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Com’è che gli americani sono armati fino ai denti?

Per Natale mia figlia ha regalato a suo padre un bellissimo libro di fotografie, guardandole mi sono posta delle domande, questa specialmente ha suscitato la mia curiosità.

Sunbury Pennsilvanya - Lola ha compito 13 anni e per la legislazione americana ha pieno diritto al possesso ed all’uso di un’arma da fuoco. Fonte: ‘’America First’’ di Alan Friedman, foto di Renata Busettini, Max Ferrero.

Sunbury Pennsilvanya – Lola ha compito 13 anni e per la legislazione americana ha pieno diritto al possesso ed all’uso di un’arma da fuoco. Fonte: ‘’America First’’ di Alan Friedman, foto di Renata Busettini, Max Ferrero.

Nella Costituzione degli Stati Uniti d’America il secondo emendamento recita:

‘’Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto’’.

Nel luglio del 2008 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto e ribadito il diritto dei cittadini di possedere armi, annullando la legge che proibiva di tenere in casa una pistola per difesa personale nella città di Washington. La sentenza ha fornito un’interpretazione definitiva al Secondo emendamento della Costituzione che dal 1791 sancisce il diritto di portare le armi.

Quindi, per farla beve, negli USA il diritto di portare un’arma e inviolabile tanto quanto il diritto di voto e il diritto della libertà di espressione.

Noi ci stupiamo parecchio della faccenda ma questo ‘’diritto’ risale agli anni della Rivoluzione americana contro l’egemonia inglese, conclusasi con la dichiarazione di indipendenza del 4 luglio 1776.

I coloni che si erano stabiliti in America non volevano più essere sottoposti al dominio inglese. Ormai erano cresciuti sia in termini di popolazione che di ricchezza. Esportavano più di quello che importavano dall’Inghilterra e quindi le ‘’forze’’ tra il paese colonizzatore ed il ‘’colonizzato’’ stavano cambiando a favore del secondo. I coloni avevano le loro città, i loro allevamenti, la loro vita in quel nuovo mondo e si erano scocciati delle tasse che gli inglesi continuavano a metter su tutto, da quelle sullo zucchero a quello sulle ‘’carte bollate’’.
La goccia che fece traboccare il vaso fu il monopolio inglese sul tè. A Boston ci fu una manifestazione di popolo contro quest’ultima tassa ma, un contingente di militari inglesi di stanza nella città, sparò sulla folla uccidendo parecchi cittadini inermi.

Nel dicembre del 1773 i coloni, per protesta contro la concessione del ‘’monopolio’’ della vendita del tè alla Compagnia inglese delle Indie Orientali, affondarono tre navi cariche di tè all’ancora nel porto di Boston (Boston Tea Party). Seguirono ritorsioni da parte del governo di Londra a cui i rappresentanti dei tredici stati risposero rafforzando la loro alleanza e rivendicando l’autogoverno delle colonie nel primo Congresso continentale tenutosi nel settembre del 1774.
Poco tempo dopo, lo scontro da politico si trasformò in scontro armato. I primi ad armarsi contro gli inglesi furono dei cittadini dello Stato del Massachusetts organizzatisi in milizie armate. Nel Congresso del 1775, i tredici stati votarono a favore della creazione di un esercito, che venne affidato al comando di George Washington.
Era l’inizio della Rivoluzione Americana che avrebbe portato l’indipendenza del Paese. Venne deciso di coniare una propria moneta e di organizzare in proprio il governo delle colonie. Superando le resistenze dei moderati e dei lealisti, contrari alla separazione dall’Inghilterra, i rappresentanti più radicali si batterono fino ad ottenere l’approvazione della Dichiarazione d’indipendenza che avvenne il 4 luglio 1776 e che rappresentò, di fatto, l’atto di nascita degli Stati Uniti d’America.
Risale quindi a quel periodo la necessità, da parte dei cittadini di potersi difendere contro le truppe inglesi.
Ora … i tempi sono cambiati, non sarebbe più necessario esser armati fino ai denti, eppure gli americani continuano ad esserlo.
Non solo il secondo emendamento non è cambiato di una virgola ma non si prevede nemmeno di doverlo fare.

Una scultura intitolata ‘’Non Violenza’’, davanti ai quartieri generali delle Nazioni Unite a New York.

Una scultura intitolata ‘’Non Violenza’’, davanti ai quartieri generali delle Nazioni Unite a New York.

Un report del Congressional Research Service afferma che negli Usa circolerebbero 357 milioni di armi da fuoco contro una popolazione di soli 319 milioni di persone. Ci sono più armi che gente. Gli USA ospitanoil 4,4% della popolazione terrestre, ma hanno il 42% dei civili armati del mondo.
In buona parte degli Stati americani chiunque abbia più di 21 anni può acquistare una pistola, mentre i maggiori di 18 anni possono acquistare un fucile o un fucile a canna liscia. Basta presentare un documento di identità: il venditore si limita a registrare i dati e associarli all’arma (ma nelle vendite tra privati la legge è meno restrittiva).
I possessori di armi sono rappresentati da lobby potenti come NRA – la National Rifle Association che ha appoggiato la corsa di Donald Trump alla Casa Bianca, Safari Club International, Gun Owners of America and the National Association for Gun Rights, che ricevono soldi dall’industria delle armi.
Secondo la OpenSecrets,org, solo nel 2014 per influenzare le decisioni del congresso i 52 lobbisti, che rappresentano 10 clienti, avrebbero speso oltre 12 milioni di dollari.

Ogni tentativo per limitare il possesso di armi fa scatenare sia politici che le lobby pro armi che si appellano al Secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.

Inutile far notare a costoro che si tratta di un articolo scritto nel 1791 quando le armi erano dei moschetti rudimentali che ci mettevano una vita per esser caricati e che sparavano, bene che vada, 2 o 3 colpi al minuto, mentre oggi ci sono dei ragazzini americani che riescono a metter le mani su dei fucili automatici che arrivano a sparare 100 colpi al minuto, e con quelli vanno a scuola … con tutti gli annessi e connessi.

Forse sarebbe ora di rivederlo ‘sto secondo emendamento o no?

Alla prossima

Elena

Ma se Hillary ha preso più voti … come mai è stato eletto Trump?

Com’è che nonostante Hillary Clinton abbia avuto più voti Presidente sia poi diventato Trump? Cerchiamo di capirci qualche cosa …

Dunque, in America il presidente non è scelto direttamente dai cittadini ma attraverso i ”grandi elettori”, eletti a loro volta dai cittadini.
Un sistema simile lo avevamo anche noialtri nel Medio Evo quando veniva eletto l’Imperatore ed erano i nobili ad eleggerlo.
E comunque … Trump, considerato l’appartamentino di Manhattan, non è poi lontano dagli imperatori.

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Ma torniamo al sistema elettorale americano  …

Il Presidente degli Stati Uniti non è solo il capo dello Stato, a livello federale esercita il Potere esecutivo, mentre il Potere legislativo è affidato alle due Camere del Congresso (Camera dei Rappresentanti e Senato).

I requisiti previsti dalla Costituzione per poter proporre la propria candidatura come Presidente sono tre: avere compiuto almeno 35 anni di età, essere cittadino americano per nascita, risiedere negli USA da almeno 14 anni.

Il diritto di voto spetta a tutti i cittadini che abbiano compiuto i 18 anni di età e che siano iscritti alle liste “elettorali”.

Chi elegge i ”grandi elettori”? I cittadini militanti e/o simpatizzanti dei partiti  si riuniscono nelle loro sedi ed eleggono i loro delegati (Grandi elettori) attraverso ”primarie” aperte o chiuse.  In alcuni Stati  i delegati e/o grandi elettori vengono eletti attraverso un sistema chiamato ”caucus”.

Il vocabolo  pare derivare dal greco ‘kaukos’, che significa ‘boccale’, questo perché le prime votazioni si svolgevano nei saloon .
Altra versione del vocabolo potrebbe risalirebbe alle riunioni dei capi tribù algonchini chiamate appunto caucus.
Il più famoso caucus è quello dello Iowa che, tradizionalmente, inaugura la campagna elettorale interna ai partiti per la scelta del candidato.
Nella sostanza si tratta di una riunione ristretta agli attivisti del partito che in questo modo scelgono i delegati alla convenzione. I delegati poi a loro volta sceglieranno i candidati alla Presidenza.

I Grandi Elettori sono 538 in totale, e sono pari alla somma dei 100 senatori e dei 435  deputati di ogni stato. Sono assegnati proporzionalmente al numero di abitanti residenti in ciascun stato – e dei 3 rappresentanti del Distretto della Columbia, dove ha sede la capitale Washington.

I cittadini esprimono la propria preferenza per il candidato Presidente che piace a loro , ma in realtà non viene eletta la persona singola ma il gruppo di “grandi elettori” ad essa associato. Per i voti popolari (voti dei cittadini) non viene fatto un conteggio generale, ma singolo, Stato per Stato, con un sistema maggioritario secco chiamato ‘winnertakes all‘. (Ci vince pigliatutto)!

Come mai la Columbia ha solo tre rappresentanti? Perchè quando l’America si è federata non volevano che lo Stato in cui risiedeva la capitale avesse troppa voce in capitolo, quindi solo tre, indipendentemente dal numero degli abitanti.

Per diventare presidente occorre la maggioranza assoluta dei voti dei grandi elettori, e cioè 270 voti.
Bisogna però tener conto che i singoli Stati possono legiferare con larga autonomia sul sistema elettorale locale e, in tutti gli Stati, tranne Maine e Nebraska, i grandi elettori vengono assegnati ”in blocco” al partito che ottiene più consensi in quello Stato, senza criteri di proporzionalità.
Ciò significa che il presidente che poi verrà eletto potrebbe anche non essere quello a favore del quale si è espressa la maggioranza degli elettori statunitensi, come ad esempio nelle recenti elezioni che hanno portato Donald Trump alla Presidenza nonostante abbia ricevuto circa 200.000 voti in meno rispetto alla candidata democratica. Ma quello è il sistema quindi … ”ciccia”.

Secondo le informazioni spulciate in rete, i  grandi elettori di ogni Stato, benché si impegnino sulla parola a votare per il candidato vincitore, potrebbero in realtà rifiutarsi di farlo, preferendogliene un altro.  L’obbligo del vincolo di mandato esiste solo in alcuni Stati, in cui l’eventuale infedeltà è vietata e punita penalmente, ma ammesso e non concesso che votassero in modo differente, il voto ”popolare” non verrebbe invalidato.

La cerimonia ufficiale del giuramento ha luogo a Washington a partire dalle ore 12 del 20 gennaio dell’anno successivo a quello elettorale.

Curiosità

Per capire il motivo per cui America si voti a Novembre è necessario ricordare che le leggi che regolano la materia risalgono a fine settecento, quando gli  Stati Uniti erano appena nati ed erano un Paese prevalentemente agricolo e popolato da persone profondamente religiose.
Fu scelto novembre che è un mese meno impegnativo sia per gli agricoltori che per gli allevatori di bestiame.
Inoltre si scelse il martedì, perché la domenica era il giorno riservato al Signore , inoltre bisognava poi permettere ai ”grandi elettori” che viaggiavano all’epoca a cavallo di avere almeno il lunedì a disposizione per raggiungere i seggi collocati allora solo nelle città, mentre loro vivevano nei famigerati  ”midlle of nowhere” !
Inoltre , sempre per motivi religiosi,  la decisione di recarsi alle urne non semplicemente il primo martedì di novembre ma invece “il primo martedì dopo il primo lunedì” fu fatta per evitare che le votazioni coincidessero con la festività di Ognissanti.

Mò sappiamo un po’ di più sul sistema elettorale americano.

Alla prossima

Elena

Per curiosità aggiungo qualche fotografia dell’appartamento di Donald Trump Manatthan. Come possiamo osservare, il signore in questione brilla per eleganza e semplicità! 🙂

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