Archivi del mese: marzo 2018

Barcellona – La Sacra Famiglia

Approfittando del fatto che i nostri amici americani Gary e Joan sono in vacanza a San Feliu de Guixol sulla Costa Brava siamo andati a trovarli e, con loro, abbiamo deciso di fare una gita di un giorno a Barcellona.

Cosa andare a vedere a Barcellona con tempi contingentati? Ma la Sagrada Familia naturalmente! Prenotata la visita in ‘’Santa Rete’’ il mercoledì, siamo andati a visitarla il giovedì.

L’immediata reazione di fronte a questa costruzione è stata di  ‘’perplessità’’. Conoscevo, grazie alle innumerevoli immagini viste, la facciata più antica, ma il resto mi sembrava un pò ”strano”.  La facciata costruita durante la vita di Gaudì, quella più ‘’vecchia’’,  mi ha sempre ricordato i giochi che i bambini fanno con la sabbia o con la terra bagnata … quelle torri aguzze che vengono realizzate  lasciando colare, dall’alto tra le dita, il fango … e quello che viene fuori è un qualche cosa di molto simile alle grotte con stalattiti e stalagmiti.
Le parti ‘’nuove’’ della Chiesa invece non rispettano questo criterio e sono più vicine al lavoro dell’uomo che non a quello della ‘’natura’’. Mi sembrava strano vedere tutti quegli ”stili” diversi, anche se bisogna ammettere che tutti danno l’impressione di innalzarsi verso il cielo.
Man mano che giravamo attorno, dentro e fuori la Chiesa, ho iniziato a mettere un pò di ordine tra le mie sensazioni.

Prima di tutto bisogna inquadrare il monumento dal punto di vista storico per evitare giudizi troppo affrettati.

Conosciamo quest’opera come il ‘’capolavoro’’ del visionario Antoni Gaudì. In realtà,  il primo ad occuparsene fu l’architetto Francisco de Paula del Villar y Lozano, il cui progetto prevedeva una chiesa molto più piccola di quella che è ancora in costruzione oggi. Il denaro per costruirla arrivava esclusivamente grazie a ‘’donazioni’’ , non dimentichiamo che gli spagnoli erano, specie all’epoca,  devotissimi. Ad un certo punto però tra il Lozano e i ‘’filantropi’’ donatori ci furono delle incomprensioni,  quindi l’opera fu affidata a Gaudì, allora un giovane architetto di soli trent’anni.
Quando Gaudì ricevette una grossa somma da un filantropo, decise di costruire qualche cosa di veramente importante e dal 1914 fino alla sua morte si dedicò anima e corpo alla chiesa. Era talmente entusiasta di questo incarico che arrivò a costruirsi persino una casetta nel cantiere, per vivere sul posto e poter controllare i lavori. Ma … Il 7 giugno del 1926, mentre attraversava la strada, fu investito da un tram e morì. I cittadini di Barcellona perdevano così il loro architetto preferito … le autorità, in segno di rispetto,  decisero di seppellire Gaudì nella cripta sotterranea nonostante la chiesa non fosse ancora terminata.
Probabilmente … data la morte prematura, ed il sistema di lavorare di Gaudì che, più che pianificare minuziosamente tutto … provava con dei modellini in gesso man mano quello che era la fattibilità della sua ‘’visione’’, non esistevano quindi piani predefiniti per il completamento, se non quelli della pianta complessiva in generale.
Comunque dopo la sua morte nessuno ci rimise le mani sopra in maniera sostanziosa e, per parecchio tempo la chiesa rimase abbandonata. Nel 1936 poi scoppiò la guerra civile spagnola e tutti i lavori, che tra l’altro procedevano a rilento a causa di mancanza di fondi, si fermarono completamente. Alla guerra civile seguì il colpo di stato del generale Franco, l’uomo che giudicava i politici dei “disprezzabili ed inutili fantocci” e che aveva ovviamente l’appoggio del ”popollo”!  Il colpo di Stato abolì la repubblica e venne instaurata la dittatura franchista che durò fino al 1975. I lavori della Sagrada Famiglia ripresero solo nel 1950, ma si rivelarono lenti e a singhiozzo.

La Sagrada Familia si compone di cinque navate principali e tre trasversali che formano una croce latina. Le cinque navate principali hanno una lunghezza di 90 metri mentre le trasversali misurano 60 metri.

I soggetti delle tre facciate sono:

La Facciata della Natività – che è l’unica realizzata quando Gaudí era ancora in vita, fu costruita tra il 1894 e il 1930  e celebra la nascita di Gesù. Si tratta del lato della Sagrada Familia orientato a nord-est, quello che per più tempo è stato oggetto dell’ammirazione dei turisti e che normalmente conosciamo attraverso le fotografie. Le sculture originali sono opera di Carles Mani, Llorenç e Joan Matamala con contributi di Jaume Busquets, Joaquim Ros i Bofarull ed Etsuro Sotoo. Le decorazioni che adornano questo lato della basilica evocano la vita in tutti i suoi aspetti, anche quelli più quotidiani e popolari.  Ci sono per esempio strumenti da lavoro e animali domestici. Il centro dell’attenzione è La Porta di Gesù, sovrastata dall’Albero della Vita e accolta tra quelle dedicate alla Speranza (sinistra) e la Fede (destra), che insieme alla Carità (rappresentata dal portale centrale) indicano le tre virtù teologali.

La Facciata della Passione – si trova sul lato ovest della Basilica ed è opera di Josep Maria Subirachs, che vi lavorò dal 1987. Il suo stile è fatto di linee rette e geometriche, statue enormi che rappresentano l’ultima cena, la preghiera nell’orto del Getsemani, il tradimento di Giuda, la fustigazione del Cristo e la crocifissione.
Vicino alla statua del ‘’bacio di Giuda’’ è presente anche il quadrato del ‘’gioco del 15’’ le cui combinazioni matematiche portano sempre a 33 che è l’età in cui il Cristo morì.
Gary il nostro amico me lo ha fatto notare, al che gli ho risposto che tutto sommato, per essere un palestinese non era poi male vivere fino a 33 anni!
Comunque … nonostante la modernità e le dimensioni delle statue anche questa facciata si integra benissimo con il progetto di Gaudí.

La facciata della Gloria non è stata ancora completata.

sagrada-familia-2026

Una volta terminata, secondo il progetto di Gaudì la costruzione avrà 18 torri alte tra 90 e 170 metri. Queste torri sono dedicate agli apostoli, agli evangelisti, a Maria ed a Gesù Cristo. Si prevede che la costruzione della Sagrada Familia, interamente finanziata con le donazioni ed i proventi dei biglietti di entrata, terminerà nell’anno 2026, a cent’anni dalla morte di Gaudì.

Aggirandosi nell’interno si rimane colpiti dall’immensità dell’opera. La classica architettura del Gotico Flambojant del ‘400 è viva ma è ”rivista” in una versione più moderna … estremamente equilibrata ed elegante,  tipica degli stili liberty e art Nouveau.
Nell’interno ci si sente un pò come in un bosco di sequoie nello Yosemite Park e un pò come nel tempio di Karnak in Egitto,  un felice connubio tra l’imponenza della natura e la sacralità del misticismo … e si resta a ”bocca aperta”!  Colonne gigantesche simili ad alberi immensi si stagliano in altezza facendoci sentire delle formiche. La luce, tantissima, varia a seconda delle ore. I colori delle vetrate sono organizzati in modo da emettere una luce differente a seconda delle ore in cui i raggi luminosi le colpiscono, più freddi all’alba … quasi infuocati al tramonto.

Qualche volta, grazie alla nostra tenacia, visione e genialità, riusciamo a fare delle meraviglie che passano alla storia evidenziando in questo modo la nostra parte ‘’migliore’’ … purtroppo troppo spesso, l’impegno che mettiamo è in cose sbagliate.

Comunque … consiglio vivamente una visita a questo capolavoro che, se non capita nulla e se tutto va bene, dovrebbe essere terminata nel 2026.

Alla prossima

Elena

 

segue video:

FINALMENTE! La UE propone tassa 3% alle multinazionali digitali dove …

… fanno reddito!  FINALMENTE!!!  E questo è solo il primissimo passo.

Era ora che si muovessero in questa direzione! E che cavolo, costoro guadagnano ovunque … ma si scelgono le sedi fiscali dove fa loro più ”comodo” per pagare ovviamente meno tasse. Dato che le Multinazionali sono quelli che chiamo da sempre i ”Novelli Imperatori” e hanno soldi per fare delle guerre, tutti gli stati si prostituiscono loro e le trattano con i guanti. Le multinazionali però  non danno lavoro in proporzione ai soldi che guadagnano, quindi di gente che lavora c’è ne è sempre di meno.  Ma … come potremo vivere noi se non lavoriamo e se non ci sono soldi da redistribuire perché costoro che guadagnano come re Mida non pagano il dovuto?

Global vs local copia

Quello grosso è la Multinazionale che non paga le tasse come dovrebbe fare … svegliamoci cribbio!

Ecco che l’Europa cerca di porre rimedio a questo problema immenso! Davanti alle difficoltà di trovare un accordo a livello internazionale, come ha dimostrato il recente incontro del G-20 a Buenos Aires, la Commissione europea ha presentato a Bruxelles delle nuove soluzioni per affrontare l’annosa questione della tassazione dell’industria (per ora solo quella) digitale.  Le regole attuali non permettono ai paesi membri di tassare correttamente le imprese digitali in Europa quando queste non hanno presenze fisiche . Ma questa situazione rappresenta una sorta di ”buco nero” per le finanze degli stati!  Un buco nero che aumenta sempre di più poiché la base imponibile si riduce. Insomma le persone non lavorano e le multinazionali non pagano le tasse in proporzione a quello che guadagnano! (Chi se ne frega se fanno della beneficienza i proprietari filantropi! A noi non serve la beneficienza, a noi basta che paghino il dovuto!).

L’Europa propone quindi nuove norme giuridiche e una tassa provvisoria applicabile a tutte le attività digitali.
Per decenni, la tassazione è avvenuta sulla base dei profitti generati in un dato paese,  per via della sede fiscale dell’azienda in quello Stato. Ma ‘sta faccenda non funziona più, perchè, per sua natura, l’industria ”digitale” non ha frontiere. Google, Facebook per esempio sono ovunque ma pagano le tasse solo dove a loro fa più comodo!

Per questo motivo la Commissione Europea propone nuovi criteri per giudicare la presenza fisica di una azienda digitale con questi tre parametri:

  • almeno sette milioni di euro di fatturato annuale in un paese membro;
  • almeno 100mila utilizzatori in un paese membro durante un dato esercizio fiscale;
  • almeno 3.000 contratti commerciali sempre in un dato paese membro.

In attesa che questo nuovo”sistema” venga accettato a livello globale, Bruxelles propone fin d’ora di tassare nell’Unione il fatturato nazionale delle singole imprese digitali. Il giro d’affari dovrebbe essere generato dalla vendita pubblicitaria, dalle attività di intermediazione, dalla vendita di informazioni personali. Ad essere tassate sarebbero le imprese con un fatturato di almeno 750 milioni di euro a livello mondiale e di almeno 50 milioni di euro a livello europeo. L’aliquota sarebbe del 3%.

Secondo l’esecutivo della CE la nuova imposta potrebbe generare fino a cinque miliardi di euro di gettito fiscale. Bruxelles spiega anche che la proposta non viola regole sulla doppia tassazione e permette di evitare la segmentazione del mercato unico attraverso l’emergere di iniziative nazionali (come in Italia, in Slovacchia e in Ungheria). Attualmente, le imprese digitali vengono tassate con una aliquota media del 9,5% rispetto al 23,2% di una società tradizionale, ma questa tassazione è applicata SOLO  dove risiedono fiscalmente  e NON dove fanno reddito.
In Europa, il tema fiscale è notoriamente fonte di tensioni. Secondo i Trattati, i progetti legislativi in questo campo vengono approvati solo dal Consiglio (il Parlamento ha un potere consultativo), ma richiedono l’unanimità dei paesi membri. Si prevede un dibattito acceso tra i governi. In assenza di accordo globale, alcuni paesi sono contrari a imporre una particolare forma di tassazione ai danni delle imprese digitali, in particolare l’Irlanda che ha la ‘’coda di paglia’’ visto che ospita non poche aziende del settore.

Insomma per farla breve, sono assolutamente d’accordo nella proposta di tassare le multinazionali, digitali e no, dove fanno reddito, dove vendono e non solo dove scelgono di avere la residenza fiscale, troppo comodo! Gli stati non devono prostituirsi a costoro invitandoli sul proprio territorio sperando che portino lavoro e un pò di denaro con quattro soldi di tasse.  Anzi i soldi che finalmente le multinazionali restituirebbero sotto forma di tasse pagate, eviterebbero, prima di tutto di garantire loro il potere degli Imperatori,  secondo,  il denaro  recuperato dalle tasse verrebbe ridistribuito ai paesi che potranno,  a loro volta, ridistribuire questo denaro ai cittadini.  A quel punto sarebbe davvero possibile un reddito di cittadinanza nel vero senso della parola! Ma è alle multinazionali che bisogna andarli a prendere ‘sti soldi!

Cribbio io sono solo una casalinga deficiente ma lo dico da anni che bisogna tassare le multinazionali (tutte non solo quelle digitali) e bisogna tassarle dove fanno profitti e NON solo dove scelgono di avere la sede fiscale! Finalmente Moscovichi chiede al mondo di accettare questo ‘’paradigma’’ … e nel frattempo propone una tassazione per cominciare del 3%!
Tra l’altro, vi rendete conto che è solo l’Europa a rendersi conto che sia necessario tassare le multinazionali dove fanno profitti … e sapete perchè? Perchè,  ci piaccia o no, l’Europa è più ‘’evoluta’’ del resto del mondo mentalmente! La cultura è nata da noi che sia ben chiaro … quindi a tutti quelli che vogliono tornare nei loro giardini uscendo dall’Europa … consiglio vivamente di ripensarci! Perchè, noi europei, tutti assieme,  siamo ‘’il meglio’’ che ci sia in circolazione!

Alla prossima

Elena

 

 

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fonte:sole24ore

”Il trovatore” di Giuseppe Verdi

Ieri sera siamo andati al teatro ”Le Forum” di Frejus per vedere il Trovatore.
Teatro pieno come al solito, eravamo seduti in platea in quarta fila … praticamente sembrava di toccare gli attori e soprattutto sembrava ci guardassero negli occhi.

Il Trovatore è un dramma in quattro atti e otto quadri, su libretto di Salvatore Cammarano, tratto dalla tragedia El Trovador di Antonio García Gutiérrez. La ‘’prima’’ di questo dramma fu fatta a Roma, al Teatro Apollo, il 19 gennaio 1853, e fu immediatamente un successo!

La foto è stata scattata da me con il cellulare … quindi è quello che è. Durante la rappresentazione è ovviamente vietato scattare foto. Qui lo spettacolo era terminato e gli interpreti stavano ringraziando il pubblico.

Dunque vediamo un pò di riassumere la trama di quest’opera che, al giorno d’oggi, risulta per forza di cose, un pò lenta ed anacronistica.
La storia si svolge in Spagna nel 1400. (XV secolo)

Parte I
Nell’atrio del palazzo dell’Aliaferia i soldati attendono il ritorno del Conte di Luna che passa, non avendo un gran che da fare,  le sue notti a sorvegliare la casa di Leonora, principessa di Aragona,  di cui è innamorato. Il Conte di Luna fa la guardia perchè teme che possa arrivare il Trovatore, di cui Leonora è innamorata. Ferrando intanto, il capo dei soldati, racconta, per passare il tempo, la storia di una zingara che fu bruciata sul rogo per avere stregato il figlio del precedente conte di Luna.  Racconta anche come la figlia di costei, Azucena, rapì e sacrificò il bambino ”stregato” sullo stesso rogo della madre per vendetta.
Nel giardino del palazzo intanto Leonora confida all’ amica Ines il proprio amore per il Trovatore. Quando le due donne rientrano nei loro appartamenti non si accorgono che nel giardino c’è il conte nascosto, in attesa di poter parlare con Leonora. Si sente intanto il canto del Trovatore; Leonora avanza per abbracciare l’amato, ma, nell’oscurità, si sbaglia e abbraccia il conte. Quando la luna esce dalle nuvole e rischiara la scena, si accorge dell’errore e si getta ai piedi del Trovatore chiedendo perdono. Pieno di rabbia il conte intima al Trovatore di svelare la sua identità. Il Trovatore dice di chiamarsi Manrico e di essere un seguace del ribelle Urgel. Nonostante i tentativi di Leonora di frapporsi, i due si sfidano a duello e Leonora cade svenuta.

Parte II
La gitana. Nell’ accampamento degli zingari, Manrico – che pur rimanendo ferito, ha vinto il duello e graziato il conte – dialoga con la madre Azucena. La zingara gli racconta i fatti passati … sopra pensiero … gli racconta che, per vendicare la propria madre, ella aveva rapito il figlio del conte, ma, accecata dalla rabbia e dalle lacrime, si era sbagliata e  anziché gettare il figlio del conte, nel  rogo ci aveva buttato il suo!  Manricom a ‘sto punto si fa delle domande e chiede spiegazioni … la donna risponde in modo elusivo ai ragionevoli dubbi di Manrico sulla propria identità ma giura che Lui è suo figlio. Manrico  le crede …
Un messaggero porta la notizia che Castellor è stata conquistata dall`esercito di Urgel e che Leonora credendo morto Manrico vuole prendere i voti e diventare suora. Manrico si precipita a cavallo presso il convento per convincerla a non farsi suora. Nelle vicinanze di Castellor il conte è in attesa di scorgere Leonora per rapirla. Si ode il coro delle religiose e tra esse c’è anche Leonora. Quando il conte, con Ferrando e il seguito, si fa avanti per rapirla, irrompe Manrico con i seguaci di Urgel.  Costoro disarmano il conte e Manrico si allontana con Leonora.

Parte III
Le truppe del conte sono appostate in un accampamento vicino a Castellor. Tra i soldati circola la certezza, che all’ indomani, in battaglia, essi vinceranno. I soldati fanno prigioniera una zingara che Ferrando riconosce: è Azucena, colei che ha compiuto il feroce infanticidio. Azucena cerca invano di negare e condotta presso gli sgherri, invoca il soccorso di Manrico. Il conte capisce allora di avere tra le mani la madre del suo rivale e quindi la possibilità di vendicare il fratello giovinetto bruciato nel rogo da costei. Intanto in una sala adiacente alla cappella in Castellor, Manrico e Leonora si apprestano a celebrare le nozze. Giunge trafelato messaggero e racconta ai presenti che Azucena è prigioniera del Conte di Luna. Manrico dice a Leonora che Azucena è sua madre e corre in sua difesa.

Parte IV
Manrico viene fatto prigioniero dai soldati del Conte e viene rinchiuso nel palazzo dell’Aliaferia. Leonora accompagnata al palazzo da Ruiz, sente l’ultimo addio di Manrico, ma decisa a salvargli la vita, si offre come sposa al conte in cambio della libertà di Manrico. Quindi, ottenuto dal conte il permesso di dare personalmente a Manrico l’annuncio della conquistata libertà, va alla prigione. Mentre il conte gioisce Leonora ingerisce il veleno racchiuso in un anello che ha al dito, piuttosto di cadere nelle mani del conte preferisce morire.
Intanto nella prigione Manrico conforta la madre. Raggiunto da Leonora, che gli racconta di aver ceduto al Conte pur di salvarlo e restituirgli la libertà … lui imbufalito la accusa di tradimento. Ma … quando vede gli effetti del veleno, capisce il gesto di Leonora e piange disperato.
Intanto sopraggiunge il conte che sente tutto e comprende di essere stato ingannato da Leonora, che nel frattempo muore. Consegnato Manrico al boia obbliga Azucena ad assistere all’ esecuzione.
Quando la testa di Manrico cade … finalmente Azucena grida al conte: “Manrico era tuo fratello. Ora mia madre è finalmente vendicata”.

Fine del dramma!

Che dire? La musica è quella di Giuseppe Verdi, quindi è bellissima. Arie come ‘’zingarella’’ e ‘’di quella pira’’ sono immortali ed ascoltarle in teatro, con l’ orchestra ‘’Opera 2001’’ non ha prezzo.
I costumi, le luci, le scenografie sono ben fatte. I solisti ed il coro della compagnia di canto sono tutti bravissimi, quindi è stato un piacere ascoltarli.
L’unica cosa che posso dire, a discapito di questa rappresentazione, è che oggi noi siamo ormai abituati a situazioni molto diverse e un ‘’feuilleton’’ di questo tipo non incontra più i gusti dello spettatore del 2018. Il che è un peccato ma purtroppo è la triste realtà.
Inoltre in uno spettacolo visivo come una rappresentazione teatrale la fisicità dei personaggi gioca un ruolo importante.
Ieri sera ad esempio, il Conte di Luna, interpretato dal baritono Giulio Boschetti riscuoteva,  grazie alla sua presenza fisica e alla sua bellezza, le simpatie delle donne presenti in sala, mentre Manrico, interpretato dal tenore David Banos, non ricopriva certo il ruolo di ‘’tombeur de fammes’’, in quanto piccolo e piuttosto bruttino.
Per tutto il tempo ho guardato la bella Leonora, chiedendomi: ‘’chissà che cosa ci troverà in costui’’? Mah …

Alla prossima
Elena

SIRIA- una guerra sporca …

… come tutte le guerre d’altronde. Ma questa ci fa orrore in modo particolare perchè, in teoria, ci sentiamo tutti troppo ”evoluti” per assistere indifferenti a ‘sto massacro!
Proviamo a mettere qualche punto fermo … giusto per cercare di capirci qualche cosa in ‘sto caos maledetto …

Quando è iniziata la crisi?
Nel marzo 2011 è esplosa la rivolta popolare contro il regime guidato da Bashar Assad. Un pò sull’onda delle altre Primavere Arabe e un pò per eliminare il regime del partito Bath. Il potere ha reagito alle manifestazioni di protesta con una repressione feroce. La contestazione, di stampo salafita, in seguito e grazie agli aiuti di nazioni sunnite del Golfo Persico si è trasformata in luna vera lotta armata.

Chi sono gli Assad?
Appartengono alla comunità minoritaria degli alawiti. Bashar è salito al potere nel 2000 alla morte del padre Hafez che era diventato presidente grazia ad un golpe nel 1970. Il delfino designato era Basil Assad, ma è deceduto in un incidente stradale e questo ha proiettato Bashar al vertice di un regime che conta comunque su un appoggio di parte della popolazione.

Chi sono i ribelli?
È uno schieramento variegato. Inizialmente erano disertori dell’esercito che hanno fatto fronte comune con settori della contestazione. Oggi operano dozzine di fazioni nazionaliste, islamiste, jadiste ed è presente anche l’Isis che vorrebbe instaurare la Sharia. I rapporti tra le formazioni non sono sempre facili, frequenti i cambi di alleanza, i contrasti e anche le battaglie tra loro. Il punto debole è la mancanza di coesione, l’assenza di un progetto comune e una leadership non ben identificabile.

Chi appoggia gli insorti?
Arabia Saudita, Qatar, Turchia sostengono gruppi diversi con denaro, invio di armi, supporto diretto e indiretto. Ognuno di questi paesi manovra per esercitare il suo ruolo attraverso gli ‘’insorti’’ da loro appoggiati e che combattono sul territorio. I paesi occidentali, specialmente Usa, Francia e Gran Bretagna, hanno garantito aiuti ad alcune ‘’brigate’’ dell’opposizione, ma non si capisce nemmeno bene quali … visto che c’è sempre il timore di scegliere il partner sbagliato.

Chi appoggia il regime?
La Russia, che ha schierato un contingente militare, e dispone di un paio di basi. L’Iran, da sempre alleato della Siria, ha inviato consiglieri e reclutato miliziani sciiti in Afghanistan, Pakistan, Libano, Iraq, che sono poi stati mandati a combattere a fianco dei governativi di Assad. Il movimento sciita libanese Hezbollah. L’Iraq. Teheran considera questo conflitto come parte di quello più ampio che oppone sciiti e sunniti. Per la stessa ragione i paesi del Golfo Persico si sono mobilitati in favore dell’insurrezione. Insomma un ‘’pastrocchio’’ di interessi ed etnie.

Quali sono gli obiettivi degli insorti?
Rovesciare Assad e sostituirlo con una nuova forma di governo. Ma sul futuro di questa ‘’nuova forma di governo’’ visto il numero e la diversità degli opponenti al regime, le idee sono diverse, confuse e … non manca chi insegue lo stato islamista. In passato i Paesi che sostengono l’opposizione hanno chiesto l’immediata partenza del dittatore, posizione che però è stata addolcita. Il leader se ne deve andare, ma senza fretta. C’è il timore del vuoto di potere e dunque si spera in qualche forma di transizione.

Quali sono gli obiettivi di Assad?
Piano A: riconquista dell’intero territorio siriano. Piano B: creazione di uno stato che comprende i principali centri urbani e l’area costiera. Ci sono evidenti rischi di spartizione, in particolare nel settore nord, al confine con la Turchia. Qui i guerriglieri curdi, giocando su più tavoli, puntano a rafforzare i loro territori. E per questo manovrano cercando sponde negli Usa, che garantiscono loro assistenza militare. Damasco però non vuole la frammentazione del territorio e quindi l’attrito con i curdi aumenta fino ad arrivare a prendersi a fucilate…

Quali sono gli obiettivi della Turchia?
Creare una fascia di sicurezza nel nord della Siria con due target: impedire la nascita di un’entità autonoma curda e disporre di un trampolino controllato da ribelli pro-turchi per incidere sul futuro della Siria. Negli ultimi mesi sono mutati i rapporti con i russi. Erano sull’orlo della guerra, ora c’è stato un riavvicinamento, forse temporaneo e tattico. Tutto cambia rapidamente e a seconda delle zone geografiche o del momento.

Quali sono gli obiettivi della Russia?
1) Proteggere l’alleato siriano. 2) Estendere la propria presenza militare nella regione. 3) Accrescere il peso nel Mediterraneo orientale. 4) Tenere a bada le ambizioni turche e contrastare il passo agli Usa. Da qui la presenza di truppe in Siria e di un grande dispositivo aeronavale. Il vero avversario del Cremlino sono gli insorti, l’Isis viene solo in un secondo momento. L’intenzione è quella di spingere i ribelli verso le ali più estreme in modo da negare l’esistenza di un’alternativa digeribile al regime. E in effetti l’azione del Cremlino non solo ha salvato Assad, ma gli ha permesso di recuperare molto terreno a scapito degli avversari.

Quali sono gli obiettivi della Cina?
Appoggiano Russia e Iran nel mantenere il regime di Assad. Probabilmente il loro interesse più grande è quello di voler mettere le mani sulla ricostruzione del Paese alla fine del conflitto.

Quali sono gli obiettivi Usa?
Lotta allo Stato Islamico e influenzare, attraverso parte della ribellione, il futuro della Siria. La presidenza Obama era stata però comunque prudente, la Casa Bianca aveva voluto evitare un coinvolgimento massiccio. Gli americani dispongono poi di due avamposti nell’area curda, basi dalle quali lanciano operazioni contro i jihadisti del Califfato.

Quali sono gli obiettivi dell’Isis?
Oltre all’instaurazione della Sharia … hanno ovviamente bisogno di un terreno e quindi difendono le cosiddette sone conquistate e cioè le ‘’aree del Califfato’’ mantenendo la continuità territoriale, se possibile, tra il nord est della Siria e l’Iraq. Gli uomini di al Baghdadi controllavano città ed ampie zone che recentemente hanno però perso. Nel conflitto siriano si battono contro i ribelli contro Assad, contro gli Usa, contro i curdi e contro il regime.

Questa dovrebbe essere Aleppo prima e dopo …

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E’ notizia di oggi, 19 marzo 2018, che la città di Afrin sta per cadere. Se non è già caduta. La bandiera turca ora sventola sugli edifici pubblici della capitale del cantone della Siria nord-occidentale controllato da tre anni dai curdo siriani. Dopo un’offensiva durata 58 giorni, l’esercito turco, insieme alle milizie arabo-sunnite dell’esercito libero siriano, sembra aver raggiunto il suo primo obiettivo.

Le organizzazioni internazionali hanno accusato le forze governative e le sue milizie di usare i civili come scudi umani, di puntare intenzionalmente le armi su di loro, di usare armi chimiche, di eseguire omicidi di massa. Ma anche i ribelli anti-governativi sono stati accusati di abusi dei diritti umani tra cui torture, sequestri, detenzioni illecite ed esecuzioni sia di soldati che di civili.
I cittadini siriani … uomini, donne, vecchi e bambini non sanno più come fare per salvarsi. Vivono come topi sotto le macerie … non hanno né cure mediche … né cibo nè acqua.

Ma quanto può ancora durare questo sfacelo? Alla faccia della Guerra Civile! Una guerra vergognosa in cui si mescolano potere, odio razziale, odio religioso, interessi nazionali diversi … che orrore! Proprio vero che discendiamo da Caino e Abele!

Alla prossima

Elena

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fonti: sole24ore,corriere,stampa.wikipedia,rete in generale

AAAAA … CERCASI MAGGIORANZA PER GOVERNARE PAESE

Ci vorrà un miracolo per dare un governo al Paese. Secondo me Mattarella vorrebbe partire per le Maldive e non tornare più, invece sta, suo malgrado,  con una margherita in mano, a cui toglie i petali uno ad uno,  dicendo: ‘’M5S o Lega … Lega o M5S’’? Comunque  … siamo seri, diciamo che potrebbe dare l’incarico a una personalità del centro-destra, visto che questo è lo schieramento con la base parlamentare più consistente. Con i suoi 265 seggi alla Camera e i suoi 137 seggi al Senato gliene servirebbero rispettivamente 51 e 21 per arrivare a 316 e 158, che sono le soglie di maggioranza nelle due camere. Ma … dove li trova ‘sti seggi? C’è poco da scegliere … i seggi mancanti possono venire o dal Pd o dal M5s o da tutti e due insieme. Non ce ne sono altri a disposizione. Pd e M5s dovranno decidere se partecipare direttamente (accordo organico) o indirettamente (appoggio esterno) a un governo di centro-destra. Lo faranno? Mah …

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Se l’incarico al centro-destra non porterà a nessun risultato, è presumibile che Mattarella incarichi una ”personalità” del M5S … Di Maio?  In questo caso la base di partenza però è minore: 227 seggi alla Camera e 112 al Senato. È possibile che in prima battuta il Movimento cerchi di formare un governo di minoranza, senza accordi formali con nessuno (come d’altronde pare voglia fare Salvini), puntando a cercare in parlamento i voti necessari per passare lo scoglio della fiducia. Governi di minoranza o governi della non sfiducia sono tornati di moda. Se non ce la fa (come probabile) e se a quel punto vorrà ancora puntare al governo, Di Maio avrà tre possibilità per cercare i voti che gli mancano. Si chiamano Pd, Forza Italia, Lega. Naturalmente la scelta non dipende solo dal M5s. Bisogna essere in DUE per un accordo. Di queste tre soluzioni l’unica che si può escludere a priori è un governo con Forza Italia, anche se i numeri ci sarebbero. Certo, se il M5S rinunciasse ad una legge sul conflitto di interesse … con annessa nuova regolamentazione del settore televisivo … lo gnomolaccatodibiaccamarroneintesta potrebbe anche arrivare a sponsorizzare un governo pentastellato. Ma, proprio per le ragioni di cui sopra è da escludere un’ ipotesi che veda insieme M5s, Forza Italia e Lega. I grillini sono ”strani” ma non completamente ”fusi”! E poi per carità …  Vade retro Satana!
Restano due opzioni per fare un governo: M5S-Pd o M5S-Lega. La seconda è quella comunemente etichettata come maggioranza populista. C’è chi sostiene che spetti proprio a M5S e Lega dare un governo al paese, in quanto vincitori di queste elezioni. L’argomento non è campato per aria … in fondo il popolo si è espresso … ha scelto … e quindi ha voluto la ”BICI” e mò ”PEDALI”! MA … questa opzione  si scontra però con altri argomenti. Mettiamo da parte per un momento la questione della disponibilità dei due partiti a stare insieme e soffermiamoci sulle reazioni che un governo M5S-Lega susciterebbe. I mercati e l’Unione non sono soggetti particolarmente apprezzati di questi tempi, ma pesano comunque.  Fino ad oggi sono rimasti alla finestra. Non sarà così se si materializzasse l’ipotesi di un governo populista in un paese con un debito pubblico superiore al 130% del Pil.
Quanto ai due protagonisti del possibile accordo, etichettati entrambi e a ragione come populisti … sono però molto diversi tra loro e rappresentano interessi territoriali ed obiettivi  diversi. Un governo con Di Maio premier (227 seggi alla Camera) e Salvini vice (125 seggi) è difficile da immaginare. D’altronde è altrettanto difficile ipotizzare un governo M5S-Pd, anche se su parecchi punti programmatici la distanza che li separa è minore di quanto appaia. Il fatto è che in questa fase per il Pd appoggiare un qualunque governo è rischioso. L’ex partito di Renzi ha bisogno di opposizione per curarsi le ferite. Che siano gli altri ad assumersi la responsabilità di governare. Questa è l’idea che circola. Ma fa a pugni con il senso di responsabilità. È il paradosso di un partito sconfitto, senza il quale i vincitori difficilmente riusciranno a fare un governo. A volte essere in posizione strategica non conviene affatto. In pratica se il PD accettasse, per senso di responsabilità, di fare un governo con il M5S, si troverebbe nella infelice condizione di togliere le castagne dal fuoco al M5S, eletto a furor di popolo, ma nello stesso tempo sarebbe il ”capro espiatorio” di tutti i guai che verrebbero comunque a galla, viste le promesse fatte dal M5S in campagna elettorale.
Esaurita la rassegna delle soluzioni per così dire convenzionali, occorre prendere in considerazione quelle non convenzionali…. e qui serve fantasia. Si parla di un governo di scopo affidato a una personalità super partes con la missione di fare una nuova legge elettorale per tornare al voto in tempi più o meno brevi.  Ma con quale legge non è dato a sapere.  Né è chiaro chi appoggerebbe questo governo. In teoria dovrebbero essere tutti e quattro i maggiori partiti. Ma la cosa è poco probabile.
Da ultimo resta la risorsa italica del trasformismo. C’è chi pensa che dopo un periodo di decantazione non sarà impossibile, per il centro-destra, trovare tra le fila dei pentastellati e dei democratici una pattuglia di transfughi disposti a salvare soprattutto se stessi, ma sempre sostenendo che l’obiettivo ultimo è il benessere della patria … costoro consentirebbero così la nascita di un governo. In fondo sarebbe contenta anche l’Europa. Sarebbe un governo stabile … ma non troppo, che non farà molto ma che non farà nemmeno molti danni.
In fondo Renzi e Gentiloni hanno tirato avanti così, sfruttando le risorse di un parlamento liquido. Forse il miracolo lo farà proprio lo spettro di nuove elezioni. Vi rendete conto in che situazione siamo?
In pratica chi ha perso è nella posizione del classico ‘’cornuto e mazziato’’ … se non si riuscisse a fare un governo la colpa sarebbe … udite udite, di chi ha perso! 🙁

Alla prossima

Elena

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fonte sole24ore con mie libere interpretazioni …

Ma veramente pensate di dialogare con il M5S?

Il M5S partito trasversale che, per aver voti, si adatta a tutte le esigenze del popolo … è un  partito camaleonte.

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I seguito alle recenti elezioni,  costoro sono risultati essere il primo partito in Italia,  ma non hanno abbastanza seggi per governare da soli. Il che secondo me è un bene, ma ovviamente è una questione personale. Oltre a riempirsi la bocca del fatto che loro sono Onesti mentre tutti gli alti sono ladri …  questi sono i messaggi contraddittori  che hanno dato al Paese.

1) Uscire dall’euro.
2 ) Restare nell’euro.
3) Fare un referendum sull’euro.
4) Non fare un referendum sull’euro che sarebbe incostituzionale.
5) No ai vaccini che ingrassano le multinazionali, causano l’autismo e la morte.
6) Si ai vaccini che sono indispensabili.
7) No ai vaccini obbligatori.
8) Sì ai vaccini obbligatori in caso di epidemie.
9) Subito sì al reddito di cittadinanza.
10 ) Reddito di cittadinanza tra alcuni anni

Che dire? No comment!  … anche sulla legge elettorale hanno fatto melina! La devono smettere  con ‘sta manfrina della legge elettorale! Il loro modello di legge elettorale era  il “democratellum’’. Un sistema elettorale approvato dal ”popolo del web” in rete  nel 2014. In occasione dell’Italicum lo avevano ricicciato e trasformato in una mozione parlamentare, che avevano presentato a Montecitorio,  anche per non stare con le mani in mano, visto ”sinistra italiana” aveva presentato la sua mozione contro l’Italicum.

Il  testo presentato dal M5S  in effetti spiazzava un pò tutti … li faceva sembrare dei Don Chisciotte, visto che parlava di un sistema proporzionale … con collegi medio-piccoli … senza premio di maggioranza … ma con le preferenze.
L’Italicum invece li avrebbe favoriti alla grande grazie al premio di lista e divieto di formare coalizioni. L’ideale per loro che corrono da soli e vogliono la maggioranza per governare da soli!  Ma il tutto era solo un bluff … costoro passano la vita a fare melina e a marcare il territorio per far vedere all’elettorato che sono contro le brutte leggi elettorali, e che sono gli unici depositari della verità! Sanno benissimo che nessuno si sognerebbe di tornare ad una legge proporzionale e che il maggioritario è destinato a prevalere. Cosa che fa loro comodissimo! Dopo aver boicottato l’Italicum hanno boicottato sistematicamente il ‘’Rosatellum’’. Perchè? Perchè come dice il loro Toninelli: l’introduzione di collegi uninominali e coalizioni è un binomio devastante per loro! E già … chi vota M5S votava inizialmente Grillo e adesso, a furia di verderlo in TV anche Di Maio. Ma … chi li conosce ‘sti qui nei collegi uninominali? I loro elettori, come ormai gli elettori di tutti gli schieramenti,  votano il partito. Ma poi … loro corrono da soli … loro non si sporcano le mani con gli altri! Loro sono ”Oltre” … insomma per  farla breve, secondo me loro sono dei dittatori! Anche se, per fare vedere che sono ”democratici”,  hanno persino presentando un ricorso alla Corte di Cassazione contro il Rosatellum, cosa che fa tanto effetto e attira le simpatie dell’elettorato, che capisce poco ma che reagisce alle cose eclatanti, Tra l’altro,  gentili ed educati come sono,  hanno anche detto a Rosato, che, se la Consulta dovesse cassare la legge lo ”Bruceranno Vivo”! Carini come sempre!

Questi cari signori non vogliono fare coalizioni con nessuno … questi vogliono che il popolo voti solo voi e vogliono governare da soli! A casa mia ‘sta roba si chiama dittatura!  Mò però … che il popolo non li ha votati abbastanza per poter mettere in moto il loro fascismo … stanno a chiedere aiuto a destra e a manca! … Cara Italia … stiamo andando incontro alla nostra Primavera Araba …

Alla prossima

 

Elena

Italia – Politiche 2018 … è mò?

Nelle elezioni politiche italiane il vincitore assoluto è risultato il M5S, un partito, trasversale, né di destra né di sinistra ma, come dice il comico che lo ha fondato: ‘’Oltre’’!
In questo ‘’oltre’’ si rispecchia il popolo italiano. Il M5S è rappresentato da Luigi di Maio, un trentunenne che, nonostante sia stato mantenuto 12 anni all’università dalla famiglia non si è nemmeno laureato. Il cavallo di battaglia del M5S è dare  il REDDITO DI CITTADINANZA a tutti quelli che NON lavorano.
Al Nord la scelta è invece stata per la coalizione di centro-desta, nel cui ambito, la Lega di Matteo Salvini ha avuto la maggioranza dei voti. Il cavallo di battaglia della Lega è la FLAT TAX.

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Come potete vedere il paese è spaccato in due. L’interpretazione spicciola dei più è che al Nord abbia vinto la destra a cui la Flat-Tax fa comodo, mente al Sud abbia vinto il M5S a cui il Reddito di Cittadinanza fa comodo. Ovviamente ci sono anche altre ragioni, ma non si può negare che, la spaccatura del paese, è impressionante.

In queste elezioni chi è stato ‘’punito’’ dal popolo è stato il PD, il partito di centro-sinistra che era al governo.
Detto questo, visto che siamo in Democrazia, bisogna prendere atto delle scelte fatte dal popolo e andare all’opposizione.
Il governo spetta ai partiti che hanno vinto. Il M5S di Luigi di Maio e la Lega di Matteo Salvini.
Eppure … in rete e non solo, parecchi ”spingono” affinché il PD,  che visti i risultati elettorali è inviso al popolo italiano, partecipi ad un eventuale governo con il M5S, accusandolo in caso di rifiuto , di mancanza di responsabilità e di NON avere a cuore il paese. Spingendo quindi quei prodi cavalieri del M5S ad allearsi con la destra!
Dunque … mai nella mia vita avrei pensato di dar ragione a Matteo Renzi! Ma su questo punto sono d’accordissimo con lui. Il popolo ha bastonato il PD e adesso vorrebbero fargli fare il governo con il M5S? Ma non se ne parla proprio!
Nella mia vita ho sempre votato a sinistra, che ha nel proprio DNA la tendenza a dividersi come i frattali. All’ennesima divisione ero talmente scocciata che decisi di prendere la tessera dell’Italia dei Valori di Antonio di Pietro.
Quando anche Di Pietro iniziò ad inseguire le ‘’sirene’’ sono tornata a votare, senza tesserarmi peraltro, per quello che era diventato il PD di Bersani.
Ora, magari chi vive all’estero non sa, ma quando le elezioni furono vinte dal PD nel 2013, Pierluigi Bersani chiese al M5S se fosse disposto a fare un governo assieme a loro.
Il M5S chiese per questo incontro una diretta streaming e mandò villanamente a ‘’stendere’’ Bersani, rifiutandosi di collaborare.

https://www.youtube.com/watch?v=FBftBmRaQ4M

Ora voglio tentare di spiegare, agli stranieri, che cos’è e come nasce il M5S.
Prima di tutto, il partito è stato fondato da un comico che non si era mai occupato prima di politica e che odiava tutto quello che era tecnologico. Faceva spettacoli in cui spaccava pubblicamente i pc.
Poi un giorno questo signore incontrò Gianroberto Casaleggio, proprietario di un’azienda di strategie digitali di marketing. Tra i due ci fu un ‘’colpo di fulmine’’, capirono che con la collaborazione di entrambi avrebbero potuto creare un partito che avrebbe cambiato il volto dell’Italia! Come chiamare il partito? Il primo nome che venne in mente a Grillo e che cercò di registrarne il marchio fu: ‘’Dio’’! Si avete capito bene ‘’Dio’’! Fortunatamente l’ufficio di registrazione si rifiutò di farlo ed ecco che nacque il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo.

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Grillo voleva chiamare il partito ”Dio”. La dice lunga sulle idee dell’individuo no?

Per farla breve, il M5S ha avuto dalla sua, un comico che sulle piazze, in spettacoli gratuiti, sparava a tutto e a tutti a 360°. Va da se che riscuotesse le simpatie di tutti no? Persino ai giullari del Medio Evo si lasciava criticare il sovrano sorridendo … e poi vuoi mettere andare a sentire un comico in piazza d’estate la sera … gratuitamente …
Dall’altra parte, ha il supporto di un’azienda di ‘’strategie digitali’’ che, monitorando continuamente la ‘’rete’’ è in grado di dirottare l’appoggio del M5S dove necessario. Infatti il M5S cavalca tutti i movimenti di scontento che possono portargli visibilità e fa sentire loro vicinanza e sostegno. Cercando ovviamente di non esporsi troppo né a sinistra … né a destra … quindi eccoli, per esempio, nelle manifestazioni del Popolo Viola e in quelle dei No Tav, che sono abbastanza ‘’trasversali’’ in quanto a partecipazione.
Ma il cavallo di battaglia del M5S è il reddito di cittadinanza promesso a tutti quelli che non lavorano.
E poi sempre monitorando l’odio che il popolo ha per gli stipendi della classe politica, ecco che i deputati grillini restituiscono parte dello stipendio e lo fanno con manifestazioni pubbliche chiamate addirittura ‘’restituition day’’! Dove davanti ai media, che amplificano l’avvenimento, fanno vedere che restituiscono parte del loro stipendio alle piccole aziende per il microcredito.
Anche qui ci sarebbe da parlare per ore, per esempio che è si vero che restituiscono una parte del loro stipendio (tutti i deputati/senatori di tutti i partiti restituiscono al partito parte dello stipendio ma senza fare tutta ‘sta pubblicità) che va nel fondo istituito dal governo italiano e dell’Europa per il microcredito, ma è anche vero che spendono cifre incredibili per affitti, pranzi, cene, abbigliamento, telefono, autisti …c’è gente tra loro che usa l’auto blu e che si scusa per esser obbligato a farlo in quanto non possiede l’auto, peccato che in compenso si faccia rimborsare cifre iperboliche di benzina! Ma lasciamo perdere perchè si innescherebbe una polemica senza fine e loro sono ‘’ONESTI’’ a prescindere!
Comunque va da se che il ‘’restituition day’’ riscuota la simpatia del popolo! Viva la Casaleggio &Associati per quest’ottima trovata pubblicitaria!
Mentre gli altri partiti usano i soldi restituiti dagli stipendi dei loro parlamentari, per fare: pubblicità, incontri sul territorio, dibattiti, etc … il M5S usa direttamente parte del denaro di noi contribuenti, sono le nostre tasse a pagare i loro stipendi, per farsi una pubblicità diretta che rende enormemente! Che geni! Proprio vero che loro sono ‘’oltre’’!
Il M5S si è presentato come il partito degli ONESTI anti casta. Ovviamente per corroborare questa impressione hanno anche lavorato ai fianchi di tutti gli altri partiti, ma soprattutto contro il PD,  sul quale bisognava concentrarsi e  assolutamente distruggere in quanto concorrente.
Ecco alcuni nomignoli affibbiati al PD e al suo elettorato: Pdmenoelle (il PDL era il nome della coalizione di Berlusconi), pdioti, massoni, mafiosi, PD la piovra democratica, pd trivellopoli etc … etc…

Comunque costoro ‘’prima’’ delle elezioni tuonavano: ”Noi andiamo da soli, noi non facciamo inciuci, noi abbiamo già formato la nostra squadra di Governo, voi siete degli inutili zombie, voi siete morti, voi siete ladri, voi rubate tutti, voi siete mafiosi, voi fate schifo, voi non capite un c…., voi siete NIENTE … NIENTE … NENTE …
Dopo aver mandato a stendere Bersani che voleva, educatamente, fare esattamente quello che adesso pretendono loro. Mò … che gli fa comodo e che l’ordine di scuderia è cambiato … fanno le ‘’vittime’’! Chiedono i voti e si rammaricano dell’ ‘’astio’’ che rilevano nei loro confronti … accusano, gli altri, di non voler fare politica corretta per il bene del paese. Mò sono diventati tutti figli di Madre Teresa di Calcutta … e, praticamente, ci stanno chiedendo di ‘’porgere l’altra guancia’’!

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Il M5S ha portato nelle piazze con il comico Grillo i VAFFA DAY? Bene! Il Pd risponde alla vostra richiesta di governo con un bel VAFFA ! 🙂

Il popolo italiano ha scelto! Il governo lo facciano quelli che hanno vinto e che sono stati scelti dal popolo! Il PD deve restare all’opposizione!

Alla prossima

Elena

 

Aggiornamento delle 15,35 … I CAF a Bari sono pieni di gente che chiede i moduli per il reddito di cittadinanza! Avete capito il motivo per cui hanno votato il M5S? 🙁

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/puglia/tanti-in-fila-ai-caf-in-puglia-m5s-ha-vinto-dateci-il-reddito-di-cittadinanza-_3127334-201802a.shtml

 

Politiche 2018- L’Italia ha scelto …

Dunque l’Italia ha scelto e, sul territorio,  è spaccata in due, l’elettorato del Nord ha scelto il centro-destra guidato dal pluri-pregiudicato e condannato con sentenza definitiva Silvio Berlusconi, da me affettuosamente soprannominato: ”gnomolaccatodibiaccamarroneintesta”! L’elettore di destra, non osando votare sb direttamente si è riversato in massa su Matteo Salvini.  L’uomo che crede che esista la Padania, che come tutti sappiamo esiste tanto quanto Topolinia!  L’altra parte dell’Italia, il centro Sud si è rivolta al M5S che ha promesso loro il ”reddito di cittadinanza”. Cioè, tu stai a casa e io ti pago. Dato che al Sud l’economia italiana è quella in ”nero” … vorrete mica che si perdano un’occasione simile no? E quindi vai con il M5S che ha spopolato, diventando in effetti il primo partito italiano.

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Ovviamente con queste percentuali bulgare Mattarella, il nostro Presidente della Repubblica, dovrà contattare Lega e M5S, nelle persone rispettivamente di Matteo Salvini e Luigi Di Maio,  per dar loro un mandato esplorativo al fine di formare un Governo.

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Quello a sinistra è Luigi Di Maio, mantenuto 12 anni dai genitori all’università senza laurearsi. Ha lavorato saltuariamente come porta-bibite e addetto alla sicurezza nello Stadio San Paolo di Napoli. Quello a sinistra è Matteo Salvini di Milano, figlio di un dirigente d’azienda e di una casalinga. Ha partecipato alla trasmissione televisiva Doppio Slalom su canale 5, al programma televisivo il pranzo è servito su rete 4. Salvini ha il diploma diliceo classico. Ha frequentato l’Università prima a Scienze Politiche … poi è passato a Scienze storiche senza laurearsi. Non ha mai lavorato.

Ora Matteo Salvini ha  già chiarito che ‘’governerà col centrodestra’’, ma deve raggiungere i numeri per farlo. Luigi Di Maio festeggia la nascita della «Terza repubblica», aprendosi ad appoggi esterni al movimento. Incluso quello del Pd, il partito che rappresenta, o rappresentava, una delle espressioni di establishment osteggiate in campagna elettorale.

Lega e Movimento cinque stelle sono alle prese con i calcoli elettorali per stabilire chi potrebbe fare da supporto in vista di una maggioranza. Ma quali sono le combinazioni possibili ? Il Movimento cinque stelle, ago della bilancia con il suo 30% abbondante di voti, potrebbe guardare alla Lega o virare a centrosinistra, siglando un’intesa con il Pd del dopo Renzi. Sempre che il segretario decida davvero di ritirarsi, dopo un discorso ”di addio” che in realtà ha posticipato la sua uscita di scena. Vediamo quali sarebbero punti di intesa e di rottura, in entrambi i casi.

Cinque stelle e Lega, affinità e divergenze
Le affinità principali fra Lega e Cinque stelle emergono sull’agenda economica, almeno fino a che si resta sulla questioni macro. Il punto di contatto più evidente è la proposta di abbattere il vincolo europeo del 3% nel rapporto tra deficit e Pil, in linea con le vecchie posizioni euroscettiche di entrambi. Giudizio in comune anche sulla riforma pensionistica della Fornero (Da abolire) e sul Jobs act. La Lega lo menziona esplicitamente anche nel suo programma, classificandola come la riforma che ha «azzerato i diritti» dei lavoratori. I Cinque stelle si sono espressi in maniera vaga … paventando il ripristino dell’articolo 18. Un’altra vicinanza, meno evidente, è sull’immigrazione. La Lega dedica tre pagine del suo programma al tema, con proposte che vanno dal potenziamento dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) alla ricerca di accordi «con le tribù della Libia» per frenare i flussi.

Il Movimento cinque stelle parla di ‘’business dell’immigrazione’’ e suggerisce una ripartizione equa delle responsabilità con l’Europa, anche se si esprime in parallelo per l’aumento dei fondi alla cooperazione e lo stop alla vendita di armi ai paesi di provenienza. E le divergenze? Oltre all’estrazione dell’elettorato, Lega e Cinque Stelle sono lontani su fisco e welfare. La Lega ha sposato la causa della flat tax, una tassa fissa con aliquota del 15% su tutti i redditi. I Cinque stelle propongono riduzioni e no tax area, ma in un’ottica più vicina ai criteri di progressività. Anche sul welfare, si crea una frattura sulla proposta pentastellata del reddito di cittadinanza, giudicata ‘’una bufala’’ in ambienti leghisti.

Cinque Stelle e PD … dialogo possibile?  Mah …
Cinque stelle e Partito democratico sono sempre apparsi agli antipodi su quasi tutti i tema in agenda. E in effetti è così, se si dà un occhio ai rispettivi programmi elettorali. L’unica affinità percepita è sul fisco, dove il Movimento guidato da Di Maio propone una semplificazione delle aliquote (da portare a tre) e il Pd spinge su una ‘’rivoluzione fiscale’’ a favore delle famiglie. Per il resto, è una voragine su istruzione (i Cinque stelle vogliono abolire la riforma della cosiddetta Buona scuola), occupazione (vedi i propositi sul Jobs act), rispetto dei parametri europei (i Cinque stelle si battono contro il tetto del 3% del rapporto deficit-Pil, il Pd no) e rapporto con la Ue in generale, con un Pd dichiaramente europeista e i Cinque stelle che premono per la revisione di tutti i trattati.

Nonostante punti in comune il dialogo fra Di Maio e Salvini potrebbe rivelarsi difficile. Prima delle urne c’era chi ipotizzava che gli elettori di Lega e M5S fossero sovrapponibili, accomunati dalla rabbia contro l’establishment che ha penalizzato i partiti di governo. Ma i risultati hanno mostrato una fotografia diversa, a partire dalla distribuzione geografica: la Lega spopola al Nord, il Movimento cinque stelle raggiunge percentuali bulgare al centro-sud e si fa portavoce di un blocco elettorale diverso da quello affezionato al partito di Salvini .
Potrebbe esserci tra i due un’alleanza sovranista contro l’Europa. Ma non è il tema principale che sia emerso in campagna, e comunque entrambi avrebbero paura di perdere elettori.
Oltre alla differenza geografica, lo scarto tra Lega e Cinque Stelle si definisce anche negli interessi dei votanti. La Lega è erede di una tradizione territoriale e raccoglie consensi tra sostenitori storici o comunque in arrivo dal centrodestra, interessati a taglio delle tasse e irrigidimento delle misure di sicurezza. I Cinque stelle si sono evoluti in un partito trasversale pigliatutto che dice no a tutto … che cavalca tutti i movimenti di protesta … e che sale nei consensi grazie a promesse come quella del reddito di cittadinanza.

Noi restiamo a guardare … ormai i giochi sono nelle mani di personaggi  del ”calibro” di Salvini e di Di Maio …

La democrazia è sacra!  Il popolo ha scelto e il voto del popolo si deve rispettare! Punto!  Eppure una ”vocina cattiva” mi ricorda che il popolo tra Cristo e Barabba non ha avuto dubbi su chi scegliere …

Alla prossima

 

Elena

M5S … e i profili ”falsi” … Mah …

Tutti i giorni ne salta fuori una nuova su questo movimento/partito! L’ultima è quella di una loro candidata al Senato che si fa i complimenti da sola.

Spiego meglio: la signora in oggetto mette un post sul suo profilo FB, in cui spiega il motivo per il quale non ha accettato una intervista. Chiarisce che, in quanto candidata, correttamente non ha voluto approfittare della ”pubblicità”  penalizzando in tal modo gli altri candidati.  Già il post era ”mieloso” di per se  … ma la cosa peggiore è che e poi la signora in oggetto,  pensando di utilizzare un suo falso profilo, si sia fatta i complimenti per la decisione presa!
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Bene, detto questo, alcuni testate giornalistiche  hanno riportato la notizia quasi in maniera ”sottomessa” adducendo il contrattempo all’ingenuità del personaggio!  Ingenuità?

Personalmente non trovo  affatto che ci sia ingenuità e che faccia solo ”sorridere” questa faccenda … trovo la questione molto ma molto grave invece! Il fatto che Carla Franchini, candidata per il M5s al Senato nel collegio Rimini-Cesena, si faccia i complimenti da sola sulla sua pagina Facebook ha del grottesco sopratutto per COME se li è fatti!   Sul suo profilo principale la Franchini,  CREDENDO di esser già passata su UN SUO PROFILO FALSO,  si è fatta i complimenti parlando di sé in terza persona dicendo: ”Sei una signora, peccato che gli altri che sono semplici politicanti non ci arriveranno mai, sei sportiva”!  Peccato che non fosse sul profilo ”finto” ma su quello vero! 

Questo fatto attiva immediatamente in me una serie di domande:

– Quanti ”profili fake” ha questa Signora?

– Con questi falsi profili la Signora vota durante le famose votazioni on-line del M5S?

– Quando parlano di ”Onestà” costoro a cosa si riferiscono esattamente?

– Trovate questo atteggiamento ”onesto”?

– E soprattutto … ”CHI” cavolo controlla questo sistema? La Casaleggio&Associati? Il Direttorio? Di Maio? Grillo? 

– Sarebbe ”questo” il concetto di ”democrazia diretta” che ci vuole vendere il M5S?

– Le famose ”votazioni on-line” le fanno così?

– Con tanti profili finti?

– Se un candidato partecipa alla votazione, e si organizza 20, 30 profili ”finti” e vota per se stesso, va bene così?

– Contano di fare con questo sistema anche i referendum propositivi senza quorum?

Andiamo bene … Per favore mettete in moto le meningi prima che sia troppo tardi! Grrrrr …

Alla prossima

 

Elena