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Non riusciamo a spendere i quattrini che l’Europa …

Pensierino del mattino…
Non riusciamo a spendere i quattrini che l’Europa ci mette a disposizione. Come mai? Noialtri si arranca sempre. Ci riempiamo la bocca di parole e poi abbiamo una burocrazia arcaica che frena ed è ostile al cambiamento.
Viviamo il cambiamento come un ”salto nel buio”. Ovviamente, se questa è la nostra sensazione un motivo ci sarà no? Il motivo dipende forse dal fatto che non ci fidiamo di chi vuole cambiare?
Facciamo l’esempio dello smaltimento dell’amianto.

Vivo a Trino e, in questa zona, il problema ”amianto” è serio ed sentito molto dalla popolazione eppure…

Eppure mi pare non esista, al momento, un piano organico per poter accedere ai finanziamenti europei.
Esiste una mappatura aggiornata e dettagliata delle strutture coperte da amianto?
E questa mappatura è suddivisa tra industriali e civili?
Esiste un piano costi quantificato per eliminare queste coperture?
Esistono e sono quantificate le tempistiche per farlo?
Mah …

Eppure, qui a Trino non mancano certo i tecnici che potrebbero trovarsi ad un tavolo, discutere il problema, trovare le soluzioni ed accedere al piano di Contribuzione Europeo.
Il Comune dovrebbe spalleggiare e sostenere i tecnici, rimborsando loro le spese sostenute, ed eventualmente dare a loro, se ne avessero le competenze/strutture, gli appalti per lo smaltimento.
Bisogna imparare a far interagire associazioni, tecnici, burocrazia e politica.
I politici in fondo non sono altro che dei PR che dovrebbero esser capaci di mettere in contatto le competenze locali, se ne sono all’altezza, per risolvere problemi che danneggiano la collettività.
Ma poi, se qualcuno mette a disposizione della collettività le proprie competenze dovrebbe esser premiato in qualche modo … o no?
In questo modo tutto avverrebbe alla luce del sole e premierebbe: primo, chi si è occupato, dedicando tempi e sforzi per risolvere la questione, secondo, la collettività tutta che si ritroverebbe finalmente con dei tetti con non uccidono!
Ci ritroveremmo con degli ex capannoni industriali sanificati e magari, perché no, coperti di pannelli solari.
Cosa questa che attirerebbe, più di quanto lo faccia nello stato attuale in cui versa, eventuali aziende produttive che volessero installarsi nella ex zona industriale. Il tutto senza ”mangiare” ulteriore terreno.

Eppure… non è certo da ieri che esiste il problema, come mai non è stato affrontato con i piedi per terra e ci si è limitati a sporadici annunci?

Noialtri preferiamo forse continuar a fare le anguille che si dibattono … invece di affrontare le cose nella ‘’realtà quotidiana’’?
Detto questo, le bacchette magiche non esistono ed i tempi per fare sono lunghi. Ma la visione di un piano deve essere a lungo termine.
A breve si fanno solo sterili annunci.

Alla prossima

Elena

Biodiversità … vogliamo salvarla si o no?

Oggi tutti parliamo di ”biodiversità” e di quanto sia fondamentale ma… che cosa facciamo per garantirla?
Quando sono nata io, nel 1955, eravamo 2,5 miliardi. Oggi siamo quasi 9 miliardi. Impressionante vero?
Noialtri consumiamo, generiamo quantità industriali di rifiuti, inquiniamo usando combustibili fossili.
La politica e le Istituzioni devono prendere decisioni in merito, e lo devono fare cercando di salvaguardare Pianeta, sviluppo economico e lavoro. Un’impresa enorme, che infatti stenta ad ottenere dei risultati anche perché la ”politica” ha capito un pò troppo tardi il problema. Non solo, una certa ”politica” continua a negare il problema e a pensare che le cose possano andare avanti ”come sempre” all’infinito. Purtroppo i cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti e nascondere la testa sotto la sabbia serve a poco.
Ma lasciamo perdere e parliamo di quel che potremmo fare ‘’noi’’ semplici cittadini.
Noi sappiamo ormai che, pur nel nostro piccolo, dovremmo cercare di ridurre il più possibile la nostra ‘’impronta’’ sul pianeta. Come? Vediamo un pò…
Per prima cosa dovremmo ridurre il consumo di carne.
L’allevamento di animali da carne e da latte richiede enormi apporti di acqua e mangime. Oggi, una delle maggiori cause di perdita di foreste è proprio l’espansione dei terreni agricoli per la produzione di mangimi, come la soia. 
Passare da una dieta dominata dalla carne a una più vegetariana può ridurre il nostro impatto sull’ambiente. Gli alimenti vegetariani e vegani sono in forte aumento e stanno diventando molto più comuni ovunque, quindi raramente avremo difficoltà nel reperirli.
Non voglio soffermarmi qui sul ‘’come’’ vengono allevati ad esempio i maiali. Purtroppo lo sappiamo e mi chiedo se tutto questo abbia un senso. Non sarebbe meglio mangiare la carne di un maiale che razzola libero in un cortile? Magari pagandola di più ma mangiandone di meno, piuttosto di costringerlo ad un vita di sevizie inimmaginabili? Mah …
Ma torniamo a noi, il ridurre il consumo di carne e i latticini può anche ridimensionare il prezzo della spesa settimanale. 
Allo stato attuale l’agricoltura su larga scala è la più grande fonte di sfruttamento della terra, guida la deforestazione che peggiora i cambiamenti climatici, utilizza il 70 percento della fornitura mondiale di acqua dolce e si basa sull’utilizzo massiccio di fertilizzanti, insetticidi, erbicidi… che inquinano il pianeta ed uccidono la cosiddetta ‘’biodiversità’’. Con la necessità di sfamare sempre più persone, l’espansione agricola potrebbe devastare ulteriormente gli habitat, rilasciare ancora più carbonio nell’atmosfera e prosciugare i fiumi. Il tutto per farci mangiare carne cattiva tutti i giorni? Non vi pare da scemi? Mah …

Altra cosa fondamentale che dovremmo fare è il sensibilizzarci e rendere inaccettabile lo spreco delle nostre risorse in tutti gli aspetti della nostra vita per salvare il pianeta. Ogni prodotto che acquistiamo ha un impatto ambientale e potrebbe finire in discarica. L’inquinamento da plastica nei nostri oceani sta diventando sempre più chiaro, con impatti deleteri sull’ecosistema marino.
Quindi dobbiamo imparare a riciclare il più possibile ed aumentare il numero delle aziende che selezionano e suddividano i materiali che vengono da noi gettati per poter essere nuovamente utilizzati. In questo modo, tra l’altro, si creerebbe anche lavoro.  
Ma noi non buttiamo via solo i prodotti che acquistiamo. Si stima purtroppo che un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo vada perso o sprecato. Il che è assolutamente vergognoso, visto che c’è gente sul pianeta che non ha nulla da mangiare e che vive di elemosine elargite dai paesi cosiddetti ‘’ricchi’’!
Noi dovremmo fare la nostra parte evitando, prima di tutto, gli sprechi e poi dovremmo, per chi ne ha la possibilità compostare i rifiuti organici che non possiamo mangiare.
Ho la fortuna di avere un piccolo giardino ed ho il mio contenitore di ‘’compostaggio’’ dove getto tutte le parti vegetali che non utilizzo e che si trasformano, nel tempo, in buona terra e che riutilizzo nel giardino.

Che dire della plastica? Meno del 20 % di plastica prodotta al mondo viene riciclata, il resto viene bruciato (producendo Co2) oppure sepolto in discarica o, peggio ancora, finisce disperso nell’ambiente! Ecco perché ogni sforzo fatto per ridurre il consumo di plastica è necessario per salvare il pianeta.
Uso da anni bottiglie di vetro per l’acqua ed ho acquistato un ‘’coso’’ che produce bollicine usando l’acqua del rubinetto. In questo modo abbiamo risolto il problema delle bottiglie di plastica. Senza contare che non devo ‘’gamalarmi’’ pacchi di bottiglie d’acqua che pesano tonnellate.
Il cambiamento climatico è la minaccia più grave che il nostro pianeta deve affrontare oggi. Dobbiamo ridurre le emissioni di carbonio per prevenire catastrofici danni. E farlo è possibile anche grazie alle energie rinnovabili. 
Non tutti riescono a mettere pannelli sul tetto per prodursi la propria energia 100% green ma tutti possiamo cambiare fornitore energetico e sceglierne uno che si impegni seriamente per affrancarsi dai combustibili fossili e punti sull’energia da fonti rinnovabili.
Se poi si utilizzano piastre ad induzione per cucinare e sistemi di riscaldamento per acqua e casa che vanno ad energia, possiamo eliminare anche il gas ed avere una casa a zero emissioni.
Noi abbiamo scelto questa soluzione, casa nostra ha pannelli solari e pompe a calore che sfruttano la temperatura costante dell’acqua. Casa nostra è ‘’gas-free’.
Quando puliamo casa poi dovremmo optare o per i vecchi prodotti della ‘’nonna’’, quelli con meno impatto chimico, oppure cerchiamo quelli cosiddetti ‘’eco-bio’’ quelli cioè con un impatto ambientale minimo, costano come gli altri ma inquinano di meno.
Fondamentale poi è imparare ad usare l’acqua in modo consapevole. Ad esempio, per lavarci i denti è sufficiente un bicchiere d’acqua, invece di lasciarla scorrere inutilmente.
Per quanto riguarda le docce, impariamo ad aprire il rubinetto per bagnarci, ma poi chiuderlo mentre ci insaponiamo e riaprirlo solo per sciacquaci. Sembra poca cosa, ma ricordiamoci che siamo quasi 9 miliardi!

Comunque, per farla breve, noi abbiamo anche la ‘’leva’’ del voto, quindi cerchiamo di capire che è un vantaggio votare rappresentanti politici realmente impegnati per migliorare lo stato del pianeta e con un piano strategico a lungo termine. Noi dobbiamo premiare i politici che appoggiano e sponsorizzano determinati sistemi economico- produttivi rispetto ad altri.
Solo imboccando la strada giusta potremmo dare un futuro alle nuove generazioni. Ai nostri figli ed ai nostri nipoti.
Ogni anno, sempre più giovani lavorano insieme per mostrare ai nostri leader politici che vogliono il cambiamento e si impegnano per salvare il pianeta. Diamo loro una mano!

Alla prossima

Elena

L’ottimismo è il ”sale” della vita? Perchè no?

Pensierino del mattino: ‘’Che cosa potrebbe salvarci’’? 

Stamattina sono ottimista e credo la soluzione ci sia eccome, semplicemente non la vediamo in quanto siamo diventati un pò ‘’rammolliti’’! 

Provo a spiegarmi meglio.  Noialtri siamo passati attraverso varie fasi. Le più recenti sono state le cosiddette ‘’rivoluzioni industriali’’ …

 La Prima Rivoluzione Industriale è avvenuta in Gran Bretagna, nella metà del 1700. Grazie ai proventi derivanti dalle colonie,  gli inglesi disponevano di una classe imprenditoriale ricca disposta a investire in attività industriali con rischi e possibilità di guadagno, entrambi elevati. 

Donne che lavorano ai telai in un’industria tessile dell’800. Anche le bambine erano impiegate in tale lavoro, usurante e faticoso.

Disponevano di un’abbondante manodopera, di risorse energetiche e di materie prime, quali, all’epoca,  legno e carbone. 

L’invenzione di macchinari in grado di aumentare la produttività – come ad esempio la macchina a vapore – e di sfruttare le nuove fonti di energia, come il carbone,  aprivano scenari di sviluppo in cui investire non indifferenti. 

La Seconda Rivoluzione Industriale iniziò intorno al 1870 e proseguì fin verso la seconda guerra mondiale, 1945.

Per prima cosa vide la fine del primato dell’Inghilterra ed iniziarono a primeggiare Paesi come Germania e Stati Uniti d’America.

Questa rivoluzione si basò su due nuove fonti di energia: elettricità e petrolio, e su nuove invenzioni, come ad esempio la dinamo ed il telefono.

La Terza rivoluzione industriale  dal 1945 al giorno d’oggi … è quella che ha dato un grande benessere  anche se non distribuito, specie all’inizio,  in maniera omogenea. Le innovazioni tecnologiche, energia atomica compresa, hanno dato sì benessere ma il costo di tale energia è troppo pericoloso. Il costante sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni, se da un lato ha avvicinato tra loro gli esseri umani, dall’altro li ha penalizzati con un inquinamento sempre più pericoloso. 

Il ‘’petrolio’’ , dopo averci regalato un benessere economico ininterrotto per anni, sta oggi distruggendo il pianeta,  portandoci tranquillamente verso un’ ‘’estinzione di massa’’.

Che cosa potrebbe salvarci? Ma è semplice! La Quarta rivoluzione industriale! 

Che non ha nulla però a che vedere con il concetto a cui molti  si riferiscono oggigiorno.  Industria 4.0 parla di ”macchine/robot” autonome ed intelligenti, magari biotecniche,  che faranno le cose al nostro posto.  Secondo me invece, il termine ”Quarta rivoluzione industriale” dovrebbe essere il cambio di marcia radicale per quanto riguarda il ‘’sistema’’ con cui produciamo energia.

la quarta rivoluzione industriale non è quella limitata alla tecnologia. La IV rivoluzione può solo essere l’affrancamento dai combustibili fossili!

Noi dobbiamo assolutamente affrancarci dai combustibili fossili e alla veloce! Sono anni che lo diciamo ma sarebbe ora di ‘’accelerare il passo’’. 

Quindi: vento, sole e mare dovranno segnare la prossima rivoluzione industriale – quella legata all’ energia. 

Secondo l’agenzia internazionale dell’energia (Aie), l’eolico offshore avrebbe la potenzialità di soddisfare più volte l’intero fabbisogno mondiale di elettricità nel giro di un paio di decenni ed, ovviamente, a zero emissioni. 

Che cosa stiamo aspettando? 

Pannelli solari sui tetti di tutte le case, collegati tra loro ci daranno energia pulita ma, soprattutto ci daranno lavoro! Cosa della quale abbiamo bisogno per la nostra dignità! 

I pannelli bisogna ben produrli, commercializzarli, distribuirli, installarli no? E quindi forza! 

La stessa cosa per l’eolico e per i sistemi che imbriglieranno le correnti marine. 

Diamoci da fare. Smettiamo di piangerci addosso e di lamentarci. Tiriamoci su le maniche e salviamo pianeta e razza umana! Tutta! 

Alla prossima

Elena