Ieri al Vox di Frejus, nell’ambito della rassegna del cinema italiano del CIP, curata dal bravissimo Jerome Reber, abbiamo visto: ‘’La commare secca’’ di Bertolucci.
Ecco qui un veloce riassunto, tanto per capire di che cosa stiamo parlando.
‘’Siamo alla periferia di Roma nei primi anni ’50 e, sul greto del Tevere, giace il corpo di una donna assassinata. In base ad alcune testimonianze si giunge ad identificare un gruppo di persone che, verso l’ora del delitto, sono state viste aggirarsi nei dintorni. Un giovane di 19 anni, sostiene di esser passato di là tornando da un incontro con due ”sacerdoti” che gli avevano promesso un lavoro. Invece è un ladro di periferia che, assieme a due complici è andato a derubare le coppie di innamorati. Un altro, un biondo ossigenato ed elegante, parla di una passeggiata con la fidanzata. Invece è un ex ladro che fa il mantenuto di una ‘’strozzina’’ e quella sera era finito nel parco litigando con la sua amante per motivi economici. Poi c’è un militare di leva calabrese che descrive la sua giornata passata ad importunare tutte le ragazze sole che incontrava e che finisce per ammettere di essersi seduto su una panchina nel parco e di essersi addormentato. Tra gli indiziati c’è anche un friulano che indossa un paio di zoccoli e che accusa due ragazzi ‘’sospetti’’ che aveva intravisto quella sera. Si tratta di Francolicchio e Pepito che nel parco quella stessa sera avevano incontrato, senza nemmeno rendersene conto, un ‘’omosessuale’’ che, molto probabilmente sperava di aver con loro rapporti carnali. I ragazzi però, approfittando di un attimo in cui l’uomo si apparta, forse per bisogni corporali, gli rubano l’impermeabile e quando la polizia viene per interrogarli fuggono spaventati verso il fiume. Pepito viene catturato, mentre l’altro si getta in acqua e annega. L’uomo a cui avevano rubato l’impermeabile, aveva però visto chi aveva commesso il delitto ed avverte la polizia. Si tratta del friulano che viene arrestato mentre balla in una balera’’.
Il film ruota sull’interrogatorio fatto ai vari sospettati dell’assassinio da parte di un commissario di cui si sente solo la voce ”fuori campo” e che Bertolucci realizza con il sistema dei ‘flash-back’. E’ la prima opera di Bertolucci e lo sceneggiatore ed ideatore è Pierpaolo Pasolini. Non a caso infatti sarà proprio l’omosessuale a risolvere la faccenda, in quanto unico testimone oculare che non si sottrae però dal testimoniare, risolvendo il caso.
Se devo essere onesta sono rimasta un pò scioccata. Non mi aspettavo un film così drammatico, così crudo e così duro. Ho trovato inoltre le riprese un pò ’’scontate’’ … alcune addirittura mi infastidivano, come quei primi piani sfocati e veloci, che mi mettevano persino un pò di nausea.
Noialtri ormai si va al cinema per ‘’divertirsi’’ e per ‘’dimenticare’’ e gli effetti speciali di oggi ci hanno proprio ”viziato’. Il film di ieri invece ci obbligava a ‘’pensare’’, cosa alla quale non siamo nemmeno più abituati.
Il film ci ha sbattuto in faccia la dura realtà di quegli anni. La realtà di una Roma in cui una larga parte della popolazione viveva in favelas degradanti e non aveva un lavoro. Una moltitudine di persone che vivevano di ‘’espedienti’’ e che cercava di arrangiarsi.
Gente che era ignorante nel vero senso della parola, in quanto sapevano a mala pena leggere e scrivere ma erano per la maggior parte privi della capacità di ”elaborare”. Non dobbiamo dimenticare che negli anni ’50 la popolazione rurale lasciava in massa le campagne con esodi veri e propri verso le città e verso le industrie. Il fenomeno era dovuto all’uso delle macchine agricole che, se da una parte aumentavano la produttività dall’altra riducevano la domanda di ‘’braccia’’. Quindi cosa facevano i contadini? Migravano in cerca di lavoro! Semplice no?
I nuovi mass media, come radio e televisione spingevano le giovani generazioni a cambiare le proprie abitudini di vita. Le spingevano verso il consumismo e quindi lontane da quell’ autoconsumo semplice della vita contadina, dove la gente si accontentava di pochissimo.
La ricostruzione post-bellica e la nascita dell’industria aumentavano la domanda di lavoro operaio e quindi nuove industrie sorgevano nei pressi delle grandi città che attiravano masse di persone che però, non trovando lavoro immediatamente vagavano ‘’aggiustandosi’’ come potevano.
Se ci pensiamo un attimo è più o meno la stessa cosa che sta succedendo oggi con l’immigrazione dall’Africa.
Insomma … il film di ieri sera ci obbliga a pensare e a ‘’fare i conti’’ con la Storia! La Storia che bisogna assolutamente conoscere per poter giudicare il presente.
Se non si studia la storia si finisce con il credere e convincersi che ‘’prima’’ si stesse meglio! Ma … ‘’prima’’ quando esattamene?
Dopo aver visto ‘’La Commare Secca’’ che altro non è se non un modo di riferirsi alla ‘’morte’’, capisco più che mai i commenti delle persone più anziane di me. Io sono nata nel 1955, in pieno boom economico, e quindi se vogliamo essere onesti, pur non avendo navigato nell’oro, sono figlia di gente che ha sgobbato a testa bassa per tirare la caretta, non ho però mai avuto ‘’fame’’. Ho sempre mangiato a sazietà pur essendo cresciuta nella casa dei miei nonni in cui il ”wc” era si ‘’privato’’ ma era sul balcone e d’inverno non è che fosse poi così entusiasmante. Se penso alle lotte che ho sempre fatto con i miei due figli che sotto la doccia ci stavano delle ore … mah.
Le persone nate prima di me hanno avuto anche fame e non sono poi tanto clementi e comprensive come la sottoscritta con le giovani generazioni che si lamentano della vita ‘’dura’’ di oggi. La loro vita era molto ma molto più ‘’dura’’ di quella dei ‘’giovani odierni’’.
Oggi in Italia, un autore famoso come Camilleri, è costretto a lanciare appelli al Governo Italiano affinché non si riducano le ore di studio della Storia nelle nostre scuole di tutti i gradi. Vi sembra normale che un Governo riduca lo studio della Storia? Ma … per quale motivo?
La storia è un bene comune. La sua conoscenza è un principio di democrazia e di uguaglianza tra i cittadini. Lo storico ha le proprie idee politiche d’accordo, ma è costretto a sottoporre queste sue idee alle prove dei documenti e del dibattito, è costretto a confrontare le sue idee con quelle degli altri e a diffondere la Storia vera. I pericoli della mancanza di conoscenza della storia sono sotto gli occhi di tutti. Oggi si negano fatti ampiamente documentati; si costruiscono fantasiose contro-storie; si resuscitano ideologie funeste e pericolose. Le ”destre” stanno riscuotendo ovunque ”pericolose simpatie”. Se la storia, come sta avvenendo oggi, viene soffocata nelle scuole e nelle università, esautorata dal suo ruolo … non dobbiamo stupirci se i ragazzi europei giocano facendo selfie sui binari di Auschwitz. Se considerano i ‘’viaggi della memoria’’ come delle semplici gite scolastiche, significa che questi ragazzi sono vittime dell’incuria e dei fallimenti educativi delle nostre società!
Insomma, non posso dare un giudizio da ‘’esperta di cinema’’ perché non lo sono ma devo riconoscere che il film mi ha messa in contatto con la Storia recentissima del mio Paese, una ”storia” che tendevo a sottovalutare.
Quindi … grazie mille al CIP, grazie mille alle scelte sempre ‘’felici’’ di Jerome Reber.
Alla prossima
Elena