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Regolarizzazioni: sono arrivati ad un compromesso ‘’strano’’…

… ma sarò io che non capisco.

Leggo sui giornali che l’accordo raggiunto sulla sanatoria riguarderà braccianti, colf e badanti, anche italiani.
I dem dicono che: ‘’Qui non si tratta di bandierine ma di diritti’’ e che l’impianto, resta sostanzialmente invariato con l’obiettivo comune di far emergere il lavoro in nero e che verranno dati ‘’permessi di soggiorno temporaneo’’ ai lavoratori stranieri.
Quindi gli stranieri (neri) potrebbero essere usati per la raccolta, regolarizzati a tempo, ma poi, finita la raccolta, ciccia! Di nuovo tutti per strada? E… che cosa avete concluso se questo è il risultato dei vostri colloqui? Mah …
I 5 stelle non volevano la regolarizzazione dei migranti, misura voluta dal PD, Leu e Italia Viva, perché in questo caso, secondo loro, i caporali non sarebbero stati puniti.
Il M5S, dopo tanto parlare e limare di qui e di là, alla fine pare abbia accettato la ‘’sanatoria’’ ma ha preteso che, sul testo scritto,  ci fosse la precisazione ulteriore delle norme per ‘’escludere dalla sanatoria’’ i datori di lavoro condannati per caporalato o reati come lo sfruttamento della prostituzione e l’immigrazione clandestina’’! Tutti contenti? Belle parole? Come sono bravi loro?
Ora … io sono solo una mamma casalinga scema ma mi viene spontanea la domanda: ‘’Ma veramente quelli del M5S credono che i ‘’caporali’’ e gli sfruttatori della prostituzione avessero in mente di chieder la ‘’sanatoria’’ , alla modica somma di 400/500 euro pro capite, per il loro schiavi’’?
Ma veramente ci credete? Non so nemmeno se lo faranno le famiglie che hanno una badante cilena che guarda la nonna in carrozzella, figuriamoci i ‘’caporali’’ al soldo della mafia. Mah …

Vito Crimi, per prendere ‘sta decisione epocale ha aspettato che Luigi Di Maio gli desse il benestare. Grazie a loro due, i capolari, che non vedevano l’ora di farlo, non potranno regolarizzare schiavi e prostitute.

Comunque … dopo tanto discutere, il compromesso raggiunto all’interno della maggioranza prevede che il datore di lavoro possa far emergere le situazioni non regolari con la garanzia dell’immunità penale. Una possibilità di sanatoria con il pagamento forfettario all’Inps di un contributo di 400/500 euro dalla quale vengono esclusi i datori di lavoro condannati (anche in via non definitiva) negli ultimi cinque anni per reati quali caporalato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reclutamento di persone da destinare alla prostituzione.

Tutti contenti? Mah … non saprei cosa dire.  Dal mio misero punto di vista, regolarizzare i migranti solo per il periodo della raccolta,  mi sembra una schifezza. Perché finita la raccolta torneranno ad esser prede della malavita organizzata. Figli di un Dio minore condannati alla disperazione. Ma costa tanto dare loro un permesso di soggiorno indefinito e lasciarli cercare un lavoro decente? Ma qual’è il problema? Se poi, quando hanno un permesso che permetta loro di star dalla parte della ragione, dovessero sbagliare, allora si che dovreste rispedirli a casa loro. Ma cribbio dategli una possilbità!

Alla prossima

Elena

Fonte: sole24ore

Bronzi di Riace

Giorni fa ho visto sulla pagina FB del CIP, Club italianiste de Provence, alcune foto dei Bronzi di Riace.  Sono talmente belli che mi è venuto voglia di cercare qualche informazione su di loro.

Ecco quello che ho trovato …

Siamo nel 1972 in Italia e, il sub Stefano Mariottini, durante un’immersione nel Mar Ionio, si incuriosì nel vedere una forma somigliante ad un  braccio spuntare dal fondale, si avvicinò e si rese conto di trovarsi davvero davanti ad un braccio. Ma non era solo un braccio … presto si rese conto di aver davanti a sé dei reperti archeologici di una certa importanza.

Si trattava nientedimeno di due grandi statue, chiamate in seguito i ‘’Bronzi di Riace’’. 

Il nome deriva dal fatto che le acque in cui sono state trovate sono quelle davanti al Comune di Riace Marina. 

Le statue in questione erano rimaste sul fondale per tantissimi anni, nonostante fossero solo a 300 metri dalla costa e a soli 8 metri di profondità, nessuno le aveva mai localizzate. 

Molto probabilmente erano state gettate in mare, per alleggerire l’imbarcazione che le trasportava, forse verso la città di Roma, durante una burrasca.

Meno probabile che siano affondate assieme alla nave che le trasportava, in quanto sul fondale attiguo al loro ritrovamento, non sono state trovate tracce né di un’imbarcazione affondata, né di altri reperti, quali vasellame o utensili dell’epoca. 

Dopo il recupero, avvenuto pare con mezzi un pò primitivi, forse da pescatori amici e/o conoscenti del sub che li aveva trovati, le statue vennero portate, per un primo restauro, a Firenze. 

Statua A – Il Vecchio

Statua B – il Giovane

Particolare delle teste – notare il colore delle labbra e degli occhi.

Anatomia delle statue

Anatomia delle statue

Qui le statue vennero pulite e cercarono anche di svuotare, almeno in parte, la terra di fusione che era ancora nel loro interno e che le avrebbe potute rovinare.

La rimozione di questa terra venne conclusa nell’ultimo restauro, tra gli anni 2010 e 2013,  a Reggio Calabria. 

Le statue raffigurano due uomini completamente nudi, con barba e capelli ricci, il braccio sinistro piegato, e il destro disteso lungo il fianco. Una delle statue sicuramente indossava un elmo, impugnavano una lancia o una spada nella mano destra e reggevano uno scudo con il braccio sinistro.

Lancia e scudo, molto probabilmente, furono smontati al momento dell’imbarco per permettere di adagiare sulla schiena le statue e facilitarne così il trasporto. La muscolatura è vigorosa, torace, schiena e fianchi sono modellata in modo anatomicamente perfetto. Sulle braccia e sulle mani vene e tendini sono fatti  in modo accurato. Il che significa che l’artista doveva conoscere l’anatomia.  Tutto l’apparato muscolare è tonico. Sono due uomini nel fiore degli anni.  L’artista doveva essere veramente bravo.

Le due statue, vennero identificate dai restauratori come Statua “A” – 1 metro e 98 centimetri – e Statua “B” – 1 metro e 97 centimetri.

A Reggio Calabria li ribattezzarono “il giovane” e “il vecchio”

I particolari della testa e del volto della statua A (il vecchio) sono realizzati con grande accuratezza.  I capelli sono lunghi e ricci, stretti in una fascia che cinge la fronte. La barba è lunga e folta, anch’essa piena di riccioli. La fronte è corrugata in atteggiamento concentrato, l’interno degli occhi è in avorio e pasta di vetro, le labbra sono di rame e sono socchiuse lasciando vedere i denti in argento. L’espressione è quella di un guerriero.

La statua B (il giovane):  la struttura e la posizione del corpo sono simili a quelle della statua A mentre la testa è un pò diversa. Prima di tutto la testa è liscia, non modellata, come se lo scultore avesse tralasciato di fare i capelli perché tanto, erano coperti da un elmo. La tecnica e i materiali utilizzati per le ciglia, gli occhi e le labbra sono le stesse che per la statua A, in questo caso però la bocca è socchiusa ma non si vedono i denti.

Il loro peso, originariamente di 400 kg, ora è diminuito a circa 160 kg. Non è che sono ‘’dimagrite’’ è che gli hanno tolto tutta la terra di fusione che c’era dentro, ed ora sono vuote quindi pesano meno. 

Gli studioso hanno stabilito che i bronzi sono stati fatti verso la metà del V secolo a.C. (stiamo parlando quindi di un periodo tra 400 e 500 anni Avanti Cristo) e si somigliano talmente tanto quasi certamente un unico artista li ha creati.

La terra di fusione al loro interno è risultata essere terra di Argo, la città Greca nel Peloponneso. Città fondata appunto da Argo, figlio di Zeus e di Niobe. Quindi molto probabilmente sono fatte e sono state esposte in quella città per molti anni. 

Le due statue raffigurano un Oplita (un cittadino soldato) ed un Re guerriero. 

Oggi si possono ammirare, in tutta la loro magnificenza, nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. 

Non posso fare a meno di pensare alle perfette caratteristiche anatomiche di queste statue, soprattutto per il periodo il cui sono state concepite.

Se pensate alla ‘’miseria’’ artistica del Medio Evo, il confronto è impressionante.

Crocifisso romanico nel Duomo di Cividale

Metto qui, tanto per avere un’idea il Crocifisso in legno nel Duomo di Cividale in Friuli che è considerato un ‘’capolavoro’’ in stile romanico. Questo crocifisso risale ad un periodo tra il XII ed il XIII secolo il che significa tra il Millecento e Milleduecento Dopo Cristo. Notate le differenze con i Bronzi di Riace!

Per trovare qualche cosa degno dei bronzi di Riace, fatti nel 500 a.c.,  dobbiamo arrivare a Michelagelo Buonarroti, quindi 1500 … pieno Rinascimento!

Com’è strano il mondo vero? Non procede affatto in maniera lineare … o meglio, NON lo facciamo procedere in maniera lineare. 

Alla prossima

Elena