Archivi del mese: febbraio 2016

UNIONI CIVILI – Legge Cirinnà … in che cosa consiste esattamente?

L’Aula del Senato ha votato ieri la fiducia al governo sul disegno di legge che disciplina le unioni civili omosessuali. I sì sono stati 173. I no 71.  Il testo passa ora all’esame della Camera. Il disegno di legge contava sulla carta sul sì dei 111 senatori Pd (il presidente del Senato per prassi non vota), su poco meno di una trentina di centristi (6 senatori di Ap, in dissenso dal gruppo, non hanno votato la fiducia: tra questi Maurizio Sacconi, Roberto Formigoni,  Gabriele Albertini) sul gruppo delle Autonomie 19 senatori e su alcuni senatori del Misto. Anche 18 senatori verdiniani di Ala su 19 hanno votato la fiducia al governo.

Senza questi voti il governo avrebbe avuto solo 155 voti e non i 161 necessari per promuovere la legge. Il ministro della Giustizia  Andrea Orlando ha detto:  «Il voto di Ala alla fiducia non significa un ingresso in maggioranza».

Non hanno votato la fiducia le forze di opposizione: M5s, Forza Italia, Lega e Fdi.

I senatori del Movimento 5 stelle non hanno partecipato al voto e sono usciti dall’Aula. Costoro sono utili come dei gambi di sedano al posto dei remi su una barca in balia di forti onde!

Via la stepchild adoption e l’obbligo di fedeltà.  Sono queste le scelte ”poco felici” e cavalcate beceramente dall’opposizione –  del maxiemendamento al ddl sulle unioni civili per le coppie omosessuali sul quale il governo ha messo la fiducia.

Renzi:  Abbiamo legato la ”permanenza in vita” del Governo ad una battaglia per i diritti mettendo la fiducia.

Boschi: ”Oggi approviamo la legge sulle ”unioni civili al Senato” e quella sul ”Conflitto di interessi alla Camera”. Difficilmente in altre legislature lo stesso giorno si sono affrontati testi tanto importanti . Stiamo cercando di recupere il tempo perso in passato …

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Mò vediamo che cosa dice questa legge approvata in Senato ieri …

1 – L’unione civile tra persone dello stesso sesso viene definita ”specifica formazione sociale”. Rispetto al testo iniziale viene messo nero su bianco il riferimento agli articoli 2 e 3 della Costituzione che riguardano appunto le «formazioni sociali». Un passaggio fatto per rafforzare la distinzione tra unioni civile e matrimonio disciplinato invece dagli articoli 29-30-31 della Costituzione. Perché si costituisca l’unione civile, gli interessati o le interessate, maggiorenni, devono dichiararla alla presenza di due testimoni presso l’ufficiale di stato civile, che deve provvedere a registrarla nell’archivio dello stato civile.

2 – Rispetto alla prima versione approdata in Aula, nel maxi-emendamento scompare tra i doveri (sempre per evitare l’assimilazione al matrimonio) l’obbligo reciproco alla fedeltà. (Capirai che dramma …) Ma restano tutti gli altri obblighi: dall’assistenza morale e materiale, alla coabitazione, al dovere di contribuire ai bisogni comuni «in relazione alle proprie sostanze e capacità di lavoro professionale e casalingo». Le parti inoltre «concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune». Resta anche la possibilità per le parti di «assumere un cognome comune».

3 – Viene esplicitato che il regime patrimoniale dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, in mancanza di diversa convenzione patrimoniale, è costituito dalla comunione dei beni. Confermata l’estensione alle parti dell’unione civile delle disposizioni previste dalla normativa vigente in materia di diritti successori. Nel ddl è previsto che le disposizioni contenenti la parola coniuge, ovunque ricorrano nelle leggi e nei regolamenti (tranne la legge sulle adozioni), si applichino anche ad ognuna delle parti dell’unione civile omosessuale . Al partner superstite dell’unione civile spetta perciò, ad esempio, la pensione di reversibilità (quella del partner deceduto, se pensionato).

4 – Stralciata la norma del Ddl Cirinnà che estendeva anche a un partner dell’unione civile omosessuale la possibilità di adottare il figlio (anche adottivo) dell’altro partner (la cosiddetta “stepchild adoption” – adozione del figliastro). Una norma che secondo i centristi di Ap-Ncd, ma anche secondo la Lega e una parte di Forza Italia, avrebbe aperto la strada alla pratica della maternità surrogata (il cosiddetto “utero in affitto”), vietata in Italia ma consentita in altri Paesi. Malgrado l’eliminazione di ogni riferimento alla legge 184/1983 sulle adozioni ”RESTA FERMO QUANTO PREVISTO E CONSENTITO IN MATERIA DI ADOZIONE DALLE NORME VIGENTI”.  Sta in questa frase, aggiunta alla fine del comma 20 dell’unico articolo dell’emendamento governativo che riscrive il ddl Cirinnà, la soluzione trovata dal Pd per SALVAGUARDARE la possibilità per le coppie gay unite civilmente di rivolgersi al giudice per chiedere la “stepchild adoption”, stralciata dal provvedimento.

5 – Nel testo si specifica che per lo scioglimento dell’unione civile non è necessario il giudice. (beati loro)  L’unione infatti si può sciogliere anche «quando le parti hanno manifestato la volontà di scioglimento dinanzi all’ufficiale dello stato civile». In tale caso «la domanda di scioglimento dell’unione civile è proposta decorsi tre mesi dalla data di manifestazione di volontà di scioglimento dell’unione».

6 – La legge disciplina anche le convivenze di fatto. Per conviventi di fatto si intendono, senza riferimento al sesso, «due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile». Per individuare l’inizio della convivenza stabile si fa riferimento al momento in cui si stabilisce un indirizzo comune di residenza. Non sono necessari altri atti formali.

7 – I conviventi hanno gli stessi diritti spettanti al coniuge nei casi previsti dall’ordinamento penitenziario; in caso di malattia o di ricovero, hanno lo stesso diritto reciproco di visita, di assistenza e di accesso alle informazioni personali riservato ai coniugi e ai familiari; ogni convivente può designare l’altro come suo rappresentante in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere e in caso di morte per la donazione degli organi.

8 – In caso di morte del convivente proprietario della casa di residenza comune, il convivente superstite ha diritto a restare nell’abitazione per due anni o per un periodo pari alla convivenza se superiore a due anni e comunque non oltre i cinque anni. Se ci sono figli minori o disabili del convivente superstite, il periodo non è mai inferiore ai tre anni. Il diritto viene meno se il convivente superstite si sposa, contrae un’unione civile o una nuova convivenza di fatto. Se la casa è in affitto, il convivente superstite ha diritto a succedere al convivente deceduto nel contratto. Il Ddl estende infine anche alle coppie di fatto la facoltà di godere, a parità di condizione con altri nuclei familiari, di un titolo di preferenza per l’inserimento delle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari. Il Ddl aggiunge un nuovo articolo al Codice civile, secondo cui al convivente di fatto che presti stabilmente la propria opera nell’impresa dell’altro convivente spetta una partecipazione agli utili e ai beni acquistati nonché agli incrementi dell’impresa commisurata al lavoro prestato. Il diritto non spetta se tra i conviventi esiste un rapporto di società o di lavoro subordinato.

9 – Diventano più restrittive le disposizioni sull’obbligo al mantenimento e agli alimenti in caso di cessazione della convivenza di fatto. Nel testo originario il giudice stabiliva il diritto del convivente a ricevere dall’altro convivente quanto necessario al proprio mantenimento nel caso in cui il convivente separato non disponga di adeguati redditi propri (ex articolo 156 del codice civile ) nonché l’assegno alimentare se versa in stato di bisogno e non è in grado di provvedere al proprio mantenimento (ex articolo 438 del codice civile). Il tutto “per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza”. Nell’ultima versione del maxi-emendamento si parla solo di obbligo agli alimenti e non più al mantenimento. Il tutto sempre in base a una decisione del giudice, «per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza». Ma con un esplicito riferimento al comma 2 dell’articolo 438 del codice. Per cui l’assegno alimentare deve essere proporzionato al bisogno di chi lo domanda e alle condizioni economiche di chi deve pagarlo.

10 – Sono previsti oneri finanziari solo per la parte del disegno di legge relativa alle unioni civili. In particolare il Ddl stanzia 3,7 milioni per il 2016, 6,7 milioni per il 2017, 8 milioni per il 2018, 9,8 milioni per il 2019, a salire fino a 22,7 milioni a regime, a decorrere dal 2025.

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Allora? E’ un passo avanti si o no? Direi di si rispetto al ”nulla” di prima …  tutto il resto è solo  ”melina” pre elettorale …

Alla prossima

Elena

 

 

 

Umberto Eco che la terra ti sia leggera e … grazie!

A che serve il professore? 

Nella valanga di articoli sul bullismo nelle scuole ho letto di un episodio che proprio di bullismo non definirei ma al massimo d’impertinenza – e tuttavia si tratta di una impertinenza significativa.

Dunque, si diceva che uno studente, per provocare un professore, gli avrebbe chiesto: “Scusi, ma nell’epoca d’Internet, Lei che cosa ci sta a fare?”.

Lo studente diceva una mezza verità, che tra l’altro persino i professori dicono da almeno vent’anni, e cioè che una volta la scuola doveva trasmettere certamente formazione ma anzitutto nozioni, dalle tabelline nelle elementari, alle notizie sulla capitale del Madagascar nelle medie, sino alla data della guerra dei trent’anni nel liceo. Con l’avvento, non dico di Internet, ma della televisione e persino della radio, e magari già con l’avvento del cinema, gran parte di queste nozioni venivano assorbite da ragazzi nel corso della vita extra-scolastica.

Mio padre da piccolo non sapeva che Hiroshima fosse in Giappone, che esistesse Guadalcanal, aveva notizie imprecise di Dresda, e sapeva dell’India quello che gli raccontava Emilio Salgari.

Io invece sin dai tempi della guerra queste cose le ho apprese dalla radio e dalle cartine sui quotidiani, mentre i miei figli hanno visto in televisione i fiordi norvegesi, il deserto di Gobi, come le api impollinano i fiori, com’era un Tyrannosaurus Rex; e infine un ragazzo d’oggi sa tutto sull’ozono, sui koala, sull’Iraq e sull’Afghanistan. Forse un ragazzo d’oggi non sa dire bene che cosa siano le staminali ma le ha sentite nominare, mentre ai miei tempi non ce lo diceva neppure la professoressa di scienze naturali. E allora che ci stanno a fare gli insegnanti?

Ho detto che quella dello studente di cui parlavo era solo una mezza verità, perché anzitutto l’insegnante oltre che ”informare” deve ”formare”.

Quello che fa di una classe una buona classe non è che vi si apprendano date e dati ma che si stabilisca un dialogo continuo, un confronto di opinioni, una discussione su quanto si apprende a scuola e quanto avviene di fuori. Certo, che cosa accada in Iraq ce lo dice la televisione, ma perché qualcosa accada sempre lì, sin dai tempi della civiltà mesopotamica, e non in Groenlandia, lo può dire solo la scuola. E se qualcuno obiettasse che talora ce lo dicono persone anche autorevoli a ‘Porta a Porta’, è la scuola che deve discutere ‘Porta a Porta’. I mass media ci dicono tante e cose e ci trasmettono persino dei valori, ma la scuola dovrebbe saper discutere il modo in cui ce lo trasmettono, e valutare il tono e la forza delle argomentazioni che vengono svolte sulla carta stampata e in televisione. E poi c’è la verifica delle informazioni trasmesse dai media: per esempio, chi se non un insegnante può correggere le pronunce sbagliate di quell’inglese che ciascuno crede di imparare dalla televisione?

Ma lo studente non stava dicendo al professore che non aveva bisogno di lui perché erano ormai radio e televisione a dirgli dove stia Timbuctù o che si è discusso sulla fusione fredda, e cioè non gli stava dicendo che il suo ruolo era stato assunto da discorsi per così dire sciolti, che circolano in modo casuale e disordinato giorno per giorno sui vari media – e che se sappiamo molto sull’Iraq e poco sulla Siria dipende dalla buona o cattiva volontà di Bush. Lo studente stava dicendo che oggi esiste Internet, la Gran Madre di tutte le Enciclopedie, dove si trovano la Siria, la fusione fredda, la guerra dei trent’anni e la discussione infinita sul più alto dei numeri dispari. Gli stava dicendo che le informazioni che Internet gli mette a disposizione sono immensamente più ampie e spesso più approfondite di quelle di cui dispone il professore. E trascurava un punto importante: che Internet gli dice ‘quasi tutto’, salvo come cercare, filtrare, selezionare, accettare o rifiutare quelle informazioni.

A immagazzinare nuove informazioni, purché si abbia buona memoria, sono capaci tutti. Ma decidere quali vadano ricordate e quali no è arte sottile. Questo fa la differenza tra chi ha fatto un corso di studi regolari (anche male) e un autodidatta (anche se geniale).

Umberto Eco

Umberto Eco

Alcune informazioni – Umberto Eco Era nato ad Alessandria, in Piemonte,  il 5 gennaio 1932  ed è morto a Milano il 19 febbraio 2016 a causa di un tumore che lo aveva colpito due anni fa.

Eco è stato un filosofo, giornalista e scrittore italiano.  Era anche un saggista prolifico che ha scritto numerosi saggi oltre a romanzi di successo. Ha fondato il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Dal 2008 era professore e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna. Dal  2010 Umberto Eco era socio delll’Accademia dei Lincei,  per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche.

Figlio di Giovanna Bisio e di Giulio Eco, un negoziante di ferramenta, conseguì la maturità al liceo classico ”Giovanni Plana” di Alessandria sua città natale. Durante i suoi studi universitari su Tommaso d’Aquino, smise di credere in Dio e lasciò definitivamente la  Chiesa Cattolica.  In una nota ironica, in seguito commentò: “si può dire che Tommaso d’Aquino mi abbia miracolosamente curato dalla fede.

Nel 1961 iniziò la sua carriera universitaria che lo portò a tenere corsi, in qualità di professore incaricato, in diverse università italiane: Torino, Milano, Firenze, Bologna. Nel corso degli anni ha insegnato alla New York University, Northwestern University, Columbia University, Yale University, Harward University, University of San Diego, Cambridge University,  Oxford University, All’università di San Paolo e Rio de Janeiro, Univesità de La Plata e di Buenos Aires, College de France, Ecole Normale Superiore di Parigi. Nel 2007 si era ritirato dall’insegnamento per limiti di età.

Dalla fine degli anni ’50, Eco iniziò a interessarsi all’influenza dei mass media nella cultura di massa, su cui pubblicò articoli in diversi giornali e riviste.

Ha collaborato dalla sua fondazione, nel 1955, al settimanale  L’Espresso, ai giornali: il Giorno, la Stampa, il Corriere della Sera, La Repubblica, il Manifesto e a innumerevoli riviste internazionali specializzate.

Nel 1980 Eco esordì nella narrativa. Il suo primo romanzo, Il Nome della Rosa riscontrò un grande successo sia presso la critica che presso il pubblico, tanto da divenire un best-seller  internazionale tradotto in 47 lingue e venduto in trenta milioni di copie.  Altro romanzo: Il  ”Pendolo di Foucault” –  satira dell’interpretazione paranoica dei fatti veri o leggendari della storia e delle sindromi del complotto.  E poi ancora:  l’ Isola del giorno prima, Baudolino, La misteriosa fiamma della regina Loana, Il cimitero di Praga,  Numero zero.

 

Morto il ”papà” della ”Moka” …

In Italia il nome ”Bialetti” va di ”pari passo” con ”caffettiera”!

Renato Bialetti è stato l’industriale che ha portato la celebre caffettiera ”Moka” nelle case di tutti gli italiani. E’ stato uno dei primi imprenditori ad aver fiducia nel ”marketing”. Le sue pubblicità hanno ”catturato” l’attenzione non solo degli italiani ma hanno anche varcato i nostri confini.

Dalla matita del disegnatore Paul Campani, nacque l’ ”omino con i baffi”. Un’immagine stilizzata di un omino distinto,  che diventò uno dei primi protagonisti di ”Carosello”, il celebre contenitore pubblicitario che per 20 anni ha tenuto incollati davanti al televisore milioni di spettatori italiani, bambini compresi. Infatti noi piccoli si andava a dormire ”dopo aver visto Carosello” il che significava 21,30 massimo!

”Eh eh …  sì … sì … sì … sembra facile fare un buon caffè” diceva l’omino con i baffi. Come dimenticare quell’omino educato … la voce dai toni garbati … la gradevole ironia …  altri tempi!

iu-1Chi non conosce la celebre ”Moka” della Bialetti? 

Renato Bialetti è morto all’inizio di febbraio, all’età di 93 anni. I suoi funerali si sono svolti a Casale Corte Cerro (in provincia di VCO – Verbania Cusio Ossola) dove era nato, nella piccola frazione di Montebuglio.  Le ceneri dell’imprenditore sono state sepolte nel cimitero, della piccola frazione, che sorge a poca distanza dalla zona dove il padre di Renato, Alfonso Bialetti, creò l’azienda.

Nel 1933 nacque la mitica caffettiera che diventò poi famosa con l’immagine dell’ “omino con i baffi”, ispirata proprio ai baffi di Renato. Questa caffettiera è diventare presto un’icona del design italiano in tutto il mondo.

165911962-7089f58c-7e97-40da-9a0b-897b848451abRenato Bialetti negli anni ’60 

Le ceneri dell’omino coi baffi,  papà dell’omonima macchinetta del caffè, sono custodite in una caffettiera gigante (moka). Questa è stata la volontà dei figli Alessandra, Antonella e Alfonso.

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Addio … che la terra ti sia lieve …

Alla prossima

 

Elena

Guerra in Siria … ”Chi” combatte ”chi” e perché?

Ogni giorno i media ci informano dell’esodo del popolo Siriano, molti di noi inorridiscono, alcuni, tra cui la sottoscritta, piangono, molti scrollano le spalle. Stamattina pensavo con orrore al fatto di quanto in effetti si sia ”impotenti” davanti ad un massacro simile.

Mi viene in mente di quante volte da ragazzina, leggendo o parlando con amici dell’olocausto subito dagli ebrei, la mia rabbia crescesse.

Tutti abbiamo letto Anna Frank, non so quanti invece abbiano letto ”Tu passerai per il camino” di Vincenzo Pappalettera.

Io, ero ragazzina quando ebbi occasione di leggerlo, la mia indignazione alla fine del libro,  fu talmente tanta che feci una discussione accesissima con mio padre. Sostenendo la teoria che fossero stati tutti, in qualche modo,  consenzienti nei confronti di questo massacro! In quanto, dal mio punto di vista, non ritenevo possibile che la popolazione intera fosse rimasta inerte davanti ad un orrore simile.

Mio padre ricordo cercava di farmi ragionare, spiegando e dando delle giustificazioni … dicendo che la gente allora ”non sapeva” … non era sicura.  Al che rispondevo che i rastrellamenti degli ebrei c’erano in tutte le città e che a qualcuno un ”dubbio” avrebbe pur dovuto venire o no?

Come mi sbagliavo! Come il mio entusiasmo giovanile mi portava a veder ”distorta la realtà”!

Oggi sta accadendo una cosa altrettanto orribile in Siria! Un Paese che si ritrova con una popolazione in gravi condizioni di precarietà e a rischio vita. Vediamo tutti i giorni sui telegiornali questo esodo drammatico,  queste famiglie che devono abbandonare le loro case distrutte dai bombardamenti per mettersi in salvo, e che cosa facciamo?

Guerra in Siria © Infophoto (2)

Bene che vada … ci disperiamo! Ma il ”nostro tran tran …” deve continuare, quindi? Quindi ”chiudiamo un occhio” quando non li chiudiamo tutti e due!  Senza contare che ci sono addirittura dei ”mostri ignoranti” che sostengono: ”ma che stiano a casa loro”!

Chiudiamo un occhio e deleghiamo la politica per risolvere il problema. Che cosa sta facendo la politica? Vediamo un po’ …

Fino ad oggi i negoziati per ‘sto conflitto che dilania il Paese e che ha causato circa 250.000 vittime e un immenso fiume di rifugiati nei paesi vicini – non hanno avuto esiti. Sono ormai più di 13 milioni i siriani bisognosi di assistenza.

Per capire qualcosa di quello che sta succedendo vale la pena tenere a mente che in Siria stanno combattendo diversi gruppi e i fronti di guerra sono molti: c’è il regime di Assad che combatte contro i ribelli moderati, contro i gruppi jihadisti, tra cui al Qaida, e in misura minore contro l’ISIS. I ribelli moderati combattono contro il regime di Assad e contro l’ISIS, e a seconda dell’opportunità combattono contro o si alleano con i gruppi jihadisti.

Poi bisogna anche cercare di capire, in mezzo a ‘sto casino,  quali stati esterni sono intervenuti in Siria … contro chi combattono e perché.

Vediamo un po’ quali sono questi Stati …

Stati Uniti – Appoggiano i ribelli anti-Assad più moderati, anche se non ne sono rimasti molti. Hanno individuato come loro nemico principale l’ISIS, che bombardano, sia in Siria che in Iraq. Hanno avviato un piano per l’addestramento di alcuni ribelli finalizzato a sconfiggere l’ISIS, spendendo diversi milioni di dollari: finora con risultati deludenti. Gli Stati Uniti si oppongono anche al regime di Bashar al Assad, ma non tanto quanto si oppongono all’ISIS. In passato, oltre all’ISIS, gli aerei da guerra americani hanno colpito in Siria anche il cosiddetto ”Gruppo Khorasan”, una cellula di al Qaida incaricata di pianificare obiettivi terroristici all’estero.

Francia – Appoggia i ribelli più moderati, tra cui i curdi nel nord-est della Siria. Si oppone all’ISIS, ad altri gruppi jihadisti e ad Assad, ma come gli Stati Uniti bombarda solo il primo. Gli attacchi aerei francesi in Siria sono iniziati più tardi: fino ad allora la Francia era stata molto riluttante a intervenire in Siria – mentre in Iraq aveva già cominciato da tempo – anche per paura di rafforzare indirettamente il regime di Assad. Diversi analisti dicono che le ragioni dell’intervento francese sono due: una reazione ai recenti attacchi terroristici compiuti da alcuni simpatizzanti dell’ISIS in territorio francese e il timore di essere messi da parte quando ci sarà da negoziare il futuro della Siria. A differenza di altri paesi europei, la Francia ha continuato a mantenere una certa autonomia dagli Stati Uniti in politica estera e l’interventismo non è una cosa così strana per la politica francese.

Russia – Appoggia il regime di Bashar al Assad, che è l’unico importante alleato del governo russo in Medio Oriente. Giustifica il suo intervento nella guerra in Siria come mossa preventiva contro l’ISIS, ma i suoi primi bombardamenti hanno colpitotre province siria ne – Homs, Hama e Latakia – in cui l’ISIS non è presente. Alcuni analisti pensano che i veri obiettivi di Putin siano gruppi ribelli che stanno contendendo ad Assad il controllo delle zone della Siria ancora sotto il controllo governativo, soprattutto nell’ovest. Già nelle ultime settimane la Russia aveva mandato diversi aerei da guerra e rafforzato la sua presenza in una base militare a Latakia, città costiera siriana saldamente sotto il controllo di Assad.

Iran – È l’unico alleato del regime di Bashar al Assad in Medio Oriente, da alcuni decenni. Dall’inizio della guerra, nel 2011, fornisce soldi, armi e invia consiglieri militari al governo siriano. Nella primavera di quest’anno ha combattuto attivamente l’ISIS in Iraq a fianco dell’esercito iracheno ma senza un reale coordinamento con la coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti (Iran e Stati Uniti sono nemici): lo ha fatto con alcuni uomini ma soprattutto con diverse milizie sciite irachene sotto il suo controllo. In Siria ha agito soprattutto tramite Hezbollah, gruppo sciita libanese che si oppone tradizionalmente a Israele. I militanti di Hezbollah hanno aiutato Assad a riconquistare alcuni territori vicino al confine libanese, cioè nella Siria occidentale, considerata una roccaforte del regime di Assad.

Turchia – I suoi nemici principali sono due: il regime di Bashar al Assad e i curdi alleati con il PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan che per anni ha agito contro il governo soprattutto nella Turchia meridionale. Le posizioni della Turchia nella guerra contro l’ISIS sono state molto discusse: per diverso tempo la Turchia – che è membro della NATO – ha appoggiato formalmente l’azione della coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti, ma poco altro. Non ha concesso le sue basi agli aerei da guerra americani e non ha fatto quasi nulla per rendere il suo confine con la Siria meno “poroso”, permettendo per esempio a molti “foreign fighters” di unirsi all’ISIS e ad altri gruppi jihadisti che combattono contro Assad. Dopo l’ attacco terroristico nella città turca di Suruc rivendicato dall’ISIS, lo scorso luglio, la Turchia ha cambiato atteggiamento: ha compiuto qualche attacco contro l’ISIS al confine siriano e ha concesso l’uso delle sue basi agli americani. Ma i suoi obiettivi non sono cambiati: la priorità rimane la caduta di Assad e non la sconfitta dell’ISIS.

Arabia Saudita – Appoggia i ribelli che combattono contro Assad – non fa tanta differenza tra ribelli più e meno moderati – e da circa un anno ha cominciato a bombardare l’ISIS in Siria all’interno della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Secondo alcuni appoggia l’ISIS, secondo altri non appoggia né finanzia l’ISIS.  (Capirci qualche cosa qui in mezzo è complicato) La sua priorità, comunque, è la caduta del regime di Assad! Perché? Perché Assad è il principale alleato dell’Iran in Medio Oriente, e l’Iran è il principale nemico dell’Arabia Saudita! Seplice no?  Il ministro degli Esteri saudita, Adel al Jubeir, ha detto martedì che il suo paese non accetterà alcuna soluzione alla guerra in Siria che preveda Assad ancora al potere, come invece propone la Russia. I sauditi sono anche disposti ad aumentare i finanziamenti e la fornitura di armi ai ribelli che combattono Assad.

Israele – Formalmente Israele non è coinvolto nella guerra in Siria, nonostante condivida con la Siria una parte di confine sulle contese Alture del Golan e quindi sia interessato alla generale instabilità causata dalla guerra. Di fatto da diverso tempo Israele compie bombardamenti occasionali contro alcune postazioni dell’esercito siriano. La situazione è piuttosto complicata: in un recente incontro con Putin, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che Israele non è né a favore né contro Assad. Il problema principale degli israeliani riguarda le attività del gruppo libanese Hezbollah, che oltre a combattere a fianco ad Assad nella guerra in Siria da molti anni lancia dei razzi dal sud del Libano per colpire obiettivi nel nord di Israele. Israele sembra interessato alle attività del governo di Assad nella misura in cui queste stesse attività possano rafforzare Hezbollah in Siria. L’Economist scrive che Netanyahu e Putin hanno trovato una specie di accordo: nonostante il loro intervento in Siria, i russi non metteranno in pericolo gli interessi strategici israeliani in Siria; in cambio gli israeliani hanno assicurato che non interverranno per rimuovere Assad dal potere.

Qatar – Sostiene soprattutto finanziariamente i ribelli che combattono contro Assad, senza farsi troppi problemi di quanto siano moderati. Il New York Times ha scritto che nel 2013 ha fornito ai ribelli dei missili terra-aria, ignorando le preoccupazioni americane che di quelle armi potessero impadronirsi i gruppi jihadisti o terroristi. Anche gli altri paesi del Golfo Persico hanno assunto una posizione simile a quella del Qatar. L’obiettivo principale per tutti loro, come per l’Arabia Saudita, è la caduta del regime di Assad.

Regno Unito – Si oppone all’ISIS, ad altri gruppi jihadisti e ad Assad e sostiene i ribelli più moderati. Finora però i bombardamenti britannici si sono limitati a colpire l’ISIS in Iraq, anche se di recente il Regno Unito ha condotto un’operazione militare in Siria con dei droni uccidendo due cittadini britannici che si erano uniti all’ISIS…

Non è per voler fare ”Ponzio Pilato” … ma che cosa potremmo fare noialtri oltre che firmare una ”petizione su Internet”? Se la volete firmare eccola qui sotto:

https://www.change.org/p/siria-se-vuoi-la-pace-prepara-la-pace-paceinsiria

Alla prossima

Elena

 

 

fonti:

http://www.nytimes.com/2015/10/01/world/middleeast/the-syria-conflicts-overlapping-agendas-and-competing-visions.html

http://www.ilpost.it/2015/09/20/guerra-contro-isis/

http://www.nytimes.com/2013/06/30/world/middleeast/sending-missiles-to-syrian-rebels-qatar-muscles-in.html?_r=0 

http://www.economist.com/news/middle-east-and-africa/21669563-though-opposite-sides-syrian-conflict-binyamin-netanyahu-and-vladimir-putin-agree

http://www.ilpost.it/2015/07/24/turchia-bombardamento-isis/

http://www.ilpost.it/2015/07/20/esplosione-suruc-turchia/

http://www.ilpost.it/2013/06/06/a-qusayr-ha-vinto-assad/

 

L’economia non cresce … ma va?

Ma che cavolo di ”crescita” vogliono che si abbia noialtri?

In Europa ”limano i dati sulla crescita italiana”! Ma per forza! Non capisco nulla di economia ma mi verrebbe spontaneo pensare che possa esserci ”crescita” solo se riparte il consumo.

Cioè che quelli come noialtri tornino a comprarsi le scarpe nuove, magari più belle e robuste di quelle ”cinesi” … il cappotto, magari non di plastica ma di un tessuto degno di tale nome … cambino la macchina … mandino i figli all’università … vadano a mangiare in pizzeria con la famiglia o al ristorante con gli amici … vadano a teatro … al cinema … che si comprino l’appartamento o la ”casetta” in periferia.

Per far questo serve che noialtri ”comuni mortali” si abbia un lavoro sicuro e uno stipendio degno di tale nome. Quindi? Quindi fino a quando non ci daranno lavoro e stipendio non si farà una cippa!

Ora, il problema è: ”CHI” deve darci un lavoro?  Gente come i ”Riva”? Ma per favore …

Facciamo un piccolo esempio di trogloditismo italico: In alcune zone della Sicilia, e non solo, non ci sono ”depuratori” per le acque nere … quindi scaricano ancora le fogne in mare aperto …

ecco qui un video che la dice lunga sull’argomento:

https://www.youtube.com/watch?v=trfg3RzWsdU

Vi pare normale? Per una regione che vive di turismo direi che è come darsi delle ”martellate sulle dita”! Eppure organizzare un sistema fognario degno di tale nome creerebbe lavoro! Piuttosto di farlo preferiscono investire su quella ”tela di Penelope” che è il  ”Ponte sullo stretto”! E’  ovvio che alla gente ”normale” dia fastidio no? E poi … quanti saranno i turisti che volontariamente attraverseranno ‘sto ponte per poter fare il bagno in mezzo ai ”vibrioni del colera”?

Di esempi simili se ne potrebbero fare a milioni nel nostro paese. Il lavoro ci sarebbe … solo mettendo in sesto l’Italia … migliorando le sue periferie ed i suoi preziosissimi centri storici!

Eppure quando le cose andavano benino abbiamo preferito fare come le ”cicale” … con un’economia del ”mordi e fuggi”, un’economia priva di qualsiasi visione a lungo termine.

Che noi si sia ”miopi” si desume anche dal fatto che oggi come oggi, con il consumo da parte dell’essere umano del pianeta … noi cosa facciamo? Vogliamo trivellare il Mar Adriatico per cercare petrolio! Ma come? Tutti cercano di affrancarsi dai combustibili fossili che stanno ammazzando il pianeta, tra l’altro l’unico che abbiamo, e noialtri vogliamo trivellare l’Adriatico?  Ma siamo impazziti?

Siamo un dito nel Mediterraneo ed invece di essere la ”Florida” d’Europa ci siamo fatti fregare dalla Costa Azzurra!  Facciamoci una domanda … diamoci una risposta!

Alla prossima

 

Elena

 

 

 

 

altra disgrazia, una delle tante …

http://www.canalesicilia.it/sicilia-a-gela-acque-reflue-in-mare-senza-nessun-trattamento/