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Notte di tuoni e fulmini …

Questa notte a St. Aygulf verso l’una è iniziata una buriana senza senso. Tuoni e lampi si sono susseguiti senza sosta per ore.

Luke, il nostro cane, non è autorizzato ad entrare in camera da letto. Dorme nella sua cesta davanti alla nostra camera. Quando però sono iniziati tuoni e lambi, impaurito ha preso a grattare alla porta, prima timidamente, poi in modo sempre più agitato. Noi, ovviamente lo abbiamo zittito con una serie di: ‘’Luke basta dormi’’!

Ad un certo punto, un tuono più forte degli altri ha spaventato persino noi. Sembrava sparassero con un fucile verso la nostra finestra.
In quel mentre la porta della camera si è spalancata e Luke, illuminato dai fulmini, è saltato sul letto tremante di paura.
Non abbiamo avuto cuore di farlo uscire e lo abbiamo consolato facendolo stare tra noi due. Tremava come una foglia … il povero.

Pian pianino, i tuoni si sono diradati ed i lampi pure e Luke ha finalmente potuto smettere di tremare ed addormentarsi sfinito vicino a noi.

Il fatto è che a pranzo eravamo stati con amici a fare una grigliata di sardine e che molti degli amici avevano dato le teste delle sardine a Luke … non vi sto a descrivere l’alito di ‘sto cano … una cosa decisamente ”pesante” !

Alla prossima

Elena

L’esperienza CoVid19 ci renderà migliori? mah …

Pensierino del mattino …

Stamattina un gabbiano è entrato nel nostro piccolo ‘’laghetto dei pesci’’ e ha fatto colazione!
Che tristezza … come mi spiace. Noi ai nostri pesciolini diamo persino il nome. Li guardiamo crescere giorno per giorno. Li vediamo modificarsi, cambiare colore, li riconosciamo e loro riconoscono noi. Lo fanno, avvicinandosi fiduciosi, quando capiscono che gli portiamo da mangiare. Eppure oggi, un gabbiano qualunque, è venuto a mangiarseli!

Il nostro laghetto di pesci rossi … 🙂

E’ la natura direte voi. Già è la ‘’natura’’! Mi viene da pensare che ‘sta natura sia anche un pò balorda … o no? Ma d’altronde, se per vivere dobbiamo ‘’mangiare’’, va da se che per uno che mangia pesce crudo non fa differenza se ‘sto pesce è un anonimo in mare o se è uno a cui hanno dato un nome in un laghetto artificiale.
Tutti mangiano, il leone mangia la zebra mentre la zebra mangia l’erba. Già la seconda, comunque, mi sta più simpatica.
Detto questo, dove ci collochiamo noi, sapiens, nella ‘’catena alimentare’’? Siamo in assoluto i primi della lista. Noi mangiamo tutto! Come i maiali d’altronde! E lo facciamo con ‘’metodo’’. Per farlo ci siamo specializzati, assoggettando intere speci animali e vegetali. Le alleviamo/riproduciamo in maniera intensiva per avere sempre a disposizione cibo. Addirittura lo facciamo manipolando geneticamente altre specie viventi, a nostro esclusivo vantaggio!
Ma attenzione … non lo facciamo mica per tutti sul pianeta. Macché! Lo facciamo solo per quelli che possono permettersi di ‘’comprare’’ il cibo che viene prodotto/distribuito dalle varie industrie.
Ne produciamo talmente tanto che, molto spesso, lo dobbiamo distruggere. E questo solo perché l’eccessiva produzione non viene assorbita dal mercato. Quindi per non abbassare i prezzi e per non ‘’distribuirlo’’ ovunque nel mondo,  cosa che diventerebbe un ulteriore ‘’costo’’ … preferiamo buttarlo via. Il fatto che nel mondo, ancora oggi, muoiano più di tre milioni di bambini l’anno, prima di aver compiuto il quinto anno di età, a causa della scarsa nutrizione, non è che ci preoccupi poi più di tanto. Affari loro … si arrangino. Stiano a ‘’casa loro’’.
Il succo del discorso è che le multinazionali, che si fanno concorrenza l’una con l’altra, devono produrre, vendere e noi dobbiamo comprare, consumare e dar loro quattrini. Così funziona il sistema.
Se non consumi e non paghi … sei figlio di un Dio Minore e a me, multinazionale, non servi.
Questa triste considerazione mi fa venire in mente la ricerca che stanno facendo, in questo momento, i 70 laboratori sparsi per il mondo. Laboratori che stanno lavorando, a testa bassa, per produrre il vaccino salvavita contro il ‘’Covid19’’, quel mostriciattolo invisibile e minuscolo che sta mettendoci in ginocchio.
Dunque anche con ’sto vaccino stiamo usando l’unico sistema che conosciamo. Correre gli uni contro gli altri per arrivare ‘’primi’’.
Perché? Per guadagnare un sacco di quattrini dal possesso dell’esclusività del vaccino stesso. Io ho il vaccino, tu paghi per averlo.
Come siamo buoni vero?
Quindi, ricapitolando, noi produciamo quantità industriali di cibo ma non per tutti … solo per chi può pagarlo e stiamo facendo la stessa cosa per il vaccino. Il fatto che stavolta magari un ‘’filantropo’’ come Gates si faccia carico della spesa e che lo voglia far distribuire a ‘’prezzo politico’’ gli fa onore. Ma non dimentichiamo che, per quanto questo Signore possa essere un ‘’gentleman’’ , il fatto stesso che ‘’lui’’ possa permettersi una cosa simile, la dovrebbe dir lunga sulla ‘’redistribuzione del reddito’’ in ‘sto pianeta!
Mi fanno tenerezza quelli che dicono che dopo questa ‘’pandemia’’ : ‘’Ne usciremo tutti più ‘buoni’’’! Ma dove? Ma quando? Ma figuriamoci … noialtri non siamo mica diversi dalle formiche o dalle blatte.
Noialtri, con tutta la nostra prosopopea, siamo uno sputo sul pianeta terra che a sua volta è uno sputo in una galassia che, molto probabilmente è un’altrettanto ‘’sputo’’ tra chissà quante altre galassie. Non riusciamo nemmeno ad immaginare con il calcolo quante ce ne siano.
Prima di nascere eravamo ‘’nulla’’ dopo la morte saremo nuovamente ‘’nulla’’. Eppure, da ‘ste miserie che siamo, abbiamo montato su un accrocco incredibile, sempre più sofisticato, per renderci la vita più semplice, meno faticosa e il più lunga possibile ma … sempre a discapito comunque di ‘’qualcun altro’’.
Come siamo ‘’strani’’ … eppure l’unica, assoluta certezza che abbiamo nella ‘’nostra’’ passeggera esistenza e dell’esistenza di tutto quello che conosciamo é che tutto, ma proprio tutto è destinato a ‘’morire’’.
Ciò nonostante … questa unica, immensa consapevolezza non ci rende affatto migliori …

Alla prossima

Elena

Mia madre mi farà venire un infarto!

Buon giorno a tutti, ecco che cosa mi è successo stamattina.

la mia mamma …

Chiamo mia madre due o tre volte al giorno. Ha 88 anni e vive da sola in Italia, siamo in piena pandemia di Coronavirus, quindi cerco di monitorare la situazione, per quel poco che posso fare, visto che vivo in Francia e siamo quindi propio tanto lontane.

Quindi, stamattina, come al solito la chiamo e, quando finalmente risponde al telefono, non riesce nemmeno a parlare, tanta è la tosse!

Inutile dire il mio stato d’animo! Le chiedo allarmata: ‘’Mamma? Cosa c’è? Come mai tutta ‘sta tosse’’?

Invece di rispondere continua a tossire, respirando a fatica.
La mia ansia, in un batter d’occhio, si trasforma in panico! Cerco il numero delle urgenze in Italia … intanto mia madre continua a tossire come una matta.

Mentre, spempre più agitata,  con il cellulare compongo il numero delle urgenze Covid di Torino ecco che mia madre riesce a dire: ‘’Ma no … tranquilla! Non è niente! Stamattina mentre toglievo la polvere sopra il frigorifero in cucina, non mi sono ricordata che avevo messo un’ albanella piena di pepe macinato! E’ caduta su tavolo vicino al frigo e si è rotta. Il pepe è volato dappertutto! Ecco perché tossisco!

Meno male …

Alla prossima

 

Elena

Ma … dobbiamo peoccuparci? Questa è l’Apocalisse?

Stiamo vivendo un momento “medioevale”. Circola tra noi la morte e le nostre difese—il lavaggio ossessivo delle mani, le mascherine e anche il “distanziamento sociale”—sono riti di protezione non tanto dissimili dal piazzare piccole quantità di sale negli angoli della casa: male non possono fare, ma il male arriva se vuole arrivare.
La memoria storica umana conosce questi momenti, anche se abbiamo provato a dimenticarli. La tradizione cristiana li associa ai Quattro Cavalieri dell’Apocalisse: il quarto, Morte e Pestilenza, ora con noi, monta un “cavallo pallido” dal verdastro spento dei cadaveri. I primi tre cavalieri simboleggerebbero invece, nell’ordine, la Conquista militare (cavallo bianco, cavaliere con arco), Violenza e Stragi (cavallo rosso, cavaliere con spada), e Carestia (cavallo nero, cavaliere con bilancia). Il punto— molto infelice—è che i quattro non sono cavalieri “solitari”, si muovono insieme.

Eccoli qui! I Quattro Cavalieri dell’Apocalisse! Guerra, Violenza, Carestia, Pestilenza.

Quello meno presente negli ultimi anni è stato il cavaliere della carestia. Non siamo stati capaci di eliminare guerre, stragi e violenza, ma—grazie anche alla molto vituperata globalizzazione—è da un pezzo che larghissima parte della popolazione mondiale mangia molto meglio di una volta, al punto che fino a poco fa la crisi sanitaria du jour è stata l’obesità.
Ora, secondo una relazione presentata al Consiglio di Sicurezza dell’Onu la settimana scorsa, si starebbe innescando una catastrofe alimentare mondiale che potrebbe mettere in ombra perfino le 200mila vittime (finora) dell’epidemia Covid-19.
Il Direttore del WFP- World Food Program, David Beasley, ha detto al Consiglio che, a causa di una sorta di “perfect storm” di conflitti, siccità, cambiamenti climatici e coronavirus, 265 milioni di persone nel mondo potrebbero essere sull’orlo della morte per fame entro fine anno, cosicché: “Potremmo trovarci di fronte a carestie di proporzioni bibliche tra pochi mesi”.
È vero che l’Onu, nel sempre più disperato tentativo di giustificare la propria esistenza, tende regolarmente ad andare sopra le righe ma, ancora prima dell’arrivo della pandemia, parti del Corno d’Africa e dell’Asia meridionale erano già a forte rischio carestia per la siccità e per una delle peggiori infestazioni di locuste (più biblico di così…) degli ultimi decenni.
La pandemia e i lockdown, insieme con il crollo del prezzo del petrolio, stanno massacrando le economie di una trentina di nazioni già a rischio alimentare, limitando la possibilità di spesa dei più poveri, ostacolando la produzione agricola locale e sfasciando le catene logistiche che fanno arrivare i viveri da fuori. Al tempo stesso, la crisi economica europea ha fortemente ridotto le rimesse degli emigrati, si stima fino all’80-90 per cento. Tutto questo in paesi i cui governi non hanno la forza economica per reagire con efficaci aiuti alla popolazione.
Non è il caso di sfruttare troppo la metafora dei Quattro Cavalieri, ma è difficile dimenticare che il racconto—che appare nell’ultimo libro del Nuovo Testamento, l’Apocalisse—è una profezia, una profezia che preannuncia la fine del mondo e gli eventi che la precedono.
In altre parole, potrebbe andare ancora peggio…
James Hansen
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Bè … buona giornata eh!

Alla prossima

 

Elena

2022 – I Sopravvissuti

Ecco un vecchio film del 1973,  da guardare se lo trovate – ma dubito –   in questo periodo, tanto per tirarci su di morale! I giovani difficilmente lo conosceranno, io lo avevo  visto e mi aveva lasciata, all’epoca, a dir poco ”perplessa”.

Soylent Green, il cui titolo in italiano era: 2022 – I sopravvissuti –  è un film di fantascienza del 1973, regia di Richard Fleischer . Tratto dal romanzo distopico di Harry Harrison,  ”Largo! Largo”! del 1966.

La locandina del film.

Siamo nell’anno 2022. la Terra è devastata dall’inquinamento e dalla sovra-popolazione . La natura non esiste quasi più e il clima è torrido. Le stagioni si sono ridotte a una perenne estate con oltre 30º di temperatura. New York è un formicaio di 40 milioni di abitanti pressati in fatiscenti condomini, il dominio tecnologico e il consumismo sono tramontati perché gli oggetti che hanno prodotto stanno cadendo a pezzi, per mancanza di ricambi; manca continuamente la corrente elettrica; cibo ed acqua sono razionati.

I poveri vivono dentro rottami di automobili e dormono sulle scale dei palazzi. Un prete fa beneficenza alla povera gente mettendo loro a disposizione uno spazio dove dormire per terra in chiesa. Nei quartieri ricchi la situazione è migliore, c’è l’aria condizionata, l’acqua corrente, la televisione a circuito chiuso, un maggiordomo di palazzo. Le donne più giovani e belle fanno parte della “dotazione” dell’appartamento. Solo i benestanti possono permettersi una spesa di cibo normale come un gambo di sedano, qualche mela, un pomodoro e la carne, più unica che rara, è venduta a prezzi proibitivi.

Proprio il cibo è il problema maggiore dell’umanità. L’unica risorsa rimasta è il Soylent, gallette nutritive di vari colori. La pubblicità afferma che il plancton è la materia prima del Soylent verde, l’ultimo prodotto della ditta Soylent, destinato a diventare il principale alimento della popolazione con l’inaridirsi della terra. Allo scopo di alleviare il problema della sovrappopolazione il governo ha da tempo legalizzato il suicidio assistito: a questo scopo sono stati creati i Templi, luoghi dove la gente può recarsi a morire in un ambiente confortevole.

Thorn è un poliziotto non integerrimo ma dedito al suo lavoro. Vive con l’anziano Solomon Roth (Sol), uno specialista nelle ricerche in biblioteche e archivi. Sol vive nel quartiere povero ed è abbastanza vecchio da ricordare com’era il mondo prima che l’inquinamento lo devastasse.

Un giorno a Thorn viene assegnato il caso dell’omicidio di William Simonson, un facoltoso membro del consiglio di amministrazione della Soylent. Durante l’ispezione della scena dell’assassinio, Thorn si preoccupa soprattutto dello ‘’strano’’  saccheggio avvenuto nella casa della vittima, e sospetta subito che non si sia trattato di un omicidio durante una rapina. Interroga la guardia del corpo di Simonson, Tab Fielding, e la sua “dotazione”, la bella Shirl. Seguendo i due come pista, Thorn si rende conto che Fielding vive in condizioni troppo agiate per essere una semplice guardia del corpo, e Shirl – di cui egli approfitta anche fisicamente – gli confessa che Simonson era gravemente depresso e si era andato a confessare in chiesa più volte.

Ben presto Thorn si rende conto che ‘’qualcuno’’ dell’ufficio del governatore sta facendo pressioni sul suo capo sezione per insabbiare il caso e, quando lui rifiuta di chiudere le indagini, un sicario prezzolato, tenta di ucciderlo, per fortuna senza successo, poiché il killer viene schiacciato da una ruspa impiegata per reprimere la rivolta. 

Thorn si fa allora curare da Shirl, con la quale sta nascendo un sentimento che entrambi sanno essere impossibile, e poi decide di andare da Padre Paul, il parroco cattolico a cui Simonson aveva confessato un oscuro segreto, e tenta di interrogarlo, ma inutilmente. La mattina dopo il prete viene assassinato da Tab Fielding.

Intanto Sol – il coinquilino di Thorn – consulta l’Ente Supremo – cioè ciò che resta del sistema giudiziario statunitense – per interpretare due libri trovati da Thorn a casa della vittima: si tratta di un rapporto riservato della Soylent, che parla dell’esaurimento delle riserve mondiali di plancton e che pone quindi  in dubbio la composizione base del Soylent verde. In pratica l’unico alimento rimasto. 

Sconvolto dalla rivelazione Sol decide di recarsi al Tempio per mettere fine alla propria esistenza. 

Thorn lo raggiunge, ma è troppo tardi per opporsi al suicidio volontario del suo amico, che ha bevuto un veleno che ne provocherà la morte nel giro di 15 minuti. 

Solomon fa in tempo ad informarlo della sua scoperta e gli chiede di trovare le prove della truffa della Soylent. Non si tratta di ‘’plancton’’ ma deve essere qualche cosa d’altro.

Il corpo di Sol intanto viene caricato insieme a tutti gli altri in camion che li trasportano in impianti di smaltimento fuori città.

Thorn si nasconde su un camion che entra in un impianto di smaltimento e durante l’ispezione scopre che i cadaveri umani sono la materia di cui è costituito il Soylent verde. Poco dopo Thorn viene scoperto da due uomini e fugge fino all’Ente Supremo, che è però piantonato da alcuni sicari della Soylent capitanati da Tab Fielding. Il poliziotto riesce a raggiungere la chiesa, uccide i sicari, compreso Fielding, ma ferito e agonizzante non fa altro che rivelare al suo superiore accorso appena in tempo la verità: l’ultima risorsa umana, il Soylent, è fatta con cadaveri umani.  Thorn viene quindi trasportato in barella fuori dalla chiesa,  urlando la triste realtà alla folla che lo circonda, senza che questa dia l’impressione di capire.

Inquietante vero? 

Bè … buona giornata. 

Alla prossima

Elena 

 

p.s.: Il film lo avevo visto ma, quanto sopra  l’ho preso dalla rete. Lo pubblico  sul mio blog per memoria personale. Chi lo vuole leggere lo legga.

Coronavirus – 18 giorno di confino …

18 giorno di confino … 

Sono ad Arma di Taggia, un posto che non conosco affatto e non so per quale strano motivo io sia qui.

Sono seduta ad un tavolo nel dehor di un Hotel o di un ristorante a pochi metri dalla spiaggia.

Parlo con qualcuno … Attorno a me si muovono e chiacchierano, a loro volta,  persone che per qualche motivo conosco ma che, se dovessi chiamarle per nome, non saprei come fare.

Mi sto lamentando, con quel ‘’qualcuno’’ che è seduta/o vicino a me, ma che non ho la minima idea né di che faccia abbia né di chi sia.

Mi lamento del fatto che ad Arma di Taggia siano tutti eleganti, ben vestiti e che mi manca tanto la tranquilla trasandatezza della mia spiaggia a St. Aygulf. Dove tutti vanno in spiaggia con costume, asciugamano, l’ombrellone se lo portano loro e le infradito sono di plastica e non di Positano!

Mentre faccio questo discorso … un’enorme orca viene a spiaggiarsi a pochi metri da noi.

Tutti corriamo … io mi avvicino più degli altri e vedo che ha una specie di lazo di corda, pieno di denti di cane, che le chiude la bocca impedendole di respirare … glielo riesco a togliere a fatica, l’orca mi guarda, ha gli occhi lucidi, apre la bocca ma non riesce a respirare ugualmente.

Realizzo che ha dei pezzi di legno conficcati sul fianco e che sono stati piantati , orrore, da qualcuno con dei picchetti da tenda!  

Grido, chiamando un veterinario, con quanto fiato ho in gola … ma dalla bocca non esce alcun suono. 

Io e l’orca ci guardiamo … abbiamo tutte e due le lacrime agli occhi … 

Poi per fortuna mi sono svegliata!

Io sogno tantissimo e mi ricordo perfettamente tutto di quel che sogno, ma in questo periodo i sogni sono proprio brutti!

Alla prossima

 

Elena

Coronavirus: attenzione ad alimentare l’odio generazionale …

Brutto periodo questo che stiamo vivendo.

Il coronavirus, o il CoVid-19, come lo si voglia chiamare,  ci sta mettendo in ginocchio. Nonostante tutta la nostra prosopopea, noi che siamo in cima alla catena alimentare, noi il ”meglio del meglio”, creati, secondo alcuni, addirittura direttamente dall’Essere Supremo, senza esser passati attraverso la fatica dell’evoluzione … siamo oggi vittime di un microscopico virus. La cosa è già ovviamente successa nel passato, ma le varie pestilenze, nell’arco della storia, non ci hanno preparati a quanto sta accadendo oggi.

Ma comunque, visto che la pandemia è in atto, e che sta facendo una strage, vorrei dire un grandissimo ‘’grazie’’ ai medici, agli infermieri, a tutto il personale che si prodiga per la nostra salute.

Grazie ai dipendenti dei supermercati che continuano a lavorare nonostante la paura del contagio, per permetterci di ‘’mangiare’’.

Grazie a chi continua, nonostante la paura, a pulire le nostre strade ed a raccogliere l’immondizia che continuiamo a produrre.

Grazie alle forze dell’ordine che, nonostante la paura, continuano a monitorare e a soccorrere chi ha bisogno di aiuto. 

L’economia sta andando a ramengo è vero ma i primi da salvare sono gli esseri viventi o i soldi?

Non cediamo per favore all’odio tra generazioni!  Vero è che i vecchi ‘’costano’’ alla società. Prendono la pensione senza più lavorare ma, hanno lavorato tanto ‘’prima’’ e oggi aiutano figli, nipoti e danno lavoro a loro volta. Una badante, una persona che li aiuti in casa. 

Se l’odio generazionale prendesse il sopravvento,  il passo  seguente,  verso l’abbandono di chi è più vulnerabile, più povero, diventerebbe sempre più corto e più facile da fare. 

Quindi … lasceremo morire il barbone per strada? Il senzatetto che ha perso il lavoro?  L’emarginato? L’immigrato che è fuggito da una guerra o dalla fame per cercare un futuro che non trova? 

I prossimi passi poi saranno forse quelli di abbandonare in toto chi vive in quella parte del mondo dove non c’è nemmeno l’acqua? In quella parte del mondo dove a causa della siccità, non possono nemmeno lavarsi le mani?

Bisogna fare attenzione a cedere a slogan del tipo: ‘’Che vivano i più forti’’ … che muoiano questi vecchi che ci hanno rubato il futuro … noi siamo resistenti al coronavirus … loro si arrangino’’!

Gruppo marmoreo del Bernini dove si vede Enea che porta in spalla il vecchio padre Anchise per salvarlo dalle fiamme che sanno divorando la città di Troia. Mentre il figlioletto Ascanio li segue.

Che genere di generazione potrebbe mai essere quella che sopravvive a questo prezzo? Certamente ben lontana da quella di Enea che, con immensa fatica, salva il padre Anchise dalle fiamme di Troia portandolo sulle spalle! 

Meditiamo gente … meditiamo … 

Alla prossima

Elena 

Coronavirus: auto-dichiarazione – come funziona e quando usarla

Coronavirus, auto-dichiarazione sugli spostamenti: come funziona e quando si può usare.

Voglio riportare sul mio blog quanto segue, perché la situazione è veramente particolare e vorrei che i miei nipotini, in futuro, possano leggere che cosa succedeva nel marzo dell’anno 2020. 

Ecco che cosa ha stabilito il Governo Italiano attuale (II Governo Conte) per quanto riguarda gli spostamenti dei cittadini, al fine di contenere, i contagi da coronavirus. 

Anche se l’Italia è un ‘’paese bloccato’’, i cittadini potranno continuare a spostarsi per lavoro, salute o necessità. Basterà compilare l’ormai celebre auto-dichiarazione,  un modulo già predisposto per l’istituzione della zona arancione in Lombardia e altre 14 province e ora esteso all’intero paese. Il nuovo testo, utilizzabile in tutta Italia, è stato diramato il 10 marzo.

In breve, si tratta di un documento che certifichi il motivo per cui un cittadino si stia muovendo, nonostante le limitazioni fissate dalle autorità e la raccomandazione a rimanere a casa il più possibile.

AUTOCERTIFICAZIONE/Il modulo per gli spostamenti

Come scritto nella stessa auto-dichiarazione, lo spostamento può essere determinato solo da una serie ristrettissima di casi:  
● esigenze lavorative (andare e tornare dal proprio lavoro; per i lavoratori dipendenti questo qualora il proprio datore di lavoro non abbia predisposto sistemi di smart working) 

● situazioni di necessità (ad esempio andare a fare la spesa, acquisti di prima necessità o per «altri situazioni particolari» da dettagliare agli agenti)

● per motivi di salute (visite o esigenze sanitarie di varia natura)

● rientro presso il proprio domicilio, abitazione e residenza (caso specifico: un cittadino domiciliato a Milano può far ritorno nella località dove mantiene la residenza, ovviamente se le due sedi non coincidono). Vige invece un divieto assoluto di spostamento per le persone sottoposte a quarantena o risultate positive al virus.

Chi controlla le auto-dichiarazioni? 

Il ministro degli Interni Luciana Lamorgese ha scritto in una direttiva ai prefetti che ‘’i controlli sul rispetto delle limitazioni della mobilità avverranno lungo le linee di comunicazione e le grandi infrastrutture del sistema dei trasporti’’.

● Su autostrade e viabilità principale, gli agenti della polizia stradale potranno fermare le vetture e controllare i moduli. Lo stesso potrà essere fatto da Carabinieri e Polizia municipale sulla viabilità ordinaria

● Nelle stazioni ferroviarie saranno attuati gli stessi controlli sui passeggeri, acquisendo le auto-dichiarazioni dei viaggiatori. In aggiunta la polizia ferroviaria, in collaborazione con personale delle ferrovie dello Stato, delle autorità sanitarie e della Protezione civile, si occuperà della canalizzazione dei passeggeri in ingresso ed uscita, operando «verifiche speditive» (rapide) sullo stato di salute dei viaggiatori

● Negli aeroporti, i passeggeri in partenza dovranno esibire la certificazione insieme ai documenti di viaggio. Quelli in arrivo dovranno motivare lo scopo del viaggio in fase di ingresso.

Il foglio deve essere già stampato o viene fornito dagli agenti? 

Secondo la direttiva già citata, l’autodichiarazione può essere ”resa anche seduta stante attraverso la compilazione di moduli forniti dalle forze di polizia”. Ora il governo ha chiarito che saranno le forze di polizia a fornirlo ai cittadini.

Sì, ma come si fa a capire se un’auto-dichiarazione è vera? 

Sempre a quanto si legge nella direttiva Lamorgese, la ‘’veridicità dell’auto-dichiarazione potrà essere verificata anche con successivi controlli’’. In altre parole, le autorità potranno verificare se quello che era stato loro comunicato corrispondeva davvero a una delle quattro casistiche previste dal modulo. In caso di violazione si incorre nel reato previsto dall’articolo 650 del codice penale (inosservanza di un provvedimento di un’autorità: pena arresto fino a tre mesi o ammenda fino a 206 euro ), a meno che il proprio comportamento ‘’possa configurare un’ipotesi più grave’’.

Fonte Sole24ore

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Speriamo che tutto questo finisca presto e bene. Sono convinta che noi italiani ne usciremo a testa alta, perché nessun popolo, meglio del nostro, riesce a gestire l’imprevisto e la confusione. Siamo ”geniali” per definizione e non ci perdiamo certo in un ”bicchier d’acqua”. 

Ce la faremo! E ne usciremo dignitosamente! 

Alla prossima

Elena 

L’uomo … le migrazioni … il clima …

L’uomo emigra da sempre e lo per un sacco di motivi: Fame, guerre, carestie, lavoro, etc …

Il fatto è che quando era un ‘’cacciatore raccoglitore’’ il problema non esisteva, visto che il pianeta era enorme e gli uomini erano ‘’quattro gatti’’. 

Oggi però le cose sono diverse.

Se oggi la migrazione è di tipo prettamente economico e/o a causa di guerre, tra un pò di anni, magari anche solo nel 2050, sarà dovuto quasi esclusivamente ai drastici cambiamenti climatici.

Se le acque continueranno ad alzarsi, causa l’aumento delle  temperature ed il conseguente scioglimento dei ghiacci, il film ’’Waterworld’’ non sarà più ‘’fantascienza’’ ma la dura realtà.

Paesi come il Vietnam del Sud finirebbero sott’acqua, assieme a 20milioni di persone. Shangai, la capitale economica della Cina farebbe la stessa fine. In India Mumbai verrebbe inondata e in Tailandia il 10% della terra abitabile sparirebbe sott’acqua. 

Disegno realizzato dal grafico digitale Jay Simons – dove si ipotizza l’Italia del futuro.

La Gran Bretagna finirebbe sommersa, nella zona Sud, dove c’è Londra, mentre la Pianura Padana sparirebbe, Venezia per prima. 

 

Stiamo parlando di più di 50 milioni di persone – i nostri nipoti tanto per intenderci –  che, entro il 2050, non sapranno dove andare.

Se le cose non cambieranno drasticamente e alla veloce, questo numero salirà a 190 milioni entro fine secolo.

Ecco … dove finirà tutta ‘sta gente? Fatevi una domanda e datevi una risposta. Da non sottovalutare come risposta quella di guerre fratricide per poter sopravvivere su terreni sempre più risicati. 

Questi non sono certo dati miei ma di  Scott Kulp, autore del ‘’paper Climate Central’’ .

Ora, mi rivolgo a tutti quelli che criticano e sfottono Greta Thunberg, chiedendo loro per favore di realizzare che le scelte che dobbiamo fare tutti quanti, oggi,  sono quelle di evitare a tutti i costi di contribuire all’innalzamento della temperatura. 

E, per prima cosa, affrancandoci il prima possibile dai combustibili fossili in tutti i modi possibili, senza stare a fare piagnistei sul dove smaltiremo poi i pannelli solari e le eventuali batterie. 

Una cosa per volta signori, prima togliamoci le castagne dal fuoco! 

Alla prossima

Elena 

Ieri …panico totale.

Ieri, torno dalla lezione del mattino e, quando arrivo a casa, scopro che il cane non c’è più. E’ scomparso.

Antonio non sa dove sia e non ricorda quand’è l’ultima volta che lo ha visto.
Iniziamo a cercarlo in tutta casa, poi in giardino, poi nei garage. Niente … di Luke non c’è traccia.
Presi da un panico sempre più crescente, saltiamo ognuno nelle rispettive auto ed iniziamo a percorrere le strade che normalmente facciamo con lui.
Vado su tutte le spiagge che conosco e domando a tutti. Antonio da parte sua cerca in Paese.
Dopo un’ora e più di ricerche, torno a casa e vedo l’auto di mio marito, speranzosa lo guardo ma lui scuote la testa.
Non avevo più lacrime da versare. Luke non ha nemmeno sei mesi, è l’ultimo cane che avremo nella nostra vita e lo sappiamo entrambi.
Ma poi … Luke pur se non potrà mai sostituire nel nostro cuore Black, è un amore, è pieno di vita, è buono, è intelligente, gioca con tutti… insomma eravamo proprio depressi.

In classe con tutti noi … 🙂

Mi maledivo per non aver messo l’indirizzo di casa al suo collarino e nel contempo, mi consolavo del fatto che Luke abbia sia il tatuaggio nell’interno dell’orecchio, sia il microchip.
Antonio intanto era andato verso la piscina che è chiusa in questa stagione, la apre e controlla che non ci siano ‘’cadaveri’’ … mi metto a piangere ancora di più.
Poi ad un certo punto apre la porta della cucina d’estate, inutilizzata dall’anno scorso, ed ecco che Luke salta fuori come un grillo felice e contento!
Non so chi di noi tre sia il più ‘’pirla’’ ma non importa, Luke era chiuso lì dentro e adesso è con noi sano e salvo.
Tutto è bene quel che finisce bene!

Alla prossima

Elena