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Il Decreto Dignità. Che parafrasando Caio Giulio Cesare diventerebbe il ”De Cretino” …

… ovvero la strategia del minimalismo e del rinvio … cito un articolo del Sole24ore:

Il 13 luglio il Governo ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DECRETO-LEGGE n. 87 noto come Decreto Dignità; dopo una lunga attesa è arrivata quindi la “bollinatura” della Ragioneria generale dello Stato e la firma del Presidente della Repubblica Mattarella. Rispetto al testo che era stato fatto circolare subito dopo il CdM del 2 luglio c’è ancora qualche novità, salta ad esempio il vincolo della causale dei contratti a termine per gli stagionali.

Il Decreto Dignità prende quindi forma e deve il suo carattere di urgenza e necessità, dovuto per i decreti-legge, alle “misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese” contenute nel testo. Vediamo in breve quali sono le novità sul lavoro contenute nel testo, che entra in vigore il 14 luglio 2018 ovvero il giorno dopo la la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e che dovrà ora essere convertito in legge dal parlamento entro 60 giorni.

Si prevedono comunque ulteriori modifiche in fase di conversione, sia la Lega che il M5S hanno già aperto ad una reintroduzione, seppur in alcuni settori ben delimitati, dei voucher; gli stessi abrogati in tutta fretta lo scorso anno per scongiurare il referendum della CGIL. Saranno molto probabilmente introdotti inoltre nuovi sgravi contributivi per le assunzioni o le stabilizzazioni a tempo indeterminato.

Decreto Legge Dignità, novità sul contratto a termine

Il Dl dignità prevede al Titolo 1 le “Misure per il contrasto al precariato”. L’articolo 1 apporta quindi modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato. Si parte quindi dalla modifica Jobs Act per i contratti a termine (D. lgs 81/2015).

In sostanza quindi il nuovo contratto a termine avrà le seguenti caratteristiche:

Il primo contratto potrà avere una durata massima di 12 mesi se stipulato senza causale (ovvero la motivazione tecnica che induce a stipulare un rapporto a termine); il primo contratto potrà essere stipulato con un tetto massimo di 24 mesi se viene prevista da subito la causale.

Dopo i primi 12 mesi “acausali”, si potrà rinnovare il contratto per un massimo di altri 12 mesi, ma con l’obbligo di indicare la causale.

Il numero delle proroghe possibili nei contratti a termine diminuisce da 5 a 4 fermo restando la durata massima di 24 mesi, come descritto sopra; alla sesta proroga il contratto si intende a tempo indeterminato.

Le cause del contratto a termine possono essere le seguenti:

  • temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività del datore di lavoro, o per esigenze
  • sostitutive;
  • connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria;
  • relative alle attività stagionali (art. 21, comma 2) e a picchi di attività.

I contratti rinnovati avranno un costo contributivo dello 0,5% in più rispetto all’1,4% già previsto per i contratti a tempo determinato.

Il contratto a termine potrà essere impugnato entro 180 giorni (in precedenza il limite era di 120 giorni).

Contratto a tempo determinato lavoratori stagionali: novità rispetto al testo pubblicato in precedenza riguarda i lavoratori stagionali; gli stessi potranno essere rinnovati o prorogati anche senza causale.  All’articolo 1, al punto in cui si parla di proroghe e rinnovi è stata aggiunta la frase:

I contratti per attività stagionali, di cui al comma 2, possono essere rinnovati o prorogati anche in assenza delle condizioni di cui all’articolo 19, comma 1.

Contratto a tempo determinato nel Pubblico Impiego: nel testo ufficiale trova spazio anche una necessaria precisazione: le regole appena enunciate sui contratti a termine non sia applicano alla pubblica amministrazione. Per il pubblico impiego si continua a seguire quindi la vecchia normativa in materia.

Fase transitoria. il Dl Dignità disciplina anche la fase di transizione, infatti prevede che le disposizioni si applicano ai contratti di lavoro a tempo determinato nuovi, ovvero sottoscritti dopo l’entrata in vigore del Decreto-Legge; la nuova disciplina si applica anche in caso di rinnovo a tempo determinato di contratti in corso alla data di entrata in vigore del decreto.

Dl Dignità, somministrazione lavoro: ccongiurata l’abrogazione dello staff leasing, ossia del contratto di somministrazione a tempo indeterminato. Al contratto di somministrazione a tempo determinato si applicano le stesse norme specificate sopra per il contratto a termine.

Decreto Dignità, licenziamenti: stretta anche sui licenziamenti nei contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti (D. lgs 23/2015). Se il licenziamento non è per:

  • giustificato motivo oggettivo,
  • o per giustificato motivo soggettivo,
  • o giusta causa

l’indennità spettante al lavoratore, sale da un minimo di 6 (prima era 4) ad un massimo di 36 mensilità (in precedenza 24). Si tratta di una indennità non soggetta a contribuzione calcolata sull’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del TFR.

Delocalizzazione: le altre misure contenute nel decreto legge dignità riguardano, la delocalizzazione delle attività produttive dopo aver fruito di incentivi pubblici.

L’Articolo 4 comma 1 prevede:

le imprese italiane ed estere operanti nel territorio nazionale che abbiano beneficiato di un aiuto di Stato che prevede l’effettuazione di investimenti produttivi ai fini dell’attribuzione del beneficio decadono dal beneficio medesimo qualora l’attività economica interessata dallo stesso ovvero un’attività analoga o una loro parte venga delocalizzata in Stati non appartenenti all’Unione Europea entro cinque anni dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata.

L’impresa beneficiaria di aiuti di Stato che delocalizza dovrà inoltre pagare delle sanzioni pecuniarie pari ad un importo da 2 a 4 volte quello del beneficio fruito.

Semplificazione fiscale: in tema di semplificazione il decreto dignità introduce:

  • misure di revisione del redditometro,
  • rinvio della scadenza per l’invio dei dati dello spesometro (i dati di fatturazione relativi al terzo trimestre del 2018 slittano a 28 febbraio 2019);
  • abolizione dello split payment per i professionisti

Ludopatia: il dl Dignità introduce infine norme di contrasto alla ludopatia. E’ previsto infatti il divieto di qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro. Si fa esclusione dei giochi con estrazione differita a lungo termine, come ad esempio la lotteria Italia.

Veramente la campagna elettorale l’avevano fatta contro l’art. 18 … lo vedete reintrodotto da qualche parte? Il precariato lo volevano abolire invece è stato  leggermente ’’rivisitato’’. Tutti ‘’palliativi’’ poco coraggiosi che non risolveranno una cippa.  Come al solito tanto ‘’fumo e poco arrosto’’! Ma si sa promettere è facile ‘’fare i conti con la realtà’’’ un pò meno. E comunque l’importante è che il decreto si chiami ‘’Decreto Dignità’’ che suona bene e fa fare bella figura. Il nome deve esser stato un ‘’parto’’ della Divisione Marketing della Casaleggio&Associati.  Ma … che cosa ci sia poi effettivamente scritto dentro a ‘sto decreto pensate forse sia importante? Ma va là … i loro elettori hanno ‘’fiducia’’ a prescindere!

Intanto le cose serie tipo Ilva e Tav le hanno bloccate! La tattica è quella di ‘’temporeggiare’’ … cercando di salvare soprattutto il ‘’consenso’’. Possono rischiare forse il consenso di chi vorrebbe al posto dell’Ilva una stazione turistica bonificata in quattro e quattr’otto? No di certo! Possono forse rischiare l’enorme bacino elettorale assicurato loro dei No Tav? Ma figurati … intanto l’Italia aspetta …  

 Alla prossima

Elena 

Qui, se volete divertirvi il testo integrale pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 luglio 2018 : https://www.lavoroediritti.com/wp-content/files/DECRETO-LEGGE_12_luglio_2018_n._87.pdf

Italia – Politiche 2018 … è mò?

Nelle elezioni politiche italiane il vincitore assoluto è risultato il M5S, un partito, trasversale, né di destra né di sinistra ma, come dice il comico che lo ha fondato: ‘’Oltre’’!
In questo ‘’oltre’’ si rispecchia il popolo italiano. Il M5S è rappresentato da Luigi di Maio, un trentunenne che, nonostante sia stato mantenuto 12 anni all’università dalla famiglia non si è nemmeno laureato. Il cavallo di battaglia del M5S è dare  il REDDITO DI CITTADINANZA a tutti quelli che NON lavorano.
Al Nord la scelta è invece stata per la coalizione di centro-desta, nel cui ambito, la Lega di Matteo Salvini ha avuto la maggioranza dei voti. Il cavallo di battaglia della Lega è la FLAT TAX.

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Come potete vedere il paese è spaccato in due. L’interpretazione spicciola dei più è che al Nord abbia vinto la destra a cui la Flat-Tax fa comodo, mente al Sud abbia vinto il M5S a cui il Reddito di Cittadinanza fa comodo. Ovviamente ci sono anche altre ragioni, ma non si può negare che, la spaccatura del paese, è impressionante.

In queste elezioni chi è stato ‘’punito’’ dal popolo è stato il PD, il partito di centro-sinistra che era al governo.
Detto questo, visto che siamo in Democrazia, bisogna prendere atto delle scelte fatte dal popolo e andare all’opposizione.
Il governo spetta ai partiti che hanno vinto. Il M5S di Luigi di Maio e la Lega di Matteo Salvini.
Eppure … in rete e non solo, parecchi ”spingono” affinché il PD,  che visti i risultati elettorali è inviso al popolo italiano, partecipi ad un eventuale governo con il M5S, accusandolo in caso di rifiuto , di mancanza di responsabilità e di NON avere a cuore il paese. Spingendo quindi quei prodi cavalieri del M5S ad allearsi con la destra!
Dunque … mai nella mia vita avrei pensato di dar ragione a Matteo Renzi! Ma su questo punto sono d’accordissimo con lui. Il popolo ha bastonato il PD e adesso vorrebbero fargli fare il governo con il M5S? Ma non se ne parla proprio!
Nella mia vita ho sempre votato a sinistra, che ha nel proprio DNA la tendenza a dividersi come i frattali. All’ennesima divisione ero talmente scocciata che decisi di prendere la tessera dell’Italia dei Valori di Antonio di Pietro.
Quando anche Di Pietro iniziò ad inseguire le ‘’sirene’’ sono tornata a votare, senza tesserarmi peraltro, per quello che era diventato il PD di Bersani.
Ora, magari chi vive all’estero non sa, ma quando le elezioni furono vinte dal PD nel 2013, Pierluigi Bersani chiese al M5S se fosse disposto a fare un governo assieme a loro.
Il M5S chiese per questo incontro una diretta streaming e mandò villanamente a ‘’stendere’’ Bersani, rifiutandosi di collaborare.

https://www.youtube.com/watch?v=FBftBmRaQ4M

Ora voglio tentare di spiegare, agli stranieri, che cos’è e come nasce il M5S.
Prima di tutto, il partito è stato fondato da un comico che non si era mai occupato prima di politica e che odiava tutto quello che era tecnologico. Faceva spettacoli in cui spaccava pubblicamente i pc.
Poi un giorno questo signore incontrò Gianroberto Casaleggio, proprietario di un’azienda di strategie digitali di marketing. Tra i due ci fu un ‘’colpo di fulmine’’, capirono che con la collaborazione di entrambi avrebbero potuto creare un partito che avrebbe cambiato il volto dell’Italia! Come chiamare il partito? Il primo nome che venne in mente a Grillo e che cercò di registrarne il marchio fu: ‘’Dio’’! Si avete capito bene ‘’Dio’’! Fortunatamente l’ufficio di registrazione si rifiutò di farlo ed ecco che nacque il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo.

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Grillo voleva chiamare il partito ”Dio”. La dice lunga sulle idee dell’individuo no?

Per farla breve, il M5S ha avuto dalla sua, un comico che sulle piazze, in spettacoli gratuiti, sparava a tutto e a tutti a 360°. Va da se che riscuotesse le simpatie di tutti no? Persino ai giullari del Medio Evo si lasciava criticare il sovrano sorridendo … e poi vuoi mettere andare a sentire un comico in piazza d’estate la sera … gratuitamente …
Dall’altra parte, ha il supporto di un’azienda di ‘’strategie digitali’’ che, monitorando continuamente la ‘’rete’’ è in grado di dirottare l’appoggio del M5S dove necessario. Infatti il M5S cavalca tutti i movimenti di scontento che possono portargli visibilità e fa sentire loro vicinanza e sostegno. Cercando ovviamente di non esporsi troppo né a sinistra … né a destra … quindi eccoli, per esempio, nelle manifestazioni del Popolo Viola e in quelle dei No Tav, che sono abbastanza ‘’trasversali’’ in quanto a partecipazione.
Ma il cavallo di battaglia del M5S è il reddito di cittadinanza promesso a tutti quelli che non lavorano.
E poi sempre monitorando l’odio che il popolo ha per gli stipendi della classe politica, ecco che i deputati grillini restituiscono parte dello stipendio e lo fanno con manifestazioni pubbliche chiamate addirittura ‘’restituition day’’! Dove davanti ai media, che amplificano l’avvenimento, fanno vedere che restituiscono parte del loro stipendio alle piccole aziende per il microcredito.
Anche qui ci sarebbe da parlare per ore, per esempio che è si vero che restituiscono una parte del loro stipendio (tutti i deputati/senatori di tutti i partiti restituiscono al partito parte dello stipendio ma senza fare tutta ‘sta pubblicità) che va nel fondo istituito dal governo italiano e dell’Europa per il microcredito, ma è anche vero che spendono cifre incredibili per affitti, pranzi, cene, abbigliamento, telefono, autisti …c’è gente tra loro che usa l’auto blu e che si scusa per esser obbligato a farlo in quanto non possiede l’auto, peccato che in compenso si faccia rimborsare cifre iperboliche di benzina! Ma lasciamo perdere perchè si innescherebbe una polemica senza fine e loro sono ‘’ONESTI’’ a prescindere!
Comunque va da se che il ‘’restituition day’’ riscuota la simpatia del popolo! Viva la Casaleggio &Associati per quest’ottima trovata pubblicitaria!
Mentre gli altri partiti usano i soldi restituiti dagli stipendi dei loro parlamentari, per fare: pubblicità, incontri sul territorio, dibattiti, etc … il M5S usa direttamente parte del denaro di noi contribuenti, sono le nostre tasse a pagare i loro stipendi, per farsi una pubblicità diretta che rende enormemente! Che geni! Proprio vero che loro sono ‘’oltre’’!
Il M5S si è presentato come il partito degli ONESTI anti casta. Ovviamente per corroborare questa impressione hanno anche lavorato ai fianchi di tutti gli altri partiti, ma soprattutto contro il PD,  sul quale bisognava concentrarsi e  assolutamente distruggere in quanto concorrente.
Ecco alcuni nomignoli affibbiati al PD e al suo elettorato: Pdmenoelle (il PDL era il nome della coalizione di Berlusconi), pdioti, massoni, mafiosi, PD la piovra democratica, pd trivellopoli etc … etc…

Comunque costoro ‘’prima’’ delle elezioni tuonavano: ”Noi andiamo da soli, noi non facciamo inciuci, noi abbiamo già formato la nostra squadra di Governo, voi siete degli inutili zombie, voi siete morti, voi siete ladri, voi rubate tutti, voi siete mafiosi, voi fate schifo, voi non capite un c…., voi siete NIENTE … NIENTE … NENTE …
Dopo aver mandato a stendere Bersani che voleva, educatamente, fare esattamente quello che adesso pretendono loro. Mò … che gli fa comodo e che l’ordine di scuderia è cambiato … fanno le ‘’vittime’’! Chiedono i voti e si rammaricano dell’ ‘’astio’’ che rilevano nei loro confronti … accusano, gli altri, di non voler fare politica corretta per il bene del paese. Mò sono diventati tutti figli di Madre Teresa di Calcutta … e, praticamente, ci stanno chiedendo di ‘’porgere l’altra guancia’’!

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Il M5S ha portato nelle piazze con il comico Grillo i VAFFA DAY? Bene! Il Pd risponde alla vostra richiesta di governo con un bel VAFFA ! 🙂

Il popolo italiano ha scelto! Il governo lo facciano quelli che hanno vinto e che sono stati scelti dal popolo! Il PD deve restare all’opposizione!

Alla prossima

Elena

 

Aggiornamento delle 15,35 … I CAF a Bari sono pieni di gente che chiede i moduli per il reddito di cittadinanza! Avete capito il motivo per cui hanno votato il M5S? 🙁

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/puglia/tanti-in-fila-ai-caf-in-puglia-m5s-ha-vinto-dateci-il-reddito-di-cittadinanza-_3127334-201802a.shtml

 

Scalfari Vs Di Battista

Ieri sera ad Otto e Mezzo abbiamo assistito ad un dibattito ”strano” .
Da una parte un intellettuale impegnato in politica da sempre, dall’altra l’anima recente della piazza, che ha cercato di dare l’immagine di uno che ha ”tutto sotto controllo”.
Anche l’abbigliamento la dice lunga … Scalfari è come è sempre stato, Di Battista invece è passato di ”punto in bianco” da ”jeans e felpa” a ”giacca e cravatta”! Perchè?
Due personaggi agli ”antipodi” , età compresa.  Sembrava di assistere ad una conversazione tra un ”nonno stizzito” ed un ”nipote scocciato”!

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Uno è il profondo intellettuale dell’ideologia di sinistra … l’altro è il frutto recente della politica della rete.
Se penso che durante le manifestazioni di piazza contro il ”giogo berlusconiano”, ho gridato mille volte ai ragazzi presenti: ”Ragazzi non delegate più, occupatevi della ”cosa pubblica” … a furia di delegare guardate dove siamo finiti! Prendete in mano la situazione … solo voi potete salvare il paese”. Non immaginavo nemmeno lontanamente che il paese sarebbe finito in mano al M5S.
Pensavo, anzi ero convinta, che smettessero con l’apatia ed iniziassero a militare in modo attivo,  entrando nei movimenti nati con la ”rete” , come ad esempio il Popolo Viola,  per far ”pressione” a ”chi di dovere”! La politica vive di ”voti” quindi il ”popolo che manifesta” incute timore,  oppure che sarebbero ”entrati” nei partiti esistenti, ripulendoli profondamente dall’interno, facendo tesoro del ”buono” e buttando il ”marcio”!

Ma si sa … la ”manutenzione” è faticosa, meglio buttar via tutto e ricominciare da ”zero”! Perché questo è il M5S, ricomincia da ”zero”! Ma quale ”zero”? Quello della Grillo&CasaleggioAssociati? Lo ”zero” di un comico miliardario e di un’Azienda pubblicitaria?
Il M5s è una scatola che, come sostiene Scalfari e che condivido, è piena di tutto! Destra, centro, sinistra … ma soprattutto ”rabbia”.
Sulla richiesta poi di confronto tra Grillo e Renzi che Scalfari invoca, secondo Di Battista non si può fare per il semplice fatto che Grillo non siede in parlamento.
Mentre con questa affermazione Di Battista crede di risolvere il problema una volta per tutte, per Scalfari, e non solo per lui, è inconcepibile che il partito abbia, nella persona di Grillo, un’anima dirigenziale al ”di fuori” del parlamento! Questo fatto, dal punto di vista di Scalfar, e non solo suo, riduce i parlamentari del M5S a semplici ”comparse”.
D’altronde se in Parlamento, nel M5S siedono in contemporanea: destra, sinistra, centro … ”qualcuno” che detti le regole del gioco ci dovrà pur essere … o no?
La domanda è: ”E quando Grillo non ci sarà più? Chi detterà le regole”?
Mah …

Alla prossima

Elena