in seguito all’elezione di oggi.
Maggioranza assoluta a Tsipras. Probabilità: 20% – E’ lo scenario più temuto dall’Europa. Syriza, la sinistra radicale guidata da Alexis Tsipras, con la sua doppia minaccia di abbandonare le politiche di austerità e di rinegoziare il debito greco con i creditori, ottiene almeno 151 seggi, cioè la maggioranza assoluta. La cosa è improbabile ma non impossibile: il sistema elettorale greco prevede infatti un premio di maggioranza di 50 seggi al partito che ottiene più voti mentre i restanti 250 sono assegnati con metodo proporzionale. Gli ultimi sondaggi vedono Syriza in testa con almeno un terzo delle intenzioni di voto. Se dovesse superare la fatidica soglia dei 150 seggi, Tsipras potrebbe formare un governo da solo e sedersi al tavolo con la troika da una posizione di forza. Si aprirebbe una fase di duri negoziati con tensioni e scontri per alcuni mesi. I mercati probabilmente sarebbero volatili e punirebbero Atene con un aumento dei rendimenti sui titoli di Stato. La pressione su Tsipras sarebbe fortissima e alla fine un compromesso verrebbe comunque raggiunto, perché l’alternativa sarebbe una nuova insolvenza della Grecia o una sua uscita dall’euro.
Governo di coalizione guidato da Tsipras. Probabilità: 35% – E’ al momento lo scenario più probabile, ma non necessariamente quello in grado di garantire un governo stabile. Tutto dipende da quale partner affiancherebbe Syriza. Ci sono diverse opzioni: vediamo quali, tenendo conto che per entrare in Parlamento i partiti devono superare la soglia di sbarramento del 3 per cento. Una possibilità è un’alleanza con To Potami (Il Fiume), una forza di centro-sinistra nata da un anno e guidata dal giornalista televisivo Stauros Theodorakis, oppure con il Partito socialista (Pasok). Entrambi hanno posizioni meno intransigenti di Syriza sia sulle politiche di austerità che sulla ristrutturazione del debito. In un caso e nell’altro quindi, spiega una nota dello European Policy Institutes Network ,«Syriza dovrà fare grandi concessioni, il Governo sarà carico di tensioni fin dall’inizio e con ogni probabilità non completerà la legislatura». Un governo Syiriza-To Potami o Syriza-Pasok comunque non dispiacerebbe all’Europa e ai mercati, perché sarebbe meno intransigente. L’altra possibilità, che invece non piacerebbe ai mercati, prevede un’alleanza con il Partito comunista, che ha posizioni ancora più radicali di Syriza, o con i Greci Indipendenti, formazione nata da una scissione a destra di Nuova Democrazia, il partito del premier Samaras. Questo scenario è simile a quello della maggioranza assoluta a Syriza, perché sarebbe un’alleanza all’insegna di una forte piattaforma anti-austerity, con l’aggravante della litigiosità connaturata alle coalizioni.
Governo guidato dal premier uscente Samaras. Probabilità: 20% – Nuova Democrazia di Antonis Samaras, il primo ministro uscente, è seconda nei sondaggi con circa il 30 per cento. Molto difficile, salvo una clamorosa rimonta dell’ultima ora, che possa vincere o addirittura ottenere la maggioranza assoluta dei seggi. Meno improbabile invece una grande coalizione con il Pasok, una riedizione del governo uscente, o con To Potami. La Costituzione greca prevede infatti che il mandato a cercare di formare un governo spetta in prima battuta al vincitore delle elezioni, poi al secondo arrivato e infine al terzo. Se Tsipras fallisse quindi toccherebbe a Samaras. Un governo di coalizione di questo genere non avrebbe grosse difficoltà a negoziare un nuovo accordo con la troika dopo la scadenza dell’attuale programma a fine febbraio.
Nessun governo, nuove elezioni. Probabilità: 25% – Se nessuno dei leader che si sono piazzati ai primi tre posti riesce a trovare un accordo per formare un governo, si torna alle urne, come prevede la Costituzione. E’ già successo nel 2012 quando i greci sono andati a votare il 6 maggio e il 17 giugno. Questa volta però ci sarebbe la complicazione di dover eleggere il presidente della Repubblica, la cui fumata nera a dicembre ha provocato le elezioni anticipate. I negoziati con la troika sarebbero congelati in attesa del nuovo voto, che potrebbe come già nel 2012 portare a una maggioranza pro-Ue.
Vedremo …
Alla prossima
Elena
articolo sole24ore