Archivi del mese: ottobre 2020

Rosemary …

Ci siamo trasferiti in Inghilterra nel luglio del 1991, Luisa aveva un anno Alfredo 13.
Mio figlio non era contento, lasciava il padre, la nonna, i compagni di scuola, gli amici per un mondo completamente nuovo. Si è ritrovato, dall’oggi al domani, durante le vacanze estive in un College a Boars Hill per una full immersion di inglese, mente noi traslocavamo.
Lo abbiamo fatto per lui in modo che l’impatto con una realtà nuova, a settembre, fosse un pò mitigato almeno dalla maggiore conoscenza della lingua ma so che era infelice. Alfredo, che non mangiava nemmeno le melanzane in quanto le trovava troppo piccanti, si è ritrovato in un posto dove la mensa era gestita da messicane che cucinavano, indovina un pò, alla messicana!
Mi faceva male al cuore saperlo infelice, ma non c’era niente da fare, i figli stanno con la mamma, non avrei potuto vivere senza di lui. Per chiarire, Alfredo è figlio del mio primo matrimonio.
Pensavamo di fargli ripetere l’anno, ma gli accordi presi con il preside della Scuola Europea di Culham, il mitico Mr. Tom Høyem, furono quelli di fare un tentativo.
Alfredo avrebbe dovuto dominare, entro dicembre, un livello di inglese tale da permettergli di seguire le lezioni con profitto.
A dicembre era in grado di seguire economia e geografia in inglese senza troppi problemi. Non ha mai dovuto ripetere un anno. Era ed è ”tosto” il mio bambino.
La Scuola Europea aveva ‘’sezioni’’ madrelingua e lui era era, ovviamente, nella sezione italiana ma, materie veicolari come Geografia ed economia, oltre ovviamente allo sport e a tutte le interazioni con compagni, professori e personale scolastico erano fatti nella lingua ”veicolare”, quella cioè che ospitava la Scuola Europea (°), quindi in questo caso, l’inglese. Tutte le lingue studiate erano con insegnanti madrelingua.
Le sezioni all’epoca erano: inglese, tedesca, olandese, francese, italiana, spagnola, greca. Ma i ragazzi erano molti di più, c’erano anche russi ed egiziani, un meraviglioso melting-pot in cui mio figlio e anche un pò mia figlia hanno avuto la fortuna di crescere. Se si vuole fare l’Europa bisognerebbe partire dalle scuole, ma non divaghiamo.
Il primo paese in cui abbiamo vissuto era Little Milton nell’Oxfordishire ad una decina di chilometri da Oxford.
La scelta era strategica, Little Milton è vicino all’imbocco della M40, l’autostrada che porta a Londra, dove lavorava Antonio, ed era non troppo lontana da Chulham, la scuola dei ragazzi.
Quindi io la mattina accompagnavo e il pomeriggio recuperavo mio figlio a scuola. Non nego di aver avuto qualche difficoltà i primi giorni, guidare una vettura con il volante a sinistra e stare a sinistra è un pò destabilizzante all’inizio, poi si prende ‘’la mano’’ e si va.
Il mio problema era la lingua … l’inglese che avevo imparato era una ‘’miseria’’ su tutta la linea e nel villaggio la possibilità di parlare non era poi così scontata.
A Little Milton non c’erano negozi, c’era solo il Post Office, gestito da una coppia di sorelle, avanti negli anni e secche come delle canne da pesca, che vendevano un pò di prodotti del loro orto. Un giorno avevo bisogno di una testa d’aglio, Alfredo era a scuola e quindi ho messo Luisa sul passeggino e sono andata a comprare ‘sta testa d’aglio, peccato che non sapessi come caspita si chiamasse in inglese.
Io non sono una che si ‘’prepara’’, vado a ”naso”, avrei ben potuto leggere sul dizionario no? Macchè! Morale dopo aver faticato un bel pò per farmi capire dalle due sono tornata a casa con una cipolla!
Ma non importa ci avevo provato.
Quale fu il mio stupore un pomeriggio quando, dal giardino dei vicini, mi arriva una voce concitata, che fa la cronistoria di una partita di calcio in italiano!
Mi affaccio oltre la siepe e vedo un ragazzo che, sempre commentando, corre e tira calci ad un pallone! Lo chiamo ma scompare.
Incuriosita esco di casa e mi avvio verso la casa dei vicini: Hillview Cottage,.
In Inghilterra, specie nei paesi, le case hanno nomi invece che numeri. La nostra si chiamava Boundary House.
Morale della favola suono e mi apre una signora di una certa età. Provo a spiegarmi ma non ci capiamo, lei parla poco italiano e il mio inglese fa pena. Peccato.
Il giorno dopo suona il campanello, vado ad aprire e mi trovo davanti una bella signora sorridente. Rosemary! Entra ed inizia subito a parlare raccontandomi in pochi minuti quello che noi italiani non riusciamo a raccontare di noi stessi nemmeno dopo anni di amicizia.
E’ americana ma parla italiano benissimo perché è stata sposata per anni con un italiano, il conte Salvo Catolfi Salvoni. Mi racconta che è vissuta a Positano a Roma e ad Appiano Gentile. Mi dice che ieri a casa c’era solo sua madre, che vive in America ma che è in visita da lei e che quello che giocava a pallone è Alessandro, il più grande dei suoi tre figli.
E’ un fiume in piena … e dire che io sono una che parla tanto, eppure con lei dovevo inserirmi nelle pause.
Mi racconta che si è separata da poco e che ha deciso di tornare in un paese dove si parla la sua di lingua. Allegra la secondogenita vive con lei e va alla scuola Europea.
Bene! Iniziamo subito a fare i turni per portare e prendere i ragazzi a scuola.
Inutile dire che è stata la mia prima insegnante anche se alla fine, finivamo con il raccontarci di tutto di più in italiano, perché facevamo prima.
Rosemary era proprio americana, veniva a casa mia, apriva il frigo, si faceva il caffè, buttava via le mele che, secondo lei, erano andate. Io da brava torinese vissuta fino ad allora nel mio minuscolo giardinetto non ero abituata a questo modo di fare e, se devo essere onesta, all’inizio lo subivo un pò.
Entrambe avevamo l’hobby del restauro dei mobili e dalle nostre case uscivano in continuazione rumori di piallatrici, trapani e seppiatrici. Noi si rideva su questo fatto, avevamo portato lo scompiglio nel tranquillo Paese.
Rosemary si stupiva del fatto che io fossi così ‘’handyman’’, secondo lei le italiane non lo erano di solito. Ma io sono ‘’insolita’’. Insolita come lo era Rosemary che aveva si un ‘’cuore grande come una casa’’ ma anche un carattere abbastanza difficile con cui convivere.
Devo dire che all’epoca aveva una situazione affettiva veramente instabile che le creava non pochi problemi. Anche se, come spesso le dicevo, l’uomo che voleva lei non lo avevano ancora creato e forse non lo avrebbero creato mai e che avebbe dovuto mettersi il cuore in pace.
Aveva delle aspettative molto alte, troppo forse. Ma … chi ero io per giudicare?
Rosemary aveva una manualità ed un gusto estetico eccezionali. Qualsiasi cosa facesse le veniva benissimo. Dai lavori di decoupage alle tecniche pittoriche sui muri, venivan fuori dei capolavori.
Era come diceva lei: ‘’talentuosa’’.
Non parliamo poi della cucina. Se qualcuno mi dice che gli americani non sanno cucinare, li blocco immediatamente, ricordando loro la cucina di Rosemary. Semplicemente perfetta! Era capace di cucinare di tutto di più ed era tutto buonissimo. Il cosciotto di agnello buono come quello fatto da Lei non l’ho mai più mangiato. Un’altro piatto ottimo è il rosbeef di Giovanna, ma non divaghiamo.
Io ed Antonio ci siamo sposati in Inghilterra e Rosemary è stata la nostra testimone di nozze. Non solo ha fatto da testimone ma ha anche organizzato nel suo giardino il rinfresco per tutti.
Come non amarla? Eppure, spesso e volentieri, becchettavamo come due zitelle. Avevo con lei un rapporto estremamente sincero e se dovevo mandarla a ‘’stendere’’ lo facevo senza problemi. A volte la trovavo infantile e poco responsabile. La sua pigrizia mi faceva impazzire.
Pian piano ho fatto amicizia con altre mamme della scuola e poi ci siamo trasferiti noi ad Oxford e lei a Long Wittenham. Poi lei ha iniziato a lavorare alla Oxford University Press ed io ad andare prima all’Oxford College of Further Education e poi all’Abingdon College per studiare l’inglese.
Ciò nonostante siamo sempre rimaste in contatto.
Siamo state tutte assieme: Giovanna, Lorella, Rosemary al matrimonio in Provenza di Caterina.
Siamo state tutte assieme a Vico Equense dalla Luciana.
Siamo state a Scario e a Napoi da Isa e Lorella.
Sono stata, assieme a Giovanna, ospite di Rosemary in America a casa della sua mamma e ci siamo divertite un sacco tutte e tre. Ci ha portate a zonzo un pò dappertutto e ci ha fatto conoscere una coppia di amici meravigliosi, Gary e Joan.
Quando si è ammalata di tumore al seno è venuta d’estate qui da noi in Francia al mare, perché noi abbiamo la piscina e lei si vergognava di andare in giro pelata come una zucca.
La chemio è una brutta bestia.
Ci siamo fatte tanta compagnia quell’anno. Poi la distanza, gli anni che aumentano, la malattia che è tornata ancora più aggressiva di prima ha fatto si che i nostri rapporti si allentassero sempre di più.
Abbiamo una chat tra amiche ma lei partecipava poco ultimamente, era stata in ospedale per una brutta polmonite bilaterale.
E’ morta il 25 ottobre! La notizia l’ha data Allegra su fb! Non ci potevo credere, per me Rosemary è e sempre sarà quella simpatica e vitale americana dalla risata squillante con un cuore grande come una casa!
Mi spiace cara di non averti potuta abbracciare ancora una volta, non averti potuto dire che ti volevo bene e che eri una gran bella persona.
Oggi più che mai mi ricordo quel che mi hai detto un giorno: ‘’Se non avessi fatta tanta terapia nella mia vita mi sarei offesa per quello che mi hai detto’’.
Vorrei non aver questo peso sul cuore, vorrei esser riuscita a farti capire che quel che detestavo a volte di te era l’aiuto che davi per scontato ma che, non sempre tutti, me compresa, erano disponibili a darti. Ma … ripeto: ”Chi sono io per poter giudicare? Mi odio per non essermi morsa la lingua in tempo”.
A questo mondo bisogna chiarire le cose e non lasciarle mai in sospeso, a costo di sembrar pedanti, oppure bisogna imparare a non dire sempre tutto quel che si pensa.
Ora è troppo tardi, te ne sei andata e io mi sento in colpa nei tuoi confronti. Ti ho voluto bene Rosemary e sono stata felice ed onorata di conoscerti.

Alla prossima

Elena

Con Rosemary a Sunapee New England

Con Rosemary al lago Sunapee New Hampshire.

(°) Le Scuole Europee sono istituti nati a partire dal 1953 al fine di offrire un insegnamento multilingue e multiculturale, dalla scuola dell’infanzia a quella secondaria, prioritariamente ai figli dei funzionari delle istituzioni comunitarie, garantendo a tutti gli alunni l’insegnamento della propria lingua materna.
Le Scuole Europee sono attualmente 13, distribuite in sei  Paesi dell’Unione: Belgio (Bruxelles I, II, III e IV, Mol), Germania (Francoforte, Karlsruhe, Monaco), Italia (Varese), Lussemburgo (Lussemburgo I e II), Olanda (Bergen), Spagna (Alicante).
Nelle Scuole Europee di Bruxelles I, II e IV, Francoforte, Lussemburgo II, Monaco e Varese funzionano sezioni linguistiche italiane.
All’epoca c’era anche la European School di Culham chiusa il 31 agosto del 2017. Peccato! 🙁

I ”No Qualcosa” in piazza il 10 Ottobre …

I ”contro qualchecosa” …

Per la cronaca ieri, sabato 10 ottobre, in piazza c’erano: gli antieuropeisti di Vox Italia, quelli contro il G5, gli anti-vaccinisti, i seguaci di Antonio Pappalardo (quello che ha fondato un partito perchè glielo ha ordinato un alieno), quelli contro l’Ordine Mondiale, quelli contro il Bilderberg, Probabilmente c’erano anche dei terrapiattisti e qualche ”No Qualchecosa” generico. Non mancano mai.

il generale pappalardo e il popolo dei no mask-2
Antonio Pappalardo ha fondato un partito perché glielo ha ordinato un alieno!
Leggete qui la sua storia, è interessante.
https://cosamipassaperlatesta.myblog.it/2020/06/05/antonio-pappalardo-strano-personaggio-e-i-gilet-arancioni/

18-1-1
Il fatto che vi sia stato il sostegno di Enrico Montesano e dalla Rosita Celentano dà forse maggior ”spessore” alla manifestazione? Mah …

negazionisti
Ecco! Che dire? Ma non c’è niente da dire. Tranne il fatto che costoro votano.

WhatsApp-Image-2020-10-10-at-14.38.33-1-1280x670
Questo poi riesce a sputare su tutto a 360°. Naturalmente è solo travestito da prete e, dato che non siamo a Carnevale, non potrebbe nemmeno farlo.

121158807_1207556579631026_4967955677241804186_n
Questa invece è la triste realtà, che ci piaccia o no, è con questo che dobbiamo lottare. Nascondere la testa sotto la sabbia, fingendo che non esista, serve proprio a poco.

Che dire? Ognuno ha il diritto di dire la sua, per carità, e poi, ieri era o no la ”Giornata Mondiale della Salute Mentale”? Quindi …

Alla prossima

Elena

Colle del Tenda allagato! Ottobre 2020

Nooooo!
Ma avete visto in che stato è il tunnel del Tenda? E la strada? Quella è la strada che regolarmente facciamo per andare a Torino da St. Aygulf.

Strada crollata e non in sicurezza.

Strada crollata e non in sicurezza.

E che caspita! E’ dal 2009 che cincischiano attorno al ‘’raddoppio’’ di ‘sto tunnel!
Nel 2017 la Magistratura ha fermato tutto, lo ha fatto per indagare e capire come mai sparisse il materiale! C’è ancora in corso un processo a Cuneo che vede 16 imputati, impegnati nel vecchio cantiere, con le accuse a vario titolo di furto aggravato, frode in pubbliche forniture, falsità ideologica. Così tanto per gradire.
L’ANAS, che appalta ‘sti lavori, durante i tre anni di sospensione ha mandato a stendere la Fincosit di Roma, a cui erano stati affidati i lavori e dove c’erano ladri, e ha fatto subentrare il consorzio Edilmaco di Torino che era arrivato secondo alla gara internazionale bandita nel 2009!
Morale? I lavori erano finalmente ripresi a giugno e mò è crollata la strada e la vecchia galleria si è allagata!
Ma possibile mai che non si riesca a fare niente nei tempi stabiliti? E non è colpa della Magistratura che ‘’ferma tutto’’! La Magistratura ‘’ferma’’ tutto perché rubano!
E’ il solito discorso: ‘’piatto ricco mi ci ficco’’! Quando ci sono dei quattrini in ballo c’è sempre qualcuno che, invece di usarli per la collettività, il che creerebbe quattrini e lavoro per tutti, preferisce metterseli in tasca per i fatti suoi! Figuriamoci adesso con i soldi messi a disposizione dall’Europa! Mi vengono i brividi a pensarci! Non solo non abbiamo ‘’piani organici e con tempistiche ragionevoli di realizzazione’’ ma solo una ‘’macedonia di interventi’’ non ben chiariti, ma abbiamo anche gente che ruba!
E qui la politica c’entra poco, parliamo di noi ‘’popolo’’! Il famoso ‘’popolo’’ di cui i politici attuali sono, nel bene e nel male, la massima espressione!

Morale noi siamo senza strada … e dobbiamo per forza di cose andare fino a Savona!

Ecco il video della situazione attuale:

https://www.youtube.com/watch?v=gJ5MfgzElbI

Qualche notizia relativa al Tenda.

Li vedete quelli sulla foto a sinistra? Secondo voi rubavano? Secondo me no! E sapete perché? Perchè la fatica crea rispetto! Oggi non si fatica abbastanza, tutto sembra facile … anche rubare!

Li vedete quelli sulla foto a sinistra? Secondo voi rubavano? Secondo me no! E sapete perché? Perchè la fatica crea rispetto! Oggi non si fatica abbastanza, tutto sembra facile … anche rubare!

Il traforo stradale del Colle di Tenda è un tunnel situato sotto il Colle di Tenda. La strada che lo percorre è la strada statale 20 che fa parte del percorso della strada europea 74.
All’epoca della sua inaugurazione, avvenuta nel 1882, era il tunnel stradale più lungo mai costruito, con una ragguardevole lunghezza, per l’epoca, di 3.182 metri.
E’ l’unico traforo stradale che collega Italia Francia, gli altri tunnel: Frejus, Monte Bianco e Ventimiglia, sono ‘’valichi autostradali’’, per questo motivo il Tenda è molto utilizzato perché è gratuito e percorribile tutto l’anno, visto che l’altezza non troppo elevata a cui si trovano le due imboccature non ne obbliga la chiusura invernale. Sul versante italiano il dislivello è di 1.321 m s.l.m.

Da St. Aygulf (Paca) alla Normandia …

Abbiamo deciso, nonostante, o forse proprio a causa del Covid e del risultato del Referendum, di farci un regalo e di andare a fare un viaggio nel Nord della Francia.
Per prenderci questa settimana di ‘’relax’’ abbiamo scelto la Normandia.
C’è anche un motivo ‘’sentimentale’’ per questa scelta.
La Normandia era la regione che, tanti anni fa, più si prestava alle nostre ‘’fughe’’ rilassanti. Antonio all’epoca lavorava a Parigi e quindi noi, in due ore appena, eravamo a Deuville per il weekend.
Ma … quanto è cambiata la Normandia in 35 anni! All’epoca, a Deuville, ci si fermava verso mezzogiorno in qualche caffè sul litorale e si prendeva l’aperitivo. Aperitivo con ostiche e champagne! Le ostriche, all’epoca, costavano come le cozze nei porticcioli delle nostre coste. Adesso non ti puoi nemmeno avvicinare alla spiaggia! Hanno costruito miriadi di ville e villette e condomini su tutto il litorale. Le hanno costruite bene per carità, nessuno lo vuol negare, lo hanno fatto rispettando lo stile del posto ma … fare una passeggiata sulla spiaggia è diventato ostico. Non si trova un posto per metter l’auto nemmeno pagando a peso d’oro!
Considerato il fatto che noi si sia scelta la settimana a cavallo tra settembre ed ottobre, quindi non proprio periodo ‘’turistico’’, considerato il fatto che il Covid abbia relegato la Normandia in zona rossa, un parcheggio lo abbiamo trovato, ma … mi chiedo quale possa esser la situazione nei mesi di luglio/agosto. Che peccato. Siamo davvero troppi. Dovremmo forse fare come i lemming? Quegli animaletti dei quali si diceva si suicidassero in massa quando la loro popolazione diventava insostenibile rispetto al cibo a loro disposizione?
Noi non possediamo questo istinto … oppure si? Mah … va a sapere.
Altra delusione è stata Mont St. Michel. Ci eravamo stati parecchie volte in passato. Lasciavamo la nostra auto nel parcheggio per i turisti per poi inerpicarci, a piedi, su per il paese sino alla cattedrale. Ma … che sorpresa abbiamo avuto quando ci siamo trovati una sbarra bianca e rossa che ci impediva di proseguire ed un gentile addetto, con mascherina sul volto, che ci ha bloccati dicendo che il cane non era autorizzato, a meno di non metterlo in un borsa e di potarlo poi a tracolla per tutto il tempo.
Ma vi pare che io possa metter Luke in una borsa e poi portarlo fin su? E’ piccolo d’accordo ma non è mica un topo! E’ un cane!
Quindi addio alla prevista frittata di ‘’Mère Poulard’’, addio all’Abbazia e addio alla vista spettacolare che si ha dalla terrazza dell’Abbazia.
Eppure … tanti anni fa, noi passeggiavamo a piedi attorno all’isola durante la bassa marea, andavamo con la nostra auto sino al parcheggio situato in un terrazzamento predisposto.
Oggi c’è una navetta che ti porta alla base del Monte, se hai un cane lo devi mettere in una borsa oppure lasciarlo 4 ore chiuso in auto nel parcheggio o, alternativa, chiuderlo in un canile a pagamento per tutta la durata della visita. Va da se che noi ci si sia guardati e si sia detto: ‘’Ma chi se ne frega di Mont St. Michel’’!
Quindi abbiamo, come si suol dire, ‘’girato la testa al ciuccio’’ e siamo andati in Bretagna a St. Malo, che ci ha accolti a braccia aperte e senza tante storie.
Abbiamo fatto il giro della città fortificata, ammirato le case in pietra e il paesaggio mozzafiato dai bastioni, mangiato un piatto di frutti di mare e bevuto dell’ottimo vino bianco freddo! Cosa volere di più?

St. Malo

Niente!

La base per le nostre zingarate è stata l’Hotel Belle Isle Sur Risle, nella cittadina di Pont Audemer. Avevamo scelto l’opzione colazione e cena e ci siamo trovati non bene ma benissimo!
Una vecchia villa padronale riorganizzata in Hotel con mobili e stile e personale adatti alla nostra età. Ci siamo sentiti benvenuti e coccolati.

120387115_10217928261494387_5515607817812073336_n

120350843_10217931221008373_9094594825775107922_n

120297494_10217931224808468_7138062215937790010_n

120331381_10217931224528461_6748735489530582257_n

Il posto poi era l’ideale per Luke che aveva tutto lo spazio per sgambettare sia la mattina che la sera.
Il tempo, nonostante le fosche previsioni, ci ha graziato e, benché fosse quasi sempre nuvoloso, non è mai piovuto mentre eravamo in giro. Quindi ci consideriamo fortunati.
Abbiamo visitato Rouen che non conoscevo e ci è piaciuta molto.

Foto Rouen

Abbiamo fatto chilometri e chilometri senza incontrare centri abitati. La Francia mi stupisce sempre per l’enorme estensione di terra che ha. E’ un paesaggi senza barriere dove campi coltivati si alternano a boschi immensi e prati dediti alla pastorizia, dove mucche Felix pascolano con tranquillità. Ho visto tante di quelle mucche con i vitellini che ho nuovamente fatto il voto di non mangiare più carne. Vediamo quanto dura ‘sto voto. So che sono una vigliacca e non è detto che mi atterrò alla promessa fattami, ma per il momento resisto!
La Francia è grande, in confronto alla nostra Italia, dove l’orizzonte è spesso bloccato da montagne o da colline, in Francia l’occhio spazia senza trovare ostacoli sino all’orizzonte. Cosa che a noi italiani è permessa solo osservando il mare.
Sia l’andata che il ritorno lo abbiamo fatto in ‘’due tempi’’ ormai, causa età, più di 600 km al giorno non ce li possiamo più permettere. Magari Antonio li farebbe anche, ma non dovrebbe avere una rompiscatole vicina che ripete ad ogni piè sospinto: ‘’Vai piano … Vai piano …’’.
Lui sostiene che quando ero ‘’giovane’’ non rompevo le scatole così tanto. Sarà anche vero ma ora, considerata la nostra età, la nostra vista e i nostri riflessi, che non sono più quelli di ‘’una volta’’ … quindi, fosse anche solo per istinto di conservazione, tendo a non andare troppo forte in auto e chiedo a lui di far lo stesso.
Lui controbatte dicendo che quando era giovane guidava vetture che, confronto a quelle di oggi, erano poco affidabili, quindi, seguendo il suo ragionamento, le auto di oggi compensano il rallentamento dei suoi riflessi. Sarà anche vero … ma io continuo a dirgli di andare piano.
Di solito, su questo argomento litighiamo e, per circa 20 minuti, non ci rivolgiamo più la parola, rimanendo ognuno offeso e della propria opinione. Poi, dimenticandoci della ‘’querelle’’, ricominciamo a parlare del più e del meno come se niente fosse! Ahhhh … la bellezza di tanti anni in comune e della perdita della memoria a breve!
Comunque, torniamo alla nostra ‘’zingarata’’, all’andata ci siamo fermati a dormire a Clermont Ferrand che è il capoluogo dell’Auvergne e dove c’è la sede legale della Michelin, fabbrica di pneumatici famosa in tutto il mondo. Una bellissima piazza e costruzioni degne di nota.

Foto Clemont Ferrand

Durante il viaggio di ritorno il tempo è stato meno clemente ed abbiamo preso un sacco di pioggia. E che pioggia! C’erano dei momenti in cui non si vedeva la strada. Ma Antonio è un autista formidabile e anche questa volta l’abbiamo ‘’sfangata’’ e siamo tornati a casa sani e salvi.
Siamo passati sul viadotto di Millau, 2 chilometri e mezzo di ponte. Pare esser il più grande viadotto d’Europa. Il video fatto da me sotto la pioggia è al fondo

Ci siamo fermati a dormire all’Hotel Origines a Le Broc che è a mezza strada tra Clermont Ferrand e il Mont-Dore, una stazione sciistica nel Massiccio Centrale in Ouvergne.

178958217

L’hotel è modernissimo e contrasta con le attigue rovine di un vecchio castello fortificato e dell’attiguo villaggio, altrettanto in rovina, che abbiamo visitato a piedi assieme a Luke che scorrazzava ovunque, per scoprire, poi, che era vietato entrarci per motivi di sicurezza.
La vista dalle finestra dell’Hotel è magnifica e le camere sono modernissime. Una via di mezzo tra un bunker tecnologico ed un rifugio antiatomico. La doccia poi era … diciamo ‘’interessante’’. Una parete di vetro che dava direttamente sul letto. Il che significa che mentre fai la doccia chi è sul letto ammira la scena. Noi abbiamo cercato il pulsante per far scendere la tenda ed avere un pò di privacy per un quarto d’ora!

Privacy no eh?

Privacy no eh?

Ma … mi voglio soffermare sulla cucina del ristorante ‘’Origines’’.
Avevamo scelto di non pranzare, ci eravamo limitati ad un’abbondante colazione la mattina e quindi, all’ora di cena, avevamo un pò di appetito. ‘’Pò’’ per noi due è un eufemismo. Adoriamo mangiare entrambi e la dieta è una cosa che fa fatica ad entrarci in testa. Non c’è niente da fare, davanti ad un buon piatto di ‘’qualche cosa’’ ed una buona bottiglia di vino difficilmente resistiamo.
Dunque … la cucina è sul genere: ‘’nouvelle cuisine’’. Ma proprio portata all’esasperazione! Arrivavano i camerieri con dei ciotolini microscopici in cui c’era un’ombra di tutto! Il cameriere ci metteva 20 minuti per elencarci le leccornie contenute nel ciotolino e noi un secondo per mangiarlo! D’altronde … bastava il cucchiaino, un solo cucchiaino! Non vi dico i nostri sguardi.
Ci veniva da ridere ma non osavamo più di tanto. Il locale era pieno di gente che si sorrideva con aria imbarazzata. Ora … non so se apprezzassero la cucina o se fossero nelle nostre stesse condizioni, va da se che l’ambiente era sul ‘’dimesso silenzioso’’, nonostante la rilassante musica jaaz di sottofondo.
Poi, con una cerimonia non indifferente, ci hanno messo un filo d’olio di noce su un ciotolino di legno di noce e, su di un piattino altrettanto piccolo hanno appoggiato, con delle pinze da cucina in acciaio, un quadratino di pane nero, dicendo che era fatto come nei primi del ‘900 dai contadini locali, cosa della quale non abbiamo dubitato per un attimo visto la consistenza collosa ed il colore scuro. Poi con un sorriso che sottintendeva una prelibatezza non comune, il cameriere ci ha detto di intingere il pezzetto di pane nero nell’olio e ci ha augurato ‘’buona degustazione’’. Noi abbiamo eseguito l’ordine e, in un solo boccone, avevamo finito la prelibatezza !
A bassa voce e con un pò di rammarico ci siamo messi a parlare dei piatti dei ristoranti di San Martino al Cimino che, onestamente, preferiamo.
La cena è proseguita poi con ‘’il piatto forte’’ che per me era pesce e per Antonio carne, buoni ma … niente di che.
L’apoteosi l’abbiamo poi raggiunta con il dolce. E’ arrivata la nostra cameriera che, posando i piatti davanti a noi, ha parlato per altri 20 minuti declamandoci la prelibatezza che avremmo mangiato, parlava mentre noi guardavamo con un pò di ‘’magone’’ un enorme piatto bianco, nel cui centro c’era una coppettina minuscola con dentro una salsetta biancastra.
Finita la cena siamo andati a fare una passeggiata per ‘’smaltire’’! Bè, se non altro, se mangiassimo sempre così almeno dimagriremmo!
L’indomani siamo partiti dopo una ricca colazione e, tra un acquazzone e l’altro siamo tornati a casa sani e salvi.
La prossima settimana ci organizziamo per il tampone da fare per andare in Italia. Cosa non facilissima visto che non si sa in quanti giorni il laboratorio processa i campioni. Speriamo …

Alla prossima

Elena

Viaggio dal 26.09 al 2.10. 2020

Quando si parla di megastrutture non si può non considerare una struttura gigantesca come questa.
E’ uno dei viadotti più famosi d’Europa.
Questo è il viadotto di Millau (viaduc de Millau) famoso per l’altezza che raggiunge uno dei suoi pilastri, ovvero 341 metri, poco più basso dell’Empire State Building e addirittura più alto della Torre Eiffel. Il Ponte è lungo quasi 2,5 km e passa sopra la vallata del fiume Tarn, nel suo punto più alto la strada si trova a 270 metri sopra la valle.

Qui il video del Vidotto Millau sotto la pioggia
https://www.facebook.com/elena.saita/videos/10217964666804497