Archivi del mese: giugno 2021

Ho conosciuto una ragazza pachistana …

Ho frequentato, per imparare l’inglese, sia l’Abingdon College che il College of Further Education of Oxford, cosa che mi ha permesso di superare gli esami di: Intermediate, First, Advanced e finalmente, il Proficiency.

Oxford College of Further Education

Diciamo che leggo in inglese capisco tutto, posso tradurre in italiano ma, la mia produzione scritta inglese lascia molto a desiderare e, se ascolto un ‘’inglese’’ con un accento ‘’fuori dal comune’’, come ad esempio un londinese che parla cockney, beh … non ci capisco assolutamente nulla.
Ma non è questo il discorso che volevo fare, volevo metter l’accento sul fatto che, per forza di cose, i miei compagni di scuola non erano inglesi ma stranieri.
Ho fatto delle belle amicizie con persone che arrivavano da tutto il mondo: Colombiani, giordani, argentini, cinesi, tedeschi, russi, pakistani ed indiani.
Questi ultimi, specialmente, erano, per forza di cose, parecchio numerosi.
Ricordo di un gruppetto di lavoro, in cui c’ero io, una francese, un iraniano, un cinese ed una ragazza pakistana.
A furia di stare assieme abbiamo iniziato a conoscerci meglio e quindi dopo un pò, abbiamo iniziato a ficcare il naso ognuno nella vita dell’altro. Devo dire che la ragazza pachistana era cordiale, gentile, attenta e sposata con un suo cugino, molto più grande di lei.
Era venuto fuori che lei era al corrente che avrebbe dovuto sposarlo già da quando era bambina, perché così avevano deciso in famiglia.
Alla nostra ‘’maleducata’’ domanda: ‘’Ma tu gli vuoi bene? Sei innamorata di lui’’? Lei ci aveva guardato con una espressione indecifrabile ed aveva risposto con un: ‘’Sono gentile con lui e gli ubbidisco’’.
Ecco qua … questa è la situazione. Ovviamente la mentalità di un individuo dipende dal paese in cui vivi e cresci, dalle tue esperienze e dal tuo vissuto.
Se si cresce in un paese con usi e costumi diversi dai tuoi, le possibilità di cambiamento aumentano ma se, come avviene di solto, non si conosce altra ‘’realtà’’, eventuali evoluzioni e/o cambiamenti di abitudini sono molto rallentate.
Tutto questo ovviamente per allacciarmi alla recente triste sparizione di Saman, la ragazza cresciuta in Italia, quindi con una visione della propria esistenza simile a quella delle ragazze italiane. Saman si è ritrovata a sbattere contro il ‘’muro reazionario’’ della propria famiglia che, incapace di farle cambiare idea, ha decretato per lei la punizione suprema.

Povera creatura …

Alla prossima

Elena

Vincono gli appalti ma …

Avevano finito di lavorare nel cantiere di Parma i cinque lavoratori morti il 3 giugno, in un incidente lungo l’autostrada A21.
Si chiamavano Simone Abeni, 40 anni, Bruno Bracchi di 67 e Maurizio Signoroni di 55, insieme ad altri due colleghi marocchini di 40 e 51 anni, di cui non si conosce nemmeno il nome.
I cinque operai stavano lavorando in un cantiere che l’Università degli Studi aveva appaltato all’impresa edile ”Mapen di Brescia” e, nel tardo pomeriggio, stavano facendo ritorno a casa. Ad un certo punto il loro Doblò si è schiantatoa forte velocità contro un tir incolonnato e fermo in corsia.

I cinque operai risiedevano tra le province di Brescia e Bergamo: Bracchi e Signoroni ad Adro, Abeni in una frazione di Corte Franca dove ha sede anche l’impresa che dava loro lavoro, i due operai stranieri a Castrezzato e a Covo.

Unico testimone un agricoltore che stava lavorando in un campo che costeggia quel tratto di autostrada. Ecco che cosa ha detto: “C’era un camion fermo con le quattro frecce accese. Ho visto il Doblò arrivare a tutta velocità e ho pensato: Ma cosa fa, non si ferma? Poi si è sentito un forte boato”.

Sull’asfalto non ci sono neppure i segni della frenata, quindi si direbbe il conducente non si sia nemmeno accorto del camion fermo.

Tra le diverse ipotesi la più accreditata è che il conducente possa aver avuto un malore, oppure che si sia addormentato alla guida. E’ stata disposta per lui l’autopsia.

Tra Parma e Brescia ci sono circa 117 km quindi tra andata e ritorno si parla di 234 km. Per chi di loro abitava ad Adro i Km erano ancora di più. Un ‘’colpo di sonno’’ dovuto alla stanchezza potrebbe essere un buon motivo no?

Dopo esserti alzato alle 4 o alle 5 di mattina, devi andare a prendere i colleghi, poi, dopo aver lavorato tutto il giorno, devi ancora riaccompagnarli a casa, facendo ancora altri km prima di poter essere finalmente a casa tua, dove mangi un boccone veloce e vai a dormire, visto che il giorno dopo ti aspetta nuovamente lo stesso incubo.

Ma è vita questa? Ma è così che si lavora oggi? Se vuoi vincere l’appalto devi tenere i costi bassi, e quindi una pensione in zona sarebbe stata un ‘’costo’’ troppo alto’’ vero?

Quindi ecco che, dopo essersi ‘’spremuti come limoni’’ sono morti per un ‘’colpo di sonno’’.

Che dire? Si potrebbe dire che è assurdo morire per ‘’tenere i costi bassi’’ e vincere gli appalti in questo modo. Dove vogliamo andare di questo passo?

Alla prossima

Elena

Pattini a rotelle ”vecchio stile” …

Visto che belli questi pattini? Li ho comprati da Decathlon tempo fa.

Perché? Perché da ragazza ero un campione qui sopra e quando li ho visti, a 4 ruote come quando ero giovane, (sono del ’55) mi sono commossa ed ho pensato: ‘’Devo assolutamente rimettermi a pattinare’’! Mi sono seduta, li ho indossati e, davanti agli occhi preoccupati di mio marito, ho fatto qualche timido ‘’giretto’’, acquisendo quasi subito sicurezza. Sicurezza anche dovuta alla pavimentazione del supermercato.
Per farvi capire il mio rapporto con i pattini, all’epoca, vi posso dire che mi muovevo, indossandoli, come se avessi un normale paio di scarpe.
Per darvi un esempio della dimestichezza basterebbe dire che scendevo le scale saltellando con i pattini nei piedi, ed abitavo al 6° piano!
Andavo a fare la spesa con i pattini ai piedi, portavo il cane a spasso, prendevo il bus, ci sono andata persino a scuola.
A parte l’odio celato dei condomini nei mei confronti, devo dire che mi sopportavano, tutto sommato, con simpatia. Ero giovane, carina, simpatica, mi volevano tutti bene nella casa.

Ebbene questi, in foto, li ho comprati da quasi due anni e da allora, sono finita due volte in sedia a rotelle, per via delle mie ernie discali, sono stata ingessata alla caviglia, una caviglia frantumata grazie a 7 anni di pallacanestro e ad altrettanti di atletica leggera, sono stata operata al polso sinistro per una frattura al radio, all’ulna ed al piramidale e che, se devo essere onesta, ‘sto polso non è a posto nemmeno ora.
In tutto ciò, pensate che non ho ancora messo nei piedi, a parte il giro di prova da Decathlon, ‘sti pattini nemmeno una volta!

Non oso pensare a cosa potrebbe succedere se lo facessi!

Alla prossima

Elena