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Trino – candidatura ritirata ma… non dormiamo sugli allori.

Parliamo dell’autocandidatura del Sindaco di Trino per la costruzione di un mausoleo di 150 ettari in mezzo alle risaie.
Candidatura che è stata ritirata, sia su pressione delle varie organizzazioni che si sono mosse contro questa decisione, sia del partito del sindaco che, visto il polverone sollevato e, per paura di perdere ”voti” gli ha intimato di ritirare la candidatura. Cosa che ha fatto.
Resta comunque il problema.
E cioè il fatto che dobbiamo assolutamente far costruire, ‘sto deposito di scorie nucleari italiane, il prima possibile e in uno dei 51 siti identificati dai tecnici!
Forza! Diamoci tutti da fare! Popolo, associazioni, movimenti e… politici.
Sarebbe bene che il Governo in carica prendesse delle decisioni in tal merito, invece di volere il Premierato. Oppure invece di volare in Egitto per fare accordi con autocrati di ”dubbia democrazia” al fine di trattenere, previo pagamento, dentro lager in loro territorio, emigranti che muoiono di guerre e di fame.
Sarebbe bene che si muovesse per ‘sta discarica, invece di affidarsi all’iniziativa privata di un sindaco che tentava, a modo suo, di risolvere un problema annoso.
Torniamo quindi alla discarica nucleare, non è che abbiamo anni a disposizione, li avevamo ma non abbiamo fatto ”nulla”, ora tutti quegli anni non li abbiamo più.
Non dimentichiamo che nel 2025 ci torneranno indietro le scorie nucleari ad alto impatto radioattivo che abbiamo mandato all’estero e… dove le metteremo?
Non abbiamo ancora nemmeno identificato il sito per costruirlo ‘sto catafalco.
Quindi prepariamoci all’ennesima figura da PIRLA! In Europa che non hanno ancora il deposito siamo ormai solo noi. Pure i lituani hanno già deciso come e dove costruirlo.
E’ mai possibile che in ‘sto Paese si aspetti di avere sempre l’acqua alla gola per muoverci?
Per forza che poi le decisioni vengano prese alla ”Oiseau du chien” no?
Qui non stiamo parlando di immondizia ”normale”, che già gestiamo malissimo e in maniera infantile, regalando fior di quattrini alla malavita organizzata.
E’ noto infatti che in ‘sto Paese siamo tutti contrari agli inceneritori e quindi cosa facciamo?
Chiudiamo un occhio, nascondiamo la testa come gli struzzi, e deleghiamo ”qualcuno” che si occupi dello smaltimento.
Cosa fa ‘sto qualcuno? Semplice! Stocca il tal quale in capannoni dismessi che poi, guarda caso, prendono fuoco, ammorbando l’aria mille volte peggio di un inceneritore ben fatto e con dei filtri degni di tal nome, come avviene in altri paesi.
Ma quanto siamo scemi noialtri da 1 a 10? mah…
Mò il 2025 è vicino, troviamo almeno un posto per ‘sto deposito di scorie nucleari. Facciamolo in sicurezza e in uno dei luoghi considerati più idonei dai tecnici.
Possibile mai che il Governo non sia in grado nemmeno di fare questo? Che preferisca trincerarsi nella solita nenia dell’Europa cattiva?
Costoro parlano… parlano… parlano… ma poi?
Poi aspettano un Sindaco di un Paesino di 6000 anime che risolva loro il problema?
Però…
Ripeto: Il suffragio deve essere ”Universale” le candidature NO!
Sono anni che paghiamo gente che, l’unica cosa che sa fare, è dare aria ai polmoni!
Costoro li paghiamo fior fiore di quattrini per fare cosa? Per scaldare gli scranni di Montecitorio?
Chi si siede su quegli scranni DEVE saper portare ”valore aggiunto” ! E… la parlantina da sola non basta.
Grrrrrrr…

Alla prossima

Elena

Trino – autocandidatura per la discarica nucleare d’Italia…

Buongiorno, pensierino del mattino…
Parliamo dell’autocandidatura della Città di Trino Vercellese per ospitare, sul proprio territorio, la ‘’discarica nucleare di tutta Italia’’.
Abito a Trino solo da alcuni anni, prima abitavo in Francia, in Costa Azzurra. Non vi sto a spiegare il motivo di questo trasferimento ma ci tengo a dire che Trino mi è piaciuta subito. E questo nonostante lo stato di abbandono di molte abitazioni, alcune delle quali, un tempo sicuramente belle.
Abbandono dovuto alla diminuzione delle popolazione che da più di 10.000 abitanti è sprofondata a 6.500, nonostante l’apporto di 700 immigrati, fuggiti dai loro Paesi.
Detto questo Trino è una cittadina tranquilla e ben organizzata, grazie anche ad un un notevole volontariato sociale e culturale svolto dai cittadini stessi.
E’ a misura d’uomo e, in pochi minuti, si è nella campagna a respirare pace e silenzio, oppure a passeggiare nel magnifico Bosco della Partecipanza e/o a godersi lo spettacolo delle colline del Monferrato.
Recentemente la cittadina, quella che io considero un’oasi di pace, è stata scossa dall’autocandidatura per ospitare il Deposito Nazionale delle scorie radioattive esistenti sul territorio italiano.
Il primo fastidio è che la città di Trino, intesa come popolazione, non si è mai sognata di autocandidarsi.
Questa ‘’autocandidatura’’è stata un’iniziativa del solo Sindaco e della Sua giunta. Non si è discusso affatto della questione con la popolazione.
L’unico e solo ‘’esercizio democratico’’ sull’argomento è stato fortemente voluto dai Consiglieri di Minoranza,dove 3 tecnici – 3 per parte – hanno comunicato al pubblico i dati tecnici e le loro opinioni in merito.
Il confronto si è tenuto sotto forma di ‘’Adunanza Aperta’’ l’11 gennaio 2024 alla Biblioteca Brunod di Trino.
Eppure… una popolazione così presente e partecipativa avrebbe sicuramente meritato un pò più di considerazione da parte del Sindaco. O no?
Queste decisioni calate dall’alto ricordano troppo il Marchese del Grillo.
Ci si lamenta di aver perso dialogo e fiducia tra la popolazione e le Istituzioni, cosa questa che spalanca, pericolosamente, le porte al populismo più becero ma… di chi è la colpa?
Ma torniamo ai dettagli tecnici.
Oggi le regole per questi impianti sono dettate dall’IAEA – International Agency for Atomic Energy e dall’ISIN – Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, quindi NON dai sindaci o da politici di ogni livello.
Questi Enti sono nati per evitare errori fatti nel passato.
Errori commessi anche a Trino, che ha sul proprio territorio i “cadaveri” delle due centrali dismesse che, a conti fatti, pare abbiano prodotto più ‘’politici’’ che KW!
Cadaveri che ci hanno lasciato un’eredità poco invidiabile come:
– il consumo inutile di territorio agricolo;
– il consumo di territorio destinato allo sviluppo industriale;
– i residui di materiale radioattivo stoccati in modo provvisorio;
– un numero di manufatti industriali abbandonati, fatiscenti e mai sanificati grava ancora sul territorio deturpandolo.

Possibile che, alla luce di quanto sopra, oggi si voglia nuovamente aggiungere un altro mastodontico manufatto?
Una discarica nucleare di 150 ettari, per la quale, le analisi fatte in base ai requisiti dettati dagli Enti di sicurezza nucleare, hanno dichiarato la zona NON IDONEA?
Possibile che non si riesca ad immaginare un futuro diverso per queste zone?
Tra l’altro qui NON stiamo nemmeno parlando di energia nucleare di ultima generazione! Macchè!Stiamo parlando solo ed esclusivamente della discarica nucleare di tutta Italia!
Discarica per la quale, sono stati identificati dagli enti competenti, ben 51 siti idonei, tra i quali Trino non esiste!
Quindi la domanda che sorge spontanea è: ‘’Per quale motivo vogliono costruire ‘sto catafalco in un sito giudicato NON idoneo?
Cambieranno le regole cosiddette ‘’amministrative’’ pur di dimostrare che il territorio è adatto? Magari, per questioni di spazio, dividendo le due costruzioni tra il deposito vero e proprio e il cosiddetto ‘’Polo tecnologico’’? (Centro che si occuperebbe della ricerca sui sistemi di stoccaggio delle scorie).
Certamente questa candidatura è una ‘’manna’’ per il Governo Meloni che, nella seduta del Consiglio dei Ministri del 27 novembre 2023, ha approvato il testo dell’ennesimo decreto – legge in materia energetica.
Fra le varie norme ne spicca una in particolare: “la possibilità di autocandidature da parte di enti territoriali a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, per promuovere la possibilità di una più celere individuazione dell’area di stoccaggio”. (°)
Candidature a prescindere dalla compatibilità ambientale e territoriale del sito? Sembrerebbe proprio di si anche se noialtri speriamo proprio di no!
Se Trino non è mai stato considerato, dai tecnici, un luogo adatto da un punto di vista idrogeologico per quale motivo dovrebbe diventarlo per motivi politici?
Quindi? Quindi tutto il lavoro fatto dai tecnici Sogin, l’azienda creata dallo Stato proprio per gestire lo smantellamento delle vecchie centrali nucleari ed individuare i siti adatti per la discarica, lo si butta al vento?
L’obiettivo del Governo è ovviamente quello di risolvere l’attuale stallo causato dal fatto che tutti i comuni individuati finora si oppongono alla costruzione del deposito.
Facciamoci una domanda e diamoci una risposta! Se si oppongono ci sarà pure un motivo no? Come mai in Italia il fenomeno NIMBY (acronimo inglese per: ‘’non nel mio gardino’’) è così marcato? Forse che la fiducia tra le parti sia ai minimi storici?
Forse perchè Governo e popolazione non sono in grado di comunicare? Forse perchè ormai l’impressione che si ha è che la politica si limiti a sparare slogan ma si guardi bene dal consultare/coinvolgere la cittadinanza su istanze che li riguardano?
Ci raccontano, per farci digerire la faccenda, che in Francia uno dei depositi di scorie sia nella Regione dello Champagne. Come se fosse in mezzo ai vigneti. Ma… qualcuno ha mai attraversato la Regione della Champagne? E’ grande quanto il Piemonte, e la discarica è in mezzo ai boschi, nascosta agli occhi di tutti. Qui sarebbe nel bel mezzo delle risaie! Un altro catafalco immenso, che non gioverebbe affatto a quella che vorrebbe definirsi la ‘’Porta del Monferrato’’. Il territorio della ciclovia VENTO.
Un ulteriore aspetto di questa faccenda che mi deprime è che oggi, 2024, la generazione che attualmente occupa posizioni strategiche, non sia in grado di immaginare un sistema di crescita economico più a ‘’misura d’uomo’’ ma continui a sfruttare l’esistente, anche a discapito di una depauperazione agricola, paesaggistica e turistica. Quindi una sorta di coazione e ripetere gli stessi errori fatti dalle generazioni precedenti.
Un’economia senza visione futura, si limita al triste ‘’prendi i soldi e scappa’’. Ad un poco lungimirante: ‘’Sfruttiamo le compensazioni e quello che c’è da prendere oggi, poi… si vedrà’’. Non dimentichiamo che questo sistema, utilizzato nel passato, ci ha lasciato con un pugno di mosche in mano.  
Per farla breve, al momento si direbbe che in tutta Italia l’unico sindaco favorevole sia Daniele Pane di Trino Vercellese e che la nuova regola introdotta dal governo sembra pensata apposta per il suo comune.
Noi cittadini italiani, con le nostre tasse, abbiamo pagato tutti ‘sti studi per stabilire dove fare ‘sta discarica per anni e adesso? Adesso arriva il Sindaco di Trino e decide lui per Governo e Paese!
Sembrerebbe proprio di sì e quindi? Quindi qui si rasenta la follia!
Sicuramente ‘’qualcuno’’ ci guadagnerà, ma molti, tra i quali la vocazione turistica ne subiranno solo le conseguenze.
Alla prossima

Elena
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(°) Fonte: GrIG – Gruppo Intervento Giuridici

Trino – Consiglio Comunale – autocandidatura per il deposito nazionale scorie nucleari.

Trino – Ieri sera, 11 gennaio 2024, nella Biblioteca Brunod, si è svolto il Consiglio Comunale, in forma di Adunanza aperta, in merito al deposito Nazionale di scorie nucleari che ‘’potrebbe’’ esser fatto a Trino, grazie alla auto-candidatura del sindaco Daniele Pane.

La riunione era prevista per le 21.00 ma già alle 20,00 i posti disponibili erano esauriti ed i carabinieri presenti impedivano di entrare.
Per tale ragione un grande numero di cittadini hanno seguito l’incontro in diretta streaming dal Salone Rusticone. Incontro che è iniziato allo 21.00 ed è terminato all’1.30 del 12 gennaio.

Il fatto di esser stati al Rusticone, in fondo è stato anche un bene, visto che, in tal modo, abbiamo potuto commentare liberamente e sottolineare, anche con un pò di sarcasmo, alcuni passaggi dei vari argomenti, cosa che, in Biblioteca Brunod, non avremmo certamente potuto fare.
Notoriamente i cittadini, durante i Consigli, non hanno ‘’voce in capitolo’’.

Ci tengo a ricordare che questo incontro ‘’aperto’’ c’è stato solo ed esclusivamente grazie alla pressante richiesta dei Consiglieri di Minoranza. Viceversa, la faccenda sarebbe passata del tutto in ‘’sordina’’.

Grazie infinite ai tecnici tutti che ci han fornito una serie di informazioni in merito alla fattibilità o meno del sito e all’avvocato Mosca che ha affrontato il problema dal punto prettamente giuridico, ma che è stato illuminante.

I tecnici in questione erano 6 tre ‘’pro’’ e tre ‘’contro’’.

Per la minoranza, contraria alla costruzione della discarica nucleare hanno parlato:

• Carlo Giraudi, ex dipendente ENEA⁠
• Avv. Gian Maria Mosca
• Dario Zocco, ex direttore del Parco del Po.

Per la maggioranza, favorevole alla costruzione della discarica:

• Nicola Ippolito, responsabile tecnico-scientifico della Divisione nucleare del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
• Stefania Uras, vice direttore della funzione Deposito Nazionale e Parco Tecnologico di Sogin
• Michele Rosati, responsabile Area Qualifica di Sito e Geologia Applicata di Sogin.

Fermo restando il fatto che i tecnici ‘’pro’’ premessero sul fatto che la sicurezza, in caso di tale costruzione, sarebbe stata comunque massima, e che non si sarebbe lesinato sui costi di costruzione per renderla tale, e ci mancherebbe pure che la facessero a ‘’tirar via’’! Ciò non toglie che Trino non abbia mai fatto parte dei siti considerati sicuri a tale scopo. Ci sarà pure un motivo no? E secondo tecnici di motivi ce ne sono tantissimi! Quindi di che cosa stiamo parlando?

Per farla breve, la minoranza ha presentato una mozione che impegnasse il Comune a NON Presentare l’auto-candidatura, prevista per oggi, prendendo in tal modo una decisione autonoma che coinvolgerà le future generazioni per i prossimi 400 anni.

Ovviamente la mozione è stata respinta, quindi oggi il sindaco Pane e la sua giunta faranno quel che vogliono. Probabilmente invieranno ‘sta famosa PEC per l’auto-candidatura nel nome di una millantata sicurezza! Tanto… hanno la maggioranza e chi li ferma costoro?
Ne avesse mai parlato prima di ‘sta faccenda! Era forse nel suo programma elettorale? Macché!

Uno dei principali motivi addotti dal Sindaco per quanto riguarda la costruzione della discarica è che in questo Paese non si decide mai! Ma dai? Poco populista come affermazione vero?
Diciamo che un’affermazione simile la si giustifica quando la fa il ‘’cittadino comune’’ , non certo un Sindaco! Vi ha pure ricordato il fatto che, durante il rischio di alluvione, ha preso decisioni in autonomia per il bene della collettività.
Ma dai? Si è candidato per fare il sindaco, con tutti gli annessi e connessi, mica per scaldare una sedia!

Comunque il Sindaco sostiene siano anni che ‘sto sito deve esser fatto e nessuno decide! Quindi in soldoni: ‘’Visto che il Governo, che ha a disposizione 51 siti idonei, non ha è in grado per decidere dove farlo, pena riduzione bacino elettorale, ecco che io, Daniele Pane, salvo l’’capra e cavoli’’ e mi offro volontario per ospitarlo! Togliendo al Governo le castagne dal fuoco.

Imputando tale decisione al fatto che tanto ‘’noi siamo abituati a gestire il nucleare’’, visto che avevamo qui la Centrale e che abbiamo già delle scorie stoccate quindi… e che c’è vo? Facciamo quella nazionale. 150 ettari di discarica radioattiva!

Quindi cari torinesi, che vi piaccia o meno, in cambio di un pò di compensazioni e del famoso ‘’polo tecnologico’’ che, in termini di ritorno economico e numero di posti di lavoro, non è stato mai quantificato da nessuno, molto probabilmente Trino si auto-candiderà per avere la discarica nazionale di rifiuti radioattivi.

Per cui d’ora in poi Trino sarà famosa oltre che per aver una centrale nucleare in dismissione, per aver i tetti in amianto dell’Eternit, per avere il più grande cementificio d’Europa, per esser sottoposta a cicliche inondazioni e, solo il Signore sa cosa potrebbe succedere con ‘sto clima, per aver specchi d’acqua che attirano quantità industriali di zanzare (non è vero ma i retaggi mentali sono duri a svanire) anche per avere la discarica nazionale di rifiuti radioattivi!

Certamente un invito a venir a passarci le vacanze e a venir a mangiare un piatto del suo magnifico carnaroli vero?

Che dire? Mah…

Alla prossima

Elena

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a questo link alcune foto della serata – molto probabilmente non è attivo, non ho idea del perchè, comunque basta copiare ed incollare sul browser: diretta streaming:
Qui invece la registrazione della serata: https://www.youtube.com/watch?v=w4Hb5XcElNI&t=11653s

Tokyo: Oggi 23 luglio 2021 iniziano le olimpiadi ma …

Le Olimpiadi del 2020 che si disputano nel 2021.

Oggi iniziano le olimpiadi di Tokyo, che avrebbero dovuto disputarsi nel 2020, ma che, causa CoVid sono state rimandate al 2021. Già ‘sto fatto dello slittamento è una ‘’cosa strana’’ di per sé ma andiamo avanti con le ‘’stranezze’’.

E’ la prima volta che gli atleti hanno paura di esser trovati ‘’positivi prima’’ delle loro prestazioni e non ”dopo”. Ovviamente stiamo parlando di positività al CoVid e non ad eventuali sostanze dopanti assunte dagli atleti per migliorare le loro prestazioni.

Poi ch’è la mancanza di pubblico. Il che significa che nei negozi nessuno comprerà, che nei ristoranti nessuno mangerà, che negli hotel nessuno dormirà con tutte le ovvie e nefaste ricadute economiche.

La ”ciliegina sulla torta” sarà una temperatura che si aggira in una forbice tra i 33° e i 38° gradi celsius.

Ce le ricorderemo sicuramente queste olimpiadi. Forse sono l’inizio di una ‘’nuova era’’, quella chiamata ”antropocene che, ad occhio e croce, non si direbbe particolarmente entusiasmante.

Alla prossima

Elena

Covid: ”un male per noi ma … per il pianeta”?

Buongiorno, pensierino del mattino:
Giorni fa mi preoccupavo dello sversamento in mare delle acque di raffreddamento della centrale atomica giapponese di Fukushima. Molti mi hanno rassicurato dicendo che il ”trizio” contenuto in quelle acque ha una bassissima percentuale. Quindi non pericoloso.
Già, di che cosa dovrei preoccuparmi? Per così poco … In fondo, tanto per fare qualche banale esempio: nel 2010 l’incendio della piattaforma di trivellazione ”Deepwater Horizon” aveva fatto finire nelle acque della California, l’equivalente di 100mila barili di petrolio, facendo strage di uccelli, pesci, leoni ed elefanti marini, e chissà quanto altro ancora. Non dobbiamo dimenticare i tanti incendi sul fiume Cuyahoga, in Ohio, così devastato dall’inquinamento industriale che le acque prendevano fuoco.
Senza contare quel che succede, in casa nostra, per esempio nelle acque del fiume Seveso,dove da bambino mio nonno pescava ma che nelle sue acque oggi, di vivo, non c’è rimaso nulla! O nella pianura campana dove sversamenti illegali, roghi tossici e rifiuti radioattivi sono putroppo i protagonisti giornalieri di una squallida realtà.
Smaltire costa, noi ”duri e puri”, abituati a reagire di ”pancia”, non vogliamo gli inceneritori e quindi i rifiuti vengono, o spediti all’estero, dove gli inceneritori li hanno, oppure vengono bruciati tali e quali in incendi al 99% dolosi. (La politica ha bisogno di voti e se i ”duri e puri” sono tanti va da se che gli inceneritori non si faranno).
Chissà se oggi siamo finalmente riusciti a capire che non è più il ”caso” di combinare guai che, tutti sappiamo, si stanno ripercuotendo sulla nostra salute e sulla nostra stessa esistenza.
Il fatto è che, ora che lo abbiamo capito, facciamo un pò fatica a scegliere cosa sia ”buono” e cosa non lo sia.
Quindi, la nostra reazione è quella di dire ”NO” a tutto. Vedi, per esempio, la battaglia dei ”No Tav”- che sono poi gli stessi del ”No inceneritore”. Una battaglia che, da discorso ragionevole è diventata una guerra tra sordi. Ma la realtà è che troppo spesso reagiamo di ”pancia” … sicuramente sbagliamo, esagerando, ma questa è una reazione naturale ed istintiva.
Sta a chi è al ”comando” di cercar di capire e muoversi di conseguenza nella direzione giusta.
Una direzione che davvero permetta una crescita ma che non sia sulla spalle del pianeta! Ce la faremo? Dobbiamo farcela! E’ l’ultima occasione che abbiamo! Questa pandemia mondiale ci ha messo davanti ad una realtà che dobbiamo assolutamente affrontare. Possiamo forse pensare di poter continuare a vivere, come abbiamo fatto fino ad oggi? Consumando risorse nell’assurda convinzione che siano infinite? Non sono ‘’infinite’’.
E poi … lo abbiamo capito tutti, nemmeno Marte potrebbe ospitarci come ‘’intendiamo noialtri’’.
Quindi sarebbe bene che iniziassimo a far mente locale alla filosofia di vita dei pellerossa: ‘’Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, quando l’ultimo fiume sarà stato avvelenato, quando l’ultimo pesce sarà stato catturato … soltanto allora scopriremo che il denaro non si mangia’’.

Alla prossima

Elena

Draghi … l’ultimo treno …

Diceva Draghi nel lontano 2007 …
E’ necessario un ‘’PATTO DI FERRO’’ – Una scuola più efficiente, in grado di fornire agli italiani di domani una più agevole collocazione sul mercato internazionale del lavoro; una giustizia civile trasparente con tempi certi; servizi pubblici competitivi e meno onerosi. Ecco le ‘’mete raggiungibili’’ che possiamo e dobbiamo raggiungere.
Raggiungibili a patto di stringere un patto di ferro tra tutte le componenti della società civile.
Per la scuola serve un ‘’forte cambiamento’’, che coinvolga docenti, il cui reclutamento, la distribuzione geografica e i percorsi di carriera sono governati da meccanismi che mescolano precarietà e inamovibilità.
Eppure la scuola è fondamentale in quanto: la ‘’povertà di conoscenze è l’anticamera della povertà economica.
Ma anche la lentezza della giustizia civile è un grave problema. Le manchevolezze della nostra giustizia civile sono segnalate da studi internazionali, testimoniate dal disagio dei cittadini e delle imprese. Nella durata dei processi il confronto internazionale è impietoso.
Un esempio fra tutti: i procedimenti di lavoro nel primo grado di giudizio durano da noi in media oltre 2 anni, 1 anno in Francia, meno di 6 mesi in Germania.
Tempi lunghi dunque che non dipendono tanto da una carenza relativa di risorse, quanto da difetti nell’organizzazione e nel sistema degli incentivi. Un problema che al Sud appare ancora più grave, poiché nel Mezzogiorno la durata media di un processo civile ordinario di primo grado si triplica, passando dai 500 giorni necessari a Torino ai 1.500 di Messina.
Quanto sopra era stato riportato da l’Unita nel giugno del 2007.

Onestamente a uno così si potrebbe dare la fiducia si o no? Che cos’è che avrebbe ”meno” di Conte Draghi?

Noi italiani abbiamo avuto 67 governi in 75 anni. Evidentemente a ”noi” piacciono i cambiamenti, viceversa non si spiegherebbe.
Comunque, visto che i nostri ultimi ‘’eletti” non ‘’combinavano nulla’’ e litigavano in continuazione, Mattarella, dopo aver tentato un ConteIII con l’esploratore Fico, ci ha proposto Draghi, che, ‘’attenzione’’ … è la nostra ultima spiaggia! Se perdiamo anche questa saran cavoli amari.

Noi dobbiamo presentare, entro il 30 aprile, se non vogliamo perdere i quattrini che abbiamo ottenuto grazie a Gualtieri, il Piano nazionale di Ripresa, che però, nella versione più recente, quella di gennaio pare sia ancora incompleto.
Malelingue dicono che, più che un ”piano organico”, si direbbe un elenco di ‘’pii desideri’’ di ben 167 pagine! Ma … non si capisce bene come, quando e, soprattutto, con ‘’chi’’ , sti pii desideri li si potrebbe far diventare realtà costruttiva.
Il Piano in oggetto deve essere rivisto/perfezionato dal ‘’nuovo Governo che sta, speriamo, formandosi.

Eppure non sarà facile per Draghi avere una maggioranza che gli permetta di lavorare serenamente.
C’è un bell’articolo di Mattia Feltri che è illuminante su quanto i grillini ‘’amino’’ Draghi. E tutti sappiamo che con il M5S bisogna fare i conti perchè, nonostante abbiano perso per strada 30 deputati e 20 senatori, dalle elezioni del 2018, il loro numero è sempre determinante per garantire una maggioranza.

Nel 2014 Grillo chiedeva che Draghi fosse processato per aver portato soldi alle banche europee.
L’anno dopo lo accusava di togliere quattrini al welfare per la stessa cosa.
Nel 2017, Elio Lannutti, quello che crede che il mondo sia governato dagli ebrei, dai rettiliani e da Lucifero, diceva che Draghi è uno che taglieggia le imprese per foraggiare i banchieri.
Nel 2015 lo ‘’statista’’ Luigi Di Maio aveva invitato Draghi a: ‘’facce Tarzan’’! Poi, dall’alto della ‘’sua’’ preparazione economica, aveva sostenuto che Draghi usasse il suo bazooka per dopare un sistema finito. (Di Maio sa tutto!)
Nel 2014 il M5S definiva Draghi: ‘’una Mary Poppins suonata che tira fuori solo ‘’vecchie ricette’’, facendo supporre di averne loro di decisamente migliori.
Sostenevano anche che Draghi desse risposte: ‘’surreali e da maestrina e che la sua gestione della BCE fosse da cieco incapace’’.
Secondo voi adesso ”cosa faranno”? Amarlo non lo amano, anche perchè forse manco capiscono quello che dice.

Comunque Draghi, come promesso a Mattarella, sta cercandosi una maggioranza e non sarà una cosa semplice.

L'ultimo treno e poi ... ''ciccia''!

L’ultimo treno e poi … ”ciccia”!

Per quanto Draghi goda dell’affetto e della stima di tutti e si è visto che al Quirinale con il Presidente della Repubblica praticamente era tutto un ‘caro Mario’ e un ‘caro Sergio’.
Il problema vero per noi è che lui, Draghi, è davvero l’ultima spiaggia, perché poi, restano solo le elezioni. Tra l’altro dato che noi votiamo sempre alla ”oiseau du chien”, e che la legge elettorale è sempre la stessa, bene che vada non cambierà una cippa, male che vada avremo al governo la destra anti europeista.

Il problema per Draghi è che:

– un conto è avere un governo tecnico, rispetto al quale lui potrà selezionare, individuare e proporre i ministri in base a un preciso mandato del Capo dello Stato, e in questo caso non dovrebbe praticamente rendere conto a nessuno degli attuali leader politici;

– un altro conto è invece un governo politico. In questo caso dovrebbe rispondere a cento situazioni politiche diverse e tutti sappiamo che, discutere con ”alcuni dei nostri Parlamentari”, è come giocare a scacchi con un piccione.

Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.

Alla prossima

Elena

La Sanità in Calabria … la gestisce la ”Ndrangheta

Nel commissariamento più lungo e inutile della storia, nessuno è innocente. Non i commissariati che hanno causato il disastro. Non i commissari che l’hanno aggravato. Il presidente reggente che urla ‘’la Calabria ai calabresi’’! Tace però il fatto che furono i calabresi a provocare il commissariamento.
Con le 11 aziende sanitarie, i 20 mini-ospedali con meno di cento posti letto, la dozzina di presìdi sanitari a rischio crollo, i reparti con rapporti medici/pazienti 20/1 (nemmeno nelle terapie intensive tedesche). E con gli oltre 2 miliardi di debiti, peraltro senza contabilità scritta. ‘’Ci hanno detto che la contabilità la fanno per tradizione omerica’’!
Questo quanto raccontò Tremonti dopo un consiglio dei ministri.
Prima con il rampante governatore destrorso Scopelliti (finito in carcere) e poi con militari, prefetti e manager mandati da Roma, il commissariamento avrebbe dovuto riportare i conti a posto. Tagliando ospedali (diciotto chiusi), posti letto (-60%) e personale (3800 dipendenti in meno). Operazioni per le quali non servono premi Nobel. Più difficile è farla funzionare, la sanità.
Dei tre nuovi ospedali promessi da Scopelliti con un tafazziano project financing, in cui i privati mettevano 134 milioni e ne incassavano 382, non restano che i rendiconti.
Se tutto va bene, se ne riparla nel 2023. Nel frattempo, mancano 1100 posti letto. Il 12% delle famiglie calabresi denuncia problemi economici per ragioni sanitarie, il doppio della media nazionale. L’aspettativa di vita in salute è 15 anni più bassa che in Trentino. Il punteggio dei livelli essenziali di assistenza, che misurano posti letto e liste di attesa, è 139. La sufficienza è 160, raggiunta solo un anno negli ultimi dieci.
Un calabrese su cinque si cura in altre regioni. ‘’Anche per un’unghia incarnita andiamo a Milano’’, sospirava un assessore in una riunione al ministero. Un esodo che costa 300 milioni l’anno, 148 euro pro capite. Il che spiega perché, a dispetto dei tagli, i conti non tornano. Il deficit del 2019 è 221 milioni, superiore a quello che determinò il commissariamento.
È il paradosso della sanità calabrese: taglia i servizi, non gli sprechi. «Approccio clientelare patologico», scrive l’ex commissario Massimo Scura nel libro Sanità malata (Pellegrini). La sanità in Calabria sposta 150mila voti su 1 milione (il primo partito, il Pd, ne prende 118mila), muove tre quarti della spesa pubblica e rappresenta il 10% del Pil. Dai tempi del leggendario Francesco Macrì, ras dell’ospedale di Taurianova soprannominato Ciccio Mazzetta perché si vantava di aver «sistemato» più gente di tutti nella regione, trasversalismo politico, interessi privati, lobbismo sindacale e criminalità si confondono.
Altrimenti non si spiegherebbero le fatture pagate anche cinque volte, perché non registrate. I bilanci dell’azienda sanitaria di Reggio Calabria mai presentati dal 2013. I pagamenti ritardati dieci anni e gonfiati per venti volte da sanzioni, interessi, spese legali. I documenti notificati a indirizzi di posta elettronica certificata di cui nessuno ha le password. Gli uffici legali delle aziende sanitarie che non si oppongono al 90% delle cause civili. I decreti ingiuntivi protocollati da uffici privi di personale da cinque anni. I contratti per acquistare i macchinari delle Tac chiusi quattro anni in cassaforte. Le cliniche e i laboratori privati convenzionati che lavorano il quadruplo degli ospedali pubblici. Il 53% del personale dell’azienda sanitaria di Reggio con diritto di limitazione o esclusione dai turni. I 136 milioni di danni erariali segnalati solo negli ultimi tre anni dalla Finanza. Le due aziende sanitarie sciolte per infiltrazioni mafiose. I medici stipendiati in carcere dopo la condanna all’ergastolo per ‘ndrangheta.
Il resto è cronaca, dal valzer di commissari all’ostilità, ‘’perché non abbiamo bisogno di missionari africani’’, a Gino Strada. Che dieci anni fa aprì un ambulatorio di Emergency dove si curano italiani e immigrati. Medicina di territorio, con un bus per chi non ha l’auto.

(Articolo di Giuseppe Salvaggiulo- La Stampa)

Che dire? Grazie ’Ndrangheta! D’altronde … perchè quindi stupirsi se chi studia e diventa ‘’valore aggiunto’’ emigra!

Alla prossima

Elena

I ”No Qualcosa” in piazza il 10 Ottobre …

I ”contro qualchecosa” …

Per la cronaca ieri, sabato 10 ottobre, in piazza c’erano: gli antieuropeisti di Vox Italia, quelli contro il G5, gli anti-vaccinisti, i seguaci di Antonio Pappalardo (quello che ha fondato un partito perchè glielo ha ordinato un alieno), quelli contro l’Ordine Mondiale, quelli contro il Bilderberg, Probabilmente c’erano anche dei terrapiattisti e qualche ”No Qualchecosa” generico. Non mancano mai.

il generale pappalardo e il popolo dei no mask-2
Antonio Pappalardo ha fondato un partito perché glielo ha ordinato un alieno!
Leggete qui la sua storia, è interessante.
https://cosamipassaperlatesta.myblog.it/2020/06/05/antonio-pappalardo-strano-personaggio-e-i-gilet-arancioni/

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Il fatto che vi sia stato il sostegno di Enrico Montesano e dalla Rosita Celentano dà forse maggior ”spessore” alla manifestazione? Mah …

negazionisti
Ecco! Che dire? Ma non c’è niente da dire. Tranne il fatto che costoro votano.

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Questo poi riesce a sputare su tutto a 360°. Naturalmente è solo travestito da prete e, dato che non siamo a Carnevale, non potrebbe nemmeno farlo.

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Questa invece è la triste realtà, che ci piaccia o no, è con questo che dobbiamo lottare. Nascondere la testa sotto la sabbia, fingendo che non esista, serve proprio a poco.

Che dire? Ognuno ha il diritto di dire la sua, per carità, e poi, ieri era o no la ”Giornata Mondiale della Salute Mentale”? Quindi …

Alla prossima

Elena

Francia -lavoro a tempo indeterminato costa meno al datore di lavoro.

Ieri ho portato Giada dal veterinario per fare il richiamo del vaccino. Avevo appuntamento al Group Strano, normalmente quando la chiamo, massimo mezz’ora torna a casa. Iniziavo a disperarmi quando, alle 15,05 eccola che entra trionfante dalla porta principale di casa.
Il trasportino era già pronto e l’ho infilata dentro alla veloce.
Odia sia andare in auto che dal veterinario.

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Comunque … è andato tutto bene. A parte un pò di congiuntivite, abbastanza normale in estate, sta bene.
Il veterinario è, indovinate un pò? Italiano. E’ arrivato da poco nella clinica.
E’ un toscano simpatico. Ovviamente ci siamo messi a parlare e mi ha spiegato che in Italia non trovava lavoro a tempo indeterminato, ma solo cliniche veterinarie in cui era assunto con partita Iva e a ”progetto”.
Qui invece lo hanno assunto a tempo indeterminato, ovviamente è più sereno. Quando si ha un lavoro ‘’sicuro’’ si guarda alla vita con più ottimismo e si possono fare appunto ‘’progetti di vita’’.
Ora la domanda è: ‘’Come mai qui in Francia la gente viene normalmente assunta a tempo indeterminato e non al contrario? Semplice! A tempo indeterminato li pagano di meno.

Se un’Azienda, in Francia, assume a tempo ‘’determinato’’ significa che ha un carico di lavoro maggiore in un periodo ‘’determinato’’ appunto. Questa assunzione però gli costa di più dell’altra.
Da noi invece è il contrario. Le persone assunte a tempo determinato, o tutti quei contratti a termine e/o progetto, costano di meno all’azienda. Ergo va da se che, con questo sistema, il ‘’precario’’ sia penalizzato il doppio: sia come salario che come tutele.
Come mai? Copiare da altri paesi le cose buone no eh? In compenso fanno un can can senza senso per ridurre il numero dei parlamentari! Miglioreranno forse le cose se sono di meno? Naaaaa …

Alla prossima

Elena

Referendum riduzione parlamentari – Come voti?

A proposito del Referendum per la riduzione dei parlamentari, vorrei provare ad andare oltre alle becere frasi: ”Sono dei mangiapane a tradimento, non servono a nulla, meno sono meglio è”, etc …
Vorrei invece fare qualche semplice considerazione per provare a far pensare i favorevoli al SI.
Per prima cosa vorrei ricordare sommessamente che sono favorevoli al si Lega e Fratelli d’Italia. Io una domandina me la farei no? Tipo: ”Lega e Fratelli d’Italia amano la ”democrazia” o preferirebbero una ”democrazia addomesticata”?
Se non esiste una legge elettorale che compensi la riduzione del numero dei parlamentari la democrazia ce la giochiamo! ‘Perchè’ vi chiederete voi? Semplice! Per prima cosa noi dobbiamo renderci conto che noi NON votiamo i nostri rappresentanti ma ci subiamo dei nominati dai partiti.
Ergo, facendola semplice, il partito che vince avrà pochi yes-man da controllare e costoro faranno esclusivamente gli interessi di CHI li ha messi su quegli scranni e NON certamente gli interessi dei cittadini, che, bene che vada, votano il partito e non certo un individuo che conoscono e rispettano sul proprio territorio.
Ecco che cosa noialtri dovremmo pretendere. Di eleggere qualcuno che abita nella nostra città e che conosciamo e stimiamo per un sacco di motivi. Non importa il partito a cui appartiene, se è una persona degna ed onesta e capace il ”triage” lo facciamo noi! Con questo sistema il parlamentare scelto da noi andà in parlamento e dovrà rispondere ai suoi elettori, cioè a noialtri!
Invece … non dimentichiamo che il partito che vuol inserire l’obbligo di mandato (manco Mussolini aveva osato tanto) è quello di Grillo/Casaleggio! Come mai? Fatevi una domanda e datevi una risposta.
Una volta su quegli scranni devono fare quel che gli dice il partito”! I cittadini, di cui loro si professano ‘rappresentanti’ non contano una emerita cippa invece!
Ma poi … non se ne esce. Ricordiamoci anche che la legge elettorale la si cambia con una legge ordinaria, quindi la possono cambiare quando e come vogliono! Magari … sarà poi la Corte Costituzionale, dopo insistenze di anni da pare di qualche sfegatato cocciuto, che dirà che non vale una cippa e che è anti-costituzionale, ma ormai …
Comunque, come al solito, è tutta ”aria fritta” ‘sta diatrib. Mò votiamo la riduzione dei parlamentari, loro fanno finta di cambiare la legge elettorale ed il prossimo partito che vince la cambia di nuovo. Quindi? Ma quanto siamo ”polli” da 1 a 10? Mah …
Andrebbe bene anche un collegio uninominale con un sistema maggioritario a doppio turno ma fatelo fare a noi il ”triage” sul territorio no? Saremo mica tutti dei deficienti no? Grrrrr …
Morale della favola: ”Io voto NO”! Voi fate un pò quel che volete.

Alla prossima

Elena