Archivi del mese: marzo 2016

Tourrettes-sur Loup

Con i nostri amici americani siamo andati in girundula a  visitare alcuni paesini, uno che mi è particolarmente piaciuto e che non conoscevo è stato Tourrette-sur Loup che si trova a qualche chilometro da Vence.

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Tourrette è villaggio medioevale, ancora oggi molto fedele all’aspetto che doveva avere in passato, e questo credo sia dovuto al semplice fatto che, nella parte ”vecchia”,  non si può andare in auto … ma solo a piedi.

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Accanto alla porta di ingresso nord si trova la chiesa di San Gregorio.

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San Gregorio

Costruita sulle vestigia di una chiesa romanica ed ingrandita poi nel tempo (1200-1300 d.c.) secondo i canoni stilistici cistercensi, la facciata rispecchia lo stile rinascimentale del 1500. A sud del villaggio un sentiero porta fino al Colle del Loup! Tornare indietro è piuttosto faticoso!

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Come tutti i villaggi medioevali della regione le strade sono strette e sinuose. Questo aveva un duplice scopo, primo rendere difficile l’accesso ad eventuali visitatori ”indesiderati”, secondo mantenere una temperatura ”fresca” durante l’estate, e perché no, proteggere dal vento freddo durante l’inverno.

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La cosa particolare di Tourrette è che sono le case stesse che formano i bastioni di protezione del paese. Le facciate delle case sono incastrate le une dentro le altre formando una solida  difesa.

20160317_174752nella piazza,  attigua al campo di bocce si trova questa statua. Non ho resistito, la tortora appollaiata sopra la gabbia mi è piaciuta troppo! 

Il villaggio è molto ben tenuto, pulito, pieno di fiori,  interessante …  lo consiglio.

Alla prossima

 

Elena

8 MARZO – giornata internazionale della donna !

L’8 marzo è la ”giornata internazionale della donna  o più semplicemente la  ”festa della donna”. Questo giorno è stato fissato per ricordare le conquiste economiche, politiche e sociali di noialtre, ma anche le discriminazioni e le violenze che subiamo tuttora.

Da quando si celebra ufficialmente? Dal 1977 su decisione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che riconobbe gli sforzi della donna in favore della pace e la necessità della loro piena e paritaria partecipazione alla vita civile e sociale.

Perché l’Onu ha scelto proprio l’8 marzo? Perché fin dall’inizio del secolo scorso, in un clima di rivendicazione di diritti, influenzato specialmente dalle proposte e dall’azione del Congresso Socialista, le donne avevano scelto questa data per celebrare le loro conquiste. Infatti l’8 marzo era il giorno in cui, più di altri, le donne erano state protagoniste di grandi eventi.

Quali eventi? Nel 1908 a New York decine di migliaia di operaie protestarono con una marcia per ottenere lavoro e paga più dignitosi, protestavano anche per il diritto di voto e per l’abolizione del lavoro minorile. Lo slogan era ”Bread and Roses” e cioè, pane,  per simboleggiare la sicurezza economica e rose,  per indicare una qualità di vita migliore.  Negli Usa la prima giornata della donna fu voluta dal partito socialista per il diritto di voto la domenica del 28 febbraio 1909.

In questa occasione si vogliono anche ricordare le donne che perirono durante un incendio avvenuto nella fabbrica ”Triangle” a New York il 25 marzo del 1911.  Fu il più grave incidente industriale della storia di New York e causò la morte di 146 persone (123 donne e 23 uomini), per la maggior parte giovani immigrati italiani ed ebrei. L’evento ebbe un forte eco sociale e politico, a seguito del quale vennero varate nuove leggi sulla sicurezza sul lavoro e crebbero notevolmente le adesioni alla ”International Ladies Garment Workers Union” uno dei più importanti sindacati degli Stati Uniti.

La ”Triangle Shirtwaist Company” produceva camicette alla moda. Di proprietà di Max Blanck e Isaac Harris, occupava i 3 piani più alti del palazzo a 10 piani ”Asch building” a New York City. La compagnia dava lavoro a circa 500 lavoratori, la maggior parte di essi, giovani donne immigrate dalla Germania, dall’Italia, e dall’Europa dell’Est.  Alcune di loro avevano solo 12 o 13 anni e facevano turni di 14 ore per una settimana lavorativa che andava dalle 60 ore alle 72 ore e il salario medio per le lavoratrici donne si aggirava  sui 6 o 7 dollari la settimana! Le dure condizioni di lavoro innescarono una protesta da parte delle dipendenti alla Triangle Company.

La International Ladies Garment Workers Union  negoziò, dopo 4 mesi di scioperi,  un contratto collettivo di lavoro che copriva quasi tutti i lavoratori, ma i proprietari della Triangle Shirtwaist rifiutarono di firmare l’accordo.

Le condizioni della fabbrica erano decisamente pericolose, tessuti infiammabili –  quindi alto carico di fuoco – erano stoccati un po’ per tutta la fabbrica, scarti di tessuto erano sparsi sul  pavimento, gli uomini che lavoravano come tagliatori fumavano durante il lavoro,  l’illuminazione era fornita da luci a gas … e c’erano pochi secchi d’acqua per spegnere gli incendi.

Il pomeriggio del 25 marzo 1911 , un incendio  che iniziò all’ottavo piano della Shirtwaist Company uccise 146 operai di entrambi i sessi.  Poiché la fabbrica occupava gli ultimi tre piani di un palazzo di dieci piani, 62 delle vittime morirono nel tentativo disperato di salvarsi lanciandosi dalle finestre dello stabile non essendoci altra via d’uscita. Il processo che seguì assolse i proprietari e l’assicurazione pagò loro 445 dollari per ogni morto … il risarcimento alle famiglie fu invece di soli 75 dollari. Migliaia di persone presero parte ai funerali delle vittime. Quindi oggi si ricordano anche quelle povere creature …

Perché si regalano le mimose? 

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alberi di mimose

 

È una tradizione ormai … e fin dalla mattina presto si vedono mazzi di mimose un po’ ovunque!” Esposti dai fiorai , sulle bancarelle dei mercati, venduti agli incroci dai venditori ambulanti.

La tradizione di regalare mimose forse è solo italiana, anche se in moltissimi paesi è tradizioni regalare fiori alle donne l’8 marzo. Fino agli anni Settanta, l’8 marzo è sempre stato considerato una festa di sinistra, strettamente legata al partito socialista: per questa ragione durante i vent’anni di regime fascista  non fu mai considerata o celebrata (tra l’altro il partito socialista era illegale all’epoca). Nel 1946, appena finita la guerra, si festeggiò l’8 marzo per la prima volta in maniera più o meno “ufficiale”.

Esistono versioni molto romantiche e fantasiose sul perché si regali proprio la mimosa per la festa della donna.  Secondo i racconti dell’epoca, si voleva usare come fiore simbolo della festa la violetta, ma la violetta era un fiore costoso e difficile da trovare. L’Italia era appena uscita dalla guerra e quasi tutti erano in condizioni economiche precarie e avrebbero avuto molte difficoltà a procurarsi delle violette.

Venne proposto quindi di adottare un fiore molto più economico, che fiorisse alla fine dell’inverno e che fosse facile da trovare nei campi: da qui nacque l’idea della mimosa, che tra l’altro era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette.

Anche se la festa della donna non divenne una ricorrenza popolare fino agli anni Settanta, la tradizione della mimosa ebbe successo e si mantiene ancora oggi.

Insomma oggi è la nostra festa … trattateci bene … siamo l’altra metà del cielo e facciamo un sacco di cose.

Alla prossima

Elena

 

La ricchezza in mano a pochi produce solo disastri!

Oggi non esiste a livello mondiale rappresentanza politica degna di tale nome … ci pensano le leggi elettorali ad evitare la rappresentanza del popolo minuto.  Chi entra in politica  o rappresenta i ”poteri” che lo hanno messo su quello scranno … e ai quali deve ”riconoscenza”! Oppure … entra in politica per il proprio interesse e, una volta arrivato su quello scranno,  si vende al migliore offerente!

Un esempio ”primitivo” ? La mafia ti siede su quella poltrona  … ma poi pretende che tu faccia quel che ti chiede.

Un esempio ”moderno”? Le multinazionali/poteri forti o novelli imperatori … ti siedono su quella poltrona … ma poi pretendono che tu faccia quel che ti chiedono.

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Noialtri miseri normali cittadini da ”chi” siamo rappresentati? Da nessuno! Bene che vada qualcuno propone per noialtri il reddito di cittadinanza, giusto per ”tener buoni” noialtri miseri … un po’ come il  ”pane e il circo” durante l’Impero Romano. Ma possiamo veramente buttare la spugna in questa maniera? Possiamo veramente assuefarci ad essere dei semplici cittadini-schiavi?

La concorrenza è l’anima dell’economia … oggi dov’è finita la concorrenza? Ci sono quattro gatti che detengono tutto!  Si continua ad ”ottimizzare” … il che in ”soldoni” significa semplicemente ridurre posti di lavoro,  delocalizzare e schiavizzare!  E poi? Chi compra quel che i ”novelli imperatori” producono a costo basso grazie ai sacrifici dei più vulnerabili? Che poi sarebbero degli schiavi moderni?  Possibile che ‘sti deficienti non si rendano conto che se la gente non lavora non consuma? E che alla fine ‘sti schiavisti non avranno nessuno a cui vendere quel che producono?  Delocalizzare per risparmiare sulla manodopera significa che l’operaio che produce in questa situazione, guadagna talmente poco che non può permettersi di comprare quel che produce!

In compenso l’operaio che potrebbe acquistare … visto che sarebbe pagato un po’ di più …  non ha più i soldi perché non ha più il lavoro visto che la sua fabbrica ha ”delocalizzato”! Quindi? Ve lo portate nella tomba quel che producete care multinazionali? A chi lo vendete?

Ricordatevi che questo sistema forse mantiene ancora in vita agiata voialtri … ma … i vostri nipoti? Come vivranno? Di questo passo si può solo implodere … con ripercussioni drammatiche! Compresi voialtri quattro gatti pieni di soldi da far schifo!

Grrrr …

Alla prossima

 

Elena

 

 

 

Buoni a Nulla …

Domenica e lunedì, al Cinema Vox di Frejus, per la serie ”film in italiano” in collaborazione con il CIP (Club Italianista di Provenza) hanno proiettato il film  ”Buoni a nulla”.

Questa è la locandina:

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Il regista ma anche attore e sceneggiatore è il romano Gianni Di Gregorio qui alla sua terza prova da regista. I precedenti film, che non conosco sono:  ”Pranzo di Ferragosto” e ”Gianni e le donne”.

L’attore principale, come nella realtà, si chiama Gianni, ed è un impiegato statale che, dopo aver passato una vita tra casa e ufficio in centro a Roma, ed è ormai prossimo alla pensione, si ritrova  costretto a continuare a lavorare per altri tre anni! Non solo, ma per peggiorare ulteriormente la situazione, viene anche trasferito dall’ufficio nel centro di Roma, a lui tanto comodo,  alla periferia della città.

Abituato ad andare al lavoro a piedi … sbaglia  i tempi del trasporto, ed  il primo giorno di lavoro nel nuovo ufficio, arriva in enorme ritardo, alle undici e mezza di mattina anziché alle 8.30! Iniziando subito male il suo rapporto con la Direttrice del Reparto.

Gianni è un personaggio mite … che subisce ingiustizie da parte di tutti!  Dai suoi capi e dai suoi colleghi in ufficio, dai condomini nella casa in cui abita, dai vicini di casa che parcheggiano il loro SUV in maniera selvaggia, da sua figlia e dalla sua ex moglie, che insistono per fargli lasciare l’appartamento in centro città, per andare a vivere nella periferia sud della Capitale.

Gianni non riesce mai a dire di no a nessuno … non è capace di ribellarsi … non sa far valere le sue ragioni.  Un giorno si sente male e viene visitato dal compagno della sua prima moglie. Non è proprio un medico, è solo un dentista, ma sarà proprio lui, quello che lo aiuterà a cambiare.

Il dentista in questione , trova simpatico  ed è affezionato a Gianni, gli farà quindi da ”amico psicologo”  e gli consiglierà il giusto comportamento. Quello cioè di diventare un po’ più egoisti e di imparare a dire di NO!

Nel nuovo ufficio Gianni fa amicizia con il collega Marco (interpretato da Marco Marzocca).  Marco è l’unico capace di fare bene il proprio lavoro, ma è altrettanto buono come Gianni, quindi tutti approfittano di lui.  Tutti gli danno del lavoro da fare e tutti gli chiedono dei favori.   Gianni si innamorerà della sorella di Marco, e aiuterà quest’ultimo a reagire ai soprusi di tutti i giorni.

Un film carino, abbastanza divertente, educato, mai sopra le righe.  I due personaggi, Gianni e Marco, sono l’esatto contrario degli individui aggressivi considerati ”vincenti” dalla società di oggi.

La cosa che più mi ha dato da pensare di questo film, non è stata tanto la ”gentilezza” del personaggio che, grazie o a causa della sua educazione, subisce la maleducazione altrui, ma piuttosto è stata la denuncia nei confronti degli impiegati statali!

Gianni lavora in un Ministero. Roma è la sede dei Ministeri e questi uffici forniscono probabilmente lavoro all’80% dei romani.  Il film denuncia la totale incapacità ed inutilità della maggior parte dei dipendenti. Il loro tempo passa, non lavorando, ma cercando di entrare nelle ”grazie”  dei ”gradi superiori” per ottenere dei benefici. Nel caso del film una ”direttrice” alla quale portavano persino a spasso il cane.   Oppure passano il tempo leggendo il giornale, telefonando,  prendendo il caffè, facendosi gli affari propri. Insomma … un quadro poco edificante nei confronti dei numerosissimi impiegati dei nostri Ministeri, che paiono più un gravoso onere per noi contribuenti,  piuttosto che un servizio.

Comunque … nell’insieme il film non è male.

Alla prossima

 

Elena