Estate violenta è un film drammatico del 1959, diretto da Valerio Zurlini.
Per la serie ”ciclo film in italiano” ieri sera, con Jaqueline e Leonor, siamo andate al Vox a vedere ”Estate Violenta”. Parliamo prima del regista : Valerio Zurlini – nato il 19 marzo 1926 a Bologna e morto a Trento il 28 ottobre 1982 (a soli 56 anni). Un regista che non ha raggiunto nella storia del nostro cinema la statura del trio Fellini, Visconti, Antonioni, ma che molti ricordano come il cantore delle atmosfere di provincia, capace di riprodurre atmosfere intimiste e risvolti psicologici di notevole intensità.
Secondo alcuni critici Zurlini ha saputo creare un ponte fra il cinema e la letteratura che lo rende senz’altro unico e riconoscibile. Di certo il regista rispecchia l’educazione sentimentale degli Italiani dell’epoca.
Vittorio Zurlini nasce a Bologna il 19 marzo 1926. La sua famiglia si trasferisce a Roma con lui ancora ragazzo, per cui si trova a frequentare il liceo presso un severo e rigido istituto di Gesuiti. Terminati gli studi liceali, Zurlini trascorre l’ultima vacanza spensierata a Riccione – se ne ricorderà poi in Estate violenta che si ambienta proprio lì – poi decidere di arruolarsi nel Corpo Italiano di Liberazione. Nel dopoguerra si laurea in legge e segue corsi di storia dell’arte. Dopo una prima esperienza di teatro universitario presso la Facoltà di lettere di Roma, va a Milano dove lavora per un anno e mezzo come aiuto regista al ”Piccolo Teatro”. Tra il 1949 e il 1952 realizza alcuni cortometraggi in cui dà prova di un notevole spirito di osservazione, iniziando a collaborare con il compositore Mario Nascimbene, autore di colonne sonore. Questi cortometraggi venivano all’epoca distribuiti in abbinamento a film in proiezione nelle sale, e tra le molte persone che vedono i suoi lavori c’è anche Pietro Germi che lo segnala alla Lux Film, una delle più importanti case di produzione cinematografica.
Dopo un anno trascorso tra la presentazione di vari copioni, tutti puntualmente respinti è la stessa Lux a imporgli l’adattamento da Vasco Pratolini in Le ragazze di San Frediano – storia di un Don Giovanni di provincia che cerca di sedurre contemporaneamente cinque ragazze, con le 5 ragazze infuriate che poi si vendicheranno di lui – mostra un’ insolita freschezza, una schietta ironia con l’attenzione al contesto geografico di una borgata fiorentina.
Zurlini passa alla Titanus e riesce a realizzare Estate violenta nel 1959.
Parliamo adesso del film che altro non è se non la storia d’amore tra uno studente universitario (Jean Louis Trintignan) e un’affascinante giovane vedova (Eleonora Rossi Drago). Storia ambientata a Riccione, nella riviera Adriatica, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale. Nel luglio del 1943, Carlo – insieme a sua cugina Rossana, di lui segretamente innamorata, fa parte di una compagnia di giovani amici che passano insieme le vacanze estive a Riccione. Come figlio di un potente gerarca godeva privilegi non indifferenti, soprattutto, grazie al fatto di frequentare l’università, riusciva ad evitare l’arruolamento nell’esercito.
Durante un’ incursione aerea sulla spiaggia … Colomba la figlia di Roberta – vedova di un ufficiale – corre a rifugiarsi spaventata tra le braccia di Carlo. Carlo, galantemente, accompagna madre e figlia a casa loro … tra i due germoglia un sentimento di reciproca simpatia, che infastidisce Rossana, la fidanzatina di Carlo.
La reciproca simpatia si trasforma presto in passione. Roberta, come molte ragazze dell’epoca aveva subito un matrimonio ”imposto”. Costretta cioè a sposare un uomo molto più ”grande” di lei … ma che ”piaceva alla famiglia”. Per dieci anni aveva subito il ”matrimonio” senza poter scegliere nulla. Rimasta vedova e grazie all’incontro con Carlo, scopre una sessualità che le era sconosciuta. Non vuole rinunciare a questa gratificante esperienza ed è disposta ad andare incontro alle ”ire di sua madre” e a mettere sua figlia Colomba in secondo piano.
La sera del 25 luglio 1943 – instaurazione del Governo Badoglio e caduta di Mussolini – il padre di Carlo, potente gerarca fascista, è costretto a fuggire. Vorrebbe condurre con sè il figlio, ma Carlo non vuole allontanarsi da Roberta e preferisce rimanere con lei. Durante un ”incontro notturno” sulla spiaggia Carlo e Roberta sono fermati da una pattuglia militare che chiede di controllare i documenti. Quelli di Carlo non sono in regola: il giovane dovrà presentarsi al Comando a Bologna il giorno seguente. L’episodio impressiona vivamente Roberta, la quale pensa con terrore che la guerra sta per toglierle l’uomo che ama. Roberta, all’insaputa di sua madre e di sua figlia, prende la decisione di nascondere Carlo in una sua villa, a Rovigo, per sottrarlo alla chiamata alle armi. Durante il viaggio il treno subisce un bombardamento aereo che sparge intorno terrore e morte. Nello scompiglio Carlo e Roberta vengono separati: quando si ritrovano, il giovane pretende che la donna ritorni a casa da sua figlia – perché ha deciso di presentarsi al Comando Militare.
Senza voler giudicare nè la trama, né le scelte dei principali personaggi, ho trovato il film estremamente ”lento”. Quell’intensità di sguardi … che nascondevano emozioni di cui non si aveva il coraggio di parlare, nel mondo del ”whatsApp” sono diventate ”anacronistiche”. La condizione femminile dell’epoca, che poi era quella di mia madre, mi ha innervosita.
Viva Iddio le cose sono cambiate. Forse sono anche cambiate ”troppo” … ma si sa la cosa difficile è sempre quella di ”fermarsi al punto giusto”.
Alla prossima
Elena
Altri film di Zurlini : La ragazza con la valigia, Cronaca Familiare, Le soldatesse, Pieta di Novembre, Seduto alla sua destra, La promessa, La prima notte di quiete, Il deserto dei Tartari,