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Bronzi di Riace

Giorni fa ho visto sulla pagina FB del CIP, Club italianiste de Provence, alcune foto dei Bronzi di Riace.  Sono talmente belli che mi è venuto voglia di cercare qualche informazione su di loro.

Ecco quello che ho trovato …

Siamo nel 1972 in Italia e, il sub Stefano Mariottini, durante un’immersione nel Mar Ionio, si incuriosì nel vedere una forma somigliante ad un  braccio spuntare dal fondale, si avvicinò e si rese conto di trovarsi davvero davanti ad un braccio. Ma non era solo un braccio … presto si rese conto di aver davanti a sé dei reperti archeologici di una certa importanza.

Si trattava nientedimeno di due grandi statue, chiamate in seguito i ‘’Bronzi di Riace’’. 

Il nome deriva dal fatto che le acque in cui sono state trovate sono quelle davanti al Comune di Riace Marina. 

Le statue in questione erano rimaste sul fondale per tantissimi anni, nonostante fossero solo a 300 metri dalla costa e a soli 8 metri di profondità, nessuno le aveva mai localizzate. 

Molto probabilmente erano state gettate in mare, per alleggerire l’imbarcazione che le trasportava, forse verso la città di Roma, durante una burrasca.

Meno probabile che siano affondate assieme alla nave che le trasportava, in quanto sul fondale attiguo al loro ritrovamento, non sono state trovate tracce né di un’imbarcazione affondata, né di altri reperti, quali vasellame o utensili dell’epoca. 

Dopo il recupero, avvenuto pare con mezzi un pò primitivi, forse da pescatori amici e/o conoscenti del sub che li aveva trovati, le statue vennero portate, per un primo restauro, a Firenze. 

Statua A – Il Vecchio

Statua B – il Giovane

Particolare delle teste – notare il colore delle labbra e degli occhi.

Anatomia delle statue

Anatomia delle statue

Qui le statue vennero pulite e cercarono anche di svuotare, almeno in parte, la terra di fusione che era ancora nel loro interno e che le avrebbe potute rovinare.

La rimozione di questa terra venne conclusa nell’ultimo restauro, tra gli anni 2010 e 2013,  a Reggio Calabria. 

Le statue raffigurano due uomini completamente nudi, con barba e capelli ricci, il braccio sinistro piegato, e il destro disteso lungo il fianco. Una delle statue sicuramente indossava un elmo, impugnavano una lancia o una spada nella mano destra e reggevano uno scudo con il braccio sinistro.

Lancia e scudo, molto probabilmente, furono smontati al momento dell’imbarco per permettere di adagiare sulla schiena le statue e facilitarne così il trasporto. La muscolatura è vigorosa, torace, schiena e fianchi sono modellata in modo anatomicamente perfetto. Sulle braccia e sulle mani vene e tendini sono fatti  in modo accurato. Il che significa che l’artista doveva conoscere l’anatomia.  Tutto l’apparato muscolare è tonico. Sono due uomini nel fiore degli anni.  L’artista doveva essere veramente bravo.

Le due statue, vennero identificate dai restauratori come Statua “A” – 1 metro e 98 centimetri – e Statua “B” – 1 metro e 97 centimetri.

A Reggio Calabria li ribattezzarono “il giovane” e “il vecchio”

I particolari della testa e del volto della statua A (il vecchio) sono realizzati con grande accuratezza.  I capelli sono lunghi e ricci, stretti in una fascia che cinge la fronte. La barba è lunga e folta, anch’essa piena di riccioli. La fronte è corrugata in atteggiamento concentrato, l’interno degli occhi è in avorio e pasta di vetro, le labbra sono di rame e sono socchiuse lasciando vedere i denti in argento. L’espressione è quella di un guerriero.

La statua B (il giovane):  la struttura e la posizione del corpo sono simili a quelle della statua A mentre la testa è un pò diversa. Prima di tutto la testa è liscia, non modellata, come se lo scultore avesse tralasciato di fare i capelli perché tanto, erano coperti da un elmo. La tecnica e i materiali utilizzati per le ciglia, gli occhi e le labbra sono le stesse che per la statua A, in questo caso però la bocca è socchiusa ma non si vedono i denti.

Il loro peso, originariamente di 400 kg, ora è diminuito a circa 160 kg. Non è che sono ‘’dimagrite’’ è che gli hanno tolto tutta la terra di fusione che c’era dentro, ed ora sono vuote quindi pesano meno. 

Gli studioso hanno stabilito che i bronzi sono stati fatti verso la metà del V secolo a.C. (stiamo parlando quindi di un periodo tra 400 e 500 anni Avanti Cristo) e si somigliano talmente tanto quasi certamente un unico artista li ha creati.

La terra di fusione al loro interno è risultata essere terra di Argo, la città Greca nel Peloponneso. Città fondata appunto da Argo, figlio di Zeus e di Niobe. Quindi molto probabilmente sono fatte e sono state esposte in quella città per molti anni. 

Le due statue raffigurano un Oplita (un cittadino soldato) ed un Re guerriero. 

Oggi si possono ammirare, in tutta la loro magnificenza, nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. 

Non posso fare a meno di pensare alle perfette caratteristiche anatomiche di queste statue, soprattutto per il periodo il cui sono state concepite.

Se pensate alla ‘’miseria’’ artistica del Medio Evo, il confronto è impressionante.

Crocifisso romanico nel Duomo di Cividale

Metto qui, tanto per avere un’idea il Crocifisso in legno nel Duomo di Cividale in Friuli che è considerato un ‘’capolavoro’’ in stile romanico. Questo crocifisso risale ad un periodo tra il XII ed il XIII secolo il che significa tra il Millecento e Milleduecento Dopo Cristo. Notate le differenze con i Bronzi di Riace!

Per trovare qualche cosa degno dei bronzi di Riace, fatti nel 500 a.c.,  dobbiamo arrivare a Michelagelo Buonarroti, quindi 1500 … pieno Rinascimento!

Com’è strano il mondo vero? Non procede affatto in maniera lineare … o meglio, NON lo facciamo procedere in maniera lineare. 

Alla prossima

Elena 

RENZI E … LA SALERNO-REGGIO CALABRIA …

Renzi dice che abbiamo ‘finalmente’ i soldi per finire la Salerno-Reggio Calabria … eh eh eh …

Caro Renzi,  nel lontano 1964 iniziarono i lavori per l’autostrada ‘Salerno-Reggio Calabria’ e  nel 1972 finirono i lavori.

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Ma … in che cosa consisteva effettivamente l’autostrada nel 1972?  Si trattava di due semplici corsie per senso di marcia SENZA le corsie di emergenza.  Quindi solo gli ”ottimisti ciechi” la potevano chiamare autostrada, nel resto del mondo tra le persone normali,  NO!

Dal 1972, per renderla degna di tale nome, ci sono state ulteriori cantierizzazioni . Una sorta di ”gruviera senza né capo né coda”.

Nelle nuove cantierizzazioni si è infilata a piedi giunti la ‘Nrangheta … e la magistratura, giustamente,  ha fermato i lavori per indagini.

Quindi caro il mio Renzi … non sono i soldi che mancano per finire ‘sto schifo di autostrada … ma la volontà politica di cambiare le cose per davvero!  E falla ‘sta benedetta rottamazione, cosa aspetti? Si direbbe che alcuni personaggi siano ‘intoccabili”! Bè sappi, ad esempio, che a noialtri il De Gennaro in Finmeccanica come presidente, NON va proprio bene!

Magari è ”puro” come un ”neonato” … ma … lo sai che oggi ci sono anche i ”manager della reputazione” no? Bè … fatti una domanda e datti una risposta!

Bisognerebbe, in questo Paese, che la malavita organizzata NON entrasse nei cantieri! Per evitare che Mafia, Camorra, Sacra Corona Unita, ‘Nrangheta NON entrino nei cantieri bisogna che il ”manico” sia buono !

Tanto per capirci, facciamo un esempio semplice: ”G8 di Genova del 2001 pestaggio Caserma Diaz,  all’epoca Gianfranco FINI – vicepresidente del Consiglio dei Ministri – pare fosse nella sala operativa della Questura di Genova! Bè … se questa notizia è vera …  NON è poi tanto difficile capire di che genere di ”manico” si trattasse no?

Ebbene alle infrastrutture, dove si decide sulla costruzione delle ‘grandi opere’ ,  autostrade comprese,  NON ci devono essere né gli ”Ercole Incalza” … né i ”Lupi” incapaci di contrastare simili personaggi!

E’ sempre una questione di ”manico”! Grrrrr …

Alla prossima

Elena