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Pattini a rotelle ”vecchio stile” …

Visto che belli questi pattini? Li ho comprati da Decathlon tempo fa.

Perché? Perché da ragazza ero un campione qui sopra e quando li ho visti, a 4 ruote come quando ero giovane, (sono del ’55) mi sono commossa ed ho pensato: ‘’Devo assolutamente rimettermi a pattinare’’! Mi sono seduta, li ho indossati e, davanti agli occhi preoccupati di mio marito, ho fatto qualche timido ‘’giretto’’, acquisendo quasi subito sicurezza. Sicurezza anche dovuta alla pavimentazione del supermercato.
Per farvi capire il mio rapporto con i pattini, all’epoca, vi posso dire che mi muovevo, indossandoli, come se avessi un normale paio di scarpe.
Per darvi un esempio della dimestichezza basterebbe dire che scendevo le scale saltellando con i pattini nei piedi, ed abitavo al 6° piano!
Andavo a fare la spesa con i pattini ai piedi, portavo il cane a spasso, prendevo il bus, ci sono andata persino a scuola.
A parte l’odio celato dei condomini nei mei confronti, devo dire che mi sopportavano, tutto sommato, con simpatia. Ero giovane, carina, simpatica, mi volevano tutti bene nella casa.

Ebbene questi, in foto, li ho comprati da quasi due anni e da allora, sono finita due volte in sedia a rotelle, per via delle mie ernie discali, sono stata ingessata alla caviglia, una caviglia frantumata grazie a 7 anni di pallacanestro e ad altrettanti di atletica leggera, sono stata operata al polso sinistro per una frattura al radio, all’ulna ed al piramidale e che, se devo essere onesta, ‘sto polso non è a posto nemmeno ora.
In tutto ciò, pensate che non ho ancora messo nei piedi, a parte il giro di prova da Decathlon, ‘sti pattini nemmeno una volta!

Non oso pensare a cosa potrebbe succedere se lo facessi!

Alla prossima

Elena

Noialtri popolo … la politica … la rete …

Spesso mi faccio delle domande, a cui non so dare risposte. Troppo spesso mi rendo conto di quanto poco so, di quanto poco tempo mi resta per conoscere e di quanto tempo ho sprecato quando ero ragazzina. Ma, come giustamente diceva mia nonna: ”inutile piangere sul latte versato”.

Eppure come non porsi delle domande tipo: ”Noi ‘’popolo’’ dobbiamo essere informati nel dettaglio o ci bastano gli slogan”? Quando ci rifilano uno slogan, siamo capaci di ”leggere che cosa c’è dietro”?

E’ solo colpa nostra se non ”capiamo”, perché non abbiamo studiato abbastanza,  oppure lo fanno apposta a parlarci in questo modo? Ma poi … chi ci parla così, è al corrente dei ”risvolti” complicati che l’applicazione semplicistica dello slogan che ci propina potrebbe provocare?

Insomma chi si rivolge a noi, tramite la rete, creando spesso dei ”casus belli” , grazie a ”slogan” e frasi fatte a tavolino, ha rispetto di noialtri o gli serve solo il nostro consenso/voto?

E’ meglio un popolo con una cultura tale da permettergli di ragionare in proprio o è sufficiente un popolo che creda a chi gli racconta la fiaba migliore? 

I giornali, che devono vendere,  fanno da ‘’gran cassa’’ a quanto in ‘’rete’’ fa scalpore ma … chi decide che cosa in rete ‘’fa scalpore’’? 

La televisione da ‘’mostro sacro’’ qual era l’abbiamo fatta diventare una sorta di Grande Fratello, sdoganando malcostume e ignoranza. 

La politica, grazie alla rete, è diventata parte integrante del dibattito pubblico, dove ognuno racconta quel che vuole e da ‘’mostro sacro’’ qual era è diventata una sorta di Grande Fratello sdoganando di tutto di più. 

Una volta ci si confrontava al ‘’bar’’ e lì tutto rimaneva … adesso è un ‘’dominio pubblico’’ tanto che nemmeno il Presidente della Repubblica ha un attimo di ‘’tempo bianco’’ per pensare con calma. 

Ma tutto ciò è ‘’voluto’’ da ‘’qualcuno’’ oppure siamo proprio noi ‘’popolo’’ che diamo importanza alle ‘’cose sbagliate’’? Mah …

Pensare che un tempo ero fermamente convinta che la ‘’rete’’ fosse il ‘’salto’’ di cui avevamo disperatamente bisogno. Il ‘’mezzo’’ che avrebbe permesso a noi cittadini di tutte le fedi politiche di intervenire in ‘’prima battuta’’, di organizzarci liberamente per far ‘’pressione a chi di dovere’’. Adesso, che la ‘’politica’’ si è impossessata della ”rete”  penso che serva solo più a prendere ‘’pesci’’.

Detto questo, conosco giovani, i miei figli per primi, che sono positivi e che pensano e progettano per un futuro migliore, quindi mi consolo e penso che tutto sommato, la mia pessimistica visione sia dettata più che tutto dal confronto con l’epoca in cui sono vissuta – anni 70/80 – dura e non facile come tutti pensano, ma con ”prospettive” differenti da quelle attuali,  e dalla mia età, che non mi permette più di ”cambiare nulla” ma di subire quello che mi circonda, che, quasi mai mi piace.

Quando sono nata eravamo 2 miliardi e mezzo … oggi siamo quasi 8 miliardi ed il Pianeta ci sopporta tanto quanto io sopporto Salvini e/o Di Maio!

Mah … 

Alla prossima

 

Elena