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Stoccaggio energia … quali batterie?

Buongiorno a tutti,

Questa mattina, leggendo i giornali, la mia attenzione è andata su un articolo che parlava di ‘’auto elettrica’’. 

Il concetto di ‘’vettura autonoma’’ ci piace, dobbiamo ammetterlo. La nostra automobile ci assicura una libertà che i mezzi di trasporto collettivi non possono certamente fare.

Detto questo però, rimane il fatto che l’auto elettrica sia ancora nella sua ‘’fase embrionale’’ e che, per quanto la si stia sponsorizzando, siamo ancora parecchio lontani dal poterla considerare il mezzo di trasporto più comune.

Eppure per salvare ‘sto pianeta – l’unico che abbiamo – noi dobbiamo affrancarci, il prima possibile, da quelli che sono i combustibili fossili, quindi ben vengano studi e nuove tecnologie per avere batterie che riescano a ‘’stoccare’’ l’energia.

E qui … casca l’asino! Perchè vi chiederete? Ebbene il problema enorme è che al giorno d’oggi uno dei materiali usati nelle batterie più performanti è il ‘’cobalto’’. 

Vi domanderete: ‘’E allora? Dov’è il problema’’? 

Il problema grave è che le più grandi miniere di Cobalto esistenti al mondo sono nella Repubblica Democratica – ‘’democratica’’ si fa per dire – del Congo. (RDC) un paese instabile politicamente e dove il lavoro viene svolto in condizioni disumane sfruttando addirittura bambini di 4 anni!

Invece di andare a scuola ecco che cosa fanno per sopravvivere! Ma … che stiano a casa loro vero? L’ipocrisia umana è senza limiti! 🙁

Ecco … adesso dovremmo renderci tutti conto del motivo per cui il Cobalto è un ‘’problema’’ e anche molto serio.

Tra l’altro, vista la domanda in crescita esponenziale di questo minerale, il prezzo  è quadruplicato dal 2016 e oggi costa circa 95 dollari la tonnellata.  

Questi aumenti,  la difficoltà futura di approvvigionamenti e … una ”sana vergogna” han fatto si che la stessa Tesla, leader dell’auto elettrica, stia cercando sistemi per batterie alternative. 

Vagando in ‘’Santa rete’’ ho scoperto che esiste un’azienda, la SONNEN, fondata nel 2010, produttrice di batterie, che ha da sempre utilizzato solo batterie al litio-ferro-fosfato che, oltre a non prevedere l’uso del cobalto, presentano molti vantaggi, tra cui una maggiore stabilità del ciclo, una lunga durata e una maggior sicurezza, tutte caratteristiche che aumentano la sostenibilità di questi prodotti.

Non sono ovviamente io in grado di disquisire se, a livello tecnico, la faccenda sia vantaggiosa/funzionante o no, ma mi sembra una buona cosa il fatto che vogliano evitare il Cobalto, fonte di lavoro minorile, sfruttamento e tumori tra i minatori. 

L’Amministratore delegato della Sonnen, Christoph Ostermann, spiega: ” La sostenibilità è un concetto cardine per la nostra azienda ma anche per molti utenti che cercano prodotti che siano il più possibile ”verdi” .  Proprio da qui nasce il desiderio di coinvolgere anche gli altri produttori a scegliere la tecnologia agli ioni di litio, pur sapendo bene che “in molti settori il cobalto non è facilmente sostituibile, ma laddove abbiamo maggiori possibilità, dovremmo farlo. E questo è proprio il caso delle batterie utilizzate per i sistemi domestici di accumulo, in cui l’uso del cobalto non è necessario”.

Ecco quindi che, per incentivare l’uso delle batterie agli ioni di litio, la Sonnen ha creato il LOGO ‘’COBALTO FREE’’ .

Ecco il logo gratuito che troviamo sulle batterie che non contengono cobalto

Questo logo fa si che installatori e utenti sappiano che il sistema di accumulo scelto è sostenibile, dura a lungo nel tempo e non include l’uso di cobalto.

Il logo non identifica i vari produttori ma è un simbolo ‘’neutro’’ che tutte le aziende possono utilizzare gratuitamente, posto che scelgano di usare batterie agli ioni di litio.

La scelta delle batterie agli ioni di litio inizia a influenzare anche le politiche di incentivazione: recentemente infatti a Monaco di Baviera è stato presentato un programma a sostegno dei sistemi di accumulo che esclude in modo esplicito dagli incentivi le batterie al litio-nickel-manganese-cobalto (NMC).

Direi questa sia una buona notizia no? Il fatto che si stia cercando disperatamente di muoverci senza inquinare e senza schiavizzare esseri umani mi sembra un’ottima cosa. Stiamo facendo ”passi avanti” dell’evoluzione …

Alla prossima

Elena

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A noialtri l’Africa va bene solo se …

Il cobalto maledetto e la nostra ipocrisia …

Nelle miniere in Africa ci lavorano bambini, anche  di soli 5 anni, sfruttati, maltrattati e pagati in maniera ridicola! 

Questi potrebbero essere i nostri bambini … i nostri nipoti. Un caporalato crudele impedisce loro non solo di andare a scuola ma li obbliga a lavorare come schiavi. Noi crediamoci ”assolti” noi siamo ”coinvolti”.

Apple e Tesla sono sotto accusa per l’estrazione di cobalto, quello che serve, tanto per intenderci, alle batterie dei nostri ‘’amati cellulari’’ e ‘’pc’’ ed ‘’auto elettriche’’.  Tesla, Apple, Microsoft, Alphabet (la multinazionale che controlla Google)  e Dell sono state denunciate da una ONG negli Stati Uniti per aver consapevolmente impiegato metallo estratto da minatori bambini in Congo.

La ONG in oggetto, l’International Rights Advocates, chiede alla corte distrettuale di Washington l’autorizzazione per una class action per il ‘’presunto consapevole’’ sfruttamento di minatori bambini, molti dei quali sarebbero rimasti vittime di incidenti mortali o di lesioni permanenti.

L’azione legale risparmierebbe, per ora,  le società coinvolte nella produzione e nella lavorazione del cobalto. La querela ne cita alcune, che però non sono processabili negli Stati Uniti non essendovi domiciliate:  si tratta del gigante svizzero Glencore – il maggior fornitore mondiale di cobalto, della belga Umicore, che si occupa della raffinazione del metallo, e della cinese Zhejiang Huayou Cobalt, identificata come principale fornitore di Apple, Microsoft e Dell.

Sarebbe questa la maniera di ‘’aiutarli a casa loro’’? Ma vergognarci un pò no eh? Schiavitù e  ‘’colonie’’ non sono finite per l’Africa! Anzi continuano imperterrite … e l’unica cosa che sappiamo dire è: ‘’Che stiano a casa loro e che si diano da fare’’! 

No comment … 

Alla prossima

Elena