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SIRIA- una guerra sporca …

… come tutte le guerre d’altronde. Ma questa ci fa orrore in modo particolare perchè, in teoria, ci sentiamo tutti troppo ”evoluti” per assistere indifferenti a ‘sto massacro!
Proviamo a mettere qualche punto fermo … giusto per cercare di capirci qualche cosa in ‘sto caos maledetto …

Quando è iniziata la crisi?
Nel marzo 2011 è esplosa la rivolta popolare contro il regime guidato da Bashar Assad. Un pò sull’onda delle altre Primavere Arabe e un pò per eliminare il regime del partito Bath. Il potere ha reagito alle manifestazioni di protesta con una repressione feroce. La contestazione, di stampo salafita, in seguito e grazie agli aiuti di nazioni sunnite del Golfo Persico si è trasformata in luna vera lotta armata.

Chi sono gli Assad?
Appartengono alla comunità minoritaria degli alawiti. Bashar è salito al potere nel 2000 alla morte del padre Hafez che era diventato presidente grazia ad un golpe nel 1970. Il delfino designato era Basil Assad, ma è deceduto in un incidente stradale e questo ha proiettato Bashar al vertice di un regime che conta comunque su un appoggio di parte della popolazione.

Chi sono i ribelli?
È uno schieramento variegato. Inizialmente erano disertori dell’esercito che hanno fatto fronte comune con settori della contestazione. Oggi operano dozzine di fazioni nazionaliste, islamiste, jadiste ed è presente anche l’Isis che vorrebbe instaurare la Sharia. I rapporti tra le formazioni non sono sempre facili, frequenti i cambi di alleanza, i contrasti e anche le battaglie tra loro. Il punto debole è la mancanza di coesione, l’assenza di un progetto comune e una leadership non ben identificabile.

Chi appoggia gli insorti?
Arabia Saudita, Qatar, Turchia sostengono gruppi diversi con denaro, invio di armi, supporto diretto e indiretto. Ognuno di questi paesi manovra per esercitare il suo ruolo attraverso gli ‘’insorti’’ da loro appoggiati e che combattono sul territorio. I paesi occidentali, specialmente Usa, Francia e Gran Bretagna, hanno garantito aiuti ad alcune ‘’brigate’’ dell’opposizione, ma non si capisce nemmeno bene quali … visto che c’è sempre il timore di scegliere il partner sbagliato.

Chi appoggia il regime?
La Russia, che ha schierato un contingente militare, e dispone di un paio di basi. L’Iran, da sempre alleato della Siria, ha inviato consiglieri e reclutato miliziani sciiti in Afghanistan, Pakistan, Libano, Iraq, che sono poi stati mandati a combattere a fianco dei governativi di Assad. Il movimento sciita libanese Hezbollah. L’Iraq. Teheran considera questo conflitto come parte di quello più ampio che oppone sciiti e sunniti. Per la stessa ragione i paesi del Golfo Persico si sono mobilitati in favore dell’insurrezione. Insomma un ‘’pastrocchio’’ di interessi ed etnie.

Quali sono gli obiettivi degli insorti?
Rovesciare Assad e sostituirlo con una nuova forma di governo. Ma sul futuro di questa ‘’nuova forma di governo’’ visto il numero e la diversità degli opponenti al regime, le idee sono diverse, confuse e … non manca chi insegue lo stato islamista. In passato i Paesi che sostengono l’opposizione hanno chiesto l’immediata partenza del dittatore, posizione che però è stata addolcita. Il leader se ne deve andare, ma senza fretta. C’è il timore del vuoto di potere e dunque si spera in qualche forma di transizione.

Quali sono gli obiettivi di Assad?
Piano A: riconquista dell’intero territorio siriano. Piano B: creazione di uno stato che comprende i principali centri urbani e l’area costiera. Ci sono evidenti rischi di spartizione, in particolare nel settore nord, al confine con la Turchia. Qui i guerriglieri curdi, giocando su più tavoli, puntano a rafforzare i loro territori. E per questo manovrano cercando sponde negli Usa, che garantiscono loro assistenza militare. Damasco però non vuole la frammentazione del territorio e quindi l’attrito con i curdi aumenta fino ad arrivare a prendersi a fucilate…

Quali sono gli obiettivi della Turchia?
Creare una fascia di sicurezza nel nord della Siria con due target: impedire la nascita di un’entità autonoma curda e disporre di un trampolino controllato da ribelli pro-turchi per incidere sul futuro della Siria. Negli ultimi mesi sono mutati i rapporti con i russi. Erano sull’orlo della guerra, ora c’è stato un riavvicinamento, forse temporaneo e tattico. Tutto cambia rapidamente e a seconda delle zone geografiche o del momento.

Quali sono gli obiettivi della Russia?
1) Proteggere l’alleato siriano. 2) Estendere la propria presenza militare nella regione. 3) Accrescere il peso nel Mediterraneo orientale. 4) Tenere a bada le ambizioni turche e contrastare il passo agli Usa. Da qui la presenza di truppe in Siria e di un grande dispositivo aeronavale. Il vero avversario del Cremlino sono gli insorti, l’Isis viene solo in un secondo momento. L’intenzione è quella di spingere i ribelli verso le ali più estreme in modo da negare l’esistenza di un’alternativa digeribile al regime. E in effetti l’azione del Cremlino non solo ha salvato Assad, ma gli ha permesso di recuperare molto terreno a scapito degli avversari.

Quali sono gli obiettivi della Cina?
Appoggiano Russia e Iran nel mantenere il regime di Assad. Probabilmente il loro interesse più grande è quello di voler mettere le mani sulla ricostruzione del Paese alla fine del conflitto.

Quali sono gli obiettivi Usa?
Lotta allo Stato Islamico e influenzare, attraverso parte della ribellione, il futuro della Siria. La presidenza Obama era stata però comunque prudente, la Casa Bianca aveva voluto evitare un coinvolgimento massiccio. Gli americani dispongono poi di due avamposti nell’area curda, basi dalle quali lanciano operazioni contro i jihadisti del Califfato.

Quali sono gli obiettivi dell’Isis?
Oltre all’instaurazione della Sharia … hanno ovviamente bisogno di un terreno e quindi difendono le cosiddette sone conquistate e cioè le ‘’aree del Califfato’’ mantenendo la continuità territoriale, se possibile, tra il nord est della Siria e l’Iraq. Gli uomini di al Baghdadi controllavano città ed ampie zone che recentemente hanno però perso. Nel conflitto siriano si battono contro i ribelli contro Assad, contro gli Usa, contro i curdi e contro il regime.

Questa dovrebbe essere Aleppo prima e dopo …

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E’ notizia di oggi, 19 marzo 2018, che la città di Afrin sta per cadere. Se non è già caduta. La bandiera turca ora sventola sugli edifici pubblici della capitale del cantone della Siria nord-occidentale controllato da tre anni dai curdo siriani. Dopo un’offensiva durata 58 giorni, l’esercito turco, insieme alle milizie arabo-sunnite dell’esercito libero siriano, sembra aver raggiunto il suo primo obiettivo.

Le organizzazioni internazionali hanno accusato le forze governative e le sue milizie di usare i civili come scudi umani, di puntare intenzionalmente le armi su di loro, di usare armi chimiche, di eseguire omicidi di massa. Ma anche i ribelli anti-governativi sono stati accusati di abusi dei diritti umani tra cui torture, sequestri, detenzioni illecite ed esecuzioni sia di soldati che di civili.
I cittadini siriani … uomini, donne, vecchi e bambini non sanno più come fare per salvarsi. Vivono come topi sotto le macerie … non hanno né cure mediche … né cibo nè acqua.

Ma quanto può ancora durare questo sfacelo? Alla faccia della Guerra Civile! Una guerra vergognosa in cui si mescolano potere, odio razziale, odio religioso, interessi nazionali diversi … che orrore! Proprio vero che discendiamo da Caino e Abele!

Alla prossima

Elena

.-.-.-.
fonti: sole24ore,corriere,stampa.wikipedia,rete in generale

Attacco USA in Siria

Su ordine diretto del Presidente Donald Trump – un ”emotivo” alla Casa Bianca – sono stati lanciati, dalle navi USA che pattugliano il mare davanti alla Siria, 59 missili Tomahawk. I missili hanno colpito la base militare siriana da dove sono partiti gli attacchi chimici sulla popolazione.

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le caratteristiche dei Tomahawk …

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base aerea siriana bombardata dai missili americani

Questo è il primo attacco diretto da parte USA in Siria, che ovviamente significa, per il governo siriano un atto di guerra.

Mò vediamo come la prende Putin …

Alla prossima

 

 

Elena

Siria, 65 morti in raid chimico! Ormai attaccano anche …

… gli ospedali.

Ma la domanda è: ”Chi è ”Stato”?
Naturalmente tutti prendono le distanze da questo attacco vergognoso.

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Assad dice di non esser ”Stato” lui … Putin, si difende dicendo che non ha aerei nella zona …  la ”coalizione Siriana” un gruppo di opposizione, paragona l’attacco chimico come quello avvenuto nell’est Ghouta nel 2013,  un attacco chimico non punito dalla comunità internazionale. (°)

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ma va?

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… detto da lui …

Un consiglio di emergenza, richiesto dalla Francia all’ONU, è stato programmato per domani. Jean-Marc Ayrault il ministro degli esteri francese ha definito l’attacco  vergognoso.
Il segretario di Stato americano, Rex Tillerson, ha telefonato in Russia ed in Iran chiedendo di esercitare la loro ”influenza” sul regime siriano aggiungendo che le loro nazioni hanno una grande responsabilità su quanto accaduto.

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Il Primo Ministro inglese, Teresa May,  ha detto di esser scioccata dall’attacco ed è andata ”oltre” , dichiarando che bisogna preparare una ”transizione” al governo di Assad, in quanto NON può esserci un futuro per lui,  in una ”Siria” stabile.

Famiglie intere sono morte durante l’attacco … morte asfissiate con la schiuma alla bocca!

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Ci avviciniamo sempre di più ad una guerra mondiale?

Alla prossima

Elena

 

(°) cosa è successo veramente a Ghouta? Le notizie che abbiamo sono vere o ”manipolate”?

Guerra in Siria … ”Chi” combatte ”chi” e perché?

Ogni giorno i media ci informano dell’esodo del popolo Siriano, molti di noi inorridiscono, alcuni, tra cui la sottoscritta, piangono, molti scrollano le spalle. Stamattina pensavo con orrore al fatto di quanto in effetti si sia ”impotenti” davanti ad un massacro simile.

Mi viene in mente di quante volte da ragazzina, leggendo o parlando con amici dell’olocausto subito dagli ebrei, la mia rabbia crescesse.

Tutti abbiamo letto Anna Frank, non so quanti invece abbiano letto ”Tu passerai per il camino” di Vincenzo Pappalettera.

Io, ero ragazzina quando ebbi occasione di leggerlo, la mia indignazione alla fine del libro,  fu talmente tanta che feci una discussione accesissima con mio padre. Sostenendo la teoria che fossero stati tutti, in qualche modo,  consenzienti nei confronti di questo massacro! In quanto, dal mio punto di vista, non ritenevo possibile che la popolazione intera fosse rimasta inerte davanti ad un orrore simile.

Mio padre ricordo cercava di farmi ragionare, spiegando e dando delle giustificazioni … dicendo che la gente allora ”non sapeva” … non era sicura.  Al che rispondevo che i rastrellamenti degli ebrei c’erano in tutte le città e che a qualcuno un ”dubbio” avrebbe pur dovuto venire o no?

Come mi sbagliavo! Come il mio entusiasmo giovanile mi portava a veder ”distorta la realtà”!

Oggi sta accadendo una cosa altrettanto orribile in Siria! Un Paese che si ritrova con una popolazione in gravi condizioni di precarietà e a rischio vita. Vediamo tutti i giorni sui telegiornali questo esodo drammatico,  queste famiglie che devono abbandonare le loro case distrutte dai bombardamenti per mettersi in salvo, e che cosa facciamo?

Guerra in Siria © Infophoto (2)

Bene che vada … ci disperiamo! Ma il ”nostro tran tran …” deve continuare, quindi? Quindi ”chiudiamo un occhio” quando non li chiudiamo tutti e due!  Senza contare che ci sono addirittura dei ”mostri ignoranti” che sostengono: ”ma che stiano a casa loro”!

Chiudiamo un occhio e deleghiamo la politica per risolvere il problema. Che cosa sta facendo la politica? Vediamo un po’ …

Fino ad oggi i negoziati per ‘sto conflitto che dilania il Paese e che ha causato circa 250.000 vittime e un immenso fiume di rifugiati nei paesi vicini – non hanno avuto esiti. Sono ormai più di 13 milioni i siriani bisognosi di assistenza.

Per capire qualcosa di quello che sta succedendo vale la pena tenere a mente che in Siria stanno combattendo diversi gruppi e i fronti di guerra sono molti: c’è il regime di Assad che combatte contro i ribelli moderati, contro i gruppi jihadisti, tra cui al Qaida, e in misura minore contro l’ISIS. I ribelli moderati combattono contro il regime di Assad e contro l’ISIS, e a seconda dell’opportunità combattono contro o si alleano con i gruppi jihadisti.

Poi bisogna anche cercare di capire, in mezzo a ‘sto casino,  quali stati esterni sono intervenuti in Siria … contro chi combattono e perché.

Vediamo un po’ quali sono questi Stati …

Stati Uniti – Appoggiano i ribelli anti-Assad più moderati, anche se non ne sono rimasti molti. Hanno individuato come loro nemico principale l’ISIS, che bombardano, sia in Siria che in Iraq. Hanno avviato un piano per l’addestramento di alcuni ribelli finalizzato a sconfiggere l’ISIS, spendendo diversi milioni di dollari: finora con risultati deludenti. Gli Stati Uniti si oppongono anche al regime di Bashar al Assad, ma non tanto quanto si oppongono all’ISIS. In passato, oltre all’ISIS, gli aerei da guerra americani hanno colpito in Siria anche il cosiddetto ”Gruppo Khorasan”, una cellula di al Qaida incaricata di pianificare obiettivi terroristici all’estero.

Francia – Appoggia i ribelli più moderati, tra cui i curdi nel nord-est della Siria. Si oppone all’ISIS, ad altri gruppi jihadisti e ad Assad, ma come gli Stati Uniti bombarda solo il primo. Gli attacchi aerei francesi in Siria sono iniziati più tardi: fino ad allora la Francia era stata molto riluttante a intervenire in Siria – mentre in Iraq aveva già cominciato da tempo – anche per paura di rafforzare indirettamente il regime di Assad. Diversi analisti dicono che le ragioni dell’intervento francese sono due: una reazione ai recenti attacchi terroristici compiuti da alcuni simpatizzanti dell’ISIS in territorio francese e il timore di essere messi da parte quando ci sarà da negoziare il futuro della Siria. A differenza di altri paesi europei, la Francia ha continuato a mantenere una certa autonomia dagli Stati Uniti in politica estera e l’interventismo non è una cosa così strana per la politica francese.

Russia – Appoggia il regime di Bashar al Assad, che è l’unico importante alleato del governo russo in Medio Oriente. Giustifica il suo intervento nella guerra in Siria come mossa preventiva contro l’ISIS, ma i suoi primi bombardamenti hanno colpitotre province siria ne – Homs, Hama e Latakia – in cui l’ISIS non è presente. Alcuni analisti pensano che i veri obiettivi di Putin siano gruppi ribelli che stanno contendendo ad Assad il controllo delle zone della Siria ancora sotto il controllo governativo, soprattutto nell’ovest. Già nelle ultime settimane la Russia aveva mandato diversi aerei da guerra e rafforzato la sua presenza in una base militare a Latakia, città costiera siriana saldamente sotto il controllo di Assad.

Iran – È l’unico alleato del regime di Bashar al Assad in Medio Oriente, da alcuni decenni. Dall’inizio della guerra, nel 2011, fornisce soldi, armi e invia consiglieri militari al governo siriano. Nella primavera di quest’anno ha combattuto attivamente l’ISIS in Iraq a fianco dell’esercito iracheno ma senza un reale coordinamento con la coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti (Iran e Stati Uniti sono nemici): lo ha fatto con alcuni uomini ma soprattutto con diverse milizie sciite irachene sotto il suo controllo. In Siria ha agito soprattutto tramite Hezbollah, gruppo sciita libanese che si oppone tradizionalmente a Israele. I militanti di Hezbollah hanno aiutato Assad a riconquistare alcuni territori vicino al confine libanese, cioè nella Siria occidentale, considerata una roccaforte del regime di Assad.

Turchia – I suoi nemici principali sono due: il regime di Bashar al Assad e i curdi alleati con il PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan che per anni ha agito contro il governo soprattutto nella Turchia meridionale. Le posizioni della Turchia nella guerra contro l’ISIS sono state molto discusse: per diverso tempo la Turchia – che è membro della NATO – ha appoggiato formalmente l’azione della coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti, ma poco altro. Non ha concesso le sue basi agli aerei da guerra americani e non ha fatto quasi nulla per rendere il suo confine con la Siria meno “poroso”, permettendo per esempio a molti “foreign fighters” di unirsi all’ISIS e ad altri gruppi jihadisti che combattono contro Assad. Dopo l’ attacco terroristico nella città turca di Suruc rivendicato dall’ISIS, lo scorso luglio, la Turchia ha cambiato atteggiamento: ha compiuto qualche attacco contro l’ISIS al confine siriano e ha concesso l’uso delle sue basi agli americani. Ma i suoi obiettivi non sono cambiati: la priorità rimane la caduta di Assad e non la sconfitta dell’ISIS.

Arabia Saudita – Appoggia i ribelli che combattono contro Assad – non fa tanta differenza tra ribelli più e meno moderati – e da circa un anno ha cominciato a bombardare l’ISIS in Siria all’interno della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Secondo alcuni appoggia l’ISIS, secondo altri non appoggia né finanzia l’ISIS.  (Capirci qualche cosa qui in mezzo è complicato) La sua priorità, comunque, è la caduta del regime di Assad! Perché? Perché Assad è il principale alleato dell’Iran in Medio Oriente, e l’Iran è il principale nemico dell’Arabia Saudita! Seplice no?  Il ministro degli Esteri saudita, Adel al Jubeir, ha detto martedì che il suo paese non accetterà alcuna soluzione alla guerra in Siria che preveda Assad ancora al potere, come invece propone la Russia. I sauditi sono anche disposti ad aumentare i finanziamenti e la fornitura di armi ai ribelli che combattono Assad.

Israele – Formalmente Israele non è coinvolto nella guerra in Siria, nonostante condivida con la Siria una parte di confine sulle contese Alture del Golan e quindi sia interessato alla generale instabilità causata dalla guerra. Di fatto da diverso tempo Israele compie bombardamenti occasionali contro alcune postazioni dell’esercito siriano. La situazione è piuttosto complicata: in un recente incontro con Putin, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che Israele non è né a favore né contro Assad. Il problema principale degli israeliani riguarda le attività del gruppo libanese Hezbollah, che oltre a combattere a fianco ad Assad nella guerra in Siria da molti anni lancia dei razzi dal sud del Libano per colpire obiettivi nel nord di Israele. Israele sembra interessato alle attività del governo di Assad nella misura in cui queste stesse attività possano rafforzare Hezbollah in Siria. L’Economist scrive che Netanyahu e Putin hanno trovato una specie di accordo: nonostante il loro intervento in Siria, i russi non metteranno in pericolo gli interessi strategici israeliani in Siria; in cambio gli israeliani hanno assicurato che non interverranno per rimuovere Assad dal potere.

Qatar – Sostiene soprattutto finanziariamente i ribelli che combattono contro Assad, senza farsi troppi problemi di quanto siano moderati. Il New York Times ha scritto che nel 2013 ha fornito ai ribelli dei missili terra-aria, ignorando le preoccupazioni americane che di quelle armi potessero impadronirsi i gruppi jihadisti o terroristi. Anche gli altri paesi del Golfo Persico hanno assunto una posizione simile a quella del Qatar. L’obiettivo principale per tutti loro, come per l’Arabia Saudita, è la caduta del regime di Assad.

Regno Unito – Si oppone all’ISIS, ad altri gruppi jihadisti e ad Assad e sostiene i ribelli più moderati. Finora però i bombardamenti britannici si sono limitati a colpire l’ISIS in Iraq, anche se di recente il Regno Unito ha condotto un’operazione militare in Siria con dei droni uccidendo due cittadini britannici che si erano uniti all’ISIS…

Non è per voler fare ”Ponzio Pilato” … ma che cosa potremmo fare noialtri oltre che firmare una ”petizione su Internet”? Se la volete firmare eccola qui sotto:

https://www.change.org/p/siria-se-vuoi-la-pace-prepara-la-pace-paceinsiria

Alla prossima

Elena

 

 

fonti:

http://www.nytimes.com/2015/10/01/world/middleeast/the-syria-conflicts-overlapping-agendas-and-competing-visions.html

http://www.ilpost.it/2015/09/20/guerra-contro-isis/

http://www.nytimes.com/2013/06/30/world/middleeast/sending-missiles-to-syrian-rebels-qatar-muscles-in.html?_r=0 

http://www.economist.com/news/middle-east-and-africa/21669563-though-opposite-sides-syrian-conflict-binyamin-netanyahu-and-vladimir-putin-agree

http://www.ilpost.it/2015/07/24/turchia-bombardamento-isis/

http://www.ilpost.it/2015/07/20/esplosione-suruc-turchia/

http://www.ilpost.it/2013/06/06/a-qusayr-ha-vinto-assad/