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Albero di Natale e … dintorni …

Questo è un testo che avevo preparato per i miei allievi, Lo pubblico qui per mia memoria personale.

Quando si fa l’albero di Natale? Si deve aspettare il giorno di Santa Lucia? L’Immacolata? O forse andrebbe fatto il 1° di Dicembre?

In tanti paesi del nord Italia e del nord Europa è Santa Lucia a fare le veci di Babbo Natale e il giorno in cui si festeggia è il 13 dicembre.

Chi era Santa Lucia? Siamo nel IV secolo, in Sicilia, a Siracusa e Lucia è una giovane donna di buona famiglia, fidanzata ad un concittadino e destinata a diventare una buona moglie e madre. La mamma si ammala e Lucia va a pregare a Catania, sulla tomba di Sant’Agata, per invocarne la guarigione. Qui la Santa le appare e le chiede di dedicare la sua esistenza all’aiuto dei più poveri e dei più deboli, predicendole il martirio.

Lucia torna a Siracusa e trova la mamma guarita. Rompe il fidanzamento e decide di andare tra i poveri che stanno nelle catacombe, con un copricapo fatto di candele sulla testa, e di donare loro tutta la sua dote. Il fidanzato si arrabbia e decide di vendicarsi, denunciandola pubblicamente con l’accusa di essere cristiana. Sono anni delle persecuzioni dei cristiani, sotto l’imperatore Diocleziano.

Lucia ammette e ribadisce la sua fede, irremovibile anche sotto tortura, affermando che la sua forza viene non dal corpo, ma dallo spirito, per questo viene condannata a morte.

Prima di morire riesce a fare la Comunione e predice a Diocleziano la sua prossima morte e la cessazione delle persecuzioni entro breve. Entrambi i fatti si verificano nel giro di pochi anni. 

Comunque per fare l’Albero di Natale non esiste una data precisa. La tradizione cattolica dice di fare l’albero di Natale l’8 di Dicembre, il giorno in cui viene fatto anche il presepe: la data è quella dell’Immacolata Concezione e cioè di Maria, madre di Gesù,  che in Italia viene normalmente chiamata Madonna, dal latino mea domina e cioè “mia signora”. 

Per ‘’Immacolata concezione’’ la Chiesa intende il fatto che Maria stessa sia nata priva del ‘’peccato originale’’ e non al fatto che non abbia avuto rapporti sessuali. 

Il termine “peccato originale” si riferisce al peccato di disobbedienza di Adamo quando mangiò del frutto dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male le cui conseguenze si estesero sul resto della razza umana. Il peccato originale può essere definito come “il peccato e la sua colpa che tutti portiamo davanti a Dio come risultato diretto del peccato di Adamo nel Giardino dell’Eden”. 

I seguito a questo peccato Adamo ed Eva furono cacciati dal ‘’paradiso terrestre’’ e puniti: Tu uomo lavorerai con il sudore della fronte e tu donna partorirai con dolore.

Ecco qui alcune cose divertenti su Adamo ed Eva trovate in rete: 

Il sesto giorno Dio creò l’uomo. Poi creò la donna. Poi creò di nuovo l’uomo, che l’altro era scappato.

Adamo è stato l’uomo più fortunato del mondo. E’ stato l’unico al mondo a non avere una suocera.

Adamo: ‘’Eva, ti devo parlare.  Eva: Ok, dimmi pure. Adamo: ‘’ Non qui, in privato’’  (????) 

Adamo disse che era stata Eva, Eva che era stato il serpente. L’umanità era fatta da due sole persone e già non era colpa di nessuno.

Il Signore disse: “Orsù, prendiamo del fango. Orsù, impastiamolo. Poi ci sputò sopra, e nacque Adamo. E Adamo, asciugandosi il viso, disse: “Cominciamo bene!”.

L’Ira! Se c’è uno che si incazza più di Lui, ragazzi! Dalla mattina alla sera non c’è un momento che è calmo: già all’inizio Adamo ed Eva gli presero una mela. “Eeeeh! Fuori di casa mia! Tu partorirai con dolore! Tu lavorerai con sudore!”. Per una mela? Te la pago, mamma mia! Che casino! No, ora io posso anche ammettere: gli hanno preso una cosa che ci teneva. Uno se la piglia, no? Ma poi gli passa … A lui non gli è ancora passata. Son duemila anni che ci fa battezzare per quella mela. Tutto il giorno me lo immagino, in casa: “Madonna, m’hanno rubato una mela, Dio bono, accidenti a loro mi piaceva tanto e non gliela volevo lasciare, ora chi me la ripaga, mi piaceva a me, la volevo far cotta, me l’hanno presa”.

Sarà pure sesso debole però già Adamo preferì subire l’ira di Dio piuttosto che l’ira di una donna.

Lo sapevate che al tempo di Adamo ed Eva le mele costavano l’ira di Dio?

Adamo è l’unico uomo che non può incolpare la precedente amministrazione per i suoi guai.

Il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una ‘’virtù’’ chiamata disubbidienza.

Adamo era un uomo felice, finché Dio non gli ha dato una donna.

Di 24 costole che aveva Adamo Dio scelse quella più rompiscatole di tutte.

Finita questa parentesi divertente torniamo al nostro albero di Natale.

Chi si sente più vicino alla tradizione pagana dovrebbe aspettare a fare l’albero di Natale il giorno del solstizio di inverno, il 21/22 di Dicembre.

Ogni zona di Italia ha la propria tradizione. A Milano si fa l’albero il 7 Dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, patrono di Milano. Anche l’albero di Natale davanti al Duomo di Milano viene acceso in questa data, l’appuntamento è proprio il 7 Dicembre alle 19,00.  A Bari invece l’albero è preparato il 6 Dicembre, giorno di San Nicola, patrono del capoluogo pugliese.

Ma c’è chi il Natale lo ama così tanto da anticipare tutte le date tradizionali! L’inizio delle festività natalizie in America sono sancite il giorno del Ringraziamento che si festeggia il quarto giovedì di Novembre. Al termine della parata tradizionale, già appare Santa Claus a salutare i bimbi americani. Ma senza dubbio un altro momento simbolo, che dà al via al Natale, è l’illuminazione dell’albero di Natale al Rockefeller Center di New York: ogni anno avviene tra la fine di novembre i primi di dicembre.

Sulla data in cui togliere le decorazioni natalizie, albero di Natale e presepe compresi, non si può sbagliare. La Befana è tassativa!  “l’Epifania … tutte le feste si porta via”, e il 6 Gennaio si mette via tutto con molta malinconia. Ma anche qui c’è l’eccezione alla quale aggrapparsi, in alcune zone di Italia l’albero si toglie il giorno della Candelora, il 2 Febbraio.

Che cos’ è la Candelora? E’ una festa religiosa che non tutti in Italia conoscono. Per la Chiesa Cattolica il 2 febbraio si celebra la presentazione di Gesù al Tempio. Il nome ‘Candelora’ viene attribuito dalla tradizione popolare del benedire le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”.

Alla prossima

Elena

 

Torino e la Sacra Sindone … cosa ne sappiamo?

Recentemente la Stampa di Torino ha trasmesso un reportage nel quale si evidenziavano le scarse conoscenze dei ”torinesi” riguardo la Sacra Sindone.

Qui troveremo un ”condensato veloce” – tipo Bignami – su quello che, almeno noi torinesi, dovremmo sapere sull’argomento.

La Sindone di Torino, nota anche come Sacra o Santa Sindone, è un lenzuolo di lino, conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l’immagine di un uomo che porta segni di maltrattamenti e torture compatibili ed interpretate con quelli descritti nella passione di Gesù.

La tradizione cristiana identifica l’uomo con Gesù e il lenzuolo con quello usato per avvolgerne il corpo nel sepolcro.  Il termine “sindone” deriva dal greco σινδών (sindon), che indicava un ampio tessuto, simile ad un lenzuolo.

Nel 1988, l’esame al carbonio 14, eseguito contemporaneamente e indipendentemente dai laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, ha datato la sindone in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 ed il 1390, periodo corrispondente all’inizio della ”storia della Sindone”. Cioè da quando esistono documenti che la citano.

La sua autenticità continua a essere oggetto di fortissime controversie.

Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ”ostensioni”  (dal latino ostendere, “mostrare”). Le ultime sono state nel 1978, 1998, 2000, 2013.  La prossima ostensione è prevista quest’anno (2015) a Torino dal 19 aprile al 24 giugno. 

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La prima notizia riferita con certezza alla Sindone risale al 1353.  Il cavaliere Goffredo (Geoffey) di Charny che ha fatto costruire una chiesa nella cittadina di Lirey in cui abita, dona alla chiesa un lenzuolo che dichiara essere la Sindone che avvolse il corpo di Gesù.  Non spiega però come ne sia venuto in possesso, anche se, una plausibile risposta potrebbe essere quella di esser parte di un  ”bottino di guerra” trafugato dai cavalieri templari.

Sindone-Salvator-MundiIl sacro volto secondo Leonardo da Vinci 

Alcuni anni dopo scoppia una disputa per il possesso della Sindone: il conte Umberto de la Roche, marito di Margherita di Charny, figlia di Goffredo II, verso il 1415 prende in consegna il lenzuolo per metterlo al sicuro in occasione della guerra tra la Borgogna e la Francia.

Margherita si rifiuta poi di restituirlo alla Chiesa di Lirey reclamandone la proprietà. I canonici la denunciano,  la causa si protrae per molti anni e Margherita, rimasta vedova, inizia ad organizzare una serie di ostensioni durante i suoi viaggi in giro per l’Europa.

Nel 1449  a Chimay,  in Belgio, durante una di queste ostensioni, il vescovo locale ordina un’inchiesta e chiede a Margherita di mostrare le ”bolle papali”  in cui il telo viene definito senza ombra di dubbio, una raffigurazione del Cristo. Margherita ovviamente non le possiede … l’ostensione viene quindi interrotta e lei espulsa dalla città. Negli anni successivi continua a rifiutarsi di restituire la Sindone al Papa finché, nel 1453,  la vende ai duchi di Savoia. L’anno successivo verrà scomunicata.

I Savoia conservano la Sindone nella loro capitale:  Chambery , dove fanno costruire una cappella.  Nel  1506 ottengono da Giulio II l’autorizzazione al ”culto pubblico della Sindone” e l’ autorizzazione a celebrare la santa messa in suo onore.

La notte tra il 3 e il 4 dicembre 1532,  nella cappella in cui la Sindone è custodita, scoppia un incendio, e il lenzuolo rischia di essere distrutto.  Un consigliere del duca, due frati del vicino convento e alcuni fabbri forzano i cancelli e si precipitano all’interno, riuscendo a portare in salvo il reliquiario d’argento già avvolto dalle fiamme. Alcune gocce d’argento fuso sono cadute sul lenzuolo bruciandolo in più punti. La Sindone viene allora affidata alle suore clarisse di Chambéry, che la riparano applicando dei rappezzi alle bruciature più grandi e cucendo il lenzuolo su una tela di rinforzo. Nel frattempo, poiché si è diffusa la voce che la Sindone sia andata distrutta o rubata, si tiene un’inchiesta ufficiale che, ascoltate le testimonianze di coloro che hanno visto il lenzuolo ”prima e dopo” l’incendio, certifica che si tratta dell’originale. La Sindone viene di nuovo esposta pubblicamente nel 1534.

Nel 1535 il Ducato di Savoia entra in guerra. Il duca Carlo III deve lasciare Chambéry e porta con sé la Sindone. Negli anni successivi il lenzuolo soggiorna a Torino, Vercelli e Nizza. Soltanto nel 1560 Emanuele Filiberto,  successore di Carlo III, può riportare la Sindone a Chambéry, dove rimane per i successivi diciotto anni. Dopo aver trasferito la capitale del ducato da Chambéry a Torino nel 1562,  il duca Emanuele Filiberto decide di portarvi anche la Sindone. L’occasione si presenta quando l’arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo fa sapere che intende sciogliere il voto, da lui fatto durante l’epidemia di peste degli anni precedenti, di recarsi in pellegrinaggio a piedi a visitare la Sindone. Emanuele Filiberto ordina di trasferire la reliquia a Torino per abbreviargli il cammino, che San Carlo percorre in cinque giorni.

La Sindone non viene più riportata a Chambéry e da allora resterà sempre a Torino.  Nel 1694 viene collocata nella nuova Cappella costruita tra il Duomo e il Palazzo reale, dall’architetto Guarino Guarini, e questa è tuttora la sua sede.

In occasione dell’ostensione pubblica del 1898, l’avvocato torinese Secondo Pia, appassionato di fotografia, ottiene dal re Umberto I il permesso di fotografare la Sindone. Superate alcune difficoltà tecniche, il Pia esegue due fotografie e al momento dello sviluppo gli si manifesta un fatto sorprendente … l’immagine della Sindone sul negativo fotografico appare “al positivo”, vale a dire che l’immagine stessa è in realtà un negativo. La notizia fa discutere e accende l’interesse degli scienziati, dando inizio a un’epoca di studi che fino a oggi non si è conclusa; ma non manca anche chi accusa il Pia di avere manipolato le lastre.

Nel 1931 viene eseguita una nuova serie di fotografie, affidata a Giuseppe Enrie. Per evitare polemiche, tutte le operazioni vengono svolte in presenza di testimoni e certificate da un notaio. Le fotografie di Enrie confermano la scoperta del Pia e dimostrano che non vi era stata nessuna manipolazione.

Replica_Sábana_Santa

Ancora oggi, la Sacra Sindone, per alcuni è una ”ben montata” mistificazione … per altri … è il lenzuolo in cui il Cristo è stato avvolto … e davanti al quale ci si inginocchia in raccoglimento per pregare …

Alla prossima

Elena

 

 

 

 

art. collegato: http://www.lemonde.fr/europe/article/2015/04/19/un-million-de-personnes-attendues-a-l-exposition-du-suaire-de-turin_4618748_3214.html