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LEGIONE STRANIERA … MITO E LEGGENDA

Giorni fa cercando informazioni e musica correlate alla ”legione Straniera” sono ovviamente finita sull’inno ufficiale della Legione e sono rimasta sorpresa nel leggerne il testo.

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Prima di tutto qualche informazione … la Legione Straniera fu creata nel 1831 dal re di Francia Luigi Filippo, per accogliere stranieri che volevano servire la Francia senza dover creare reggimenti per ogni diverse nazionalità. La Legione si è nel tempo consolidata all’interno dell’esercito francese come corpo d’élite per i teatri di guerra e le operazioni più difficili. Nella storia di questo reggimento centinaia di reclute hanno valicato, anche illegalmente, le frontiere fuggendo da persecuzioni, guerre civili, processi … pur di oltrepassare la soglia di Aubagne, dove si trova la ”Maison Mère”  sede del Comando Centrale.

La Legione Straniera ha operato, nei suoi 183 anni di storia, nei teatri di guerra più disparati.  Marocco,  Siria e Libano durante la Prima Guerra Mondiale, in Norvegia nel 1940, in Indocina nel 1945, in tutta l’Africa del Nord negli anni ’50, in Madagascar, Guyana francese e Djibouti negli anni ’60 fino all’Afghanistan, il Ciad, il Libano, la Costa d’Avorio ed il Mali.

Ma il fascino che sempre ha esercitato la Legione Straniera, oltre al képi bianco ed il forte spirito di cameratismo di stampo internazionale, è radicata nel mito su cui si fonda la Legione stessa. Siamo nel 1831, la conquista dell’Algeria da parte della Francia è ai suoi inizi. La Legione viene creata appositamente per fornire sostegno militare alle truppe francesi. La prima Legione si forma a partire da soldati professionisti disoccupati dopo le varie guerre imperiali francesi ma anche da rivoluzionari provenienti da tutta Europa che avevano trovato rifugio in Francia, dissidenti che lasciavano clandestinamente il proprio paese per motivi politici, economici o ”giuridici”.

Per facilitare il reclutamento la Legione Straniera autorizzava le nuove reclute ad arruolarsi su semplice dichiarazione d’identità. Questa disposizione, che all’inizio era stata adottata per semplificare le procedure, permise in realtà alle reclute che fuggivano da guerre, persecuzioni, processi, di nascondere la propria vera identità e cominciare una nuova vita nella legione dietro il motto ”Legio Patria Nostra”  che significa ”La Legione è la nostra Patria” e, dopo 3 anni di servizio,  poter ottenere la naturalizzazione francese. Era proprio questa possibilità, che la Legione offriva a coloro che ne accettavano le regole, a costituire parte del mito su cui si fonda ancora oggi la storia della Legione.

In cambio dell’anonimato e di una nuova identità, la Legione chiedeva sacrificio, dedizione assoluta, una vita lontano da casa e famiglia e una quotidianità fatta di dura disciplina militare. Ad oggi più di 35.000 stranieri sono caduti servendo la “patria” che costituiva in sé la Legione. Tra questi tanti, tantissimi italiani.

Dal 1831 ad oggi si calcola che oltre 60.000 italiani hanno servito nei ranghi della Legione. Dopo i tedeschi, il gruppo di stranieri più numeroso in tutta la storia della Legione sono stati gli italiani (con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, fu addirittura creata una Legione chiamata ”Garibaldina” e composta esclusivamente da repubblicani, mazziniani e sindacalisti).

Ma cosa spingeva gli italiani, agli inizi del ‘900, ad arruolarsi per un esercito di un paese straniero? La prima motivazione era quella del non voler combattere tra le file dell’esercito del proprio paese, considerandone sbagliate le scelte, ma il rifiuto di arruolarsi avrebbe provocato l’arresto e la fucilazione. Altro motivo era quello di ottenere facilmente la nazionalità francese, vitale per coloro che erano in fuga dall’Italia per varie ragioni, comprese quelle politiche. L’altra era la povertà estrema. Zone depresse come il Friuli, l’Emilia Romagna, le Marche già dagli anni ’70 e ’80 dell’Ottocento videro partire migliaia di migranti che approdarono in Francia, spesso con le loro famiglie, per installarsi e cominciare una nuova vita. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, per lottare contro i sentimenti anti-italiani che si manifestavano nella popolazione francese e dimostrare l’attaccamento al loro paese d’adozione, molti italiani scelsero dunque di arruolarsi nella legione.

Torniamo ora all’Inno della legione le cui parole si ”sposano” con la cadenza della marcia dei legionari che è di 88 passi al minuto, mentre tutti i reparti di fanteria dell’esercito francese sfilano con una cadenza di 120 passi al minuto.  Questa camminata ”lenta” obbliga la Legione a sfilare per ultima nelle parate militari.

Ascoltiamo ora l’inno a questo link,  e poi leggiamo le parole qui sotto riportate.

https://www.youtube.com/watch?v=QC6-AhOmnCk 

Tiens, voilà du boudin, voilà du boudin, voilà du boudin
Pour les Alsaciens, les Suisses et les Lorrains,
Pour les Belges, y en a plus, Pour les Belges, y en a plus,
Ce sont des tireurs au cul
Nous sommes des dégourdis,
Nous sommes des lascars
Des types pas ordinaires.
Nous avons souvent notre cafard,
Nous sommes des légionnaires.
Au Tonkin, la Légion immortelle
À Tuyen-Quang illustra notre drapeau,
Héros de Camerone (°) et frères modèles
Dormez en paix dans vos tombeaux.
Nos anciens ont su mourir.
Pour la gloire de la Légion.
Nous saurons bien tous périr
Suivant la tradition.
Au cours de nos campagnes lointaines,
Affrontant la fièvre et le feu,
Oublions avec nos peines,
La mort qui nous oublie si peu.
Tiens, voilà du boudin, voilà du boudin, voilà du boudin
Pour les Alsaciens, les Suisses et les Lorrains,
Pour les Belges, y en a plus, Pour les Belges, y en a plus,
Ce sont des tireurs au cul

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Il titolo del famoso inno della Legione Straniera ”Le Boudin” ,  provoca un po’ di perplessità per i non addetti ai lavori.  Per noi italiani il nome “boudin” richiama il nome di un dolce, detto anche ”budino”, mentre per i francesi, è una specie di ”salsiccia” da far cuocere. In ogni caso, dolce o salsiccia che sia, il nome ”budino” non è certo il nome che uno si immagina per un corpo militare composto esclusivamente da volontari  e in odor di ”eroismo”!  E’ come se l’inno dei nostri ”berretti verdi” si intitolasse ”Amatriciana”!

Boudin  forse è anche il nome, molto probabilmente, dato dai legionari alla ”tenda” che veniva arrotolata a mò di ”salsiccia” e portata sul loro zaino, ma l’inno si riferisce chiaramente ad un qualche cosa di ”mangereccio”. Infatti dice che ce n’è per gli alsaziani, per gli svizzeri e per i loreni … mentre non ce n’è più per i belgi! La cosa mi ha ovviamente incuriosita e sono andata a cercare in giro il motivo di questa ”stranezza”.

Molto probabilmente, l’antipatia nei confronti dei commilitoni belgi risale al 1870, quando il re dei Belgio ordinò ai suoi sudditi di non combattere durante la guerra Franco-Prussiana né da una parte né dall’altra.

Rinfreschiamoci la memoria e vediamo un po’ perché scoppiò la guerra tra Francia e la Prussia … la Germania, così come l’Italia, raggiunse l’unità nella seconda metà dell’Ottocento. All’interno della Confederazione Germanica, costituita nel 1815 dal Congresso di Vienna, c’erano 39 stati sotto la presidenza austriaca. Tra questi si affermò, pian piano, una grande potenza militare,  la Prussia.  Nel 1862 in Prussia divenne cancelliere Otto von Bismarck che non condivideva affatto le idee liberali e democratiche, ma  credeva invece in uno Stato forte ed autoritario.  Bismarck dichiarò guerra all’Austria, che era lo Stato più forte all’interno della Confederazione. I Prussiani sconfissero gli Austriaci e la Germania venne divisa in due Confederazioni : 

– La Confederazione del Nord, presieduta dal re di Prussia; 
– La Confederazione del Sud, collegata al Nord tramite un’alleanza doganale. 

La Francia era preoccupata dei successi militari della Prussia, anche perché quest’ultima era interessata a due regioni francesi che parlavano tedesco, Alsazia e  Lorena.  Napoleone III dichiarò guerra alla Prussia il 9 luglio 1870 ma  a Sedan, il 2 Settembre dello stesso anno,  i Francesi furono sconfitti e lo stesso re Napoleone III venne fatto prigioniero. Il governo francese dovette arrendersi e accettarne le richieste tedesche. 

– cedere alla Germania la Lorena e l’Alsazia
– Pagare una fortissima somma in denaro alla Prussia 
– Accettare sul suo territorio la presenza dei tedeschi 

Era nato il Secondo Reich … il secondo impero tedesco.  Molti Alsaziani e Loreni, non volendo stare sotto i tedeschi, si arruolarono nella Legione straniera, forse è per quello che nella ”legione” li vedono meglio dei belgi, che non hanno alzato un dito per dare ai francesi un aiuto contro i tedeschi di Bismarck!

Alla prossima

Elena

 

P.s.: Questo articolo lo dedico a Learco Calitri, ex Legionario medaglia d’oro al valore militare, recentemente scomparso.

(°) battaglia di Camerone in Messico dove in cui un pugno di legionari tennero testa per 10 giorni a 800 ribelli!