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Ma … a noialtre l’anima quando ce l’hanno data?

Stamattina in classe, parlando del film: ”La ragazza con la valigia” di Valerio Zurlini, e quindi della ”condizione femminile” durante la Storia in generale, ho detto che a noi donne l’anima era stata data, dalla Chiesa,  in un ”secondo tempo”.
Già … non solo il diritto al ”voto” è arrivato ”tardi” … ma pure l’anima!

Edith ha chiesto in che anno fosse successo e non ho saputo rispondere … pensavo ad un periodo a cavallo tra il ‘400 e il ‘500 D.C. ma non ne ero affatto sicura.
Ho promesso che mi sarei documentata e che ne avremmo parlato la prossima lezione.

Ecco qui che cosa ho trovato:

Nell’edizione del 1978 de: La civiltà del Medioevo europeo. Opera importante a livello internazionale, scritta dal medioevalista Paolo Brezzi, troviamo questa affermazione: Nel concilio di Mâcon del 585 D.C. si discute se la donna abbia o meno l’anima, non è un caso isolato o assurdo, anche se la decisione fu favorevole alle donne, in base alla considerazione che Cristo era il figlio di una donna”.

Quanto afferma il Brezzi è la verità o si tratta di propaganda illuminista anticattolica? Il Brezzi aveva preso per ”buone” fonti precedenti senza prendersi la pena di verificarle meglio?
Personalmente, davo per scontato che la Chiesa avesse discusso sulla necessità o meno di dare a noi donne l’anima, in quanto la mia insegnante di storia, a suo tempo, ne aveva parlato come di un fatto realmente accaduto. Non essendomi mai sognata di approfondire l’argomento ho dato per ”buono” quanto mi era stato detto allora.

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Il libro del Brezzi dove viene citato il fatto inerente all’anima femminile …

Spulciando in rete ho scoperto che secondo alcuni storici cattolici a Mâcon nell’anno 585 non venne tenuto un “concilio” ma un ”sinodo provinciale”.
La frase latina: ”Concilium Matisconense” avrebbe tratto forse in inganno gli storici? Una traduzione sbagliata? mah …
Andiamo avanti, e vediamo che cosa dicono gli storici cattolici secondo gli atti del ”sinodo” in loro possesso.
A quel sinodo partecipò anche il vescovo dì Tours, il futuro San Gregorio che, nella sua Historia Francorum, descrive i lavori del sinodo in questione.  Ed ecco che cosa troviamo: ”Durante una pausa un vescovo pose ai confratelli una domanda: ”Il termine latino ”homo”, può essere usato nel senso allargato di “persona umana”, comprendendo quindi anche la donna … o è da intendersi nel senso ristretto solo al termine ”vir” (uomo in latino) e quindi solo al maschio”?

La domanda che segue, a rigor di logica quindi è: ”Se il termine VIR significa ”uomo” le donne hanno lo stesso valore”?

Alla luce di quanto sopra quindi  risulterebbe che non parlassero specificatamente di ”anima” femminile, ma si domandassero se Dio avesse veramente considerato la donna alla pari dell’uomo, visto che nella genesi,  si parla solo di ”vir”. Partendo da questo concetto, il metter in dubbio che l’anima la possedessero anche le donne, il passo è breve.

Sempre secondo San Gregorio i vescovi presenti, riferendosi alla Genesi, ribadirono il fatto che Dio creò prima l’essere umano maschio e poi, da una sua costola, la femmina. Cit: Nella seconda parte della Genesi Dio, forma il primo uomo dalla polvere, lo mette nel Giardino dell’Eden e ”alita il suo soffio divino” nell’uomo che quindi diventa un essere vivente. ‘L’uomo ‘condivide’ con tutte le creature, ma solo per l’uomo si descrive questo atto vivificante (il soffio) da parte di Dio. L’uomo dà i nomi agli animali, affermando così la sua autorità nell’ambito della creazione divina, solo dopo Dio crea la prima donna, Eva,  plasmandola dal corpo dell’uomo”!  (Ma … non ”soffia” niente in lei!)

Quindi? Quindi che cosa decisero ‘sti vescovi nei confronti delle donne? C’era ‘sta anima, si o no? Mah …

Eppure dobbiamo ricordare che il battesimo e la comunione erano anche per le donne … se non avessero avuto l’anima, che senso avrebbe avuto farle partecipare ai santi sacramenti? Forse le donne erano ritenute importanti, e quindi ”degne” dei sacramenti, grazie al fatto che erano in grado di generare la ”vita”, indipendentemente dal fatto che avessero l’animo oppure no?
Ricordiamo tra l’altro che nella Genesi Gesù è definito “figlio dell’uomo” (filius hominis), figlio dell’uomo! Noialtre non siamo nemmeno citate, eppure era ben uscito dal ventre di Maria come tutti gli altri no?
Come se non bastasse per aumentare la ”confusione” ma nobilitare ”Maria” rispetto ad una visione ”gregaria” della donna,  la Santa Chiesa ha deciso che, nonostante concepimento e parto, Maria fosse comunque una ”vergine”!

D’altronde … la religione si chiama anche ”fede” … il che significa che i ”fedeli” devono accettare quello che viene detto dalla Chiesa, punto e basta.

La faccenda che nessuno può negare è che noi povere donne, siamo state viste attraverso i secoli, specie durante l’oscurantismo medioevale e la ”Santa Inquisizione”, come creature ”tentatrici” e diaboliche. Tant’è che venivamo spesso e volentieri incarcerate, torturate e messe al rogo, accusate di stregoneria o peggio ancora, possedute dal diavolo in persona.

Ma … perché eravamo così tentatrici e diaboliche? Forse la risposta risiede nel fatto che se la Chiesa non avesse imposto la ”castità” ai suoi sacerdoti, uomini come tutti gli altri,  una castità imposta al fine di evitare scomodi discendenti che avrebbero ereditato possedimenti temporali, e che quindi avrebbero impoverito la stessa Santa Romana Chiesa, forse ci avrebbero viste, nell’arco della Storia”,  con un occhio meno cattivo.

Alla prossima

Elena

GIORDANO BRUNO – chi era costui?

Giordano Bruno … come mai lo ricordiamo ancora oggi?

Giordano Bruno

Il 17 febbraio del 1600, dopo lunghi anni di carcere, di tortura,   a piedi scalzi e con la lingua stretta in una museruola affinché non potesse parlare, un uomo veniva condotto dal carcere del Sant’Uffizio a Piazza Campo dei Fiori per essere bruciato vivo. Quell’uomo si chiamava Giordano Bruno. Ma … come mai la Chiesa cattolica aveva voluto per quest’uomo una morte così atroce?

Vediamo un po’ di capirci qualche cosa.

Il Santo tribunale dell’Inquisizione Romana, presieduto personalmente dal papa, lo aveva condannato al rogo in quanto “eretico, impenitente, pertinace”. Non solo lui doveva esser bruciato sul rogo, ma soprattutto quello che aveva scritto. I suoi libri dovevano essere distrutti! All’epoca erano ”quattro gatti” quelli che sapevano leggere, quindi come mai accanirsi così tanto con quanto scriveva? Che genere di ”malvagi” pensieri aveva ‘sto Giordano Bruno?

Aveva forse, come Galileo Galilei, sostenuto ”assurde teorie” di corpi celesti che ruotavano attorno al sole? Che poi manco erano di Galileo ‘sti pensiero ma di Copernico!
Comunque il povero Galileo, visto che gli scienziati gesuiti e domenicani, insistevano nel fatto che era il sole che ruotava attorno alla Terra e non viceversa, alla fin dei fini, per non esser bruciato vivo, aveva ”abiurato”.  Cioè per farla breve, aveva detto di essersi ”sbagliato”, di esser un ”pirla” e,  soprattutto, di essersi ”pentito” di aver pensato con la ”propria testa” e quindi, invece di bruciare vivo, fu messo in galera.

Questi erano gli anni in cui la Chiesa, attraverso la ”macchina dell’Inquisizione”, una sistema che si alimentava della denuncia e del sospetto, del terrore del rogo e di torture, spesso molto più crudeli della morte, sferrava pesanti attacchi repressivi contro tutti quelli che si permettevano di pensare con la ”propria testa” e pretendessero di scegliere visioni del mondo e comportamenti di vita non omogenei e funzionali alle opinioni della potentissima Chiesa.

Giordano Bruno, ‘sto incosciente, si permetteva in un clima simile, di scrivere cose come: ”Il servilismo è corruzione contraria alla libertà e dignità umana”! Facile capire che non fosse proprio ”ben visto”!

Uno come lui era una minaccia per il potere. Istigare le persone a ragionare con la propria testa e non assorbire quanto dall’alto veniva loro propinato, era impensabile.

Il popolo gregge andava benissimo al ”potere della Chiesa del tempo” perché era ”facile” da gestire. Un popolo incapace di pensare con la propria testa”, un popolo incapace di ”esigere diritti” ha sempre bisogno di padrini … di padri protettori … di ”amici degli amici” … di uomini forti che lo proteggano e che intercedano per lui!

Giordano Bruno denunciava che La Chiesa, utilizzando la lanterna della fede, tendeva a trasformare gli uomini in asini obbedienti che si facevano guidare senza porsi domande”.

Questo scomodo domenicano ridicolizzava i pedanti pseudo-pensatori, asserviti al potere e scriveva di loro: ”meno sanno, più sono impregnati di false informazioni, provenienti tutte dalle stesse fonti, e più pontificano e pensano di sapere”.

Giordano Bruno era veramente ”mal visto”, oltre a contestare il ”potere”, paragonava la ”promessa della vita eterna in paradiso”, promessa che valeva ovviamente solo per chi ubbidiva ciecamente alle regole imposte dalla Chiesa, come una sorta di ”narcotico” per tenere a bada la massa.

Aveva già capito allora che la Religione, se strumentalizzata,  era l’oppio dei popoli.  Così scriveva:  ”guidano all’al di là e sanciscono il mio e il tuo nell’al di qua”!

Insomma Giordano Bruno invitava la gente a liberarsi da questa fede asinina attraverso una radicale rinnovazione del pensiero.

E’ chiaro che costui, con il ”potere dell’epoca” non andasse proprio d’accordo. Si permetteva di metter in dubbio il ”sistema” e cercava disperatamente una via di uscita affinché fosse l’uomo al ”centro” e non il ”potere” per pochi.

Bè … dopo tanti anni … si direbbe che le cose non siano poi cambiate tantissimo no?

Alla prossima

Elena

La statua nella Piazza di Campo De Fiori

Curiosità:

La statua venne eretta già nel 1849 ma venne successivamente fatta distruggere da Papa Pio IX !
In seguito due comitati universitari internazionali, sorti rispettivamente nel 1876 e nel 1884 con l’adesione di uomini di cultura di tutta Europa, raccolsero la somma necessaria per la realizzazione del monumento.
Nel 1877 il Comune di Roma non fece grandi obiezioni sulla scelta di Campo de’ Fiori, concedendo anche un modesto contributo; nel 1887, tuttavia, quando in Campidoglio la maggioranza era clericale, la collocazione del monumento assunse il significato di una battaglia politica per i rappresentanti degli ideali liberali e anticlericali ed il partito liberale se ne servì anche per mobilitare l’elettorato in vista delle elezioni comunali del 1888.
L’ideazione del monumento venne affidata allo scultore Ettore Ferrari (1845-1929) che presentò nel 1879 una prima versione della statua, raffigurante Giordano Bruno in atteggiamento di sfida davanti al tribunale dell’Inquisizione. Il bozzetto non venne accettato e pertanto nel 1887 fu presentata la proposta poi realizzata con Giordano Bruno raffigurato in atteggiamento di filosofo, raccolto in se stesso, con le mani incrociate sul suo libro chiuso e con lo sguardo dritto davanti a sé. Sul basamento in granito sono otto medaglioni in bronzo con i ritratti di liberi pensatori e tre riquadri con gli episodi più importanti della vita di Bruno. La statua, realizzata in bronzo, fu fusa presso la fonderia Crescenzi di Roma.
Finalmente l’8 giugno del 1889, ignorando l’opposizione di Papa Leone XIII , cha aveva addirittura minacciato di lasciare Roma se la statua fosse stata eretta, la statua trovò il suo posto in Campo de Fiori. L’unica piazza di Roma senza chiese.
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Autore: Ettore Ferrari (1845-1929)
Datazione: 1889
Materiali: bronzo, piedistallo di granito
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Fonti:

In primis: Internet
De immenso et innumerabilibus.
Cabala del Cavallo Pegaseo