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Fai Bei Sogni – CIP – Cinema VOX Frejus

Ieri, domenica 27 novembre, al Cinema VOX di Frejus abbiamo assistito al film di Marco Bellocchio: ”Fai bei Sogni” .

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In Francia, la distribuzione è prevista da gennaio 2017, ma, grazie al CIP – Club Italianiste de Provence, abbiamo potuto vederlo in anteprima.
Fai bei sogni è un film di Marco Bellocchio uscito in Italia nel 2016 ed è tratto dal romanzo autobiografico di Massimo Gramellini.

L’autore racconta il proprio percorso interiore per superare il dolore e il senso di abbandono dovuto alla morte della madre quando lui aveva solo nove anni. Il libro ha avuto un grande successo di pubblico, ed è rimasto tra  i primi 10 libri più venduti per più di 50 settimane.

Prima di tutto vediamo chi è Massimo Gramellini

Nato a Torino nel 1960 da genitori originari della Romagna, all’età di nove anni perde tragicamente la madre.
Massimo frequenta il Liceo classico ”San Giuseppe” di Torino e si diploma con il massimo dei voti; dopo gli studi in giurisprudenza presso l’Università di Torino, nel 1985 inizia a collaborare con la redazione torinese del Corriere dello Sport.  Un anno dopo viene assunto come praticante nella redazione sportiva del quotidiano milanese: Il Giorno.
Nel 1988 si trasferisce alla redazione romana de La Stampa dove continua a scrivere di sport fino ai Mondiali del 1990.
L’anno seguente passa dal calcio alla politica diventando corrispondente da Montecitorio.  Nel 1993 è inviato di guerra a Serajevo (Iugoslavia) .
Nel 1998 torna a Torino per dirigere ”Specchio”, il settimanale de La Stampa, dove si occupa tra l’altro di una rubrica di posta sentimentale: ”Cuori allo Specchio”. L’anno successivo è di nuovo a Roma e dal 1999 inizia a scrivere sulla prima pagina de La Stampa, una rubrica intitolata:   il ”Buongiorno” di Massimo Gramellini,  in cui commenta uno dei fatti più significativi della giornata. Questa  rubrica piace molto ed ha ha un successo crescente nel tempo.
Nell’ottobre 2005 lascia Roma e ritorna a  Torino dove diventa vice direttore de La Stampa. Collabora con la trasmissione televisiva ”Che tempo che fa” di Rai3  dove ogni sabato sera commenta con Fabio Fazio i sette fatti più importanti della settimana.
Ha pubblicato alcuni saggi che trattano della società e della politica italiana, un almanacco sui 150 anni della  Storia d’Italia e due serie di racconti sulla sua squadra del cuore:  il Torino.
Nel 2010 è uscito il suo primo romanzo: ”L’ultima riga delle favole”, una favola sull’amore,  che in Italia ha venduto oltre 250 mila copie ed è stata tradotta in vari Paesi. Nel 2012 è uscito il suo secondo romanzo: ”Fai bei sogni”,  che è stato il libro più venduto del 2012, con oltre un milione di copie.

Proprio da quest’ultimo libro, Marco Bellocchio,  ha realizzato il film che abbiamo visto ieri sera.

iu-3Massimo Gramellini

Trama

La mattina del 31 dicembre del 1969 Massimo, nove anni, si sveglia di soprassalto sentendo un urlo, esce dalla sua camera e trova in corridoio il padre sconvolto e sorretto da due uomini. Senza nessuna spiegazione viene affidato agli zii che gli dicono che la mamma non sta bene.
Un paio di giorni dopo dopo, il padre lo porta dal sacerdote, capo della sezione ”boy-scout” di Massimo, che si prende la responsabilità di spiegare al piccolo che la mamma non c’è più.
Massimo rifiuta questa verità e preferisce rifugiarsi un una specie di  ”limbo protettivo”.
Il giorno del funerale la bara chiusa viene messa in salotto a casa per l’estremo saluto. Massimo rifiuta di credere che la sua mamma sia lì dentro e grida di aprire la bara, cosa che naturalmente non viene fatta,  questo aumenta la convinzione nel bambino che presto, la sua mamma sarebbe tornata.
A scuola racconta ai compagni che la mamma vive a New York. Cresciuto e divenuto giornalista, passa dal giornalismo sportivo alla politica e nel 1993 viene inviato a Serajevo per seguire gli eventi bellici. Gli orrori a cui assiste lo segnano profondamente. Tornato a casa riceve dalla zia una scatola di fiammiferi appartenuta alla mamma, come si trova l’oggetto tra le mani viene preso da una crisi di panico. Telefona in ospedale dove Elisa, una dottoressa si prende cura di lui. Inizia tra i due una storia d’amore importante.
Mentre svuota l’appartamento di famiglia, in cui ormai non vive più nessuno, preso dallo sconforto alla vista di tanti ”ricordi” , chiama la zia, alla quale chiede la verità!  La donna è dolorosamente stupita, in buona fede, credeva veramente che Massimo avesse capito.
A quel punto gli consegna un vecchio articolo di giornale, custodito tra uno dei volumi di una enciclopedia, il cui titolo è: ”Giovane madre di famiglia si getta dal 5° piano” …
In quel momento il mondo ”finto” che si era costruito per auto-difendersi, crolla! Lui si trova a fare i conti con la realtà che aveva sempre rifiutato.
Riuscirà nel tempo ad accettare il suicidio della madre.

Il film di Bellocchio si articola abilmente tra ”presente” e ”lunghi flashback” relativi ai ricordi di infanzia del protagonista. E’ un film triste, toccante, ma che mette in luce il ”coraggio” e gli ”strumenti” che, comunque, questo bambino ha saputo ”tirar fuori” nella sua vita di uomo.
E’ riuscito a ”diventare qualcuno” nel mondo, nonostante il dramma in cui è stato coinvolto.
Il film mette anche in evidenza il carattere ”torinese” di tutta la situazione. Il suicidio della donna, anche se dettato dalla paura mal gestita della malattia, era comunque da non mettere in evidenza. Il suicidio, nella borghesia cattolica torinese,  è una ”vergogna” che va, il più possibile, nascosta.

Ho avuto occasione di parlare al telefono con Massimo Gramellini un paio di volte,  ed è una persona gentilissima, che dedica la sua piena attenzione a tutti.

Grazie al Club Italianiste de Provence per questa bella occasione.

Alla prossima

 

Elena