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Intervento chirurgico al tempo del ‘’coronavirus’’.

Mia madre aveva già avuto un intervento di coxartrosi alla gamba sinistra, tanti anni fa. Avrebbe dovuto farlo anche all’altra ma ha tergiversato per anni. Rimandando sempre con tutte le scuse possibili ed immaginabili.

Dato che, giustamente, decide lei della sua salute, abbiamo aspettato che prendesse appunto la decisione.

E … quando lo ha fatto? 

Durante la più grande pandemia dopo la seconda guerra mondiale! 

E’ riuscita ad esser operata per il ‘’rotto della cuffia’’ come si suol dire, in quanto,  praticamente la settimana dopo il suo intervento, eseguito il 9 di marzo, hanno bloccato tutti gli interventi che non rivestivano carattere di urgenza.

E’ stata operata alla Clinica della Città di Bra, il cui personale ringrazio ancora per la competenza, la gentilezza e la disponibilità.

Il 12 poi,  con una ambulanza della Croce Rossa della città di Montà,  veniva portata a Villa Serena, una struttura a Piossasco, in cui è stata ricoverata per la riabilitazione.

Io invece, sono partita lo stesso giorno per tornare a casa mia, vivo in Franca, da dove non sono più, praticamente, uscita.

La sera quando le ho telefonato mi ha rassicurata dicendo che Villa Serena era un bel posto e che erano tutti gentili.

Bene … inizia quindi la sua fisioterapia, per un pò di giorni tutto procede per il meglio.

La mia mamma. 88 anni ben portati!

Mia madre ha 88 anni, ma è di quelle ‘’donne toste’’ di una volta.Sempre pronta a ridimensionare i problemi e sempre con un atteggiamento positivo verso la vita. Si scherzava al telefono e mi diceva: ‘’Qui più che fisioterapia, mi stanno preparando per la maratona! Cribbio quanto mi fanno camminare! Ho male alle braccia a furia di tenere le stampelle. Poi faccio tanta di quella cyclette che quando esco di qui vengo da te in bici’’! 

Le giornate passavano, la chiamavo due o tre volte al giorno tanto per sapere come andava.

Dopo un pò ha iniziato, se non a lamentarsi, almeno a metter in dubbio il genere di ‘’compagnia’’ che le faceva la Signora che divideva la camera con lei. Era in una stanza a due letti. Mi diceva: ‘’Questa Signora recita il rosario dalla mattina alla sera. Cerca anche di farlo recitare a me. Non vorrei offenderla ma io il rosario non ho proprio voglia di recitarlo’’! 

Mia madre è stata in collegio dalla suore, dai 6 ai 16 anni, ed era obbligata ad andare a Messa tutte le mattine prima di andare a scuola. Da quanto è uscita la sua frequentazione religiosa si è ridotta moltissimo.

Ad un certo punto, però,  ho iniziato a sentirla un pò preoccupata. Pur senza dirmi niente di speciale, ha iniziato a buttare lì frasi tipo: ‘’Qui è un cronicario … sono tutti vecchi e malati …  poi adesso le infermiere arrivano bardate come palombari … mi hanno dato la mascherina e mi hanno detto di non togliermela mai … le infermiere, non so quanto scherzando, consigliano di andare a casa… ”!

La cosa ha iniziato a farmi suonare più di un campanello d’allarme. Data la situazione non è che ci sia proprio da ridere.

Villa Serena, che non ho mai visto in vita mia,  ma che è convenzionata con la Clinica di Bra in cui è stata operata, è una Rsa.  Si tratta cioè di una struttura in cui sono ricoverati pazienti lungodegenti che hanno bisogno di cure particolari e persone sane che fanno riabilitazione a causa, ad esempio,  di un arto fratturato. 

Gli infermieri ed il caposala sono sempre stati gentilissimi, sia con mia madre che con la sottoscritta quando li chiamavo al telefono, ma non mi hanno mai detto nulla che potesse mettermi in allarme … eppure, qualche cosa mi suonava storto.

Vero è che spesso parlavo con gli infermieri affinché andassero a controllare che cosa combinava con il cellulare mia madre. E’ riuscita in una settimana ad uccidere definitivamente un vecchio samsung e mio genero, grazie al cielo esiste, gliene ha comprato un per senior e glielo ha fatto recapitare dall’oggi al domani.  Il caposala poi, una persona squisita, glielo ha attivato.

Comunque … per tornare a noi, sono venuta poi a sapere che avevano sospeso la riabilitazione senza dare spiegazioni ai pazienti.  Anche i giornali non venivano più distribuiti,  in quanto possibili veicoli di contagio. Stessa cosa per libri e riviste. Non poteva andare a camminare nel corridoio. Quindi … che cosa ci faceva mia madre lì senza fare nulla e per di più esposta ad eventuale contagio?

Per vie traverse poi ho scoperto che vi erano stati dei casi di coronavirus al che ho chiesto di farla uscire immediatamente.

Devo dire che ho trovato delle persone gentili e ragionevoli e che, siamo riusciti a farla uscire, in tutta sicurezza, dalla struttura e portarla a casa sua, dove vive sola, e dove starà chiusa in quarantena per tutto il tempo necessario.

Finalmente a casa sua si sente a sui agio, guarda i telegiornali che vuole, le trasmissioni che vuole, ha i suoi libri da leggere e io la posso sentire tutte le volte che voglio al telefono.

Grazie al cielo sta bene e speriamo che continui a stare così. La lontananza è qualche cosa di ‘’veramente’’ pesante in questo periodo, per tutti quanti, chi più chi meno. 

Ma … l’unica cosa che possiamo fare è #stareacasa. 

Alla prossima

Elena