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Renzi, che vale il 2% sulla ‘’carta’’, visto che …

Renzi, che vale il 2% sulla ‘’carta’’, visto che ha un partito che NON è mai stato votato da nessuno, in quanto è nato dalla scissione voluta da Renzi dal PD, e che non si è mai presentato alle politiche, detta legge e impone a Fico: ‘’Prima il contratto che voglio io, poi faremo il Primo Ministro’’.
Ammesso e non concesso che il ‘’suo contratto’’ sia ‘’buono’’. Noialtri non sappiamo una cippa perché di contenuti a noialtri popollo elettore ne arrivano proprio pochi, in compenso la prosopopea, l’arroganza di costui ci arriva a 360°!

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A chi dice, difendendolo, che l’arroganza non va considerata in un politico, ma che vanno considerate le ”idee”, mi verrebbe da rispondere che anche Trump aveva delle ”idee” e che piacevano a tanti. Ma questo non significa niente sul fatto che l’individuo sia adatto a guidare un Paese un no.
Non posso fare a meno di domandarmi: ‘’Ma … i ‘’suoi’’ … si fanno guidare come le marionette, oppure li ha incantati come si fa con i serpenti’’?
Il consiglio che mi verrebbe da dare a costoro è: ”Mollate ‘sto matto e tornate da dove siete venuti, fosse anche solo per schiodarci da questa situazione folle e da incoscienti in cui ci ha messi il vostro ‘’capoccia’’!
Ma forse … ormai, siete costretti a restare con il vostro ‘’padrone’’, considerato il fatto che vi siete ‘’sputtanati’’ talmente tanto, che sapete benissimo che nessuno vi metterebbe in lista alle prossime politiche. Senza contare che, con la riduzione del numero dei Parlamentari, avrete le stesse possibilità che ha un cammello di passare attraverso la cruna dell’ago.
Quindi, i fedelissimi di Renzi, lo sono per ‘’forza di cose’’ e lui continua a giocare, imponendo il suo 2%, come fece, d’altronde, pure Mussolini a suo tempo. La ‘’mentalità’’ è quella …
Con la differenza che Renzi fa anche le scene della vittima ‘’incompresa’’ e ‘’inascoltata’’. Non va alle riunioni e poi dice che non gli danno retta … che fenomeno da baraccone!

Alla prossima

Elena

Grillo … democrazia diretta … vincoli di mandato …

Grillo, in collegamento, chissà con che ‘’titolo’’, con una tavola rotonda organizzata a Bruxelles dal presidente dell’Europarlamento David Sassoli, parla del referendum come della massima espressione democratica e afferma: «Non credo più in una forma di rappresentanza parlamentare, ma nella democrazia diretta, possiamo fare tutto con il voto digitale, anche una consultazione a settimana. Sulla riforma elettorale Grillo ha ribadito la sua vecchia idea del sorteggio tra gli eletti. Nel M5s sono stati avviati sei o sette procedimenti disciplinari nei confronti di parlamentari che si erano espresso per il No al referendum.
Ovviamente, se hanno detto NO significa che non sono abbastanza ‘’yes-man’’ e quindi non possono stare nel partito. Il ‘’vincolo di mandato’’ da loro esiste eccome! Lo stesso che c’era nel partito di Mussolini e di Hitler. E mò Di Maio lo vuole per tutto il parlamento! Pochi, nominati e … ‘’Yes Men’’!
Il vincolo di mandato, vigliaccamente, propagandato come risoluzione ai cambi di casacca, è in realtà un modo per impedire, primo, le numerose fughe dal M5S ma soprattutto è indispensabile per trasformare i parlamentari in uomini dipendenti esclusivamente dalle direttive dei vertici del partito. Del ‘’capo insomma. Farne delle marionette che votano tutto quello che il capo dice loro.
Si riempiono sempre la bocca sul ‘’Difendiamo la Costituzione’’ ma l’hanno mai letta? Parlano di Calamandrei, ma se ne fregano delle sue parole! Già nella sua “Critica sociale“ dell’ottobre del 1956 diceva:

‘’Chiamare i deputati ed i senatori “rappresentanti del popolo” non vuol più dire oggi quello che voleva dire in altri tempi: si dovrebbero chiamare, “impiegati del loro partito”’’!

E da allora siamo solo peggiorati fino ad arrivare all’apoteosi del ‘’nulla’’ con ‘sti qui.

Ma qualcuno se ne rende conto che il vincolo di mandato è incompatibile con una Democrazia Parlamentare? Se tu partito mi obblighi a fare e dire quello che vuole il ‘’capo partito’’ che cosa ci stanno a fare in Parlamento? Che cosa discutono a fare se tanto non possono cambiare idea e cercare una ‘’quadra’’!
Ovvio che a Grillo NON piaccia la discussione parlamentare! Ha mandato in parlamento della gente che manco sa parlare! Si limitano a ripetere le stesse frasi mandate a memoria! Meglio un bel referendum: ‘’pilotato’’ da qualche genio della comunicazione e, oggi costoro sono ovunque sul mercato, magari sulla Piattaforma Rousseau e ottenere dal ‘’popollo’’ la risposta che si vuole ottenere!
Ma chi caspita è Grillo? Quello che voleva fondare un partito chiamato ‘’DIO’’? VivaIddio, almeno quello scempio, glielo hanno impedito!
Ma poi com’è che costui si ‘’collega’’ con Bruxelles a nome del M5S? Chi è esattamente nel M5S? Alla faccia della ‘’democrazia diretta’’! In ambito 5 stelle è sicuramente ‘’diretta’’ da lui. Roba da matti, fa quello che vuole nel partito e vorrebbe lo stesso sistema per l’ Italia. Questo è pericoloso! Mica perchè è cattivo … macchè! Solo perché è ‘’fanatico’’ ed un sacco di gente adorai fanatici!
Democrazia Diretta … vi ricordate la domanda fatta al popolo: ‘’Preferite Gesù o Barabba’’? Vi ricordate che cosa ha preferito il popolo vero’’?
Per trovare il diritto di cittadine e cittadini di partecipare ai processi politici decisionali e di avere quindi l’ultima parola, bisogna risalire alla Rivoluzione francese del 1792 … però poi lo sappiamo come è andata a finire no?
In Svizzera la ‘’democrazia diretta’’ esiste, ma loro sono ‘’cantoni’’ decentrati e anche abbastanza isolati tra loro. Dopo essersi fatti la guerra tra cattolici protestanti hanno riconosciuto i ‘’diritti popolari’’ ed hanno iniziato a votare per alzata di mano già nel lontano1830.
Ma poi, votavano forse tutti gli svizzeri? Naaaaa , alle donne il voto fu concesso solo nel 1971!
Grillo è l’antipolitica per eccellenza ed è l’uomo che sta spingendo per la dittatura. La crisi economica inoltre lo aiuta alla grande, perché a noi, si sa, piace l’uomo della provvidenza vero?
Il fatto che l’uomo della provvidenza – l’unto del Signore – ci avesse fatti finire in ginocchio non ce lo ricordiamo più vero? E non parlo solo di Mussolini!
Che dire? Ci meritiamo quello che ci succede … punto.

Alla prossima

Elena

Riduzione numero parlamentari – M5S e Lega

Pochi o tanti cosa cambia per noialtri? Non sarebbe meglio che sapessero fare qualche cosa? Non sarebbe meglio che noi cittadini pretendessimo che costoro portassero effettivamente del ‘’valore aggiunto reale’’? 

Comunque il Senato ha dato l’ok per la riforma costituzionale che riduce il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200, difficilmente la Camera voterà in modo diverso. Guarda caso, anche Mussolini, per combinazione,  ridusse a 400 il numero dei seggi alla Camera. 

Se questa riforma venisse approvata l’Italia avrebbe un deputato ogni 151 mila abitanti. Nel Regno Unito c’è un deputato ogni 101 mila cittadini, nei Paesi Bassi uno ogni 114 mila, in Francia e in Germania circa uno ogni 116 mila e in Spagna uno ogni 133 mila.

Ma, per quanto riguarda noi ‘’popolo’’, abituati a fare i ‘’conti della serva’’, questa riduzione va benissimo, visto che la leggiamo solo come ‘’Bocche in meno da sfamare’’. 

Ma davvero cambia qualche cosa? Con quale legge elettorale verranno eletti costoro? Se è vero che sono ‘’bocche da sfamare’’ in meno è anche vero che, se non cambia la legge elettorale, costoro meno sono e più  sono ”controllabili”, ovviamente non certo da noi ”popollo” però!

Infatti, pochi o tanti che siano faranno quello che vogliono quelli che su quegli scranni li hanno messi e non certo l’interesse di noi cittadini che, al massimo ormai, votiamo i partiti. 

Per l’effettiva entrata in vigore dovremo aspettare il voto della Camera che, presumibilmente arriverà a settembre dopodiché dovranno passare 3 mesi prima della promulgazione.

La legge per ora non è stata approvata con la maggioranza dei due terzi dei parlamentari e quindi, in teoria, si potrebbe e ‘’dovrebbe’’ ricorrere al referendum previsto dall’articolo 138 della Costituzione, come è successo con la ‘’riforma Renzi’’. Solo che difficilmente qualcuno chiederà la consultazione popolare.  Noi ‘’popolo’’, in questo caso, vedremmo la consultazione referendaria come un voler  ‘’salvaguardare il cadeghino’’ del potere e quindi ‘’ciccia’’, sarebbe quindi un ‘’suicidio politico’’.

M5S e Lega,  fantastici ‘’comunicatori’’ , grazie alla ‘’Casaleggio&Associati’’ e alla ‘’Bestia’’ hanno ‘’blindato’’ l’opinione pubblica a loro favore e tutti i discorsi che potrebbe far l’opposizione ‘’contro’’ questa riduzione non verrebbero capiti.

E poi vuoi mettere l’effetto ‘’mediatico’’? Riduciamo il numero di persone da ‘’mantenere’’ e il ‘’popollo’’ è felice e batte le mani!    … se l’ottica è questa,  allora eliminiamo il Parlamento del tutto! Una dittatura e via! Decide uno solo!  Non perdiamo tempo e spendiamo molto di meno!  Tanto a noi ”popolo” basta spendere meno no? Mah … 

Ecco quindi che sta andando in ‘’porto’’ la tanto agognata ‘’modifica della Costituzione’’ che, per gli attuali deputati e senatori è un ‘’regalo’’ nel vero senso della parola, visto che garantisce la vita a questa legislatura. 

Significa cioè che non si andrà a elezioni anticipate a breve. Anche perché il 20 luglio si chiude la ‘’finestra elettorale’’ che avrebbe consentito di votare a settembre, prima cioè dell’apertura della sessione di bilancio. Ed era questo l’unico vero timore di Luigi Di Maio e del suo Movimento che perde elettori alla velocità della luce a favore della Lega, ma,  tutto sommato,  la cosa va benissimo anche a Salvini visto che il ‘’Russia-gate’’ sta eliminando un pò del ‘’consenso’’ che potrebbe penalizzarlo nel caso di eventuali prossime elezioni.  

La domanda che rimane a noi cittadini è: ‘’Ma costoro, a parte gli show propagandistici per mantenere in vita il Governo,  che cosa stanno facendo per l’economia del Paese?

E poi … la legge elettorale ‘’prima’’ faceva schifo a tutti ma ora,  che hanno la maggioranza e potrebbero cambiarla, la lasciano così com’è? Come mai? 

Tanto … che importa a noi ‘’popollo’’ delle ‘’cose importanti’’?  Noi inseguiamo slogan e pagliacciate … ed ecco quindi la riduzione dei parlamentari e la pagliacciata dei porti bloccati … 

Dai … forza italiani … se andiamo avanti così siamo pronti per la Dittatura! Contenti?

Alla prossima

Elena 

Trump il ‘’Salvini’’ americano … 

Trump, l’uomo del ‘’prima gli americani’’!

Parrucchinogiallo, con la scusa di ‘’violazioni della proprietà intellettuale americana da parte di Pechino’’ , fa scattare tasse del 25% su prodotti di importazione cinese per un valore di circa 50 miliardi di dollari. Come non pensare al fatto che, per esempio, gli americani fanno costruire gli iPhone ai cinesi,  in quanto la loro manodopera è ottima e costa una ‘’cippa’’,  poi li incolpano di ‘’furto’’ di proprietà intellettuale! In pratica i cinesi devono produrre oggetti tecnologici a basso costo per gli americani ma non imparare a fare gli stessi oggetti per il loro mercato. Geniale vero? Certo che i cinesi sono un problema serio per l’economia altrui. Sanno fare cose complicate e imparano pure a farle. Che ingiustizia.  Certo che sono meno complicati i rapporti con l’Africa. In Africa americani ed europei fanno estrarre il coltran ai bambini di 4 anni nelle miniere e chi si è visto si è visto! I bimbi muoiono per l’enorme lavoro? E chi se ne frega! Noi abbiamo le pile per i nostri smartphone a prezzi bassissimi. E… soprattutto non si sognino di venire qui a rompere le scatole!

Ma torniamo ai cinesi che non sono ‘’esattamente come gli africani’’ … Pechino non è certo rimasta a ‘’guardare con le mani in mano’’ e, ieri sera, è arrivata la risposta a Trump: la Cina imporrà una tariffa aggiuntiva del 25% su 659  prodotti americani per un valore di altrettanti  50 miliardi di dollari. Lo fa sapere una nota del Ministero delle finanze di Pechino, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg. Le tariffe scatteranno il 6 luglio e includono prodotti sia agroalimentari come: semi di soia, mais, grano, sorgo, carne di manzo e di maiale, pesce, formaggi, sia automobili. Per altri beni come medicine, materiale medico e prodotti energetici la data in cui verranno introdotte nuove tariffe sarà comunicata più avanti.

La Cina ha minacciato quindi di rispondere con rappresaglie di identica entità e Trump ha promesso di ‘’alzare la posta in gioco’’ identificando dazi su altri cento miliardi di beni cinesi accanto a crescenti restrizioni sugli investimenti di Pechino negli Stati Uniti.

Parrucchinogiallo ovviamente non si limita a boicottare la Cina ma se la prende anche con altri. Non dimentichiamo che all’ultimo G7 si è alzato, da cafone qual’è, e se ne è andato senza firmare né salutare nessuno e questo perchè  il premier canadese, Justin Trudeau, aveva criticato i dazi statunitensi imposti anche ai ‘’paesi amici’’ su acciaio e alluminio motivandoli con la scusa della ‘’sicurezza nazionale’’! Per la cronaca i maggiori esportatori di acciaio e alluminio negli Usa sono Canada e Unione Europea. (Noialtri italiani stiamo comunque perdendo l’ILVA e quindi ormai non facciamo nemmeno più parte del ‘’gioco’’, senza l’ILVA contiamo sulla scacchiere decisionale come il due di picche!)

Donald Trump: ”Prima gli americani”! Vi ricorda qualcuno?

Trump, non contento di penalizzare acciaio ed alluminio, con la scusa assurda della ‘’sicurezza nazionale’’  ha anche minacciato gli alleati di ulteriori dazi sulle auto di importazione, che colpirebbero anzitutto marchi tedeschi e giapponesi. Noialtri, ci siamo portati avanti con in lavori e siamo già andati a produrre auto negli USA! 🙁 

Insomma la terza guerra mondiale probabilmente non sarà fatta con le armi ma con il commercio. Visto come stanno andando le cose si direbbe che la tendenza di molti politici, e del popolo che li ha eletti, sia quella di ‘’rinchiuderci nei nostri giardini’’, di chiudere le frontiere a tutto ed a tutti. 

Autarchia! D’altronde noi avevamo Mussolini che diceva sempre: ‘’Ci infliggono le sanzioni? E chi se ne frega! Abbiamo tre mari, abbiamo tanto pesce che a chi lo vuole lo possiamo regalare’’! Peccato che oggi ce ne sia un pò pochino e che sfamare a pesce 50 milioni di persone sia un ‘’tantino difficile’’! 

Le frontiere per gli uomini non le abbiamo mai aperte … adesso inizieremo a chiuderle anche per le merci … e poi chissà? Forse anche per la finanza, il che non sarebbe un male visto che non siamo nemmeno capaci di imporle regole comuni.  Ognuno farà con quello che ha … in fondo se non siamo capaci di gestire un futuro tanto complicato meglio tornare all’unica cosa che conosciamo no? Il passato!  Si chiama ‘’decrescita felice’’ e si direbbe siano in molti ad auspicarla.  

Tutti vogliono tornare a vivere nei boschi … il dramma è che tutti lo vorrebbero fare con l’automobile, il cellulare, l’energia elettrica e l’acqua in casa … bè quello forse non sarà possibile. 

Alla prossima

Elena 

Italia – come siamo arrivati alla Repubblica Italiana …

Ogni tanto mi sveglio e penso … oggi pensavo alla nostra Repubblica e mi è venuto in mente che prima di parlare della nascita della repubblica italiana sia necessario fare molti passi indietro e cercare di capire cosa sia successo in quel pezzo di terra a forma di stivale nel Mediterraneo che è stato, non per vantarci, la culla della civilizzazione europea.

I passi indietro che dobbiamo fare devono, per forza di cose, risalire all’epoca romana.

Roma fu fondata nel 753 a.c. e dopo soli due secoli, passo dopo passo, battaglia dopo battaglia aveva conquistato tutta l’area mediterranea e mezza Europa.
L’impero romano con la sua presenza ovunque pose le basi per la civilizzazione che conosciamo oggi. Il diritto romano, il cattolicesimo, l’arte, la cultura, il progresso tecnico caratterizzarono non soltanto la storia d’Italia, ma anche la storia dell’intero mondo occidentale.
Ma si sa … quando le cose vanno troppo bene, iniziano inevitabilmente a peggiorare … l’impero era immenso ed i ‘’capi’’ volevano potere … ecco che iniziarono a frammentare il territorio e con questa frammentazioni iniziò anche il declino dell´Impero stesso che venne diviso in due parti, quello occidentale e quello orientale.

Mentre l´Impero Romano d´Oriente, detto anche Impero Bizantino” con capitale Costantinopoli, continuò ad esistere fino al 1453, il regno romano in Italia si dissolse in seguito alle continue invasioni da parte di popolazioni ‘’barbare’’ e alla conquista definitiva di Roma nel 476 d.c. da parte di Odoacre, capo degli Unni o degli Eruli?  Mai capito …ma il fatto che costui si chiamasse ‘’Odoacre’’ (odore acre/cattivo) la dice lunga sulla sua igiene! Eppure … il ‘’puzzolente Odoacre’’ mise fine al potere dei raffinatissimi ed acculturati romani.
Poco dopo la caduta dell´Impero Romano, l´Italia diventò la preda delle nuove potenze europee.

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Impero romano …

Praticamente tutti arrivarono sul nostro terreno e la fecero da ‘’padroni’’! Noi italiani siamo un ‘’melting pot’’ composto da: Germani, Ostrogoti,  Visigoti, Franchi, Arabi e Longobardi che regnarono uno dopo l´altro diverse zone della penisola e caratterizzarono con la loro presenza la popolazione italiana.

Nel tempo l´aumento del potere del Papa e l´ascesa dei Franchi portarono alla sconfitta del regno longobardo e alla divisione del paese in tre parti:

– il Sacro Romano Impero Germanico al nord, divenuto in seguito l’Impero Franco
– lo stato pontificio nel centro
-diverse potenze che si alternarono a regnare il sud dell´Italia.

Qui dobbiamo, per limiti di spazio, tralasciare tutti i secoli di guerre sanguinose avvenute in Europa e dire semplicemente che, con lo sviluppo della borghesia e durante la lotta per le investiture tra papa e imperatore si formarono sul territorio settentrionale e centrale italiano delle ‘’Città Stato’’ che influenzarono la storia dell´Italia fino all´età moderna.

Dopo un lungo periodo ‘’buio’’ nel XV secolo l’Italia riconquistò finalmente il primato culturale ed economico in Europa. Le potenti città-stato furono il ‘’motore’’ per quello che è diventato il ‘’Rinascimento’’! Periodo che vide l’Italia nuovamente al centro del benessere economico, culturale e artistico.
Con la conquista dell’America l’Italia perse questo primato e divenne nuovamente ‘’preda’’ delle nuove potenze che stavano nascendo.

Le Repubbliche-Città furono unite per la prima volta nel 1805 sotto Napoleone Bonaparte, già imperatore dei francesi, che proclamò il primo regno d’Italia e incoronò se stesso re e, mettendosi in testa la corona pronunciò le parole: “Dio me l’ha data, guai a chi la tocca”!
In realtà il Regno d’Italia napoleonico fu uno Stato posto sotto il controllo delle forze armate francesi e comprendeva l’Italia centro orientale, buona parte del settentrione e aveva come capitale Milano.
Alla caduta di Napoleone il Regno d’Italia si disciolse nel 1814 e tornò ad esser nuovamente una ‘’preda ambita’’.

In seguito alla diffusione sempre più larga del nazionalismo i popoli italiani con le guerre risorgimentali si ribellarono contro l’Austria e fondarono, sotto la casata dei Savoia, il regno d´Italia nel 1861, con prima capitale Torino.

Dal 1861 al 1946 l’Italia fu una monarchia costituzionale basata sullo Statuto Albertino, concesso nel 1848 da Carlo Alberto di Savoia ai suoi sudditi.
Al vertice dello Stato vi era il re, il quale riassumeva in sé i tre poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario seppur esercitati non in maniera assoluta.

La prima guerra mondiale procurò al paese gravi problemi economici e sociali, spianando la strada al Fascismo di Mussolini.

Alla fine della seconda guerra mondiale l’Italia, alleata alla Germania, usciva malconcia e perdente.
Venne indetto un referendum che chiedeva ai cittadini di esprimersi tra Monarchia e Repubblica e, dopo 85 anni di regno sabaudo, con 12.718.641 voti contro 10.718.502 l’Italia divenne una repubblica ed i monarchi di casa Savoia vennero esiliati. (Anche allora l’Italia era divisa in due).

Nello stesso anno i padri fondatori della neonata Repubblica si riunirono in un’Assemblea Costituente e scrissero la ‘’Costituzione’’ . Un documento che aveva il valore di legge suprema dello Stato repubblicano e che sostituì lo Statuto Albertino sino ad allora vigente.

La Repubblica entrò in funzione nel giugno del 1946 ed il capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, divenne il primo Presidente della Repubblica Italiana.

Ecco qui, in sintesi la storia di quel bellissimo Paese chiamato Italia!

Alla prossima

Elena

2 GIUGNO 1946 … nascita della Repubblica Italiana

Che cosa si festeggia oggi? Lo so che lo sappiamo tutti quanti … ma forse alcuni giovani non conoscono bene la ”faccenda”, quindi  ecco qui di seguito il motivo per cui oggi viene celebrata la ”nascita” della nostra Repubblica.

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Pima di tutto è bene ricordare che questa ”nostra” ricorrenza trova in Francia la sua ‘gemella” nel 14 di luglio, giorno in cui la Francia ricorda la ”presa della Bastiglia” .  I francesi, come al solito,  ci hanno anticipato di parecchio!  Infatti la rivoluzione per eliminare una monarchia assolutista e creare la Repubblica hanno iniziato a farla nel 1789.

Anche gli americani hanno una festa simile, è  il 4 di luglio, giorno in cui festeggiano l’indipendenza dalla Gran Bretagna avvenuta nel 1776, tra l’altro con l’aiuto dei francesi.

La Repubblica Italiana è nata invece solo nel giugno del 1946, in seguito ai risultati del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno.

Un referendum indetto alla fine della seconda guerra mondiale, affinché il popolo scegliesse quale forma di governo dare al Paese, dopo la caduta del fascismo. Regime che aveva di fatto ridotto enormemente il potere del re.  Dopo 85 anni di regno sabaudo, con 12.718.641 voti contro 10.718.502 l’Italia diventava una repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati.

Il due e tre giugno, il referendum fu a suffragio universale, quindi le donne italiane votarono per la prima volta!

Una grande conquista per noi donne. Ma sarebbe stato impossibile non concederci questa possibilità. Durante la guerra le donne avevano sostituito gli uomini, occupati a combattere nell’esercito regolare o sulle montagne, a seconda delle loro idee politiche. E le donne avevano lavorato sia nelle fabbriche che nelle campagne, dimostrando di essere più che all’altezza della situazione.

Erano inoltre state ”partigiane” anche loro sulle montagne, oppure staffette, portando messaggi e viveri.

Quindi se le donne erano ”buone” per lavorare nelle fabbriche … nei campi …  tenere un fucile tra le mani …portare di nascosto messaggi importanti rischiando di esser prese dai tedeschi … perché mai non avrebbero dovuto esser in grado anche di ”votare”?

Una pagina della Domenica del Corriere dell’estate del 1946, riporta i visi di 21 donne, elette all’Assemblea Costituente. Erano 9 della Democrazia cristiana, 9 del Partito comunista, 2 del Partito socialista e 1 del partito dell’Uomo qualunque.

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Erano una minoranza rispetto ai 535 uomini, ma comunque un grande risultato se si considera che fino ad allora alle donne italiane era persino vietato votare, figurarsi entrare in Parlamento!

Cinque di queste Signore: Nilde Iotti, Teresa Noce, Lina Merlin, Maria Federici, Ottavia Penna Buscemi, faranno anche parte della ristretta commissione, composta da 75 persone,  incaricata di elaborare il progetto di Costituzione. Una delle più belle del mondo! Anche perché è stata una delle ”ultime” ad essere stilate.

Queste Signore, nonostante sedessero in un Parlamento ”maschilista” per tradizione e vocazione culturale,  erano decise e poco malleabili ai ”desiderata” e agli ”ordini di scuderia” dei rispettivi partiti. (Nessuno parlava all’epoca di ”obbligo di mandato”)  Quindi le 5 neo deputate,  con competenza e decisione, nel corso delle lunghe sedute, diedero battaglia per difendere i diritti che le donne volevano finalmente vedersi riconosciuti.

la Signora Merlin (conosciuta più per esser la ”madre” di una legge che abolì le ”case chiuse”)  riuscì a fare inserire all’articolo 3 della Costituzione una frase fondamentale:  “senza distinzione di sesso” – che è stata, e lo è ancora oggi, alla base di ogni rivendicazione etica e giuridica per il rispetto e l’osservanza delle pari opportunità tra uomo e donna!

Eppure, quando si parla di nascita della Repubblica Italiana si parla sempre di ”Padri fondatori” , addirittura molti ignorano che ci furono donne che nell’antifascismo prima e nella Resistenza poi hanno lottato in prima persona e non solo per la libertà del Paese, ma anche per accelerare il processo di emancipazione femminile e affermare un’identità di genere. Un po’ come stanno facendo oggigiorno le coraggiose combattenti curde in Siria.

Qui sotto, per intero,  l’articolo 3 della nostra Costituzione:
Art. 3 della Costituzione italiana
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
.-.-.-.
Questa frase è talmente bella che vengono le lacrime agli occhi nel leggerla!

Ma torniamo alla nostra festa … La città di Roma nel giugno del 1948 per la prima volta ospitò la parata militare in onore della Repubblica.  L’anno seguente, con l’ingresso dell’Italia nella NATO, se ne svolsero dieci in contemporanea in tutto il Paese mentre nel 1950 la parata fu inserita per la prima volta nel protocollo delle celebrazioni ufficiali! Alla parata militare e durante la deposizione della corona d’alloro presso il Milite Ignoto, prendono parte tutte le Forze Armate, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, la Croce Rossa Italiana e alcune delegazioni militari dell’ONU, della NATO, dell’Unione Europea e rappresentanze di reparti multinazionali che presentano una componente italiana.

Attualmente il cerimoniale prevede la deposizione di una corona d’alloro al Milite Ignoto presso l’Altare della Patria a Roma e una parata militare alla presenza delle più alte cariche dello Stato. La cerimonia prosegue nel pomeriggio con l’apertura al pubblico dei giardini del palazzo del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica Italiana, con esecuzioni musicali da parte dei complessi bandistici dell’Esercito Italiano, della Marina Militare Italiana, dell’Aeronautica Militare Italiana, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, del Corpo di Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato.

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Insomma un gran bel giorno di festa! E noi del ”CIP” … (Club Italianiste de Provence) non rinunciamo certo a festeggiarla questa giornata! Quest’anno ci ritroveremo presso il ristorante italiano di Frejus ”La Bella Trattoria” a mangiare, cantare e brindare tutti assieme.

Anche se viviamo in Francia,  a molti di noi … batte ancora il cuore per il nostro Paese!

Alla prossima

Elena

 

”STEPCHILD ADOPTION” … OMOSESSUALITA’ … E LA CHIESA CATTOLICA ROMANA …

Sempre più spesso ci chiediamo del perché la Chiesa abbia così tanta ”voce in capitolo” sulle faccende che, in teoria, dovrebbero riguardare solo il Parlamento Italiano.

Sulla questione della ”stepchild adoption” (adozione del figlio del partner) esistono opinioni diverse e trasversali, ed è bene lasciare libertà di coscienza ai parlamentari! Abbiamo detto ai ”Parlamentari”! Non alla CEI! Che potrebbe anche smetterla di ”ficcare il becco” e fare pressioni in faccende che riguardano lo Stato e NON la Chiesa! O no?

iuLa senatrice del PD: Cirinnà autore del DDL omonimo

Ma … il famoso: ”Libera Chiesa in Libero Stato” se lo sono dimenticato tutti?

Per chi non ricordasse nulla a proposito di questa frase, mi permetto di ”rinfrescare la memoria” a chi legge.

La frase ”Libera Chiesa in libero Stato” fu coniata da Charles Forbes Montalembert,  uomo politico e giornalista francese nato a Londra nel 1810 – e morto a Parigi nel 1870.  Entrato nella redazione de L’ Avenir,  fu paladino nel sostenere la necessità da parte della Chiesa di evolversi in senso liberale e di evitare pressioni sulle decisioni prese dalla politica.

Questa frase fu ripresa e pronunciata più volte dal Conte Camillo Benso di Cavour,  fra l’altro anche nel discorso al Parlamento con cui appoggiò l’ordine del giorno che acclamava Roma capitale d’Italia (27 marzo 1861). Il motto rimase nell’uso giornalistico e storiografico, come aforisma efficace del pensiero di Cavour sul come risolvere la ”questione romana” , questione sorta in seguito alla nascita del Regno d’Italia, e cioè che la Chiesa NON possedeva più un regno temporale.

È ispirata a quel pensiero la visione del liberalismo italiano nei confronti del problema dei rapporti fra Stato e Chiesa. Bene diremo noialtri e allora perché la Chiesa mette sempre e costantemente in ”naso” in faccende che dovrebbero essere prerogativa del Parlamento?

A chi dobbiamo questa costante ingerenza della Chiesa?

Ma a chi se non al ”caro” Benito Mussolini! Che cosa ci ha combinato costui? Costui, pur di prendere consensi e voti ci ha combinato i ”Patti Lateranensi!

Che cosa sono? Sono un accordo di ”mutuo riconoscimento” tra il Regno d’Italia e la Santa Sede concordati l’ 11 febbraio del 1929.  Un trattato che riconosceva l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede, fondava lo Stato della Città del Vaticano e definiva le relazioni civili e religiose tra la Chiesa e il Governo. Fu anche stipulata una ”Convenzione Finanziaria” che regolava le questioni sorte dopo la perdita del ”potere temporale” a causa della nascita del Regno Italico. Venne prevista l’esenzione alla Città del Vaticano, dalle tasse e dai dazi sulle merci importate e il risarcimento di 750 milioni di lire e di ulteriori titoli di Stato, per un valore di un miliardo di lire per i ”danni finanziari” subiti dallo Stato pontificio in seguito alla perdita del potere temporale. (Non avevano più territori)

Mussolini, negli accordi,  acconsentì di rendere le leggi sul matrimonio (annessi e connessi) conformi a quelli della Chiesa cattolica di Roma e di rendere, tra le altre cose,  il clero esente dal servizio militare. I Patti garantirono alla Chiesa il riconoscimento di religione di Stato in Italia, con importanti conseguenze sul sistema scolastico pubblico, come l’istituzione dell’insegnamento della religione cattolica.

Va da se che il risultati dei ”Patti lateranensi” consentirono un aumento esponenziale dell’ingerenza della Chiesa nelle faccende dello Stato, specialmente per quanto riguarda  le leggi che regolamentano la ”famiglia”.

Precedentemente ai Patti lateranensi, l’ingerenza non avveniva, in quanto la regolamentazione  tra Chiesa e Stato, derivava dalla sana  filosofia Cavouriana:  ”Libera Chiesa in Libero Stato”.

La cosa che più mi consola,  essendo io di Torino, è che il torinese Cavour fosse decisamente e di gran lunga più ”evoluto”, nonostante fosse vissuto prima di Mussolini!

 

Alla prossima

Elena 

Per memoria allego i punti salienti del ddl Cirinnà

Il testo del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili, ora sotto i riflettori, è composto da 19 articoli, riuniti in due titoli: il primo si occupa dei legami tra due soggetti dello stesso sesso, il secondo disciplina la convivenza. Ecco i punti salienti del ddl.All’articolo 1 si stabilisce che due persone dello stesso sesso possono costituire un’unione civile mediante dichiarazione di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni (formazione specifica sociale). I matrimoni contratti all’estero e i matrimoni nei quali un coniuge abbia cambiato sesso, potranno essere riconosciuti come unioni civili. Dal disegno di legge rimangono escluse le adozioni: una coppia omosessuale non può adottare un bambino senza legame con uno dei due partner, come possono fare le coppie eterosessuali, ma si prevede l’estensione per le unioni civili tra persone dello stesso sesso della cosiddetta Stepchild Adoption, cioè l’adozione del bambino che è già riconosciuto come figlio di uno solo dei due.  Per quanto riguarda il regime giuridico nelle unioni civili tra persone dello stesso sesso, e cioè i rispettivi diritti e doveri, residenza, abusi familiari, interdizione, scioglimento dell’unione, il testo finale giunto in Aula, il cosiddetto Cirinnà bis, prevede che per le unioni civili siano validi gli articoli del codice civile relativi al matrimonio: stessi diritti e stessi doveri. Nel disegno di legge sono tra l’altro riconosciuti alla coppia i diritti di assistenza sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, subentro nel contratto d’affitto, reversibilità della pensione e i doveri previsti per le coppie sposate. Il ddl Cirinnà bis, elimina inoltre qualsiasi riferimento formale agli articoli del codice civile sulla parità dei diritti tra matrimoni e diritti civili.

 

ESTATE VIOLENTA – Valerio Zurlini

Estate violenta è un film drammatico del 1959, diretto da Valerio Zurlini.

vlcsnap-2012-10-19-02h25m24s80 (2)Valerio Zurlini 

Per la serie ”ciclo film in italiano”  ieri sera, con Jaqueline e Leonor, siamo andate al Vox a vedere ”Estate Violenta”. Parliamo prima del regista : Valerio Zurlini –  nato il 19 marzo 1926 a Bologna e morto a Trento il 28 ottobre 1982 (a soli 56 anni). Un regista che non ha raggiunto nella storia del nostro cinema la statura del trio Fellini, Visconti, Antonioni, ma che molti ricordano come il cantore delle atmosfere di provincia, capace di riprodurre atmosfere intimiste e risvolti psicologici di notevole intensità.

Secondo alcuni critici Zurlini ha saputo creare un ponte  fra il cinema e la letteratura che  lo rende senz’altro unico e riconoscibile. Di certo il regista rispecchia l’educazione sentimentale degli Italiani dell’epoca.

Vittorio Zurlini nasce a Bologna il 19 marzo 1926. La sua famiglia si trasferisce a Roma con lui ancora ragazzo, per cui si trova a frequentare il liceo presso un severo e rigido istituto di Gesuiti. Terminati gli studi liceali, Zurlini trascorre l’ultima vacanza spensierata a Riccione – se ne ricorderà poi in Estate violenta che si ambienta proprio lì –  poi decidere di arruolarsi nel Corpo Italiano di Liberazione. Nel dopoguerra si laurea in legge e segue corsi di storia dell’arte. Dopo una prima esperienza di teatro universitario presso la Facoltà di lettere di Roma, va a Milano dove lavora per un anno e mezzo come aiuto regista al  ”Piccolo Teatro”. Tra il 1949 e il 1952 realizza alcuni cortometraggi in cui dà prova di un notevole spirito di osservazione, iniziando a collaborare con il compositore Mario Nascimbene, autore di colonne sonore. Questi cortometraggi venivano all’epoca distribuiti in abbinamento a film in proiezione nelle sale, e tra le molte persone che vedono i suoi lavori c’è anche Pietro Germi che lo segnala alla Lux Film, una delle più importanti case di produzione cinematografica.

Dopo un anno trascorso tra la presentazione di vari copioni, tutti puntualmente respinti è la stessa Lux a imporgli l’adattamento da Vasco Pratolini in Le ragazze di San Frediano –  storia di un Don Giovanni di provincia che cerca di sedurre contemporaneamente cinque ragazze, con le 5 ragazze infuriate che poi si vendicheranno di lui – mostra un’ insolita freschezza, una schietta ironia con l’attenzione al contesto geografico di una borgata fiorentina.

Zurlini passa alla Titanus e riesce a realizzare Estate violenta nel 1959. 

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Parliamo adesso del film che altro non è se non la storia d’amore tra uno studente universitario (Jean Louis Trintignan)  e un’affascinante giovane vedova (Eleonora Rossi Drago). Storia ambientata a Riccione, nella riviera Adriatica, negli ultimi anni della seconda guerra mondiale.  Nel luglio del 1943, Carlo  –  insieme a sua cugina Rossana, di lui segretamente innamorata, fa parte di una compagnia di giovani  amici che passano insieme le vacanze estive a Riccione. Come figlio di un  potente gerarca godeva privilegi non indifferenti, soprattutto, grazie al fatto di frequentare l’università, riusciva ad evitare l’arruolamento nell’esercito.

Durante un’ incursione aerea sulla spiaggia  … Colomba la figlia di Roberta – vedova di un ufficiale – corre a rifugiarsi spaventata tra le braccia di Carlo. Carlo, galantemente, accompagna madre e figlia a casa loro … tra i due germoglia un sentimento di reciproca simpatia, che infastidisce Rossana, la fidanzatina di Carlo.

estate violentaLa reciproca simpatia si trasforma presto in passione. Roberta, come molte ragazze dell’epoca aveva subito un matrimonio ”imposto”.  Costretta cioè a sposare un uomo molto più ”grande” di lei … ma  che ”piaceva alla famiglia”. Per dieci anni aveva subito il ”matrimonio” senza poter scegliere nulla. Rimasta vedova e grazie all’incontro con Carlo, scopre una sessualità che le era sconosciuta.  Non vuole rinunciare a questa gratificante esperienza ed è disposta ad andare incontro alle ”ire di sua madre” e a mettere sua figlia Colomba in secondo piano.

La sera del 25 luglio 1943 –  instaurazione del Governo Badoglio e caduta di Mussolini –  il padre di Carlo, potente gerarca fascista, è costretto a fuggire. Vorrebbe condurre con sè il figlio, ma Carlo non vuole allontanarsi da Roberta e preferisce rimanere con lei.  Durante un ”incontro notturno”  sulla spiaggia Carlo e Roberta sono fermati da una pattuglia militare che chiede di controllare i documenti. Quelli di Carlo non sono in regola: il giovane dovrà presentarsi al Comando a Bologna il giorno seguente. L’episodio impressiona vivamente Roberta, la quale pensa con terrore che la guerra sta per toglierle l’uomo che ama. Roberta, all’insaputa di sua madre e di sua figlia,  prende la decisione di nascondere Carlo in una sua villa, a Rovigo, per sottrarlo alla chiamata alle armi. Durante il viaggio il treno subisce un bombardamento aereo che sparge intorno terrore e morte. Nello scompiglio Carlo e Roberta vengono separati: quando si ritrovano, il giovane pretende che la donna ritorni a casa da sua figlia – perché  ha deciso di presentarsi al Comando Militare.

Senza voler giudicare nè la trama, né le scelte dei principali personaggi, ho trovato il film estremamente ”lento”. Quell’intensità di sguardi … che nascondevano emozioni di cui non si aveva il coraggio di parlare, nel mondo del ”whatsApp” sono diventate ”anacronistiche”.  La condizione femminile dell’epoca, che poi era quella di mia madre, mi ha innervosita.

Viva Iddio le cose sono cambiate. Forse sono anche cambiate ”troppo” … ma si sa la cosa difficile è sempre quella di ”fermarsi al punto giusto”.

 

Alla prossima

 

 

Elena

 

 

Altri film di Zurlini : La ragazza con la valigia, Cronaca Familiare, Le soldatesse, Pieta di Novembre, Seduto alla sua destra, La promessa, La prima notte di quiete, Il deserto dei Tartari,