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Voto dei ‘’grillini’’ sulla piattaforma Rousseau …

La ”piattaforma Rousseau” è il sistema scelto dal M5S per far partecipare al voto il suo elettorato. Ci si iscrive lasciando le proprie generalità e poi si può accedere al voto e rispondere ai ”quesiti” che normalmente sono presentati in questo modo: ”E’ meglio essere giovani, belli, sani e ricchi, oppure essere vecchi, brutti, malati e poveri”? E con formulazioni di questo tipo l’elettore si esprime.

Ovviamente sul Caso Diciotti il quesito non era poi tanto differente: infatti questo era il tenore della domanda:

“Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari Paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?”

Dunque chi risponderà sì si dichiarerà contrario all’autorizzazione a procedere e viceversa.

Il fatto che nella domanda manchi un dettaglio fondamentale e cioè che i giudici hanno ritenuto che trattenendo a bordo i 177 migranti, attraverso la mancata concessione del permesso di sbarco, il ministro dell’Interno abbia commesso il reato di sequestro di persona, e questo è un dato su cui il Senato non può interloquire (e di conseguenza nemmeno chi vota nella consultazione via internet). Quello che bisogna stabilire è se il presunto reato fosse giustificato da un “interesse dello Stato costituzionalmente rilevante” o da un “preminente interesse pubblico”, come recita l’articolo 9 della legge costituzionale che regola i processi ai ministri. Dal quesito grillino sono sparite le espressioni “costituzionalmente rilevante” e “preminente”, dando per scontato che l’obiettivo del governo di condividere con l’Europa la gestione dei migranti avesse queste caratteristiche. Ma così non è, e proprio questo è il punto della decisione! Ma tanto … agli elettori del M5S interessano forse cose simili? ma va la … se Giggino ha detto che va bene … vuol dire che va bene no? E  quindi?

Comunque per farla breve, grazie ad un ”quesito” manipolatore, sulla piattaforma Rousseau sul caso Diciotti,  i militanti 5 Stelle a maggioranza (59,05%) hanno votato a favore di Matteo Salvini affermando che il Ministro dell’Interno si è mosso ‘’per la tutela di un interesse dello Stato’’ e quindi deve essere negata l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti! E di conseguenza anche nei confronti di Conte, Di Maio e Toninelli in quanto la decisione era stata presa in ”comune accordo”!
Ma dai? Qualcuno aveva forse dei dubbi sul risultato del voto?
Il ‘’popollo’’ vota e la Casaleggio&Associati organizza quesiti e poi decide che cosa hanno votato! Ma chi ‘’certifica’’ ‘sta roba? Mah …
Ovviamente questi sono discorsi da ‘’bar’’ tanto … ormai il livello è questo in Italia.

Ve la ricordate la canzone di Giorgio Gaber, Democrazia? Immagino di si e comunque metto qui un passaggio che dovrebbe farci pensare:

” … Il referendum per esempio, è una pratica di democrazia diretta, non tanto pratica, attraverso la quale tutti possono esprimere il loro parere su tutto. Solo che se mia nonna deve decidere sulla “variante di valico Barberino Roncobilaccio”, ha effettivamente qualche difficoltà. Anche perché è di Venezia. Per fortuna deve dire solo si se vuol dire no, e no se vuol dire sì. In ogni caso ha il 50% di probabilità di azzeccarla” … 

Noi popollo pensiamo di essere ‘’liberi’’ come l’aria e invece rispondiamo ad un pianificato lavoro di ‘’lavaggio di meningi’’. Ma tanto la ”democrazia diretta in rete” piace tanto al ‘popollo” suona bene ed è convinto in questo modo di partecipare.
D’altronde … la ‘’rete’’ serve a prendere ‘’pesci’’ no?

Alla prossima

Elena

Salvini e la ”macchina della disperazione” …

L’avere annullati i permessi umanitari, fa si che gli immigrati che li possedevano e che magari andavano a scuola e stavano imparando l’italiano per inserirsi nel mondo del lavoro, ora non sappiano più né dove andare né cosa fare.

Il chiudere dall’oggi al domani centri di soggiorno per smistare ‘sti disperati in posti peggiori sparsi sulla penisola dove non hanno più nessun riferimento, non aiuta certo l’integrazione.

Senza un permesso di soggiorno regolare NON possono lavorare né essere assunti, anche a breve termine, da nessuno. Visto che Salvini ha annullato i ‘’permessi umanitari’’ se qualcuno li assume e non sono ‘’regolari’’ paga multe salate e/o va in galera. 

Ora …dal momento che li sbattono fuori dalle strutture in cui vivevano fino ad oggi … non sapendo dove andare a posare le loro ossa, andranno ad aumentare il numero dei disperati che dormono alle stazioni o sotto i ponti.

Ovviamente costoro saranno prede perfette per, se va bene, il caporalato, se va male, della malavita organizzata che li userà come galoppini per la droga.

Ovviamente aumenteranno la paura e l’insicurezza nel cittadino medio che, non si fa domande, in quanto già troppo impegnato a sopravvivere.

Il risultato sarà comunque che Salvini potrà continuare a dire: ‘’Vedete che razza di delinquenti che sono? Non vogliono lavorare’’? E noi ‘’popollo’’ gli daremo ragione. Siamo troppo impegnati a sopravvivere  per occuparci anche dei ”guai” altrui. 

Matteo Salvini … inquietante individuo.

Salvini … che squallido meccanismo perfetto per aumentare la ‘’disperazione’’ che hai messo a punto … complimenti! 

Alla prossima

Elena

 

Film – Il Sorpasso

Ieri, assieme alla mia amica Terry, siamo andate al Vox a vedere la pellicola restaurata del film di Dino Risi, ‘’Il Sorpasso’’ (Le Fanfaron). Pellicola in italiano con sottotitoli in francese.

locandina del film

E’ un film del 1962 e già dai primissimi fotogrammi, in bianco e nero,  mi sono sentita proiettare nel passato.  Nel mondo dei miei genitori … degli abiti di mia madre e delle ironiche aggressività verbali di mio padre.
Ma vediamo di raccontare un pò la trama per chi non la conosce.
Dunque … siamo negli anni del ‘’boom’’ economico a Roma in un giorno di ferragosto.
Bruno Cortona un personaggio fanfarone che vive di espedienti (Vittorio Gassman) gira sulla sua spider come un’anima in pena cercando un telefono nella città deserta.
Il telefono lo troverà a casa dello studente Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant) che è rimasto a casa a studiare per un esame di ‘’diritto’’.
Bruno convince Roberto ad unirsi a lui per cercare un ristorante dove andare a mangiare.
Guida come un pazzo, non rispetta nessun segnale, faranno chilometri prima di trovare finalmente un posto dove mangiare. Ovviamente paga sempre Roberto …
Andranno a trovare gli zii di Roberto, dove Bruno, in men che non si dica, si troverà perfettamente a suo agio. Finiranno poi, nel loro girovagare, nella casa della ex moglie di Bruno dove quest’ultimo proverà pateticamente a confrontarsi con la figlia Lilli, di 15 anni (Catherine Spaak) che esce assieme ad un uomo facoltoso ma che potrebbe essere suo nonno, Bibi (Claudio Gora). Bruno dopo aver storto un pò il naso e fingere di fare il genitore abdica alla ‘’saggia’’ scelta della figlia, la quale, lungi dall’odiarlo, lo trova persino simpatico.
Roberto, un ragazzo per bene, mite ed educato subisce, senza esser capace di liberarsene, l’irruenza e l’ironica aggressività verbale di Bruno. A lungo andare però i modi di Bruno, così diversi da quelli a cui è abituato, lo conquistano ed arriva a ringraziarlo per avergli fatto passare i due giorni più belli della sua vita.
Proprio quando Roberto è convinto di aver trovato un amico, in un sorpasso più azzardato degli altri, l’auto sbanda e finisce fuori strada; Bruno si salva mentre Roberto rimane ucciso sul colpo.
L’ultima inquadratura mostra Bruno che guarda l’auto rotolare sulla scogliera e se ne intuisce il rimorso.
Dino Risi ha prodotto un ‘’capolavoro’’. Il sorpasso ha avuto un grande successo ovunque, compresi gli USA con il titolo di ‘’The Easy Life’’.
Le situazioni in cui si trovano coinvolti, i dialoghi ora amari ora sbruffoni … non stimolano ’’riflessione’’ nei due protagonisti. Sia il romano spaccone sia il timido studente non sembrano accorgersi più di tanto della realtà a volte ridicola a volte mostruosa che li circonda. Ne fanno parte loro stessi, sono concentrati solo sul viaggio … un viaggio che li porta lontano da ogni situazione, da ogni riflessione seria su quanto stanno vedendo, su quello di cui fanno esperienza.
E’ un’Italia che è in piena attività … dove ci sono personaggi che cercano di afferrare il futuro in qualche modo. Chi con lo studio e l’impegno chi, come Bruno, con l’arrangiarsi come capita giorno per giorno.
Nell’arco degli anni film come questi sono andati scomparendo, film che erano in grado, pur sembrando ‘’leggeri’’ di farci ‘’pensare’’ .
Sono stati sostituiti per troppo tempo dai cosiddetti film ‘’panettone’’. Pellicole squallide con l’unico fine di fare quattrini … ma che di stimoli al pensiero ne hanno dati ben pochi, se non proprio nessuno.
Il cinema di oggi sta migliorando, pur con ridotti mezzi economici, giovani registi cercano di trasmettere qualche cosa che non sia confinato a ‘’tette e culi’’ come, ad esempio,  i film di Lino Banfi ed Edwige Fennek.
Tra l’altro … Lino Banfi, è stato messo dal Governo DiMaio/Salvini nella Commissione dell’Unesco, mi piacerebbe sapere che genere di ‘’valore aggiunto’’ potrà portare costui. Mah …
Tornando ‘’Al sorpasso’’ come sempre ringrazio Jerome Reber per le felici scelte, il Cinema Vox per trasmettere le pellicole in Italiano e il CIP – Club Italianiste de Provence per il ciclo dei film in lingua.
Alla prossima

Elena

Luigi Di Maio e: ”come ti creo il lavoro” …

Dunque … se ho capito bene, la soluzione per la disoccupazione, secondo il  M5S  sarebbe questa: mò devono assumere i famosi 10mila navigator, il cui lavoro sarà quello di ‘’cercare lavoro’’ per chi non ce l’ha.

Semplice no? Assumo uno, gli faccio ”formazione digitale” e costui ti troverà un lavoro.  Stendiamo un velo pietoso sul fatto che, negli attuali centri per l’impiego, spesso manchino i pc e non ci sia nemmeno la linea Internet, ma queste sono ”quisquilie” …  ‘sti navigator sembra che abbiano la ‘’bacchetta magica’’. 

Andiamo avanti … i navigator comunque, un ‘’posto’’ di lavoro, anche se a tempo determinato ,lo avranno. Ah … dimenticavo …  li prendono facendoli assumere da una controllata (Anpal Servizi)  senza concorso ovviamente! Quindi? Avanti gli ‘’amici degli amici’’?  No comment  … ma questo governo è a ”prescindere onesto’’ quindi perché farsi delle domande? I requisiti necessari  dei navigator non si conoscono ancora bene … ma anche lì bisogna ‘’fidarsi’’.  

Poi i grillini sperano nel fatto che ci siano degli statali che non ne possano più di lavorare e che vogliano approfittare della quota 100 per andare in pensione, anche se ovviamente la pensione sarà più bassa di quella che prenderebbero se aspettassero l’età prevista della Fornero,  e calcolano che costoro siano almeno 70mila.

Quindi, se se ne andranno via 70 mila, automaticamente, secondo Di Maio,  si assumeranno 70mila giovani al loro posto! (Ma … le assunzioni nella pubblica amministrazione non erano bloccate?)

Questi 70mila andranno ad aggiungersi ai 140 mila ”nuovi assunti” promessi dalla legge di bilancio e a questi si sommeranno i 10mila navigator.  

Quindi … 140 mila promessi, più 70mila giovani che sostituiscono quelli che se ne andranno in pensione anticipata, più 10mila navigator abbiamo una somma di 220mila persone. 

Quindi per farla breve, abbattono la disoccupazione assumendo personale statale che ovviamente paghiamo noialtri. Speriamo che almeno siano ‘’efficienti’’ …

Mah … secondo me, alla fin dei fini,  ‘’creare lavoro’’ in questo modo non è che sia poi tanto diverso dall’assumere guardie forestali no? 

Alla prossima

Elena 

Gialloverdi: la situazione economica si deteriora sempre più velocemente …

Andiamo sempre peggio …

Cosa sta succedendo?  Lo SPREAD, (°) con ‘sto governo Gialloverde, aumenta in maniera esponenziale. Come mai?
I rendimenti e lo spread dei nostri titoli di Stato sono parecchio saliti da maggio in poi in quanto chi normalmente investe nei nostri BoT (°°)  BTp (°°°) ha smesso di farlo.
Perché ? Vi chiederete voi , visto che i ‘’rendimenti’’ aumentano? Semplice! Costoro ormai ritengono che il prezzo di BOT e BTP, non sia più compatibile con il ‘’rischio’’ politico del Paese.
Cioè, l’investitore si domanda: ‘’’ E’ vero che investo in qualche cosa che mi dà un ritorno in interessi alto … ma investo anche in uno Stato ‘’poco sicuro’’ che potrebbe andare in default da un momento all’altro e rischio di perdere tutto … mi conviene? Naaaa … ‘’!
Quindi gli investitori esteri hanno ‘’disertato’’ in massa l’acquisto dei nostri Buoni del Tesoro e non hanno quindi rifinanziato il nostro debito.
Ma pure gli investitori italiani non è che si fidino tanto.
Eppure i ‘’gialloverdi’’ in chi confidano? Confidano nel piccolo risparmio di noi italiani. E cioè, per farla breve, nella liquidazione di vostro nonno o di vostro padre, messa in banca e investita per far fruttare un pò ‘sti soldi derivanti dal lavoro di una vita intera! Ma vostro nonno e vostro padre si fidano di comprare BOT e BTP italiani? Manco per le ‘’OO’’! Che genere di ‘’sicurezza’’ dà ‘sto Governo? Nessuna! E quindi? E quindi investono in altro … cose che magari rendono meno ma sono meno pericolose. Sareste felici se la vostra banca investisse i vostri risparmi in cose rischiosissime? NO vero? … ecco, appunto.
Per questo motivo i cittadini italiani non hanno voluto rispondere all’appello del ‘’duo Salvini/Di Maio’’ , che sperano invece in un maggior contributo da parte degli italiani e del loro ‘’risparmio privato’’, che sostengono essere ‘’senza eguali al mondo’’ per rifinanziare il debito pubblico che contano di aumentare!

Governo Giallo-verde: Salvini (fascista della lega), Conte una marionetta, Di Maio – da disoccupato, mantenuto dai genitori – a Ministro dello Sviluppo Economico. E poi ci chiediamo perchè non ispirino fiducia? … mah …

Avete capito i marpioni? Vogliono far debito per mantenere le promesse fatte in campagna elettorale! Ma non hanno i soldi e quindi o li chiedono all’Europa o li chiedono a noialtri! Anche perché per loro, ovvero gente che non ha mai lavorato i soldi ‘’piovono dal cielo’’ no? Prima glieli davano i genitori … mò glieli deve dare l’Europa oppure il ‘’POPOLO’’!
Tirando le somme ciò che si è visto finora è che gli investitori istituzionali e la BCE (Banca Centrale Europea) hanno aumentato si la loro esposizione in Buoni del Tesoro, compensando in parte la fuga dei fondi esteri e la freddezza dei risparmiatori italiani ma non abbastanza da impedire l’ aumento dello spread.
Avete capito adesso? Ci arrivate? Quando questo governo dice che noi non abbiamo problemi per ripagare il debito … parlano dei nostri risparmi!
Quindi chi ha quattro soldi, li dovrebbe, secondo loro, buttare nel debito che contano di fare per far ripartire il Paese ”a modo loro”, il che significa senza fare investimenti ma dando a ‘’pioggia’’ un pò di quattrini!

Meditate gente … meditate …

Alla prossima

Elena

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(°) SPREAD = uno degli indicatori più usati per valutare la crisi italiana è lo “spread con i bund tedeschi”, lo spread è la differenza o “allargamento” (spread in inglese) di rendimento tra i titoli di Stato (come i btp) italiani e quelli tedeschi (“bund”). E cioè: meno l’Italia è credibile, più alti sono gli interessi che deve pagare per avere prestiti e più aumenta lo spread con i titoli tedeschi, giudicati invece molto affidabili.
Pagare alti interessi può infine avere come conseguenza l’impossibilità di ridurre i debiti, il che farebbe di nuovo crollare l’affidabilità del paese, in una spirale sempre più inarrestabile.

(°°) BOT o (Buono Ordinario del Tesoro) è un titolo di credito emesso dallo Stato con lo scopo di finanziare il debito pubblico nel breve periodo. Essi hanno una durata inferiore ai 12 mesi (3, 6 oppure 12 mesi) e, alla scadenza, permettono all’investitore di ottenere una somma pari al valore nominale del titolo che si possiede).

(°°°) BTP o (Buoni del Tesoro Poliennali) è anch’esso un titolo di credito, con la differenza però che viene utilizzato dallo Stato per pagare il debito pubblico nel medio-lungo periodo. I BTP infatti hanno una durata che può andare dai 3 ai 30 anni (3, 5, 7 10, 15 e 30 anni).

Telenovela TAV …

Salvini: ‘’L’opera si farà!

Di Maio: ‘’Ma … veramente … bisognerebbe ancora valutare …’’

Appendino: ‘’Incontrerò le promotrici della manifestazione Si Tav  per sapere cosa pensano in proposito … 

?????????

L’unico che sembra avere le idee chiare, mi spiace dirlo, è Salvini. Gli altri mi ricordano tanto ‘’re tentenna’’. 

I ‘’grillini’’ han cavalcato, tra le tante, anche le manifestazioni dei No Tav, soprattutto al fine di ampliare il loro bacino elettorale. Per tale motivo quindi sono vincolati nelle loro risposte, se non vogliono dar l’impressione di tradire la fiducia che il popolo ha dato loro.

Dato però che di ‘’idee proprie’’ non ne hanno, ma tastano il polso del ‘’popolo’’, tramite algoritmi in rete gestiti dalla Casaleggio&Associati, aspettano gli input dalla Casaleggio appunto per ‘’rispondere’’ a loro volta ai cittadini. Quindi, per forza di cose, stanno sul ‘’vago’’ fino a ‘’nuovi ordini’’. 

E’ il famoso ‘’governo del popolo’’ concepito da Gianroberto Casaleggio. Che era un personaggio  ‘’strano’’ ma se non altro era un ‘’visionario’’. Suo figlio è altrettanto ‘’visionario’’ o preferisce, più semplicemente, fare quattrini? Non dimentichiamo che i parlamentari grillini, per ‘’mantenere’’ la piattaforma Rousseau, che è quella che monitora e risponde alle necessità del ‘’popolo’’ e che pare abbia parecchia pubblicità’, debbano dare al Casaleggio junior  300 euro/mese.  Casaleggio padre voleva monitorare i ‘’desiderata’’del popolo e voleva una politica che rispondesse a questi ‘’desiderata’’! 

Magnifica cosa in se, pure San Francesco cercava di dare tutto quello che aveva. Ma che cosa chiede il popolo? Il popolo chiede di: 

– Avere un buon lavoro, sicuro e tutelato e che gli permetta di fare piani per il futuro,  

– avere dei soldi da spendere, 

– avere una buona sanità, 

– avere delle buone scuole’’! 

Ma dai? Ma ci volevano gli ‘’algoritmi’’ per capirlo? Mah … comunque il succo del discorso non è tanto di rispondere a queste istanze ma essere all’altezza di realizzarle e garantirle nella realtà! E ‘sti qui secondo me, sanno rispondere molto bene ‘’virtualmente’’ … ma nella ”realtà” non sono affatto all’altezza delle situazione! Ma NON è colpa del popolo se sono lì. Il voto deve essere giustamente ”universale” ma sono le candidature che NON devono essere universali! Chi sta seduto su quegli scranni DEVE dimostrare di essere capace di fare qualche cosa! Grrrrr …

Ma non divaghiamo e torniamo al nostro TAV (°) … sono passati ormai trent’anni dal progetto iniziale e ’sto TAV  sembra la tela di Penelope, il che tradotto in ‘’soldoni’’ , significa che il resto dell’Europa, per quanto riguarda opere pubbliche finanziate dalla comunità a favore del nostro Paese, ci veda ormai come la peste! 

Il progetto risale agli anni ’90 e avrebbe dovuto, in teoria, unire l’oceano Atlantico con l’ultimo avamposto prima della Federazione Russa (Kiev-Lisbona). Ma il grande progetto concepito all’epoca di una linea ferroviaria che collegasse il Portogallo con l’Ucraina tra crisi economica e contestazioni ininterrotte dei No Tav è praticamente finito.  Il famoso Corridoio 5 (Kiev-Lisbona) è stato abbandonato e il nuovo tracciato è diventato  “Corridoio mediterraneo”, con un nuovo via dalla piccola Algeciras, in Andalusia, al posto di Lisbona, che, vista la crisi economica ha dato forfait.  E sempre per via delle ‘’calende greche’’ dell’opera pure l’Ucraina si è sfilata, e l’ultima tappa certa potrebbe diventare la più piccola e sconosciuta Miskolc. 

corridoi_ferroviari

Morale … ‘sto sontuoso progetto di viabilità europea, stabilito nelle conferenze di Creta e Helsinki a metà degli anni Novanta, quando cioè le cose sembravano andare bene per tutti, grazie soprattutto alle contestazioni dei No Tav, ha perso i pezzi e oggi quel corridoio, è ormai erroneamente chiamato solo Torino -Lione, tant’è che la gente  pensa che il tratto sia  solo quello. 

Eppure … chi continua a credere al  ‘’sogno di unire’’ i paesi europei non demorde e si batte affinché questa opera venga fatta. 

Fare qualche cosa è positivo. Chiudersi nei propri giardini e dire NO a tutto è negativo.  

Si direbbe però che, nonostante tutta la buona volontà da parte di ‘’qualcuno’’ di ‘’unire’’ i paesi,  la maggioranza dei cittadini voglia restare nei propri giardini e qualsiasi tentativo di ‘’allargamento’’ viene visto malissimo! Ma si … chiudiamoci a riccio … è il modo migliore per creare economia no? Facciamo figli e andiamo a lavorare le ‘’facili’’ terre di montagna che lo stato ci vuol donare.  E che ci vuole a fare il contadino?  

Isoliamoci dal resto del mondo ‘’cattivo’’ … in fondo, come diceva il duce: ‘’Abbiamo tre mari. Abbiamo tanto pesce che a chi lo vuole lo possiamo regalar’’! 🙁 

Alla prossima

Elena 

 

(°) T.A.V. è l’acronimo di Treno ad Alta Velocità, che indica una linea ferroviaria cosiddetta  AV/AC (alta velocità/alta capacità) su cui i treni raggiungono  velocità molto elevate, riducendo drasticamente i tempi di viaggio. E’ un tentativo di rendere il treno competitivo con l’aereo collegando grandi città in tempi brevi, da centro a centro e in modo molto più ecologico, poiché il treno consuma molto meno dell’aereo a parità di passeggeri trasportati.

La UE ha identificato dieci Corridoi multimodali, solo quattro dei quali interessano l’Italia:

Corridoio 1: Berlino – Palermo (in cui è compreso il ponte sullo stretto di Messina)

Corridoio 5: Lisbona – Kiev (Ucraina)

Corridoio 7: Bari – Varna (Bulgaria)

Corridoio dei Due Mari: Rotterdam – Genova.

Quello di cui si parla a proposito di TAV / NO TAV è il corridoio 5 che nel tratto Torino – Lione attraversa la Val di Susa.

Il caos attuale in Libia! Proviamo a fare il …

punto della situazione …

In Libia non c’è sicurezza! E la sensazione di ”sicurezza” è quella che fa marciare il mondo intero! Se ci si sente ”sicuri e tutelati” tutto funziona!  Si ha voglia di fare, di organizzare, di pianificare e si guarda al futuro con ottimismo. Se invece ci si sente ”insicuri” ci si chiude nei propri giardini e si attendono gli ”eventi”, che di solito in queste condizioni sono ”violenti” ed esagerati! Ma vediamo un pò che cosa sta succedendo adesso in Libia …

iu

Dalla scomparsa di Gheddafi, nel 2011, centinaia di ‘’milizie’’ sparse chiedono il potere. In questa situazione ‘’stabilizzare’’ il Paese non è certo un’impresa facile. La Libia avrebbe bisogno di un esercito ben addestrato serio e capace di ostacolare ‘ste milizia che, ad ogni piè sospinto cercano di andare, a loro volta, al potere. 

Come fare ad andare ad elezioni ‘’libere’’’ come spinge Macron in una situazione simile? Fayez Serraj, il premier del Governo di accordo nazionale, uscito dagli accordi di Shikrat  nel dicembre del 2015,  e sostenuto dalla Comunità internazionale, è ora alle prese contro una nuova rivolta a Tripoli. Non è certo la prima ma si direbbe la più grave, visto che sono già morte 200 persone. 

Le varie milizie non danno certo retta a Serraj ma bensì ai capi tribù a cui appartengono. Non dimentichiamo poi che in Cirenaica il business delle armi e della tratta di schiavi sono gestiti assieme da gang criminali e da milizie.

Senza un esercito nazionale ben armato, che risponda solo al Governo, che sia compatto e capace di bloccare costoro,  chiunque abbia a disposizione una milizia può reclamare potere. E, nel caso al ‘’potere’’ non ci arrivi,  farà di tutto, compreso ricorrere alle armi per far andare a ramengo il processo di stabilizzazione di ‘sto disgraziato paese. Cosa che sta accadendo in questi giorni a Tripoli, grazie a quella che chiamano: Settima Milizia!

Il caos creato da ‘sta Settima Milizia è il più grave dall’estate del 2014. Serraj  è andato al potere nel 2015,  quando una coalizione di milizie islamiche  chiamata ”alba Libica”  conquistò Tripoli insediandoci  un Governo ombra di tendenze islamiste, spaccando  di fatto il Paese in due. 

Se finora Serraj è riuscito più o meno a domare le rivolte (le armi molto probabilmente gliele forniamo un pò tutti per tenere a bada ‘ste milizia)  è innegabile che la sua autorità non è che sia poi chissà che. Tra l’altro Serraj non è che dispone poi di un esercito compatto ma bensì di gruppuscoli di milizie che fanno alleanze oggi e le disfano domani. Quindi sono ”affidabili” una cippa!  E che comunque rispondono agli interessi dei loro capi tribù più che a quelli del Governo. Non è un caso che in diverse città della Cirenaica i redditizi business del contrabbando di armi e della tratta di esseri umani siano gestiti congiuntamente da gang criminali e da milizie.

A lanciare l’ultima offensiva contro Serraj è stata la ‘’Settima Brigata’’, una milizia di stanza nelle città di Tarhuna, a sud della capitale. La ragione ufficiale della sua rivolta contro le formazioni fedeli a Serraj sarebbe quella di porre fine al potere delle “milizie corrotte”  (slogan per far digerire interessi propri al popollo che tanto non capisce una cippa) e riportare l’ordine nella capitale”. Ovviamente ogni milizia vuole portare il ‘’suo’’ di ordine. 

Per cercare di evitare uno scontro ancora più aperto  Serraj si è appellato alla potente milizia di Misurata, il cui appoggio al Governo di accordo nazionale non è che sia poi così solido.

La milizia di Misurata infatti respinge le interferenze straniere contro la sovranità della Libia e non aveva partecipato all’incontro tanto voluto da Macron per portare la ‘’pace’’ in Libia.

Macron era riuscito si a far sedere allo stesso tavolo: Serraj, il generale Kalifa Haftar, suo rivale e signore incontrastato della Cirenaica, il presidente del Consiglio di Stato, Khaled al-Mishri, esponente di punta dei Fratelli musulmani, anche lui nemico di Haftar, e il presidente del Parlamento di Tobruk, Aguilah Salah Issa. Questo però non significava far sedere allo stesso tavolo ”tutte” le diverse ‘’anime’’ della Libia. L’intesa che si voleva raggiungere era ambiziosa. Si trattava di unificare le istituzioni, tra cui la Banca Centrale, indire elezioni già in dicembre, formare un esercito nazionale. Ma il fatto che non fosse stata nemmeno firmata dai presenti  la diceva lunga su ‘sto “successo” . Diciamo che si era trattato di una ‘’pia dichiarazione di intenti’’ in attesa di vedere poi come sarebbero finite le cose … e le cose sono quelle di oggi! (200 morti) 

Costoro sono seduti sui più grandi giacimenti di petrolio al mondo … potrebbero innescare il più grande processo di riconversione di affrancamento dalle energie fossili e invece? Invece litigano come cani e gatti …

Macron, dal canto suo,  insiste per elezioni a dicembre!  Ma … in ‘sto casino che cosa potrebbe succedere?  In Libia al momento non c’è un capo riconosciuto … non c’è un esercito … la giustizia non funziona … le Istituzioni sono andata e ‘’pallino’’ … chi assicura ‘’libere’’ elezioni? E ammesso e non concesso che ci sia un ‘’vincitore’’ … la prossima ‘’milizia’’ di un altra tribù o clan lo farebbe ‘’saltare’’ nel giro di pochissimo tempo!

Ovviamente l’Italia in Libia ha moltissimi interessi, vedi ENI, e molto probabilmente l’ENI stessa paga, sottobanco, qualche milizia per tenere la situazione sotto controllo e non farsi rubare tutto.  Ora la domanda è: ”Ma … il Governo attuale, quello ”giallo verde” tanto per intenderci,  ha sevizi segreti e militari sufficienti per controllare la situazione? Oppure la parte del ”leone” la lasciamo fare ai francesi? Secondo me il duo Salvini/Di Maio non sa nemmeno da che parte girarsi. L’unico che ha esternato qualche cosa è il Ministro degli Interni Salvini – anche perché Conte è come non averlo noialtri – e come ministro degli Interni, roba che non c’entra nulla con la situazione estera, ha detto che non manderà l’esercito, che tanto non serve a niente.  Mah … Noi non è che siamo poi tanto meglio dei libici in quanto ad ”anarchia” istituzionale …

Eppure … bisogna assolutamente aiutare ‘sta gente a mettersi a posto. Viceversa gli abitanti cercheranno un futuro ‘’altrove’’ … indovinate dove?

Alla prossima

Elena 

 

 

Immigrazione e pensioni …

Buon giorno Mondo … pensierino del mattino … 

In Italia i lavori rimasti, per milioni di motivi e non ultimo quello della ‘’selezione dell’imprenditoria’’ fatta dalla malavita organizzata, sono quelli con pochissimo know how. Gli unici lavori che per ora non mancano sono quelli della colf, della badante, del giardiniere, del ‘’lavavetri’’ per negozi ed appartamenti. 

La consegna delle pizze a domicilio non dovrebbe nemmeno essere considerata un ‘’lavoro’’ da stabilizzare ma solo un momentaneo ripiego da parte degli studenti universitari per migliorare la propria situazione economica. Come i ragazzi inglesi che lavorano come baristi nei Pub durante il periodo universitario. 

Puntare sulla ‘’regolamentazione’’ di simili attività è pari a ‘’buttare la spugna’’ in termini di creazione di lavoro. 

Comunque tornando ai nostri figli e lasciando perdere chi consegna pasti caldi a gente pigra che non ha nemmeno voglia di cucinare, non ambiscono certo a mestieri di ‘’cura’’ e puntano piuttosto ad un lavoro d’ufficio, che oggi, altro non è se non un triste ”call centre”.  

I giovani che hanno una ‘’buona laurea’’ vanno invece all’estero a cercar lavoro, semplicemente perché lì lo trovano. Da noi ragazzi con una buona scolarizzazione rischiano di essere sfruttati e sottopagati, per il semplice motivo che le nostre  aziende arrancano, sono più piccole e quindi possono ‘’offrire’’ molto di meno in termini di salario e carriera, rispetto ad aziende straniere. Oggi chi ha una laurea,  un master e un dottorato di ricerca in economia non rimane certo in Italia. Un paese dove persino le banche arrancano e dove la ‘’meritocrazia’’, ammesso che venga riconosciuta, è sicuramente ‘’mal pagata’’!

Quindi cosa serve per fare andare avanti la ‘’baracca’’? Serve qualcuno che paghi i contributi e che questo denaro possa essere utilizzato anche per le pensioni. 

La vita si è allungata e se va bene per chi diventa anziano felicemente non va bene per le casse dell’Inps, visto che di bambini,  per ovvi motivi,  non se ne fanno più. Quindi Boeri ha ragione quando dice che l’immigrazione serve. Queste persone fanno il lavoro che a noialtri non piace fare e, se vengono assunti regolarmente,  ‘’aiutano’’ tutti quanti. 

Non dimentichiamo che in Italia le persone con meno di 14 anni sono solo il 14% del totale e che gli stranieri sono solo il 9% (dati 2015) quindi dov’è tutta ‘sta invasione? 

L’invasione è creata a ‘’tavolino’’ da partiti xenofobi che sono lungimiranti quanto una ‘’cavalletta’’. 

I media ormai privi di finanziamenti pubblici che davano loro dignità e autonomia vivono di pubblicità,  per questo motivo hanno bisogno di ‘’audience’’ quindi fanno da gran cassa mediatica a notizie populiste che girano in rete e che sono frutto della propaganda elettorale di gente come Salvini e Di Maio. 

Quindi? Quindi stiamo lentamente scavandoci una fossa con le nostre proprie mani … 

Alla prossima

Elena 

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Cose che non ci sono e cose che ci sono:

  1. Non c’è alcuna emergenza numerica di arrivi di migranti 
  2. Non c’è alcun aumento della criminalità 
  3. Non c’è alcuna prova contro le ONG
  4. Ci sono i trattamenti disumani in Libia e i 300 morti degli ultimi giorni
  5. Avere stranieri integrati non solo è civilmente sacrosanto ma economicamente conveniente.

Finalmente l’Europa parla di noi … porta avanti le nostre istanze … 

Ma quando? Ma dove? Ma che film hanno visto ‘sti due?

Il duo Salvini/Di Maio, tramite quel ‘’festival di competente autonomia’’ di nome Conte,  si dice è felicissimo di aver portato a casa un accordo che altro non si potrebbe definire se non ‘’ridicolo’’ .

Il duo della ”meritocrazia”. Uno mantenuto 12 anni a giurisprudenza dai genitori senza laurearsi, l’altro iscritto a Scienze Storiche senza laurearsi. Più che di ”meritocrazia” per i due in oggetto si dovrebbe parlare di ”miracolati”!

Infatti è un accordo che vede l’accoglienza degli immigrati su base ‘’volontaria’’! ‘’VOLONTARIA’’ … ma avran capito cosa significhi il termine ‘’volontario’’ si o no? Secondo me lo hanno capito eccome, il fatto è che quando si rivolgono a noialtri credono di rivolgersi sempre ad una massa di beoti ignoranti , quindi girano la frittata per farci ‘’digerire’’ qualsiasi cosa.  Sono peggio dello ‘’gnomolaccatodibiaccamarroneintesta’’,  quello che quando parlava del ‘’popolo italiano’’ faceva sempre riferimento alla ‘’casalinga di Voghera’’, tanto per chiarire in maniera dispregiativa, l’inutilità/incapacità/ignoranza dell’elettorato. 

La tanto decantata ‘’Vittoria’’ per ora altro non è se non quello dell’accoglienza basata sulla ‘’volontarietà’’ e che i centri di smistamento restino nei Paesi di primo sbarco. Quindi? Di che cosa dovremmo esser contenti? E’ peggio di prima … Mah … 

Ma veramente Lega e M5S pensano che in Europa noialtri ci si possa permettere di andare a ‘’fare la voce grossa’’? Ma poveri illusi … persino la Merkel è educata e diplomatica, e dire che i tedeschi hanno una voce in capitolo che noialtri ce la sogniamo!

Noialtri abbiamo eletto due individui che ci rappresentano benissimo, due ’’bambini capricciosi’’ che pestando i piedi e facendo i cafoni credono di ottenere chissà che cosa dagli altri Stati membri della Comunità.

I due ‘’monelli’’ passano la ‘vita’’ ad aggredire l’Europa … l’ultimo intervento in ordine di tempo è quello del Ministro degli  Interni Salvini, che giovedì, di fronte alla condanna dell’Italia da parte della corte europea dei diritti umani per la confisca di terreni dove, secondo le autorità, si era costruito abusivamente, ha attaccato: ‘’La Corte di Strasburgo condanna l’Italia e difende gli eco-mostri?  Ennesima prova del fatto che certe istituzioni dovrebbero essere chiuse’’. (°)

Il fatto che noialtri non si sia capaci di gestire problemi legati al nostro territorio in maniera autonoma e che si sia costretti a far ricorso alla Corte dei Diritti dell’Uomo la dice lunga sulla nostra efficienza. 

Salvini e Di Maio comunque non fanno altro che ‘’calcare la mano’’ sull’Europa …aggredirla buttando ‘’sassi’’ a destra e a manca e poi nascondere la mano. Tra l’altro questo atteggiamento non si direbbe tanto mirante a risolvere questioni politiche ma sia solo una strategia mediatica per aumentare la propria personale visibilità,  la ‘’supremazia’’ tra i due. E quindi vai con ‘’annunci’’ che se fossero fatti da bambini meriterebbero, come reazione, solo dei ceffoni! 

Ecco che Salvini dice che la Tunisia è un Paese libero e democratico che non sta esportando ‘’gentiluomini’’ ma spesso e volentieri solo galeotti! Il che ovviamente è risultato in una ‘’mezza crisi diplomatica’’.  

Poi ecco il ”genio” Salvini uscire con un’altra ‘’chicca’’, stavolta sul limite del denaro ’’contante’’ voluta da tutti in Europa, per contrastare sia il ’’nero’’ che la ‘’malavita organizzata’’: ‘’Fosse per me non ci sarebbero limiti di spesa al contante’’!  Ma ‘ste uscite le fa per attirarsi le simpatie di ‘’chi’’ esattamente? Non certo degli altri Paesi europei che sanno benissimo che noi abbiamo dato i ‘’natali’’ ad associazioni come:  ‘’Mafia, Camorra, ‘Ndrangheta e Sacra Corona Unita’’! 

Poi fa la ‘’guerra dei censimenti’’ chiedendo il monitoraggio dell’etnia ROM. 

Ecco quindi che Di Maio (sembra di essere a scuola tra liceali)  fa la ‘’controproposta’’. Dato che devono avergli spiegato che la Costituzione italiana non prevede il censimento per ‘’etnie’’, chiede allora il ‘’censimento dei ‘’raccomandati’’ della Pubblica Amministrazione compresi quelli della Rai’’ e poi, sempre Di Maio, ha il coraggio di dire che il governo del cambiamento deve ristabilire un po’ di meritocrazia! Mamma mia da che pulpito! Era un disoccupato senza né arte né parte, mantenuto 12 anni a giurisprudenza dai genitori, senza peraltro dare esami e laurearsi … e mò è nell’ordine:  Ministro del lavoro, Ministro dello Sviluppo Economico nonché Vice Primo Ministro!  Alla faccia della ‘’meritocrazia’’! Lui più che ‘’raccomandato’’ è proprio un ‘’miracolato’’! 

Ma torniamo al Salvini che butta un’altra pietra, quella sulla ‘’sanatoria fiscale’’. E dice: ‘’Bisogna chiudere da subito tutte le cartelle esattoriali di Equitalia per cifre inferiori ai 100 mila euro, per liberare milioni di italiani incolpevoli ostaggi e farli tornare a lavorare, sorridere e pagare le tasse». Un’ipotesi che interesserebbe il 94% dei crediti fiscali,  in pratica l’86,4% dei ricorsi incardinati nei vari gradi della giustizia tributaria alla fine del 2017. Ovviamente queste ‘’boutade’’ attirano le simpatie in patria ma non sono certo ben viste in Europa. 

Poi eccolo che ‘’rompe di nuovo le scatole’’ sul tema dei vaccini e,  dall’alto della sua laurea MAI conseguita (come l’amico Di Maio) in Scienze Storiche,  dice che dieci vaccini obbligatori sono inutili, dannosi e pericolosi’’!  

Di Maio non sapendo come farsi notare esce con: ‘’Lo Stato deve intervenire  e fornire gratuitamente una connessione ad Internet di almeno mezz’ora al giorno a chi non può ancora permettersela’’.  E, come se non bastasse, attacca la riforma del copyright che, secondo lui, invece di mettere regole ai guadagni assurdi a scapito di altri nel far-west della rete, rappresenterebbe invece un grave pericolo che arriva direttamente dall’Ue e che potrebbe mettere il bavaglio alla rete. D’altronde da gente che vive del ‘’blog di Grillo’’ e di una Agenzia di Strategie Digitali che cosa ci si può aspettare? Una regolamentazione della ‘’rete’’? Macché! Quindi avanti con il ‘’far-west’’ e i guadagni esentasse dei pionieri. 

Poi ‘’ciliegina sulla torta’’ ecco che paventa di sovvenzionare il cavallo di battaglia del ‘’Reddito di cittadinanza’’ con fondi europei!  

Infatti il 21 giugno il giovane leader del M5S, al termine del Consiglio dei ministri degli Affari sociali a Lussemburgo ha chiesto una accelerazione sul reddito di cittadinanza attraverso l’utilizzo dei fondi Europei per i centri per l’impiego. 

Immaginatevi come possono aver reagito gli altri paesi. Tutti sanno che siamo pieni di debiti ma che in campagna elettorale i due hanno promesso mari e monti e mò i soldi per finanziare le promesse le vogliono dall’Europa? Ecco infatti che dall’Unione Europea arriva la frenata della ‘’Commissaria al welfare’’  che ribadisce che il Fse (Fondo sociale europeo) NON può essere utilizzato per sostituire la spesa nazionale, né per misure ordinarie o per politiche ‘’passive’’.

D’altronde,  né Lega né M5S hanno mai voluto né vogliono l’Europa, quindi che cosa stanno facendo? Stanno facendo la ‘’voce grossa’’, chiedendo tutto quello che passa loro per la testa,  tanto … male che vada ci butteranno fuori, quindi potranno dare la colpa all’Europa dicendo: ‘’Vedete? Noi avremmo voluto un’Europa diversa ma loro non vogliono … ’’. 

Il ‘’nemico’’ da combattere è diventato l’Europa. Costoro non hanno un piano per il futuro … costoro combattono ‘’nemici’’ … come i bambini sono solo in grado di giocare a fare la ‘’guerra’’. 

Intanto … Trump prova a spaccare l’Europa in tutte le maniere, mò inizia a proporre alla Francia accordi ‘’separati’’ …

Alla prossima

Elena 

-.-.-.-.-.-.-

(°) La Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che le autorità italiane non avrebbero dovuto procedere con la confisca di numerosi terreni per costruzione abusiva senza una precedente condanna dei responsabili (assenti nei casi esaminati per varie ragioni, tra cui la prescrizione): la sentenza riguarda Punta Perotti (Bari), Golfo Aranci (Olbia), Testa di Cane e Fiumarella di Pellaro (Reggio Calabria).

Naturalmente Salvini ha colto la ‘’palla al balzo’’ ed ha attaccato la Corte Europea dicendo che ‘’difende gli ‘’eco-mostri’’. Ovviamente lo ha fatto per farsi ‘’bello’’ insultando l’Istituzione Europea.  Quello che mi lascia perplessa non è la sentenza in se ma il fatto che il Ministro degli Interni,  non si chieda nemmeno per un attimo come mai noialtri non si sia capaci né di costruire case in maniera decente da soli né di distruggerle in caso di errori,  ma di aver bisogno di ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo! Tutti sappiamo che la giustizia non può fare altro che applicare la legge. Cerchiamo di applicarla noi e non rompiamo le palle al resto del mondo per poi lamentarci delle decisioni altrui!  Noi costruiamo dove non dobbiamo, non siamo capaci di gestire il territorio se non con delle ‘’mazzette’’ a destra e a manca, poi passiamo la patata bollente, dopo anni ad anni di contenziosi alla Corte Europea e poi ne critichiamo la sentenza? Ma che pena … 

Per la serie: Bisogna essere positivi … ecco il nuovo Governo Italiano!

Dunque,  dato che nella vita è necessario essere sempre ‘’positivi’’,  e soprattutto è inutile piangere sul latte versato e nemmeno quando ormai i buoi sono scappati, vediamo un pò di fare il ‘’punto della situazione’’ e capire da chi  è composta ‘sta squadra di governo, soprannominata anche ‘’giallo-verde’’ per via dei colori che la caratterizzano. Giallo per il M5S verde per la LEGA che, notoriamente, si rifà ai verde della Padania! Quella strana mitica regione che esiste tanto quanto ‘’Topolinia’’!  Ma lasciamo perdere … è già tanto che al logo abbiano tolto la parola Nord per non far sentire i ”sudisti” figli di un Dio Minore. Ma…  state tranquilli che è proprio ”quello” che pensano del Sud, il fatto è che  per prendere voti è necessario far finta di niente ed essere amici di tutti no?

Comunque … ecco la squadra: 

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1. Giuseppe Conte – Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana Sostenuto da un accordo di Governo tra M5S e Lega. Nato a Volturara Appula l’8 agosto 1964 è un giurista italiano. Politicamente vicino al M5S .  

2. Luigi Di Maio – Ministro dello Sviluppo economico e vicepremier. Mai lavorato un giorno in vita sua, mantenuto dai genitori 12 anni a Giurisprudenza senza peraltro lavorare entra nei meet-up di Belle Grillo, il comico che assieme a Gianroberto Casaleggio ha fondato il partito M5S.  Ha il diploma di liceo classico. Ha detto di tutto di più contro l’Euro e l’Europa. Ha detto di voler fare un referendum per l’uscita dell’Italia dalla moneta europea. 

3. Matteo Salvini  – Ministro dell’Interno e vicepremier. (Segretario del Partito Lega Nord, cambiato poi in solo Lega recentemente per accaparrarsi i voti del sud dell’Italia. Ha fatto tutta la sua campagna contro l’immigrazione. Nel suo partito milita l’ex Senatore Borghezio famoso per aver dato fuoco ad un immigrato che dormiva sotto un ponte a Torino. Al processo ha detto piagnucolando: ‘’Non sapevo che ci fosse una persona credevo fossero solo degli stracci. Il fascista tipico insomma quello che  è aggressivo e crudele con i ‘’piccoli’’ ma servile e gentile con i ‘’potenti’’) Ha il diploma di liceo classico. Non ha mai lavorato e ha sempre fatto politica. Ha definito l’euro una moneta farlocca come quella del gioco del Monopoli. 

4. Giancarlo Giorgetti – Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. È stato l’uomo macchina della Lega Nord di Umberto Bossi ed è il braccio destro di Matteo Salvini: è stato uno dei protagonisti della trattativa che ha portato all’esecutivo giallo-verde. Nato a Varese nel 1966, laureato alla Bocconi , è commercialista e revisore contabile. Entra in Parlamento nel 1996 e non ne esce più. Dal 2001 al 2006 e dal 2008 al 2013, è presidente della commissione Bilancio della Camera. Nel 2013 viene nominato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano membro del Gruppo dei Saggi.

5. Giovanni Tria – Ministro delle Finanze e dell’Economia  (fa pure rima dovremmo ricordarcelo).  Preside della facoltà di economia dell’Università romana Tor Vergata. È considerato vicino a Forza Italia. 

6. Enzo Moavero Milanesi – Ministro degli Esteri. Già ministro per gli Affari Europei nel governo Letta e in precedenza in quello di Mario Monti. È stato giudice di primo grado presso la Corte di giustizia dell’Unione europea in Lussemburgo e collaboratore della Commissione europea in qualità di Direttore generale del Bureau of European Policy Advisors.

7. Alfonso Bonafede – Ministro della Giustizia. Avvocato, siciliano di nascita e toscano di adozione, il deputato del M5s Alfonso Bonafede è uno dei parlamentari più fidati e vicini al capo politico del MoVimento, Luigi Di Maio. È soprannominato per questo il ‘mister Wolf’ a 5 stelle. Ha fatto parte del direttorio politico M5s nella scorsa legislatura e, una volta sciolto l’organismo ha seguito le complicate vicende del Campidoglio fungendo da interfaccia sia con i parlamentari sia con Beppe Grillo e Davide Casaleggio. È nato a Mazara del Vallo il 2 luglio del 1976, ma dal 1995 abita a Firenze dove si è laureato in Giurisprudenza e dove è rimasto collaboratore come cultore di Diritto Privato e dove ha conosciuto Giuseppe Conte, docente di privato nello stesso ateneo. È stato Bonafede ad avvicinare Conte al M5s. Nel 2006 ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. E dallo stesso anno è avvocato presso il Foro di Firenze con uno studio autonomo. L’attività politica la inizia nel 2006 quando entra a far parte del gruppo degli “Amici di Beppe Grillo” del Meet-up di Firenze. Tre anni dopo si candida alle comunali di Firenze contro Matteo Renzi, racimolando l’1,8%. Alle politiche del 2013 entra in parlamento come deputato. Per tutta la legislatura ricopre il ruolo di vice presidente della commissione Giustizia. Da deputato, si fa promotore di una legge sulla class action che approvata alla Camera è poi sfumata al Senato. Alle elezioni del marzo 2018, nuovamente candidato alla Camera nel collegio uninominale di Firenze-Novoli-Peretola, viene presentato da Di Maio come guardasigilli dell’eventuale governo M5S. 

8. Elisabetta Trenta  – Ministra della Difesa. Esperta analista sui temi della difesa e della sicurezza, esperienze in teatri caldi come l’Iraq, il Libano e la Libia, una laurea in Scienze politiche con indirizzo economico, due master e la passione per il ballo. È il curriculum di Elisabetta Trenta, 51 anni tra una settimana, nuovo ministro della Difesa. Capitano della riserva selezionata del corpo di amministrazione e commissario dell’Esercito, parla quattro lingue – italiano, inglese, francese e russo – e conosce bene il mondo della Difesa: tra il 2005 e il 2006 è stata sia consigliere per la missione “Antica Babilonia 9” per il ministero della Difesa, sia “esperto senior” nella Task force Iraq, a Nassirya, per la Farnesina. Ma non solo: nel 2009 è stata richiamata in servizio come capitano della Riserva nella missione Unifil in Libano e nel 2012 ha coordinato un progetto in Libia per la riduzione degli armamenti illegali. È inoltre vicedirettore del master in Intelligence e sicurezza della Link Campus University, e ha collaborato con il Centro militare di studi strategici (Cemiss) per il quale ha curato la ricerca “Le guerre per procura”. Trenta, stando al suo curriculum, è impegnata nel sociale attraverso due associazioni, ama la musica, suona la chitarra e l’organo. 

9. Paolo Savona – Ministro degli Affari europei. Nato a Cagliari il 6 ottobre del 1936 – Economista e accademico, il professore ha iniziato la sua carriera all’ufficio studi di Bankitalia di cui è diventato direttore. Nel 1976 vince il concorso a cattedra e lascia la Banca d’Italia per insegnare Politica economica prima all’Università di Cagliari e poi all’Università Pro Deo, che contribuì a rifondare come Luiss Guido Carli. È stato anche direttore generale di Confindustria. Ha anche insegnato nelle Università di Perugia, di Roma Tor Vergata, alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione e all’Università telematica Guglielmo Marconi, dove ha fondato nel 2010 il dottorato in Geopolitica. A sbloccare l’impasse è stato il cambio di ruolo di Paolo Savona, professore anti-euro cui Sergio Mattarella aveva negato l’Economia: ora avrà la delega alle Politiche europee. Savona è un euroscettico e più volte ha paventato tramite scritti e interviste l’idea che per l’Italia sarebbe meglio uscire dall’euro. Questo il motivo per cui non è stato accettato al Ministero dell’Economia in prima battuta. 

10. Marco Bussetti – Ministro dell’Istruzione. Nato il 28 maggio 1962, ha un passato da insegnante di educazione fisica e da allenatore di basket, e conosce il mondo della “burocrazia” scolastica. Attualmente, dal 2015, è responsabile dell’ambito X (Milano) dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia; in precedenza, fino al 2011, era stato in servizio presso l’istituto comprensivo di Corbetta fino al 2011, per poi passare in vari uffici periferici. Come si evince dal curriculum reperibile on line sul sito del Miur, ha conseguito la laurea specialistica magistrale in scienze motorie presso l’Università “Cattolica” di Milano. Ha un diploma Universitario preso presso l’Isef statale di Milano e detiene un titolo polivalente di specializzazione per soggetti portatori di handicap. Ha inoltre un diploma di specializzazione conseguito al corso “Il Dirigente pubblico a la gestione del personale: gli strumenti giuridici e manageriali” svoltosi a Bologna presso la Ssna nel 2012/2013. Il curriculum riporta poi una lista di pubblicazioni – libri e dvd – che riguardano, tra l’altro, il tema dell’educazione sostenibile, la promozione sportiva e le prospettive in quest’ambito della scuola italiana, la danza e gli sport di squadra nella scuola. Ha ricoperto diversi incarichi di insegnamento presso l’Università degli Studi di Milano, per il Master Universitario “Sport Management, Marketing and Sociology”; all’Università Cattolica “Sacro Cuore” di Milano; presso l’Università dell’Insubria di Varese, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Corso di Laurea in Scienze Motorie.

11. Giulia Grillo – Ministra della Salute. Giulia Grillo, 42enne siciliana, medico anatomopatologo, attualmente capogruppo alla Camera del M5s, è la nuova ministra della Salute nel governo M5s-Lega. Nata a Catania il 30 maggio del 1975, laureata in medicina e chirurgia con specializzazione in medicina legale, è un’attivista della prima ora del MoVimento, arrivata in Parlamento per la prima volta alle elezioni del 2013. Nella precedente legislatura è stata vice capogruppo e capogruppo alla Camera e capogruppo nella commissione Affari Sociali. Grillo di cognome, ma senza alcun rapporto di parentela con il fondatore del MoVimento, nella 17ma legislatura ha fatto approvare 3 mozioni a sua prima firma su governance farmaceutica, sblocco del turn-over del personale sanitario, revisione della disciplina sull’intramoenia e governo delle liste d’attesa. Tra le sue battaglie quella per il giusto prezzo dei farmaci innovativi. La scelta di iscriversi al meetup grillino di Catania risale al 2006, da allora è stata in prima fila nella lotta contro le trivellazioni in Val di Noto, come in quella contro le privatizzazioni dell’acqua pubblica nel ragusano, fino alla nascita del comitato Addio Pizzo di Catania. Candidata alle regionali siciliane del 2008 e a Montecitorio nel 2013, per quanto riguarda le politiche sanitarie, ha «ambiziosi intenti», come dichiarava sulla piattaforma Rousseau: «Ridurre le disuguaglianze di cura e assistenza fra cittadini e lavorare per una sanità pubblica giusta, efficiente e accessibile attraverso un adeguato finanziamento, una seria programmazione, una revisione della governance farmaceutica, un potenziamento dell’assistenza territoriale, un adeguato piano assunzioni e un aggiornamento dei corsi di Laurea e formazione».

12. Giulia Bongiorno  – Ministra della Pubblica amministrazione. Avvocato dei vip, parlamentare da sempre schierata con il centro-destra, ma anche nota per le sue battaglie a favore delle donne con la fondazione Doppia difesa cui ha dato vita con Michelle Hunziker. Ha un curriculum di peso Giulia Bongiorno, 52 anni, palermitana, indicata come ministro della Pubblica Amministrazione nel governo Conte. La sua popolarità è cominciata nel 1995 quando il principe del Foro Franco Coppi, impegnato su troppi fronti, le chiese di occuparsi in prima persona della difesa di Giulio Andreotti, che era accusato di collusione con la mafia e dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Un’esperienza che le ha cambiato la vita come lei stessa ha raccontato in un libro. Da allora è stato un susseguirsi di incarichi difensivi prestigiosi, spesso in vicende giudiziarie dal forte impatto mediatico. Ha assistito società multinazionali, importanti imprese italiane e personaggi pubblici. Qualche nome tra i tanti: Pierfrancesco Pacini Battaglia, il “banchiere un gradino sotto Dio”, il finanziere Sergio Cragnotti, Vittorio Emanuele di Savoia. Innumerevoli gli incarichi nel campo della giustizia sportiva: tra i suoi tanti assistiti, i calciatori Cristiano Doni, Stefano Bettarini, Francesco Totti e Antonio Conte, allora allenatore della Juventus, club del quale Bongiorno è componente del Consiglio di amministrazione. Ha difeso anche Raffaele Sollecito nel processo per l’omicidio di Meredith Kercker. Entrata in Parlamento nel 2006 con Alleanza nazionale, e riconfermata in seguito con il Pdl, è stata per diversi anni presidente della Commissione Giustizia della Camera. È stata eletta senatrice a marzo con la Lega. 

13. Alberto Bonisoli  – Ministro dei Beni culturali. Design, moda e formazione sono le competenze di Alberto Bonisoli, l’uomo indicato dal premier Giuseppe Conte per la guida del ministero di Beni culturali e turismo. Bocconiano, classe 1961, il ministro che succederà a Dario Franceschini nella tutela, la gestione e la promozione del patrimonio culturale italiano, ma a sorpresa – almeno per ora- anche delle politiche per il turismo (il ministero che M5S avrebbe voluto scorporare) è attualmente a capo della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, istituzione privata presente in 80 paesi che dal 1980 si occupa in Italia di moda, grafica e design, e presidente della rete delle Scuole di Moda. Sposato e padre di due figlie, a lungo professore di Innovation Management alla Bocconi, Bonisoli non sembra essersi mai occupato in particolare di patrimonio culturale, interessato piuttosto ai temi della formazione e dell’insegnamento, sua dichiarata “passione”, per i quali vanta collaborazioni nazionali ed internazionali, in particolare con l’Unione Europea e il Miur. Per quanto riguarda il turismo, “Cenerentola nei passati governi”, il neoministro pensa ad una «promozione più forte all’estero e ad un maggiore coordinamento centrale», puntando su turismo di qualità, ma anche sulla accoglienza degli studenti stranieri, «che poi tornando in patria sono i nostri migliori ambasciatori».

14. Gian Marco Centinaio  – Ministro dell’Agricoltura. Capogruppo della Lega al Senato, Gian Marco Centinaio, ministro dell’Agricoltura del governo Conte, è nato a Pavia il 31 ottobre 1971. Lombardo doc, si è laureato nel 1999 in Scienze politiche con indirizzo economico-territoriale all’Università di Pavia. Leghista fin dal primo vagito e con la passione per la politica nel sangue, già tesserato a 19 anni diventando militante nel 1994’. La sua carriera istituzionale inizia nel 1993 come presidente del Comitato di quartiere Città Giardino, poi come consigliere comunale di Pavia fino al 2009, quando viene eletto vicesindaco e assessore alla Cultura. Dal 1999 al 2005 è segretario cittadino della Lega di Pavia e poi componente del direttivo cittadino. Approda a Palazzo Madama dopo le Politiche del 2013 diventando senatore della Lega. Da luglio 2014 è capogruppo al Senato e mantiene lo stesso incarico dopo il voto del 4 marzo.

15. Danilo Toninelli  – Ministro delle Infrastrutture e trasporti. Nato a Soresina nel ’74 è entrato in politica nel 2010 fondando il meet-up del gruppo Cremasco. Laureato in giurisprudenza. Capogruppo per il Movimento 5 Stelle al Senato. Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto deputato. Alle politiche 2018 è stato eletto nella quota proporzionale Lombardia 1.

16. Sergio Costa  – Ministro dell’Ambiente. Nato a Napoli nel 1959, si è laureato in Scienze Agrarie, con un master in Diritto dell’ambiente. Entrato nel Corpo Forestale, ne è diventato comandante regionale in Campania. Ed è in questo ruolo che all’inizio del Duemila ha guidato la sua indagine più famosa: quella sui rifiuti tossici interrati dal clan dei Casalesi nella cosiddetta Terra dei Fuochi, la piana agricola del Casertano al confine con Napoli. Sposato, due figli, Costa si è occupato anche delle discariche abusive nel Parco del Vesuvio e ha condotto indagini sul traffico internazionale dei rifiuti, in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia. Nel 2017, quando la Forestale è stata accorpata ai Carabinieri, è diventato generale di brigata dell’Arma. Oggi vive a Napoli. Sul suo tavolo il neo-ministro troverà due dossier particolarmente scottanti, per i quali l’Italia è stata deferita dalla Commissione europea alla Corte di Giustizia: i continui sforamenti dei limiti per l’inquinamento atmosferico, in particolare per le polveri sottili Pm10, e il deposito unico nazionale delle scorie nucleari. L’Italia è tenuta a farlo dalle norme europee, ma i vari governi non hanno mai osato affrontare l’argomento, a causa delle prevedibili proteste popolari. Il ministero dell’Ambiente ha poi voce in capitolo su tutte le grandi opere, con le Valutazioni di impatto ambientale (Via), senza le quali i cantieri non vanno avanti. Si pensi a Tav, Tap, Terzo Valico, Mose e tante altre.

17. Lorenzo Fontana – Ministro di Famiglia e disabilità. Dalla Fiera di Verona al governo, passando per il Parlamento Europeo. La carriera politica di Lorenzo Fontana, neo-ministro alla Famiglia e alle disabilità, si è sviluppata tutta nella Lega. Nato a Verona il 10 aprile 1980, dipendente dell’Ente Fiera, laureato in Scienze politiche e in Storia della civiltà cristiana, dopo essere stato consigliere comunale di Verona, nel 2009 Fontana è stato eletto per la prima volta al Parlamento Europeo, diventando capo-delegazione del gruppo della Lega. Nel 2014 è stato confermato, ottenendo il seggio grazie alla rinuncia dell’allora sindaco di Verona, Flavio Tosi all’epoca leghista, primo degli eletti nel Carroccio. Nel corso del secondo mandato ha fatto parte della Commissione per le libertà civili, giustizia e affari interni, e della delegazione per le relazioni con l’Iraq. Da sempre a stretto contatto con Matteo Salvini, che lo ritiene il suo “stratega” politico, nel febbraio 2016 Fontana è stato nominato vicesegretario della Lega. Nel giugno dello scorso anno, con l’elezione di Federico Sboarina a primo cittadino di Verona, è stato nominato vicesindaco, con le deleghe alle politiche per la casa, relazioni internazionali, fondi Ue, veronesi nel mondo, smart city, mantenendo l’incarico al Parlamento Europeo. Incarico che ha invece lasciato dopo il voto del 4 marzo, quando è stato eletto deputato alla Circoscrizione Veneto. Il 29 marzo Lorenzo Fontana è stato eletto vicepresidente della Camera ed ha poi rinunciato all’incarico di vicesindaco di Verona, dimettendosi. Nel 2018 ha pubblicato anche il suo primo libro, “La culla vuota della civiltà. All’origine della crisi” scritto a quattro mani con il banchiere Ettore Gotti Tedeschi e con la prefazione di Matteo Salvini. È sposato con Emilia Caputo, napoletana, assistente al Parlamento Europeo, dalla quale ha avuto una figlia, Angelica. È tifoso dell’Hellas Verona.

18. Riccardo Fraccaro – Ministro dei Rapporti col Parlamento e democrazia diretta. Tutto cominciò nel 2010 a Trento. È lì che Riccardo Fraccaro ha fondato il primo meet-up del capoluogo trentino, sua città di adozione, sposando soprattutto la battaglia contro l’inceneritore. Per l’attuale questore della Camera, 37 anni , arriva il ministero dei Rapporti con il Parlamento e della Democrazia diretta, come ha annunciato il premier Conte leggendo la lista dei ministri al Quirinale. Arriva così, soprattutto, anche la battaglia più sentita dal Movimento, il taglio ai vitalizi dei parlamentari anche se gli stessi sono stati aboliti nel 2013.  Nato a Montebelluna, in provincia di Treviso, Fraccaro si sposta in Trentino dove si è laureato in giurisprudenza. Cinque anni fa l’avventura a Montecitorio, unico deputato M5s eletto in Trentino. Per il Movimento diventa anche portavoce del gruppo e segretario dell’ufficio di presidenza. Dopo il voto del 4 marzo, finita la prima riunione dei questori di Camera e Senato, annuncia: ‘’Il M5S abolirà i vitalizi nel giro di due settimane con una delibera. Sono un istituto anacronistico e inaccettabile’’. (Sta parlando ovviamente dei vitalizi acquisiti ante 2013)

19. Barbara Lezzi – Ministra per il Sud. Ministra per il Sud in quota M5S in un dicastero che nel programma di governo iniziale del M5S non doveva neanche esistere. Pugliese, classe 1972, la senatrice si è diplomata nel 1991 all’istituto tecnico Deledda per periti aziendali di Lecce, la città in cui è nata. Assunta dal gennaio 1992 in un’azienda del settore commercio come impiegata di III livello, viene eletta senatrice già la scorsa legislatura dove diventa vicepresidente della Commissione bilancio e membro della Politiche europee. Subito si ritaglia un ruolo di spicco tra la truppa pentastellata sbarcata in Parlamento: dopo la caduta del divieto di partecipare alle trasmissioni tv viene scelta dalla comunicazione tra i parlamentari prescelti a partecipare ai dibattiti in tv e poi inviata come prima pentastellata a partecipare al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Conosciuta come la “pasionaria grillina” Lezzi, con un bottino di 107 mila voti, nelle ultime elezioni ha messo al tappeto due big come l’ex premier Massimo D’Alema e la sottosegretaria uscente allo Sviluppo economico Teresa Bellanova. Lezzi è stata sfiorata dal ciclone dei mancati rimborsi M5s per un bonifico di poche migliaia di euro che mancava all’appello.

20. Erika Stefani – Ministra degli Affari regionali e autonomie. Nata a Valdagno, nel Vicentino, il 18 luglio 1971, avvocato, esponente della Lega, è entrata in politica alle amministrative del 1999 come consigliere del comune di Trissino. Prima di approdare in Parlamento, ha fatto una lunga carriera a livello amministrativo e territoriale. Alle elezioni comunali del 2009 si è presentata come candidata del Carroccio a Trissino, è stata eletta e ha ricoperto le cariche di vicesindaca e assessore all’Urbanistica. La svolta politica vera e propria è arrivata però solo nel 2013, quando è stata eletta senatrice con la coalizione di centrodestra alle politiche. Durante la legislatura, è stata vicepresidente del gruppo Ln-Aut dal 15 luglio 2014, membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, componente della commissione Giustizia. Inoltre ha fatto parte della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere; del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa; della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Era anche membro della commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro. Alle elezioni del 4 marzo ha ripetuto il successo ottenuto alle precedenti politiche ed è stata rieletta nel collegio uninominale di Vicenza.

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Secondo il sole24ore pare che il neo presidente del consiglio Giuseppe Conte abbia già un braccio destro a Palazzo Chigi.  Si tratta di Pietro Dettori, che ha un ruolo di primo piano ma sempre dietro le quinte, come del resto è stato fin qui nel lavoro svolto per Casaleggio, Grillo e M5S. Dettori entra alla Casaleggio grazie a doti riconosciute sulle strategie social. Era il marzo del 2011 quando il giovane di origini cagliaritane trapiantato a Milano, con in tasca una laurea in Scienze della comunicazione a Bologna, mise piede per la prima volta alla Casaleggio, dove si è poi insediato definitamente nel luglio del 2012. Era lui a scrivere molti dei post che finivano sul blog di Beppe Grillo. E del comico è stato per lungo tempo una sorta di ghostwriter.  Alla morte di Gianroberto, il figlio lo volle con sé nell’Associazione Rousseau, vera cabina di regia del M5S, ma sarà l’addio dell’europarlamentare David Borrelli a permettergli l’ingresso come socio nella stessa Associazione, accanto a Davide e a Enrica Sabatini. La Casaleggio si occupa della comunicazione del M5S. Rousseau è una piattaforma che gestisce le votazioni più importanti (candidature e decisioni politiche), i dati degli iscritti, le leggi condivise con i cittadini. È un fortino di informazioni che dà un grande potere a chi lo controlla. E Dettori ne diventa prima responsabile editoriale, poi appunto socio. A marzo di quest’anno Dettori si è trasferito nella Capitale per dirigere da qui il Blog di Grillo. Ma anche per “supervisionare” la comunicazione parlamentare dei pentastellati al Governo. Ufficialmente il suo ruolo è quello di gestire “Il Blog delle Stelle”, di fatto Dettori è diventato il punto di riferimento di molti parlamentari per la comunicazione ed è sempre ben visibile dietro a Luigi Di Maio.   E indovinate un pò …  con chi è andato a cena il primo ministro Conte dopo aver lasciato il Quirinale? I bene informati suggeriscono che il suo commensale fosse proprio Pietro Dettori!

Comunque ormai lì sono e dobbiamo lasciarli lavorare. Tutto sommato di gente con la ‘’testa su collo’’ ce n’è parecchia e le intenzioni sono senz’altro buone.  Speriamo anche che ci sia l’entusiamo, la voglia, la stamina e le capacità per fare piccoli passi sempre nella giusta direzione. I cambiamenti non avvengono dall’oggi al domani e forse finalmente, sbattendo il naso contro i problemi ‘’reali’’ se ne renderanno conto non solo loro ma soprattutto quell’elettorato il cui pensiero può essere sintetizzato in un: ‘’… e che c’è vò’’? 

Alla prossima

Elena