Archivi del mese: gennaio 2016

La borsa va male? Quindi? Cosa Fare?

… ma possibile che non ci sia rimedio? Eppure mia nonna diceva sempre: ”solo alla morte non c’è rimedio”!  Quindi …

Leggevo stamattina sul Sole24ore questo articolo di Enrico Marro :

”Altro che “sell in may and go away”, il vecchio adagio di Borsa che consiglia di vendere a maggio per evitare la volatilità estiva. Un gennaio così da brividi non si vedeva da decenni, in Borsa. L’indice S&P500, il più importante del mondo, dal 29 dicembre al 20 gennaio ha perso più dell’11% del suo valore. E questo in un mese che dal 1990, sempre sull’S&P500, in media aveva registrato uno scostamento zero. Facendo la media tra gli anni peggiori e quelli migliori, insomma, l’indice negli ultimi 25 anni non si era mosso. Una perdita dell’11% poi dal 1990 non si era mai vista. Che cosa sta succedendo”?

Continuerei con: ”Ma se succede questo a gennaio, cosa succederà nel resto dell’anno? E questo se lo chiede lui che l’argomento lo ”mastica” parecchio , immaginiamo una come me che non ci capisce invece una cippa? Ma … proviamo ad andare ad ”istinto” … 

Come possiamo pensare che l’incasinata situazione mondiale possa esser positiva  per i rendimenti in borsa? Per far soldi con i soldi è necessario che ci sia  un ”tran tran” prevedibile …  una serena stabilità. Invece? Invece oggi abbiamo le ”sofferenze” legate al petrolio … la tensione geopolitica provocata dall’Isis … la delocalizzazione delle industrie verso lidi per loro più allettanti con conseguente perdita costante di lavoro da parte dei paesi cosiddetti ”industrializzati”.  Ovvio che chi perde il lavoro e soprattutto non ne trova altro … non sia proprio il ”festival della felicità”!  Non sia certo disposto a rinunciare alla propria dignità di persona! Questo crea ovviamente ”tensione sociale”. Una tensione che sfocia in aumento della delinquenza, ampliamento nell’organico delle organizzazioni malavitose fino all’adesione a gruppi terroristici.

E la tensione sociale per chi investe in borsa è ”deleteria” …

Dovremmo anche chiederci come mai ci sia,  a livello mondiale, questa situazione tanto ”sinistrata”?

Ma sarà proprio solo e perché siamo vissuti ”al di sopra dei nostri mezzi” per troppo tempo? Ma siamo sicuri? Vero è che l’adagio che detta: ”piatto ricco mi ci ficco” vale un po’ per tutti”!  Eppure … non so perché … ma ho l’impressione che a forza di far soldi grazie i soldi, senza metter realmente denaro in mano e nelle tasche delle  persone …abbia creato uno squilibrio che, finalmente, non consente più a questa ”virtuale maniera” di far quattrini di andare avanti!

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Per girare il mercato ha bisogno di gente con denaro che vada in pizzeria … al cinema … compri le scarpe ai figli … vada in vacanza … cambi la macchina … non certo di masse di denaro che virtualmente passano da una mano all’altra senza entrare nel mondo ”reale”!  Se il mercato, come si sgolano tutti a spiegarci, è interconnesso … le variabili quindi saran talmente tante che ci dovrà pur esser, per forza di cose,  qualche cosa di ”tangibile” o no?

I signori manovratori, quelli cha hanno denaro per fare le guerre e che muovono quantità industriali di quattrini dovranno per forza di cose investire questo denaro in qualche cosa che dia lavoro alle persone … viceversa l’economia è destinata a fermarsi … perché la gente senza lavoro non guadagna, se non guadagna non spende, se non spende il mercato si ferma! Punto!

Inoltre non fornire la popolazione minuta di lavoro e quattrini può solo aumentare tensioni sociali … vedi Isis.

Insomma per farla breve cari signori ricchi sfondati, sarete costretti, se volete tenere i vostri quattrini stretti stretti, a fare qualche cosa! A lavorare, a prendervi delle responsabilità con delle persone ”vere”! Non certo continuare a chiedere ai politici lacchè di obbligarci a fare sacrifici e tirare la cinghia! Se i tedeschi vogliono continuare su quella strada … ebbene che escano loro dall’Europa!

Cari ricconi … invece di continuare a dettar legge alla politica … inventatevi qualche cosa di utile!

Rendete belle le città esistenti … rendetele vivibili … investite in cultura … in musei … sponsorizzate l’arte … abbattete l’inquinamento … piantate foreste in Africa … portate l’acqua e la corrente elettrica a paesi che non ne hanno … potrete poi vendergli frigoriferi e televisioni!   Costruite vetture elettriche … occupatevi dell’ambiente … insomma, date lavoro ”vero e dignitoso”  alle persone.

Vedrete che le tensioni ”mondiali” diminuiranno e voi proverete l’orgoglio degli industriali di un tempo … con l’aggiunta di fare qualche cosa di utile per il pianeta!

Avete sentito? Ho paura di no … una voce troppo piccola la mia! Ma … se ci sfidate e continuare ad affamarci  … ricordatevi di una cosa: ”noi siamo in tanti”!

Alla prossima

 

Elena

 

Teatro le Forum di Frejus – Lo schiaccianoci – ”Casse noisette”

Teatro pieno come al solito.

Il bravissimo corpo di ballo è quello del Gran Teatro di Ginevra.

”Lo schiaccianoci” si basa su di una fiaba scritta da E.T.A. Hoffman e reinterpretata dal francese Alexandre Dumas.

Questa fiaba finì nelle mani del ballerino e coreografo francese Victor Marius Alphonse Petipa che  la trasformò in un balletto che fu messo in scena per la prima volta al Teatro Marinskij di Pietroburgo il 6 dicembre del 1892.  La musica è di Peter Ilyich Tchaikovsky .

Dunque vediamo …  di che cosa parla lo schiaccianoci?

”Narra la storia del sogno di una bambina.  Clara (o Masha, diminutivo russo di Maria).   È la sera della vigilia di Natale; fra i regali che la bambina trova sotto l’ albero c’è uno schiaccianoci a forma di soldatino … il fratello di Masha, per farle un dispetto,  rompe il giocattolo. Per fortuna il papà dei bimbi, il signor Drosselmeier,  lo aggiusta.  Quando è ora di andare a dormire, la bimba si addormenta tenendo stretto a sé  il soldatino.  Masha sogna e nel sogno il soldatino prende vita … danza con lei … sconfigge l’esercito dei topi …  la guida in un mondo incantato” … e poi … la sposerà e saranno ”felici e contenti”.

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La coreografia a cura di Jeroen Verbruggen … ha veramente dello spettacolare. Inizia con un ballerino che interpreta un ”a solo” indossando un ”frac” su un palco deserto.  La gestualità dei ballerini credo abbia  incantato tutti.  Braccia che mulinano, teste che si muovono a scatti e che controllano l’orizzonte a colpi di mento, come se fossero delle mitragliatrici, gambe piegate all’indietro che colpiscono maliziosamente il ”sedere” degli sfortunati che si avvicinano troppo. Ballerini che volano nelle posizioni plastiche tipiche della danza tradizionale ma che si piegano anche come delle marionette accartocciate. Ballerini che si inciampano, facendo per un attimo credere allo spettatore che si tratti di un errore … per poi accorgersi che invece lo fanno tutti e che le ”cadute” vanno a ”tempo di musica” in modo perfetto!

Elevazioni e movimenti tipici del repertorio ”classico” … mescolati sapientemente con la danza moderna, quella orientale e l’ hip hop.

La sceneggiatura partecipa al racconto … l’armadio del sogno di Masha si apre e si chiude facendo entrare ed uscire strani personaggi … con enormi teste arancioni … con strane maschere sul viso … gli specchi sono ovunque … dato che sono montati su ruote vengono lanciati sul palcoscenico ed i ballerini ci passano attraverso, anche l’enorme lampadario partecipa salendo e scendendo e addirittura contiene i calici di vetro in cui i ballerini brindano.

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I costumi sono cambiati spesso e sono indossati indifferentemente da uomini e donne … fino al quello un po’ ”inquietante” del personaggio ”scorticato” dal dolore per la passione amorosa.

Il movimento e la coreografia non lasciavano certo il tempo di annoiarsi … i tempi erano veloci … una scena dietro l’altra … quasi come al cinema … una sorpresa dopo l’altra …  fino alla danza finale tra la Masha della fiaba ed il suo soldatino che, danzando assieme, ci fanno credere ancora una volta alla favola del ”principe azzurro”!

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Bello bello bello!

Eravamo un tantino preoccupati se dobbiamo esser sinceri … non è che il balletto classico sia proprio la nostra passione, le nostre scelte sono anche dettate dalla nostra poca conoscenza della lingua francese. Una commedia in francese non è ancora alla nostra portata, quindi scegliamo spettacoli che giocano più sulla ”fisicità” che non sulla ”parola”.

Comunque, visto come sono andate le cose siamo stati proprio contenti della serata.

Alla prossima

Elena 

 

Qui il trailer dello spettacolo … tanto per avere un’idea: http://www.geneveopera.com/production_310

Cinema Vox Frejus: ”Boulevard des Italiens” e … ”Anche libero va bene”

Ieri, 13 gennaio 2016, una gran bella serata al cinema Vox di Frejus,  organizzata dall’associazione St. Raphael Cinema e dal C.I.P. (Club italianiste de Provence)  in compagnia del regista Matteo Querci.

In apertura di serata,  il coro ”Note Azzurre” del CIP ci ha regalato un ”pezzetto della nostra bella Italia” interpretando canzoni come: ”Santa Lucia”, ”Vitti nà crozza” e ”O sole mio” .  Bravissimi! Grazie mille!

20160113_202202Il coro Note Azzurre (portate pazienza la foto non è un gran che …) 

La prima proiezione è stata ”Boulevard des Italiens” di Matteo Querci, proiezione presentata quest’anno al festival di Cannes per i ”cortometraggi”.  Interpreti Francesco Ciampi e Barbara Enrichi. La storia, fino all’ultimo momento, lascia aperta agli spettatori una domanda, e la domanda è: ”Ma che rapporto hanno questi due personaggi? E’ suo figlio? No l’età non lo giustifica … è sua zia? Mah … Forse  … il suo amante? Non si direbbe … un’amica di famiglia? Chissà” …

Si rimane per 11 minuti incollati a scene di vita familiare che però alla fine si rivelano esser tutt’altro.

iu-1Il regista Matteo Querci e, con gli occhiali, l’attore Francesco Ciampi

Abbiamo avuto la fortuna di poter fare, alla fine della proiezione,  qualche domanda al regista, che, grazie alla traduzione di Anne-Marie Piccini, ci ha risposto.  Ho chiesto al regista se il ”mammismo” di cui sono accusati gli italiani non avesse in qualche modo contribuito all’idea,  se si sarebbe potuto sostituire il personaggio ”Francesco” con uno svedese o con un tedesco. Il regista ha risposto che ovviamente l’italiano medio rispondeva meglio alla situazione, inoltre in un periodo economico di ”crisi”, l’idea di cui si avvale il film potrebbe essere un ottimo sistema per ”inventarsi un lavoro”.

Il cortometraggio parla di un italiano a Parigi,  probabilmente per motivi di lavoro, che alla fine della giornata suona al citofono dello ”Stabile Italian Boulding” dicendo semplicemente: ”Sono Francesco”! Entra nell’appartamento … ed è come se si trovasse a casa sua.  Viene accolto come potrebbe fare una mamma … gli viene cucinato il cibo che preferisce. Viene coccolato e trattato come un bambino, gli viene persino lavata e stirata la camicia. La mattina lo si sveglia come si farebbe con un figlio e gli si prepara la colazione, per poi alla fine, presentargli il conto!

Insomma un simpatico modo per guadagnare un po’ di denaro ed un altrettanto simpatico modo per migliorare il servizio, un po’ anonimo,  fornito da un normale ”bed and breakfast” . Quindi se siete a corto di denaro e disponete di un appartamento con una camera in più … cosa aspettate?

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Parliamo ora di  ”Anche Libero Va bene” di Kim Rossi Stuart. Un film che ricalca con successo lo stile neorealista italiano. Si tratta di una famiglia dove i ruoli non sono più quelli a qui siamo abituati … dove i figli crescono e maturano, affrontando problemi che non dovrebbero pesare, a rigor di logica, sulle loro giovani spalle.

iu-2Kim Rossi Stuart, regista ed attore, interpreta Renato, un padre solo che vive con i suoi due figli: Viola e Tommaso (Tommi) .  Renato è un uomo abbandonato dalla moglie Stefania, interpretata dall’attrice Barbora Bobulova.  Una donna immatura, incapace di gestire il peso della famiglia e propensa ad inseguire i propri ”sogni”, per poi tornare vigliaccamente ”all’ovile” ogni qual volta i ”suoi egoistici sogni” vengono frantumati. Una donna incapace di rendersi conto del dolore che questo suo comportamento, ”bipolare” e schizofrenico,  genera nei propri figli e nel proprio marito.

Renato, nonostante tutto,  cerca di gestire al meglio la famiglia, cosa non facile quando si è soli e si deve combattere con problemi economici e di lavoro.  Chi ne soffre di più è il piccolo Tommi, che si chiude sempre di più, in se stesso.  Tommi vorrebbe giocare al pallone nel ruolo di ”centravanti”,  ma il padre si ostina nell’idea che potrebbe invece diventare un campione di nuoto. Per farlo contento Tommi si impegna in una disciplina che non ama affatto. Durante una gara per le qualificazioni regionali, la tensione di Tommi diventa insostenibile e si ferma a metà percorso,  provocando la delusione nel padre. Renato reagisce nei confronti del figlio con un’aggressività verbale esagerata, ferendolo di proposito.  Approfittando di questa situazione per scaricare l’angoscia della propria infelice esistenza …  in maniera immatura,  su di un bambino che è altrettanto infelice e molto più ”vulnerabile” di un adulto.

Tommi nel frattempo ha stretto amicizia con un coetaneo, figlio di una famiglia ”perfetta” che ha traslocato nel loro stesso stabile. Questa amicizia potrebbe allontanarlo ancora di più da questo ”padre perdente”; ma l’ amore che unisce padre e figlio è molto forte, e sarà proprio il piccolo Tommi a fare il ”passo” che avrebbe dovuto fare l’adulto,  riavvicinandosi al padre e a preoccuparsi per lui.

Questo, direi film più che ”lungometraggio”,  ci obbliga a confrontarci con la realtà di una società in ”decadenza”, oppure per meglio dire,  con una società in cui valori e famiglia non sono più quelli dei  ”vecchi tempi”. Ma il mondo,  sappiamo tutti,  non è sempre ”rose e fiori” e soprattutto … non si può tornare indietro … nemmeno per prendere la rincorsa!

Ne consiglio vivamente la visione a tutti e … ringrazio la gentilissima Simone per il passaggio in auto.

Alla prossima

Elena

 

 

La leggenda della ”Befana” …

Nella tradizione cristiana l’epifania è la festa che rievoca/ricorda la visita dei Re Magi al Bambino Gesù nella notte tra il 5 e il 6 gennaio. 

Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania” che significa “apparizione, manifestazione”. I Re Magi erano i sacerdoti che secondo la religione del tempo conoscevano scienza e teologia. I tre, guidati dalla stella cometa portarono a Gesù 3 doni preziosi: oro, che è il metallo più prezioso, l’incenso, che è un profumo che viene bruciato e la mirra, una crema profumata che serviva per imbalsamare i morti.

Ma allora … da dove è saltata fuori la leggenda della befana? Con la tradizione cristiana la Befana non c’entra proprio niente, ma nella tradizione popolare c’è una leggenda che in qualche modo la inserisce come protagonista in questa festa religiosa.

”I Re Magi stavano andando a Betlemme per rendere omaggio al Bambino Gesù. Giunti in prossimità di una casetta decisero di fermarsi per chiedere indicazioni sulla direzione da prendere. Bussarono alla porta e venne ad aprire una vecchina. I Re Magi chiesero se potesse loro indicare la strada per andare a Betlemme perchè là era nato il Salvatore! La donna che non capì dove stessero andando i Re Magi, non seppe dare loro nessuna indicazione. I Re Magi chiesero alla vecchietta di unirsi a loro, ma lei rifiutò. Dopo che i tre Re se ne furono andati, la donna capì di aver commesso un errore e decise di raggiungerli e di unirsi a loro per andare dal Bambino Gesù. Ma, nonostante li cercasse dappertutto, non riuscì a trovarli . Allora, in quella notte fermò ogni bambino dandogli un regalo,  nella speranza di trovare in mezzo a questi bimbi il ”Salvatore”. E così ogni anno, la sera dell’ Epifania lei si mette alla ricerca di Gesù e si ferma in ogni casa dove c’è un bambino per lasciare un dono, un regalo o un dolce se è stato buono,  del carbone, se invece ha fatto il cattivo.

Ma … perché la Befana vola su una scopa?   La giustificazione forse la si può trovare risalendo ai secoli X e VI a.c., quando esistevano riti pagani in relazione ai cicli stagionali. e legati all’agricoltura. Questi riti pagani erano tipici delle popolazioni dell’Italia centrale e meridionale e si riferivano a figure femminili, che alla fine dell’inverno, volavano sui campi per propiziare l’abbondanza dei raccolti.

I romani inglobarono questi personaggi volanti tra i loro dei,  e forse, proprio da qui,  nasce l’idea della figura femminile ”volante”.

Queste figure volanti,  dopo aver dato vita alla leggenda della ”Buona Befana”, hanno anche, molto probabilmente in seguito, dato vita alle ”streghe cattive” anche loro ”volanti sulle scope”.

D’altronde, nella civiltà contadina e non solo,  il ”brutto e vecchio” è spesso associato al ”male”.

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Alla prossima

 

Elena