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SIRIA- una guerra sporca …

… come tutte le guerre d’altronde. Ma questa ci fa orrore in modo particolare perchè, in teoria, ci sentiamo tutti troppo ”evoluti” per assistere indifferenti a ‘sto massacro!
Proviamo a mettere qualche punto fermo … giusto per cercare di capirci qualche cosa in ‘sto caos maledetto …

Quando è iniziata la crisi?
Nel marzo 2011 è esplosa la rivolta popolare contro il regime guidato da Bashar Assad. Un pò sull’onda delle altre Primavere Arabe e un pò per eliminare il regime del partito Bath. Il potere ha reagito alle manifestazioni di protesta con una repressione feroce. La contestazione, di stampo salafita, in seguito e grazie agli aiuti di nazioni sunnite del Golfo Persico si è trasformata in luna vera lotta armata.

Chi sono gli Assad?
Appartengono alla comunità minoritaria degli alawiti. Bashar è salito al potere nel 2000 alla morte del padre Hafez che era diventato presidente grazia ad un golpe nel 1970. Il delfino designato era Basil Assad, ma è deceduto in un incidente stradale e questo ha proiettato Bashar al vertice di un regime che conta comunque su un appoggio di parte della popolazione.

Chi sono i ribelli?
È uno schieramento variegato. Inizialmente erano disertori dell’esercito che hanno fatto fronte comune con settori della contestazione. Oggi operano dozzine di fazioni nazionaliste, islamiste, jadiste ed è presente anche l’Isis che vorrebbe instaurare la Sharia. I rapporti tra le formazioni non sono sempre facili, frequenti i cambi di alleanza, i contrasti e anche le battaglie tra loro. Il punto debole è la mancanza di coesione, l’assenza di un progetto comune e una leadership non ben identificabile.

Chi appoggia gli insorti?
Arabia Saudita, Qatar, Turchia sostengono gruppi diversi con denaro, invio di armi, supporto diretto e indiretto. Ognuno di questi paesi manovra per esercitare il suo ruolo attraverso gli ‘’insorti’’ da loro appoggiati e che combattono sul territorio. I paesi occidentali, specialmente Usa, Francia e Gran Bretagna, hanno garantito aiuti ad alcune ‘’brigate’’ dell’opposizione, ma non si capisce nemmeno bene quali … visto che c’è sempre il timore di scegliere il partner sbagliato.

Chi appoggia il regime?
La Russia, che ha schierato un contingente militare, e dispone di un paio di basi. L’Iran, da sempre alleato della Siria, ha inviato consiglieri e reclutato miliziani sciiti in Afghanistan, Pakistan, Libano, Iraq, che sono poi stati mandati a combattere a fianco dei governativi di Assad. Il movimento sciita libanese Hezbollah. L’Iraq. Teheran considera questo conflitto come parte di quello più ampio che oppone sciiti e sunniti. Per la stessa ragione i paesi del Golfo Persico si sono mobilitati in favore dell’insurrezione. Insomma un ‘’pastrocchio’’ di interessi ed etnie.

Quali sono gli obiettivi degli insorti?
Rovesciare Assad e sostituirlo con una nuova forma di governo. Ma sul futuro di questa ‘’nuova forma di governo’’ visto il numero e la diversità degli opponenti al regime, le idee sono diverse, confuse e … non manca chi insegue lo stato islamista. In passato i Paesi che sostengono l’opposizione hanno chiesto l’immediata partenza del dittatore, posizione che però è stata addolcita. Il leader se ne deve andare, ma senza fretta. C’è il timore del vuoto di potere e dunque si spera in qualche forma di transizione.

Quali sono gli obiettivi di Assad?
Piano A: riconquista dell’intero territorio siriano. Piano B: creazione di uno stato che comprende i principali centri urbani e l’area costiera. Ci sono evidenti rischi di spartizione, in particolare nel settore nord, al confine con la Turchia. Qui i guerriglieri curdi, giocando su più tavoli, puntano a rafforzare i loro territori. E per questo manovrano cercando sponde negli Usa, che garantiscono loro assistenza militare. Damasco però non vuole la frammentazione del territorio e quindi l’attrito con i curdi aumenta fino ad arrivare a prendersi a fucilate…

Quali sono gli obiettivi della Turchia?
Creare una fascia di sicurezza nel nord della Siria con due target: impedire la nascita di un’entità autonoma curda e disporre di un trampolino controllato da ribelli pro-turchi per incidere sul futuro della Siria. Negli ultimi mesi sono mutati i rapporti con i russi. Erano sull’orlo della guerra, ora c’è stato un riavvicinamento, forse temporaneo e tattico. Tutto cambia rapidamente e a seconda delle zone geografiche o del momento.

Quali sono gli obiettivi della Russia?
1) Proteggere l’alleato siriano. 2) Estendere la propria presenza militare nella regione. 3) Accrescere il peso nel Mediterraneo orientale. 4) Tenere a bada le ambizioni turche e contrastare il passo agli Usa. Da qui la presenza di truppe in Siria e di un grande dispositivo aeronavale. Il vero avversario del Cremlino sono gli insorti, l’Isis viene solo in un secondo momento. L’intenzione è quella di spingere i ribelli verso le ali più estreme in modo da negare l’esistenza di un’alternativa digeribile al regime. E in effetti l’azione del Cremlino non solo ha salvato Assad, ma gli ha permesso di recuperare molto terreno a scapito degli avversari.

Quali sono gli obiettivi della Cina?
Appoggiano Russia e Iran nel mantenere il regime di Assad. Probabilmente il loro interesse più grande è quello di voler mettere le mani sulla ricostruzione del Paese alla fine del conflitto.

Quali sono gli obiettivi Usa?
Lotta allo Stato Islamico e influenzare, attraverso parte della ribellione, il futuro della Siria. La presidenza Obama era stata però comunque prudente, la Casa Bianca aveva voluto evitare un coinvolgimento massiccio. Gli americani dispongono poi di due avamposti nell’area curda, basi dalle quali lanciano operazioni contro i jihadisti del Califfato.

Quali sono gli obiettivi dell’Isis?
Oltre all’instaurazione della Sharia … hanno ovviamente bisogno di un terreno e quindi difendono le cosiddette sone conquistate e cioè le ‘’aree del Califfato’’ mantenendo la continuità territoriale, se possibile, tra il nord est della Siria e l’Iraq. Gli uomini di al Baghdadi controllavano città ed ampie zone che recentemente hanno però perso. Nel conflitto siriano si battono contro i ribelli contro Assad, contro gli Usa, contro i curdi e contro il regime.

Questa dovrebbe essere Aleppo prima e dopo …

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E’ notizia di oggi, 19 marzo 2018, che la città di Afrin sta per cadere. Se non è già caduta. La bandiera turca ora sventola sugli edifici pubblici della capitale del cantone della Siria nord-occidentale controllato da tre anni dai curdo siriani. Dopo un’offensiva durata 58 giorni, l’esercito turco, insieme alle milizie arabo-sunnite dell’esercito libero siriano, sembra aver raggiunto il suo primo obiettivo.

Le organizzazioni internazionali hanno accusato le forze governative e le sue milizie di usare i civili come scudi umani, di puntare intenzionalmente le armi su di loro, di usare armi chimiche, di eseguire omicidi di massa. Ma anche i ribelli anti-governativi sono stati accusati di abusi dei diritti umani tra cui torture, sequestri, detenzioni illecite ed esecuzioni sia di soldati che di civili.
I cittadini siriani … uomini, donne, vecchi e bambini non sanno più come fare per salvarsi. Vivono come topi sotto le macerie … non hanno né cure mediche … né cibo nè acqua.

Ma quanto può ancora durare questo sfacelo? Alla faccia della Guerra Civile! Una guerra vergognosa in cui si mescolano potere, odio razziale, odio religioso, interessi nazionali diversi … che orrore! Proprio vero che discendiamo da Caino e Abele!

Alla prossima

Elena

.-.-.-.
fonti: sole24ore,corriere,stampa.wikipedia,rete in generale

Vogliono un’altra guerra in Medio Oriente?

Che casino che c’è in Medio Oriente … non si capisce una cippa!
Gli americani sono ‘’pappa e ciccia’’ con l’Arabia Saudita – gente che di democratico non ha proprio niente, in compenso il Donald vede l’Iran, che a confronto degli Arabi è democratico visto che fa elezioni, come il fumo negli occhi.
Mò per colpire l’Iran mettono al bando il Qatar. Iran e Qatar dividono persino i giacimenti di gas nel Golfo Persico … come fanno ad ignorarsi a vicenda?
Eppure all’asse sunnita ‘sta faccenda dà un fastidio enorme. (Sempre perché sono tanto democratici)
Per punire il Qatar di questa sua ‘’amicizia’’ con l’Iran: Arabia Saudita, Emirati Arabi, Bahrein ed Egitto hanno rotto con Doha, che è completamente isolata ma pare non voler cedere affermando di avere alimenti per un anno, deludendo a brevissimo termine la maggiore arma di pressione dei suoi avversari, che è quella, pacifica,  di vederli morire tutti di fame.

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Posti ”caldi” sotto molti punti di vista … 🙁

Inoltre Doha non cederà tanto facilmente, visto che ha incassato il sostegno dell’Iran come anche anche quello della Turchia, alla quale il Qatar è legato a doppio fil. Tra l’altro il parlamento di Ankara ha accelerato le discussioni per la creazione di una base militare turca in Qatar!
Particolare questo che fa intravedere quanto sia grave la situazione … visto che in Qatar c’è anche la più grande base militare USA che è servita come testa di ponte per gli attacchi aerei in Iraq e Siria, e dispone ovviamente di armamenti da far paura e di circa 11.000 soldati perfettamente addestrati. Brrrr …

L’Agenzia di stampa iraniana Fars ha riportato le notizie sul duplice attentato senza soffermarsi in accuse contro Ryad. Ha però pubblicato un intervento del principe ereditario saudita Mohamed bin Salman, che è anche ”democraticamente per nascita”  ministro della Difesa, abbastanza inquietante: ‘’Non aspetteremo che la battaglia divampi in Arabia Saudita. Piuttosto faremo in modo che la battaglia abbia luogo in Iran’’.
Visto le armi che Trump gli ha appena dato … non è che ci sia da star poi tanto allegri.
Anche perché se hanno intenzione di ‘’battagliare’’ in Iran … cosa faranno Russi e Cinesi?
Quel che ”salta agli occhi” è che comunque Trump è uno che ‘’come si muove’’ fa danni!

Alla prossima

Elena

… a proposito del Reddito di Cittadinanza …

Stamattina meditavo sul reddito di cittadinanza …
In fondo, pensandoci … si direbbe pure una bella iniziativa no?
Che cosa fare d’altronde per alleviare i problemi economici delle persone vittime di un sistema economico che vede ormai lavorare solo più i cinesi?
Partiti politici come il M5S, per risolvere la questione ‘’penuria di lavoro’’ , propongono come soluzione il reddito di cittadinanza, altri partiti il ‘’salario minimo garantito’’.

il reddito di cittadinanza proposto dal m5s …

Con ‘’reddito di cittadinanza’’ si identifica un sistema che fornisce un salario indipendentemente dalla situazione economica di chi lo riceve.
In pratica si avrebbe diritto al ‘’reddito di cittadinanza’’ in quanto ‘’cittadini’’ del Paese, indipendentemente dal fatto che si abbia o meno un lavoro.
Ovviamente questo è un ‘’trucchetto verbale’’ per accalappiare più voti possibili, ed è impossibile sul piano pratico.

Comunque un ‘’reddito minimo garantito’’ a chi non è in grado di mantenersi dignitosamente viene paventato anche da altri partiti, PD compreso.
A me ‘sto fatto mette malinconia. Secondo la mia misera opinione significa che abbiamo buttato definitivamente la spugna per quanto riguarda ”creare lavoro”.
Eppure … il lavoro, fino a prova contraria, dà dignità e libertà all’individuo! o no?

E’ strano come tutti siano disposti a difendere a spada tratta la ‘’bella Costituzione Italiana’’, ma che troppi siano dispostissimi ad ignorare completamente l’articolo nr. 1 di questa ‘’Bella Costituzione’’ vale a dire : ‘’L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul LAVORO! La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’’.

E quindi? Quindi ‘’ciccia’’! Il lavoro non c’è … per cui io ‘’Stato’’, grazie alle tasse sulla collettività, ti mantengo a casa a far nulla!

Ma d’altronde … se ‘’piattaforme’’’ come FB, nonostante le dimensioni enormi, sono in grado di fornire lavoro a meno persone di quanto facesse la FIAT nei tempi d’oro, la dice lunga su quello che è il problema ‘’lavoro’’ nel mondo.

Nei paesi occidentali, molto probabilmente, rimarrà solo più un’economia di ‘’nicchia’’. Per esempio, noi italiani, continueremo a Maranello a produrre bellissime Ferrari ed esportarle soprattutto negli Emirati Uniti. Le cose per la Ferrari infatti vanno benissimo, nel 2016 è stato dato un maxi-premio di cinquemila euro a ciascun dipendente! Non male vero?
Ma … quanti sono i dipendenti della Ferrari? Secondo quanto trovato in rete si direbbe che i dipendenti varino tra le 2.600 e 2.800 persone. Un pò poche per un Paese con circa 66 milioni di abitanti non vi pare?
D’altronde … la produzione delle Ferrari è legata al numero di miliardari esistenti al mondo … va da se che non siano necessarie masse di operai come ai ‘’vecchi tempi’’.

Nel passato la chiusura delle miniere aveva messo in ginocchio centinaia di famiglie ma il lavoro era stato recuperato grazie ad una industrializzazione crescente. Industria che non necessariamente costringeva all’emigrazione, ma che si sviluppava in loco. Anche l’utilizzo dei trattori a motore nel passato avevano messo in crisi i braccianti agricoli, i quali avevano trovato lavoro come operai nelle fabbriche di automobili.
Oggi si fa sempre più fatica anche solo ad immaginare ”come” creare milioni di posti di lavoro. Si direbbe che oggi a lavorare rimangano solo i cinesi.
Oggi la moda la fanno i cinesi altro che i ‘’fashion blogger’’! Vorresti dei pantaloni a vita alta e tagliati bene? Niente da fare! Ti becchi quello che producono e commercializzano i cinesi e zitto. A meno che … tu non appartenga a quella rarissima categoria in grado di pagare fior di quattrini.

Dalla Cina arrivano navi cargo piene di container, a loro volta pieni di merci che invadono mercati e magazzini.
Vuoi il tappetino nuovo della cucina? Ecco fatto un bel tappetino verde mela! Non era proprio quello che cercavi ma decidi che va bene e ti organizzi di conseguenza, tanto in giro è tutto verde mela.
L’anno dopo il tappetino si rovina e tu ne cerchi un altro dello stesso colore per sostituirlo, visto che nel frattempo hai comprato anche i cuscini delle sedie verde mela, ma aimè, l’anno dopo i tappetini ‘’verde mela’’ non esistono più e li trovi solo ‘’lilla’’!
Quindi … o ti becchi quello ‘’lilla’’ che a casa tua ci sta come i ‘’cavoli a merenda’’ … oppure cambi tutto! Cuscini compresi!

L’unica consolazione è che i proprietari delle aziende cinesi che fanno i tappetini ‘’lilla’’ sono anche quelli che comprano le Ferrari.

Per farla breve … scordiamoci il lavoro per tutti, in quanto rimarrà solo per pochi ‘’fortunati’’ , siano essi umani o robot , e che tassandoli, ci manterranno con ‘sta specie di tanto strombazzato ’’reddito di cittadinanza’’.

Per quanto tempo i ‘’fortunati’ in questione pagheranno quanto stabilito senza batter ciglio? Quando inizieranno costoro a dire che in fondo i ‘’mantenuti nullafacenti’’ potrebbero anche mangiare solo una volta al giorno … tanto per quel che fanno, non hanno certo bisogno di energie!

Alla prossima

Elena

Il ”lavoro” è il punto fondamentale …

Ma dai?

Dal discorso del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:
”Il problema numero uno del Paese è il lavoro! Sono ancora troppe le persone a cui il lavoro manca da tempo, o non è sufficiente per assicurare una vita dignitosa. Non potremo sentirci appagati finché il lavoro, con la sua giusta retribuzione, non consentirà a tutti di sentirsi pienamente cittadini”!
Bè … siamo onesti … è da una ”vita” che noialtri cittadini lo diciamo! Dovremmo forse esser felici nel constatare che lo abbia capito anche il nostro presidente? Che finalmente abbiano ”intuito” che se non ”mettono mani” in modo ”determinante” alla questione ”lavoro” la ”tenuta dell’intera società” andrà a farsi benedire?
L’occupazione, giustamente retribuita, è la base principale per costruire una società degna di tale nome. Una società dove a tutti quanti venga concessa la possibilità di fare ”piani” per un ”futuro” .
Qualcuno, non so chi, aveva detto che: ”il lavoro ”nobilita l’uomo”! Sono assolutamente d’accordo … perché  l’avere un lavoro, giustamente retribuito e sicuro, permette all’individuo di esser ”libero” e non schiavo,  di accedere alla cultura e quindi comprendere ed applicare concetti come: onestà, gentilezza, educazione, rispetto, solidarietà nei confronti del prossimo.
Solo in questo modo la società potrebbe ”migliorare” … ed il perno principale è proprio il lavoro.

Stressed man sitting in waiting room

esser senza lavoro provoca depressione …

Se il lavoro è un diritto … bisognerebbe che qualcuno ce lo fornisse … ora, a chi spetta ‘sto compito? Il ”lavoro” è giustificato se esiste una ”domanda”. Se uno fa l’industriale e costruisce pentole, bisognerà che qualcuno le compri ‘ste pentole… altrimenti è inutile farle … o no?
L’incontrollata globalizzazione fa in modo che le pentole necessarie a coprire la domanda, diciamo ”europea” delle stesse, arrivino chissà da dove … molto probabilmente dalla Cina! Quindi i costruttori ”nostrani” di pentole non riescono a piazzare le proprie. Magari le ”nostre” sono migliori, ma quanti sono quelli che rifiutano di comprare un set di pentole a 10 euro e preferiscono acquistarne invece una sola che ne costa 30?
Purtroppo l’utente tende ad acquistare l’oggetto al prezzo più economico. Stessa cosa fa al supermercato … con il risultato che mangiamo sempre peggio.
Che senso ha mangiare pomodori tutto l’anno se poi il sapore di ‘sti pomodori è lo stesso delle zucchine crude? Che senso ha mangiare polli che costano nulla, se poi il ”menarca” alle bimbe arriva a 9 anni e i maschietti hanno ”conte spermatiche” vicine allo zero, visto che ‘sti polli sono pieni di ”ormoni”?
Inizio a pensare che la soluzione sia tornare alla ”piccola distribuzione”, il famoso chilometro ”zero” in campo ”alimentare” significherebbe cibo sano e buono … mentre ”grande distribuzione” si traduce in prodotti che fan male alla salute e che sono pure cattivi!
Inoltre pensiamo allo spreco! le grandi catene alimentari producono tonnellate di sprechi … cosa ”assurda” dal momento che c’è gente a ‘sto mondo che muore di fame!
Le multinazionali più che ”sfamare” la popolazione hanno creato gente ”obesa” nelle cosiddette ”ricche” società, mentre hanno aumentato la ”fame” dove c’è povertà! Siamo sicuri che costoro si ”muovano” per il bene dell’umanità? Mah …

Pensate alle nostre belle città, che potrebbero ripopolarsi pian piano di negozi di prodotti alimentari … negozi che darebbero lavoro ad un sacco di persone … da ”lavoro” nasce lavoro … o no?
Ormai i piccoli negozi di alimentari, e non solo quelli,  sono completamente scomparsi. Prima di Natale ero a Torino e, viaggiando sul bus ho avuto l’occasione di guardare fuori dal finestrino, cosa che in auto, per ovvi motivi non faccio più di tanto, ebbene ho realizzato che le uniche ”attività” che ancora ci sono, riguardano: banche, bar, parrucchieri, tuatuatori … ??? Che fine hanno fatto gli altri? Non solo non esistono più i piccoli negozi ”alimentari” … oggigiorno trovare qualcuno che ti ripara un paio di scarpe è una impresa! D’altronde, se le scarpe costano 10 euro … ha forse un senso ripararle? Ma che razza di scarpe sono quelle che costano 10 euro? Non sarebbe meglio spendere un po’ di più ed avere delle ”belle scarpe”? Mah …

Stamattina divagavo in queste considerazioni … approfittando del fatto che i miei due nipotini dormono ancora sogni felici …

Alla prossima

Elena

Donald Trump … ”genio” o ”pirla” ?

Donald Trump, nonostante tutti i suoi slogan protezionistici contro la Cina, le dogane impostele al  45%,  nell’intenzione di contenere drasticamente le sue esportazioni,  ha in realtà  già offerto un gran bel regalo a Pekino, dichiarando morto il trattato di libero scambio transpacifico (TPP).

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Perchè? Vediamo un po’ …

Questo accordo negoziato dall’amministrazione Obama con 11 paesi del Pacifico, tra cui Giappone, Vietnam, Singapore, Malesia era il punto di ”forza politico” mirante a ridurre l’influenza cinese almeno tra i paesi a lei più vicini.
Ovviamente questo preoccupava profondamente Pekino che, non solo ne era esclusa, ma tale politica avrebbe disegnato una ”zona economica” che contestava la supremazia cinese, ed in più lo faceva proprio alle ”sue porte”!
Ormai il TPP, che attendeva solo più di esser ratificato dal Congresso è clinicamente morto, lasciando i paesi asiatici, senza altra possibilità se non quella di stringersi attorno al vicino gigante cinese, creando quindi un mercato ”impressionante” a scapito non solo degli USA, ma di tutta l’Europa, o, per meglio dire,  di quegli staterelli alla mercè di chiunque,  che di ”Stati Federali d’ Europa” non vogliono proprio sentir parlare”!

Che dire? Mah … Grazie a ”Mister Trump” da ora inizierà il ”declino ufficiale dell’occidente”,  restituendo all’Asia lo splendore di un tempo! Il Politburo cinese sentitamente ringrazia!

Che politica intelligente che ha ‘sto qui! Non vede al di là del proprio naso, non vede che sta dandosi la ”zappa sui piedi”, l’unica cosa che arriva ad immaginare è quella di mettere tasse sui prodotti cinesi e di isolarsi nel proprio giardino, sperando che, almeno per un po’,  le cose vadano bene.

Il dramma è che di personaggi come lui ce ne sono tanti … troppi … sono quelli del ”mordi e fuggi” e che hanno la visione futura del mondo ”profonda” come quella dei criceti!

Alla prossima

 

Elena

 

fonte: http://www.lepoint.fr

 

I negozi ”compro oro” …

Come mai i negozi ”compro oro” nascono come i ”funghi” nelle nostre città?

Sal : negozio compro oro (foto Tanopress)

la spiegazione è anche tra queste righe.

La Russia ha comprato in un mese 18 tonnellate d’oro e la Cina 15 tonnellate.

Solo l’anno scorso Pechino ha aumentato le sue riserve del 70%, Mosca del 18%.

Gli Stati Uniti hanno oltre 8.100 tonnellate di metallo giallo, più di cinque volte quelle russe. Seguono a enorme distanza la Germania (3380 tonnellate), il Fondo monetario internazionale (2800), l’Italia (2452) e la Francia (2436 tonnellate). La Cina è a quota 1800 tonnellate, la Russia a 1500. Se il ritmo degli acquisti restasse inalterato, secondo un’analisi di Market Watch Pechino e Mosca impiegherebbero altri sei anni per raggiungere Italia e Francia.

Chi vende il metallo giallo lo fa perché ha davvero l’acqua alla gola. E questa è una cosa che non solo accade a noialtri,  ma succede anche agli Stati.

E’ il caso del Venezuela, in ginocchio per il crollo del prezzo del petrolio: l’anno scorso Caracas ha liquidato il 43% delle sue riserve auriferee per ripagare i debiti esteri. Ma in giro per il mondo, da Washington a Berlino, da Roma a Parigi passando per Tokyo, il resto delle banche centrali non lascia uscire un lingotto dai forzieri.
In un mondo con tassi a zero, che non cresce e non crea inflazione, anche l’immobiliare, bene per eccellenza, è in crisi, quindi l’oro rimane l’unico ”bene rifugio” …
Alla prossima

 

Elena

I negozi ”compro oro” …

Come mai i negozi ”compro oro” nascono come i ”funghi” nelle nostre città?
la spiegazione è anche tra queste righe:
La Russia ha comprato in un mese 18 tonnellate d’oro e la Cina 15 tonnellate.
Solo l’anno scorso Pechino ha aumentato le sue riserve del 70%, Mosca del 18%.
Gli Stati Uniti hanno oltre 8.100 tonnellate di metallo giallo, più di cinque volte quelle russe. Seguono a enorme distanza la Germania (3380 tonnellate), il Fondo monetario internazionale (2800), l’Italia (2452) e la Francia (2436 tonnellate). La Cina è a quota 1800 tonnellate, la Russia a 1500. Se il ritmo degli acquisti restasse inalterato, secondo un’analisi di Market Watch Pechino e Mosca impiegherebbero altri sei anni per raggiungere Italia e Francia.
Chi vende il metallo giallo lo fa perché ha davvero l’acqua alla gola. E’ il caso del Venezuela, in ginocchio per il crollo del prezzo del petrolio: l’anno scorso Caracas ha liquidato il 43% delle sue riserve auriferee per ripagare i debiti esteri. Ma in giro per il mondo, da Washington a Berlino, da Roma a Parigi passando per Tokyo, il resto delle banche centrali non lascia uscire un lingotto dai forzieri.
In un mondo con tassi a zero, che non cresce e non crea inflazione, anche l’immobiliare, bene per eccellenza, è in crisi, quindi l’oro rimane l’unico ”bene rifugio” …
Alla prossima

 

Elena

Apple – vendite iPhone in calo …

Apple: le vendite degli  iPhone scendono. I ricavi sono in discesa per la prima volta dal 2003! Ma va? Proviamo a vedere se c’è un motivo?

Dove vengono fatti gli iPhone della americana Apple? Vengono fatti dalla ”Foxconn” ! Dov’è ‘sta fabbrica? A Shenzhen in Cina , dove c’è gente che lavora in ambienti inquinati per 18 ore al giorno!

Alcuni dirigenti Apple hanno spiegato a dei giornalisti il perché si sia scelto di costruire in Cina. Oltre al minor costo la scelta si deve a quella che loro chiamano ”flessibilità e velocità” di produzione degli impianti collocati nel Paese, che è ineguagliabile rispetto alla realtà Usa. Ad esempio, quando si è dovuto apportare delle modifiche allo schermo dell’iPhone a pochi giorni dal lancio, costringendo ad una revisione della catena di montaggio, gli 8 mila dipendenti dell’azienda cinese che doveva occuparsene, sono stati richiamati al lavoro nel ”cuore della notte” – grazie anche al fatto che il ”dormitorio” degli operai è spesso situato all’interno dello stesso impianto – e in meno di 96 ore si stavano producendo circa 10 mila iPhone al giorno!

Nessun impianto negli Usa avrebbe potuto fare lo stesso!  (Ma va?) I bravi cinesi hanno soddisfatto la richiesta di un arrabbiatissimo Steve Jobs che, a poche settimane dal lancio del primo iPhone,  si era accorto che lo schermo si graffiava troppo facilmente per un dispositivo che molti avrebbero tenuto in tasca, accanto alle chiavi o ad altri oggetti che avrebbero potuto scalfirlo.

Insomma … gli operai cinesi, a differenza di noialtri,  sono sempre a disposizione! Ma c’è un altro ”vantaggio” per far produrre in Cina. Quanto guadagnano gli operai ”cinesi”? Non ho trovato in rete nulla in proposito, ma dubito che con i loro stipendi, si possano permettere di acquistare quel che producono.

Per cui gli acquirenti vanno ricercati nel cosiddetto ”mondo occidentale”. Ma qui casca l’asino! Coma facciamo noialtri, che abitiamo nel ricco mondo occidentale ad acquistare gli iPhone della Apple se NON abbiamo lavoro! Visto che il lavoro lo fanno i cinesi schiavizzati e sottopagati?

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Cara Apple … ti stupisci se le vendite calano? Ma allora sei ”Pirla”!

Alla prossima

 

Elena

 

http://www.melamorsicata.it/mela/2010/06/05/foxconn-parla-un-dipendente-delle-fabbriche/

CONFERENZA MONDIALE SUL CLIMA PER SALVARE L’UNICO PIANETA CHE ABBIAMO!

Lunedì inizieranno a Parigi due settimane di dibattito tra i ”grandi” del pianeta per salvarlo dalla catastrofe climatica.

Non possiamo permetterci di ”chiudere un occhio” su quello che ormai è di dominio pubblico:  ”Se non smettiamo di inquinare ci autodistruggiamo”! Punto!  Quindi impegnarsi tutti assieme a 360° è un dovere per salvare la nostra specie.

Di sicuro nell’incontro tutti concorderanno ormai che l’allarme climatico è reale, concreto e già devastante.

D’altronde una concentrazione così alta di CO2 in atmosfera non c’era mai stata nella storia contemporanea: l’aumento, secondo gli analisti,  è del 43% rispetto ai tempi ”pre-rivoluzione” industriale.

Di sicuro i negazionisti presenti alla conferenza verranno emarginati, in quanto, non solo i tecnici, ma la natura stessa li ha definitivamente smentiti.

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Il riscaldamento globale non è più contestato a livello scientifico,  il problema è mettersi d’accordo sul come contrastarlo e possibilmente, per il bene dell’umanità,  ”risolverlo”!

L’aumento della temperatura porta inevitabilmente crisi idriche, specie nella zona già ”turbolenta” a livello politico/sociale del Mediterraneo. La mancanza d’acqua si ripercuoterà sulla quantità e qualità dei prodotti agricoli, provocandone una minor resa. Questi fattori andranno ad incidere pesantemente sulla situazione di insicurezza sociale ed economica di una popolazione che si prevede aumenti del 30% da qui al 2020!

Tutti sappiamo che fattori come: acqua, cibo, disponibilità energetica, fanno parte di un delicato equilibrio e sono interconnessi tra loro. Non dimentichiamo poi che i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo producono il 12% della produzione mondiale dei cereali.

Gli studi dell’Onu preparati per il vertice di Parigi e aggiornati proprio nei giorni scorsi, lanciano un segnale terribile! Avendo concordato, a suo tempo,  che non ci possiamo permettere un aumento di 2 gradi, gli studi hanno realizzato che, mettendo insieme tutti gli impegni si arriverà, nella migliore delle ipotesi a 2,7 gradi! Una battaglia persa in partenza!

Serve, contro l’aumento della temperatura un impegno drastico.  Non abbiamo per disinnescare la catastrofe più di dieci anni!  Dieci anni da ora … per eliminare le emissioni di CO2! Se non lo facciamo … condanneremo i nostri nipoti a vivere come gli scarafaggi! Quindi, da ora, dobbiamo ”affrancarci” dai combustibili fossili.

Tutti sappiamo che questa decisione avrà gigantesche implicazioni sociali e geopolitiche!

Ad oggi solo poche nazioni, fra cui Unione Europea e gli Stati Uniti, hanno specificato obiettivi di riduzione in termini assoluti, mentre la maggioranza propone target relativi ad uno scenario di riduzione, come se tutto fosse ”normale”. Oppure su ”cavilli” basati sulle emissioni in rapporto al Pil .

Altre ancora, normalmente paesi in via di sviluppo, hanno stabilito un determinato anno entro il quale le emissioni dovranno raggiungere il loro ipotetico picco! Quindi aspettano di raggiungerlo per prendere provvedimenti.

La Cina, ad esempio, ormai al primo posto fra i Paesi che inquinano di più, nel suo piano non prevede affatto un target di riduzione, ma un obiettivo di picco, fissato al 2030. Il che significa che da qui ad allora le sue emissioni continueranno ad aumentare e non farà nulla per ridurle.

Oltre ai ”freni” imposti dai paesi emergenti… pensiamo ai ”freni”  imposti dai Paesi che ”vivono” esclusivamente grazie agli introiti derivanti dai pozzi di petrolio o dal gas  … e che ovviamente hanno intenzione di continuare a farlo.

Sarà una battaglia molto molto dura … checchè ne dicano quelli che ragionano semplificando tutto, quelli che sparano frasi come:  ”e che c’è vo”?

Alla prossima

 

Elena

 

http://www.cop21.gouv.fr/en/learn/10-photos-of-a-changing-world/) .

 

CHE FINE HA FATTO IL COMUNISMO?

Mah … Il ”comunismo” per eccellenza, quello in Russia per intenderci,  è morto e sepolto.   Oggi la  Federazione Russa è una repubblica federale semipresidenziale.   Secondo la costituzione il presidente è il capo dello stato e di un sistema multipartitico dove il potere esecutivo viene esercitato dal governo, guidato dal Primo Ministro, che viene nominato dal presidente e approvato dal parlamento. Il potere legislativo viene gestito dalle due camere dell’ Assemblea federale … detto così potrebbe anche sembrare una faccenda democratica … ma visto che c’è Putin (ex KGB) le cose vanno come vanno. Quello che è certo è che in Russia il ”comunismo” NON esiste più, mettiamoci il cuore in pace. 

Fino a prova contraria, per regime comunista si intende un regime dittatoriale ufficiale, il cosiddetto Stato Socialista, cioè fedele ai principi del marxismo-leninismo e non paesi dove c’è l’ autoritarismo nazionalista come in Venezuela. Il nazionalismo è l’esatto contrario del comunismo.

Gli stati dove ancora il potere è detenuto da un partito che dirige il regime totalitario non sono certo esempi da imitare ad occhi chiusi:

– Repubblica Popolare Cinese (dal 1949); Partito Comunista Cinese

– Repubblica di Cuba (Rivoluzione cubana nel 1959, stato socialista dichiarato nel 1961); il Partito Comunista di Cuba ha il compito di difendere la rivoluzione, ma NON presenta candidati in parlamento

– Repubblica Democratica Popolare Laotiana (dal 1975); Partito Popolare Rivoluzionario Laotiano

– Repubblica Democratica Popolare di Corea (dal 1948); Partito dei Lavoratori di Corea

– Repubblica Socialista del Vietnam (dal 1976); Partito Comunista del Vietnam

– Stato dell’Eritrea (dal 1993); Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia

– Turkmenistan (dal 1924); Partito Democratico del Turkmenistan, fino al 1991 Partito Comunista del Turkmenistan

– Bielorussia – Partito del comunismo democratico

Che siano ”comunisti” poi bisogna vedere,  la Cina ad esempio si è dovuta inventare una nuova ideologia che è una specie di ossimoro …  il Socialismo di Mercato!  Mah …

La Corea del Nord poi è una tragedia, il regime ”comunista”  si è trasformato in una monarchia assoluta ereditaria, retta da monarchi-dittatori comunisti.

06_kim_jong_un.w529.h352.2xKim Jong Un 

Meditiamo gente … meditiamo …

Scrivendo quanto sopra mi è venuta in mente questa canzone di Giorgio Gaber:

 

Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia. 

Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà. .. la mamma no. 

Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre. 

Qualcuno era comunista perché si sentiva solo. 

Qualcuno era comunista perché aveva avuto una educazione troppo cattolica. 

Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche. . . lo esigevano tutti. 

Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto. 

Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto. 

Qualcuno era comunista perché prima… prima…prima… era fascista. Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano. 

Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona. 

Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona. Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo. 

Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari. 

Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio. 

Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro. 

Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio. Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio. 

Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente. 

Qualcuno era comunista perché la borghesia, il proletariato, la lotta di classe… 

Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre. 

Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI TRE. 

Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione. 

Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto. 

Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini. 

Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo secondo Lenin. 

Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sé la classe operaia. 

Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri. 

Qualcuno era comunista perché c’era il grande partito comunista. 

Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il grande partito comunista. Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio. 

Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggior partito socialista d’Europa. 

Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi, solo in Uganda. Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani incapaci e mafiosi. 

Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera… 

Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista. 

Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia. 

Qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos’altro. 

Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana. 

Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri. 

Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. 

Perché sentiva la necessità di una morale diversa. 

Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita. 

Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso. 

Era come… due persone in una. 

Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita. 

No. Niente rimpianti. 

Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare…come dei gabbiani ipotetici. 

E ora? Anche ora ci si sente come in due. 

Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente 

lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito. 

Due miserie in un corpo solo.

 

Alla prossima

Elena