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Strage di Ustica, dopo 38 anni …

… 38 anni fa,  il 27 giugno 1980 il volo di linea da Bologna Borgo Panigale a Palermo Punta Rasi perse il contatto radio con l’aeroporto di Roma-Ciampino e cadde nel Mar Tirreno. Tutti gli occupanti dell’aeromobile, 81 persone, morirono.

Perché? Mah …

L’aereo era un DC-9 della compagnia Itavia ed era sotto il controllo di Ciampino e sotto la sorveglianza dei radar militari di Licola (Napoli) e di Marsala (Sicilia). Tra queste tracce radar è stata accertata la presenza di numerosi tracciati radar civili e militari, nazionali e internazionali. 

Durante le indagini venne fuori che il registro di controllo del sito radar di Marsala, aveva una pagina strappata nel giorno dell’incidente. Il pubblico ministero giunse quindi alla conclusione che fosse stata fatta sparire la pagina originale del 27 giugno e se ne fosse riscritta poi, nel foglio successivo, una versione diversa. Interrogato a questo proposito, il sergente Muti, del centro controllo in servizio quella sera a Marsala rispose: ‘’Non so cosa dirle’’.

L’’ammiraglio James Flatley al comando della portaerei americana Saratoga, ancorata il 27 giugno 1980 nel golfo di Napoli dopo aver inizialmente dichiarato che dalla Saratoga non fu possibile vedere nulla perché tutti i radar erano in manutenzione, successivamente cambiò versione (ma dai?) e disse che, nonostante fossero in corso lavori di manutenzione dei radar, uno di essi era comunque in funzione ed aveva registrato un traffico aereo molto sostenuto nell’area Sud di Napoli. Purtroppo i registri radar della Saratoga, nonostante l’organizzazione americana,  sono andati ‘’persi’’. 

Secondo Brian Sandlin però,  ex militare della US Navy in forza sulla Saratoga nel 1980, durante una intervista rilasciata al giornalista Andrea Purgatori e trasmessa durante la trasmissione televisiva Atlantide nel 2017 ha detto che quella sera il comandante della Saratoga informava l’equipaggio che aerei F4 della Saratoga avevano dovuto abbattere due Mig libici che apparentemente si apprestavano ad attaccarli smentendo le dichiarazioni ufficiali a suo tempo rilasciate dal governo americano al giudice Rosario Priore che si occupava del caso, stando alle quali la nave Saratoga quella notte era ancorata in rada a Napoli. Sandlin dichiara inoltre che quella sera la portaerei era al largo e che oltre metà dei caccia erano decollati per ‘’una prova di forza’’ con la Libia e che due di questi erano rientrati senza armamenti perché avevano sostenuto uno scontro con ‘’DUE’’  Mig libici e li avevano abbattuti. In zona era presente anche la portaerei francese Clemenceau per lo stesso motivo.

E ci stupiamo perché non si sa nulla sulla morte di Ilaria Alpi o Giulio Regeni? 🙁

Il 18 luglio 1980 in effetti la carcassa di un MiG-23MS dell’Aeronautica militare libica venne ritrovato sui monti della Sila in zona Timpa delle Magare, in Calabria da contadini del luogo.

Il Giudice Istruttore ipotizzò una correlazione del fatto con la caduta del DC-9 Itavia, in quanto furono depositate agli atti delle testimonianze di diversi militari in servizio in quel periodo, che affermavano di aver effettuato servizi di sorveglianza al MiG-23 non a luglio, bensì a fine giugno 1980, periodo che concordava con la caduta del DC-9. Si teorizzò quindi che il caccia libico non fosse caduto il giorno in cui fu dichiarato il ritrovamento dalle forze dell’ordine (il 18 luglio), ma molto prima, probabilmente la stessa sera della strage, e che quindi il velivolo fosse stato coinvolto, attivamente o passivamente, nelle circostanze che condussero alla caduta dell’aereo Itavia.

Molti testimoni dell’epoca sono morti … alcuni anche in maniera sospetta … 

A 38 anni dall’accaduto, noi oggi sappiamo che, al 99% fu un missile ad abbattere l’aereo causando la morte di 81 persone tra i quali numerosi bambini … la domanda che rimane senza risposta è: ‘’Di chi era ‘sto missile’’? 

Mah …

Alla prossima

Elena  

M5S … partito o prodotto in vendita?

Pd-M5s, 16 senatori del Misto e delle Autonomie pronti ad unirsi per arrivare a quota 177 ?

Grazie ad algoritmi preparano slogan in rete e capitalizzano voti …

La maggioranza Pd-M5S al Senato è risicata: può contare infatti su 161 voti, la quota che a Palazzo Madama garantisce la maggioranza assoluta. Numeri troppo stretti per garantire da soli la tenuta parlamentare. Ma, di fatto, chi prende in considerazione questa formula, parte dalla considerazione che – se l’accordo fra i due partiti viene chiuso – ai due gruppi principali (Cinque stelle e Dem) si accoderanno molti altri parlamentari. Quelli già ribattezzati come “responsabili”.
Possibile aiuto sia dal drappello delle Autonomie che dal Gruppo Misto.
Anche il gruppo Misto costituisce un valido serbatoio cui attingere. Qui si trovano 4 senatori di Liberi e uguali che dovrebbero naturalmente convergere su un governoM5S-Pd: si tratta di Loredana De Petris, Pietro Grasso, Francesco Laforgia e Vasco Errani. Ci sono poi Riccardo Nencini e Emma Bonino, eletti nei collegi uninominali in quota Pd. Difficile pensare che questi senatori votino contro un governo sostenuto dal partito democratico. Infine del gruppo fanno parte Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, i due senatori accusati dai Cinque stelle di non aver pagato tutti i rimborsi dovuti al partito. Due voti che con ogni probabilità tornerebbero all’origine in caso di bisogno. Resterebbero in forse i voti dei due senatori eletti all’estero e quelli dei senatori a vita Mario Monti e Liliana Segre. In tutto anche in questo gruppo sarebbero pronti a convergere otto voti. Anche questi “responsabilmente” preziosi.
Fonte:Sole24ore
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Sono molti a pensare che questa eventuale ‘’alleanza’’ (M5S/PD) sia frutto di sani accordi, di giuste responsabilità, di chi accetta il dialogo – fosse anche con Belzebù, che si tratti di atteggiamento democratico vero, di individui ‘’evoluti’’ capaci di superare critiche e insulti per il bene del paese, di cercare, sempre per il bene del Paese una quadratura …
Mah … ho paura che siano solo tante belle parole. Sono troppi gli interessi per pensare che si tratti solo di questo. In primis, per i nuovi eletti, rinunciare a 15.000 euro al mese non sarebbe proprio il ‘’festival’’ della felicità. Prima molti dei ‘’nuovi eletti’’ erano disoccupati e manco facevano la denuncia dei redditi … quindi … ci siamo capiti no?
Seconda cosa, una parte della sinistra, non vede l’ora di liberarsi di quella ‘’palla al piede’’ di Renzi, che vigliacco se fa un passo indietro. Quindi questo eventuale accordo, dividerebbe ulteriormente il PD ma la colpa ricadrebbe su Renzi. E’ lui che fa i capricci! (Due piccioni con una fava)
Nel contempo, sia ben chiaro, dividerebbe anche il M5S, che grazie al fatto di essere ‘’oltre’’ – né di destra né di sinistra – ha un elettorato per tutte le stagioni.
Il M5S ha però ha il vantaggio di vivere in ‘’rete’’ e quindi, grazie ai famosi ‘’algoritmi’’ riuscirà con meno difficoltà a far digerire queste scelte. Bastano un pò di slogan ‘’spammati’’ ad arte in rete, e una gran parte di elettorato, chiamiamolo ‘’disattento’’ , sarà pronto a credere a qualunque cosa.
Però, ammesso e non concesso che gli algoritmi della Casaleggio facciano o meno ‘’digerire’’, a quell’elettorato ‘’disattento’’ che l’accordo con il PD sia quello giusto, non dimentichiamo che, algoritmi o no, il voto italiano è stato per il 70% al centrodestra e al M5S, quindi mi domando: ‘’In questo caso … va bene non rispettare la volontà del popolo? Va bene passarci ‘’sopra’’? Mah … mi dà l’impressione che ci siano sempre due pesi e due misure diverse.
Insomma il PD’’prima’’ era il ‘’marcio assoluto’’ e mò invece va bene per un accordo programmatico?
Cos’è successo? Avevate sputato sugli otto punti, (decisamente meglio di quelli redatti dal vostro Giacinto della Cananea) che nel 2013 Bersani vi aveva proposto e adesso? Adesso invece, che la posizione di ‘’forza’’ che avete è maggiore, vi va bene anche il PD? Siete incredibili! E la cosa più incredibile, se non squallida, non è che le vostre siano scelte ragionate, che abbiate un piano a lungo termine, voi ’’tastate il polso della rete’’ e scegliete, man mano, per avere il massimo consenso! Voi non siete un partito … siete un ‘’prodotto in vendita’’! Quando gli italiani lo capiranno sarà sempre ‘’troppo tardi’’!
Ma d’altronde la storia ci insegna che noi ci mettiamo anni ad alzare la testa, il che ovviamente costa fatica e sacrifici, ma quando stiamo quasi per alzarla ne abbiamo già le scatole ‘’strapiene’’ e quindi cerchiamo qualcuno che, con la bacchetta magica, ci tolga tutte le responsabilità. Ed ecco l’unto del Signore di turno ed ecco che noi ripiombiamo nel baratro! … stavamo ‘’alzando la testa’’ mò sono ritornati gli ‘’Unti del Signore’’! Auguri Italia!

Alla prossima

Elena

Democrazia … la si ”interpreta” secondo dove ”batte il cuore”?

E’ interessante vedere come sui social in rete la democrazia venga inneggiata ed impugnata in alcuni casi e rinnegata totalmente in altri.
Un esempio recente di interpretazioni diverse è l’opinione che si è venuta a creare nei confronti della Brexit e degli scioperi in Venezuela contro il Presidente in carica.

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un paio di commenti rispetto al Venezuela …

Mentre per la Brexit, nonostante il paese sia diviso esattamente a metà, il che crea per forza di cose tensioni e frizioni, la maggioranza in rete è favorevole alla decisione che si evince dal voto del ”popolo”, per quanto riguarda il Venezuela, nonostante il popolo abbia fatto scelte diverse nelle legislative, Maduro risulta la  vittima innocente di manovre fasciste che partono dagli USA!

Mentre l’Inghilterra ha ”freni” comportamentali e le reazioni ”contro” la Brexit restano in parametri ”civili” in Venezuela la situazione sta ampiamente deteriorandosi.

Diciamo che la caduta del prezzo del petrolio, una delle principali ”entrate economiche” del Venezuela e la siccità del 2016 non hanno certo giocato in favore di Maduro … ma nemmeno gli arresti che ha fatto fare contro i capi dell’opposizione! Da quando si arrestano gli oppositori politici in democrazia? La storia ci ha insegnato che questo avviene solo durante le dittature!

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Manifestazioni contro il governo Maduro … i morti sono già 29 …

In Inghilterra a nessuno verrebbe in mente di arrestare i politici contrari alla Brexit no?
Le legislative venezuelane del 2015 hanno visto perdere clamorosamente il PSUV, il partito di Maduro e … quale è stata la sua reazione? Invece di accettare la decisione ”popolare”, per paura di perdere il potere ha bloccato le elezioni politiche a data da destinarsi!
Ovviamente questo ha un po’ pochino di democratico no?
Il parlamento allora, visto che vede l’opposizione in maggioranza, aveva votato per la destituzione di Maduro … il quale invece di accettare il voto del Parlamento ha deciso trattarsi di ”colpo di stato parlamentare” e come tale continua a mettere in galera tutti quelli che gli sono contrari.

Da allora manifestazioni e manifestazioni contro di lui … ma lui non molla.

Bene, detto questo, non trovate strano giudicare democrazia a 360° il voto sulla Brexit mentre per Maduro, quando vince l’opposizione, è un attacco fascista sponsorizzato dagli USA?

Mah … Si direbbero ”due pesi” ”due misure diverse’ …

Alla prossima

Elena

Attacco USA in Siria

Su ordine diretto del Presidente Donald Trump – un ”emotivo” alla Casa Bianca – sono stati lanciati, dalle navi USA che pattugliano il mare davanti alla Siria, 59 missili Tomahawk. I missili hanno colpito la base militare siriana da dove sono partiti gli attacchi chimici sulla popolazione.

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le caratteristiche dei Tomahawk …

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base aerea siriana bombardata dai missili americani

Questo è il primo attacco diretto da parte USA in Siria, che ovviamente significa, per il governo siriano un atto di guerra.

Mò vediamo come la prende Putin …

Alla prossima

 

 

Elena

Donald Trump – 45mo Presidente USA! Ma ”paladino” di ”chi”?

La mattina, mentre prendo il mio tazzone di latte e caffè, penso alle cose da fare durante la giornata …  alle cose che succedono nel mondo.  Come non pensare quindi al neo-eletto Presidente americano?

Stamattina facevo queste considerazioni: La crisi economica attanaglia il mondo, la gente è scontenta, il lavoro è ormai ”merce rara”, non si vede la luce alla fine del tunnel e quindi, il popolo americano, anche se non è poi tanto ”mal messo” rispetto ad altri , è comunque stanco di non essere più al ”top” e, di conseguenza,  vota anche lui  per il ”cambiamento”. 

Vota per tornare ad essere la ”creme de la creme”!  Vota per Trump che ha promesso di far tornare l’America ”grande di nuovo”!
Insomma Trump è l’uomo che farà la ”rivoluzione” a vantaggio di chi lo ha votato,e, tirando le fila del discorso, grazie alla legge elettorale americana, anche se Hillary Clinton ha preso più voti di Trump, Trump è stato eletto 45mo  Presidente degli Stati Uniti d’America!

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Ma … gli americani, hanno votato contro ”l’establishment cattivo” ed hanno eletto il loro ”paladino” affinché faccia la rivoluzione”?
In questo caso avrebbero sbagliato clamorosamente ”paladino”!  Sarebbe stato meglio, contro l’establishment cattivo, votare Bernie Sanders non trovate?
Ho la brutta impressione che  abbiano davvero cercato l’uomo ”forte” … il ”duro” capace di ”prendere a calci” chi non rientra nei canoni dell’americano DOC!  Quello che : ”prima” ci sono gli americani … poi gli ”altri”!  Quello che pensa : ”Si stava meglio quando c’erano gli schiavi”!

Che dire? Se questo è il motivo,  gli americani non sono affatto ”grandi” ma sono anzi, un ben ”triste popolo”!
Alla prossima

 

Elena

 

Negli USA è più difficile comprare un cane che una pistola!

 

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Troppo spesso si legge di ”stragi” provocate da armi negli Usa, il più recente quello del 12 giugno, in un locale gay ad Orlando in Florida,  che ha causato la morte di 50 persone e 53 feriti.  In aprile 8 membri della stessa famiglia, nella contea di Pike in Ohio, morti senza alcun motivo apparente. Il 20 febbraio 2016 – Sei persone, tra cui un bimbo di 8 anni sono state uccise a Kalamazoo (Michigan) per i colpi sparati da Jason Dalton. E questi sono solo i casi più recenti, ma purtroppo l’elenco è impressionante.

Tutto questo solleva polemiche anche per la facilità con cui le armi sono vendute negli Stati Uniti. Ecco qui alcuni esempi.

Patente
per ottenere la patente di guida per un autoveicolo dovete avere un documento di identità, passare un esame medico ed un testo scritto. Guidare un paio di settimane con la patente di ”apprendista” quindi passare il test di guida ufficiale.
Ecco quello che serve per ottenere una patente di guida. In alcuni stati, come il Maryland, quando si ottiene la patente per alcuni mesi si è controllati dalla polizia.
Armi
Non bisogna effettuare nessuna prova di capacità di utilizzo dell’arma. Non si ha bisogno di una licenza o di un permesso per acquistarla. L’unica cosa che viene chiesta è di vivere sul territorio USA. Se si acquista un’arma inoltre nessuno si sogna di ”controllarti” per alcuni mesi.

Passaporto
Devi dimostrare di essere un cittadino americano, avere un documento non scaduto ed una foto, aspettare circa sei settimane per avere tra le mani il tuo primo passaporto.
Armi
Il negozio di armi si mette in contatto via internet con l’FBI ”National Instant Criminal Background Chech System” per vedere se se sei ”schedato” se non risulta nulla a tuo carico tu paghi il negoziante e l’arma è tua. Ci vogliono pochi minuti. Se tu compri da un privato poi non devi nemmeno passare attraverso il controllo FBI e la cosa è assolutamente normale.

Medicina per l’influenza
C’è un limite mensile per le medicine che puoi comprare al mese. Questo perché uno degli ingredienti è la pseudoephedrine che è anche un ingrediente per fabbricare droga, quindi vogliono esser sicuri che la medicina per il raffreddore non venga usata per ”altro”, per questo motivo è ”contingentata”.
Armi
Non c’è nessuna legge federale che limiti il possesso di armi. Puoi comprarne quante ne vuoi!

Divorzio
In alcuni stati affinchè tutte le pratiche per il divorzio siano completate si ”rischia” di aspettare fino a sei mesi. (Pensa un po’ ….)
Armi
Tu puoi comprare sia via Internet che di persona e non devi aspettare nulla per formalizzare l’acquisto. Ordini, paghi, prendi. A meno che tu non viva in alcuni stati in cui esiste un periodo di attesa, ma anche in questo caso l’attesa non è poi così lunga.  (vedi figura)

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Animali da compagnia
Per acquistare un cane o un gatto bisogna esser maggiorenni, dare una documento di identità, fornire personali referenze possibilmente con un testimone, inoltre l’agenzia che vi fornisce l’animale fa alcuni controlli a casa vostra, prima e dopo, per assicurarsi che l’ambiente in cui vivete garantisca il benessere del cucciolo adottato.
Armi
Nessuno controlla il posto dove vivete, nessuno domanda referenze personali, potreste essere anche ”matto la legare” … ma va bene lo stesso …

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Posso capire che ognuno abbia  il sacrosanto diritto di difendersi, ma non sarebbe male che ci fossero dei controlli maggiori sull’acquisto di qualche cosa che è in grado di uccidere il nostro prossimo?

Eppure … la ”mina vagante” Donald Trump pensa che le restrizioni per ottenere armi negli USA siano attualmente esagerate!

Alla prossima

Elena

fonte: http://edition.cnn.com/2016/06/16/health/getting-gun-ease-trnd/index.html

DONALD TRUMP … SARA’ IL PROSSIMO PRESIDENTE USA ?

Il prossimo Presidente degli Stati Uniti d’America sarà Donald Trump? Mamma mia, mi viene la ”pelle d’oca” … ma è un’ipotesi che non si può più scartare con un sorriso di superiorità.

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Gli uomini possiedono il ”libero arbitrio” e l’elettorato americano pare ”gradire” questo miliardario maleducato ed aggressivo che non risponde, pare,  a niente ed a nessuno, che si fregia di essere un uomo ”libero” e che promette al ”popolo” che li riporterà alla grandezza di un tempo! E il ”popolo” lo segue incantato …

Trump promette al ”popolo” che potrà finalmente ”difendersi” ovunque, promettendo che autorizzerà tutti a portare armi, anche dove adesso sono proibite! Quindi grazie a lui si potranno portare armi nelle scuole, negli uffici pubblici e nelle chiese!   Che dire? Non ho parole …

Questa dichiarazione ovviamente ha creato il consenso a 360° della potentissima lobby delle armi ed il ”popolo” elettore di ‘sto carciofo è ”felice come una Pasqua”! Evidentemente il ”popolo” ha la memoria corta e si è già dimenticato dei propri figli, uccisi da proiettili, proprio mentre erano a scuola.

C’è poco da dire sull’elettorato americano a questo punto …

Uno come Trump, ricco sfondato,  che offende mezzo mondo, dalle donne agli asiatici,  dai disabili agli afroamericani … che si sente ”forte” della sua pelle bianca … che instilla nelle menti ottuse che il ”bianco” appartiene ad una ”razza superiore” … facendo inorridire le persone di ”buon senso”…  eppure ottiene il consenso proprio delle  persone che sono ”diverse” da lui!

Ma com’è possibile? Cosa spinge la gente ad amare l’individuo che si impone in maniera aggressiva e populista? Accettare passivamente quello che ”fa più caciara”  senza porsi domande, senza cercar di capire se  è buono o cattivo? Senza un briciolo di analisi?

Eppure … è proprio la diversità etnica che ha reso forti gli USA , è proprio quel meraviglioso ”melting pot” che li ha portati a rispettare l’altro … e ci sono voluti anni ed anni … e adesso ‘sto carciofo con il parrucchino giallo sta distruggendo un lavoro certosino di anni? E al ”popolo” piace?

Mah … non interessano evidentemente le ”contraddizioni” . Al ”popolo elettore”  interessa il fatto che lui sia ”fuori dal sistema”! Trump NON fa parte dell’establishment che l’elettorato detesta. Come non ne fa parte in fondo  nemmeno Sanders , ed è per questo motivo che, specie i giovani, lo apprezzano. Anche se dobbiamo spezzare una lancia a favore di Sanders! Tra lui e Trump c’è un abisso, ovviamente Sanders è meglio! Ma qui si parla del futuro presidente degli USA e direi che la partita verrà giocata tra la Signora Cinton e Trump.

Ma alla luce di quanto sopra … che cosa possiamo dedurre? Che la Clinton, nonostante il buon senso, nonostante l’acclarata capacità, nonostante la preparazione, è penalizzata proprio perché fa parte dell’establishment!

Mah … ne vedremo delle belle!

Alla prossima

 

Elena

 

 

informazioni sul personaggio Donald Trump:

http://www.ilpost.it/2016/03/05/come-ha-fatto-trump-a-diventare-trump/

http://www.borsaeimmobili.com/archivio/ricchezza/come-e-diventato-ricco-donald-trump_604.html

 

Tassisti UBER e tassisti tradizionali, due ”mondi” in conflitto!

Noi si vuole distruggere la lobby delle armi … del petrolio … della finanza … delle multinazionali … in compenso non ci passa nemmeno per la testa il ”rivedere” la lobby dei tassisti.

Perché? Ma perché ”sentiamo a pancia” che sono dei poveri cristi come noialtri e non ce la sentiamo di tartassarli! E’ come tartassare chi ha i ”banchi sul mercato”! Siamo onesti, con quello che combinano le multinazionali, come facciamo a prendercela con chi ”si arrangia”?

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Eppure a favore di UBER ci sono un sacco di cose.

Uber per esempio aumenta enormemente la dimensione del mercato dei trasporti a pagamento. E non lo fa riducendo il compenso del guidatore, ma riducendo i tempi morti. L’inefficienza vera è data dal tempo che un tassista passa a girarsi i pollici aspettando delle chiamate. Più questo tempo viene ridotto dalla tecnologia, più ci guadagnano sia il guidatore che il passeggero.

Questa espansione del mercato aumenta l’occupazione – nella sola città di Chicago ci sono 30mila nuovi guidatori Uber, a vantaggio ovviamente di chi più fatica a trovare lavoro, ad esempio le persone di colore  e le donne. Un terzo dei guidatori Uber sono infatti donne, spesso mamme  che, grazie a questo lavoro, possono coordinare gli orari in funzione delle necessità dei loro figli.

Inoltre una guidatrice intervistata ha detto di sentirsi più protetta perché fa salire solo clienti che sono ”preventivamente identificati” – devono infatti registrare la loro carta di credito, come avviene in tutti gli Hotel americani. Se negli USA non gli dai prima il numero della carta di credito, devi pagare tutto in anticipo.

Da noi si è diffidenti a dare il numero della carta di credito anche al ristorante, figuriamoci ad un tassista!

E comunque negli USA Uber ha avuto successo anche perché Obama,  aveva incaricato un esperto di regolamentazione,  Cass Sunstein,  di eliminare con un unico atto, tutte le regole inutili e tutte quelle il cui unico scopo mirava a proteggere una piccola casta.

Tutto questo può sembrare ”positivo”!  In fondo in questo modo molti potrebbero trovare lavoro e guadagnare dai 1000 ai 1500 euro al mese. Sarebbe un ”toccasana” per tutti i nostri giovani disoccupati, che sono proprio tanti.

Ma … cosa ne facciamo dei ”vecchi tassisti”? Non è che dall’oggi al domani possiamo dar loro un ”calcio” e dire: ”Ciao la tecnologia ti ha sostituito, non servi più”!”

Per essere onesti questo è quello che è stato detto ad operai e negozianti … categorie sempre più ”striminzite” nel ”ricco occidente”.

Per i tassisti,  c’è un altro enorme problema! Le licenze i tassisti italiani le pagano!

Per aprire l’attività di tassista è necessario essere provvisti di una licenza, di un’auto e di un tassametro. Il numero di licenze sono stabilite dal Comune in misura fissa. In teoria (e qui viene il bello) si dovrebbe accedere alle licenze attraverso un ”concorso” ma, in realtà,  sono al centro di una continua compravendita!

Vi sembra normale? Ma lasciamo perdere …

Per ogni Comune esiste un vero e proprio ”mercato di compravendita” delle licenze. In base al Comune queste licenze hanno delle quotazioni più o meno fisse. Per una licenza a Milano o a Roma sono necessari tra i 150.000 euro e i 170.000 euro. Per una licenza a Firenze si arriva a 300.000 e in città del nord est  circa 200.000. A Napoli qualcosa in meno ma stiamo sempre sopra i 100.000.

In genere un tassista, attraverso un mutuo, acquista licenza e auto, e in 15 anni rientra dell’investimento restituendo tra i 1.000 e i 1.500 euro al mese. Ma le licenze, sono diventate per molti tassisti una forma di TFR. Infatti, generalmente, un tassista quando decide di andare in pensione, vende la sua licenza.

Quindi ricapitolando, ci sarebbe un concorso da sostenere … ma tutti fanno orecchie da mercante e ”comprano” invece le licenze da altri.

Ma … nessuno controlla mai niente in ‘sto Paese?

Comunque detto questo, è ovvio che chi paga 100.000 euro per acquistare una licenza o ”ereditarla” dal papà … non è contento che appaia un ragazzino di 20 anni con la sua vetturetta pulita ed il suo telefonino e gli porti via il lavoro.

Eppure Uber creerebbe lavoro per i giovani … ma ai tassisti chi rimborsa il costo di una licenza ”comprata” senza fare il previsto concorso?

Meditiamo gente … meditiamo …

Alla prossima

 

Elena

 

 

http://www.taxi.it/normativa/8-decreto-bersani-legge-4-ago-2006-n248

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Guerra in Siria … ”Chi” combatte ”chi” e perché?

Ogni giorno i media ci informano dell’esodo del popolo Siriano, molti di noi inorridiscono, alcuni, tra cui la sottoscritta, piangono, molti scrollano le spalle. Stamattina pensavo con orrore al fatto di quanto in effetti si sia ”impotenti” davanti ad un massacro simile.

Mi viene in mente di quante volte da ragazzina, leggendo o parlando con amici dell’olocausto subito dagli ebrei, la mia rabbia crescesse.

Tutti abbiamo letto Anna Frank, non so quanti invece abbiano letto ”Tu passerai per il camino” di Vincenzo Pappalettera.

Io, ero ragazzina quando ebbi occasione di leggerlo, la mia indignazione alla fine del libro,  fu talmente tanta che feci una discussione accesissima con mio padre. Sostenendo la teoria che fossero stati tutti, in qualche modo,  consenzienti nei confronti di questo massacro! In quanto, dal mio punto di vista, non ritenevo possibile che la popolazione intera fosse rimasta inerte davanti ad un orrore simile.

Mio padre ricordo cercava di farmi ragionare, spiegando e dando delle giustificazioni … dicendo che la gente allora ”non sapeva” … non era sicura.  Al che rispondevo che i rastrellamenti degli ebrei c’erano in tutte le città e che a qualcuno un ”dubbio” avrebbe pur dovuto venire o no?

Come mi sbagliavo! Come il mio entusiasmo giovanile mi portava a veder ”distorta la realtà”!

Oggi sta accadendo una cosa altrettanto orribile in Siria! Un Paese che si ritrova con una popolazione in gravi condizioni di precarietà e a rischio vita. Vediamo tutti i giorni sui telegiornali questo esodo drammatico,  queste famiglie che devono abbandonare le loro case distrutte dai bombardamenti per mettersi in salvo, e che cosa facciamo?

Guerra in Siria © Infophoto (2)

Bene che vada … ci disperiamo! Ma il ”nostro tran tran …” deve continuare, quindi? Quindi ”chiudiamo un occhio” quando non li chiudiamo tutti e due!  Senza contare che ci sono addirittura dei ”mostri ignoranti” che sostengono: ”ma che stiano a casa loro”!

Chiudiamo un occhio e deleghiamo la politica per risolvere il problema. Che cosa sta facendo la politica? Vediamo un po’ …

Fino ad oggi i negoziati per ‘sto conflitto che dilania il Paese e che ha causato circa 250.000 vittime e un immenso fiume di rifugiati nei paesi vicini – non hanno avuto esiti. Sono ormai più di 13 milioni i siriani bisognosi di assistenza.

Per capire qualcosa di quello che sta succedendo vale la pena tenere a mente che in Siria stanno combattendo diversi gruppi e i fronti di guerra sono molti: c’è il regime di Assad che combatte contro i ribelli moderati, contro i gruppi jihadisti, tra cui al Qaida, e in misura minore contro l’ISIS. I ribelli moderati combattono contro il regime di Assad e contro l’ISIS, e a seconda dell’opportunità combattono contro o si alleano con i gruppi jihadisti.

Poi bisogna anche cercare di capire, in mezzo a ‘sto casino,  quali stati esterni sono intervenuti in Siria … contro chi combattono e perché.

Vediamo un po’ quali sono questi Stati …

Stati Uniti – Appoggiano i ribelli anti-Assad più moderati, anche se non ne sono rimasti molti. Hanno individuato come loro nemico principale l’ISIS, che bombardano, sia in Siria che in Iraq. Hanno avviato un piano per l’addestramento di alcuni ribelli finalizzato a sconfiggere l’ISIS, spendendo diversi milioni di dollari: finora con risultati deludenti. Gli Stati Uniti si oppongono anche al regime di Bashar al Assad, ma non tanto quanto si oppongono all’ISIS. In passato, oltre all’ISIS, gli aerei da guerra americani hanno colpito in Siria anche il cosiddetto ”Gruppo Khorasan”, una cellula di al Qaida incaricata di pianificare obiettivi terroristici all’estero.

Francia – Appoggia i ribelli più moderati, tra cui i curdi nel nord-est della Siria. Si oppone all’ISIS, ad altri gruppi jihadisti e ad Assad, ma come gli Stati Uniti bombarda solo il primo. Gli attacchi aerei francesi in Siria sono iniziati più tardi: fino ad allora la Francia era stata molto riluttante a intervenire in Siria – mentre in Iraq aveva già cominciato da tempo – anche per paura di rafforzare indirettamente il regime di Assad. Diversi analisti dicono che le ragioni dell’intervento francese sono due: una reazione ai recenti attacchi terroristici compiuti da alcuni simpatizzanti dell’ISIS in territorio francese e il timore di essere messi da parte quando ci sarà da negoziare il futuro della Siria. A differenza di altri paesi europei, la Francia ha continuato a mantenere una certa autonomia dagli Stati Uniti in politica estera e l’interventismo non è una cosa così strana per la politica francese.

Russia – Appoggia il regime di Bashar al Assad, che è l’unico importante alleato del governo russo in Medio Oriente. Giustifica il suo intervento nella guerra in Siria come mossa preventiva contro l’ISIS, ma i suoi primi bombardamenti hanno colpitotre province siria ne – Homs, Hama e Latakia – in cui l’ISIS non è presente. Alcuni analisti pensano che i veri obiettivi di Putin siano gruppi ribelli che stanno contendendo ad Assad il controllo delle zone della Siria ancora sotto il controllo governativo, soprattutto nell’ovest. Già nelle ultime settimane la Russia aveva mandato diversi aerei da guerra e rafforzato la sua presenza in una base militare a Latakia, città costiera siriana saldamente sotto il controllo di Assad.

Iran – È l’unico alleato del regime di Bashar al Assad in Medio Oriente, da alcuni decenni. Dall’inizio della guerra, nel 2011, fornisce soldi, armi e invia consiglieri militari al governo siriano. Nella primavera di quest’anno ha combattuto attivamente l’ISIS in Iraq a fianco dell’esercito iracheno ma senza un reale coordinamento con la coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti (Iran e Stati Uniti sono nemici): lo ha fatto con alcuni uomini ma soprattutto con diverse milizie sciite irachene sotto il suo controllo. In Siria ha agito soprattutto tramite Hezbollah, gruppo sciita libanese che si oppone tradizionalmente a Israele. I militanti di Hezbollah hanno aiutato Assad a riconquistare alcuni territori vicino al confine libanese, cioè nella Siria occidentale, considerata una roccaforte del regime di Assad.

Turchia – I suoi nemici principali sono due: il regime di Bashar al Assad e i curdi alleati con il PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan che per anni ha agito contro il governo soprattutto nella Turchia meridionale. Le posizioni della Turchia nella guerra contro l’ISIS sono state molto discusse: per diverso tempo la Turchia – che è membro della NATO – ha appoggiato formalmente l’azione della coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti, ma poco altro. Non ha concesso le sue basi agli aerei da guerra americani e non ha fatto quasi nulla per rendere il suo confine con la Siria meno “poroso”, permettendo per esempio a molti “foreign fighters” di unirsi all’ISIS e ad altri gruppi jihadisti che combattono contro Assad. Dopo l’ attacco terroristico nella città turca di Suruc rivendicato dall’ISIS, lo scorso luglio, la Turchia ha cambiato atteggiamento: ha compiuto qualche attacco contro l’ISIS al confine siriano e ha concesso l’uso delle sue basi agli americani. Ma i suoi obiettivi non sono cambiati: la priorità rimane la caduta di Assad e non la sconfitta dell’ISIS.

Arabia Saudita – Appoggia i ribelli che combattono contro Assad – non fa tanta differenza tra ribelli più e meno moderati – e da circa un anno ha cominciato a bombardare l’ISIS in Siria all’interno della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Secondo alcuni appoggia l’ISIS, secondo altri non appoggia né finanzia l’ISIS.  (Capirci qualche cosa qui in mezzo è complicato) La sua priorità, comunque, è la caduta del regime di Assad! Perché? Perché Assad è il principale alleato dell’Iran in Medio Oriente, e l’Iran è il principale nemico dell’Arabia Saudita! Seplice no?  Il ministro degli Esteri saudita, Adel al Jubeir, ha detto martedì che il suo paese non accetterà alcuna soluzione alla guerra in Siria che preveda Assad ancora al potere, come invece propone la Russia. I sauditi sono anche disposti ad aumentare i finanziamenti e la fornitura di armi ai ribelli che combattono Assad.

Israele – Formalmente Israele non è coinvolto nella guerra in Siria, nonostante condivida con la Siria una parte di confine sulle contese Alture del Golan e quindi sia interessato alla generale instabilità causata dalla guerra. Di fatto da diverso tempo Israele compie bombardamenti occasionali contro alcune postazioni dell’esercito siriano. La situazione è piuttosto complicata: in un recente incontro con Putin, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che Israele non è né a favore né contro Assad. Il problema principale degli israeliani riguarda le attività del gruppo libanese Hezbollah, che oltre a combattere a fianco ad Assad nella guerra in Siria da molti anni lancia dei razzi dal sud del Libano per colpire obiettivi nel nord di Israele. Israele sembra interessato alle attività del governo di Assad nella misura in cui queste stesse attività possano rafforzare Hezbollah in Siria. L’Economist scrive che Netanyahu e Putin hanno trovato una specie di accordo: nonostante il loro intervento in Siria, i russi non metteranno in pericolo gli interessi strategici israeliani in Siria; in cambio gli israeliani hanno assicurato che non interverranno per rimuovere Assad dal potere.

Qatar – Sostiene soprattutto finanziariamente i ribelli che combattono contro Assad, senza farsi troppi problemi di quanto siano moderati. Il New York Times ha scritto che nel 2013 ha fornito ai ribelli dei missili terra-aria, ignorando le preoccupazioni americane che di quelle armi potessero impadronirsi i gruppi jihadisti o terroristi. Anche gli altri paesi del Golfo Persico hanno assunto una posizione simile a quella del Qatar. L’obiettivo principale per tutti loro, come per l’Arabia Saudita, è la caduta del regime di Assad.

Regno Unito – Si oppone all’ISIS, ad altri gruppi jihadisti e ad Assad e sostiene i ribelli più moderati. Finora però i bombardamenti britannici si sono limitati a colpire l’ISIS in Iraq, anche se di recente il Regno Unito ha condotto un’operazione militare in Siria con dei droni uccidendo due cittadini britannici che si erano uniti all’ISIS…

Non è per voler fare ”Ponzio Pilato” … ma che cosa potremmo fare noialtri oltre che firmare una ”petizione su Internet”? Se la volete firmare eccola qui sotto:

https://www.change.org/p/siria-se-vuoi-la-pace-prepara-la-pace-paceinsiria

Alla prossima

Elena

 

 

fonti:

http://www.nytimes.com/2015/10/01/world/middleeast/the-syria-conflicts-overlapping-agendas-and-competing-visions.html

http://www.ilpost.it/2015/09/20/guerra-contro-isis/

http://www.nytimes.com/2013/06/30/world/middleeast/sending-missiles-to-syrian-rebels-qatar-muscles-in.html?_r=0 

http://www.economist.com/news/middle-east-and-africa/21669563-though-opposite-sides-syrian-conflict-binyamin-netanyahu-and-vladimir-putin-agree

http://www.ilpost.it/2015/07/24/turchia-bombardamento-isis/

http://www.ilpost.it/2015/07/20/esplosione-suruc-turchia/

http://www.ilpost.it/2013/06/06/a-qusayr-ha-vinto-assad/

 

CONFERENZA MONDIALE SUL CLIMA PER SALVARE L’UNICO PIANETA CHE ABBIAMO!

Lunedì inizieranno a Parigi due settimane di dibattito tra i ”grandi” del pianeta per salvarlo dalla catastrofe climatica.

Non possiamo permetterci di ”chiudere un occhio” su quello che ormai è di dominio pubblico:  ”Se non smettiamo di inquinare ci autodistruggiamo”! Punto!  Quindi impegnarsi tutti assieme a 360° è un dovere per salvare la nostra specie.

Di sicuro nell’incontro tutti concorderanno ormai che l’allarme climatico è reale, concreto e già devastante.

D’altronde una concentrazione così alta di CO2 in atmosfera non c’era mai stata nella storia contemporanea: l’aumento, secondo gli analisti,  è del 43% rispetto ai tempi ”pre-rivoluzione” industriale.

Di sicuro i negazionisti presenti alla conferenza verranno emarginati, in quanto, non solo i tecnici, ma la natura stessa li ha definitivamente smentiti.

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Il riscaldamento globale non è più contestato a livello scientifico,  il problema è mettersi d’accordo sul come contrastarlo e possibilmente, per il bene dell’umanità,  ”risolverlo”!

L’aumento della temperatura porta inevitabilmente crisi idriche, specie nella zona già ”turbolenta” a livello politico/sociale del Mediterraneo. La mancanza d’acqua si ripercuoterà sulla quantità e qualità dei prodotti agricoli, provocandone una minor resa. Questi fattori andranno ad incidere pesantemente sulla situazione di insicurezza sociale ed economica di una popolazione che si prevede aumenti del 30% da qui al 2020!

Tutti sappiamo che fattori come: acqua, cibo, disponibilità energetica, fanno parte di un delicato equilibrio e sono interconnessi tra loro. Non dimentichiamo poi che i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo producono il 12% della produzione mondiale dei cereali.

Gli studi dell’Onu preparati per il vertice di Parigi e aggiornati proprio nei giorni scorsi, lanciano un segnale terribile! Avendo concordato, a suo tempo,  che non ci possiamo permettere un aumento di 2 gradi, gli studi hanno realizzato che, mettendo insieme tutti gli impegni si arriverà, nella migliore delle ipotesi a 2,7 gradi! Una battaglia persa in partenza!

Serve, contro l’aumento della temperatura un impegno drastico.  Non abbiamo per disinnescare la catastrofe più di dieci anni!  Dieci anni da ora … per eliminare le emissioni di CO2! Se non lo facciamo … condanneremo i nostri nipoti a vivere come gli scarafaggi! Quindi, da ora, dobbiamo ”affrancarci” dai combustibili fossili.

Tutti sappiamo che questa decisione avrà gigantesche implicazioni sociali e geopolitiche!

Ad oggi solo poche nazioni, fra cui Unione Europea e gli Stati Uniti, hanno specificato obiettivi di riduzione in termini assoluti, mentre la maggioranza propone target relativi ad uno scenario di riduzione, come se tutto fosse ”normale”. Oppure su ”cavilli” basati sulle emissioni in rapporto al Pil .

Altre ancora, normalmente paesi in via di sviluppo, hanno stabilito un determinato anno entro il quale le emissioni dovranno raggiungere il loro ipotetico picco! Quindi aspettano di raggiungerlo per prendere provvedimenti.

La Cina, ad esempio, ormai al primo posto fra i Paesi che inquinano di più, nel suo piano non prevede affatto un target di riduzione, ma un obiettivo di picco, fissato al 2030. Il che significa che da qui ad allora le sue emissioni continueranno ad aumentare e non farà nulla per ridurle.

Oltre ai ”freni” imposti dai paesi emergenti… pensiamo ai ”freni”  imposti dai Paesi che ”vivono” esclusivamente grazie agli introiti derivanti dai pozzi di petrolio o dal gas  … e che ovviamente hanno intenzione di continuare a farlo.

Sarà una battaglia molto molto dura … checchè ne dicano quelli che ragionano semplificando tutto, quelli che sparano frasi come:  ”e che c’è vo”?

Alla prossima

 

Elena

 

http://www.cop21.gouv.fr/en/learn/10-photos-of-a-changing-world/) .