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Come funziona l’elezione del Presidente in Russia?

Dato che non so una cippa e sono ignorante come una scarpa, sono andata a cercare un pò di informazioni in rete e, in base a quel che ho letto, direi che ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

La prossima tornata elettorale russa è prevista per il 15/17 marzo 2024.

In Russia per essere eletti alla carica di Presidente sono necessari almeno 35 anni di età, e si deve risiedere stabilmente in Russia da almeno 25 anni e non si deve avere mai avuto in precedenza né una cittadinanza straniera né un permesso di soggiorno straniero.

Questo, secondo me, lo hanno fatto per ‘’eliminare’’ dalla corsa presidenziale quei ”concorrenti cattivi” che abbiano goduto di permessi di soggiorno all’estero. Come quei permessi in Germania per essere curati dall’avvelenamento di Novichok. Questo ”cattivo concorrente” però è morto nel Gulag in Siberia pochi giorni fa.
Speriamo che, almeno per carità cristiana, ne diano presto il corpo alla mamma affinché possa dargli una degna sepoltura e che la terra gli sia leggera.

Torniamo a noi, Putin ha voluto fortemente un referendum per cambiare la Costituzione pro domo sua e, grazie all’esclusivo pugno di ferro esercitato dal Governo sui media russi, è riuscito a lavar le meningi al ”popolo” e a cambiare a proprio piacimento la Costituzione.

Oggi il presidente viene eletto direttamente dal ‘’popolo’’ – si fa per dire – per un mandato di 6 anni. (Nel periodo 1996 – 2008 erano solo 4 gli anni).
Se nessun candidato arriva alla maggioranza dei voti si passa al ballottaggio tra i primi due.
La Costituzione russa impedisce a chiunque di essere eletto per un terzo mandato consecutivo, ma consente ad un ex presidente, di essere rieletto dopo aver saltato un mandato completo, come fece Vladimir Putin. Al suo posto ci aveva messo il suo ‘’delfino’’ Medvedev.

A seguito del referendum costituzionale del 2020, la costituzione russa limita il numero di mandati che un Presidente può servire a massimo due di sei anni ciascuno a persona.

Tuttavia… i candidati eletti ‘’prima del 2020’’, guarda caso, non sono toccati da tale modifica costituzionale e questo consente sia a Vladimir Putin che a Dimitri Medvedev di essere rieletti per due mandati di sei anni ciascuno a partire dal 2024.

”Giri costituzionali’’ che si direbbero tagliati ‘’su misura’’ per favorire Vladimir Putin

Comunque, leggendo qua a là, pare che a rivendicare il titolo di leader del Paese, siano in nove.

Già dall’inizio di gennaio la Commissione elettorale centrale russa aveva registrato le candidature di tre rappresentanti di partiti parlamentari: 

– Leonid Slutskyj (Partito liberaldemocratico di Russia), 
– Vladislav Davankov (Nuova Gente)
– Nikolaj Kharitonov (Partito comunista).

‘Sti tre sono membri di partiti che siedono tutti in Parlamento: sono ufficialmente di opposizione, ma di fatto non hanno mai ostacolato le politiche del Cremlino, anche perché NON gli conviene. Il sistema politico russo ha ormai relegato all’illegalità ogni forma di dissenso.
E il dissenso viene punito, se gli va bene con il carcere, se va male con il veleno. Quindi… perchè rendersi la vita difficile?

Per quanto riguarda invece i candidati delle formazioni extraparlamentari costoro devono raccogliere almeno 100 mila firme a proprio favore.

Ci è riuscito il leader del partito ‘’Comunisti della Russia’’, Sergej Malinkovich, il cui programma, intitolato “10 colpi stalinisti contro il capitalismo e l’imperialismo statunitense”, prevede il “completamento vittorioso dell’operazione militare speciale in Ucraina”.

L’unico candidato che si è finora espresso contro l’operazione speciale in Ucraina è stato Boris Nadezhdin, sostenuto dal partito di destra Piattaforma civica. L’ex deputato della Duma di Stato, che ha consegnato 105 mila firme a suo favore alla Commissione elettorale centrale, ha definito la decisione di iniziare le ostilità in Ucraina un “errore fatale”, affermando anche che l’attuale leader del Paese sta guidando la Russia “verso un disastro”.
Tuttavia, come ha detto il quotidiano indipendente russo “Meduza”, una fonte vicina al Cremlino, Mosca non sarebbe ”pronta” a consentire alla Commissione elettorale centrale russa di registrare la candidatura di politici con una posizione contro la guerra”. 
Non si può essere contro la guerra! Oops, la ”manovra speciale” in Ucraina, non è previsto.
Siamo ormai al: ‘’Radio Mosca dice che fa caldo, toglietevi i cappotti’’!

Nonostante avesse raccolto il numero sufficiente di firme, ha invece ritirato – chissà come mai – la sua candidatura il presidente del partito Unione nazionale russa, Sergej Baburin. 

Il fondatore del Partito russo per la libertà e la giustizia, Andrej Bogdanov anche.

La candidata del Partito Democratico di Russia, Irina Sviridova, ha comunicato invece di non essere riuscita a raccogliere abbastanza firme a suo sostegno e quindi, ‘’ciccia’’.

Comunque sia la Sviridova che Baburin hanno esortato i cittadini russi a votare per l’attuale capo dello Stato, Vladimir Putin, che la Commissione elettorale ha registrato come candidato indipendente.

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Vladimir Putin ha 71 anni, guida la Russia dal 1999: ha ricoperto sia la carica di presidente sia quella di premier.
L’attuale mandato presidenziale è il quarto per Putin.
È stato eletto capo di Stato per la prima volta il 26 marzo 2000 e poi nel 2004, 2012 e 2018. Dopo la riforma costituzionale e l'”azzeramento” dei mandati, ha potuto ricandidarsi per un terzo mandato consecutivo.

In teoria potrebbe rimanere al potere fino al 2036, diventando il leader russo più longevo della storia.

Morale? Morale Putin verrà rieletto!

Timidamente qualcuno ci prova ma poi il salvar la pelle diventa il problema maggiore e quindi…

Alla prossima

Elena

Fonti: AGI – Nova News – Meduza