca distanza dall’impianto nucleare Enrico Fermi, in via di smantellamento dal lontano 1990. Il parco fotovoltaico avrebbe dovuto utilizzare moduli Suntech e sarebbe dovuta entrare  in funzione “entro la fine del 2013”, dando lavoro a 200-250 persone nella fase di realizzazione e a 15 stabilmente durante l’esercizio. L’energia prodotta avrebbe dovuto essere immessa nella rete nazionale sfruttando le connessioni già esistenti nell’area di Leri, dove avrebbero anche dovuti esser realizzati, nella casa del conte Cavour, un centro di ricerca sulle agro-energie e un sala multimediale didattica sull’energia. E anche di questo … non si è fatto ‘’nulla’’!

Un altro esempio recente, sotto gli occhi di tutti, è quello della TAV. Un progetto di trasporto ferroviario che avrebbe inizialmente dovuto unire Kiev a Lisbona, che si è trasformato in un ben più modesto: Torino-Lione, sostituendo comunque i camion sulle autostrade che inquinano, ma … pian piano, tra blocchi No Tav … contestazioni  … reticenze … ideologie ”pro domo sua” …  anche questo progetto  è destinato a morire.

Che dire? Sono tante le cose che non vanno. Si direbbe che noi ‘’popollo’’,  più che ragionare con la testa, lo si faccia con la pancia! Ci si faccia ‘’strumentalizzare’’ da ‘’chi’’ queste innovazioni NON le voglia.  Si direbbe che la burocrazia sia incapace e corrotta,  si direbbe anche che la politica viva solo di ‘’consenso’’ ! Un ‘’consenso’’ fine a se stesso ma che non le serva per il bene del Paese ma solo per rimanere arroccati su poltrone di potere.

Alcuni industriali per bene, che esistono e che sono quelli che fanno andare avanti il paese,  i soldi ce li buttano anche dentro progetti a lungo respiro;  ma … invece di esser aiutati vengono boicottati.

Facciamoci delle domande … e diamoci delle risposte, che non siano ‘’intestinali’’ come sempre però! 

Alla prossima

Elena 

2018 – Corsica/Sardegna a vela

Tutto è nato durante la festa di compleanno di Gaia, la nostra nipotina. I compleanni dei bambini li si festeggia al ‘’Convento’’ di Trino Vercellese. Non perché noialtri si sia ‘’nobili’’ ma per il semplice fatto che i proprietari del ‘’Convento di Trino’’ sono i nostri consuoceri. Le feste di compleanno poi, sono un modo piacevole per riunire tutta la famiglia.

Parlando del più e del meno ‘’P’’, vi risparmio il grado di parentela,  ci dice: ‘’Quest’anno abbiamo affittato una barca a vela assieme ad amici per andare in Corsica e alla Maddalena. In barca c’è ancora una cabina libera … vi andrebbe di venire? 

Antonio ed io ci siamo guardati … e in coro abbiamo risposto: ‘’Si’’! 

Tempo fa, ma proprio taaaanto tempo fa, per alcune estati avevamo affittato una barca a vela e non c’era vacanza più bella al mondo. Antonio è uno skipper, nel senso che ha fatto i corsi, ha dato l’esame ed ha preso la patente nautica oltre le 12 miglia per imbarcazioni.  Anche io avevo fatto il corso di vela senza peraltro nemmeno tentare di dare l’esame. Mi va benissimo fare il mozzo;  stare al timone mi aggiunge solo ‘’ansia’’ ad ansia che è già intrinseca nel mio carattere.  Se dovessi mai portare una barca io, sarebbe uno stress assurdo, per me, e per quelli che mi stanno vicini.  Sono soprannominata da mio marito: ‘’il picchio attaccato ai c…….i’’! Vedete un pò di arrivarci da soli. 

Comunque ricordo con piacere quelle vacanze … immersi nella natura, dormire nelle rade, con attorno solo mare, cielo e sole.  Le coste, viste dalla parte del mare poi, hanno un fascino particolare. 

Una mattina di tanti anni fa,  mentre eravamo ormeggiati in una rada vicino all’isola di Kwar,  mio figlio ed io stavamo facendo colazione quando abbiamo visto una cosa insolita.

Una donna che, camminando su una spiaggia fatta di sassi, ne raccoglieva alcuni,  li metteva in un sacchetto e, dopo averlo legato lo ha buttato in mare. Mio figlio ed io non ci abbiamo pensato per un attimo, ci siamo tuffati in acqua, abbiamo nuotato fino a riva ed abbiamo ripescato il sacchetto che … conteneva due gattini con gli occhi ancora chiusi! Li abbiamo presi, portati a bordo e salvati da morte sicura!  Ma … questa è un’altra storia ed ora devo raccontare questo di questo viaggio.

La cosa che accomuna ogni giorno che Dio ci manda su di una barca è una nuova avventura. Già solo gli attracchi nei porti, o fare carburante, sono attività di per sé, che possono portare grandi soddisfazioni o grandi arrabbiature … dipende … 🙂 

Sabato 25 agosto

Ma comunque … ecco che, per farla corta, sabato 25 settembre il volo da Nizza ci ha portati in Corsica.

Il resto dell’equipaggi,  tra cui il nostro Capitano ‘’P’’, sua moglie ‘’J’’ loro figlio ‘’D’’ e gli amici ‘’Den’’, (scrivo così per distinguerlo dall’altro ‘’D’’; e poi visto che pubblico in rete,  non voglio mettere nomi) ‘’M’’  e ‘’G’’ sono arrivati poco dopo. La nostra barca ci aspettava ormeggiata tranquilla e pacifica. Un Dufour Grand Large 520, spazioso e marino al tempo stesso … una meraviglia! Caricate tutte le nostre masserizie ci siamo installati per la notte, non avendo ancora completata la cambusa siamo andati al mangiare qualche cosa al ristorante.

Domenica 26 agosto

Dopo aver fatto la spesa, siamo partiti senza intoppi. Il tempo però è proprio brutto. Onde lunghe,  mare abbastanza grosso e vento completamente contrario di prua ci hanno costretti ad ammainare le vele, ‘’J’’ e ‘’M’’ a causa di beccheggio e rollio hanno dato di stomaco.  Mi sono ripromessa di non guardarle, viceversa molto probabilmente le avrei imitate visto che anche io mio di stomaco non è che fosse proprio al settimo cielo.  Comunque … adrenalina e vento hanno tenuto a bada la situazione. La sera il nostro capitano ha chiesto via radio un attracco nel porto di Propriano.   A parte che non rispondevano mai dalla Capitaneria,  visto che le chiamate erano tantissime in quanto erano altrettanto tantissime  le barche in cerca di riparo, alla fine per fortuna ci hanno risposto ed assegnato un attracco,  e il nostro capitano ci ha portati sani e salvi al sicuro. 

Non è una cosa semplice tenere a bada una barca di 15 metri e mezzo nel caos delle onde, del vento e delle altre barche, ci vuole calma e sangue freddo, cosa che ‘’P’’ per fortuna ha a disposizione. 

In ogni caso, con il senno di poi, e nonostante il mare non proprio favorevole,  è stata una splendida giornata ugualmente. In fondo il mare è così … a volte va tutto bene a volte no. Ma in ogni caso l’avventura è assicurata. 

In tutto questo ‘’Den’’ pescava.  Ah …  tra l’altro dimenticavo di dire che ‘’Den’’ e ‘’M’’ sono una coppia americana di Manhattan e lui di mestiere fa l’attore caratterista. E’ una sagoma! Sempre allego e positivo con un sorriso smagliante,  ma in quanto a positività e voglia di vivere è un principiante rispetto a sua moglie  ‘’M’’ .

Lunedì 27 agosto

Nonostante la musica nella discoteca vicina, che dicono sia durata tantissimo, personalmente ho dormito come una pietra. Il vento in faccia preso il  giorno prima mi aveva ‘’cotta’’ e quando avevo messo la testa sul cuscino più che addormentarmi … ero svenuta!

La mattina siamo partiti alla volta di Bonifacio.  Mare meno peggio del giorno prima ma il vento continua ostinatamente ad essere di prua. Abbiamo alzato le vele comunque e siamo arrivati in una caletta stupenda dove abbiamo fatto il bagno. Credo si chiami Lavezzi. Pranzato in rada … fatto un sonnellino ed il pomeriggio siamo ripartiti. (Quando si dice ‘’sonnellino’’ in barca significa che si dorme con un occhio aperto …)  

Durante la navigazione siamo stati costretti ad ammainare le vele in quanto inutile con un vento completamente ‘’contrario’’. Tra l’altro, con il mare un pò increspato e il vento di prua non è ‘’igienico’’ veleggiare a vista seguendo il vento da quelle parti.  La zona è infatti  infestata da secche traditrici che non si vedono assolutamente.  Come se non bastasse  non sono tutte segnalate con boe,  e quindi bisogna consultare il gps in continuazione. Ma … se si veleggia cercando il vento non si ha tempo di guardare il gps …

La sera siamo arrivati a Bonifacio. Un porto così bello non lo avevo mai visto. Sembra di entrare in un fiordo norvegese tanto è profondo. Uno spettacolo davvero. Coste bianche a strapiombo sul mare, composte da strati sovrapposti di sabbia bianca pressata …  ed in alto troneggia la fortezza. 

Cena in porto con un dentice immenso per tutti e otto … ce lo siamo proprio meritato! 

Durante la navigazione Den stava scendendo sottocoperta, quando uno scossone improvviso gli ha fatto perdere l’equilibrio  e, non aspettandosi un colpo simile, è caduto dalla scaletta facendosi malissimo. 

Devo dire però che,  nonostante la botta, nonostante l’età, è stato a modo suo un eroe. Non si è mai lamentato e ha cercato di tenersi nonostante il braccio sinistro sia stato praticamente inutilizzabile per alcuni giorni e ha continuato a pescare imperterrito. 

Martedì 28 agosto

Partiti da Bonifacio abbiamo gironzolando un pò per calette meravigliose. ‘’Den’’ pescava a poppa …  ad un certo punto un rumore sordo come un colpo di fucile ha fatto trasalire tutti quanti! Cos’era? Un gommone era passato sopra la lenza ed ha srotolato tutto il mulinello! Per fortuna ‘’Den’’ aveva la canna saldamente tra le mani e non l’ha persa ma il filo di nylon è passato a pochi centimetri dalla faccia di Antonio! Anche lì ci è andata bene … nessuno si è fatto male. Chissà che cosa avranno detto i proprietari del gommone quando la loro elica si sarà inchiodata? Mah …  hai voglia a srotolare … 

Verso sera siamo arrivati alla Maddalena. Appena entrati in porto una musica piacevole ci ha sommersi e … sapete chi era l’artista in piazza? Suor Cristina! Ve la ricordate la suora che cantava? Ebbene era in piazza e cantava su un palco assieme ad un gruppo di musicisti. Le ho fatto alcune foto che metto qui per chi legge. 

Mercoledì 29 agosto

Siamo andati a gironzolare in zona e abbiamo trovato delle calette fantastiche per fare il bagno. Acqua tiepida, verde, blu, azzurra, sembrava di essere immersi in un acquario tropicale. Che meraviglia. All’ora di pranzo, mentre eravamo attraccati nella rada di uno di questi paradisi, si è avvicinato uno zodiac il cui pilota ci ha chiesto se volevamo delle pizze!  Figurati se gli dicevamo di no! Ed ecco che 15 minuti dopo ci consegnavano, via mare, otto pizze calde e già tagliate. ‘’M’’ aspettava che le portassero anche il gelato … ma ‘’ciccia’’! 🙂  

In rada c’era un battello pizzeria che sfornava pizze a tutto spiano per tutte le barche ormeggiate … non male come idea. Ottima iniziativa visto il numero delle barche che ordinavano. ’Sto zodiac andava avanti e indietro senza tregua e trasmetteva le comande via radio man mano. Dopo ave mangiato, tra l’altro la pizza era ottima, abbiamo fatto il bagno. L’acqua era verde e trasparente. Migliaia di pesci venivano a vedere che cosa facevamo … io e ‘’D’’ avremmo voluto andare sulle rocce tonde che affioravano poco lontano ma i ricci di mare ci hanno scoraggiati. Cerchiamo di evitare di farci del male inutile. In barca ci si fanno già un sacco di lividi solo muovendosi normalmente! 

Riposino e poi via per tornare alla Maddalena a nanna. 

Giovedì 30 agosto

Lasciata la Maddalena in direzione Bonifacio. Naturalmente il vento non ci ama, il vigliacco è cambiato completamente e ce lo ritroviamo di nuovo a piena prua!  Siamo andati ad ormeggiarci per trovare un pò di tranquillità,  in una baia dell’isola di Cavallo, dove c’era in rada un mostro di yacht con sopra un elicottero. C’è gente che ha il gommone come tender … lui invece come tender ha un motoscafo cabinato e, per sicurezza, un elicottero! Non si sa mai … dovesse aver fretta … 

Comunque, visto che la baia è bellissima,  che è protetta dal vento, ovviamente le barche erano parecchie e lo Yacht mostro, schifato dalla presenza di cosi tanti ‘’moscerini’’,  se ne è andato!  lasciandoci tutti in balia delle sue onde gigantesche.  

In rada, tra il vento di prua e la sabba sul fondo l’ancora arava e abbiamo dovuto ripetere l’ancoraggio più volte, alla fine il capitano ha buttato giù 50 metri di catena per riuscire a stare fermi. Mangiato in rada, fatto un riposino e poi siamo ripartiti.

Pieghiamo tanto e viaggiare con la falchetta in acqua non è che sia proprio una delle mie massime aspirazioni. Inoltre abbiamo tempi contingentati perché dobbiamo tornare ad Ajaccio domani e quindi oggi dobbiamo assolutamente portarci almeno a metà strada, il che significa Bonifacio. Procediamo bordeggiando ma ci mettiamo una vita … ad un certo punto una galloccia della randa ha mollato e abbiamo dovuto ammainare le vele. Inutile insistere a far bordi, procedendo a zig zag  non saremmo mai arrivati a Bonifacio in serata, cosa che invece siamo riusciti a fare. 

Che bello entrare in un porto protetto ed accogliente … dove acqua e vento ti sono ‘’amici’’. E’ un pò come arrivare ad un rifugio in montagna dopo una faticosa camminata … la sensazione è simile. 

Venerdì 31 agosto

Sveglia alle 7,00. Oggi si deve assolutamente tornare ad Ajaccio in una sola tirata. Naturalmente il cielo è coperto, il mare è grosso ed il vento, tanto per cambiare è di bolina di nuovo. Grrrr … ‘’J’’ e ‘’M’’ non se la sentono di ‘’ballare’’ di nuovo e preferiscono prendere il bus che da Bonifacio le porta ad Ajaccio. Ci ritroveremo là nel pomeriggio. 

Usciti dal fiordo ci siamo infilati gli impermeabili perché il vento e le onde ci annaffiavano non male. Avevo sale fin dentro le orecchie.  Dopo quasi 8 ore di scossoni eccoci finalmente a destinazione.

Fatto il pieno … da spararsi tanto ci è costato caro … ad un certo punto ci siamo guardati e ridendo abbiamo detto: ‘’E metterci un pò d’acqua al posto del diesel no’’? … Ahahahahah … Quello prima di noi aveva fatto il pieno e il distributore segnava ancora l’importo: 2.700 e rotti euro! Roba da matti! Il nostro ‘’pieno’’ per fortuna è stato molto, ma moooolto più ragionevole!

Attraccato, messo in sicurezza, fatto valigie, svuotato cambuse, pulito un pò dappertutto, caricato l’auto del Capitano. Antonio ed io,  ‘’D’’ e ‘’J’’ siamo andati al Mercure un hotel praticamente sul porto, già prenotato dal nostro organizzatissimo Skipper,  ad aspettare gli altri che sono rimasti per il check out . 

L’ ‘’ultima cena’’ al ristorante del porto … e poi nanna! ‘’G’’ non era dei nostri in quanto aveva un volo la mattina prestissimo quindi è andato a nanna prima. 

Sabato 1 settembre

Una notte passata senza ‘’ondeggiare’’ e con un bagno che stava ‘’fermo’’ è una strana sensazione ma, tutto sommato, piacevole. ‘’P’’ si era offerto di accompagnarci all’aeroporto, ma, essendo mattinieri di natura, abbiamo fatto colazione presto dopo di che, abbiamo preferito prendere un taxi per non disturbarlo troppo. ‘’P’’ ha già fatto di tutto di più per tutta la ciurma. Inoltre … gli addii sono sempre una cosa triste … 

Alle ore 10 ci imbarcavano su un aereo a elica, della Air Corsica per Nizza e alle 11,20 eravamo a Nizza. Ci siamo persi un pò prima di ritrovare il parcheggio dove avevamo lasciato l’auto. Avete presente Monica Vitti ed Alberto Sordi quando discutevano a sangue trascinandosi dietro le valigie? Ecco … uguali!  Alla fine, allungando un pochino la strada e discutendo tanto,  abbiamo trovato il nostro parcheggio e la nostra auto. Confortante visione, era là che ci aspettava fiduciosa.  Alle due del pomeriggio eravamo a casa nostra. 

E’ stata una gran bella vacanza. Di solito è difficile convivere in barca con degli estranei. Anche se conoscevamo bene sia ‘’P’’ che ‘’J’’ che ‘’D’’, un conto è vedersi e chiacchierare di tanto in tanto, un conto è condividere lo spazio limitato di un battello.  Eppure … non abbiamo avuto problemi di sorta con nessuno. ’’Den’’, ‘’M’’, e ‘’J’’ , come tutti gli americani che conosco, sono persone solari e positive, ‘’D’’ poi è un bambino fantastico:  sveglio, educato, attento, osservatore, intelligente … sarà uno splendido marinaio e quindi la gioia di suo padre. ’’G’’, il braccio destro del nostro skipper, è una persona cordiale e simpatica, insomma ci siamo trovati benissimo. Noi, nonostante l’età non proprio ‘’verde’’ , siamo riusciti comunque a dare una mano e non esser di troppo impiccio.

Una splendida vacanza che ci ha fatto tornare indietro di quasi 35 anni! Grazie ancora Capitano! 

Alla prossima

Elena  

 

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qui di seguito il link del video del viaggio. Non è un gran che ma rende l’idea.https://www.youtube.com/watch?v=PmA8Q69XOig&t=37s

 

 

Perchè ci sono le regioni a Statuto Speciale?

Dunque vediamo un po’ di ricapitolare come sono andate le cose …
Prima di tutto bisogna ricordare che le Regioni Italiane, così come le conosciamo noi,  sono nate solo nel 1948.  Fino alla fine della seconda guerra mondiale l’Italia era una monarchia. Il nostro ”ultimo” re è stato Umberto II di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele III, che, visti gli esiti della guerra, aveva abdicato in suo favore e, con la consorte, era emigrato in zone più calde e tranquille, per l’esattezza in Egitto!
Nel giugno del 1946 il popolo italiano fu chiamato al voto, donne comprese,  per un referendum il cui quesito era quello di scegliere tra: Monarchia e Repubblica.  Noi popolo, abbiamo scelto la Repubblica!
Nel 1948,  i Padri Costituenti misero ”mano” alla regolamentazione della nuova Repubblica , e diedero luce alla nostra bella Costituzione Italiana. In quell’occasione  divisero l’Italia in 20 regioni, che dipendevano per l’organizzazione, dallo Stato Centrale.
Non è che le abbiano inventate di ”sana pianta ‘ste regioni, durante la Monarchia infatti questi territori erano già suddivisi e venivano chiamati “circoscrizioni di decentramento statistico-amministrativo”.

L’intenzione dei padri costituenti era che questi territori avrebbero dovuto avere ”voce in capitolo” sulla gestione dei loro territorio.  Ecco quindi la decisione di far eleggere agli abitanti della regione un organismo chiamato ”Consiglio Regionale”. Non si poteva far tutto subito e quindi si decise di organizzare le elezioni dei consigli regionali l’anno dopo la nascita della Costituzione, e cioè nel 1949.
Invece, chissà come mai, ci hanno messo ”solo” 22 anni per prendere ‘sta decisione! La questione del decentramento del potere fu sollevata in modo ”pesante” dal Governo Moro.
Quindi nel 1970 i cittadini,  per la prima volta, andarono alle urne per eleggere i consigli regionali.  Con il senno di poi … magari sarebbe stato meglio non farlo … ma questo è un’altro discorso.
Non tutte le 20 regioni italiane sono uguali, non tutte hanno uno ”Statuto Ordinario”, alcune, cinque per l’esattezza,  hanno invece uno ”Statuto speciale”!
Perché? Ci sarà pure un motivo no?  Vediamo di capirci qualche cosa …
Dunque,  le regioni a Statuto Speciale sono: Sicilia, Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta, Friuli Venezia Giulia.

Autonomous_Regions_of_Italy.svgItalia

La prima in assoluto ad avere uno ”statuto speciale” fu la Sicilia. Il consiglio della Sicilia istituito nel 1947 non si chiama nemmeno Consiglio Regionale ma si chiama Assemblea Regionale Siciliana o meglio ancora: ”Parlamento Siciliano”, i suoi componenti hanno lo stesso rango dei deputati, e stipendi anche più alti.  La Sicilia aveva già ottenuto dallo stesso Re Umberto II un’autonomia speciale nel 1946. Come mai? Semplice! I Siciliani non amavano assolutamente il ”giogo” dei Savoia. Un ”movimento separatista” piuttosto aggressivo,  cercava di ottenere, anche con le armi,  l’indipendenza dell’isola.

Il problema siciliano divenne  una questione d’ordine pubblico talmente grande che fu ”risolta drasticamente” con l’invio dei carabinieri!  Il ricordo del quel brutto periodo nel Sud dell’Italia è ancora molto ”vivo”!  Calmate le acque con il ”pugno di ferro,  e considerata  la ”turbolenza” innata dei siciliani  a Roma fu presa la decisione di dar loro maggiore l’autonomia. Quindi  pur di tener la Sicilia sul territorio italiano si allentano le ”maglie del controllo statale” e si dette loro lo Statuto Speciale. Si trattò di un ricatto: ”O vi facciamo la guerra creando problemi all’infinito … oppure ci lasciate autonomi”.

Per quanto riguarda la Regione denominata ”Trentino Alto Adige”, gli abitanti parlavano in prevalenza il tedesco, una gran parte il ladino e una minoranza l’italiano. l’Austria rivendicava con insistenza la provincia di Bolzano. La popolazione era veramente più tedesca che italiana,  quindi, l’unico modo per tenerli  in Italia fu quella di dar loro maggiore autonomia nel 1948.

Nel 1949 sia la Sardegna che la Valle d’Aosta ottennero lo statuto speciale. In Val d’Aosta la popolazione parlava francese ed in francesi cercavano di metterle le mani sopra.  La popolazione, nonostante la lingua,  preferiva stare con l’Italia, inoltre gli americani non vedevano di buon occhio le mire espansionistiche francesi.  Quindi ecco che, per tenerli buoni e tranquilli pure ai valdostani fu data maggior autonomia.

In Sardegna il discorso dell’autonomia era stato più volte ripreso dai politici sardi verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, quindi, per evitare una ”guerra” come quella con la Sicilia venne data loro maggiore autonomia.

Il Friuli Venezia Giulia, territorio al confine con l’allora Jugoslavia, era considerato un boccone interessante da parte del maresciallo Tito.  Per evitare di far entrare la Regione nel ”blocco comunista’  venne data loro l’autonomia nel 1963.

Oggi la situazione politica è molto cambiata, e molti recriminano che le Regioni a Statuto speciale abbiano vantaggi sproporzionati, rispetto alle altre.
Dobbiamo però ammettere che non tutte le Regioni usano nello stesso modo questo ”vantaggio”.
Guardiamo ad esempio il trentino Alto Adige. Negli anni ’60 erano poverissimi, i contadini andavano nelle caserme a chiedere gli avanzi delle mense per sfamare le loro famiglie, oggi sono una delle regioni più ricche d’Italia. Come mai?

Con le risorse che lo Statuto di Autonomia mette a disposizione del Trentino – e cioè circa i  9/10 del gettito fiscale prodotto dal territorio – la Provincia autonoma di Trento gestisce praticamente tutte le competenze e tutti i servizi che altrove vengono gestiti dallo Stato italiano. Guardate che cosa riescono a gestire da soli e in piena efficienza:

COMPETENZE ISTITUZIONALI
▪ affari finanziari, affari istituzionali;
▪ organizzazione, personale, sistemi informativi e di telecomunicazione;
▪ funzioni delegate dallo Stato in materia di sistemi di comunicazione;
▪ informazione e comunicazione;
▪ affari generali;
▪ espropriazioni per pubblica utilità per tutte le materie di competenza provinciale;
▪ riforma istituzionale;
▪ finanza locale;
▪ vigilanza e tutela sulle amministrazioni comunali, sui consorzi e sugli enti e istituti locali, ad eccezione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, delle aziende di promozione turistica;
▪ comprensori, compresa la vigilanza e la tutela;
▪ usi civici;
CULTURA
▪ tutela e promozione delle minoranze linguistiche;
▪ tutela e conservazione del patrimonio storico, artistico e popolare;
▪ usi e costumi locali e istituzioni culturali, accademie, istituti e musei aventi carattere provinciale, biblioteche, ivi comprese le biblioteche scolastiche;
▪ manifestazioni ed attività artistiche, culturali ed educative locali;
▪ toponomastica;
ISTRUZIONE, UNIVERSITA’, RICERCA
▪ Università ricerca scientifica, edilizia universitaria e assistenza universitaria nonchè le funzioni di cui alla legge 14 agosto 1982, n. 590;
▪ addestramento e formazione professionale, ad esclusione di quanto riservato all’Assessore all’istruzione e sport;
▪ asili nido;
▪ scuola materna;
▪ edilizia scolastica, ad esclusione di quanto attribuito all’Assessore ai lavori pubblici, ambiente e trasporti;
▪ istruzione elementare e secondaria (media, classica; scientifica, magistrale, tecnica, professionale e artistica);
▪ assistenza scolastica;
▪ formazione professionale di base;
SOCIETA’
▪ polizia locale e sicurezza urbana;
▪ emigrazione;
▪ coordinamento delle politiche a favore dei giovani;
▪ attività sportive e ricreative con relativi impianti e attrezzature;
▪ tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo.
▪ vigilanza e sorveglianza sugli uffici del giudice di pace;
▪ iniziative per la promozione della pace;
▪ interventi per la realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna.
ECONOMIA, LAVORO, PRODUZIONE
▪ patrimonio e demanio;
▪ società controllate e partecipate;
▪ funzioni delegate in materia di Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato;
▪ politiche del lavoro;
▪ apprendistato, libretti di lavoro, categorie e qualifiche dei lavoratori;
▪ costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali per l’assistenza e l’orientamento dei lavoratori nel collocamento;
▪ costituzione e funzionamento di commissioni comunali e provinciali di controllo sul collocamento;
▪ competenza in materia di collocamento e avviamento al lavoro di cui al primo comma dell’art. 10 dello Statuto speciale, nonchè le funzioni delegate dallo Stato;
▪ competenze in materia di energia, anche relativamente agli articoli 12 e 13 dello Statuto speciale e al d.P.R. 26 marzo 1977, n. 235, come modificato e integrato dal decreto legislativo 11 novembre 1999, n. 463 (comprese tutte le attività relative alla produzione, trasporto, distribuzione, importazione, esportazione, trasformazione, acquisto e vendita dell’energia elettrica da qualsiasi fonte prodotta, quindi anche mediante l’utilizzo delle acque pubbliche a mezzo di concessioni sia di grandi che di piccole derivazioni);
▪ coordinamento interventi Interporto e Autostrada del Brennero;
▪ programmazione;
▪ indirizzi di politica economica e coordinamento delle relative azioni, compresi i rapporti con Trentino sviluppo;
▪ coordinamento degli interventi e dei progetti attuativi delle politiche comunitarie e interventi per lo sviluppo locale;
▪ incremento della produzione industriale, ivi comprese le aree per il potenziamento industriale;
▪ miniere, cave e torbiere;
▪ artigianato;
▪ commercio (esclusi gli interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate).
▪ agricoltura, patrimonio zootecnico ed ittico, istituti fitopatologici, consorzi agrari e stazioni agrarie sperimentali, servizi antigrandine, bonifica;
▪ ordinamento delle minime proprietà colturali;
▪ alpicoltura;
▪ agriturismo;
▪ fiere e mercati;
▪ turismo e industria alberghiera, comprese le guide, i portatori alpini, i maestri di sci e le scuole di sci;
▪ acque minerali e termali;
▪ linee funiviarie e impianti a fune;
▪ vigilanza sulle aziende di promozione turistica;
▪ interventi per la promozione e la commercializzazione dei prodotti trentini a favore delle imprese singole e associate.
▪ edilizia comunque sovvenzionata, totalmente o parzialmente da finanziamenti a carattere pubblico, comprese le agevolazioni per la costruzione di case popolari in località colpite da calamità e le attività che enti a carattere extraprovinciale esercitano nella provincia con finanziamenti pubblici.
▪ interventi provinciali per lo sviluppo dell’economia cooperativa e funzioni delegate in materia di cooperazione e vigilanza sulle cooperative.
AMBIENTE, TERRITORIO, TRASPORTI, OPERE PUBBLICHE
▪ corpo forestale;
▪ caccia e pesca;
▪ funzioni delegate in materia di servizi antincendi;
▪ prevenzione rischi e protezione civile;
▪ interventi provinciali per il ripristino e valorizzazione ambientale;
▪ edilizia pubblica di competenza della Provincia;
▪ viabilità e relativo demanio;
▪ funzioni delegate dallo Stato in materia di viabilità;
▪ opere igienico-sanitarie e politiche per la gestione dei rifiuti;
▪ demanio idrico e polizia idraulica relativamente ai corsi d’acqua di tutte le categorie;
▪ opere idrauliche di tutte le categorie;
▪ opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche, relative ai bacini montani;
▪ utilizzazione delle acque pubbliche, ad esclusione dell’utilizzazione delle acque pubbliche a scopo idroelettrico;
▪ porti lacuali;
▪ tutela dell’ambiente;
▪ parchi per la protezione della flora e della fauna;
▪ gestione dei parchi naturali, compreso il Parco dello Stelvio
▪ urbanistica e piani regolatori;
▪ tutela del paesaggio;
▪ centri storici;
▪ libro fondiario e catasto;
▪ coordinamento progetto “Dolomiti patrimonio UNESCO”.
▪ foreste, ivi comprese le foreste demaniali;
▪ opere di prevenzione e di pronto intervento per calamità pubbliche di competenza dei servizi forestali;
TRASPORTI, VIABILITA’, GRANDI OPERE
▪ interventi di cui alla legge regionale 5 novembre 1968, n. 40
▪ trasporti di interesse provinciale, escluse le linee funiviarie e gli impianti a fune e compreso il piano della mobilità;
▪ funzioni delegate dallo Stato in materia di trasporti
SANITA’, ASSISTENZA
▪ igiene e sanità, ivi compresa l’assistenza sanitaria e ospedaliera;
▪ case di riposo, ivi comprese le residenze sanitarie assistenziali (RSA);
▪ assistenza e beneficenza pubblica;
▪ vigilanza e tutela sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza;
▪ funzioni delegate in materia di previdenza e assistenza integrativa;
▪ valorizzazione e riconoscimento del volontariato sociale;
▪ disciplina degli interventi volti a prevenire e rimuovere gli stati di emarginazione;
RAPPORTI EUROPEI, SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE
▪ rapporti con l’Unione europea, cooperazione transfrontaliera e cooperazione interregionale;
▪ rapporti internazionali;
▪ attuazione della legislazione provinciale in materia di cooperazione allo sviluppo;
▪ interventi nel settore dell’immigrazione straniera extracomunitaria;

Mica briscole!

Ricapitolando,  le cinque Regioni a statuto speciale hanno da sempre goduto di notevole autonomia finanziaria. Tale autonomia deriva dal fatto che le Regioni e Province hanno la possibilità di istituire con leggi proprie dei tributi propri,  cosa che le Regioni ordinarie hanno ottenuto solo nel 2001, dopo la riforma del Titolo V.
Tutti sappiamo, che questa ”riforma”, fatta per rendere meno grande la differenza tra regioni ”Autonome” e quelle ”ordinarie”, e spinte dal ”federalismo leghista” ,  invece di ”risolvere” ha creato contenziosi infiniti tra Stato e Regioni.
Vedremo che cosa combineranno con la riforma attuale del Titolo V …

Quello che però ”salta all’occhio” è che le leggi, anche se uguali, come nel caso delle Regioni Autonome, abbiano risultati diversi a seconda di ”chi” le applica.
Non possiamo certo dire che il Trentino Alto Adige abbia oggi la stessa situazione economico-finanziaria della Sicilia no?

Alla prossima

Elena

http://www.regioni.it/dalleregioni/2014/11/05/approvati-dalla-giunta-regionale-finanziaria-e-bilancio-di-previsione-2015-373453/