Il 2 agosto 1980, ero in auto con mio marito e mio figlio di due anni.
Giocavo con Alfredo con delle figurine, che avevo precedentemente ritagliato, per tenerlo impegnato durante il lungo viaggio che da Torino ci avrebbe portati nel nostro campeggio sul Gargano … ad un certo punto la radio nell’auto attirò la nostra attenzione, parlava della stazione di Bologna, ma non capimmo bene di che cosa si trattasse. La sera, arrivati e sistemati, con calma ascoltammo la terribile notizia.
”Alla stazione ferroviaria di Bologna, alle ore 10.25: una bomba a tempo, contenuta in una valigia abbandonata, esplode nella sala d’aspetto della Seconda classe. Perdono la vita 85 persone. Oltre duecento i feriti. Una pagina drammatica della storia italiana; uno degli atti terroristici più gravi del secondo Dopoguerra. A causa della violenza dell’esplosione, crolla un’intera ala della stazione, investendo in pieno il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario e il parcheggio dei taxi antistante. Una tragedia rimasta per anni un mistero. I mandanti della strage non sono mai stati identificati. La sentenza definitiva giungerà solo nel 1995: il 23 novembre, la Corte di Cassazione emette la condanna all’ergastolo, quali esecutori dell’attentato, per i neofascisti dei NAR Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti.
L’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vengono condannati per il depistaggio delle indagini.
Il 9 giugno 2000 la Corte d’Assise di Bologna emette nuove condanne per la stessa motivazione.
Nel 2007 arriva anche la condanna definitiva in Cassazione per Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca dei fatti”.
Se non sappiamo chi furono i mandanti quel che è certo è che 85 persone morirono in maniera atroce. Alcune furono addirittura disintegrate dall’impatto e solo mesi dopo si trovarono brandelli dei loro corpi sotto i treni. Giovani amici e famiglie che partivano felici per le vacanze hanno trovato invece la morte … in nome di ”che cosa”?
Oggi siamo nel 2015 e NON sappiamo ancora ”CHI” furono i ”MANDANTI” di quell’orrendo delitto.
La giustizia in Italia, nonostante l’impegno di molti magistrati, è una parola con ”poco significato” … l’omertà continua a regnare sovrana! D’altronde se parlare significa o morte o vita come quella che fanno i ”testimoni di giustizia” … non è che ci sia da stare ”allegri” … 🙁
Alla prossima
Elena