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Cinema Vox Frejus: ”Boulevard des Italiens” e … ”Anche libero va bene”

Ieri, 13 gennaio 2016, una gran bella serata al cinema Vox di Frejus,  organizzata dall’associazione St. Raphael Cinema e dal C.I.P. (Club italianiste de Provence)  in compagnia del regista Matteo Querci.

In apertura di serata,  il coro ”Note Azzurre” del CIP ci ha regalato un ”pezzetto della nostra bella Italia” interpretando canzoni come: ”Santa Lucia”, ”Vitti nà crozza” e ”O sole mio” .  Bravissimi! Grazie mille!

20160113_202202Il coro Note Azzurre (portate pazienza la foto non è un gran che …) 

La prima proiezione è stata ”Boulevard des Italiens” di Matteo Querci, proiezione presentata quest’anno al festival di Cannes per i ”cortometraggi”.  Interpreti Francesco Ciampi e Barbara Enrichi. La storia, fino all’ultimo momento, lascia aperta agli spettatori una domanda, e la domanda è: ”Ma che rapporto hanno questi due personaggi? E’ suo figlio? No l’età non lo giustifica … è sua zia? Mah … Forse  … il suo amante? Non si direbbe … un’amica di famiglia? Chissà” …

Si rimane per 11 minuti incollati a scene di vita familiare che però alla fine si rivelano esser tutt’altro.

iu-1Il regista Matteo Querci e, con gli occhiali, l’attore Francesco Ciampi

Abbiamo avuto la fortuna di poter fare, alla fine della proiezione,  qualche domanda al regista, che, grazie alla traduzione di Anne-Marie Piccini, ci ha risposto.  Ho chiesto al regista se il ”mammismo” di cui sono accusati gli italiani non avesse in qualche modo contribuito all’idea,  se si sarebbe potuto sostituire il personaggio ”Francesco” con uno svedese o con un tedesco. Il regista ha risposto che ovviamente l’italiano medio rispondeva meglio alla situazione, inoltre in un periodo economico di ”crisi”, l’idea di cui si avvale il film potrebbe essere un ottimo sistema per ”inventarsi un lavoro”.

Il cortometraggio parla di un italiano a Parigi,  probabilmente per motivi di lavoro, che alla fine della giornata suona al citofono dello ”Stabile Italian Boulding” dicendo semplicemente: ”Sono Francesco”! Entra nell’appartamento … ed è come se si trovasse a casa sua.  Viene accolto come potrebbe fare una mamma … gli viene cucinato il cibo che preferisce. Viene coccolato e trattato come un bambino, gli viene persino lavata e stirata la camicia. La mattina lo si sveglia come si farebbe con un figlio e gli si prepara la colazione, per poi alla fine, presentargli il conto!

Insomma un simpatico modo per guadagnare un po’ di denaro ed un altrettanto simpatico modo per migliorare il servizio, un po’ anonimo,  fornito da un normale ”bed and breakfast” . Quindi se siete a corto di denaro e disponete di un appartamento con una camera in più … cosa aspettate?

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Parliamo ora di  ”Anche Libero Va bene” di Kim Rossi Stuart. Un film che ricalca con successo lo stile neorealista italiano. Si tratta di una famiglia dove i ruoli non sono più quelli a qui siamo abituati … dove i figli crescono e maturano, affrontando problemi che non dovrebbero pesare, a rigor di logica, sulle loro giovani spalle.

iu-2Kim Rossi Stuart, regista ed attore, interpreta Renato, un padre solo che vive con i suoi due figli: Viola e Tommaso (Tommi) .  Renato è un uomo abbandonato dalla moglie Stefania, interpretata dall’attrice Barbora Bobulova.  Una donna immatura, incapace di gestire il peso della famiglia e propensa ad inseguire i propri ”sogni”, per poi tornare vigliaccamente ”all’ovile” ogni qual volta i ”suoi egoistici sogni” vengono frantumati. Una donna incapace di rendersi conto del dolore che questo suo comportamento, ”bipolare” e schizofrenico,  genera nei propri figli e nel proprio marito.

Renato, nonostante tutto,  cerca di gestire al meglio la famiglia, cosa non facile quando si è soli e si deve combattere con problemi economici e di lavoro.  Chi ne soffre di più è il piccolo Tommi, che si chiude sempre di più, in se stesso.  Tommi vorrebbe giocare al pallone nel ruolo di ”centravanti”,  ma il padre si ostina nell’idea che potrebbe invece diventare un campione di nuoto. Per farlo contento Tommi si impegna in una disciplina che non ama affatto. Durante una gara per le qualificazioni regionali, la tensione di Tommi diventa insostenibile e si ferma a metà percorso,  provocando la delusione nel padre. Renato reagisce nei confronti del figlio con un’aggressività verbale esagerata, ferendolo di proposito.  Approfittando di questa situazione per scaricare l’angoscia della propria infelice esistenza …  in maniera immatura,  su di un bambino che è altrettanto infelice e molto più ”vulnerabile” di un adulto.

Tommi nel frattempo ha stretto amicizia con un coetaneo, figlio di una famiglia ”perfetta” che ha traslocato nel loro stesso stabile. Questa amicizia potrebbe allontanarlo ancora di più da questo ”padre perdente”; ma l’ amore che unisce padre e figlio è molto forte, e sarà proprio il piccolo Tommi a fare il ”passo” che avrebbe dovuto fare l’adulto,  riavvicinandosi al padre e a preoccuparsi per lui.

Questo, direi film più che ”lungometraggio”,  ci obbliga a confrontarci con la realtà di una società in ”decadenza”, oppure per meglio dire,  con una società in cui valori e famiglia non sono più quelli dei  ”vecchi tempi”. Ma il mondo,  sappiamo tutti,  non è sempre ”rose e fiori” e soprattutto … non si può tornare indietro … nemmeno per prendere la rincorsa!

Ne consiglio vivamente la visione a tutti e … ringrazio la gentilissima Simone per il passaggio in auto.

Alla prossima

Elena

 

 

Incontro con il sindaco di Frejus …

Oggi, nell’ottica di quella che chiamano: la politica della vicinanza, c’è stato un incontro con David Rachline che è il sindaco di Frejus dal 5 aprile 2014 nonché senatore del Var dal 1° ottobre 2014. David Rachline è nato il il 2 dicembre del 1987 …  ha solo 27 anni,  e milita nel partito politico del Fronte Nazionale. Avevo avuto già occasione di incontrarlo durante la cerimonia per la consegna della medaglia al valore conferita a Learco Calitri, presidente del CIP (Club Italianiste de Provence).

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L’incontro di oggi a St. Aygulf era articolato in  due tempi, il primo alle 14,30 alla ”maison des associations”, per le associazioni ed i commercianti, il secondo nella piazza di St. Aygulf, per tutti i cittadini interessati a porgli delle domande. Ero invitata all’evento delle 14.30 in quanto membro dell’associazione La Sasel.

Il sindaco non era ovviamente solo, ma circondato da alcuni ”assessori” della sua giunta, dal presidente del consiglio di quartiere e dal responsabile locale della Polizia. Dopo un breve discorso iniziale tenuto (credo) dalla presidentessa dell’associazione dei commercianti il sindaco ci ha parlato della situazione economica della città. Non proprio rose e fiori  … e dei progetti che hanno intenzione di sviluppare. Dei costi previsti per questi progetti … compreso il nuovo parcheggio sotterraneo,  della disponibilità economica attuale e del fatto che cercano di far quadrare il bilancio senza aumentare le tasse, dando la priorità alle cose più importanti. Ci hanno anche confermato che i lavori per portare la fibra ottica in tutte le case sono già partiti e che nell’arco di 5 anni tutte le abitazioni dovrebbero essere allacciate.

Dopo questa breve introduzione, poco per volta i presenti hanno iniziato a parlare di tutti i loro piccoli problemi quotidiani … parcheggi troppo ”allegri” … ciclisti che viaggiano in senso contrario e non utilizzano le piste ciclabili … la sabbia della Galiote che manca tutti gli inverni a causa delle mareggiate … il sentiero dei ”doganieri” bellissimo ma rovinato … la pulizia delle spiagge libere … i limiti di velocità sulle strade … i sensi unici nel quartiere… il campo da tennis che è sparito per far posto ad una nuova costruzione … il nuovo supermercatino sulla strada di Roquebrune, chi lo vuole e chi no … la sicurezza nei quartieri …

A quel punto mi sono sentita in dovere di chiedere se era previsto di riasfaltare la strada in cui abito, che è in pessime condizioni. Sono stata ovviamente felice di sentirmi rispondere che il lavoro è in preventivo e che verrà fatto non appena saranno pronte le due villette già in fase di avanzata costruzione.

La nostra presidentessa ha approfittato della presenza del sindaco per farlo salire al piano superiore dove si trovano le nostre aule e l’ufficio per fargli constatare le gravi perdite di umidità riconducibili al tetto rovinato, affinché si rendesse personalmente conto dei danni.

Sono stata molto contenta di questo dialogo tra cittadini e istituzioni. Fa piacere aver delle risposte dirette dagli ”addetti ai lavori” e fa piacere soprattutto il fatto che che si tratti di dialogo alla pari e non un condiscendente ascolto …

Questa è la politica … le associazioni che con il loro ”peso” portano avanti le loro istanze   … ed i politici che stanno ad ascoltare e fanno in modo di accontentarli. Un dialogo reale tra politica e cittadinanza è fondamentale per il buon funzionamento di un paese. Diciamo pure che le dimensioni ridotte di St. Aygulf favoriscono questo sistema.

Questo rapporto diretto e calendarizzato è quello che si identifica con la politica del ”collegio uninominale” …

Alla prossima

Elena

http://www.ville-frejus.fr/2015/mardi-24-fevrier-david-rachline-rencontre-les-habitants-de-saint-aygulf-2/

 

MATRIMONIO ALL’ITALIANA – film

Ieri al Vox di Frejus, per la serie ”CICLO FILM IN LINGUA ITALIANA” organizzato dal CIP (Club Italianiste De Provence) siamo andati a vedere il film: Matrimonio all’Italiana, film di Vittorio De Sica, con Sophia Loren e Marcello Mastronianni. Del corso di italiano della SASEL erano presenti, oltre alla sottoscritta, Eleonor, Simone, Yvette, Jaqueline, Barnard

La trama in breve:

Filumena Marturano (Sophia Loren) ex prostituta e madre di tre figli, da venti anni si ritrova ad esser serva e concubina di Domenico Soriano (Marcello Mastroianni)  ricco e pigro rampollo napoletano, amante del ”gentil sesso”.

Stanca della sua condizione, stufa di dover sempre far finta di nulla, compreso chiudere gli occhi di fronte alle sfacciate avventure galanti di Domenico, detto ”Dummì” , decide di fingersi malata, prossima alla morte di farsi sposare!

Domenico impaurito e disorientato accetta … ma lo stratagemma funziona solo a metà perché, accortosi dell’inganno, Domenico fa annullare le nozze.

La donna allora gli rivela di avere tre figli, uno dei quali proprio di Don Domenico … preso dal rimorso a dalla voglia di avere finalmente una famiglia, Domenico sposerà Filomena ed adotterà i tre figli.

Il film è tratto dall’opera teatrale scritta nel 1946 da Eduardo De Filippo. La prima interprete di Filumena fu Titina De Filippo, sorella dell’autore. Nel 1951 lo stesso Eduardo De Filippo portò l’opera sul grande schermo.

Nel 1964 Carlo Ponti (marito di Sophia Loren) ne fece una ”rivisitazione” cinematografica e produsse grazie alla regia di Vittorio De Sica il film che abbiamo visto ieri.

Un film che rispecchia il clima dell’Italia negli anni dopo la seconda guerra mondiale.

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Perché Sophia Loren era l’attrice perfetta per interpretare Filomena? Vediamo un po’ le sue origini …

Sofia Loren il cui vero nome è Sofia Villani Scicolone,  nacque a Roma il 20 settembre del 1934,  figlia di Romilda Villani, un’insegnante di pianoforte napoletana, e di Riccardo Scicolone, affarista nel settore immobiliare. La madre aveva vinto nel 1932 un concorso per andare ad Hollywood come sosia di  Greta Garbo, ma rimase incinta e rinunciò. Il padre di Sofia, era figlio del marchese di Agrigento Scicolone Murillo, riconobbe la paternità della bambina ma si rifiutò di sposare Romilda, che si trovò ben presto in gravi ristrettezze economiche.

A causa di queste difficoltà economiche Romilda portò la piccola Sofia da Roma a Pozzuoli, un paese in provincia di Napoli, presso la sua famiglia. Qui Sofia trascorse l’infanzia e i primi anni dell’adolescenza. Un’adolescenza non facile se pensiamo alla guerra … alla povertà … alla fame …

Napoli e la cultura napoletana saranno presenti costantemente nella vita e nella carriera della Loren, che in molti film recita in napoletano.

A 15 anni tornò a Roma in cerca di successo, accompagnata dalla madre, e partecipò a vari concorsi di bellezza, fra cui Miss Italia del 1950.

Ecco il motivo per cui Sofia era ”perfetta” nel ruolo di Filumena … non doveva recitare, era sufficiente che fosse ”se stessa”.

Il film inoltre mette in evidenza lo stereotipo del ”maschio italiano” dell’epoca. Specie se appartenente a famiglia ”agiata” il figlio, ormai avanti negli anni,  continuava ad essere il bambino viziato. E le donne, la madre prima, la moglie poi, dovevano continuare ad occuparsi di lui, mentre continuava a ”giocare”.

Oggi le cose sono cambiate moltissimo, ma agli uomini italiani, il fatto di non poter fare più quel che vogliono a 360° , non pare piacer molto.

Alla prossima

 

Elena