Come mai quando le ”cose vanno male” si finisce sempre ”lì” ? C’è sempre un ”perché” delle cose … basta andarlo a cercare nella Storia.
La prima guerra mondiale è stata una guerra che ha fatto 9 milioni di morti tra i soldati e circa 7 milioni tra la popolazione. Popolazione morta di ”stenti”, cioè carestie ed epidemie. (la situazione di oggi in Siria) In questa guerra noi abbiamo combattuto a fianco di Francia, Regno Unito e Impero russo.
Finito questo orrore l’Italia era decisamente ”mal messa”. Doveva fare i conti con tutti i guai connessi alla fine di una guerra, che tra l’altro avevamo ”vinto”! (Pensate se l’avessimo persa!) Oltre alla fame e alle epidemie, avevamo anche perso l’Istria, promessa dagli americani ad altri! (Gli americani hanno ‘sta mania di disegnare a tavolino i confini, facendo nascere o morire paesi ed etnie intere … ma questa è un’altra storia!) Nonostante gli istriani sarebbero stati volentieri con noialtri … non potevamo certo farci ”nemici” gli americani nostri alleati, quindi ”ciccia” … ciao Istria!
Oltre alla situazione internazionale complicata … la nostra situazione economica era al ”lumicino”! I problemi finanziari che affliggevano le banche italiane erano ”enormi”! Queste, infatti, durante il conflitto avevano effettuato consistenti prestiti a lungo termine ai colossi dell’industria bellica (quelli del triangolo Milano-Torino-Genova) e ora faticavano a recuperarli. (Vi ricorda qualche cosa?)
La crisi ebbe il suo culmine nel 1921, quando il fallimento di alcuni grandi trust, come il complesso siderurgico Ilva e quello meccanico dell’Ansaldo, provocò il crollo di importanti istituti bancari con immediati riflessi negativi su tutto il sistema industriale. (quando muore una banca non lo fa mai da sola) Di qui un costante aggravarsi delle già difficili condizioni di vita dei lavoratori, specie di quelli a reddito fisso sui quali pesava un’inflazione galoppante. La crisi colpì anche la piccola e media borghesia, il cui tenore di vita era notevolmente peggiorato rispetto agli anni precedenti alla guerra.
La produzione agricola a sua volta era distrutta a causa dell’abbandono delle campagne, rese improduttive dalla lunga assenza degli uomini che combattevano al fronte. La situazione era particolarmente grave, se ricordiamo che in quegli anni l’Italia era ancora un Paese essenzialmente agricolo. Oltre a ciò, a partire dal 1917 gli Stati Uniti avevano iniziato a imporre delle limitazioni all’emigrazione transoceanica, precludendo ai nostri contadini poveri la possibilità di cercare fortuna in America!
Le conseguenze sull’occupazione furono pesanti e il numero dei disoccupati nel 1919 toccò la cifra di due milioni di unità. Noi importavamo, per mangiare, grano e, per far funzionare tutto l’am ba ra dam, carbone e avevamo quindi ”debiti pesanti” specie con gli USA.
Le casse del regno erano vuote e la ”lira” durante la guerra aveva perso valore. Alla mancanza di materie prime si aggiungevano tutti i soldati che si trovavano di punto in bianco ”disoccupati”. Molti ex soldati vennero utilizzati per i lavori urgenti di ”ricostruzione”. Le fabbriche che producevano armi, dovevano velocemente riconvertire la loro produzione. Ma … a chi vendere? Il mercato interno era inesistente e la crisi degli altri non creava certo un terreno fertile all’esportazione … quindi moltissime fabbriche semplicemente chiusero i battenti, aumentando ancora una disoccupazione già preoccupante.
Inoltre era stato promesso agli ex combattenti che si sarebbero espropriati i terreni dei ”latifondisti”… ma ovviamente la cosa non era facile. Notoriamente chi possiede terreno non vuole che glielo si porti via … quindi vi erano grosse ”resistenze”. A questo si deve aggiungere che anche gli operai rimasti senza lavoro volevano i terreni promessi agli ex soldati … gli attriti aumentarono e gli ex soldati apostrofarono gli ex operai: ”imboscati” ! Mentre gli ex operai chiamarono gli ex soldati ”servi della guerra borghese”. Insomma c’era povertà, fame, disperazione, rabbia e disoccupazione!
Su questa ”torre di Babele” … su questo ”fertile” terreno nacque il fascismo! C’è una bella frase di Gramsci che descrive benissimo la situazione:
”Il fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano”.
(Antonio Gramsci, L’Ordine Nuovo, 26 aprile 1921)
meditiamo gente … meditiamo …
Alla prossima
Elena