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Da St. Aygulf (Paca) alla Normandia …

Abbiamo deciso, nonostante, o forse proprio a causa del Covid e del risultato del Referendum, di farci un regalo e di andare a fare un viaggio nel Nord della Francia.
Per prenderci questa settimana di ‘’relax’’ abbiamo scelto la Normandia.
C’è anche un motivo ‘’sentimentale’’ per questa scelta.
La Normandia era la regione che, tanti anni fa, più si prestava alle nostre ‘’fughe’’ rilassanti. Antonio all’epoca lavorava a Parigi e quindi noi, in due ore appena, eravamo a Deuville per il weekend.
Ma … quanto è cambiata la Normandia in 35 anni! All’epoca, a Deuville, ci si fermava verso mezzogiorno in qualche caffè sul litorale e si prendeva l’aperitivo. Aperitivo con ostiche e champagne! Le ostriche, all’epoca, costavano come le cozze nei porticcioli delle nostre coste. Adesso non ti puoi nemmeno avvicinare alla spiaggia! Hanno costruito miriadi di ville e villette e condomini su tutto il litorale. Le hanno costruite bene per carità, nessuno lo vuol negare, lo hanno fatto rispettando lo stile del posto ma … fare una passeggiata sulla spiaggia è diventato ostico. Non si trova un posto per metter l’auto nemmeno pagando a peso d’oro!
Considerato il fatto che noi si sia scelta la settimana a cavallo tra settembre ed ottobre, quindi non proprio periodo ‘’turistico’’, considerato il fatto che il Covid abbia relegato la Normandia in zona rossa, un parcheggio lo abbiamo trovato, ma … mi chiedo quale possa esser la situazione nei mesi di luglio/agosto. Che peccato. Siamo davvero troppi. Dovremmo forse fare come i lemming? Quegli animaletti dei quali si diceva si suicidassero in massa quando la loro popolazione diventava insostenibile rispetto al cibo a loro disposizione?
Noi non possediamo questo istinto … oppure si? Mah … va a sapere.
Altra delusione è stata Mont St. Michel. Ci eravamo stati parecchie volte in passato. Lasciavamo la nostra auto nel parcheggio per i turisti per poi inerpicarci, a piedi, su per il paese sino alla cattedrale. Ma … che sorpresa abbiamo avuto quando ci siamo trovati una sbarra bianca e rossa che ci impediva di proseguire ed un gentile addetto, con mascherina sul volto, che ci ha bloccati dicendo che il cane non era autorizzato, a meno di non metterlo in un borsa e di potarlo poi a tracolla per tutto il tempo.
Ma vi pare che io possa metter Luke in una borsa e poi portarlo fin su? E’ piccolo d’accordo ma non è mica un topo! E’ un cane!
Quindi addio alla prevista frittata di ‘’Mère Poulard’’, addio all’Abbazia e addio alla vista spettacolare che si ha dalla terrazza dell’Abbazia.
Eppure … tanti anni fa, noi passeggiavamo a piedi attorno all’isola durante la bassa marea, andavamo con la nostra auto sino al parcheggio situato in un terrazzamento predisposto.
Oggi c’è una navetta che ti porta alla base del Monte, se hai un cane lo devi mettere in una borsa oppure lasciarlo 4 ore chiuso in auto nel parcheggio o, alternativa, chiuderlo in un canile a pagamento per tutta la durata della visita. Va da se che noi ci si sia guardati e si sia detto: ‘’Ma chi se ne frega di Mont St. Michel’’!
Quindi abbiamo, come si suol dire, ‘’girato la testa al ciuccio’’ e siamo andati in Bretagna a St. Malo, che ci ha accolti a braccia aperte e senza tante storie.
Abbiamo fatto il giro della città fortificata, ammirato le case in pietra e il paesaggio mozzafiato dai bastioni, mangiato un piatto di frutti di mare e bevuto dell’ottimo vino bianco freddo! Cosa volere di più?

St. Malo

Niente!

La base per le nostre zingarate è stata l’Hotel Belle Isle Sur Risle, nella cittadina di Pont Audemer. Avevamo scelto l’opzione colazione e cena e ci siamo trovati non bene ma benissimo!
Una vecchia villa padronale riorganizzata in Hotel con mobili e stile e personale adatti alla nostra età. Ci siamo sentiti benvenuti e coccolati.

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Il posto poi era l’ideale per Luke che aveva tutto lo spazio per sgambettare sia la mattina che la sera.
Il tempo, nonostante le fosche previsioni, ci ha graziato e, benché fosse quasi sempre nuvoloso, non è mai piovuto mentre eravamo in giro. Quindi ci consideriamo fortunati.
Abbiamo visitato Rouen che non conoscevo e ci è piaciuta molto.

Foto Rouen

Abbiamo fatto chilometri e chilometri senza incontrare centri abitati. La Francia mi stupisce sempre per l’enorme estensione di terra che ha. E’ un paesaggi senza barriere dove campi coltivati si alternano a boschi immensi e prati dediti alla pastorizia, dove mucche Felix pascolano con tranquillità. Ho visto tante di quelle mucche con i vitellini che ho nuovamente fatto il voto di non mangiare più carne. Vediamo quanto dura ‘sto voto. So che sono una vigliacca e non è detto che mi atterrò alla promessa fattami, ma per il momento resisto!
La Francia è grande, in confronto alla nostra Italia, dove l’orizzonte è spesso bloccato da montagne o da colline, in Francia l’occhio spazia senza trovare ostacoli sino all’orizzonte. Cosa che a noi italiani è permessa solo osservando il mare.
Sia l’andata che il ritorno lo abbiamo fatto in ‘’due tempi’’ ormai, causa età, più di 600 km al giorno non ce li possiamo più permettere. Magari Antonio li farebbe anche, ma non dovrebbe avere una rompiscatole vicina che ripete ad ogni piè sospinto: ‘’Vai piano … Vai piano …’’.
Lui sostiene che quando ero ‘’giovane’’ non rompevo le scatole così tanto. Sarà anche vero ma ora, considerata la nostra età, la nostra vista e i nostri riflessi, che non sono più quelli di ‘’una volta’’ … quindi, fosse anche solo per istinto di conservazione, tendo a non andare troppo forte in auto e chiedo a lui di far lo stesso.
Lui controbatte dicendo che quando era giovane guidava vetture che, confronto a quelle di oggi, erano poco affidabili, quindi, seguendo il suo ragionamento, le auto di oggi compensano il rallentamento dei suoi riflessi. Sarà anche vero … ma io continuo a dirgli di andare piano.
Di solito, su questo argomento litighiamo e, per circa 20 minuti, non ci rivolgiamo più la parola, rimanendo ognuno offeso e della propria opinione. Poi, dimenticandoci della ‘’querelle’’, ricominciamo a parlare del più e del meno come se niente fosse! Ahhhh … la bellezza di tanti anni in comune e della perdita della memoria a breve!
Comunque, torniamo alla nostra ‘’zingarata’’, all’andata ci siamo fermati a dormire a Clermont Ferrand che è il capoluogo dell’Auvergne e dove c’è la sede legale della Michelin, fabbrica di pneumatici famosa in tutto il mondo. Una bellissima piazza e costruzioni degne di nota.

Foto Clemont Ferrand

Durante il viaggio di ritorno il tempo è stato meno clemente ed abbiamo preso un sacco di pioggia. E che pioggia! C’erano dei momenti in cui non si vedeva la strada. Ma Antonio è un autista formidabile e anche questa volta l’abbiamo ‘’sfangata’’ e siamo tornati a casa sani e salvi.
Siamo passati sul viadotto di Millau, 2 chilometri e mezzo di ponte. Pare esser il più grande viadotto d’Europa. Il video fatto da me sotto la pioggia è al fondo

Ci siamo fermati a dormire all’Hotel Origines a Le Broc che è a mezza strada tra Clermont Ferrand e il Mont-Dore, una stazione sciistica nel Massiccio Centrale in Ouvergne.

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L’hotel è modernissimo e contrasta con le attigue rovine di un vecchio castello fortificato e dell’attiguo villaggio, altrettanto in rovina, che abbiamo visitato a piedi assieme a Luke che scorrazzava ovunque, per scoprire, poi, che era vietato entrarci per motivi di sicurezza.
La vista dalle finestra dell’Hotel è magnifica e le camere sono modernissime. Una via di mezzo tra un bunker tecnologico ed un rifugio antiatomico. La doccia poi era … diciamo ‘’interessante’’. Una parete di vetro che dava direttamente sul letto. Il che significa che mentre fai la doccia chi è sul letto ammira la scena. Noi abbiamo cercato il pulsante per far scendere la tenda ed avere un pò di privacy per un quarto d’ora!

Privacy no eh?

Privacy no eh?

Ma … mi voglio soffermare sulla cucina del ristorante ‘’Origines’’.
Avevamo scelto di non pranzare, ci eravamo limitati ad un’abbondante colazione la mattina e quindi, all’ora di cena, avevamo un pò di appetito. ‘’Pò’’ per noi due è un eufemismo. Adoriamo mangiare entrambi e la dieta è una cosa che fa fatica ad entrarci in testa. Non c’è niente da fare, davanti ad un buon piatto di ‘’qualche cosa’’ ed una buona bottiglia di vino difficilmente resistiamo.
Dunque … la cucina è sul genere: ‘’nouvelle cuisine’’. Ma proprio portata all’esasperazione! Arrivavano i camerieri con dei ciotolini microscopici in cui c’era un’ombra di tutto! Il cameriere ci metteva 20 minuti per elencarci le leccornie contenute nel ciotolino e noi un secondo per mangiarlo! D’altronde … bastava il cucchiaino, un solo cucchiaino! Non vi dico i nostri sguardi.
Ci veniva da ridere ma non osavamo più di tanto. Il locale era pieno di gente che si sorrideva con aria imbarazzata. Ora … non so se apprezzassero la cucina o se fossero nelle nostre stesse condizioni, va da se che l’ambiente era sul ‘’dimesso silenzioso’’, nonostante la rilassante musica jaaz di sottofondo.
Poi, con una cerimonia non indifferente, ci hanno messo un filo d’olio di noce su un ciotolino di legno di noce e, su di un piattino altrettanto piccolo hanno appoggiato, con delle pinze da cucina in acciaio, un quadratino di pane nero, dicendo che era fatto come nei primi del ‘900 dai contadini locali, cosa della quale non abbiamo dubitato per un attimo visto la consistenza collosa ed il colore scuro. Poi con un sorriso che sottintendeva una prelibatezza non comune, il cameriere ci ha detto di intingere il pezzetto di pane nero nell’olio e ci ha augurato ‘’buona degustazione’’. Noi abbiamo eseguito l’ordine e, in un solo boccone, avevamo finito la prelibatezza !
A bassa voce e con un pò di rammarico ci siamo messi a parlare dei piatti dei ristoranti di San Martino al Cimino che, onestamente, preferiamo.
La cena è proseguita poi con ‘’il piatto forte’’ che per me era pesce e per Antonio carne, buoni ma … niente di che.
L’apoteosi l’abbiamo poi raggiunta con il dolce. E’ arrivata la nostra cameriera che, posando i piatti davanti a noi, ha parlato per altri 20 minuti declamandoci la prelibatezza che avremmo mangiato, parlava mentre noi guardavamo con un pò di ‘’magone’’ un enorme piatto bianco, nel cui centro c’era una coppettina minuscola con dentro una salsetta biancastra.
Finita la cena siamo andati a fare una passeggiata per ‘’smaltire’’! Bè, se non altro, se mangiassimo sempre così almeno dimagriremmo!
L’indomani siamo partiti dopo una ricca colazione e, tra un acquazzone e l’altro siamo tornati a casa sani e salvi.
La prossima settimana ci organizziamo per il tampone da fare per andare in Italia. Cosa non facilissima visto che non si sa in quanti giorni il laboratorio processa i campioni. Speriamo …

Alla prossima

Elena

Viaggio dal 26.09 al 2.10. 2020

Quando si parla di megastrutture non si può non considerare una struttura gigantesca come questa.
E’ uno dei viadotti più famosi d’Europa.
Questo è il viadotto di Millau (viaduc de Millau) famoso per l’altezza che raggiunge uno dei suoi pilastri, ovvero 341 metri, poco più basso dell’Empire State Building e addirittura più alto della Torre Eiffel. Il Ponte è lungo quasi 2,5 km e passa sopra la vallata del fiume Tarn, nel suo punto più alto la strada si trova a 270 metri sopra la valle.

Qui il video del Vidotto Millau sotto la pioggia
https://www.facebook.com/elena.saita/videos/10217964666804497

Arturo Brachetti … SOLO

Domenica scorsa al Teatro Forum di Frejus abbiamo assistito allo spettacolo di Arturo Brachetti: ‘’Solo’’.

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Dopo alcuni anni di spettacoli fatti in collaborazione con altri attori, in ”Solo” è, come dice la parola stessa, al 90% solo sul palcoscenico, tranne quando è accompagnato da un altro attore che ne impersona l’ ombra.
Durante lo spettacolo interpreta circa una cinquantina di personaggi diversi cambiandosi con una velocità impressionante.
Interpreta ‘’campanellino’’  … Peter Pan … Capitan Uncino … Biancaneve … il lupo … Cappuccetto Rosso e molti altri, compresa una famiglia il giorno delle nozze!
Gioca poi con le ‘’ombre cinesi’’ in maniera originale e,  con uno strano cappello bucato, che utilizza magistralmente per trasformarsi in centinaia di personaggi famosi e diversissimi tra loro, incanta tutti quanti.
Mi sono piaciuti molto i disegni fatti con la sabbia ed ho trovato particolarmente interessante anche quella sorta di danza fatta da lui, la sua ombra e le luci laser.
Insomma uno spettacolo a tutto tondo, che non ha mai annoiato nessuno e con una velocità che, per esser un uomo solo sul palcoscenico, era davvero notevole.
Direi che valga proprio la pena di vederlo.
E poi … come faccio a dire qualche cosa ‘’contro’’ un attore che è nato nella mia città e che ha solo due anni meno di me?

Alla prossima

Elena

 

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Arturo Brachetti è nato a Torino nel 1957.
E’ conosciuto per essere un attore transformista.
Ha iniziato la sua carriera nel teatro del seminario che frequentava da ragazzo.
Partì da Torino con una valigia, sei costumi ed uno spettacolo con un solo numero, iniziò esibendosi in Francia al cabaret ”Paradis Latin” nel 1978, sotto la direzione di Jean Marie Riviere.
Ottenne in seguito un buon successo anche in Germania e in Inghilterra, dove si esibì per la famiglia reale al Covent Garden.
Oggi è regista di spettacoli,  attore trasformista, capace di cambiare in uno spettacolo qualche cosa come 80 costumi, un mago ed un artista di ombre cinesi.
Dal 2006 è nel Guinness dei primati come trasformista più veloce del mondo.

Parigi – lo ”Zuavo” ha i piedi nell’acqua!

I parigini usano spesso questa frase: ”lo zuavo ha i piedi nell’acqua” ! E  questa bizzarra espressione significa che ci sono dei ”problemi”.
Ma a che cosa si riferiscono esattamente?
Si riferiscono ad una statua che rappresenta uno”zuavo” .
Gli Zuavi erano dei  soldati che facevano parte dell’armata d’Africa  il cui corpo di infanteria aveva partecipato alla campagna di Russia del 1954. 
Questa statua troneggia ai piedi dell’ormai unico  pilastro del ponte de l’Alma – nome che deriva dalla battaglia omonima in Crimea.

Il ponte fu inaugurato nel 1856 da Napoleone III.

Per l’esposizione universale di Parigi del 1900, fu raddoppiato, aggiungendo una passerella per agevolare il passaggio dei pedoni.

Inizialmente le statue erano due, una su ogni ”campata” ma,  tra il 1970 ed il 1974 è stato completamente ricostruito ed è passato da due campate ad una sola, quindi anche di statue ne è rimasta solo una.

Ecco qui alcune fotografie che illustrano i cambiamenti nel tempo ed il livello dell’acqua in rapporto allo ”Zuavo”!

Le Zouave du Pont de l'Alma au plus fort de la crue (ELD 1924)Piena della Senna anno 1924

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4933607_6_aa8d_le-zouave-du-pont-de-l-alma-au-petit-matin-du_e48375b5be05753ee61dbb6b8ada8dde dicembre 2010 – la piena era di  3,7 metri

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Avendo spostato la statua, non si riescono più a fare dei confronti sicuri sull’entità della piena ma … in ogni caso … i francesi tengono d’occhio con ansia lo Zuavo, visto che questa è la situazione della Senna in questi giorni! 

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Alla prossima

Elena

 

http://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2016/06/03/les-droles-de-mesures-de-crues-sur-le-zouave-du-pont-de-l-alma_4933609_4355770.html

CONFERENZA MONDIALE SUL CLIMA PER SALVARE L’UNICO PIANETA CHE ABBIAMO!

Lunedì inizieranno a Parigi due settimane di dibattito tra i ”grandi” del pianeta per salvarlo dalla catastrofe climatica.

Non possiamo permetterci di ”chiudere un occhio” su quello che ormai è di dominio pubblico:  ”Se non smettiamo di inquinare ci autodistruggiamo”! Punto!  Quindi impegnarsi tutti assieme a 360° è un dovere per salvare la nostra specie.

Di sicuro nell’incontro tutti concorderanno ormai che l’allarme climatico è reale, concreto e già devastante.

D’altronde una concentrazione così alta di CO2 in atmosfera non c’era mai stata nella storia contemporanea: l’aumento, secondo gli analisti,  è del 43% rispetto ai tempi ”pre-rivoluzione” industriale.

Di sicuro i negazionisti presenti alla conferenza verranno emarginati, in quanto, non solo i tecnici, ma la natura stessa li ha definitivamente smentiti.

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Il riscaldamento globale non è più contestato a livello scientifico,  il problema è mettersi d’accordo sul come contrastarlo e possibilmente, per il bene dell’umanità,  ”risolverlo”!

L’aumento della temperatura porta inevitabilmente crisi idriche, specie nella zona già ”turbolenta” a livello politico/sociale del Mediterraneo. La mancanza d’acqua si ripercuoterà sulla quantità e qualità dei prodotti agricoli, provocandone una minor resa. Questi fattori andranno ad incidere pesantemente sulla situazione di insicurezza sociale ed economica di una popolazione che si prevede aumenti del 30% da qui al 2020!

Tutti sappiamo che fattori come: acqua, cibo, disponibilità energetica, fanno parte di un delicato equilibrio e sono interconnessi tra loro. Non dimentichiamo poi che i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo producono il 12% della produzione mondiale dei cereali.

Gli studi dell’Onu preparati per il vertice di Parigi e aggiornati proprio nei giorni scorsi, lanciano un segnale terribile! Avendo concordato, a suo tempo,  che non ci possiamo permettere un aumento di 2 gradi, gli studi hanno realizzato che, mettendo insieme tutti gli impegni si arriverà, nella migliore delle ipotesi a 2,7 gradi! Una battaglia persa in partenza!

Serve, contro l’aumento della temperatura un impegno drastico.  Non abbiamo per disinnescare la catastrofe più di dieci anni!  Dieci anni da ora … per eliminare le emissioni di CO2! Se non lo facciamo … condanneremo i nostri nipoti a vivere come gli scarafaggi! Quindi, da ora, dobbiamo ”affrancarci” dai combustibili fossili.

Tutti sappiamo che questa decisione avrà gigantesche implicazioni sociali e geopolitiche!

Ad oggi solo poche nazioni, fra cui Unione Europea e gli Stati Uniti, hanno specificato obiettivi di riduzione in termini assoluti, mentre la maggioranza propone target relativi ad uno scenario di riduzione, come se tutto fosse ”normale”. Oppure su ”cavilli” basati sulle emissioni in rapporto al Pil .

Altre ancora, normalmente paesi in via di sviluppo, hanno stabilito un determinato anno entro il quale le emissioni dovranno raggiungere il loro ipotetico picco! Quindi aspettano di raggiungerlo per prendere provvedimenti.

La Cina, ad esempio, ormai al primo posto fra i Paesi che inquinano di più, nel suo piano non prevede affatto un target di riduzione, ma un obiettivo di picco, fissato al 2030. Il che significa che da qui ad allora le sue emissioni continueranno ad aumentare e non farà nulla per ridurle.

Oltre ai ”freni” imposti dai paesi emergenti… pensiamo ai ”freni”  imposti dai Paesi che ”vivono” esclusivamente grazie agli introiti derivanti dai pozzi di petrolio o dal gas  … e che ovviamente hanno intenzione di continuare a farlo.

Sarà una battaglia molto molto dura … checchè ne dicano quelli che ragionano semplificando tutto, quelli che sparano frasi come:  ”e che c’è vo”?

Alla prossima

 

Elena

 

http://www.cop21.gouv.fr/en/learn/10-photos-of-a-changing-world/) .